• Rapporto #Pozzallo: condizioni inaccettabili, servono risposte urgenti e strutturate

    In un rapporto presentato oggi alla Commissione Parlamentare “Accoglienza Migranti”, MSF critica le condizioni nel Centro di Primo Soccorso e Accoglienza (CPSA) di Pozzallo e chiede alle autorità italiane di sviluppare una strategia concreta per uscire da un approccio emergenziale e garantire condizioni e servizi adeguati, nonché una migliore informazione sulle procedure d’asilo.

    http://www.medicisenzafrontiere.it/notizie/comunicato-stampa/rapporto-pozzallo-condizioni-inaccettabili-servono-risposte-urg
    #Italie #réfugiés #migrations #asile #hotspot

    Pour télécharger le rapport:
    http://archivio.medicisenzafrontiere.it/pdf/Rapporto_CPI_CPSA_Pozzallo_final.pdf

    • Pozzallo, «Condizioni disumane nel centro di prima accoglienza»

      In audizione alla Commissione d’Inchiesta della Cameria sul sistema d’accoglienza dei migranti, Medici Senza Frontiere ha presentato un rapporto sulle condizioni del Cpsa di Pozzallo, «struttura inadeguata, in cui adulti e minori dormono per terra per giorni, senza dignità né garanzie igieniche». Preoccupa l’imminente conversione in hotspot.

      http://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2015/11/18/news/pozzallo-127636651

    • Il centro di Pozzallo si prepara a diventare hotspot dell’Ue

      E’ un grande hangar, ben equipaggiato al suo interno e separato dal mare da un’alta recinzione . Il centro di prima accoglienza di Pozzallo, in provincia di Ragusa, sarà uno degli hotspot europei dove identificare i rifugiati prima che siano redistribuiti all’interno dei Paesi dell’Unione Europea.
      La struttura già accoglie chi ha attraversato il mare partendo dalle coste nordafricane. Probabilmente da fine novembre, quando sarà un hotspot europeo a tutti gli effetti, i migranti passeranno da qui. Impronte digitali, domanda d’asilo e poi la decisione delle autorità se il viaggio nel vecchio continente potrà proseguire. "Prima di tutto l’Hotspot è una procedura legata al regolamento di Dublino e al piano di redistribuzione dell’Ue - spiega Carlotta Sami, portavoce in Italia dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati. «L’obiettivo è identificare le persone per capire se si tratta di rifugiati».
      «I rifugiati sono siriani, eritrei, iracheni e di altre nazionalità. Loro, dopo l’identificazione, saranno ripartiti fra gli Stati membri», aggiunge Sami. Una fase sperimentale avviata a Lampedusa ha già messo in luce alcune questioni da risolvere nei prossimi mesi. Chi si rifiuta di fornire documenti che ne certifichino la nazionalità, che fine farà? Come reagiranno i migranti diretti da parenti verso la Germania ma che saranno ricollocati in Lituania o Portogallo?
      «L’hotspot e la redistribuzione possono funzionare solo con una prima accoglienza di grande qualità, perché deve essere un incentivo per i rifugiati che hanno un piano in mente», sottolinea Sami. Una cosa è certa: per funzionare bene occorre che tutta la macc hina europea sia ben congegnata, senza che tutto ricada ancora sulle spalle dei centri di prima accoglienza.

      https://www.youtube.com/watch?v=AfXWPO7_rAA&feature=youtu.be