• "Italia deporta illegalmente migranti in Sudan"

    «È un fatto gravissimo. Il Ministero dell’Interno ha disposto per oggi la deportazione di 48 migranti da Malpensa verso il Sudan con modalità assolutamente fuori legge»: Pippo Civati denuncia irregolarità da parte del Ministro dell’Interno e coglie l’occasione per discutere di Europa e immigrazione.

    http://www.fanpage.it/la-denuncia-di-civati-italia-deporta-illegalmente-migranti-in-sudan
    #Soudan #Italie #renvois #expulsions #asile #migrations #réfugiés #réfugiés_soudanais #déportation

    • Espulsione diretta per 48 migranti Sudan

      (ANSA) - VENTIMIGLIA (IMPERIA), 24 AGO - Quarantotto migranti sudanesi, in parte respinti alla frontiera e in parte fermati a Ventimiglia, sono stati trasferiti in autobus da Ventimiglia a Torino per essere direttamente rimpatriati a Karthoum. Si tratta della prima espulsione diretta di questo genere. Prosegue così la cosiddetta ’operazione di alleggerimento’ voluto nelle settimane scorse dal capo della polizia Franco Gabrielli.

      http://www.ansa.it/liguria/notizie/2016/08/24/espulsione-diretta-per-48-migranti-sudan_0de55e4a-0b87-490f-811e-c5039a8ffa5d.h

    • L’accordo con il dittatore sudanese

      Il 4 agosto il Governo Italiano firmava un accordo con la dittatura sudanese alla presenza del capo della Polizia Gabrielli e dei rappresentanti del Ministero dell’Interno e degli Affari Esteri.

      Si tratta di un accordo di polizia, #memorandum_of_understanding, formula già adottata nel 2015 con il Gambia, altra dittatura africana. L’accordo è stato firmato senza essere presentato nè ratificato dalle Camere e il contenuto resta ad oggi ancora segreto, in flagrante violazione dell’articolo 80 della Costituzione che prevede che«le Camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali che sono di natura politica…o importano oneri alle finanze…». La Costituzione è doppiamente violata, non solo perché l’accordo ha un carattere politico, ma anche perché in cambio della firma al Sudan sono stati promessi 100 milioni di euro dai Fondi istituiti alla Valletta. Varie fonti affermano che i primi fondi europei siano stati dati ai janjaweed, le milizie paramilitari sudanesi diventate famose per le atrocità commesse in Darfur. A dei sanguinari miliziani l’Europa avrebbe dunque deciso di affidare il controllo delle frontiere per impedire a eritrei, etiopi e sudanesi di avvicinarsi alla Libia per poi prendere il mare verso l’Italia. Le retate di centinaia di eritrei nella primavera di quest’anno dimostrano come la milizia abbia preso sul serio il suo ruolo di gendarme. Le autorità italiane non tardano a verificare l’operatività dell’accordo. Il 24 agosto dall’aeroporto di Torino parte un aereo con 48 migranti sudanesi che, dopo uno scalo al Cairo, atterra a Khartoum. Tra i 48 alcuni provengono dall’insanguinato Darfour. Gli espulsi, raggiunti a Khartoum, raccontano l’inganno e la violenza dell’operazione «Mi sono ritrovato con una quarantina di connazionali, ci hanno sequestrato telefoni e borse e ci hanno obbligato a dare le impronte per l’ennesima volta, percuotendo chi si opponeva. In seguito ci hanno portato alla Questura di Imperia, dove tre funzionari sudanesi ci hanno spiegato che ci avrebbero riportato a Khartoum il giorno dopo. In serata la polizia ci ha diviso in tre gruppi, ho dormito in cella e alle 5 del mattino ci hanno portato all’aeroporto di Torino, ognuno scortato da due agenti». I tentativi di difesa delle autorità italiane sono ben poco convincenti. Da un lato Alfano dichiara che i sudanesi sono stati espulsi perché non avrebbero fatto richiesta d’asilo. Il che è spiegabile visto che sono stati arrestati a Ventimiglia, dove si trovavano proprio perché volevano fare richiesta di protezione internazionale in un altro paese. Ancora più grave la difesa della polizia italiana che definisce il Sudan «un paese pienamente riconosciuto dall’Italia», nonostante sul suo presidente pesino due mandati di cattura da parte della Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità in Darfur. Siamo al paradosso di un capo di stato che se venisse nel nostro paese, dovrebbe essere arrestato all’aeroporto dalla polizia con cui firma accordi sull’immigrazione e che lo ritiene leader di «un paese pienamente riconosciuto dall’Italia».

      http://arci.it/news/arci-report/arcireport/arcireport-27-8-settembre-2016/laccordo-con-il-dittatore-sudanese
      #accord #accord_de_réadmission

    • Sudan il Paese che l’Italia considera sicuro

      A fine agosto 48 cittadini sudanesi sono stati rimpatriati dall’Italia. Fermati e identificati a Ventimiglia mentre cercavano di passare il confine sono stati colpiti da un decreto di espulsione che ha innescato la procedura di rimpatrio. Infatti per l’Italia il Sudan è un paese sicuro e questo rimpatrio è il primo effetto degli accordi bilaterali firmati con il paese africano a inizio agosto.
      Sudan-Italia. Italia-Sudan. Dopo la firma del Memorandum of understanding è questo il terribile doppio viaggio a cui potrebbero essere costretti i cittadini sudanesi che arrivano sulle nostre coste. Il documento firmato in Italia il 4 agosto 2016 prevede infatti “la collaborazione tra i due Paesi nella lotta al crimine, nella gestione degli effetti migratori e delle frontiere”. Un comunicato diffuso dall’Ambasciata italiana di Khartoum chiarisce che l’accordo italo-sudanese si iscrive nel piu’ ampio quadro di cooperazione tra Sudan e Unione Europea sui temi migratori, in particolare il Processo di Khartoum, lanciato in Italia nel 2014, e il Fondo fiduciario d’emergenza dell’Unione europea per la stabilita’ e la lotta contro le cause profonde della migrazione irregolare e del fenomeno degli sfollati in Africa, lanciato nel novembre 2015 al Summit de La Valletta.

      http://viedifuga.org/sudan-paese-litalia-considera-sicuro
      #processus_de_khartoum

    • Sudan, accordi segreti dell’Italia con il dittatore Al-Bashir

      La denuncia del Tavolo Nazionale Asilo. Le associazioni che si occupano di immigrazione in Italia denunciano all’unanimità il rimpatrio di 48 sudanesi, avvenuto sulla base di un’intesa segreta tra la polizia italiana e quella locale. Fachile (Asgi): “L’accordo va portato in Parlamento”

      http://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2016/09/27/news/sudan_accordi_segreti_dell_italia_con_il_dittatore_al-bashir-148642616

    • Migranti, accuse all’Italia: «Accordi segreti con dittatori e rimpatri illegittimi»

      La denuncia del Tavolo asilo, che riunisce le maggiori organizzazione che lavorano per la tutela dei migranti. Sotto accusa il respingimento dei 48 ragazzi sudanesi, considerato illegale. Asgi: "Agiremo anche presso la Corte europea dei diritti dell’uomo”. Arci: “Soldi della cooperazioni non devono servire per fermare i flussi”

      http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/516548/Migranti-accuse-all-Italia-Accordi-segreti-con-dittatori-e-rimpatri

    • Gentiloni incontra ministro degli esteri sudanese a Roma e promette maggiori aiuti contro migranti

      Durante una conferenza a latere del “Forum Euro-Mediterraneo 2016”, organizzato dal nostro ministero degli Esteri, tenutosi in questi giorni a Roma, il capo della Farnesina, Paolo Gentiloni, ha incontrato il suo omologo sudanese, Ibrahim A. Ghandour.


      http://www.africa-express.info/2016/12/04/gentiloni-incontra-ministro-degli-esteri-sudanese-roma-e-promette-m

    • Forced returns to Sudan, the case against Italy at the ECHR

      Five Sudanese citizens from Darfur – who were among the 48 “irregular migrants" that Italy forcibly returned to al-Bashir’s Sudan on the 24th of August – have appealed to the European Court of Human Rights (ECHR). Now Italy risks a new conviction, after the one for the push-backs to Libya under Gaddafi. 4 things to know about this case and why it is so important.

      http://openmigration.org/en/analyses/forced-returns-to-sudan-the-case-against-italy-at-the-echr

    • Deportazioni in Sudan, Italia alla sbarra in Europa: è la nona volta

      Li hanno bloccati a Ventimiglia nel centro accoglienza della Croce Rossa, portati a Torino dopo un accertamento sommario, caricati sotto scorta su un aereo e rimpatriati, contro al loro volontà, in Sudan, il paese da cui erano scappati per sottrarsi al regime di Omar Al Bashir, il dittatore colpito da un ordine di cattura internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità in seguito ai massacri nella martoriata regione del Darfur. Erano in 40, quasi tutti in fuga proprio dal Darfur. Di molti di loro si sono perse le tracce dopo lo sbarco a Khartoum. Almeno cinque, però, non si sono arresi ed hanno deciso di trascinare l’Italia di fronte alla Corte Europea per i Diritti Umani. Al loro fianco si è schierato il Tavolo Nazionale Asilo, di cui fanno parte organizzazioni come il Centro Astalli, l’Asgi, la Caritas, l’Arci, la Federazione delle Chiese Evangeliche, Amnesty. Il procedimento è seguito dagli avvocati Salvatore Fachile e Dario Belluccio, che il 13 febbraio hanno depositato un esposto presso la cancelleria della Corte, a Strasburgo.

      http://www.tempi-moderni.net/2017/02/20/deportazioni-in-sudan-italia-alla-sbarra-in-europa-e-la-nona-volta

    • La Corte Europea ammette i ricorsi contro l’espulsione collettiva di cittadini sudanesi. Conferenza stampa di Asgi e Arci giovedì 11 gennaio alle 11.30

      Sono stati dichiarati tutti ammissibili i ricorsi presentati dai cittadini sudanesi contro il Governo italiano per il respingimento collettivo che, il 24 agosto 2016, ha dato esecuzione all’accordo tra il Capo della Polizia italiana ed il suo omologo sudanese.

      La Corte Europea per i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali (CEDU) ha comunicato formalmente i ricorsi al Governo italiano ed ha posto dei precisi quesiti volti a conoscere le modalità dell’espulsione e se siano stati rispettati i diritti e le garanzie previste dalla Convenzione europea.

      I ricorsi sono stati tutti depositati da avvocati dell’ASGI: i cittadini sudanesi furono oggetto di una vera e propria “retata” a Ventimiglia, alcuni furono trasportati in condizioni disumane e poi rinchiusi illegittimamente nell’ hotspot di Taranto. Quindi vi fu il tentativo di rimpatriarli tutti.

      Alcuni furono effettivamente riportati in Sudan e 5 di loro incontrarono rappresentanti di ASGI ed ARCI che, tra il 19 ed il 22 dicembre 2016, si recarono a Khartoum grazie al supporto di una delegazione di parlamentari europei del gruppo della Sinistra europea.

      Tutti coloro che non furono rimpatriati hanno ottenuto il riconoscimento della protezione internazionale in Italia, in quanto soggetti a persecuzioni e discriminazioni nel Paese da cui provenivano.

      I ricorsi hanno denunciato la violazione di diverse norme della Convenzione EDU e della Convenzione di Ginevra. Il Governo italiano, entro il 30 marzo 2018, dovrà fornire una risposta al proprio operato dinanzi alla CEDU.

      Negli ultimi mesi la collaborazione con il Governo di Al Bashir per l’espulsione di cittadini sudanesi si è rafforzata anche con altri paesi europei. A fine dicembre sono state ufficialmente richieste le dimissioni del Segretario di Stato per l’asilo e la migrazione belga dopo la diffusione di informazioni relative a torture subite da cittadini sudanesi espulsi da Bruxelles.

      L’azione giudiziaria costituisce una tra le iniziative intraprese da ASGI ed ARCI per contrastare i processi di esternalizzazione delle frontiere e del diritto di asilo attuati dal Governo italiano - che nel corso dell’ultimo anno si sono concretizzati anche nei nuovi accordi con la Libia e più recentemente col Niger, dove l’Italia invierà militari e armamenti. Un ricorso è stato presentato dall’Asgi anche contro l’uso dei fondi della cooperazione allo sviluppo per finanziare il rafforzamento della guardia costiera libica.

      I ricorsi sono strumenti finalizzati innanzitutto a tutelare le singole persone, ma sono anche rivolti a contrastare le politiche italiane ed europee volte ad accordare risorse economiche a regimi dittatoriali, come quello del Sudan o del Niger a scapito della vita e della libertà della persona.

      Tutte le iniziative e i loro esiti verranno illustrate in una conferenza stampa che si terrà l’11 gennaio presso la saletta del primo piano della Fnsi, in Corso Vittorio Emanuele 249, alle 11.30. Parteciperanno gli avvocati Salvatore Fachile e Giulia Crescini dell’Asgi, estensori di alcuni dei ricorsi; Filippo Miraglia, vicepresidente Arci, Sara Prestianni, che ha fatto parte della delegazione andata a Khartoum e coordina il progetto Externalization policies watch.

      http://www.arci.it/blog/immigrazione/news/la-corte-europea-ammette-i-ricorsi-contro-lespulsione-collettiva-di-cittadini-s

    • La Corte Europea ammette i ricorsi contro l’espulsione collettiva dall’Italia di cinque cittadini del Sudan

      Nella conferenza stampa organizzata per giovedì 11 gennaio 2018 a Roma i rappresentati di Asgi e Arci illustreranno i particolari dei ricorsi presentati dai cittadini rimpatriati in Sudan dalle autorità italiane e presenteranno altre iniziative contro l’esternalizzazione delle frontiere e del diritto d’asilo.

      https://www.asgi.it/allontamento-espulsione/sudan-italia-rimpatri-cedu