Ricordare tutto. Cortometraggio sulla tragedia dei migranti morti nel Mediterraneo.
3.419 nel 2014, 3.771 nel 2015, 2.814 solo nel primo semestre del 2016*.
I migranti morti nel Mediterraneo sono in continuo aumento, ma la sequenza delle cifre rischia di far dimenticare che ogni volta si sta parlando di persone e non di numeri.
La tragedia del 3 ottobre 2013, avvenuta di fronte alle coste dell’isola di Lampedusa e in cui morirono oltre 500 persone, ha un assunto in questi anni un significato emblematico: certamente per le proporzioni della strage (“record numerico” che, purtroppo, è stato in seguito superato), ma anche perché in quel caso furono recuperati ben 366 corpi, a molti dei quali si è potuto dare un nome.
Una comprensione corretta di questo dramma epocale non può che partire da una “cura” della memoria individuale e collettiva, dove di volta in volta i numeri sono stati cancellati per rimuovere il problema (come se non ci fosse più “memoria disponibile” nel nostro hardware mentale) o piuttosto sono stati isolati dal loro contesto ed esasperati per alimentare le peggiori paure.
In entrambi i casi, sembra però non esserci alcuno spazio per l’umana pietà.
L’idea del film
Un uomo, camminando per l’isola di Lampedusa, recita i nomi delle vittime del 3 ottobre 2013. Si chiama Marco Pietrantuono ed è uno dei pochissimi italiani accertati come “ipertimesici” da un programma di ricerca dell’Università “La Sapienza” di Roma: si tratta di individui dotati di un’incredibile memoria autobiografica.
Se i nomi delle vittime sono pronunciati da chi, in qualche modo, non potrà cancellarne il ricordo, ecco che quelle persone saranno simbolicamente vive per sempre.
▻https://www.youtube.com/watch?v=x3QNYgwv5ag&feature=youtu.be
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