• Italy presents plan to accelerate expulsion of migrants

    Italy presented a scheme on Friday to accelerate the expulsion of migrants who have no right to stay in the country, cutting the time it takes to decide on whether an asylum seeker must return home.

    Immigration flows helped fuel the rise of Italy’s far-right League party, whose leader Matteo Salvini imposed a crackdown on arrivals while he was interior minister until August.

    Salvini closed Italy’s ports to migrant rescue ships, threatening the charities operating them with fines of up to 1 million euros ($1.10 million) if they tried to dock.

    After the League unexpectedly quit the government in a failed bid to trigger an early election, its former ally the 5-Star Movement formed a coalition with the center-left Democratic Party, ushering in a less aggressive approach to immigration.

    The new government has already agreed with four other EU states a scheme to distribute people saved in the Mediterranean, and it hopes its plan to send back those already in Italy will defuse accusations by Salvini that it is soft on immigration.

    “I do not believe that redistributing migrants to other European countries is the final solution”, 5-Star leader and Foreign Minister Luigi Di Maio told a news conference.

    Under the new decree, the time to examine asylum requests of migrants who come from a list of 13 “safe” European and African countries, including Tunisia and Albania, will be reduced from two years to four months.

    If the request is rejected, the expulsion procedure will be immediately triggered.

    “More than one third of those who arrived in Italy in 2019 comes from these countries,” Di Maio said.

    Fewer than 8,000 migrants came to Italy by sea in 2019, down 62% from 2018 and down 92% compared to 2017, official data show. However, expulsions fell far short of Salvini’s electoral promises.

    The League leader said he would repatriate 100,000 migrants in his first year in power, followed by another 400,000 during the rest of his five-year term in office, but Interior Minister Luciana Lamorgese told parliament this month that only 5,244 people had been repatriated this year up to Sept 22.

    Prime Minister Giuseppe Conte welcomed the new plan as “a great step forward” and said he was confident it would produce more rapid repatriations.

    “Italy has always been inefficient in this,” Conte said.

    https://www.reuters.com/article/us-europe-migrants-italy-expulsion/italy-presents-plan-to-accelerate-expulsion-of-migrants-idUSKBN1WJ1YH
    #Italie #expulsions #migrations #réfugiés #machine_à_expulser #sans-papiers #déboutés #renvois

    • Analyse de Matteo Villa sur twitter

      Oggi l’Italia ha varato una lista di 13 paesi considerati sicuri.

      Non significa che sarà più semplice rimpatriare, ma che aumenteranno ulteriormente gli stranieri irregolari presenti in Italia.

      Seguitemi, ve lo spiego.

      Cos’è successo.

      Con un decreto interministeriale è stata varata una lista di 13 paesi (NON “porti”, come è stato detto) considerati sicuri.

      L’azione è consentita dal #DecretoSicurezza (oggi legge), varato dal precedente Governo a ottobre dell’anno scorso.

      Quali sono i 13 paesi che sono stati designati come “sicuri”?

      Tutti quelli dei Balcani occidentali, l’Ucraina, e alcuni paesi dell’Africa settentrionale e subsahariana.

      Li trovate in arancione su questa mappa (il giallo ve lo spiego tra poco).

      Tra i paesi dell’Unione europea, altri 12 hanno una loro lista di “paesi sicuri”.
      Li trovate in blu scuro in questa carta.

      Oggi, il tredicesimo diventa l’Italia.

      Insomma, siamo in buona compagnia.

      Tornando alla carta del mondo, in arancione ho indicato i 13 paesi extra-europei designati come sicuri dall’Italia.

      In giallo, invece, trovate tutti i paesi designati come sicuri da almeno un altro paese UE, ma non da noi.

      Poteva andare molto peggio (Turchia, Nigeria, Etiopia).

      Cosa succede se designi un paese come sicuro?

      Chi chiede asilo in Italia possedendo la nazionalità di uno dei «paesi sicuri» avrà davanti a sé molti più ostacoli.

      Di fatto, aumenterà ulteriormente il tasso di diniego delle protezioni.

      La conseguenza? Aumentano gli irregolari.

      L’aumento degli irregolari sarà probabilmente piccolo rispetto all’effetto dell’abolizione della protezione umanitaria nel 2018.

      Ma andrà a complicare una situazione già molto precaria, anziché regolarizzare parte di chi oggi è qui e qui resterà.

      https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/i-nuovi-irregolari-italia-21812

      Sì, ma i rimpatri?

      Sul fronte dei rimpatri, designare un paese come sicuro non cambia nulla.

      Se un paese terzo già collaborava con noi (per es.,
      🇹🇳
      Tunisia), continuerà a farlo.

      Se un paese terzo non collaborava (per es.,
      🇬🇭
      Ghana), continuerà a non farlo.

      Del resto, se c’entrassero in qualche modo i rimpatri sorgerebbe spontanea una domanda: perché includere nella lista dei «sicuri» paesi che, in media, hanno già un tasso di rimpatrio superiore rispetto a quelli esclusi dalla lista?

      La realtà è una: convincere i paesi dell’Africa subsahariana a collaborare sui rimpatri è difficile.

      L’Italia ha tassi in linea con quelli di altri grandi paesi, come Francia e Germania, che hanno «leve» (legami post-coloniali, commercio, aiuti) ben maggiori delle nostre.

      CONCLUSIONE.

      La lista di «paesi sicuri»:

      ☑️
      è consentita da un decreto adottato dal precedente governo;
      ☑️
      aumenterà il numero degli stranieri irregolari presenti in Italia;
      ☑️
      non avrà alcun effetto sui rimpatri.

      https://twitter.com/emmevilla/status/1180135437358243840?s=19
      #cartographie #visualisation #pays_sûrs #clandestinisation #illégalisation #statistiques #chiffres #Matteo_Villa