#Indicibile, virtualmente non autorizzata
L’idea nasce dal connubio tra una serie fotografica che esiste eccome (ed è qui) e l’impossibilità attuale di esporre e creare eventi in presenza, a causa della pandemia e del conseguente DPCM del 4 novembre (nonché dalla mancanza cronica di fondi per la cultura!).
Il materiale originale consta di 58 immagini (INDICIBILE – Il coraggio di rompere il silenzio) + 1 (INDICIBILE II – Sulla bocca di tutti e tutte), prodotte nell’arco di un anno: i primi 12 esemplari, infatti, sono stati esposti in anteprima nel 2019 al Teatro Sociale di Como e al San Teodoro di Cantù.
Quindi il materiale c’è ma non lo si può esporre; e se anche fosse esposto nessuno e nessuna potrebbe vederlo…
Da sempre, per me, la destinazione naturale di #Indicibile sarebbe stata una esposizione di grandi dimensioni e diffusa, all’aperto, con le immagini stampate come poster e attaccate ai muri al posto delle pubblicità, a invadere lo spazio collettivo e imporsi allo sguardo anche distratto di chi passa, come a chiamarci in causa tutti/e e ciascuno/a. Inesorabilmente. (Alle Bonicalzi)
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