Sputa tre volte
Guido, Moreno detto “Grisù”, Katango e gli altri… un gruppo di ragazzi cresciuti insieme in una periferia che è quasi campagna. Frequentano con scarso profitto l’istituto tecnico industriale. Ma soprattutto le loro giornate sono fatte di bar e biliardo, scorribande in auto, notti a fumare in riva al fiume. Vicino, in un casolare diroccato, vive una famiglia di nomadi slavi. “Gli zingari, tutti ladri e senza Dio”, come dice con disprezzo la gente. Tra loro Loretta, ragazza selvatica che a loro sembra una bambina vecchia o una strega…
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On y parle notamment du camp de #Arbe, en Italie (il est évoqué autour de la page 260) :
Campo di concentramento di Arbe
Il campo di concentramento di Arbe fu creato dal comando della Seconda Armata italiana nel luglio del 1942 ad Arbe nel Carnaro ed ospitò complessivamente tra i 10.000 e 15.000 internati tra sloveni, croati ed ebrei diventando il più esteso e popolato campo di concentramento italiano per slavi[1][2] raggiungendo i 21.000 internati nel dicembre 1942[3]. Il campo si caratterizzò per la durezza del trattamento riservato agli internati di etnia slava[1], dei quali un gran numero perì di stenti e malattie. Per converso, oltre 3.500 ebrei fuggiti dagli ustascia croati e ivi internati dal Regio Esercito italiano evitarono grazie a questo la deportazione.[4][5][6].
▻https://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramento_di_Arbe