Relocation dei migranti un anno dopo, tra promesse e realtà
La risposta dell’Unione Europea alle centinaia di migliaia di persone arrivate e prossime ad arrivare nel continente è stato un piano di ricollocamento dei migranti nei vari paesi dell’Unione. Il programma, elaborato a partire dalla primavera del 2015 e approvato nel mese di settembre, prevedeva, un po’ troppo ottimisticamente alla luce della situazione odierna, la distribuzione tra i vari stati europei di un totale di 160.000 richiedenti asilo inizialmente collocati nei punti nevralgici di arrivo costituiti da Grecia e Italia, il tutto nell’arco di due anni. Secondo il piano, il numero di migranti che ogni Paese avrebbe dovuto accogliere sarebbe stato determinato dal Pil dello Stato in questione, dal suo tasso di disoccupazione, dalle richieste ricevute negli anni immediatamente precedenti e dalla popolazione, in modo tale da garantire una distribuzione oculata e compatibile con la composizione e con le possibilità di ogni singolo Stato.
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