Come funziona il #business del traffico di esseri umani in Libia
n questi giorni il governo italiano si sta impegnando molto sul fronte libico alla ricerca di una collaborazione con il governo Serraji, riconosciuto dall’occidente, per garantire il blocco delle partenze e affinché i migranti che riescono ad allontanarsi dalla costa vengano poi ripresi dalle forze governative. Il ministro della Difesa Pinotti si spinge addirittura a sollecitare una maggiore collaborazione nell’arresto dei migranti sulla rotta del Mediterraneo centrale auspicando una collaborazione ancora piu’ stretta tra l’Operazione Sophia di EUNAVFOR MED, la Marina italiana e la cd.Guardia costiera libica, dopo i corsi di istruzione che si sono tenuti a bordo di navi europee nei mesi scorsi. Il Commissario Europeo Avramopoulos plaude a tale iniziativa che viola palesemente anche la Convenzione di Ginevra che peraltro nessun governo libico ha mai fatto propria, quanto le istruzioni operative suggerite dall’European Union Agency For Fundamental Rights (FRA), per evitare la violazione del principio di non refoulement nel controllo delle frontiere esterne europee. Pubblichiamo con piacere questo articolo della nostra coraggiosa amica e giornalista Nancy Porsia, edito già su The Post internazionale, per fornire un contributo alla ricostruzione della realta’ dei fatti, in modo da potere valutare le scelte che il governo italiano di appresta ad adottare. Come al solito sulla pelle dei migranti intrappolati in Libia ed oggetto di scambio tra le bande di trafficanti e le guardie di frontiera libiche.
▻http://www.a-dif.org/2017/01/09/come-funziona-il-business-del-traffico-di-esseri-umani-in-libia
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