Rifugiati senza rifugio
Il 12 gennaio #Ali_Moussa è morto intossicato nel rogo generato da un corto circuito in un ex mobilificio occupato. Conoscevo Ali, era stato nel centro dove lavoro. È morto per salvare i documenti. Quelle carte che, se ottenute, valgono come oro, anche se nella realtà ti garantiscono solo il diritto di respirare e niente più. È rientrato nel rogo per cercarle e si è perso anche lui. Parlava male italiano Ali, a volte lo prendevo un po’ in giro e lui rideva col suo dentone d’oro retaggio di un mondo che non c’è più. Vissuto e cresciuto con la guerra, con cannonate, pallottole, ferite, malattie e roghi. Un rogo se l’è portato via. Nel gelo italiano di un capannone di Aiazzone, quello di «Provare per credere». Ali ci ha creduto e provato a modo suo. La Somalia prima e l’Europa poi lo hanno abbandonato.
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