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  • @cdb_77
    CDB_77 @cdb_77 12/10/2018
    @isskein

    NUOVO RAPPORTO “#FUORI_CAMPO”. Mappa di migranti e rifugiati esclusi dal sistema di accoglienza

    Bloccati alle frontiere, negli spazi aperti e negli edifici occupati delle città, nei ghetti delle aree rurali, senza accesso ai beni essenziali e alle cure mediche di base, spesso costretti a condizioni di vita durissime.

    ▻https://www.medicisenzafrontiere.it/news-e-storie/news/nuovo-rapporto-%C2%93fuori-campo%C2%94-mappa-di-migranti-e-rifu

    Pour télécharger le #rapport:

    https://i.imgur.com/xGVNQln.png https://i.imgur.com/qQne42Y.png

    ►https://fuoricampo.medicisenzafrontiere.it/Fuoricampo2018.pdf

    Quelques éléments du rapport:

    https://i.imgur.com/6ctdekQ.png

    #SPRAR #accueil #statistiques #chiffres
    https://i.imgur.com/Sb5GS6Y.png https://i.imgur.com/f4igeD0.png

    #mourir_aux_frontières #décès #morts

    https://i.imgur.com/PCvNfBo.png https://i.imgur.com/HboGUzu.png

    #cartographie #visualisation

    #campement #jungle #SDF #sans-abri #logement #hébergement #Italie #frontières #frontière_sud-alpine #Vintimille #Côme #soins #santé #accès_aux_soins #Brenner #Turin #Rome #Trentino #Pouilles #délit_de_solidarité #accueil #marginalité #marges #occupation #squat #destruction #évacuation #marginalisation

    ping @isskein

    CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 12/10/2018

      Nell’ex fabbrica di penicillina, un #ghetto di Roma

      Oggi viene presentata la seconda edizione di “Fuori campo”, il rapporto di Medici Senza Frontiere sulla marginalità, secondo il quale “sono almeno 10.000 le persone escluse dall’accoglienza, tra richiedenti e titolari di protezione internazionale e umanitaria, con limitato o nessun accesso ai beni essenziali e alle cure mediche”. Una cinquantina gli insediamenti mappati dall’organizzazione in tutta Italia, 3500 le persone che vivono in occupazioni, baracche e “ghetti” nella sola Roma. Open Migration è entrata dentro il “gran ghetto” della capitale: un’ex fabbrica di penicillina in cui le condizioni di vita sono estreme.

      Appena finisce di spaccare le cassette della frutta e il legname di recupero, Alecu Romel entra nella casa in cui vive con la moglie Maria. Nella stanza d’ingresso, una luce fioca illumina il fornello, collegato ad una bombola a gas. A destra, in un locale spoglio, la coppia tiene una bicicletta e dei passeggini, riadattati per raccogliere ferrivecchi e oggetti abbandonati per strada. Sulla sinistra, una porta rossa separa dalla zona notte: una camera con due letti, la televisione e stampe colorate appese alle pareti.

      “Viviamo in questo appartamento da cinque anni e cerchiamo di tenerlo sempre in ordine”, dice Maria. A cedere loro lo spazio, un altro cittadino della Romania, che dentro la Ex-Penicillina, una delle più grandi aree industriali dismesse di Roma, si era inventato un angolo di intimità arredando alcuni dei locali più piccoli, che un tempo erano probabilmente uffici. In cinque anni di vita fra i capannoni scrostati, Alecu e Maria hanno visto cambiare l’insediamento. “Prima eravamo più rumeni e ci sono state anche famiglie italiane”, continua la donna, “mentre adesso gli abitanti sono cresciuti, e quasi tutti sono africani”.

      Oggi, come allora, il sogno di ricongiungersi con i due figli, affidati ai nonni in Romania, appare lontano: “questo non è un posto per bambini, ci sono topi e sporcizia, non ci si sente sicuri, ma almeno quei pochi soldi che guadagnamo ci permettono di mantenerli a casa, di fargli fare una vita migliore della nostra”, conclude Maria, la voce rassegnata.
      Fra i capannoni del “grande ghetto”

      Sempre più sogni si infrangono dietro la facciata del complesso, che costeggia via Tiburtina, una delle arterie più trafficate della città. Qui i cantieri per il raddoppio della carreggiata vanno avanti da anni: “finite ‘sti lavori!! più che una consolare sembra una via Crucis” è l’urlo che i cittadini hanno affidato ai cartelli affissi sui muri. Siamo all’altezza della periferia operaia di San Basilio, oggi nota alle cronache anche come base per lo spaccio di stupefacenti.

      Rifugiati e richiedenti asilo, arrivati in Italia negli ultimi anni e usciti dal sistema d’accoglienza, hanno infatti trovato qui un riparo precario, aprendo un nuovo capitolo nella storia del complesso, un tempo orgoglio dell’industria italiana. Aperta come Leo – Industrie Chimiche Farmaceutiche Roma, la Ex-Penicillina è stata la prima fabbrica italiana a produrre antibiotici. Una storia complessa, intrecciata ai piani di investimento del secondo dopoguerra, supportati dagli Usa, e alle speculazioni edilizie che avrebbero cambiato il volto della capitale.

      All’inaugurazione dell’impianto, nel 1950, fu invitato lo stesso sir Alexander Fleming, scopritore della penicillina. Un graffito, nello scheletro esterno della struttura, lo ritrae pensieroso: “ti ricordi quando eravamo i più grandi?”, recita la scritta. Il quotidiano “L’Unità” aveva dedicato un paginone all’evento, col titolo “la più grande fabbrica di penicillina d’Europa inaugurata a Roma”. Dagli oltre 1300 operai degli anni Sessanta, si passò però presto a poche centinaia, fino all’abbandono totale dell’attività, alla fine degli anni Novanta. Un altro sogno, quello di una cordata di imprenditori, che volevano demolirla per fare spazio a un maxi-albergo di alta categoria, si infranse di fronte ai costi per lo smaltimento di rifiuti chimici e amianto, tuttora presenti nell’area.

      “Questo posto lo chiamano il grande ghetto”, ci dice Ahmad Al Rousan, coordinatore per Medici senza frontiere dell’intervento nei campi informali, mentre entriamo dentro uno degli stabilimenti con una torcia, perché qui manca tutto, anche l’elettricità. Camminiamo tra spazzatura, escrementi e resti della vecchia fabbrica: ampolle, fiale, scatole di medicinali su cui c’è ancora la bolla di accompagnamento. “C’è un posto qui vicino, il piccolo ghetto, qui ci sono circa 500 persone, lì 150”, aggiunge. “Non solo chiamano questi luoghi ghetti, ma chi ci vive si sente anche ghettizzato”.

      In questa area industriale abbandonata ci sono persone che arrivano da diverse parti del mondo: nord Africa, Sub Sahara, Pakistan, Afghanistan, Romania, e c’è anche un italiano. La maggior parte sono titolari di protezione internazionale, altri in attesa di essere ascoltati dalla commissione territoriale che dovrà decidere sulla richiesta d’asilo, altri ancora hanno il permesso di soggiorno scaduto. Tutti sono fuori dall’accoglienza per qualche motivo.
      Il rapporto di Medici Senza Frontiere

      Come denuncia “Fuori campo”, l’ultimo rapporto di Medici Senza Frontiere, in tutta Italia ci sono almeno 10 mila persone in questa condizione, alloggiate in insediamenti informali con limitato o nessun accesso ai beni essenziali e alle cure mediche. Nella capitale la maggior parte si concentra proprio qui, nella zona est, tra la Tiburtina e la Casilina, passando per Tor Cervara. Edifici abbandonati, ex fabbriche e capannoni, sono diventati la casa di centinaia tra migranti e rifugiati. Che ci vivono da invisibili in condizioni disumane, senza acqua, luce e gas, spesso a ridosso di discariche abusive.

      Da novembre 2017, l’Ong ha avviato un intervento con un’unità mobile composta da un medico, uno psicologo e un mediatore culturale, e da qualche settimana il camper è arrivato anche all’ex Leo. Quella di Msf è l’unica presenza esterna negli spazi dell’occupazione: gli operatori vengono qui una volta alla settimana, dal primo pomeriggio alla sera, per portare assistenza medica e psicologica agli abitanti. Un piccolo gazebo allestito nella parte esterna degli edifici fa da ambulatorio, la sala d’attesa è, invece, lo spazio antistante, un tavolino da campeggio, qualche sedia pieghevole e una lampada. Per chi abita qui questo momento è diventato un rito, c’è chi viene per la prima volta, chi torna per un controllo, chi viene solo per chiacchierare.

      Un ragazzo si avvicina con aria timida: “they rescued me”, ci dice, raccontando di aver riconosciuto il logo di Msf sul gazebo, lo stesso visto sulla pettorina delle persone che lo avevano soccorso nel mezzo del Mediterraneo, nel 2016. Ora, due anni dopo l’approdo in Italia, è sbarcato anche lui all’ex fabbrica della penicillina. Entra e inizia la sua prima visita: lamenta mal di testa frequenti. La dottoressa misura la pressione e compila una scheda.

      “I problemi di salute qui sono legati soprattutto alle condizioni di vita: non ci sono servizi igienici e c’è solo una presa d’acqua fredda, per centinaia di persone”, spiega Al Rousan. La patologia più comune, aggiunge “è quella respiratoria dovuta al freddo o all’aria che respirano; l’unico modo che hanno per scaldarsi è accendere il fuoco, con tutti i rischi connessi: qualche giorno fa abbiamo assistito una persona completamente ustionata, in modo grave. Ha aspettato il nostro arrivo, non ha voluto andare a farsi vedere in un ospedale”. Di incendi qui ce ne sono stati diversi, come rivelano i muri anneriti di interi spazi. L’ultimo, a fine gennaio 2018, ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco, dopo l’esplosione di una bombola del gas. Quando cala la sera, le luci dei fuochi accesi e le fiammelle delle candele spezzano il buio totale degli edifici.

      “Questo è un posto estremo, dove l’esclusione è totale”, sottolinea Al Rousan. Dopo aver subito vari traumi nel viaggio e poi in Libia, trovarsi in questa condizione significa vedere infranto il sogno di potersi integrare, di costruirsi una nuova vita. Lavoro da tanti anni in situazioni simili, ma non ho mai visto una cosa del genere. E non pensavo potesse esserci un posto così a Roma”.
      La normalità dell’esclusione

      La fabbrica è occupata da diversi anni, e come in tutti gli insediamenti informali, gli abitanti hanno ricostruito una parvenza di normalità. Lamin, che viene dal Gambia, gestisce un piccolo market all’ingresso di uno dei capannoni principali. I prodotti li acquista al mercato di piazza Vittorio, dove si trovano i cibi di tutto il mondo. Qui vende aranciata, farina, zucchero, fagioli, candele e i dadi marca Jumbo, indispensabili – ci dice – per preparare qualsiasi piatto africano.

      Ha poco più di vent’anni e prima di arrivare qui viveva a via Vannina, in un altro stabile occupato, poco lontano. Nel violento sgombero del giugno 2017, è volato giù dalle scale e ancora, dice, “ho dolori frequenti alle ossa”. La fabbrica è diventata la sua nuova casa.

      Victor, 23 anni, è arrivato invece all’ex Penicillina dopo un periodo trascorso in un centro di accoglienza a Lecce, mentre era in corso la sua domanda d’asilo. Ottenuto lo status di rifugiato ha deciso di spostarsi a Roma per cercare lavoro, ma non parla neanche una parola di italiano. Il suo sogno è fare il giornalista. Nel suo paese, la Nigeria, ha studiato Comunicazione: “sono grato al governo italiano per quanto ha fatto per me”, dice, “ma non pensavo che una volta arrivato in Italia mi sarei trovato in questa situazione: quando sono arrivato a Roma ho vissuto un periodo alla stazione Termini. Faceva freddo e la temperatura di notte arrivava quasi allo zero. Un connazionale mi ha parlato di questo posto, mi ha detto che qui almeno potevo farmi una doccia. Invece, una volta arrivato ho scoperto che c’era solo una fontanella per l’acqua”. Come tutti, spera di andarsene presto. “Questo luogo cambia le persone, rallenta ogni aspirazione e io, invece, il mio sogno lo vorrei realizzare”, ci dice con uno sguardo vivace.

      Nel reticolo di capannoni, corridoi e cortili, ci sono altri piccoli bar e negozi: l’ultimo è stato aperto pochi giorni fa. Sulla facciata troneggia la bandiera giallorossa della squadra di calcio della Roma. Raffigura la lupa capitolina che allatta Romolo e Remo: qui è quasi un paradosso, quell’immagine simbolo di mamma Roma, patria dell’accoglienza.

      http://openmigration.org/wp-content/uploads/2018/02/Davanti-al-bar-di-Lamin-in-uno-degli-edifici-della-Ex-Penicillina-1024x683.jpg http://openmigration.org/wp-content/uploads/2018/02/Maria-e-Alecu-nella-loro-stanza-2-1024x683.jpg

      ►http://openmigration.org/analisi/nellex-fabbrica-di-penicillina-il-grande-ghetto-di-roma
      #Rome

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      CDB_77 @cdb_77 12/10/2018

      MSF dénonce les conditions de vie abjectes des requérants d’asile et des réfugiés en Italie

      Dans un nouveau rapport très documenté, MSF dénonce les conditions de vie sordides de milliers de migrants vulnérables en Italie.

      ▻https://blogs.letemps.ch/jasmine-caye/2018/02/11/msf-denonce-les-conditions-de-vie-abjectes-des-requerants-dasile-et-de

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      CDB_77 @cdb_77 12/10/2018

      Il sistema di accoglienza italiano verso il default organizzativo e morale

      Sono pubblicate da tempo le relazioni della Commissione di inchiesta della Camera dei deputati sui Centri per stranieri. Relazioni che censuravano l’utilizzo degli Hotspot come strutture detentive e chiedevano la chiusura del mega CARA di Mineo. Ma il governo e le prefetture non hanno svolto quel lavoro di pulizia con la estromissione del marcio che risultava largamente diffuso da nord e sud. Una operazione che sarebbe stata doverosa per difendere i tanti operatori e gestori dell’accoglienza che fanno il proprio dovere e che avrebbe permesso di rintuzzare uno degli argomenti elettorali più in voga nella propaganda politica delle destre, appunto gli sprechi e gli abusi verificati da tutti ormai all’interno dei centri di accoglienza, soprattutto in quelli appaltati direttamente dalle prefetture, i Centri di accoglienza straordinaria (CAS), la parte più consistente del sistema di accoglienza italiano.

      ▻https://www.a-dif.org/2018/02/27/il-sistema-di-accoglienza-italiano-verso-il-default-organizzativo-e-morale

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      CDB_77 @cdb_77 12/10/2018

      Ventimiglia. Prima della neve. Un report del gruppo di medici volontari del 27 febbraio scorso tratto dal blog Parole sul Confine

      Sabato 27 febbraio è stata una giornata di lavoro intenso sotto al ponte di via Tenda.

      Avremmo fatto almeno 40 visite.

      Rispetto alla scorsa estate ci sono più persone che vivono sotto al ponte del cavalcavia lungo al fiume, con un numero senza precedenti di donne e bambini anche molto piccoli.

      L’insediamento sembra sempre più stabile, con baracche costruite con pezzi di legno e teli di plastica. Le persone che vivono lì sono prevalentemente eritree e sudanesi. Al momento, tutte le donne sole e le madri sono eritree.

      Le persone che abbiamo visitato erano giovanissime. Tantissime affette da scabbia. Spesso con sovra-infezioni molto importanti. Grazie alla nostra disponibilità di farmaci e grazie alle scorte di indumenti stivati presso l’infopoint Eufemia abbiamo potuto somministrare il trattamento anti scabbia a molte persone, dopo esserci assicurati che avessero compreso come eseguire correttamente tutta la procedura.

      ▻http://www.meltingpot.org/local/cache-vignettes/L440xH294/parole-sul-confine-tende-ponte-roia-3ad5b.png?1520066845
      ▻http://www.meltingpot.org/Ventimiglia-Prima-della-neve.html
      #froid #hiver

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      CDB_77 @cdb_77 12/10/2018

      Purgatory on the Riviera

      Ventimiglia is idyllic. It sits just across the Italian border from the French Riviera. The piercingly blue waters of the Mediterranean churn against its rocky beaches, and its buildings, painted in earthy pastels, back up against the foothills of the Alps. On Fridays, the normally quiet streets are bustling with French tourists who cross the border by car, train, and bicycle to shop in its famous markets where artisans and farmers sell clothes, leather items, fresh produce, truffles, cheeses and decadent pastries. Families with young children and elderly couples stroll along the streets and sit at sidewalk cafes or eat in one of the many restaurants along the shore.

      https://assets.irinnews.org/s3fs-public/styles/responsive_large/public/asylum_seeker_and_volunteer_2_smaller.jpg?27wu0IiWaZMRIOvw..ktKXV4g7EqIerj&itok=1npEcTPh#.jpg

      ►https://www.irinnews.org/special-report/2017/12/04/purgatory-riviera

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      CDB_77 @cdb_77 15/11/2018

      Ex Penicillina. Dall’evacuazione alla bonifica: 4 mosse per uscire dal ghetto

      La proposta degli abitanti per evitare lo sgombero coatto, più volte annunciato dal ministro Salvini. All’interno circa 200 persone, tra cui alcuni italiani. “Va data a tutti un’alternativa e la fabbrica bonificata e riconsegnata alla città”

      http://cds.redattoresociale.it/File/Foto/626008#.jpg

      ▻http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/606113/Ex-Penicillina-Dall-evacuazione-alla-bonifica-4-mosse-per-uscire-da

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      CDB_77 @cdb_77 11/12/2018

      Nell’ex fabbrica di penicillina, un ghetto di Roma

      Oggi viene presentata la seconda edizione di “Fuori campo”, il rapporto di Medici Senza Frontiere sulla marginalità, secondo il quale “sono almeno 10.000 le persone escluse dall’accoglienza, tra richiedenti e titolari di protezione internazionale e umanitaria, con limitato o nessun accesso ai beni essenziali e alle cure mediche”. Una cinquantina gli insediamenti mappati dall’organizzazione in tutta Italia, 3500 le persone che vivono in occupazioni, baracche e “ghetti” nella sola Roma. Open Migration è entrata dentro il “gran ghetto” della capitale: un’ex fabbrica di penicillina in cui le condizioni di vita sono estreme.

      Appena finisce di spaccare le cassette della frutta e il legname di recupero, Alecu Romel entra nella casa in cui vive con la moglie Maria. Nella stanza d’ingresso, una luce fioca illumina il fornello, collegato ad una bombola a gas. A destra, in un locale spoglio, la coppia tiene una bicicletta e dei passeggini, riadattati per raccogliere ferrivecchi e oggetti abbandonati per strada. Sulla sinistra, una porta rossa separa dalla zona notte: una camera con due letti, la televisione e stampe colorate appese alle pareti.

      “Viviamo in questo appartamento da cinque anni e cerchiamo di tenerlo sempre in ordine”, dice Maria. A cedere loro lo spazio, un altro cittadino della Romania, che dentro la Ex-Penicillina, una delle più grandi aree industriali dismesse di Roma, si era inventato un angolo di intimità arredando alcuni dei locali più piccoli, che un tempo erano probabilmente uffici. In cinque anni di vita fra i capannoni scrostati, Alecu e Maria hanno visto cambiare l’insediamento. “Prima eravamo più rumeni e ci sono state anche famiglie italiane”, continua la donna, “mentre adesso gli abitanti sono cresciuti, e quasi tutti sono africani”.

      Oggi, come allora, il sogno di ricongiungersi con i due figli, affidati ai nonni in Romania, appare lontano: “questo non è un posto per bambini, ci sono topi e sporcizia, non ci si sente sicuri, ma almeno quei pochi soldi che guadagnamo ci permettono di mantenerli a casa, di fargli fare una vita migliore della nostra”, conclude Maria, la voce rassegnata.
      Fra i capannoni del “grande ghetto”

      Sempre più sogni si infrangono dietro la facciata del complesso, che costeggia via Tiburtina, una delle arterie più trafficate della città. Qui i cantieri per il raddoppio della carreggiata vanno avanti da anni: “finite ‘sti lavori!! più che una consolare sembra una via Crucis” è l’urlo che i cittadini hanno affidato ai cartelli affissi sui muri. Siamo all’altezza della periferia operaia di San Basilio, oggi nota alle cronache anche come base per lo spaccio di stupefacenti.

      https://openmigration.org/wp-content/uploads/2018/02/Maria-e-Alecu-nella-loro-stanza-2-1024x683.jpg

      Rifugiati e richiedenti asilo, arrivati in Italia negli ultimi anni e usciti dal sistema d’accoglienza, hanno infatti trovato qui un riparo precario, aprendo un nuovo capitolo nella storia del complesso, un tempo orgoglio dell’industria italiana. Aperta come Leo – Industrie Chimiche Farmaceutiche Roma, la Ex-Penicillina è stata la prima fabbrica italiana a produrre antibiotici. Una storia complessa, intrecciata ai piani di investimento del secondo dopoguerra, supportati dagli Usa, e alle speculazioni edilizie che avrebbero cambiato il volto della capitale.

      All’inaugurazione dell’impianto, nel 1950, fu invitato lo stesso sir Alexander Fleming, scopritore della penicillina. Un graffito, nello scheletro esterno della struttura, lo ritrae pensieroso: “ti ricordi quando eravamo i più grandi?”, recita la scritta. Il quotidiano “L’Unità” aveva dedicato un paginone all’evento, col titolo “la più grande fabbrica di penicillina d’Europa inaugurata a Roma”. Dagli oltre 1300 operai degli anni Sessanta, si passò però presto a poche centinaia, fino all’abbandono totale dell’attività, alla fine degli anni Novanta. Un altro sogno, quello di una cordata di imprenditori, che volevano demolirla per fare spazio a un maxi-albergo di alta categoria, si infranse di fronte ai costi per lo smaltimento di rifiuti chimici e amianto, tuttora presenti nell’area.

      “Questo posto lo chiamano il grande ghetto”, ci dice Ahmad Al Rousan, coordinatore per Medici senza frontiere dell’intervento nei campi informali, mentre entriamo dentro uno degli stabilimenti con una torcia, perché qui manca tutto, anche l’elettricità. Camminiamo tra spazzatura, escrementi e resti della vecchia fabbrica: ampolle, fiale, scatole di medicinali su cui c’è ancora la bolla di accompagnamento. “C’è un posto qui vicino, il piccolo ghetto, qui ci sono circa 500 persone, lì 150”, aggiunge. “Non solo chiamano questi luoghi ghetti, ma chi ci vive si sente anche ghettizzato”.

      https://openmigration.org/wp-content/uploads/2018/02/Il-bar-di-Ibrahima-in-uno-dei-capannoni-3-1024x722.jpg

      In questa area industriale abbandonata ci sono persone che arrivano da diverse parti del mondo: nord Africa, Sub Sahara, Pakistan, Afghanistan, Romania, e c’è anche un italiano. La maggior parte sono titolari di protezione internazionale, altri in attesa di essere ascoltati dalla commissione territoriale che dovrà decidere sulla richiesta d’asilo, altri ancora hanno il permesso di soggiorno scaduto. Tutti sono fuori dall’accoglienza per qualche motivo.
      Il rapporto di Medici Senza Frontiere

      Come denuncia “Fuori campo”, l’ultimo rapporto di Medici Senza Frontiere, in tutta Italia ci sono almeno 10 mila persone in questa condizione, alloggiate in insediamenti informali con limitato o nessun accesso ai beni essenziali e alle cure mediche. Nella capitale la maggior parte si concentra proprio qui, nella zona est, tra la Tiburtina e la Casilina, passando per Tor Cervara. Edifici abbandonati, ex fabbriche e capannoni, sono diventati la casa di centinaia tra migranti e rifugiati. Che ci vivono da invisibili in condizioni disumane, senza acqua, luce e gas, spesso a ridosso di discariche abusive.

      Da novembre 2017, l’Ong ha avviato un intervento con un’unità mobile composta da un medico, uno psicologo e un mediatore culturale, e da qualche settimana il camper è arrivato anche all’ex Leo. Quella di Msf è l’unica presenza esterna negli spazi dell’occupazione: gli operatori vengono qui una volta alla settimana, dal primo pomeriggio alla sera, per portare assistenza medica e psicologica agli abitanti. Un piccolo gazebo allestito nella parte esterna degli edifici fa da ambulatorio, la sala d’attesa è, invece, lo spazio antistante, un tavolino da campeggio, qualche sedia pieghevole e una lampada. Per chi abita qui questo momento è diventato un rito, c’è chi viene per la prima volta, chi torna per un controllo, chi viene solo per chiacchierare.

      Un ragazzo si avvicina con aria timida: “they rescued me”, ci dice, raccontando di aver riconosciuto il logo di Msf sul gazebo, lo stesso visto sulla pettorina delle persone che lo avevano soccorso nel mezzo del Mediterraneo, nel 2016. Ora, due anni dopo l’approdo in Italia, è sbarcato anche lui all’ex fabbrica della penicillina. Entra e inizia la sua prima visita: lamenta mal di testa frequenti. La dottoressa misura la pressione e compila una scheda.

      https://openmigration.org/wp-content/uploads/2018/02/Davanti-al-bar-di-Lamin-in-uno-degli-edifici-della-Ex-Penicillina-1024x683.jpg

      “I problemi di salute qui sono legati soprattutto alle condizioni di vita: non ci sono servizi igienici e c’è solo una presa d’acqua fredda, per centinaia di persone”, spiega Al Rousan. La patologia più comune, aggiunge “è quella respiratoria dovuta al freddo o all’aria che respirano; l’unico modo che hanno per scaldarsi è accendere il fuoco, con tutti i rischi connessi: qualche giorno fa abbiamo assistito una persona completamente ustionata, in modo grave. Ha aspettato il nostro arrivo, non ha voluto andare a farsi vedere in un ospedale”. Di incendi qui ce ne sono stati diversi, come rivelano i muri anneriti di interi spazi. L’ultimo, a fine gennaio 2018, ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco, dopo l’esplosione di una bombola del gas. Quando cala la sera, le luci dei fuochi accesi e le fiammelle delle candele spezzano il buio totale degli edifici.

      “Questo è un posto estremo, dove l’esclusione è totale”, sottolinea Al Rousan. Dopo aver subito vari traumi nel viaggio e poi in Libia, trovarsi in questa condizione significa vedere infranto il sogno di potersi integrare, di costruirsi una nuova vita. Lavoro da tanti anni in situazioni simili, ma non ho mai visto una cosa del genere. E non pensavo potesse esserci un posto così a Roma”.
      La normalità dell’esclusione

      La fabbrica è occupata da diversi anni, e come in tutti gli insediamenti informali, gli abitanti hanno ricostruito una parvenza di normalità. Lamin, che viene dal Gambia, gestisce un piccolo market all’ingresso di uno dei capannoni principali. I prodotti li acquista al mercato di piazza Vittorio, dove si trovano i cibi di tutto il mondo. Qui vende aranciata, farina, zucchero, fagioli, candele e i dadi marca Jumbo, indispensabili – ci dice – per preparare qualsiasi piatto africano.

      Ha poco più di vent’anni e prima di arrivare qui viveva a via Vannina, in un altro stabile occupato, poco lontano. Nel violento sgombero del giugno 2017, è volato giù dalle scale e ancora, dice, “ho dolori frequenti alle ossa”. La fabbrica è diventata la sua nuova casa.

      https://openmigration.org/wp-content/uploads/2018/02/La-Ex-Penicillina-da-via-Tiburtina-2-1024x718.jpg

      Victor, 23 anni, è arrivato invece all’ex Penicillina dopo un periodo trascorso in un centro di accoglienza a Lecce, mentre era in corso la sua domanda d’asilo. Ottenuto lo status di rifugiato ha deciso di spostarsi a Roma per cercare lavoro, ma non parla neanche una parola di italiano. Il suo sogno è fare il giornalista. Nel suo paese, la Nigeria, ha studiato Comunicazione: “sono grato al governo italiano per quanto ha fatto per me”, dice, “ma non pensavo che una volta arrivato in Italia mi sarei trovato in questa situazione: quando sono arrivato a Roma ho vissuto un periodo alla stazione Termini. Faceva freddo e la temperatura di notte arrivava quasi allo zero. Un connazionale mi ha parlato di questo posto, mi ha detto che qui almeno potevo farmi una doccia. Invece, una volta arrivato ho scoperto che c’era solo una fontanella per l’acqua”. Come tutti, spera di andarsene presto. “Questo luogo cambia le persone, rallenta ogni aspirazione e io, invece, il mio sogno lo vorrei realizzare”, ci dice con uno sguardo vivace.

      Nel reticolo di capannoni, corridoi e cortili, ci sono altri piccoli bar e negozi: l’ultimo è stato aperto pochi giorni fa. Sulla facciata troneggia la bandiera giallorossa della squadra di calcio della Roma. Raffigura la lupa capitolina che allatta Romolo e Remo: qui è quasi un paradosso, quell’immagine simbolo di mamma Roma, patria dell’accoglienza.

      ►https://openmigration.org/analisi/nellex-fabbrica-di-penicillina-il-grande-ghetto-di-roma

      CDB_77 @cdb_77
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  • @cdb_77
    CDB_77 @cdb_77 30/12/2017
    @odilon

    New e-book released: IRIN’s reporting on climate change and food security

    Over the last two decades, 200 million people across the world have been lifted out of hunger. But as climate change brings more frequent and severe weather shocks such as droughts and floods, and makes rainfall patterns less predictable, these gains are under threat.

    https://assets.irinnews.org/styles/responsive_large/s3/maize_oxfam.jpg?pMUUZZZxX.FFgGgAjW327uagzVg7c5.e&itok=k1LrEWdq#.jpg

    ▻https://www.irinnews.org/special-report/2017/12/29/new-e-book-released-irin-s-reporting-climate-change-and-food-security
    #sécurité_alimentaire #climat #changement_climatique #livre #agriculture #Afrique #sécheresse #famine #eau

    Le livre peut-être télécharger ici:
    ▻https://assets.irinnews.org/s3fs-public/unjust_burden.pdf?DJNYQw3b4pNQFLbJ603ILDnJSgKLdrYX
    cc @odilon

    CDB_77 @cdb_77
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  • @cdb_77
    CDB_77 @cdb_77 23/08/2017
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    @02myseenthis01
    1

    Roma. Le notti in strada dei profughi (in regola) sgomberati. «Dove andremo?» (VIDEO)

    L’operazione di sgombero compiuta senza predisporre ricoveri alternativi. Molti bambini e diversi anziani invalidi. Sono tutte persone accolte in Italia come rifugiati e con i documenti

    https://www.avvenire.it/c//2017/PublishingImages/060a456e7a2c4bd3b1e84a4e38fd305d/s1.jpg?width=620#.jpg

    ▻https://www.avvenire.it/attualita/pagine/roma-le-notti-in-strada-dei-profughi-le-ong-a-comune-e-governo-serve-soluzi
    #logement #hébergement #asile #migrations #réfugiés #SDF #sans-abri #Rome #vidéo #clochardisation #expulsion

    Lien vers la vidéo:
    ▻https://www.youtube.com/watch?v=3_uudBfC8Zo

    CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 25/08/2017

      Sgombero Roma. La donna ferita: «Violenza gratuita su persone indifese»

      Dall’ospedale parla Gemma Vecchio. “Ho visto il getto d’acqua, poi più niente. Non so perché abbiano azionato l’idrante, in piazza erano rimaste solo le donne”. Ha il naso rotto e diversi dolori. “Quello che è successo ieri, non deve succedere mai più”

      http://cds.redattoresociale.it/File/Foto/592992#.jpg

      ▻http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/544258/Sgombero-Roma-La-donna-ferita-Violenza-gratuita-su-persone-indifese
      #violence #violences_policières

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 28/08/2017

      Italian PM holds talks on migration after mass protest over Rome eviction

      Prime minister to meet European and African leaders as clashes expose growing hostility towards new arrivals in Italy

      https://i.guim.co.uk/img/media/498978c70adbc2eafc32ce5bc99ee00e10ff7ea5/0_203_3072_1844/master/3072.jpg?w=620&q=20&auto=format&usm=12&fit=max&dpr=2&s=58ba54f5ed6d8087e5190e6aee463cb0#.jpg

      ▻https://www.theguardian.com/world/2017/aug/28/italian-pm-holds-talks-on-migration-after-mass-protest-over-rome-evicti

      #évacuation

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 31/08/2017

      Violent evictions of refugees in Rome reveal inhumanity of modern democracy

      “If they throw something, break their arm,” a police officer was overhead on video saying to anti-riot police on August 24 who were running after refugees and migrants near Rome’s central train station. The migrants were gathering there after police violently removed a group who had been occupying the city’s Piazza Indipendenza. Five days earlier, when around 800 Eritrean and Ethiopian migrants and refugees were forcibly evicted from a nearby squat on via Curtatone, some emptied out into the piazza with all their belongings and occupied it.

      https://cdn.theconversation.com/files/183749/width926/file-20170829-10421-1gvyupu.jpg

      ▻https://theconversation.com/violent-evictions-of-refugees-in-rome-reveal-inhumanity-of-modern-d

      Avec cette vidéo:
      ▻https://www.youtube.com/watch?v=8TJB0V2na50

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 1/09/2017

      Migranti. Roma specchio di un’Italia che si scopre sempre più insofferente. E intollerante

      “Non creiamo opposte fazioni”, dice il responsabile della Croce Rossa del centro di accoglienza al Tiburtino III a Roma dopo la rissa tra un immigrato eritreo e una donna del quartiere che rischia di sfociare in un accoltellamento. E la Capitale d’Italia diventa specchio di un paese che si scopre sempre più insofferente verso chiunque abbia un colore di pelle diverso dal bianco.

      ▻https://www.articolo21.org/2017/08/migranti-roma-specchio-di-unitalia-che-si-scopre-sempre-piu-insofferente

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 1/09/2017

      Storie di sgomberi e colonialismo in #piazza_Indipendenza a Roma

      Quindi, nonostante le brutture del colonialismo, l’Italia e il Corno d’Africa rimasero in qualche modo in una relazione ambigua. Perché anche se il colonialismo era finito, non era terminato il modo coloniale di relazionarsi. Gli italiani in quei paesi (ci andavano per lavoro) facevano sempre i padroni, insidiavano sempre le donne – “le #belle_abbissine”, “le #faccette_nere” – e andavano a caccia, fingendosi un po’ dei vecchi coloni. Dall’altro lato somali ed eritrei (e in misura molto minore gli etiopici) sognavano quell’Italia di cui conoscevano a memoria tutte le canzoni.

      https://media.internazionale.it/images/2017/08/29/139071-md.jpg

      ►https://www.internazionale.it/opinione/igiaba-scego/2017/08/31/piazza-indipendenza-sgombero-colonialismo

      #histoire #colonialisme #Corne_d'Afrique #colonisation #Italie #Ethiopie #Erythrée #Somalie #Ahmed_Ali_Giama #Giacomo_Valent #racisme #xénophobie

      Dans cet article on parle du livre
      Il latte è buono

      http://www.cosmoiannone.it/wp-content/uploads/2016/11/il-latte-e-buono-ianonne-editore.jpg

      ▻http://www.cosmoiannone.it/prodotto/il-latte-e-buono

      On parle aussi de #mémoire et de #toponymie :

      #Piazza_dei_Cinquecento, la piazza della stazione, è dedicata ai caduti italiani della battaglia di #Dogali, una delle più grandi sconfitte militari che l’Italia abbia subìto in Africa insieme alla battaglia di Adua. Una sconfitta militare che costò caro all’Italia in termini di caduti e di consenso nel paese. Su Dogali gli italiani si divisero e molti si chiesero come mai proprio loro che si erano liberati da poco dal giogo coloniale austriaco ora volevano far subire la stessa sorte a degli africani che nemmeno conoscevano e con cui non c’era nessuna inimicizia.

      http://i.imgur.com/rRluEJg.png

      #stele_di_Dogali #toponymie_politique

      A mettre en lien avec le #film passé sur arte :
      #Colonies_fascistes :
      ►https://www.arte.tv/fr/videos/057865-000-A/colonies-fascistes
      ▻http://seen.li/dewu

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 1/09/2017

      Le speculazioni immobiliari di #Idea-Fimit dietro allo sgombero e alle violenze di piazza Indipendenza

      Una delle più importanti Sgr (società di gestione del risparmio) immobiliari italiane che vuole cacciare centinaia di richiedenti asilo da uno stabile di sua proprietà nel centro di Roma; una Sgr (la stessa) che vuole accogliere quanti più migranti possibile in un complesso di sua proprietà fuori Roma; una società di gestione immobiliare che affitta un palazzo occupato da anni.

      ▻https://it.businessinsider.com/le-speculazioni-immobiliari-di-idea-fimit-dietro-allo-sgombero-e
      #spéculation #spéculation_immobilière

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 3/09/2017

      Che fine hanno fatto i rifugiati di piazza Indipendenza?

      Si appoggia a una stampella per camminare, zoppica ma non ha perso la sua determinazione. Quando Gemma Vecchio – sessant’anni, occhi verdi e foulard colorato intorno alla testa – arriva davanti a palazzo Valentini, sede della prefettura di Roma, un gruppo di ragazzi eritrei le corre incontro. “Come stai Mamma Africa?”, “Grazie Mamma Africa”, le dicono.

      https://media.internazionale.it/images/2017/08/29/139083-md.jpg

      ▻https://www.internazionale.it/bloc-notes/annalisa-camilli/2017/08/30/rifugiati-piazza-indipendenza-presidio

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 4/09/2017

      Asyl und obdachlos in Rom

      Italien bietet Geflüchteten nicht automatisch Wohnraum. Die Räumung eines Gebäudes entzweit die Gesellschaft und politische Institutionen.

      https://www.taz.de/picture/2235820/624/18981777.jpeg

      ▻https://www.taz.de/!5441085

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 6/09/2017

      In Rome, Violent Eviction of Migrants ‘Touched a Nerve’

      ROME — The gardens by #Piazza_Venezia in the middle of Rome are normally used as a rest stop by tired tourists. In recent weeks, they have instead become home to weary asylum seekers, evicted from a building in Rome that they had illegally occupied for years.

      https://static01.nyt.com/images/2017/09/05/world/05migrants/05migrants4-master768.jpg

      ▻https://www.nytimes.com/2017/09/04/world/europe/italy-rome-migrants-eviction.html?module=WatchingPortal&region=c-column-middle-span-region&pgType=Homepage&action=click&mediaId=thumb_square&state=standard&contentPlacement=4&version=internal&contentCollection=www.nytimes.com&contentId=https://www.nytimes.com/2017/09/04/world/europe/italy-rome-migrants-eviction.html&eventName=Watching-article-click

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 7/09/2017

      Roma: unica capitale in Europa senza piano accoglienza

      Roma continua ad essere l’unica capitale europea a non avere un piano di accoglienza ufficiale per i migranti. Dalla spianata dove Baobab Experience da una parte subisce continui sgomberi e dall’altra fa da punto di riferimento alla Sala operativa del Comune, fino al centro di Intersos per i minori soli; dal centro della Croce Rossa la cui convenzione col Comune scade ogni sei mesi, fino alla scoperta delle centinaia di persone che vivevano abbandonate in via Vannina; e dai falsi allarmi ai numeri reali degli arrivi, fino ai tentativi abortiti di allestire un hub ufficiale, alle risposte di Ferrovie dello Stato e al silenzio del Comune - Eleonora Camilli ha mappato per noi la situazione di Roma Capitale.

      http://openmigration.org/wp-content/uploads/2017/08/PST8018-1024x683.jpg http://openmigration.org/wp-content/uploads/2017/08/PST8077-1024x683.jpg

      ►http://openmigration.org/analisi/roma-unica-capitale-in-europa-senza-piano-accoglienza

      Ce texte a été traduit en anglais, ici:
      Where is my home? A journey through refugees housing occupations in Rome
      ▻http://openmigration.org/en/analyses/where-is-my-home-a-journey-through-refugees-housing-occupations-in-ro

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 30/09/2017

      Aurora Massa : HOMEMAKING OF ERITREANS AND ETHIOPIANS AFTER EVICTION IN ROME

      SPATIAL COMPRESSION AND SPATIAL DISPERSION : THE HOMEMAKING OF ERITREANS AND ETHIOPIANS AFTER THE AUGUST EVICTION IN ROME

      https://erchoming.files.wordpress.com/2017/09/am02.jpg

      ▻http://homing.soc.unitn.it/2017/09/29/aurora-massa-homemaking-of-eritreans-and-ethiopians-after-eviction-

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 13/11/2017

      No home for refugees in Rome

      The doors of the hulking building on the corner of Via Curtatone and Piazza Indipendenza are now shut; the handles lashed together with heavy chains and secured by padlocks. At the front entrance, a brief walk from Rome’s main train station, three plain-clothed security officers stand guard at metal barricades and follow the movement of passersby from behind dark sunglasses. Without speaking a word, their message is clear: This building is off limits.

      https://assets.irinnews.org/s3fs-public/styles/responsive_large/public/piazza_indipendenza_1.jpg?wHC9pY0sors6evbvjpTjCbm34LEl5uzx&itok=nNhgVK1H#.jpg

      ▻https://www.irinnews.org/special-report/2017/11/10/no-home-refugees-rome

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 19/12/2017

      There is no home – tales from the refugees who used to live on #Via_Curtatone

      The evacuated building on Via Curtatone in Rome is now protected by a barbed wire fence. The homeless refugees are scattered throughout the city, having left behind many of their possessions. Eleonora Camilli has been with them since day one, through multiple evictions and sit-ins, and has gathered oral testimonies from Mediha, Aster, and Biniam.

      ▻http://openmigration.org/en/analyses/there-is-no-home-tales-from-the-refugees-who-used-to-live-on-via-curtatone/?platform=hootsuite
      #évacuation

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 27/03/2018

      Sgombero #Curtatone, scade l’ospitalità nei centri. «Persone di nuovo in strada»

      Finiscono i sei mesi di accoglienza temporanea nei centri del Comune di Roma per gli sgomberati di #via_Curtatone. “Non sappiamo dove andare” spiegano i rifugiati. Le associazioni: “Scandaloso, in quei giorni si parlò di un percorso di accoglienza, ora si svela che non c’era niente”

      ▻http://www.agenzia.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/571053/Sgombero-Curtatone-scade-l-ospitalita-nei-centri-Persone-di

      CDB_77 @cdb_77
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  • @vivre
    Vivre_Ensemble @vivre 14/08/2017
    2
    @cdb_77
    @02myseenthis01
    2

    Médecins Sans Frontières | L’ultime frontière
    ▻https://asile.ch/2017/08/14/medecins-frontieres-lultime-frontiere

    https://asile.ch/wp/wp-content/uploads/2017/08/MSF_UltimeFrontiere.png

    VINTIMILLE, Italie – Depuis un mois, Djibril est contraint de dormir sous un pont de Vintimille, petite ville du nord de l’Italie, sans pouvoir traverser la frontière et rejoindre la France. Comme des milliers d’autres migrants, il a risqué sa vie en mer Méditerranée et se retrouve maintenant bloqué en Italie, où il lutte, presque […]

    Vivre_Ensemble @vivre
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 14/08/2017

      #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #frontières #Italie #France #frontière_sud-alpine

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 6/12/2017

      Purgatory on the Riviera

      Ventimiglia is idyllic. It sits just across the Italian border from the French Riviera. The piercingly blue waters of the Mediterranean churn against its rocky beaches, and its buildings, painted in earthy pastels, back up against the foothills of the Alps. On Fridays, the normally quiet streets are bustling with French tourists who cross the border by car, train, and bicycle to shop in its famous markets where artisans and farmers sell clothes, leather items, fresh produce, truffles, cheeses and decadent pastries. Families with young children and elderly couples stroll along the streets and sit at sidewalk cafes or eat in one of the many restaurants along the shore.

      ►http://www.irinnews.org/special-report/2017/12/04/purgatory-riviera

      CDB_77 @cdb_77
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  • @cdb_77
    CDB_77 @cdb_77 13/03/2017

    Failed policies in Haiti fuel a post-hurricane food crisis

    The church’s roof peeled off an hour before dawn, killing three of the villagers sheltering under it and forcing the rest into a flooded field where they sat hand-in-hand waiting for the hurricane to pass. The next morning, they took stock. Most people had lost their homes, livestock and all their crops.

    https://pbs.twimg.com/media/C6lrajIV4AA-1oC.jpg

    ▻https://www.irinnews.org/special-report/2017/03/07/failed-policies-haiti-fuel-post-hurricane-food-crisis
    #Haïti #alimentation #aide_alimentaire #agriculture

    CDB_77 @cdb_77
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  • @cdb_77
    CDB_77 @cdb_77 4/12/2016

    Libia, Niger e Sudan, le nuove frontiere europee.

    Effetti perversi del Processo di Khartoum e del #Migration_Compact. Cosa significa l’esternalizzazione dei controlli di frontiera: Libia, Niger e Sudan nuove “frontiere” europee.

    ▻http://www.a-dif.org/2016/12/04/libia-niger-e-sudan-le-nuove-frontiere-europee
    #externalisation #asile #migrations #réfugiés
    #processus_de_Khartoum #Libye #Niger #Soudan

    • #Agadez
    • #El Pais
    • #Europe
    • #Italia
    • #Italy
    • #Niger
    • #European Union
    CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 7/12/2016

      Profughi: barriera in Niger, tra guerra e terrorismo

      Il motivo della scelta sta nei “numeri”: l’Organizzazione Internazionale per le migrazioni (Oim) ha stimato che nel 2016 sono transitati dal Niger circa il novanta per cento dei migranti arrivati in Libia per cercare poi un imbarco verso l’Italia. E, sulla base di quanto emerge dai rapporti di varie organizzazioni umanitarie, da inchieste giornalistiche e da fonti di polizia, ce ne sarebbero a migliaia in attesa di mettersi in marcia da Agadez, la base di partenza principale delle “piste del contrabbando” che attraverso il deserto portano in Libia o in Algeria. L’idea, allora, sarebbe quella di “gestire” questi flussi in continua crescita facendo del Niger una sorta di hub di concentrazione, identificazione e smistamento dei migranti, con il supporto di campi attrezzati, magari sotto l’egida dell’Unhcr e dell’Oim, dove i profughi potrebbero eventualmente presentare domanda d’asilo e aspettare poi l’esito dell’esame, oppure soggiornare in attesa di riuscire a stabilizzarsi nello stesso Niger o in qualcuno degli Stati vicini, tanto più che, secondo i dati della Banca Mondiale, oltre il 75 per cento dei migranti subsahariani non puntano verso l’Europa ma preferiscono restare in Africa. Per molti versi, dunque, un grande hub che farebbe da “barriera selettiva”. E il Niger, rileva El Pais, diventerebbe così “il nuovo confine della ogni giorno meno salda Fortezza Europa”.

      ▻http://www.a-dif.org/2016/11/30/profughi-barriera-in-niger-tra-guerra-e-terrorismo
      #hub #tri

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 15/12/2016

      EU to help Libya send migrants back home

      EU states aim to help Libya deport would-be migrants back home, and to keep open “all available options” on its response to Russia’s actions in Syria.

      ▻https://euobserver.com/migration/136271

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 16/12/2016

      EU claims of success in curbing Niger migrants greeted with scepticism

      The EU has hailed a plunge in the number of migrants crossing Niger to reach Europe as a success for its anti-trafficking strategy, even as MEPs complained that the bloc’s figures did not add up.

      The volume of migrants making the perilous journey across Niger’s desert fell from 70,000 in May to 1,500 in November, according to an EU statement released on Wednesday.

      ▻https://www.theguardian.com/global-development/2016/dec/15/eu-claims-success-curbing-migration-niger-scepticism-meps-international

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 16/12/2016

      Rapport de l’Union européenne:
      First Deliverables on the Partnership Framework with third countries under the European Agenda on Migration
      ▻https://eeas.europa.eu/sites/eeas/files/second-progress-report-1_en_act_part1_v11.pdf
      ▻https://eeas.europa.eu/headquarters/headquarters-homepage/12301/progress-report-partnership-framework-third-countries-under-european-age

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 16/12/2016

      Coopération renforcée de l’Union Européenne avec le Niger

      L’appui annoncé vise à soutenir, avec un budget de 470 millions d’euros, les efforts de réformes et le renforcement des capacités de l’Etat dans plusieurs secteurs – éducation, nutrition, sécurité alimentaire et résilience, agriculture durable, infrastructures, amélioration des capacités de l’Etat, gouvernance démocratique et promotion de l’Etat de droit.

      ▻http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-16-4375_fr.htm

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 16/12/2016

      Le nombre de migrants arrivant en Libye via le Niger a diminué de près de 100% en six mois, selon l’UE

      Le flux de migrants remontant d’Afrique subsaharienne vers la Libye via le Niger a été réduit de près de 100% entre mai et novembre, a indiqué mercredi la Commission européenne, qui a salué la collaboration de Niamey pour ralentir le trafic sur cet axe très emprunté.

      ▻http://www.jeuneafrique.com/383979/societe/nombre-de-migrants-arrivant-libye-via-niger-a-diminue-de-pres-de-100-s

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 16/12/2016

      EU mulls roll-out of Africa migration deals

      The European Commission does not want new migration deals with other countries despite pressure from EU states ahead of an EU summit on Thursday (15 December).

      ▻https://euobserver.com/migration/136285

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 16/12/2016

      EU gives millions to Niger to help stop flow of migrants

      BRUSSELS (AP) — Buoyed by the success of its refugee deal with Turkey, the European Union announced Thursday that it has earmarked hundreds of millions in euros for Niger to try to prevent people from leaving Africa in search of better lives in Europe.

      ▻http://bigstory.ap.org/cda34054307b4386ad050e168c7dcb35#

      CDB_77 @cdb_77
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      CDB_77 @cdb_77 19/12/2016

      Flussi di migranti dal Niger azzerati: li aiutiamo davvero a casa loro?

      Giovedì 15 dicembre il Consiglio d’Europa, la riunione di tutti i leader europei che si tiene a Bruxelles, ha lodato il presidente del Niger Mahamadou Issoufou per il lavoro che il Paese africano sta facendo nell’ottica di arrestare i flussi migratori che lo attraversano. Nel corso di un vertice quadrilaterale tenutosi prima della riunione nella sede della rappresentanza tedesca nella capitale belga, cui hanno partecipato Issoufou, il Presidente francese Francois Hollande, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il neo-primo ministro italiano Paolo Gentiloni, è stato inoltre siglato un accordo di sostegno finanziario di questi tre Paesi europei (più Spagna) al Niger.

      ▻http://it.ibtimes.com/flussi-di-migranti-dal-niger-azzerati-li-aiutiamo-davvero-casa-loro-1479

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 26/12/2016

      Migranti: quel patto Ue-Niger che sa di xenofobia

      Aiuti dalla Ue al Niger perché coopera nell’arginare i flussi migratori. Pericoloso, perché definisce come migrante irregolare chi attraversa il paese. E dà ragione alle forze che in Europa da tempo etichettano come clandestini i profughi provenienti dall’Africa.

      ▻http://www.lavoce.info/archives/44451/migranti-quel-patto-ue-niger-che-puzza-di-xenofobia

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 19/01/2017

      EU needs Turkish-style migration deal with Libya - Maltese PM

      The European Union needs to reach a deal with Libya to curb the flow of migrants trying to sail on smugglers’ boats to Italy, Maltese Prime Minister Joseph Muscat said on Wednesday.

      ▻http://uk.reuters.com/article/uk-europe-migrants-libya-idUKKBN1522DC?il=0

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 28/01/2017

      The E.U.’s Hollow Success Over Migrant Smuggling in Niger

      The European Union says it is making progress countering migrant smugglers in the Sahara, but Peter Tinti, an expert on transnational organized crime, says it risks trading one crisis for another.

      ▻https://www.newsdeeply.com/refugees/community/2017/01/17/the-e-u-s-hollow-success-over-migrant-smuggling-in-niger

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 1/02/2017

      Niger’s migrant smuggling hub empties after EU crackdown

      In a dirt-floored room in the town of Agadez in Niger, a pair of flip-flops and a cold pile of ashes are all that remain of what was once a teeming stopover for migrants preparing the fraught journey across the Saharan Desert and onwards to Europe.

      ▻http://www.reuters.com/article/us-niger-migration-agadez-idUSKBN15F13Q

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 1/02/2017

      EXCLUSIVE: EU migrant policy in Africa built on incorrect Niger data

      In November, IOM raised eyebrows when it reported that just 1,525 migrants had been recorded moving north towards the borders – a massive drop compared to 12,600 the month before.

      Days later, the figures had been included in a progress report on the Partnership Framework with Third Countries, an EU strategy for securing African countries’ cooperation in tackling irregular migration. A press release also cited them noting that “results in priority countries are taking shape, including first decreases in migratory flows”.

      Except the 1,525 was wrong. A “technical problem” with a database had produced the incorrect figure, according to Monica Chiriac, a spokeswoman for IOM’s Niger office. In fact, IOM had recorded nearly 11,500 migrants heading for the Libyan and Algerian borders in November, a figure that only represented a small drop compared to October.

      http://i.imgur.com/QAiODbh.png

      ▻http://us12.campaign-archive1.com/?u=31c0c755a8105c17c23d89842&id=e93b624a8a&e=a02beb1279

      #statistiques #chiffres #fact-checking #fake_news

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 3/02/2017

      Vu sur twitter, le 03.02.2017

      http://i.imgur.com/UM7dkjb.png

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 9/02/2017

      EU strategy stems migrant flow from Niger, but at what cost?

      The EU-funded crackdown on migration through Niger has been effective at dramatically reducing the number of people heading northwards to the North African coast, and then Europe. But what has it left behind?

      ▻https://www.irinnews.org/special-report/2017/02/02/eu-strategy-stems-migrant-flow-niger-what-cost

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 28/02/2017

      v. les #renvois de #réfugiés_éthiopiens et #réfugiés_érythréens depuis l’#Angleterre (#UK) vers le Soudan:
      EU urged to end cooperation with Sudan after refugees whipped and deported

      MEP calls for inquiry as Ethiopian and Eritrean asylum seekers receive 40 lashes and $800 fines, while activists warn EU migration aid is emboldening Sudan

      ▻https://www.theguardian.com/global-development/2017/feb/27/eu-urged-to-end-cooperation-with-sudan-after-refugees-whipped-and-depor

      v. aussi:
      UK risks legitimising Sudan’s rights abuses with migration talks, MPs warn

      Dialogue with Sudan to tackle migrant numbers is putting UK and EU’s reputation for championing human rights at risk, says parliamentary committee

      ▻https://www.theguardian.com/global-development/2017/feb/21/uk-risks-legitimising-sudan-rights-abuses-with-migration-talks-mps-warn

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 28/02/2017

      EU and Italian cooperation with Sudan on border control: what is at stake?

      ▻http://www.guengl.eu/uploads/news-documents/Report_GUE-NGL_Delegation_to_Sudan_19-22.12.2016.pdf

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 2/03/2017

      Delegation to Sudan uncovers human rights cost of EU deals on migration

      A delegation of four GUE/NGL MEPs to Sudan has uncovered the dangers and human rights costs of cooperation between the EU and Sudan on migration control.

      ▻http://www.guengl.eu/news/article/category//delegation-to-sudan-uncovers-human-rights-cost-of-eu-deals-on-migration

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 18/05/2017

      La rotta dei disperati. Fra i migranti del Niger che sognano il biglietto per l’Italia

      Il Paese africano è una tappa obbligata per chi vuole arrivare in Europa salpando dalle coste della Libia. Ma deve prima subire torture e minacce di trafficanti e criminali

      ▻http://www.repubblica.it/esteri/2017/05/17/news/la_rotta_dei_disperati_fra_i_migranti_del_niger_che_sognano_il_biglietto_

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 11/06/2017

      What Europe is worth? A critique of the European migration policy in Sudan and Libya

      The European refugee and migration policy aims at preventing irregular entry into the EU but at the same time almost no legal ways of entry are provided. In this context, funding is provided for refugee camps in the region in order to ensure that refugees will not move on to Europe. For this purpose, since recent years agreements and so called “deals” have been concluded with countries of origin or transit. To assess this policy, two questions need to be answered: Do the policies of the EU and its Member States comply with their international obligations? And how does this go together with the manifested objective of fighting the root causes of migration?

      ►http://eptoday.com/what-europe-is-worth-a-critique-of-the-european-migration-policy-in-sudan-a

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 17/06/2017

      Rimpatri forzati in Sudan, arriva il ricorso contro l’Italia a Strasburgo

      Cinque cittadini sudanesi provenienti dal Darfur - vittime del rimpatrio forzato con cui il 24 agosto 2016 l’Italia ha rispedito 48 “irregolari” nel Sudan di al-Bashir - hanno presentato ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Adesso l’Italia rischia un’altra condanna come quella per i respingimenti in mare verso la Libia di Gheddafi. 4 cose da sapere sul caso e perché è tanto importante.

      ▻http://openmigration.org/analisi/rimpatri-forzati-in-sudan-arriva-il-ricorso-contro-litalia-a-strasburgo/?platform=hootsuite
      #CEDH

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 23/08/2017

      Reçu via la mailing-list Migreurop :

      L’#OIM, conjointement avec les services de la Protection Civile du Niger, a réalisé une mission à la frontière Niger Libye pour l’évaluation des routes migratoires dans la partie Nord du Département de Bilma du 19 au 25 Juillet 2017. Etat des lieux de la situation dans le nord Niger sur les routes qui permettrait à l’OIM d’organiser les convois de personnes vers le camp OIM d’Agadez et à termes les « #retours_volontaires » depuis le camp. Une mission d’ « évaluation des besoins »

      Au-delà de l’état des lieux (utilisation de routes secondaires plus dangereuse, abandon des personnes dans le désert, réduction des passages dans certaines zones qui précarisent les transporteurs locaux, etc.), on y apprend deux trois choses :
      – « Opérations de recherche et de sauvetage » organisées par l’OIM dans le cadre de la mission : à #Achégour et #Deo_Timni deux opérations ont été effectuées : kit d’hygiène, transport par camion IOM pour Agadez et organiser des retours volontaires. A noter ici que l’OIM souligne que la plupart des personnes repartent des camps OIM pour retenter le passage.
      De plus, « La question de l’évacuation des dizaines de milliers de migrants bloqués dans les villes libyennes de #Sebha et #Al-Gatrun a été discutée avec les responsables Libyens du poste de Toummo. Le chef de poste a proposé d’organiser une rencontre avec ses supérieurs à Al-Gatrun, ce que le calendrier de la mission ne permettait malheureusement pas. Il a toutefois été possible de rassembler des informations parcellaires sur la situation des migrants au sud #Libye. Une prochaine mission doit être préparée dès maintenant pour explorer les options pour une #évacuation _humanitaire via le Niger des migrants
      bloqués dans le sud libyen »
      – Demande de la police Nigérienne de mettre en place une #base_de_données pour les personnes interpellées et les personnes décédées. Pour l’instant tout est fait à la main.
      – Arrestation des transporteurs mais pas ou peu de suivi judiciaire car pas de moyens, vice de procédure et faute de preuve, les personnes sont relâchées.
      En ce sens, « demande des services de police locaux ont émis le besoin d’une présence policière à Madama ou à Dao Timni , idéalement au sein de la base militaire. Un détachement d’une douzaine d’hommes pourrait y être installé et accompagner les patrouilles des militaires pour accélérer le déferrement et assurer le respect des procédures. »
      – La Direction de la surveillance des frontières (DST) de la police nationale déploiera dans quelques mois un « #poste_frontière_mobile », c’est-à-dire un camion doté de l’équipement et du personnel nécessaire pour exercer des missions de contrôle des frontières et des flux migratoires dans la région.

      Le rapport de la mission en français est ici : ▻http://www.iom.int/sites/default/files/press_release/file/Rapport-de-mission-19-25-Juillet_Final.pdf
      #mourir_dans_le_désert #mourir_dans_le_Sahara #frontières_mobiles #contrôles_frontaliers #frontières

      CDB_77 @cdb_77
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