Bolzano - Presentazione di Antenne Migranti, monitoraggio lungo la rotta del Brennero

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  • Lungo la rotta del Brennero: rapporto di monitoraggio sulla situazione dei migranti al Brennero e Bolzano

    Il monitoraggio condotto ha consentito di far emergere criticità riguardo ad alcune delle procedure applicate dalle diverse istituzioni, all’accesso all’accoglienza e alle condizioni stesse di accoglienza, criticità che, in quanto presenti da diverso tempo, tendono a divenire un problema strutturale.

    Il rapporto si è altresì soffermato sia sui controlli svolti alla stazione del Brennero sia anche sulle azioni della polizia austriaca, quali riammissioni, respingimenti e irrogazione di multe e contemporaneo sequestro, in alcuni casi, di beni personali.
    Secondo quanto rilevato alla stazione del Brennero, sino a luglio 2017, arrivavano in media tra le 10 e le 20 persone migranti al giorno. Controlli sistematici, carrozza per carrozza, sono effettuati dalle forze dell’ordine nei confronti delle persone con tratti somatici non europei (racial profiling). Le persone con un qualche tipo di permesso di soggiorno ma prive di titolo di viaggio valido per l’espatrio, vengono fatte scendere ed invitate a prendere un treno verso sud; chi è privo di qualsiasi documento e permesso di soggiorno viene solitamente accompagnato al Commissariato per essere identificato e fotosegnalato, quindi invitato a presentarsi alla Questura di Bolzano per regolarizzare la propria posizione. Da fine febbraio i controlli sono effettuati anche sui treni regionali provenienti dall’Austria, con procedure sommarie di respingimento immediato in Austria.

    Una parte dei migranti fermati al Brennero arriva a Bolzano, che si configura come un altro confine, e qui vi rimane bloccata (stranded). I profili giuridici delle persone migranti fermate al confine e stranded in Bolzano sono molto differenti: richiedenti protezione internazionale, persone con permesso di soggiorno, minori stranieri non accompagnati, soggetti vulnerabili.

    http://www.meltingpot.org/Lungo-la-rotta-del-Brennero-rapporto-di-monitoraggio-sulla.html

    #Brenner #Italie #Autriche #rapport #asile #migrations #réfugiés #Bolzano

    Lien vers le rapport:
    http://www.meltingpot.org/IMG/pdf/report_di_monitoraggio_su_brennero_e_bolzano.pdf

    #MNA #mineurs_non_accompagnés #mineurs #frontières #frontière_sud-alpine

    • #Ermira_Kola de Antenne Migranti

      Trascription de l’intervention de Ermira Kola :
      Ermira Kola de Antenne Migranti :

      «Antenne Migranti è un progetto di monitoraggio sulla rotta del Brennero, che abbiamo allargato anche sulla città di Verona, perché ci siamo resi conto nel 2015 che in realtà il confine andava sempre spostandosi, e c’è stato un momento in cui si è fermato alla città di Verona» → frontière mobile!
      Donc monitoring de Verona-Trento-Bolzano-Brennero.

      «Il confine realmente adesso è su Bolzano. Perché c’è il racial profiling: controllare sui treni i neri, le persone visibilmente diverse è un dato di fatto sulla rotta del Brennero da anni ormai, soprattuto sui treni tedeschi. Adesso sui treni nostri [italiani] che vanno verso nord c’è addirittura la polizia trilaterale, c’è un poliziotto austriaco, un poliziotto tedesco e un poliziotto italiano. Salgono su tutti i vagoni, controllano sistematicamente, e se ci sono persone visibilmente diverse, visibilmente non italiane, queste persone di base vengono buttate giù dai treni, poi controllano i documenti e lì poi scatta tutta una serie di azioni. Le azioni possono essere, rimettere le persone, se questo controllo avviene al Brennero, su un treno che va verso il sud Italia, quindi verso Bolzano. Rimettere sul treno vuol dire che la polizia lo accompagna sul treno, il controllore del treno si arrabbia perché non c’è il biglietto, il poliziotto dice ’prosegui verso sud», la persona non ha più soldi per pagare il biglietto, quindi c’è anche questo impasse. Oppure lasciare direttamente lì e dire ’Torna indietro’. Un caso molto grave che vediamo, sempre più spesso, è quello delle riammissioni dall’Austria, assolutamente arbitrarie. Ci sono due tipi di riammissioni ufficiali: formale ed informale. Si tratta del caso in cui si trova una persona sprovvista di documenti a 10 km dal confine e in tal caso si hanno 24 ore di tempo per sentire il commissariato italiano, mettersi d’accordo e riaccompagnare la persona. Ovviamente tutti i documenti che vengono stilati, quando vengono stilati, vengono stilati in assenza di mediatori linguistsici o interculturali, non viene fornita una copia di questo documento al migrante stesso. Quindi ci sono queste persone che si trovano assolutamente in balia dell’umore del poliziotto o dell’addetto al momento. Una cosa molto grave che abbiamo visto: esiste una legge austriaca tale per cui se ti trovi sul territorio austriaco senza documenti, senza permesso di soggiorno o senza un titolo di viaggio, possono fare una multa. La multa va dai 100 ai 1000 EUR. Non siamo ancora riusciti a capire come decidono la quantità dei soldi che prelevano alle persone, ma sappiamo di certo che ogni volta portano via alle persone il telefono cellulare. Rendiamoci conto cosa vuol dire per queste persone rimanere senza l’unico contatto che possono avere."

      «Essendosi fermato il confine a Bolzano, abbiamo poi anche questo fatto che poi le persone si fermano lì, dove è realmente il confine. Possono rimanere bloccate letteralmente per strada a Bolzano anche per anni.»

      Due testimonianze:
      • Un ragazzino di 13 anni, curdo irakeno, in carrozzina, che è morto per strada a Bolzano. E’ morto l’8 ottobre.
      • Due ragazzi dello Yemen. Due ragazzi arrivati stremati. Hanno dormito in una struttura associativa per 36 ore di fila a Bolzano, dopo di che hanno proseguito il loro viaggio senza dirci niente. C’era un minore dello Yemen. Erano stati salvati dai lager libici con i visti dell’HCR, portati in Italia, in qualche modo, nonostante questo l’Italia li ha perduti, nonostante questo loro hanno cercato di proseguire il loro viaggio verso nord senza alcun sostegno.

      Come viaggiano queste persone? In Alto Adige non c’è una grandissima rete solidale, non ci sono persone che accompagnano oltre il confine. Il confine, tra l’altro, proprio anche a livello geografico, molto ostico, molto ostile. Quindi cosa fanno? Prima cercavano di salire sui treni, adesso non è possibile perché ci sono questi controlli: saltano sui treni merci, lontani dalle stazioni. Ciò ha fatto sì che veniamo purtroppo regolarmente contattati dalla Polfer [polizia ferroviaria] perché è morto qualcuno cercando di saltare su questi treni merce di notte. L’ultimo era un ragazzo tunisino di 17 anni che, dopo 4 giorni che c’era stato una morte, è venuto a dirci che quella persona era suo fratello. Ed era una delle rare volte in cui ho visto gli agenti della Polfer davvero emozionati perché mi hanno detto che il corpo era davvero irriconoscibile, fatto a pezzi e che loro stessi non sapevano in quale modo far vedere a questo ragazzino questo fratello per il riconoscimento.

      Questa è l’Europa, questa è Bolzano. Bolzano è molto dimenticata.
      A Bolzano abbiamo una circolare che è stata firmata da un funzionario, Critelli, noi la chiamiamo Circolare Critelli che tiene fuori dall’accoglienza le persone vulnerabili. Bolzano si comporta come se fossimo uno stato federale, l’Alto Adige può avere le sue leggi, che vanno contro le norme europee e internazionali. Quindi in realtà se una persona è stata da un’altra parte, in un’altra città italiana, non può fermarsi a Bolzano. Ora, per arrivare a Bolzano, in un’altra città italiana o europea ci si è stati, a meno che uno non arrivi con una mongolfiera o cali dal cielo. Quindi ovviamente sono stati da qualche altra parte. Però se si è stati da qualche altra parte, allora non si ha diritto all’accoglienza, anche se si è un minore.

      Tra le principali violazioni che riscontriamo durante il monitoraggio riguardano di sicuro le riammissioni alla frontiera, i controlli sistematici a bordo dei treni, accesso alla procedura e al diritto all’informazione, l’accesso all’accoglienza. L’Alto Adige, per tanti anni, fino a quest’anno si è rifiutato ad aderire al sistema SPRAR, perché il sistema SPRAR ovviamente significava un controllo dello Stato centrale, quindi… non sia mai! Noi abbiamo soltanto dei CAS. Hanno cominciato ad aprire gli SPRAR adesso. A Bolzano la risposta è molto semplice: se non ci sono posti nelle strutture, non ci sono posti, non c’è storia: puoi avere 12 o 13 anni, via!

      https://www.youtube.com/watch?v=fadNkKwv0s8


      #Verona