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  • Riformare Dublino? Campa cavallo

    Article de @stesummi

    Anche secondo Ferruccio Pastore, direttore del Forum internazionale ed europeo di ricerche sull’immigrazioneLink esterno (FIERILink esterno), con sede a Torino, una revisione sostanziale del regolamento di Dublino è altamente improbabile e Matteo Salvini ne è consapevole. «Per questo sta tentando di agire su un altro terreno, quello del mare, problematico sia da un punto di visto morale che giuridico. Non credo però che abbia un grande margine di manovra, perché l’Italia in questo momento è come un vaso di coccio tra i vasi di ferro. Il paradosso è che in Europa c’è un consenso sul fatto che l’Italia non debba essere lasciata sola, ma da queste parole non scaturiscono fatti».

    Inoltre, una riforma del regolamento di Dublino non risolverebbe la questione, precisa Ferruccio Pastore. «Negli ultimi quattro anni, l’Italia ha visto sbarcare oltre mezzo milione di migranti africani. Si tratta per lo più di giovani maschi, con un basso livello di formazione e senza titolo per ottenere lo statuto di rifugiati o la protezione sussidiaria. Queste persone esulano dunque da ogni possibile programma di ricollocamento all’interno dell’UE e pongono l’Italia in una situazione unica rispetto ad altri paesi europei».

    «Se è vero che Dublino va riformato, bisogna però anche rendersi conto che la gestione della migrazione va oltre la questione dell’asilo, che in assenza di vie legali è diventato l’unico strumento per ottenere un permesso per venire in Europa».

    L’Unione Europea sembra però incapace di trovare un consenso minimo su una nuova politica migratoria e il caso Aquarius ha reso ancora più evidente la frattura e l’incoerenza esistente in seno ai paesi membri. La Francia, che da tempo ha chiuso la frontiera con Ventimiglia, accusa l’Italia di cinismo; la Spagna dà prova di solidarietà, ma barrica le sue enclave di Ceuta e Melilla; Angela Merkel è costretta - forse - ad accettare di respingere i migranti alla frontiera per salvare il suo governo; e il presidente ungherese Viktor Orban non vuol sentire parlar d’altro che di un rimpatrio immediato di tutti i profughi.

    La strada da percorrere è questa, secondo il direttore del FIERI, ma «il problema è che malgrado le promesse, i paesi europei - in particolari quelli che dicono ’aiutiamoli a casa loro’ - non hanno versato alcun contributo per il fondo fiduciario europeo per l’Africa, il primo strumento operativo per creare delle alternative in loco». Ferruccio Pastore sottolinea inoltre il pericolo insito negli accordi che diversi paesi europei e la stessa Unione stanno facendo con l’Africa. «Si investono risorse importanti affinché i governi africani diventino gendarmi dei loro popoli, vietando loro ogni libertà, e questo a lungo andare può essere uno strumento avvelenato, generare insicurezza e perfino portare a una rivoluzione, come è stato il caso per la Primavera araba».


    https://www.tvsvizzera.it/tvs/vicenda-aquarius_riformare-dublino--campa-cavallo/44198368
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