Eritrea : 150 cristiani arrestati da giugno. Si teme la chiusura delle scuole cattoliche

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    In Eritrea proseguono le persecuzioni governative anticristiane, dopo la confisca delle strutture sanitare cattoliche avvenute tra giugno e luglio, almeno 150 cristiani sono stati arrestati negli ultimi due mesi in diverse città. A darne notizia è il sito dell’osservatorio cristiano Wolrd Watch Monitor secondo cui l’ultimo episodio risale al 18 agosto, quando sono stati arrestati 80 cristiani da Godayef, un’area vicino all’aeroporto della capitale, Asmara.

    Chiesta la rinuncia al cristianesimo

    Il 16 agosto, sei cristiani, dipendenti pubblici del governo sono stati arrestati e portati davanti a un tribunale ad Asmara. Il giudice ha intimato ai sei fedeli di rinunciare al cristianesimo e davanti al loro rifiuto si è riservato di prendere eventuali future decisioni.

    70 cristiani condotti nei tunnel sotterranei

    Il 23 giugno altri 70 cristiani appartenenti alla Faith Mission Church of Christ erano stati arrestati a Keren, la seconda città più grande dell’Eritrea. I membri di questo gruppo, tra cui 35 donne e 10 bambini, sono stati portati nella prigione di Ashufera, che è composta da un vasto sistema di tunnel sotterranei in condizioni estremamente degradate.

    Arrestati cinque preti ortodossi

    Sempre lo scorso giugno sono stati arrestati anche cinque sacerdoti ortodossi, un atto che spinse l’osservatore delle Nazioni Unite per i diritti umani in Eritrea, Daniela Kravetz, a chiedere il rilascio di tutti coloro che sono stati imprigionati per il loro credo religioso.

    Don Zerai: perseguitate tutte le religioni

    “Il governo tollera le religioni che ha trovato già radicate nel Paese; le nuove religioni di minoranza – nel caso degli arresti riguardanti i gruppi pentecostali, battisti – sono dichiarate illegali nel Paese già dal 2001”, così a Vatican News il sacerdote eritreo don Mussie Zerai, presidente dell’agenzia Abeshia, spiega i motivi di questa ennesima ondata repressiva. Don Zerai conferma inoltre l’esistenza di carceri eritree sotterranee e racconta di persone detenute all’interno di un container senza poter vedere la luce del sole.

    Dopo gli ospedali si teme per le scuole

    Il sacerdote parla anche della confisca degli ospedali cattolici: “Tra giugno e luglio sono state chiuse in totale 29 strutture tra ospedali, cliniche e presidi medici, gestiti dalla chiesa cattolica rifacendosi a questa legge. Non solo ha fatto chiudere queste strutture ma ne ha confiscato fisicamente la proprietà”. “Il timore è che questo toccherà anche alle scuole che la Chiesa cattolica gestisce – afferma ancora Don Zerai – 50 scuole tra elementari, medie e superiori e oltre cento asili nidi in tutto il territorio nazionale. Sarà un danno enorme soprattutto per la popolazione, perché sia le cliniche che le scuole si trovavano anche in zone sperdute, rurali, dove non c’è nessun’altra presenza tranne quella della Chiesa cattolica”.

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