Pena ridotta per Lisa Bosia Mirra

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    • "Se Lisa è colpevole, lo sarebbero tutti coloro che hanno provato a alleviare le sofferenze dei profughi". Chiesta la cittadinanza onoraria di Como

      Una trentina di consiglieri comunali ha inviato la richiesta al sindaco, in segno di solidarietà dopo il decreto d’accusa che ha colpito la deputata, che scrive: «sono intimorita dall’onore che mi fate»

      http://www.ticinolibero.ch/it/article/34687/se-lisa-colpevole-lo-sarebbero-tutti-coloro-che-hanno-provato-a-allevia

    • La passionaria des migrants condamnée à Bellinzone

      Tout en reconnaissant les valeurs humanistes de Lisa Bosia Mirra, le Tribunal de Bellinzone a confirmé la peine pécuniaire pour infraction à la loi fédérale sur les étrangers. L’élue a fait passer clandestinement 24 migrants en Suisse


      https://www.letemps.ch/suisse/2017/09/28/passionaria-migrants-condamnee-bellinzone
      #condamnation

    • v. aussi :
      Délit de solidarité | Procès de Lisa Bosia Mirra

      Aujourd’hui, le 21 septembre 2017 à 9 heures, Lisa Bosia Mirra comparaît devant le Tribunal pénal fédéral de Bellinzone. Elle est accusée d’avoir facilité à neuf reprises l’entrée irrégulière de personnes migrantes, dont des mineur-e-s non accompagné-e-s, entre août et septembre 2016. Le site Osservatorio Giuridico propose une documentation exhaustive de l’affaire (en italien, lire le communiqué ci-dessous).

      https://asile.ch/2017/09/21/tessin-proces-de-lisa-bosia-mirra

    • Migranti tra Como e Ticino, la socialista Bosia Mirra ricorrerà in appello

      Ricorrerà in appello Lisa Bosia Mirra, la deputata socialista ticinese accusata di aver aiutato, tra l’agosto e il settembre 2016, in almeno 9 circostanze, alcuni rifugiati, tra cui bambine e bambini, a entrare illegalmente in Svizzera (erano i mesi caldi della tendopoli alla Stazione San Giovanni di Como).


      http://www.corrieredicomo.it/migranti-como-ticino-la-socialista-bosia-mirra-ricorrera-appello

    • La pasionaria tessinoise des migrants en appel

      Condamnée en 2017 pour avoir fait entrer illégalement 24 migrants en Suisse, Lisa Bosia Mirra réclame son acquittement.
      Une peine d’un franc symbolique. C’est ce qu’a réclamé Lisa Bosia Mirra devant la Cour d’appel aujourd’hui à Locarno. Trois semaines après la confirmation de la sentence d’Anni Lanz en Valais pour violation de la loi fédérale sur les étrangers (LEtr), la travailleuse sociale et ancienne députée socialiste tessinoise fait appel contre sa condamnation qui l’a frappée il y a deux ans.
      L’inertie des autorités italiennes

      En 2017, Lisa Bosia Mirra, 46 ans, avait été condamné à une amende de 8800 francs, pour avoir fait entrer illégalement 24 migrants en Suisse. Mardi, lors de son procès en appel, la militante tessinoise est revenue, la voix tremblante d’émotion, sur la crise migratoire de 2016. En réponse aux questions de la juge Giovanna Roggero-Will, elle a décrit comment les jeunes refoulés à la frontière suisse vivaient dans le parc devant la gare de Côme et souligné l’inertie des autorités italiennes. « Ils se lavaient et faisaient leurs besoins dans les toilettes de la gare, a-t-elle expliqué. Ils dormaient par terre, et l’eau pour boire et nettoyer les vêtements provenait d’une petite fontaine. »

      Elle a cité quelques cas spécifiques de migrants qui avaient traversé le Sahara à pied, avant d’être incarcérés et torturés en Libye, dont elle a facilité la réunification avec des parents en Allemagne. Elle assure avoir fourni de l’aide « aux personnes que je jugeais comme étant les plus vulnérables, afin de les soustraire à l’extrême précarité du site de Côme, pour qu’ils rejoignent des membres de leur famille et se retrouvent dans un lieu sûr ».
      « Ce n’est pas ainsi qu’on aide les migrants »

      S’exprimant à son tour, la procureure Margherita Lanzillo a réitéré la justesse du décret d’accusation et la peine qu’elle a émis en avril 2017, confirmés par le Tribunal de Bellinzone en septembre 2017, lequel « tient compte des valeurs humanistes qui ont motivé Lisa Bosia Mirra ». La solidarité ne peut cependant pas primer sur la justice, a-t-elle fait valoir, ajoutant que l’inculpée a commis des illégalités en connaissance de cause, de surcroît en faisant courir des risques aux migrants.

      https://www.letemps.ch/suisse/pasionaria-tessinoise-migrants-appel

    • Pena ridotta per Lisa Bosia Mirra

      Parziale vittoria in Appello per Lisa Bosia Mirra. Il suo ricorso contro la sentenza di primo grado è stato infatti parzialmente accolto dalla Corte d’appello e revisione penale (CARP), che l’ha prosciolta dall’accusa di aiuto al soggiorno illegale e riconosciuta invece colpevole di ripetuto aiuto all’entrata e alla partenza illegale. Nella sua senzenza, comunicata oggi alle parti, la Corte ha ridotto la pena pecuniaria sospesa portandola da 8’800 a 2’200 franchi, e ha annullato la multa di 1’000 franchi inflittale in primo grado.

      In sostanza, la CARP ha ritenuto la colpa dell’autrice qualificata in considerazione del numero di persone che ha aiutato/cercato di aiutare ad eludere le norme della Legge federale sugli stanieri (LStr), ma la stessa è «notevolmente attenuata» dal fatto Bosia Mirra ha «agito per motivi non solo ideali ma, in parte, anche onorevoli, spinta dall’ansia di aiutare persone che vivevano momenti di evidente difficoltà e sofferenza che lei - sofferente di un burnout dovuto a precedenti esperienze vissute con i migranti - riteneva, non solo ingiuste e indegne di una società civile, ma anche non più sopportabili da persone che già avevano vissuto tragedie», ha «collaborato praticamente sin dall’inizio delle indagini con il Ministero pubblico, ammettendo, da subito, i fatti che le venivano contestati e, persino, confessando un episodio di cui gli inquirenti non sapevano» e ha «già pesantemente pagato in termini di sofferenza e perdita di qualità di vita a causa di una campagna denigratoria (in particolare, via social) insolitamente e incomprensibilmente aspra e feroce».

      «La Corte - si legge in una nota dell’Osservatorio giuridico, che ha commentato la sentenza definendola «una vittoria per i diritti umani» - ha però ritenuto che alla stazione di Como erano accampati tra 400 e 600 migranti con minori non accompagnati, donne con bambini, in un giardino pubblico, cioè in uno spazio assolutamente non attrezzato quale centro di accoglienza». La CARP ha però negato che esistesse uno stato di necessità per i rifugiati che Lisa Bosia Mirra aiutò ad entrare in Svizzera, pertanto - conferma l’Osservatorio - si presenterà ricorso al Tribunale federale (TF).

      Nel processo di primo grado, celebrato il 28 settembre 2017, il giudice della Pretura penale Siro Quadri aveva sì tenuto conto del «sentimento umanitario» dell’imputata, ma non aveva riconosciuto l’attenuante dei «motivi onorevoli», né quella del «pericolo imminente» per la vita dei migranti, condannandola a una pena pecuniaria di 80 aliquote giornaliere e a una multa per ripetuta incitazione all’entrata, alla partenza e al soggiorno illegale. Il processo di appello si era invece tenuto il 10 settembre scorso.

      https://www.cdt.ch/ticino/pena-ridotta-per-lisa-bosia-mirra-LG1976926

    • Sono felice e grata perché la corte di appello ha notevolmente ridotto la pena inflittami e riconosciuto l’attenuante dei motivi onorevoli. Ma soprattutto sono contenta che la corte abbia riconosciuto, in maniera inequivocabile in alcuni passaggi della sentenza, la gravità della situazione di Como e la sofferenza delle persone che li si trovavano.
      È un passo nella giusta direzione perché viene riconosciuto il diritto a esprimere solidarietà e pena per chi si trova nella sfortunata condizione di essere migrante senza alcuna sicurezza (e verso chiunque altro nelle medesime condizioni). Per contro la Corte conferma che l’attraversamento della frontiera è un delitto punibile.

      Condivido la mia gioia con tutte le persone che in Svizzera e altrove si impegnano per i diritti delle persone migranti e con chi ha sofferto per me è con me in questi lunghi 3 anni.

      A loro, alle persone in cammino va invece, ancora e sempre, tutta la mia ammirazione e la mia solidarietà. La condizione di esule è una delle peggiori condizioni al mondo. Nessuno lascia il proprio Paese e affronta un viaggio tanto pericoloso senza una buona motivazione, per una volta, sta scritto su una sentenza.

      Grazie di cuore

      https://www.facebook.com/lisabosiamirra/photos/a.780405752046847/2530247523729319/?type=3&theater

    • Un geste insuffisant : la solidarité n’est pas un crime !

      La Cour d’appel de Locarno a allégé la peine infligée à Lisa Bosia Mirra par le Tribunal de Bellinzone. Un geste insuffisant déplore Amnesty International Suisse, qui estime que les pouvoirs judiciaires des différents cantons devraient cesser de poursuivre et de condamner les actes de solidarité. Elle avait aidé 20 personnes, pour la plupart des mineurs non accompagnés, à franchir la frontière entre l’Italie et la Suisse entre août et septembre 2016.

      Suite au procès en appel, qui a eu lieu mardi 10 septembre, la Cour d’appel de Locarno a acquitté Lisa Bosia Mirra de l’accusation d’aide au séjour illégal, mais a maintenu l’accusation d’aide à l’entrée et à la sortie illégales. La Cour a allégé la peine pécuniaire de 8800 francs avec sursis de deux ans assortie d’une amende de 1000 francs. Selon le verdict, la peine pécuniaire est réduite à 2’200 francs et l’amende est supprimée. L’ancienne élue tessinoise fera appel devant le Tribunal fédéral.

      « La Cour de Locarno a confirmé que le fait d’accueillir un migrant clandestin en Suisse pour quelques jours n’est pas punissable. Elle a en outre confirmé qu’il n’est pas punissable de fournir de la nourriture à un étranger en difficulté, ni d’offrir une assistance médicale et des conseils juridiques à un immigrant clandestin sur le point de passer la frontière. C’est un pas dans la bonne direction », a déclaré Pablo Cruchon, responsable de campagne Migrations pour Amnesty Suisse. « Toutefois la peine infligée à Lisa Bosia Mirra demeure inscrite dans son casier judiciaire. Or, elle n’est ni une passeuse, ni une criminelle, elle n’aurait jamais dû être poursuivie ni condamnée en première instance ». Désemparée face au désespoir des jeunes rencontrés à la gare de Côme, et face aux violations de leurs droits de la part des autorités suisses et italiennes, l’ancienne élue tessinoise n’a eu d’autre choix que d’agir selon sa conscience, même si ceci impliquait de violer la loi. »

      « L’article 18 du code pénal prévoit une possibilité de supprimer la peine lorsque l’auteur d’un acte illicite l’a commis pour préserver autrui d’un grave danger. Pourtant, les autorités judiciaires se sont abstenues d’acquitter Lisa Bosia Mirra », déplore Pablo Cruchon. « Les pouvoirs judiciaires des différents cantons devraient cesser complètement de poursuivre et de condamner les personnes qui s’engagent en faveur des droits des migrants, des requérants d’asile et des exilés ».
      Une situation catastrophique aux portes de la Suisse

      En première ligne dans la défense des droits des personnes migrantes et réfugiées, pendant l’été 2016, l’ancienne élue tessinoise avait joué un rôle crucial dans la mise en place de l’aide aux migrants et aux réfugiés qui, dans l’impossibilité de franchir la frontière suisse, campaient aux alentours de la gare de Côme, à quelques kilomètres de la frontière entre l’Italie et la Suisse. Avec son association Firdaus elle a organisé la distribution quotidienne de nourriture et de vêtements, et la mise en place d’une d’assistance légale minimum, en particulier pour les mineurs non accompagnés et les personnes les plus vulnérables.

      La situation précaire à Côme a été amplifiée par de graves violations des droits fondamentaux de la part des autorités italiennes et suisses. L’Italie n’a pas été en mesure de garantir une assistance sanitaire ou un soutien aux mineurs non accompagnés et aux personnes les plus vulnérables, les structures disponibles étant toutes surpeuplées.

      « De son côté, la Suisse à elle aussi agi en violation des droits des mineurs. Pendant l’été 2016, les gardes-frontières suisses ont régulièrement renvoyé vers l’Italie des mineurs, même lorsque ceux-ci avaient demandé la protection de la Suisse, pays dans lequel beaucoup d’entre eux affirmaient avoir de la famille », rappelle Pablo Cruchon. Les autorités chargées de la surveillance des frontières ont aussi empêché des mineurs de transiter par la Suisse pour rejoindre leurs familles en Allemagne ou ailleurs en Europe, en violation du règlement sur le regroupement familial prévu par les accords de Dublin. »
      La société civile se mobilise

      Avec une pétition, Amnesty International et Solidarité sans frontières demandent la révision des lois qui limitent et répriment la solidarité envers les migrants et les réfugiés. Les deux organisations demandent notamment aux parlementaires de soutenir l’initiative parlementaire 18.461 « En finir avec le délit de solidarité », déposée par la conseillère nationale verte Lisa Mazzone, qui vise à modifier l’article 116 de la Loi sur les étrangers et l’intégration (LEI) de façon à ce que la justice ne puisse plus criminaliser des individus prêtant assistance, dès lors qu’ils agissent de manière désintéressée et n’en retirent aucun profit.

      L’initiative parlementaire rappelle que jusqu’à 2008, la Loi fédérale sur le séjour et l’établissement des étrangers (LSEE) contenait une disposition selon laquelle prêter assistance n’était pas punissable dans certaines situations et si les mobiles étaient honorables (art. 23 al. 3 LSEE). Cette disposition a disparu en 2008, lors du remplacement de la LSEE par la Loi sur les étrangers (LEtr).

      Un appel au changement des lois en vigueur est aussi partagé par 134 avocats suisses qui ont rejoint la campagne en faveur de la modification de l’article 116 de la loi sur les étrangers et l’intégration (LEI) et de la dépénalisation de l’aide aux personnes en fuite lorsque le mobile est honorable. Dans leur Déclaration commune, ils invitent les pouvoirs judiciaires des différents cantons à cesser de poursuivre et de condamner des actes de solidarité.

      https://www.amnesty.ch/fr/pays/europe-asie-centrale/suisse/docs/2019/la-peine-de-lisa-bosia-mirra-allegee