• “Fermiamo tutto, altrimenti sarà guerra civile genocida tra Israele e Palestina”: le parole di #Dimi_Reider

    Dimi Reider, giornalista, attivista e fondatore della testata progressista israeliana +972 magazine parla con Fanpage.it del conflitto in corso. “L’unica soluzione? Un solo stato per entrambi i popoli, ma sarà impossibile se oggi esplode una guerra civile genocida nei territori occupati”

    Abbiamo raggiunto al telefono da Londra Dimi Reider, giornalista, attivista e tra i fondatori della testata israeliana progressista +972 mag, che da anni è diventata un punto di riferimento per tutti i media internazionali per il racconto della vita nei territori occupati e della società israeliana. Suoi articoli sono apparsi sul Guardian, New York Times, New Statesman e Foreign Policy, tra gli altri.

    Dopo la richiesta di evacuazione del Nord di Gaza, l’isolamento dalle forniture di acqua e luce e i bombardaamenti a tappeto, questa notte, con il bombardamento dell’Al-Ahli Arabi Baptist Hospital di Gaza, la guerra ha toccato l’apice dell’orrore. Come si può interrompere il ciclo della violenza?

    Dobbiamo amplificare gli appelli a prevenire un genocidio a Gaza e, allo stesso tempo, dire che ciò che Hamas ha fatto è inaccettabile, un crimine di guerra. È perfettamente possibile fare entrambe le cose. È essenziale fare entrambe le cose.
    Ho ancora qualche speranza che tra l’intenzione israeliana di invadere da terra, e la pressione degli Stati circostanti e quella dell’Iran e l’ovvia mancanza di fiducia degli israeliani nei confronti della loro leadership, possa ancora esserci una finestra per evitare questa catastrofe.

    Tuttavia, realisticamente, credo che sia troppo tardi. L’orrore si sta già consumando. I leader occidentali dovrebbero almeno costringere Netanyahu a dare un ultimatum ad Hamas prima di iniziare un’invasione di terra – ad esempio, evacuate i vostri leader e le vostre truppe da Gaza, risparmiate al vostro popolo la distruzione. Sulla falsa riga dell’evacuazione di Arafat da Beirut a Tunisi nella prima guerra del Libano. Ma letteralmente nessuno – leader occidentali, Netanyahu, Hamas – vorrà seguire questa strada. Almeno non ancora. Non prima che un’enorme porzione di Gaza vada in rovina e che il numero di morti israeliani sia superato molte volte da quelli palestinesi.

    Quale prospettiva vedi per questo conflitto asimmetrico?

    Vedo tre opzioni per l’immediato futuro. Una è Grozny a Gaza: distruzione totale, evacuazione, eliminazione dell’élite politica e poi, forse, ricostruzione. La seconda è Grozny a Gaza e la Jugoslavia/Rwanda dappertutto, forse con un’ulteriore guerra con Hezbollah. Non esiste uno scenario di vittoria palestinese: anche se Israele perdesse contro forze esterne – il che è dubbio, soprattutto se gli Stati Uniti si impegnano a entrare in guerra -, i palestinesi perderebbero per primi, in modo orribile. E il terzo scenario, altrettanto tragico ma migliore in termini di vite umane perse, è una capitolazione/compromesso di Hamas prima che Gaza sia completamente distrutta e il resto di Israele-Palestina esploda. Questo è possibile se Hamas cede prima del previsto, se i danni alle città israeliane sono più gravi del previsto o se l’uso degli ostaggi è più efficace del previsto. Al momento questo sembra lo scenario meno probabile.

    Quali obiettivi vedi dietro l’attacco del 7 ottobre? Motivi interni, far saltare gli accordi di Abramo, una forma spontanea di resistenza, come sostengono alcuni?

    Che sia stata una forma di resistenza «spontanea» mi sembra l’ipotesi meno plausibile. Sappiamo da fonti di Hamas che l’attacco è stato pianificato per un anno, forse due. Si è trattato di un’operazione militare – che si è rapidamente trasformata in un massacro – estremamente ben pianificata e ben eseguita. Per quanto riguarda gli obiettivi posso solo fare ipotesi. Sembrerebbe che Hamas volesse ripristinare la propria credibilità come movimento di resistenza, piuttosto che come un’OLP meglio organizzata. L’OLP è infatti corrotta, inefficiente e collabora strettamente con Israele. Hamas voleva reinserirsi come attore nell’intera arena politica palestinese, non solo a Gaza. E, piuttosto che far saltare gli Accordi di Abramo voleva un posto al tavolo, per essere preso in considerazione nel processo.

    Come inquadrare l’attacco di Hamas? Haggai Matar ha scrittoche il terrore e la violenza subiti dagli israeliani sono ciò che di solito subiscono i palestinesi.

    Dobbiamo parlare di crimini di guerra, avvenuti nel contesto di sette decenni di conflitto e compiuti in nome della comunità indubbiamente più debole e oppressa. Sono stati sia un attacco diretto alla strategia di assedio e contenimento di Israele, sia alla sua politica di divisione e conquista.

    L’operazione doveva mettere in mostra la formidabile potenza militare di Hamas e mettere al sicuro gli ostaggi, così da negoziare il rilascio del massimo numero possibile di prigionieri palestinesi. Sarebbe così diventato un rappresentante degli interessi nazionali palestinesi, con più successo dell’OLP. L’attacco doveva inoltre mettere a dura prova l’invincibilità israeliana, conseguendo un risultato con implicazioni regionali. Un altro obiettivo era quello di creare video indimenticabili di palestinesi in gabbia che evadono da Gaza, tornano sul loro territorio storico e conquistano una o due città con la forza – qualcosa che nessun gruppo palestinese ha mai realizzato, nemmeno nel 1948.
    Il collasso militare israeliano, tuttavia, è stato così rilevante che Hamas ha effettivamente raggiunto tutti questi obiettivi in un paio d’ore – ma poi ha continuato ad agire senza freni annullando i propri risultati. Questa brutalità – dal massacro al festival musicale, a quello di famiglie nei kibbutzim – ha posto Hamas fuori di qualsiasi tipo di negoziazione, sia per il cessate il fuoco che per gli ostaggi. Ha dato così carta bianca a Israele in occidente.

    La sinistra ebraica contro l’occupazione, in Israele e nella diaspora, è stretta tra il mainstream che ripropone la retorica dello scontro di civiltà e ignora le vittime palestinesi e parte della sinistra radicale – poco rilevante pubblicamente ma ingigantita nella percezione dalla stigmatizzazione sui media – che ignora le vittime israeliane. Le forze contro l’occupazione in Israele sono deboli e lo saranno sempre più? C’è una sensazione di isolamento rispetto alla solidarietà internazionale?

    Le prime 72 ore dopo l’attacco di Hamas hanno messo in luce alcune divisioni molto importanti nel movimento di solidarietà internazionale, sia all’interno della sinistra palestinese che tra altri attivisti internazionali e israeliani. Personalmente, penso che l’atteggiamento che legittima uccisione dei bambini israeliani faccia perdere credibilità alla giusta opposizione all’uccisione di bambini palestinesi. Abbiamo bisogno di coerenza morale. E credo che la reazione agli attentati metta in luce il fatto che la nostra coerenza morale è traballante.

    Dovremmo usare quest’ultima settimana per fermarci prima dell’abisso in cui si sta per precipitare. Ovviamente ciò che sta accadendo a Gaza è orribile e non è affatto giustificato da ciò che ha fatto Hamas. Inoltre, non ha alcun valore militare. Ma, se anche l’avesse, prendere di mira i civili è profondamente sbagliato.

    Il giornale progressista Haaretz ha incolpato Netanyahu per il fallimento della sicurezza. Pensi che il governo diventerà più forte – magari assorbendo l’opposizione e sfruttando la fine delle proteste contro la riforma giudiziaria – o più debole?

    Entrambe le cose. Probabilmente sopravviverà alla guerra stessa. Ma Netanyahu è completamente finito politicamente. Anche prima dell’attacco non era ben messo. Ora è diventato il primo ministro che peggio di tutti ha fallito nel proteggere Israele e il suo popolo. È qualcosa che gli israeliani non perdoneranno mai. Prima di lui, la prima ministro più odiato è stato Golda Meir. Il fallimento di Netanyahu supera il suo di un ordine di grandezza.

    Hai scritto – e sono d’accordo – che la soluzione dei due Stati è morta. Un unico Stato uguale per ebrei e palestinesi è un’opzione praticabile quando neanche si riesce a fermare l’escalation?

    Credo che uno Stato unico sia un’ipotesi percorribile, anche se più tardi di quanto avrei stimato. A meno che una delle due comunità non scompaia completamente come forza politico-demografica dalla Palestina storica (e purtroppo è facile dire quale comunità sarà). Se me lo avessi chiesto una settimana fa, ti avrei detto che uno Stato binazionale e consociativo che riconosca le differenti vicende storiche e garantisca la sicurezza e i diritti fondamentali di entrambe le comunità è qualcosa che potevamo ragionevolmente sperare di vedere all’orizzonte tra vent’anni. Oggi, ti direi che questa tempistica si è allungata a 40 – 50 anni, più di una generazione. Ma questo non è un motivo per smettere di lavorare. Al contrario. Ora però la priorità è evitare una guerra civile genocida.

    https://www.fanpage.it/esteri/fermiamo-tutto-altrimenti-sara-guerra-civile-genocida-tra-israele-e-palestin
    #Israël #Palestine #7_octobre_2023 #à_lire #Gaza #génocide #Hamas #crimes_de_guerre #otages #cohérence_morale #Netanyahu

    • Pour celles et ceux qui ne savent pas de quoi on parle : La Mimo, une militante de 36 ans qui participait à toutes les manifs à Santiago, au Chili (sous une forme particulièrement violente puisqu’elle était mime et déguisée en clown), a été arrêtée pendant l’État d’Urgence par la police chilienne, puis violée, torturée, assassinée, et finalement son cadavre pendu à une grille, dans la rue...

      Non, on n’est pas en 1973, mais bien en 2019, et c’est pour ça qu’ils ne lui ont pas coupé les doigts...

      Un article en espagnol :

      « La Mimo » : la artista que apareció colgada en medio de la represión en Chile
      El Patagonico, le 21 novembre 2019
      https://www.elpatagonico.com/la-mimo-la-artista-que-aparecio-colgada-medio-la-represion-chile-n5066721/amp

    • Je n’arrive pas à trouver d’informations précises. Les seules informations disant qu’elle a été torturée et violée venant du collectif « Ni una menos ». Quand quel jour son corps a-t-il été retrouvé ? (le dimanche 20 apparemment) De quand est la date de son décès d’après les médecins ? Par qui a-t-elle été auscultée (les médecins de l’état/police ? des médecins indépendants ?)

      À la fois on n’a pas envie d’y croire car c’est super horrible, à la fois on a envie d’y croire car ça prouve que le gouvernement et la police sont de nouveau comme la dictature, et que c’est des gros méchants et que nous on est du bon côté, mais dans tous ça, c’est bien d’avoir des précisions sur les infos quand même, autre que des circulations de réseaux sociaux (et comme j’ai plus beaucoup de vocabulaire espagnol, c’est compliqué de trouver pour l’instant).

    • La plupart des articles utilisent le conditionnel ; celui ci, daté du 21/11, ne l’utilise pas sur les faits : La Mimo a été retrouvée pendue, accrochée à une grille, le dimanche 20 octobre.

      Conmoción en Chile por artista violada, asesinada y colgada de una reja
      https://www.periodicoelprogreso.com/conmocion-en-chile-por-el-asesinato-de-daniela-carrasco/57019/2019

      Se trata de Daniela Carrasco. Culpan a las fuerzas policiales.

      La muerte de Daniela Carrasco, la artista callejera conocida como ‘La Mimo’, causa conmoción en Chile. El cuerpo de la mujer fue hallado colgando de una reja y acusan a las fuerzas policiales del país andino haberla secuestrado, violado y asesinado.

      El domingo 20 de octubre, ‘La Mimo’, de 36 años de edad, fue encontrada ahorcada, colgada de una reja en un paraje cercano al Parque André Jarlan. La zona queda en la comuna de Pedro Aguirre Cerda, en el sector sur de Santiago de Chile.

      En redes sociales circularon versiones que refieren que la última vez que Carrasco fue vista con vida había sido detenida por carabineros. Las dudas se acrecentaron con la difusión de un video, en el que un hombre encuentra colgado el cuerpo de una persona —presuntamente ‘La Mimo’— en la comuna de Pedro Aguirre Cerda.

      El Sindicato Nacional Interempresa de Actores y Actrices de Chile (Sidarte) exigió el esclarecimiento de las circunstancias de la muerte de la artista. “El Estado de Chile debe responder y transparentar la participación de fuerza policial en su muerte. Estamos consternados y exigimos justicia”, publicó el Sidarte en su cuenta de Twitter.

      Por su parte, el colectivo feminista #NiUnaMenos-Chile denunció en la misma red social que a Daniela Carrasco “la ultrajaron, torturaron y asesinaron”.

      El colectivo feminista reiteró la exigencia de investigar y esclarecer el “feminicidio” de ‘La Mimo’, que supuestamente ocurrió en medio del estado de emergencia y toque de queda decretados por el presidente Sebastián Piñera, tras las fuertes protestas en varias ciudades chilenas para exigir su renuncia.

    • Cet article, en date du 26/10/19, de La República péruvienne contient les mêmes informations factuelles sur la découverte du corps et du conditionnel pour les circonstances (viol par du «  personnel en uniforme  »…).

      Chile : hallan muerta a artista callejera y exigen investigar a policías
      https://larepublica.pe/mundo/2019/10/26/protestas-santiago-de-chile-crisis-en-chile-daniela-carrasco-la-mimo-que

      Algunas fuentes aseguran que Daniel Carrasco, conocida como ‘La Mimo’, fue abusada sexualmente por uniformados antes de ser ahorcada. Diversas agrupaciones exigen investigar su caso.
      […]
      A la fecha, 19 personas murieron por los enfrentamientos contra las autoridades. Dentro de esta lamentable cifra se encuentra Daniela Carrasco, una artista callejera de 36 años a quien conocían como ‘La Mimo’.

      El cadáver de la mujer fue encontrado colgado de una reja de la comunidad Pedro Aguirre Cerca, al sur de Santiago de Chile.

    • En italien

      "È stata rapita dalle forze militari nei giorni della protesta il 19 ottobre"denuncia il sindacato nazionale di attori e attrici del Cile, che in questi giorni ha chiesto il chiarimento delle circostanze della morte di Daniela Carrasco. "Lo Stato del Cile deve rispondere e rendere trasparente la partecipazione delle forze di polizia alla sua morte. Siamo sgomenti e chiediamo giustizia". Il corpo è stato scoperto lo scorso 20 ottobre appeso a una recinzione in un luogo vicino al parco André Jarlan, nel comune di Pedro Aguirre Cerda, nel settore meridionale di Santiago del Cile. Il corpo della ragazza appeso all’inferriata, filmato con un cellulare è ora finito in un video diventato virale. Dall’ufficio della Polizia hanno fatto sapere che si trattava di suicidio. Il rapporto ufficiale, infatti, ha negato tracce di violenza sessuale, di sevizie e ha attribuito la morte all’impiccagione, che sarebbe avvenuta per mano della stessa Daniela.

      continua su: https://www.fanpage.it/esteri/la-morte-di-daniela-carrasco-violata-torturata-ed-esposta-impiccata-come-un-
      http://www.fanpage.it

    • Émission du 27/10/19, la position officielle du procureur est que le décès est qualifié de suicide : elle serait morte asphyxiée, par elle-même, sans trace d’aucune autre agression (1:10-1:26)

      Investigan muerte de mujer encontrada ahorcada en sitio eriazo de Pedro Aguirre Cerda - La Red : La Red
      https://www.lared.cl/2019/programas/asi-somos/investigan-muerte-de-mujer-encontrada-ahorcada-en-sitio-eriazo-de-pedro-aguirr

      El domingo pasado Daniela Carrasco fue encontrada muerta.

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      Version reprise aujourd’hui même 22/11/19 par El Dínamo, journal chilien :
      Le procureur a qualifié le décès de suicide, le rapport de la médecine légale indiquant la cause de décès asphyxie par pendaison, l’intervention de tiers étant exclue

      Crisis social : las 23 muertes que son investigadas por la fiscalía
      https://www.eldinamo.cl/nacional/2019/11/22/muertes-fiscalia-crisis-social-fallecidos-investigaciones

      Daniela Carrasco
      Otra de las investigaciones abiertas de la Fiscalía Metropolitana Sur tiene relación con la muerte de la artista callejera de 36 años, Daniela Carrasco, quien fue hallada sin vida colgando de una reja en un sitio eriazo en la comuna de Pedro Aguirre Cerda, cerca del Parque André Jarlan.

      El caso fue descubierto luego de que un hombre que pasaba por el lugar grabó un video de la situación, quien sospechaba que la joven había sido víctima de violencia policial, incluso se especuló que la artista había sufrido abuso sexual.

      Sin embargo, desde la fiscalía señalaron que el deceso de Carrasco está siendo indagado como suicidio, ya que el informe del SML determinó que la causa de muerte fue asfixia por ahorcamiento, descartando la participación de terceros en la muerte.

      On notera que la quasi totalité des cas de «  décès du fait de la crise sociale  » abordés dans l’article d’ El Dínamo résultent de causes extérieures à l’action des forces de maintien de l’ordre, genre : suicide dans le commissariat

    • #JusticiaparaElMimo: il mondo intero chiede la verità sulla manifestante torturata e uccisa in Cile

      Daniela Carrasco uccisa in Cile: i social si mobilitano per Mimo

      “Daniela è stata violentata, torturata e impiccata perché simbolo delle proteste in Cile”, denuncia il coordinatore di “Ni Una menos” e i social network si mobilitano per chiedere chiarezza sulla morte di Daniela Carrasco, la 36enne artista di strada e simbolo delle proteste in Cile, ritrovata impiccata domenica 20 ottobre.

      Un evento tragico risalente ormai ad un mese fa, di cui i media non hanno dato notizia fino alle scorse ore perché il 20 novembre è arrivata la perizia sul corpo della giovane donna ma la sua morte resta ancora avvolta nel mistero.

      L’hashtag #JusticiaparaElMimo fa il giro del mondo e il naso rosso di Mimo inonda le bacheche di centinaia di migliaia di persone che vogliono la verità sull’omicidio che scuote il Cile.

      “Quando l’odio diventa codardo se ne va mascherato in società e si fa chiamare ‘giustizia’”, recita una vignetta condivisa su Twitter e dedicata alla giovane uccisa durante gli scontri antigovernativi che da quattro settimane stanno martoriando il Cile.

      L’artista di strada 36enne è stata ritrovata morta impiccata. In un primo momento era stato ipotizzato il suicidio, ma altri dettagli stanno emergendo anche grazie alla mobilitazione dei cittadini e del web. Una reazione che non conosce confini e valica le frontiere del Cile: a chiedere chiarezza c’è anche l’associazione italiana Non una di meno.

      “La vergogna delle barbarie umane si ripeterà sempre tra l’indifferenza e la connivenza”, scrive qualche altro utente. E c’è chi parla perfino di “femminicidio di Stato”.

      A lanciare sospetti sulla sorte di Daniela Carrasco e sulle altre vittime di violenza in Cile sarebbero anche le parole del presidente Sebastian Piñera il quale ha confermato gli abusi sui manifestanti da parte delle forze dell’ordine. “C’è stato un eccessivo uso della forza, ci sono stati abusi e i diritti di tutti non sono stati rispettati”, ha detto in conferenza stampa Piñera.

      https://www.tpi.it/esteri/daniela-carrasco-mimo-cile-campagna-social-20191122502504

    • *Cile, è ancora avvolta nel mistero la morte di Mimo:

      “Torturata per aver preso parte alle proteste”*

      Daniela Carrasco è stata trovata impiccata ad un albero: la prima ipotesi era di suicidio. La donna, conosciuta come «El mimo», aveva preso parte alle proteste che stanno infiammando il Cile. Non si esclude che la sua morte sia dovuta a torture e violenze sessuali.

      Cile, Mimo è morta in strane circostanze dopo le proteste

      In Cile va avanti da quattro settimane una violenta guerriglia urbana in seguito alle proteste iniziate il 14 ottobre contro i costi del servizio pubblico. I cortei, iniziati nella capitale Santiago, hanno poi assunto la dimensione nazionale contro le politiche del Governo e il bilancio è di 22 morti e oltre 2000 feriti.

      Tra le morti verificatesi, spicca quella di Daniela Carrasco, donna di 36 anni, artista di strada conosciuta come “La Mimo”. Nella giornata di mercoledì 20 novembre è stato consegnato ai suoi genitori la perizia effettuata. Dopo la prima ipotesi del suicidio, si fa strada anche l’opzione di una morte “simbolica”, a seguito di torture e violenze sessuali, che servisse da monito alle donne cilene.

      Daniela Carrasco è stata ritrovata domenica 20 ottobre senza vita impiccata ad un albero nelle vicinanze del arco “André Jarlan”, nel comune di Pedro Aguirre Cerda.

      Inizialmente, i medici avevano ipotizzato un suicidio, e dalla perizia, che ha accertato la morte per soffocamento. Non risulterebbero dal rapporto della polizia scientifica violenze né torture, almeno secondo le fonti ufficiali e le dichiarazioni del procuratore.

      Tra chi chiede giustizia per la donna che aveva preso parte alle manifestazioni cilene infatti sta prendendo piede un’altra ricostruzione.

      Daniela Carrasco sarebbe stata infatti vittima di terribili torture e ripetute violenze sessuali, per erigerla a esempio per tutte le donne che stanno scendendo in piazza nell’ultimo mese per protestare contro il governo cileno. Sarebbero infatti molte le donne scomparse a seguito delle proteste.

      A sostenere questa ipotesi è il coordinatore di “Ni Una menos“, il corrispettivo cileno dell’organizzazione Non una di meno, che sui social network ha denunciato come Daniela sia stata “è stata violentata, torturata, nuovamente violentata fino al punto di toglierle la vita”. Accuse sostenute anche dalla rete di attrici cilene, secondo cui la 36enne “è stata rapita dalle forze militari nei giorni della protesta il 19 ottobre”.
      Il presidente Pinera ammette gli abusi

      Intanto, il presidente cileno Sebastian Pinera ammette i recenti abusi della polizia sui manifestanti: “C’è stato un eccessivo uso della forza, ci sono stati abusi e i diritti di tutti non sono stati rispettati”, ha detto nel corso di una conferenza stampa al palazzo presidenziale de La Moneda ha riconosciuto un eccesso di violenza da parte delle forze dell’ordine nella repressione delle proteste e dei disordini.

      Il presidente ha aggiunto, nel corso del suo discorso di domenica, che “né gli atti di inusitata violenza né gli abusi resteranno impuniti”, garantendo adeguata assistenza affinché “le procure e i tribunali possano indagare e fare giustizia”.

      Quella giustizia che ancora non è stata fatta per la morte di Mimo.

      https://www.tpi.it/esteri/cile-proteste-morte-mimo-daniela-carrasco-20191121501561

    • Comme ce serait formidable d’avoir la traduction Deepl (500€/an) qui respecte beaucoup mieux le féminin, les textes originaux, les noms d’associations … et les sauts de lignes, utilise un français correct ou un procuratore ne devient pas avocat par un tour de passe passe de traduction !

      par exemple Deepl traduit

      Pour étayer cette hypothèse, le coordinateur de « Ni Una menos », l’homologue chilien de l’organisation Non una di meno, a dénoncé sur les réseaux sociaux comment Daniela a été "violée, torturée, violée à nouveau au point de prendre sa vie. Accusations également soutenues par le réseau d’actrices chiliennes, selon lesquelles la jeune femme de 36 ans « a été enlevée par les forces militaires pendant les jours de la manifestation du 19 octobre ».

      tandis que GooG accumule les erreurs

      Pour soutenir cette hypothèse, le coordinateur de « Ni Una menos », correspondant chilien de l’organisation Pas de moins, qui sur les réseaux sociaux a dénoncé comment Daniela était « a été violée, torturée, encore violée au point de la renvoyer la vie ». Accusations également soutenues par le réseau d’actrices chiliennes, selon lequel le jeune homme âgé de 36 ans « a été kidnappé par les forces militaires à l’époque de la manifestation du 19 octobre ».

    • C’est un peu ce que je demandais dès le départ : qui a fait faire l’autopsie, la police, la famille ? Et du coup en fait ça fait une semaine ou plus que sur tous les réseaux sociaux, les gens partagent en chaine le fait qu’elle a été torturée et tuée et que c’est une martyre, et en fait sa famille elle-même dit qu’elle s’est suicidée ? (mais elle a très bien pu se suicider après s’être fait torturer et violer, ça non plus c’est pas impossible et pas clair ! sauf que qui a dit qu’elle s’est faite violée, est-ce que c’est l’autopsie demandée par la famille aussi ou d’autres gens sans preuves ? j’ai pas réussi à comprendre d’où venait cette première info !)

      Bref, faut continuer de chercher et recouper vraiment les infos…

    • Ce que l’on entrevoit dans la vidéo de la découverte de son corps, suspendu à une grille, ne milite pas vraiment pour un suicide.

      Pour le reste, la confiance qu’on peut accorder à la police et à la médecine légale dans ce contexte est toute relative.

      Et dans un contexte de répression violente, avec certainement des éléments durs dans les forces de répression, chercher une source fiable semble difficile, voire dangereux.

    • Je sais bien pour le contexte, mais ya quand même pas que les infos de la police qui arrivent non ? D’où ma question de savoir d’où venaient les infos concrètement, évidemment que si les seules infos viennent des médecins de la police il ne faut pas faire confiance ! Mais ça n’empêche que pour affirmer des choses il faut forcément se baser sur des faits, il faut que Ni una menos ait pu voir le corps, voir des marques, etc, pour affirmer ensuite des choses. Dans toutes les déclarations je ne vois aucune mention indiquant d’où sortent les informations alors qu’il pourrait y avoir des phrases du genre « Nous avons pu voir son corps et nous avons vu… » ou même « Des conaissances ont pu voir son corps… » mais non, ya aucune indication du tout.

      La déclaration officielle de l’association « Avocates féministes du Chili », qui bosse directement et bénévolement pour la famille de Daniela, c’est pas une information aussi fiable que le reste ? Elles indiquent que ça pourrait décrédibiliser le mouvement social de propager des infos sans sources. Mais après je ne connais pas les forces en présence, peut-être que c’est une association de bourgeoises hors du mouvement social et qu’il ne faut pas leur faire confiance. Je n’ai pas encore trouvé de réaction de Ni una menos à cette déclaration.

      https://twitter.com/Abofemcl/status/1197997836299833344

      DECLARACIÓN PÚBLICA SOBRE MUERTE DE DANIELA CARRASCO
      El 20 de octubre, en pleno estallido de la crisis que hasta hoy atraviesa nuestro país, el cuerpo sin vida de Daniela Carrasco (36 años), más conocida como “La Mimo” apareció en la comuna de Pedro Aguirre Cerda.

      En medio de la crispación de esos días, distintas declaraciones fueron emitidas por organizaciones y colectivos, indicando que había pruebas de ensañamiento, tortura y que el crimen había sido realizado por agentes del Estado.

      Apenas la noticia llegó a oídos de Abofem, nuestras socias se pusieron en contacto con la familia y hoy llevan el caso de manera pro bono.

      Es por eso que, a pesar de que nunca nos referimos a los casos que llevamos, nos vemos en la necesidad de exigirle a la ciudadanía y también a los medios de comunicación que no sigan compartiendo información sin fuentes verificadas.

      Desde Abofem instamos a respetar tanto la memoria de Daniela como a su familia, quienes en incontables ocasiones han pedido cautela y trato digno en su duelo.

      Lamentablemente, día tras día seguimos viendo noticias falsas en medios de comunicación nacionales e internacionales, lo que nos parece del todo condenable, sobre todo teniendo en cuenta nuestro actual contexto.

      Además, nos hemos visto en la necesidad de salir a apoyar a la familia, quienes han sufrido el constante asedio por parte de periodistas y curiosos, lo que se suma a nuestra labor de solicitar y verificar que por parte del Ministerio Público...

      se realicen todas las diligencias investigativas pertinentes y conducentes para descartar cualquier participación de un tercero en este lamentable hecho, con la mayor diligencia.

      Queremos recordarles que la investigación para esclarecer las circunstancias de la muerte de Daniela sigue en curso y que los antecedentes que hasta ahora se manejan indican que habría dejado una carta explicando las razones de un eventual suicidio y que no se hallaron signos evidentes o patentes de tortura o agresión sexual. Indicamos lo anterior, sin perjuicio de que los informes médicos forenses puedan indicar algo distinto más adelante.

      También queremos aclarar, a pedido de la familia de Daniela, que no han solicitado dinero por redes sociales ni están vendiendo objetos con su imagen. Cualquiera de esas situaciones, no va en beneficio de la familia y constituye un aprovechamiento que solo profundiza su dolor

      Instamos a la ciudadanía, a las organizaciones y a los medios de comunicación a elevar los estándares éticos y profesionales para no vulnerar la memoria de Daniela ni a su familia, ni tampoco deslegitimar el movimiento social con noticias falsas sin fuentes verificables.

      De todos y cada uno de nosotr@s depende darle un trato digno a cada caso que aparezca durante estos tiempos.
      Fin.