Morte del pastore Ousmane, Pingue : â€Å“Condizioni di vita disumaneâ€

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  • #Abruzzo, pastore 23enne della Guinea morto mentre cerca di scaldarsi: indagato il datore di lavoro

    Il giovane lavoratore è morto per le esalazioni da monossido di carbonio, mentre cercava di riscaldarsi nella sua stanza senza coperte e riscaldamenti

    Aveva 23 anni Ousmane Kourouma, il pastore della Guinea morto sabato 23 novembre nelle campagne di Goriano Sicoli, in Abruzzo. Ora la procura della Repubblica di Sulmona ha iscritto il suo datore di lavoro nel registro degli indagati.

    Kourouma viveva in una stanza di 3 metri ricavata da un ex caseificio dove ora si trova la stalla delle pecore a cui doveva badare per conto degli imprenditori agricoli della Valle Peligna.

    Non avendo il riscaldamento, il giovane pastore ha cercato di riscaldarsi riempiendo un bidone di legna e accendendo il fuoco. Kourouma è morto poche ore dopo a causa delle esalazioni da monossido di carbonio. Dalle prime indagini, parrebbe che il ragazzo non avesse a disposizione nemmeno una coperta con cui coprirsi.

    Una morte causata indirettamente dalle pessime condizioni di vita nelle quali viveva il lavoratore, e ora il suo datore, un imprenditore originario di Ceccano, dovrà dimostrare ai magistrati di non avere responsabilità. Di aver garantito, cioè, tutte le tutele necessarie al pastore, a fronte del contratto regolare che il datore di lavoro ha dichiarato di aver stipulato con Kourouma.

    Bisognerà capire anche se al giovane siano state fornite tutte le assistenze di cui aveva bisogno, dato che, come anticipato da alcuni media, parrebbe che Kourouma sia andato in ospedale nei giorni precedenti perché non si sentiva bene. L’autopsia fornirà maggiori dettagli sullo stato di salute del ragazzo, aggiungendo maggiori dettagli sulle sue condizioni lavorative.

    http://www.zac7.it/index/zac7_2015/index_dx_css_new_2015.php?pag=16&art=28371&categ=CRONACA&IDX=28371
    #travail #exploitation #montagne #mourir_de_froid #asile #migrations #réfugiés #Italie

    • Pastore morto, oggi l’autopsia. L’intervento di Sbic a sostegno degli ultimi

      Si svolgerà oggi l’autopsia sul corpo del giovane pastore #Kourouma_Ousmane morto per le esalazioni di monossido di carbonio a #Goriano_Sicoli mentre tentava di scaldarsi con un braciere. Il suo datore di lavoro è indagato. Anche perché il 23enne era costretto a vivere in condizioni a dir poco precarie, senza riscaldamento in un paese di montagna. Sulla vicenda interviene anche Sbic che ribadisce la sua vicinanza agli ultimi. “Di qualunque nazionalità siano, i poveri, gli ultimi devono essere al centro della nostra attenzione” spiegano “al centro della gestione del nostro impegno amministrativo. Controlli sulla situazione esistente e politiche sociali non abborracciate all’ultimo momento sono indispensabili per la nostra convivenza civile. Questo è importante che si faccia e questo controlleremo che si faccia al Comune di Sulmona. Mai più morti, mai più ciniche politiche amministrative, ne va della nostra vita quotidiana e della nostra storia”. (foto: dal sito di Rifondazione Comunista)

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      #berger

    • Pastore morto, l’autopsia conferma la causa della morte, si indaga per omicidio colposo

      È morto per esalazioni da monossido di carbonio derivante dal braciere che aveva acceso per scaldarsi. L’autopsia sul corpo del giovane pastore Ousmane, svolta dal dottor Miccolis, ha accertato la causa della morte. Il 23enne, originario della Guinea, viveva in condizioni ritenute disumane a Goriano Sicoli nell’azienda agricola dove lavorava. La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità, unico indagato è il datore di lavoro del pastore, un imprenditore di Canneto residente a Sulmona, che ha rilevato la gestione dell’azienda agricola da un 71 enne di Goriano Sicoli, che ne è comunque il proprietario. Si indaga per omicidio colposo.

      http://www.zac7.it/index/zac7_2015/index_dx_css_new_2015.php?pag=16&art=28379&categ=CRONACA&IDX=28379
      #élevage #agriculture

    • Morte del pastore Ousmane, Pingue: “Condizioni di vita disumane”

      Sulla morte, per esalazioni di monossido di carbonio, del pastore Ousmane a Goriano Sicoli interviene anche il consigliere comunale Fabio Pingue di Italia Viva che sottolinea la necessità di “restare umani”. “Le condizioni disumane in cui è stato costretto a vivere” spiega Pingue “ non trovano dignità in quello che ha la pretesa di definirsi un paese civile. Io, come suo coetaneo e come figlio di una famiglia italiana di migranti, mi vergogno profondamente della barbarie sociale in cui il nostro Paese è rovinosamente caduto. Come Consigliere Comunale mi sento in dovere di dare voce al suo doloroso silenzio. Questo terribile episodio fa male al nostro territorio, da sempre contraddistinto dalla solidarietà e dall’aiuto reciproco, simbolo di ciò che ci contraddistingue come gente“forte e gentile”. Sebbene viviamo tempi fluidi che rincorrono il consenso giocando sulla paura dell’altro, la strada non può essere quella della barbarie”. Pingue, in occasione della votazione sull’ordine del giorno per il conferimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Segre chiederà al Consiglio Comunale di Sulmona di osservare un minuto di silenzio per Ousmane.

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    • Ucciso a 23 anni da esalazioni braciere. ’Fine di un immigrato sfruttato’. Succede a Goriano Sicoli

      Un tugurio di tre metri quadrati per quattro con un lavello e un fornello e un bidone in cui ammucchiava legna per scaldarsi e che l’ha ucciso.

      Ousmane Kourouma, aveva 23 anni ed era originario della Guinea. Lavorava a Goriano Sicoli (Aq) come pastore. L’hanno trovato senza vita in una stanza dell’azienda agricola per cui lavorava. Un vano ricavato da un ex caseificio e che una volta veniva usato per la stagionatura dei formaggi.

      Il giovane, che in Africa ha moglie e figli e che risiedeva ufficialmente a Firenze, era stato messo in un locale, con vista stalla e senza riscaldamento. Tra i monti d’Abruzzo al gelo. Per non morire di freddo, costretto a trasformare un barile di metallo in un’arrangiata stufa, a 800 metri di altitudine. Porta e finestra sbarrate per trattenere un po’ di calore e il fumo che ha riempito l’ambiente. Intossicazione da monossido di carbonio, dice una prima ricognizione cadaverica fatta dai medici del 118. Ci sono indagini in corso, dei carabinieri e della magistratura.

      Kourouma, dal luglio scorso, si occupava di un gregge di 300 pecore. A trovarlo senza vita, in quella camera trasformata in trappola mortale, è stato il datore di lavoro. «Confidiamo - scrive Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione comunista - Sinistra europea - che la procura della Repubblica di Sulmona, che aperto un’inchiesta, accerti tutte le responsabilità. Ousmane, per riscaldare l’ambiente dove alloggiava e dormiva, aveva acceso un braciere che ne avrebbe causato il decesso durante la notte».

      «Questo ragazzo - prosegue Acerbo - non è morto per un incidente, è morto di sfruttamento. Come si fa a far vivere una persona in un locale in zona montana senza riscaldamento? Non è la prima tragedia di questo genere in Italia e in Abruzzo. Lavoratori immigrati a cui non si garantisce neanche il riscaldamento. E’ normale e accettabile? Il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire un alloggio decente. Ma perchè preoccuparsi tanto sono solo immigrati. Chi va a controllare queste situazioni? Quanti sono ora in Abruzzo e in tutta Italia nella situazione di Korouma? Chiediamo controlli a tappeto in tutte le aziende per verificare se i lavoratori hanno un contratto e in che condizioni stanno».

      https://www.abruzzolive.tv/cronaca/pastore-muore-freddo-esalazioni-braciere-it25594.html