Professionelle Asylbetreuung und Beschäftigungsprogramme

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  • #Macomer, il Cpr affidato alla società svizzera Ors

    Il contratto è stato firmato all’inizio del mese, ancora incerta la data di apertura Nell’appalto la gestione di tutti i servizi del centro per il rimpatrio degli immigrati

    https://www.lanuovasardegna.it/nuoro/cronaca/2019/12/15/news/macomer-il-cpr-affidato-alla-societa-svizzera-ors-1.38217425
    #asile #migrations #réfugiés #déboutés #renvois #CPR #rétention #détention_administrative #Italie #ORS #privatisation

    Ajouté à la métaliste sur ORS:
    https://seenthis.net/messages/802341#message818363

    • Sardegna – Il CPR di Macomer apre il 18 dicembre

      Ieri sulla stampa locale (https://www.unionesarda.it/articolo/news-sardegna/nuoro-provincia/2019/12/08/il-cpr-di-macomer-riapre-il-18-dicembre-in-arrivo-un-centinaio-di-136-96) è stata annunciata l’apertura del CPR di Macomer, in provincia di Nuoro, per il 18 dicembre 2019, quando verranno detenute nel nuovo lager le prime 50 persone.

      L’ex casa circondariale di Macomer, sita alla periferia della cittadina, nella Zona Industriale di Bonu Trau, era vuota dal 2014. Dopo la decisione di trasformarla in un CPR negli ultimi mesi erano stati effettuati dei lavori di ristrutturazione da parte del 2° reparto genio dell’Aeronautica Militare, conclusi ad ottobre.

      Lo scorso 8 novembre la Prefettura di Nuoro aveva aggiudicato (www.prefettura.it/FILES/AllegatiPag/1210/Decreto_prefettizio_di_aggiudicazione_ORS_Italia_S.r.l..doc) definitivamente “l’appalto dei servizi di gestione e funzionamento del Centro di Permanenza per i Rimpatri (C.P.R.) di Macomer (NU) per una ricettività iniziale di 50 posti elevabili a 100” alla ORS Italia srl. Il 3 dicembre era stato stipulato il contratto dell’importo di 570.000 euro per 12 mesi.


      ORS Service AG (https://www.ors.ch/it-IT/Home) è una società privata svizzera che da 25 anni si occupa della gestione dei richiedenti asilo in Svizzera, Austria e Germania. Con “10.000 richiedenti asilo e profughi assistiti quotidianamente, ORS è già oggi tra le società private leader nel campo dell’assistenza ai migranti prevalentemente nei Paesi di lingua tedesca.” Nell’estate del 2018 la ORS “inizia ad attuare la propria strategia di crescita nei Paesi europei del Mediterraneo. Come prima nazione è stata scelta l’Italia con la fondazione di una società affiliata, la ORS Italia S.r.l. (https://www.ors.ch/ORSS/media/ORSSMediaLibrary/22082018-Comunicato-stampa-ORS-Italia.pdf), con sede a Roma. La nuova controllata, costituita a metà luglio 2018, partecipa in Italia a bandi di gara nei settori dell’alloggiamento, dell’assistenza, della consulenza sociale e dell’integrazione per profughi e richiedenti asilo.” Un’interessante inchiesta “sull’intreccio globale di politica e finanza” che si cela dietro la ORS era stata pubblicata in Italia nel gennaio di quest’anno, è possibile leggerla a questo link: https://valori.it/ors-finanza-rifugiati-italia.

      Il nuovo CPR di Macomer, come si legge nel bando (https://valori.it/ors-finanza-rifugiati-italia), è strutturato su tre padiglioni, due destinati alla detenzione e uno alle attività amministrative e gestionali. Sono previsti al momento 40 posti nelle celle del padiglione B e 10 in quelle del padiglione C, in celle da 2 a 4 posti. La ristrutturazione ha riguardato tra le altre cose i muri perimetrali, nuove recinzioni e l’impianto di videosorveglianza interno ed esterno.

      Il nuovo campo di concentramento di Macomer nelle intenzioni degli ultimi governi è destinato soprattutto ad agevolare le deportazioni delle persone che sbarcano in Sardegna. Nel corso di quest’anno fino al 6 dicembre sono quasi mille le persone che sono riuscite a sbarcare autonomamente sulle coste dell’isola, di queste 992 di origine algerina. Dopo essere state intercettate in prossimità della costa o braccate e inseguite dalle forze dell’ordine subito dopo gli sbarchi, le persone migranti vengono portate nel “centro di identificazione e prima accoglienza” che ha sede nell’ex scuola di polizia penitenziaria di Monastir, in pratica un hotspot dove è presente anche personale dell’agenzia europea Frontex. Qui di solito ricevono un decreto di espulsione entro 7 giorni e vengono successivamente trasferite in nave sul continente, dove tante riprovano a continuare il viaggio. Nei primi sei mesi del 2019 erano state 25 le persone deportate in Algeria. Ai primi di ottobre il governo italiano ha presentato un decreto su 13 paesi d’origine “sicuri”, tra i quali è compresa anche l’Algeria. Questa lista, nelle intenzioni del governo, dovrebbe accelerare le procedure burocratiche e facilitare le deportazioni nei paesi d’origine definiti sicuri.

      https://hurriya.noblogs.org/post/2019/12/09/sardegna-cpr-macomer-apre-18-dicembre
      #Sardaigne

    • CPR Macomer

      Opened on January 20, 2020, the Macomer CPR (Centro di Permanenza per i Rimpatri) is the first detention centre in Sardinia. The facility can hold up to 100 people for a maximum period of 180 days (Law Decree 113/2018). As highlighted by Francesca Mazzuzi in an article written a few days after the opening of the centre, “the opening of the CPR was presented by the regional government as an important choice to revive the (impoverished) local economy and an indispensable one to discourage the migratory flow of young Harragas from Algeria to the coasts of south-western Sardinia. This is a (migratory) route that has been active for almost fifteen years and through which around 750 people arrived in 2019. It is a well-known phenomenon and despite the alarmist tones regularly used by local media it can hardly be called an emergency.” The new detention facility was designed to confine these group of young men, as well as other illegalised migrants.

      Located in Macomer, an Italian town of 9,861 inhabitants in the province of Nuoro, the building where the immigration detention centre is operating used to be a maximum-security prison which was closed in 2014 for not meeting the minimum statutory parameters envisaged for prison institutions (Bottazzo & Bleggi 2019, p. 103). The facility, where illegalised non-citizens are now held, has been remodelled in the last few years in order to “guarantee its security as well as the security of the local population”.

      For the first three years the centre will be run by Ors Italia, a subsidiary of the Ors Group, a multinational company operating in Switzerland, Austria and Germany and already involved in the management of reception centres for asylum seekers. Ors Italia won the public tender promoted by the Prefecture of Nuoro thanks to their low bid offer, thus raising widespread concerns for their interest in making profit rather than safeguarding migrants’ human rights. The Ors has indeed been involved in various scandals, such as the one following a report by Amnesty International for the bad management of the Traiskirchen centre in Austria. To address these concerns a parliamentary inquiry was also presented on January 17, 2020 by the MP Erasmo Palazzotto.

      Notably, opposition to this project was raised since its very beginning. In addition to local political actors, opponents included local residents concerned with their security but also activists and civil society groups engaged in safeguarding migrants’ rights. In particular, a group named ‘No CPR Macomer’ was created. They organised a demonstration on February 2020 to challenge the creation of the Macomer detention centre and, overall, to contest the Italian policies of migration control.

      https://borderlandscapes.law.ox.ac.uk/location/cpr-macomer

    • Bufera sul Cpr di Macomer: «Aggressioni? Vogliamo la verità»

      Si rincorrono le voci di presunte aggressioni all’interno della struttura, ma dalla Prefettura di Nuoro nessuna conferma.

      Non si placa la tensione intorno al Cpr di Macomer, il primo Centro in Sardegna di permanenza e rimpatri per i migranti.

      Dopo le polemiche sulla sua apertura, adesso si rincorrono le voci su presunti episodi di violenza e aggressioni, mai confermati dalla Prefettura né dalle forze dell’ordine, ma a livello politico monta la polemica.

      «La gestione interna del Cpr non compete al Comune ma alla Prefettura», spiega il sindaco facente funzioni Rosanna Ledda.

      L’opposizione replica aspramente: «È lei che deve informarsi dalla Prefettura e dire con chiarezza e trasparenza cosa sta succedendo nel Cpr, è un diritto dei macomeresi sapere se hanno in città una struttura che è una polveriera o se le voci che si rincorrono sono infondate - dice Arturo Uleri della lista Uniamoci di Macomer, dimessosi qualche giorno fa insieme al suo collega Daniele Nieddu proprio perché in disaccordo sull’apertura del Centro -. Tutti i giorni si vedono movimenti strani: ieri notte abbiamo sentito un’ambulanza correre all’impazzata verso l’uscita sud nel paese seguita dalle forze dell’ordine. Sono cose che preoccupano, così come ci preoccupa il fatto che da più parti si dice che qualcuno dei migranti è stato rimesso in libertà. Chiediamo al sindaco e al prefetto se queste voci sono vere, le risposte ci sono dovute», chiarisce l’esponente dell’opposizione.

      A placare gli animi non è servito neppure il via libera della Prefettura all’istituzione di un organismo di controllo e raccordo con la Regione, il Comune e la società che gestisce il Cpr.

      https://www.unionesarda.it/articolo/news-sardegna/nuoro-provincia/2020/02/14/bufera-sul-cpr-di-macomer-aggressioni-vogliamo-la-verita-136-987010.html

    • Macomer, ancora danneggiamenti all’interno del Cpr

      Si rincorrono voci di devastazioni all’interno della struttura che ospita migranti irregolari

      Al Cpr di Macomer ancora una notte di inferno.

      Un gruppo di ospiti dell’unico centro in Sardegna per la permanenza e rimpatrio dei migranti irregolari, durante la notte ha dato fuoco ad un mucchio di carta, facendo scattare il sistema antincendio. In poco tempo la struttura è stata allagata, creando disagi agli altri ospiti, che hanno dovuto trascorrere una notte in bianco tra le proteste.

      Disordini, minacce, aggressioni e anche devastazioni, sarebbero ormai all’ordine del giorno all’interno di quella struttura che è stata aperta soltanto 28 giorni fa.

      Voci di episodi di violenza, aggressioni al personale sanitario, rimbalzano ormai quotidianamente dall’interno della struttura. Voci mai confermate (ma manco smentite) dalla Prefettura, che però sono rimbalzate fino a Roma, con una lettera al ministro Lamorgese da parte del parlamentare della Lega, Eugenio Zoffili.

      Una situazione che però non si sta ripercuotendo all’esterno, anche se a Macomer le preoccupazioni e le polemiche non mancano.

      Sotto attacco la Giunta comunale, anche se Rossana Ledda, sindaco facenti funzioni, cerca di dare una spiegazione a quanto sta avvenendo nell’ex carcere.

      «Si tratta di problemi di gestione interna al Cpr, nella quale il Comune non ha nessuna competenza e che si spera di poter argomentare, appena sarà costituito l’organismo di controllo, per il quale abbiamo il via libera della Prefettura. Possiamo però dire che all’esterno non si registrano lacune». La tensione è però alle stelle.

      https://www.unionesarda.it/articolo/news-sardegna/nuoro-provincia/2020/02/14/macomer-ancora-danneggiamenti-all-interno-del-cpr-136-987058.html

    • Detenzione multinazionale

      Inaugurato il 20 gennaio il Centro per il rimpatrio di Macomer in Sardegna. La struttura di detenzione è gestita dalla Ors Italia, una holding elvetica. La Ors è solo una delle multinazionali straniere entrate nel giro d’affari milionario del sistema accoglienza italiano. Su Nigrizia di gennaio maggiori approfondimenti.

      È stato inaugurato lunedì 20 gennaio il Centro per il rimpatrio (Cpr) di Macomer. L’ex carcere di massima sicurezza, chiuso nel 2015, perché inadeguato secondo i parametri minimi previsti dalla legge, è stato rinnovato e convertito in struttura di detenzione dei migranti che sbarcheranno sull’isola. Inizialmente saranno 50 i posti fruibili. Una volta a regime, si stima, diventeranno 100.

      La casa circondariale, che risponde secondo le istituzioni a un’esigenza di contenimento e deterrente per la rotta Algeria-Sardegna (750 gli sbarchi nel 2019, 172 le persone approdate sulle coste da inizio anno), è gestita da Ors Italia srl, una costola dell’elvetica Ors che gestisce in Svizzera e Germania diversi centri per migranti. La holding, che ha alle spalle sostenitori internazionali importanti, che vanno dalla Barclays a fondi sauditi, dall’alta finanza statunitense a politici elvetici, è solo una delle multinazionali scese in campo nel sistema accoglienza in Italia.

      Sul mensile Nigrizia di gennaio si approfondisce il giro d’affari milionario che ruota attorno ai Cpr nel nostro paese, dove sbarcano non solo persone, ma anche società straniere impegnate nel business carcerario. Oltre all’Ors Italia, c’è ad esempio la francese Gepsa (Gestion d’établissement pénitentiaires services auciliares), che dal 2012 partecipa ai bandi italiani, assicurandosi la gestione di diversi Cie (Centri di identificazione ed espulsione) e Cas (Centri d’accoglienza straordinaria), per un totale di 1.300 persone.

      Nelle gare al ribasso per gli appalti delle strutture detentive per stranieri, sempre più spesso le piccole realtà di gestione del sistema accoglienza scompaiono. Fagocitate da grandi realtà che riescono a essere maggiormente concorrenziali. Sulla sparizione dei piccoli Cas, ma anche sul rifiuto di una parte sempre più crescente del terzo settore a diventare mero controllore dei migranti, come richiesto dal decreto sicurezza, dà approfondita notizia la seconda parte del rapporto di Open Polis e ActionAid “La sicurezza dell’esclusione”.

      Da inizio anno sono già due le morti avvenute all’interno dei Cpr: il 18 gennaio a Gradisca d’Isonzo è morto, secondo le testimonianze per un pestaggio delle forze dell’ordine, il giovane georgiano Vakhtang Enukidzeù; il 12, a Caltanissetta, nel Cpr di Pian del Lago, è deceduto, secondo il medico legale per “cause naturali”, il tunisino Aymed.

      In entrambe le strutture, come anche nei Centri di Torino, Bari e Trapani, da inizio anno si registrano rivolte dei migranti che protestano per le condizioni disumane in cui sono costretti a vivere.

      https://www.nigrizia.it/notizia/detenzione-multinazionale