Lampedusa e l’assuefazione all’orrore
Avevamo visto materassi sistemati ovunque , nei corridoi, nei sottoscala. Avevamo visto intere famiglie dormire all’aperto, sotto la pioggia, bambini giocare nelle pozzanghere. Ma quello che mostra il filmato amatoriale di Khalid va oltre ogni immaginazione e trasforma il centro di accoglienza di Lampedusa in un campo di concentramento. Uomini nudi in mezzo ad una folla di altri uomini in fila. Li visitano i medici che decidono chi deve essere sottoposto al trattamento e chi no. Sono migranti eritrei, siriani, ghanesi, nigeriani, kurdi. Ci sono anche i sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre in quella fila, costretti a spogliarsi di fronte a tutti e ad aspettare il proprio turno, di disporsi di fronte ad un operatore on una pompa piena di disinfettante a braccia larghe, come fossero su una croce. È dicembre, il 13 dicembre, ma Khalid ci dice che succede tutte le settimane. È la disinfestazione per la scabbia, una malattia della pelle che molti di loro hanno preso proprio nel centro di accoglienza, ance se molti altri non ce l’hanno affatto quella malattia, ma subiscono ugualmente l’umiliazione del “trattamento”.
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