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  • Il vero volto del fascismo: ripartiamo dalla Costituzione

    Autoritarismo, xenofobia, razzismo, sessismo, esaltazione di disvalori: il volto del fascismo in Italia e nel mondo ha costanti che si ripetono. Ecco cosa prevedono Costituzione e leggi per contrastare questa ideologia. Perché la liberazione dal nazifascismo non è finita il 25 aprile del 1945.

    Nel discorso pronunciato agli studenti della Columbia University di New York il 24 aprile del 1995, in occasione delle celebrazioni per la Liberazione dell’Europa dal nazifascismo, Umberto Eco descrive i 14 caratteri dell’Ur-Fascismo o Fascismo eterno (ripubblicato dalla Nave di Teseo a gennaio di quest’anno).

    Il culto per la tradizione, l’appello alle classi medie frustate, il razzismo, il culto dell’eroismo e dell’azione per l’azione sono alcuni degli attributi dell’Ur-Fascismo e manifestazioni della deriva fascista di una società.

    Bruno Possenti, presidente del Comitato provinciale dell’Anpi di Pisa, ci ricorda che «il fascismo si manifesta in forme diverse a seconda del tempo e della realtà in cui agisce, tuttavia mantiene costanti alcuni caratteri: l’autoritarismo, la xenofobia, il razzismo e il sessismo».
    Esalta i disvalori: il fascismo in Italia e nel mondo

    Le forme di dittatura che il mondo ha conosciuto durante il Novecento – il fascismo in Italia, il nazismo in Germania, il franchismo in Spagna, il regime di Videla in Argentina e quello di Pinochet in Cile – non sono altro che il prodotto di un processo di esaltazione di disvalori presenti in tutte le società, che in momenti di forte disagio sociale ed economico prendono il sopravvento, spiega ancora Bruno Possenti.

    Oggi, più di settant’anni dopo la morte di Mussolini, migliaia di italiani aderiscono a gruppi di matrice fascista: Forza nuova ha 13 mila iscritti, come scrive Lorenzo Tondo su The Guardian, e su Facebook più di 249 mila fan; nel 2015, secondo un’indagine di Left, Casapound ne contava 2000 e oggi ha 265 mila fan.
    Il fascismo nella Costituzione e il bando all’ideologia

    La nostra Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio del 1948, raccoglie l’eredità dei principi su cui si è fondata la Resistenza e rigetta l’ideologia del Ventennio fascista quando nella XII disposizione transitoria e finale dispone:

    «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista».

    In attuazione della norma costituzionale, nel giugno del 1952 è stata emanata la Legge Scelba (modificata con legge n°152 del 22 maggio 1975) che all’articolo 1 stabilisce che si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando un’associazione o un movimento, le cui azioni sono volte alla soppressione delle libertà costituzionali, usano la violenza come metodo di lotta e si servono di slogan razzisti, denigrando i valori della Resistenza.
    La legge sul reato di apologia del fascismo

    La legge Scelba introduce anche il reato di apologia al fascismo, rendendo perseguibile e punibile la condotta di chiunque faccia propaganda per ricostituire un movimento o un’associazione di stampo fascista.

    Nel giugno del ‘93 il Parlamento ha emanato la Legge Mancino che punisce «chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi».
    Per la Cassazione il saluto romano non è reato

    La formulazione dei due testi di legge, afferma Bruno Possenti, è tuttavia generica e ha talvolta portato la magistratura a interpretazioni oscillanti, che hanno fatto appello da un lato ai principi costituzionali di ispirazione antifascista e alla XII Disposizione transitoria e finale, dall’altro all’articolo 21 della Costituzione (libertà di manifestazione del pensiero).

    Lo scorso febbraio la I sezione penale della Corte di Cassazione ha infatti sostenuto che il saluto romano non costituisce reato se ha scopo commemorativo e non violento, dovendo essere considerato in tal caso come una libera manifestazione del pensiero.
    La proposta: “propaganda al regime fascista” sia reato

    Questa sentenza arriva solo alcuni mesi dopo che la proposta di legge, che vede come primo firmatario Emanuele Fiano (deputato del Pd nella precedente legislatura), è stata approvata in prima lettura alla Camera con i voti contrari delle destre e del M5S che la definiscono “liberticida” e incostituzionale.

    I firmatari della proposta vorrebbero l’introduzione nel codice penale dell’articolo 293-bis concernente il reato di propaganda del regime fascista e nazifascista e l’inasprimento delle pene per chi usa strumenti telematici o informatici a tal fine. Lo scopo della legge, secondo i suoi sostenitori, è di ampliare lo spettro di condotte individuali punibili, comprendendo il saluto romano, la produzione, la vendita e la diffusione di gadget raffiguranti immagini, persone o simboli che chiaramente richiamano il nazifascismo. A settembre 2017 il disegno di legge è stato trasmesso in Senato senza ulteriori sviluppi.
    Atti di violenza dei neofascisti in Italia

    Sono 155 gli episodi di violenza o intimidazione commessi in Italia dal 2014 ad oggi da neofascisti o simpatizzanti di estrema destra, secondo l’osservatorio e la mappa (in continuo aggiornamento) creata dal collettivo bolognese Infoantifa Ecn (https://www.google.com/maps/d/viewer?mid=1zGE0OJF-Cq0sN616hn_zto9q3-H3BmpM&ll=43.90541916373474%2C10.36573). Anche testate come l’Espresso o Panorama hanno stilato una lista delle aggressioni di stampo fascista avvenute nel nostro paese negli ultimi anni.

    Nonostante i numeri siano preoccupanti, solo pochi tra questi episodi sono finiti sulle prime pagine dei quotidiani e nei titoli d’apertura dei telegiornali nazionali.

    I fatti di Macerata e di Firenze, avvenuti nei primi mesi di quest’anno, sono l’esempio del fatto che spesso vittime di questi attacchi siano immigrati.
    Politica e fascismo: da Salvini alla Boldrini

    Matteo Salvini, leader della Lega Nord, commentando sul suo profilo Facebook la sparatoria di Macerata, ha sostenuto che sarebbe l’immigrazione fuori controllo a causare rabbia, scontro sociale e caos. Ha parlato di violenza senza accennare ad una matrice ideologica.

    Roberto Maroni invece ha definito Luca Traini, autore della sparatoria, «criminale fascistoide che non ha nulla a che vedere con la Lega Nord».

    Dai rappresentanti del centrosinistra sono arrivati commenti tiepidi, che hanno chiesto di non strumentalizzare l’accaduto. L’unica voce fuori dal coro è stata quella di Laura Boldrini, che ha parlato di azione terroristica compiuta da un militante legato all’ideologia fascista.
    fascismo

    Sulla rete non sono mancati messaggi di approvazione e solidarietà verso il folle gesto, il cui autore è stato definito “patriota ed eroe”.
    Il fascismo su internet e sui social media

    Al giorno d’oggi il web è uno strumento potente e talvolta oscuro tramite il quale avviene una costante diffusione di messaggi d’odio e di matrice fascista e razzista. Sono 500 i siti internet che esaltano il fascismo e dovrebbero essere messi al bando, dice Carla Nespolo, presidente dell’Anpi.

    Inoltre su Patria Indipendente, periodico online dell’associazione, è stata pubblicata un’inchiesta su neofascismo e web. Da questo studio è emerso che la galassia nera su Facebook conta 2.700 pagine volte alla diffusione dell’ideologia fascista e a fare proselitismo. Nonostante le richieste da parte dell’Anpi di intervenire, nulla è stato fatto.
    Amnesty Italia: il barometro dell’odio

    Solo un paio di giorni prima del voto per le elezioni politiche, Amnesty Italia, nelle parole del suo presidente Antonio Marchesi, aveva definito «deludente e preoccupante» la campagna elettorale che è stata caratterizzata dall’uso di «un linguaggio discriminatorio, xenofobo, misogino, a volte vero e proprio discorso d’odio».

    I discorsi d’odio sono diretti verso migranti, rifugiati, rom, donne, omosessuali e transessuali. Per monitorare il trend di questi discorsi in campagna elettorale, Amnesty ha creato un barometro dell’odio che misurava in che modo e verso chi si indirizzassero. Dal rapporto di Amnesty emerge che il 95% dei discorsi discriminatori, razzisti e xenofobi sul web proviene da partiti di centro destra, in particolare dalla Lega Nord che ha il primato con ben il 53%.
    Razzismo e xenofobia come strategie politiche

    Uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di alcune forze politiche è stata la promessa di fermare l’immigrazione incontrollata ed espellere migliaia di migranti irregolari. In realtà nell’ultimo anno l’arrivo di migranti è diminuito del 34%. Tuttavia, secondo il rapporto Eurispes 2018, gli italiani hanno una percezione della presenza di immigrati distorta rispetto alla realtà. Annalisa Camilli, in un articolo su Internazionale afferma che «la conseguenza di questa percezione lontana dalla realtà, (…), ha portato all’aumento di attacchi e aggressioni contro gli immigrati».

    Evidenzia inoltre Bruno Possenti che è in atto «una falsificazione di dati allo scopo di suscitare ansie tra la popolazione», preoccupazione che alimenta stati d’animo d’odio verso i migranti. Aggiunge ancora che atteggiamenti razzisti e xenofobi sono il frutto di speculazioni messe in atto da alcune forze politiche, che fanno leva sul disagio sociale ed economico per acquisire consensi «tra le coscienze poco informate, e per questo motivo è fondamentale un impegno culturale».
    Resistenza e antifascismo: si comincia nelle scuole

    Da un reportage di Christian Raimo su Internazionale emerge che la destra radicale cerca visibilità e consensi soprattutto tra i giovani e nelle scuole. La retorica, i simboli e la moda sono strumenti efficaci per fare leva sugli studenti insoddisfatti verso le politiche della scuola.

    La scuola e l’università sono i luoghi della formazione delle coscienze e dell’educazione. Per questo motivo è di fondamentale importanza che siano protagoniste e promotrici di un dibattito culturale sull’antifascismo e sui valori della Resistenza, su cui si fonda la nostra Repubblica.

    Con forza difende quest’idea Bruno Possenti, raccontando dei numerosi progetti coordinati e sostenuti dall’Anpi sia a livello locale che nazionale. Nel 2014 è stato infatti sottoscritto dall’Anpi e dal Miur un Protocollo della durata di tre anni (rinnovato nell’estate del 2017), che «prevede un impegno sinergico di entrambi i soggetti per diffondere nelle istituzioni scolastiche i temi dell’antifascismo e della Resistenza», spiega Possenti.
    Costituzione: uno scudo contro le ideologie

    In attuazione del Protocollo, durante l’anno scolastico 2016-2017 è stato realizzato un progetto di approfondimento sulla Costituzione che ha coinvolto 10 istituti superiori di altrettante città della penisola, tra cui Pisa. Inoltre nell’anno scolastico 2017-2018, in provincia di Pisa, è in corso di svolgimento il “Progetto di Cultura Costituzionale”, che interessa 17 Istituti superiori di secondo grado (circa 1.100 studenti). L’iniziativa coinvolge, in qualità di tutor, docenti e ricercatori dell’Università di Pisa, della Scuola Superiore Sant’Anna e il direttore della Domus Mazziniana.

    Studiare la Costituzione, le sue radici storiche e culturali, vuol dire comprendere i principi e i diritti sanciti al suo interno e munirsi di uno scudo contro quelle ideologie che vorrebbero la loro negazione. Per arginare il fenomeno fascista bisogna coinvolgere i giovani e l’intero tessuto democratico del paese, lavorando su differenti terreni: prevenzione, repressione, informazione ed educazione.
    25 aprile 1945: liberazione da nazifascismo non è finita

    Gian Carlo Pajetta, partigiano, membro dell’Assemblea Costituente e parlamentare, ebbe ad affermare che «il fascismo non muore mai, e si identifica sempre con l’ignoranza».

    «I giovani che si identificano nel fascismo non sanno cosa è stato», dice Bruno Possenti.

    La diffusione di idee di stampo fascista e l’aumento di episodi di violenza sono la prova che è necessario non dimenticare gli sforzi e il sacrificio di coloro che hanno fatto la Resistenza e hanno gettato le basi della nostra democrazia. È necessario conoscere la Costituzione, capire che è un testo vivo che deve ispirarci nel quotidiano.

    La liberazione dal nazifascismo non è finita il 25 aprile del 1945, al contrario è un percorso che non possiamo abbandonare.

    https://www.osservatoriodiritti.it/2018/04/25/fascismo-in-italia-significato-reato-apologia-costituzione

    #fascisme #Italie #constitution #autoritarisme #xénophobie #racisme #sexisme #internet #réseaux_sociaux
    ping @wizo @albertocampiphoto

    • "Pugni e calci contro i profughi": i fascisti di #Generazione_Identitaria preparano lo scontro

      L’organizzazione di estrema destra che aveva avviato la caccia alle Ong nel Mediterraneo organizza in una palestra romana sessioni di addestramento. «Per combattere la feccia puntiamo alla preparazione fisica»


      http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/02/07/news/pugni-calci-contro-profughi-generazione-identitaria-1.318002?ref
      #identitaires

    • Italie : démonstration de force de l’extrême droite et des antifascistes

      L’Italie a été parcourue de manifestations politiques parfois tendues samedi, à une semaine des législatives du 4 mars, avec une démonstration de force de Matteo Salvini (extrême droite) à Milan et des milliers de manifestants antifascistes à Rome.


      https://www.courrierinternational.com/depeche/italie-demonstration-de-force-de-lextreme-droite-et-des-antif

    • Grave atto intimidatorio contro il Centro accoglienza Casa ex Mercanti di Appiano

      Nella notte tra sabato 19 e domenica 20 maggio si è verificato un grave episodio d’intolleranza davanti al centro di accoglienza per richiedenti asilo di Appiano ospitato nell’ex Caserma Mercanti all’inizio del paese. Nel corso della notte sconosciuti hanno fatto esplodere davanti al cancello d’entrata una carica che ha provocato una forte esplosione. Gli inquirenti stanno accertandone la natura. E’ stato inoltre lasciato un cartello con una svastica una croce celtica e scritte razziste contro gli ospiti del centro.

      L’Associazione Volontarius, che gestisce la struttura su incarico della Provincia, esprime la propria condanna del grave atto intimidatorio nei confronti delle persone richiedenti asilo e degli operatori. Si tratta di un atto criminale che evidentemente vuole minare gli sforzi messi in atto da parte della Provincia, del Comune di Appiano, dell’Associazione Volontarius e delle altre organizzazioni che operano in questo campo, per dare una risposta solidale e concreta all’inclusione nella nostra società di persone fuggite da situazioni di guerra, persecuzioni e minacce alla loro incolumità.

      Il Centro di accoglienza di Appiano, attivo da circa due anni, ospita, al momento, 39 richiedenti asilo e svolge un’intensa attività per rendere concreta l’accoglienza e l’inclusione sociale di queste persone, anche attraverso l’organizzazione di corsi di formazione e di lingue. 28 ospiti hanno contratti a tempo determinato ed altri 10 stanno svolgendo corsi di formazione per inserirsi nel settore turistico-alberghiero.

      Va sottolineato, a nostro avviso, che nel corso di questi mesi di attività vi è stata una proficua collaborazione con il Comune e la popolazione locale, testimoniata anche dalla presenza di volontari che dedicano con impegno il loro tempo ad assistere queste persone. Nel corso del pomeriggio di domenica il presidente dell’Associazione Volontarius, Claude Rotelli, ha fatto un sopralluogo al centro per portare la propria solidarietà agli operatori ed alle persone richiedenti asilo.

      “Volontarius” assicura il proprio sostegno alle indagini portate avanti dalle autorità inquirenti e garantisce che proseguirà con impegno la propria attività a favore delle persone richiedenti asilo.

      https://www.volontarius.it/2018/05/20/grave-atto-intimidatorio-contro-il-centro-accoglienza-casa-ex-mercanti-d

    • Warning of ’dangerous acceleration’ in attacks on immigrants in Italy

      Anti-racist groups in Italy have warned of a dangerous acceleration in attacks on immigrants after 12 shootings, two murders and 33 physical assaults were recorded in the two months since Matteo Salvini, leader of the far-right League party, entered government as interior minister.

      Opposition politicians have accused Salvini of creating a climate of hate following the attacks, which have coincided with an anti-migration drive that has included closing Italian ports to NGO rescue boats and a vow to expel non-Italian Roma.

      In one incident in July, a 13-month-old Roma girl was shot in the back with an airgun pellet. In at least two recent attacks on immigrants, the perpetrators have allegedly shouted Salvini’s name.

      “Propaganda around anti-migrant policies has clearly contributed to creating a climate of hostility and to legitimising racist violence,” said Grazia Naletto, the manager of migration policies and racial discrimination of the Lunaria association, which publishes quarterly reports on the number of racially motivated attacks in Italy.

      “We are facing a dangerous acceleration of episodes of violence against migrants,” Naletto said.

      The group recorded nine attacks on immigrants between 1 June and 1 August 2017, with no shootings and no deaths – less than a third for same period in 2018.
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      On Sunday, a Moroccan man in Aprilia, 17 miles outside Rome, was the latest to be killed. He was followed and beaten to death by two young Italians who claimed he was a thief.

      Three days earlier, in #Vicenza, in the north-east of Italy, a 33-year-old factory worker from Cape Verde was wounded by a single gunshot. The suspect is a 40-year-old Italian who opened fire from a window in his home.

      On Thursday night in Naples, Cissè Elhadji Diebel, 22, a street vendor from Senegal with a regular permit of stay, was wounded by a gunshot fired by two people on a scooter.

      In Naples in June, Konate Bouyagui, a 22-year-old Malian with legal residency, was struck by a bullet fired by two Italian boys. Nine days earlier, in Caserta, north of Naples, two Malians, Daby and Sekou, were riddled with airgun pellets fired in a driveby shooting from a black Fiat Panda. The aggressors, both Italian, shouted Salvini’s name.

      Two railway porters in Venice who in July beat an unlicensed African porter at the station, allegedly told him: “This is Salvini’s country.” A black Italian athlete, Daisy Osakue, suffered an eye injury when an egg was thrown at her in Turin.

      Salvini has claimed “the wave of racism is simply an invention of the left” and in response to rising criticism on Sunday tweeted “many enemies, much honour” – a reference to a quote from Benito Mussolini on what was also the anniversary of the fascist dictator’s birth.

      Salvini’s first move when he entered the interior ministry on 1 June was to say: “Good times are over for illegals.”

      That same evening, in #Rosarno, in the southern province of #Reggio_Calabria, a bullet struck the head of Soumalia Sacko, a 22-year-old Malian who was rummaging for metal sheets to repair his shack in one of the sprawling encampments that house the thousands of poorly paid immigrants who pick the region’s crops. The suspect is a middle-aged Italian man who was living near the encampment.

      “Statements against migrants, almost always coupled with fake news, seem to have legitimised the use of violence against asylum seekers, who are often cast as parasites and invaders,” said Yvan Sagnet, a Cameroonian anti-racism activist and president of the No Cap association, which fights to improve the rights of immigrant workers. “I have never seen anything like this before in this country and I don’t see an easy way out.’’

      There were hints of the violence to come when, on 3 February in Macerata, one month before national elections, #Luca_Traini opened fire on six immigrants, wounding all of them. Extreme rightwing paraphernalia was found in his home, including a copy of #Mein_Kampf. A year earlier, Traini had been a League candidate in local elections in #Corridonia.

      “The extreme right has found a party through which it can speak,” said Carla Nespolo, president of the National Association of Italian Partisans, a group founded by members of the second world war Italian resistance. “Migrants in Italy have taken the place of Jews during fascism. This is one of the most far-right governments since the end of fascism.”

      Mamadou Sall, the president of Florence’s Senegalese association and an Italian citizen who has lived in the country for more than 20 years, said he wanted to leave. “Every time you speak to an Italian you realise that there’s been a lot of impact on their mentality,” he said. “They seem to be closer to the world of fascism, speaking about the good things that fascism did during the war.”

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      Sall was on the frontline during protests against the Italian government after the death of Idy Diene, a street vendor from Senegal who was killed on 5 March, the day after the Italian elections. Diene was shot six times as he sold his wares on the Vespucci bridge in Florence.

      His killer was Roberto Pirrone, a 65-year-old Italian who told police he had planned to kill himself owing to his dire financial situation. He said that when he was unable to muster the courage to do this he had shot the first random target he could find. A racist motive was ruled out, prompting fury among the city’s Senegalese population.

      In a tragic twist, it was revealed that Diene, 54, was the cousin of Samb Modou, who was killed by Gianluca Casseri, a supporter of the fascist CasaPound party, when Casseri opened fire in two of Florence’s central markets in December 2011.

      While the Italian government seems to ignore the problem, the police are working to bring the perpetrators to justice and several arrests have been made across Italy in recent weeks.

      Two weeks ago, the Turin district attorney, Armando Spataro, unveiled measures to combat racially motivated crimes, targeting anyone who commits “crimes motivated by hatred and ethnic-religious discrimination”. The following day, he received insults and threats on social media from Salvini’s supporters.

      “There is no value for people with a different skin colour,” said Sall. “When a black person is killed there is always an excuse. But when a foreigner kills an Italian they only focus on the fact that [the assailant] was foreign and the skin colour.”


      https://www.theguardian.com/global/2018/aug/03/warning-of-dangerous-acceleration-in-attacks-on-immigrants-in-italy
      #Rome #Naples #Venise

    • Migranti: parte l’offensiva degli amministratori locali contro la deriva xenofoba e razzista del Governo

      Primo firmatario dell’appello «inclusione per una società aperta» Nicola Zingaretti; tra gli aderenti Sala, Pizzarotti e De Magistris.

      Trentatré episodi di aggressioni a sfondo razzista da quando il governo Salvini - Di Maio si è insediato, tre solo nelle ultime ore; porti chiusi e criminalizzazione delle Ong; ruspe sui campi rom e una narrazione costante e diffusa che parla di invasione, sostituzione etnica, pericolo immigrazione: qualcuno ha deciso di non restare in silenzio e mostrare che esiste anche un’Italia che rifiuta tutto questo, rivendica lo stato di diritto e sostiene l’inclusione sociale come valore assoluto.

      Per questo oggi stato lanciato - e ha già raccolto più di 200 adesioni in tutta Italia - il manifesto «Inclusione per una società aperta», ideato e promosso dai consiglieri regionali del Lazio Alessandro Capriccioli, Marta Bonafoni, Paolo Ciani, Mauro Buschini e Daniele Ognibene e rivolto a tutti gli amministratori locali che rifiutino «la retorica dell’invasione e della sostituzione etnica, messa in campo demagogicamente al solo scopo di ottenere consenso elettorale, dagli imprenditori della paura e dell’odio sociale; rifiutino il discorso pubblico di denigrazione e disprezzo del prossimo e l’incitamento all’odio, che nutrono una narrazione della disuguaglianza, giustificano e fanno aumentare episodi di intolleranza ed esplicito razzismo», col fine di costruire «una rete permanente che, dato l’attuale contesto politico, affronti il tema delle migrazioni e dell’accoglienza su scala nazionale a partire dalle esperienze e dalle politiche locali, con l’obiettivo di opporsi fattivamente alla deriva sovranista e xenofoba che sta investendo il nostro paese», come si legge nell’appello diffuso quest’oggi.

      «In Italia viviamo una situazione senza precedenti», ha spiegato Alessandro Capriccioli, capogruppo di +Europa Radicali durante la conferenza stampa di lancio dell’appello insieme ai colleghi Paolo Ciani, Marta Bonaforni e Marietta Tidei. «Attraverso una strategia quasi scientifica è stato imposto un racconto sull’immigrazione che alimenta l’odio e lo sfrutta per ottenere consensi. Questo manifesto si rivolge agli amministratori locali che affrontano sul campo il tema dell’immigrazione con risultati virtuosi che spesso smentiscono quel racconto, ed è uno strumento per formare una rete istituzionale che potrà diventare un interlocutore autorevole e credibile in primo luogo di questo Governo, dettando indicazioni, strategie e proposte».

      Paolo Ciani, capogruppo di Centro Solidale, ha sottolineato come «questa narrazione distorta sta portando a un imbarbarimento della nostra società. Gli episodi di questi giorni rappresentano solo la punta dell’iceberg di un atteggiamento diffuso: sappiamo tutti che esistono degli istinti bassi che appartengono a tutti gli esseri umani e che, se trovano una loro legittimazione nelle istituzioni, diventano un problema». Marietta Tidei, consigliera regionale del Pd ha posto l’attenzione sul fatto che «oggi viene raccontato solo il brutto dell’immigrazione, ma noi siamo qui per dire che c’è anche molto che ha funzionato: il programma Sprar è un esempio virutoso», mentre la capogruppo della Lista Civica Zingaretti Marta Bonafoni ha sottolineato come ciò che conta sia «la quantità e la pronta risposta che stiamo avendo: la distribuzione geografica ci dice che c’è un’altra italia, che con questo appello diventa una rete istituzionale che si pone come interlocutrice del Governo».

      Oltre al Presidente della regione Lazio hanno già sottoscritto l’appello Beppe Sala, sindaco di Milano, Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, Luigi De Magistris, sindaco di Napoli e più di 200 tra assessori e consiglieri regionali, sindaci, presidenti di municipi e consiglieri comunali e municipali da ogni parte d’Italia.

      http://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2018/08/03/news/migranti_parte_l_offensiva_degli_amministratori_locali_contro_la_deriva_x
      #xénophobie #racisme #anti-racisme

    • Violenta aggressione a #Giugliano, immigrato picchiato in piazza e deriso dai presenti

      Violenta aggressione avvenuta poco fa ai danni di un africano in piazza Gramsci. La vittima è stata pestata a sangue da un gruppo composto da due, tre persone. È stato preso a calci e pugni e lasciato a terra esanime. Alcune persone presenti hanno allertato i soccorsi giunti dopo mezz’ora. Il ragazzo ha riportato un trauma cranico e contusioni in varie parti del corpo. Pare che a scatenare l’aggressione sia stato il gesto dell’uomo di prendere in braccio un bimbo e ciò avrebbe scatenato la violenza del branco. Altri invece sostengono che fosse ubriaco e che avesse dato fastidio a qualcuno, che poi si sarebbe vendicato picchiandolo selvaggiamente.

      Si tratta comunque solo di un’ipotesi ancora da confermare. Ciò che è certo è che dopo il pestaggio, un gruppo di ragazzi presenti in piazza invece di aiutare il ferito erano vicini a lui a ridere insultandolo e apostrofandolo come “nir e merd..”. Sul posto in questo momento i carabinieri stanno raccogliendo le informazioni per ricostruire la dinamica dei fatti.

      https://internapoli.it/violenta-aggressione-a-giugliano-immigrato-picchiato-in-piazza-e-deriso-

    • Jour après jour, voici la liste des agressions racistes en Italie

      Le 3 février 2018, un militant d’extrême droite et ex-candidat de la Ligue à des élections locales ouvrait le feu sur six migrants noirs à #Macerata, dans le centre de l’Italie. Depuis, onze autres attaques à caractère raciste – par le biais d’armes à feu, à air comprimé ou d’armes blanches – ont pris des personnes immigrées pour cible. Mediapart dresse cette liste vertigineuse, qui confirme la montée de la xénophobie dans la péninsule.

      https://www.mediapart.fr/journal/international/090818/jour-apres-jour-voici-la-liste-des-agressions-racistes-en-italie

    • Di seguito aggressioni razziste in ordine di data. QUI la mappa (http://www.radicali.it/cronologia-aggressioni-razziste-da-inizio-giugno-ad-oggi/#mappa) con singole aggressioni e densità nei luoghi.

      3 giugno, San Calogero (Vibo Valentia): mentre raccolgono delle lamiere, tre migranti vengono sorpresi da quattro spari e rimane ucciso il bracciante maliano 29enne Sacko Soumaila.

      8 giugno, Sarno (Salerno): un giovane extracomunitario camerunense di 27 anni, mentre era in sella alla sua bici, viene picchiato brutalmente con una mazza da baseball da due giovani.

      10 giugno, Ventimiglia: i volontari della Croce Verde Intemelia hanno soccorso un extracomunitario aggredito nel pomeriggio. L’uomo, che si è rivolto anche ai carabinieri, aveva una ferita di striscio da arma da taglio e lamentava dolore al costato.

      11 giugno, Caserta: due ragazzi maliani, ospiti di un centro Sprar, vengono avvicinati da una Fiat Panda, a bordo della quale viaggiavano tre giovani italiani i quali hanno sparato alcuni colpi con una pistola ad aria compressa, al grido “Salvini, Salvini”.

      12 giugno, Napoli: algerino protesta contro un’auto che non si ferma sulle strisce pedonali e viene accoltellato da tre giovani napoletani.

      12 giugno, Sulmona (Aquila): due uomini armati di coltello hanno fatto irruzione ieri sera nel centro di accoglienza migranti di Sulmona. Un richiedente asilo di origine nigeriana, ospite del centro è stato aggredito e ferito a colpi di arma da taglio.

      16 giugno, Catania: aggredisce lavavetri perché insistente e lo insegue fin dentro a un supermercato minacciandolo con una spranga di ferro.

      17 giugno, Roma: tre ragazzi italiani, tutti minorenni hanno aggredito un gruppo di lavoratori indiani, con le loro famiglie, dapprima insultandoli con frasi razziste, poi lanciando degli sputi su donne e bambini presenti, poi picchiando un giovane indiano che cercava di capire le ragioni di quell’aggressione gratuita nei loro confronti.

      17 giugno, Erba (Como): Aggressione in piazza Padania a Erba. Un italiano ha picchiato uno straniero di 42 anni che è rimasto ferito alla testa.

      17 giugno, Palermo: tre migranti, un nigeriano di 32 anni, un ivoriano di 48 anni e un minorenne della Costa d’Avorio sono stati aggrediti al mercato Ballarò riportando varie ferite lacerocontuse alla testa e al volto.

      17 giugno, Cagliari: un giovane dominicano, fermatosi con il suo scooter prima delle strisce pedonali, è stato aggredito da tre ragazzi sardi che lo hanno malmenato perché straniero.

      20 giugno, Napoli: Bouyangui Konate, cuoco maliano di 21 anni, rifugiato, viene colpito da due ragazzi con un fucile a piombini e rimane ferito.

      22 giugno, Palermo: 21enne gambiano, a Palermo ormai da anni, dove studia al Commerciale e lavora come mediatore, viene colpito da pomodori da due sessantenni perché uno straniero non può sostare davanti a un portone.

      22 giugno, Sassuolo (Modena): tre italiani hanno aggredito un ragazzo straniero dopo una lite. Secondo alcune testimonianze, un membro del gruppetto di italiani avrebbe colpito in volto con un pugno il giovane straniero mentre un altro trattenendolo gli impediva di fuggire.

      23 giugno, Palermo: un branco di violenti si è accanito contro un ambulante di 33 anni originario del Bangladesh che viene picchiato fino a perdere i sensi.

      29 giugno, Torino: Ahmed, un giovane sudanese, rifugiato fuggito dalle persecuzioni nel Darfur, seduto su una panchina nel quartiere Mirafiori, viene aggredito da due uomini di mezza età, con insulti, botte, pugni e calci a raffica. Scappato il ragazzo le seguono nel ristorante dove si era rifugiato e continuano a picchiarlo, insultando e picchiando anche il titolare del ristorante e il cuoco, intervenuti a difesa della vittima.

      30 giugno, Trento: un lavoratore marocchino, che ha registrato le conversazioni col suo datore, viene minacciato di morte da quest’ultimo, che cita anche Salvini. Il principale, alla richiesta del lavoratore di poter prendere un giorno di malattia risponde “ti brucio vivo, brutto islamico”.

      2 luglio, Sassari: Una giovane nigeriana è stata aggredita, malmenata e insultata con frasi razziste da un uomo.

      3 luglio, Spotorno (Liguria): Aizzano il cane contro un ambulante nero e insultano la donna che lo difende insultandola e facendole delle intimidazioni su Facebook quando ha pubblicato il post per denunciare l’accaduto.

      3 luglio, Forlì: una donna nigeriana viene avvicinata da un motorino, con due persone a bordo, dal quale parte un colpo da una pistola ad aria compressa che la ferisce a un piede.

      4 luglio, Val di Susa: al rifugio autogestito di Chez Jesus sono arrivate 6-7 persone residenti di Claviere, poi raggiunte da altre, con lo scopo iniziale di far togliere le bandiere No Tav e No Borders, si sono imposti con violenza verbale, offendendo i presenti con insulti razzisti e sessisti quali “negra di merda”, “a voi non darei neanche venti euro sulla strada”, “avete solo bisogno di un po’ di cazzo”, “pompinari e zecche di merda”.

      5 luglio, Forlì: un uomo di 33 anni originario della Costa d’Avorio viene colpito all’addome con colpi esplosi da pistola ad aria compressa.

      10 luglio, Venezia: un porteur abusivo di origine ghanese viene picchiato dai colleghi “regolari” che gli gridano “Vai via brutto negro abusivo, ora qui c’è Salvini” Colpita anche la donna, spagnola, che da anni vive a Roma, a cui il porteur stava portando i bagagli.

      11 luglio, Latina: due uomini di origine nigeriana vengono raggiunti da proiettili di gomma esplosi da un’Alfa 155 nei pressi della fermata dell’autobus.

      17 luglio, Roma: una bambina rom di poco più di un anno, viene raggiunta da un colpo di pistola ad aria compressa. Rischia di rimanere paralizzata.

      22 luglio, Lercara Friddi (Palermo): un giovane ballerino di 23 anni, figlio di mauriziani ma nato in Italia e adottato dopo la nascita, è stato massacrato al grido di “Sporco negro vai via, non sei degno di stare con noi”.

      23 luglio, Atena Lucana (Salerno): un giovane raggiunge una struttura di accoglienza per cittadini extra-comunitari richiedenti asilo politico, in evidente stato di ebrezza, e aggredisce un ospite, neodiciottenne, di origini egiziane e un’operatrice del centro, provocando ad entrambi lesioni, accompagnando l’aggressione con insulti razzisti.

      24 luglio, Milano: un 42enne originario dello Sri Lanka è stato vittima di un brutale aggressione nella zona di Bruzzano. L’aggressore, un casertano di 55 anni, ha minacciato la vittima con un taglierino, prima di colpirlo ripetutamente al volto e alle braccia. La «colpa» del cingalese? Parlare al proprio cellulare non in italiano.

      26 luglio, Partinico: un richiedente asilo senegalese di 19 anni Khalifa Dieng viene aggredito e picchiato, mentre girava in bicicletta per le vie di Partinico. Così ben presto dagli insulti si è passati ai fatti. Il ragazzo è stato spintonato e poi preso a schiaffi e a pugni. che gli gridano: “Tornatene al tuo paese, sporco negro”.

      26 luglio, Vicenza: un operaio di origine capoverdiana che lavorava su un ponteggio viene colpito alle spalle dai colpi di una carabina sparati da un terrazzo. L’uomo che ha sparato si è giustificato dicendo di voler colpire un piccione.

      26 luglio, Aversa: un richiedente asilo della Guinea viene avvicinato da due ragazzi in moto, che gli sparano con un’arma ad aria compressa, colpendolo al volto.

      27 luglio, Torino: un ragazzo originario del Gabon, Hamed Musa, è stato aggredito e insultato come negro di merda da due uomini con un pitbull che ringhiava. Quando era serenamente seduto su una panchina, in zona Mirafiori.

      28 luglio, Napoli: due titolari di una pescheria hanno malmenato un nigeriano di 29 anni che chiedeva l’elemosina dinanzi al loro negozio

      28 luglio, Milano: un uomo di origine cingalese viene aggredito in un parco. L’aggressore pretendeva che parlasse in italiano al telefono e lo ha minacciato con un taglierino sulla gola davanti alla figlia terrorizzata.

      29 luglio, Moncalieri (Torino): In coda in un ufficio pubblico, squilla il telefono di un giovane arabo: è una preghiera musulmana. E una donna italiana lo aggredisce: “Quella suoneria è vietata, esci di qui e torna al tuo paese”.

      29 luglio, Aprilia: un uomo di origine marocchina viene picchiato a sangue da due uomini e muore, abbandonato sulla strada.

      29 luglio, Moncalieri (Torino): Daisy Osakue, nazionale di atletica leggera, aggredita a Moncalieri mentre rincasava: da un’auto in corsa le sono state lanciate contro delle uova. L’atleta è stata colpita a un occhio ed è stata operata per una lesione alla cornea.

      30 luglio, Roseto (Teramo): alla ASL un italo-senegalese viene respinto, con la frase: “Vai via, questo non è l’ufficio del veterinario”.

      30 luglio, Villaggio Mosé (Agrigento): un giovane diciottenne gambiano, Aggredito dal “branco” giovane migrante ospite di una comunità, ospite della comunità “La mano di Francesco”, viene aggredito mentre era sulla sua bici da un gruppo di ragazzi in scooter.

      2 agosto, Ficovaro (Pistoia): un migrante è stato preso di mira da due giovani italiani che al grido ‘negri di merda’ gli hanno sparato uno o due colpi di arma da fuoco. Fortunatamente è rimasto illeso.

      2 agosto, Napoli: un 22enne senegalese, venditore ambulante in Italia da diversi anni e con un regolare permesso di soggiorno, è stato ferito alla gamba da colpi di arma da fuoco che sarebbero stati esplosi da due persone. Il fatto è accaduto nel quartiere del Vasto. Non è in pericolo di vita: sarà sottoposto a un’operazione.

      3 agosto, Pistoia: Dei colpi di pistola, forse con una scacciacani secondo i primi accertamenti della polizia, sono stati esplosi contro Buba Ceesay, migrante di 24 anni del Gambia, ospite della parrocchia di Vicofaro. Gli spari sono stati accompagnati da insulti razzisti. Il giovane è rimasto illeso.

      14-15 agosto, spiaggia di Ciammarita a Trappeto (Palermo): viene attuato un pestaggio ai danni di sei minori stranieri non accompagnati. Le indagini coordinate dal pm e condotte dai carabinieri della compagnia di Partinico hanno portato all’arresto di sette persone, tra cui due donne. Gli indagati sono accusati di lesioni aggravate e violenza privata e di avere agito con la “finalità dell’odio etnico e razziale”.

      15 agosto, Partinico (Palermo): Quattro immigrati minorenni che erano in attesa del pulmino che li riportasse nella comunità che li ospita sono stati insultati e picchiati. Dopo gli insulti ai quattro immigrati, gli aggressori si sono scagliati contro due e poi sono fuggiti.

      16 agosto, Aprilia: Ferito a un piede da un piccolo proiettile di piombo mentre passeggiava nel centro di Aprilia, vicino Latina. Vittima un cittadino di nazionalità camerunense, che camminava a piedi in una zona del centro della località pontina. L’uomo è stato giudicato guaribile in 5 giorni.

      19 agosto, Terracina (Latina): Un cittadino indiano di 40 anni, mentre era in bicicletta sulla via Pontina, è stato colpito da tre pallini esplosi forse con un’arma ad aria compressa da uno sconosciuto a bordo di un’utilitaria. L’auto sarebbe poi fuggita.

      3 settembre, Raffadali (Agrigento): un ragazzo tunisino di sedici anni, preso a calci e pugni a Raffadali, è stato ricoverato in ospedale con contusioni e ferite su tutto il corpo. Come ricostruito dagli inquirenti, il giovane, che vive a Raffadali da un anno in una struttura che si occupa dell’accoglienza dei minori, ha prima ricevuto una sportellata da un minorenne e poi è stato picchiato con calci e pugni al grido di “torna nel tuo paese”.

      8 settembre, Bettola (Piacenza): In un crescendo di episodi di violenza nei confronti di un profugo, viene appiccato un incendio sul balcone della casa che ospita i richiedenti asilo nella cittadina. I carabinieri della compagnia di Bobbio, hanno deferito tre cittadini del paese della Valnure per violenza privata, danneggiamento a seguito di incendio, ingiuria e minacce aggravate da motivi razziali.

      9 settembre, Mortara (Pavia): un operaio africano, passato con un monopattino di fronte a un bar cittadino, viene insultato e picchiato dal titolare del bar e da due clienti, che sono stati indagati.

      11 settembre, Sassari: Un giovane guineano è stato aggredito durante la notte da cinque ragazzi. A fermare la furia del branco è stato un uomo che ha assistito al pestaggio ed è intervenuto facendo fuggire il gruppetto di razzisti.

      12 settembre, Francavilla Fontana (Brindisi): un giovane migrante, un diciassettenne proveniente dalla Guinea, ha subito un violento pestaggio da parte di alcuni coetanei.

      16 settembre, Piazza Armerina (Enna): un ragazzo gambiano di 23 anni, da due in Italia e ospite dall’associazione Don Bosco è stato pestato a sangue da tre ragazzi.

      17 settembre, Catania: molotov contro il centro per richiedenti asilo di Grammichele. Danneggiata la porta d’ingresso. La coop che lo gestisce: “Speriamo non sia razzismo, ma solo una ragazzata”.

      24 settembre, Castelfranco Emilia (Modena): Un 27enne pachistano che in quel momento stava camminando con alcuni amici, viene colpito da una pistola ad aria compressa da un’auto in corsa. Gli autori potrebbero essere indagati anche per odio razziale perché avrebbero esultato una volta colpito il ragazzo.

      26 settembre, Frosinone: Tre studenti universitari sono stati indagati e le loro abitazioni sono state perquisite dagli investigatori della Digos e della Squadra Mobile della questura di Frosinone. Secondo quanto emerso, i tre studenti, residenti a Ceprano, due di 22 e uno di 23 anni, avrebbero aggredito senza motivo richiedenti asilo politico in diverse regioni italiane e nel Frusinate, in particolare a Ceprano e Roccasecca. In otto mesi di indagini la polizia ha accertato almeno sette episodi di aggressione a sfondo razziale. Pesanti i capi di imputazione contestati ai tre: propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, minacce, stalking, lesioni personali, danneggiamento. Nelle abitazioni sono stati ritrovati opuscoli di “Blocco studentesco”, organizzazione dell’ultradestra attiva nelle scuole e nelle università, mazze da baseball, sfollagente, due coltelli e materiale propagandistico sulla superiorità razziale.

      30 settembre, Roma: una donna nordafricana viene spinta e gettata a terra da un uomo italiano nei pressi di Piazza Bologna. All’origine dell’aggressione un diverbio per un parcheggio. La donna, infatti, occupava un posto auto in attesa del fratello, che stava arrivando in macchina. L’uomo, un cinquantenne romano, vedendo il posto vuoto le ha intimato di spostarsi immediatamente. Dopo una serie di offese a sfondo razzista come “tornatene al tuo paese”, la donna è stata colpita ed è caduta a terra.

      2 ottobre, Napoli: un passeggero di origini asiatiche, probabilmente pakistano, viene insultato e minacciato da un uomo italiano seduto accanto a lui: “Io sono italiano e tu mi fai schifo, ti taglio la testa, fammi vedere il biglietto, voi facce di m… ci avete rovinato, mi fai schifo a pelle, ti ammazzo di botte”. Interviene solo una signora chiedendo all’italiano di smetterla. A quel punto l’uomo minaccia anche lei: “Tu a Napoli non ci arrivi, se ti incontro sei morta”. Poi si arrende.

      4 ottobre, Montagnana (Padova): una coppia entrata in un ristorante, si è rivolta al cameriere di colore aggredendolo verbalmente e rifiutandosi di essere servita da lui. Una sua collega, Laura, ha difeso il ragazzo dicendo alla coppia: “Potete anche andare via – ha detto – qui noi non serviamo clienti razzisti”. Il fatto, segnalato su Facebook dalla stessa Laura, ha suscitato la solidarietà dei cittadini.

      7 ottobre, Venezia: una ragazza haitiana di colore, adottata da due veneti, viene respinta a un colloquio di lavoro per fare da cameriera in un ristorante dal proprietario che vedendola le dice “Ah, ma sei nera? Scusa, non è per cattiveria – ha detto l’uomo – ma io non voglio persone di colore nel ristorante, potrebbe far schifo ai miei clienti, potrebbe far schifo che tocchi i loro piatti”.

      12 ottobre, Lodi: la Sindaca leghista Sara Casanova, taglia fuori dal servizio mensa e scuolabus oltre 200 bambini tutti figli di stranieri, che sono così costretti a mangiare in stanze separate da quelle dei compagni e a percorrere ogni mattina molti chilometri a piedi per raggiungere la scuola.

      12 ottobre, hinterland di Bari: un gruppo di ragazzi aggredisce un ragazzo di colore loro conoscente, spruzzando su di lui della schiuma bianca dicendogli “sei nero, ora ti facciamo diventare bianco”.

      12 ottobre, Lucca: un ragazzo nato e cresciuto a Lucca da genitori dello Sri Lanka ha ricevuto insulti razzisti su un autobus della città toscana. Un autista della Città Toscana Nord prima avrebbe detto al ragazzo di stare in piedi perché non c’erano posti a sedere. Poi, quando il giovane ha trovato un sedile libero, è arrivato l’insulto: “Ma vieni dal cimitero? Puzzi di morto! C’è un tanfo di morto! Che cosa ti sei messo? Non ti puoi sedere, puzzi di morto”. Nessuno dei passeggeri è intervenuto. Secondo il ragazzo – che ha raccontato ai giornali locali l’episodio – “Forse non hanno sentito o forse hanno preferito far finta di niente. Una cosa del genere non mi era mai successa”.

      13 ottobre, Morbegno (Sondrio): un senegalese di 28 anni è stato avvicinato alle 2 di notte da un gruppo di ragazzi, mentre andava al panificio in cui lavora, e hanno iniziato ad insultarlo per il colore della pelle. Poi calci e pugni fino a mandarlo in ospedale.

      14 ottobre, Varese: Emanuel, ventottenne di origini nordafricane che da 10 anni vive in Italia, fa il cassiere in un supermercato. Durante il suo turno di lavoro, si trova di fronte una donna quarantenne che gli dice: «Non voglio essere servita da un negro». Il ragazzo invita la cliente a concludere i suoi acquisti, ma lei insiste e continua a insultarlo con frasi razziste. Quando sente che i colleghi stanno chiamando la polizia, gli lancia addosso anche una lattina di birra, danneggiando la cassa.

      16 ottobre: una giovane ragazza trentina denuncia su Facebook l’episodio di razzismo di cui è stata testimone su un autobus Flixbus diretto da Trento a Roma sul quale una donna italiana di circa 40 anni ha inveito contro un ragazzo senegalese di 25 anni impedendogli di sedersi nel posto assegnato, che era accanto al suo. “Qui no, vai via, vai in fondo, sei di un altro colore e di un’altra religione”. Davanti alle invettive della donna è scoppiato in lacrime dicendo: “Non faccio nulla di male. Non sono cattivo. Voglio solo sedermi e riposare perché sono stanco”.

      17 ottobre, Trento: uno studente indiano, che frequenta l’università (a breve si laureerà ingegneria meccatronica), è stato fatto cadere e poi colpito a calci nei dintorni della residenza dove abita. Gli aggressori si sono limitati a picchiarlo senza portargli via nulla. Il ragazzo ha informato del fatto l’università, raccontando che il movente dell’aggressione è di tipo razziale.

      19 ottobre, Castel Volturno (Caserta): un ragazzo ghanese di 29 anni si ritrova su una sedia a rotelle con gambe e braccia paralizzate a vita a seguito di un’aggressione di matrice razzista. È stato massacrato di botte mentre rientrava a casa dal lavoro come saldatore in autobus come ogni sera. L’aggressore, che non si spostava per farlo scendere, nonostante il ragazzo chiedesse di passare, ha sferrato un primo colpo, scagliando il giovane fuori dal pullman. Dopo essere caduto, il ragazzo ha subito un pestaggio da parte dell’uomo che lo ha costretto alla paralisi.

      19 ottobre, Brindisi: un ragazzo di 20 anni originario del Senegal è una delle due vittime delle altrettante aggressioni violente a sfondo razziale perpetrate prima contro di lui e poi contro Elia, segretario della comunità cittadina del Ghana. Un terzo raid razzista è stato sventato dall’intervento di un cittadino, che ha minacciato di chiamare la polizia. Si presume che i due violenti che hanno preso a bastonate, calci e pugni le gli immigrati, abbiano voluto ergersi a vendicatori prendendo di mira degli uomini di pelle scura, a seguito di due episodi avvenuti la mattina: prima il danneggiamento di un’auto da parte di un cittadino della Guinea e poi una presunta violenza sessuale su cui la polizia sta ancora cercando di far luce.

      21 ottobre, Milano: Shanti una 23enne italiana di origini indiane. Domenica sale sul Frecciarossa Milano-Trieste e si accomoda accanto a una signora, che prima le chiede se ha il biglietto, poi, ricevuta risposta affermativa, guardando la ragazza dice ad alta voce: “Se è così, io accanto a una negra non ci sto”. E cambia posto. A denunciare il gesto razzista, è stata la mamma della giovane, presidente del Ciai (Centro italiano aiuti all’infanzia, con un post su Facebook).


      http://www.radicali.it/cronologia-aggressioni-razziste-da-inizio-giugno-ad-oggi

    • Un’estate all’insegna del razzismo

      È stato pubblicato il dossier “Un’estate all’insegna del razzismo”, a cura di Lunaria, che analizza i casi di razzismo nel nostro Paese negli ultimi sei mesi. Dal razzismo quotidiano a quello istituzionale, ecco cosa c’è da sapere.

      Quella appena trascorsa è un’estate che difficilmente dimenticheremo. Da qualunque lato la si guardi – i comportamenti sociali, il dibattito pubblico, le scelte istituzionali – desta preoccupazioni profonde. E non sono (solo) i numeri a fondare le nostre ansie. 304 casi di discriminazione e di razzismo documentati in sei mesi, 488 dall’inizio dell’anno, sono molti. Ma come sempre colgono solo quello che si è reso visibile e documentabile grazie alle segnalazioni dirette e al monitoraggio dei media.

      No, non sono i numeri a cui guardiamo. Quello che ci preoccupa di più è altro.

      Sono quelle parole e quei comportamenti violenti che non raggiungono l’onore delle cronache e che non vengono denunciati, ma proliferano in ogni dove. Quello che ci preoccupa è che una bimba Rom di 15 mesi possa essere colpita alla schiena per strada e un lavoratore straniero sia colpito “per caso” mentre lavora. Sono le “goliardate” compiute da minori ai danni dei loro coetanei stranieri.

      È che lo Stato faccia tutto il possibile per impedire di mettere in salvo delle vite umane. È che chi ripropone il primato degli italiani in un asilo pubblico o per accedere a una casa popolare venga acclamato da un’ampia parte dell’opinione pubblica. È la separazione dei bambini a scuola nell’ora dei pasti o mentre devono vaccinarsi. È che un ministro della Repubblica possa permettersi anche solo di proporre in rete l’abrogazione della legge Mancino. È che possano ancora agire indisturbati movimenti che si ispirano al fascismo e al neonazismo. È l’approvazione del D.L. 113/2018, che cancella il permesso per motivi umanitari, affossa il sistema pubblico di accoglienza e amplia il sistema dei centri di detenzione. È la strumentalizzazione politica spudorata dei corpi delle donne violati, laddove l’aggressore è un cittadino straniero. È che una signora qualsiasi possa insultare e rifiutarsi di sedersi accanto a una ragazza italiana in treno solo perché il colore del suo volto non è bianco. È la censura da parte della televisione pubblica di un documentario prodotto da un suo giornalista che osa mostrare le condizioni di vita ingiuste e disumane dei bambini rifugiati a Lesbo. E infine, quello che ci preoccupa è l’attacco al sistema di accoglienza pubblico sferrato con l’arresto di Mimmo Lucano.

      Non siamo i soli ad essere allarmati.

      A scendere in campo contro i rischi di un’escalation di discriminazioni istituzionali, di xenofobia e di razzismo sono stati anche importanti esponenti delle istituzioni, a partire dal Presidente della Repubblica: «L’Italia non può somigliare a un Far West dove un tale compra un fucile e spara a una bambina di un anno rovinando la salute e il futuro. Questa è barbarie e deve suscitare indignazione». O dall’UNHCR, Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, che ha espresso “profonda preoccupazione per il crescente numero di attacchi nei confronti di migranti, richiedenti asilo, rifugiati e cittadini italiani di origine straniera che hanno caratterizzato questi ultimi mesi”.

      Sino ad arrivare all’annuncio dell’invio di “personale in Italia per valutare il riferito forte incremento di atti di violenza e di razzismo contro migranti, persone di discendenza africana e rom” da parte dell’Alto Commissario Onu per i diritti umani, Michelle Bachelet. Persino il Parlamento Europeo è giunto ad approvare (tardivamente) una risoluzione che invita i Governi dei Paesi membri a mettere al bando le organizzazioni neo-naziste e neofasciste.

      In questo ultimo dossier raccontiamo tutto questo nel dettaglio.

      Partiamo come di consueto dai casi di ordinario razzismo, dedicando un approfondimento alla ricorrenza anomala di violenze fisiche che hanno colpito soprattutto persone nere. Riepiloghiamo le scelte compiute dal Governo a partire dal suo insediamento sino ad arrivare all’approvazione del pessimo Decreto Legge 113/2018 e le discriminazioni istituzionali compiute attraverso delibere comunali o leggi regionali.

      Le cronache giornalistiche hanno seguito con una particolare attenzione tutti questi eventi non rimanendo immuni da omissioni, enfatizzazioni e vere e proprie stigmatizzazioni che analizziamo nel quarto capitolo.
      L’estate è stata però attraversata anche da moltissime iniziative di solidarietà. Un vero e proprio risveglio della società civile ha attraversato il nostro Paese da Nord a Sud, coinvolgendo singoli e soggetti collettivi e ambienti del tutto diversi tra loro, agendo in molti casi in modo auto-organizzato. La mobilitazione straordinaria che ha fatto giungere a Lodi più di 165mila euro per consentire a tutti i bambini che ne erano stati esclusi di tornare ad accedere alla mensa scolastica, è forse quella più originale e innovativa.

      Di fronte alle decisioni sbagliate è possibile ribellarsi. Anche quando ci sono regole o leggi ingiuste, rassegnarsi non è inevitabile.

      E proprio a tutti coloro che non accettano la criminalizzazione della solidarietà e la praticano dal basso, è dedicato l’ultimo capitolo.


      https://www.cartadiroma.org/news/in-evidenza/unestate-allinsegna-del-razzismo

      v. le dossier ici:
      https://www.lunaria.org/wp-content/uploads/2018/10/FOCUS62018unestateallinsegnadelrazzismo.pdf

    • #Latina, Torino, Roma: le violenze razziste non si fermano

      Due fratelli di 14 e 15 anni, nati in Italia e originari del Congo, vengono aggrediti, a Latina, prima verbalmente con frasi razziste per il colore della loro pelle e poi fisicamente, subendo un brutale pestaggio da parte di un gruppo di giovanissimi, tutti italiani tra i 13 e i 15 anni. L’episodio è avvenuto il 1 dicembre, ma ne abbiamo avuto notizia solo oggi, quando la squadra mobile ha segnalato alla Procura presso il Tribunale per i minori di Roma ben tredici minorenni del capoluogo pontino. A forza di calci uno dei due fratelli è finito a terra, vittima di un trauma cranico e privo di conoscenza, mentre all’altro sono stati fratturati il naso e uno zigomo. I due fratelli, ricoverati in ospedale, con prognosi di venti e trenta giorni, sono fuori pericolo ma sotto choc. Secondo alcune indiscrezioni, gli aggressori apparterrebbero a “situazioni familiari disagiate e in alcuni casi sono figli di uomini con precedenti penali o con parentele pesanti nella criminalità organizzata della città”.

      Ci spostiamo vicino Torino. Pape Bassirou Tine, ventenne di origine senegalese residente ad Almese, giovane e promettente calciatore del San Maurizio Canavese (campionato di Promozione), viene aggredito davanti al Caffè Stazione di Avigliana (TO). Il fatto è accaduto lunedì 17 dicembre sera. «Mi hanno urlato ‘negro di m*…, torna a casa tua’, poi mi sono avvicinato per chiedere spiegazioni. Uno mi ha colpito con un pugno, un altro con un bicchiere di vetro». Secondo una prima ricostruzione, fatta grazie al racconto del ragazzo e dei testimoni presenti al momento dell’accaduto, gli aggressori sarebbero cinque-sei italiani, più o meno suoi coetanei. Pape, recatosi all’ospedale di Rivoli per farsi medicare, ha perso sangue a causa dei colpi ricevuti ma si rimetterà presto. Torino Today riporta le parole del giovane, che ora chiede giustizia: «Chiedo solo che giustizia sia fatta perché siamo nel 2018 e non permetto a nessuno di sottovalutarmi. Siamo tutti esseri umani. Sembra che siano solo gli stranieri a commettere crimini, ma non è così». Pape ha presentato una denuncia alla stazione dei carabinieri, che sono ora al lavoro per identificare gli autori dell’aggressione grazie anche ai filmati delle telecamere di sorveglianza della stazione.

      Da Torino torniamo a Roma. Ancora un’aggressione razzista nei confronti di una persona nera. Le vittime in questo caso sono due: una mamma e la sua bambina, a bordo del tram 19. A raccontare l’accaduto, ieri, sulla propria pagina Facebook, una testimone che ha assistito al fatto intorno alle 16:45 del pomeriggio. “Ad una fermata sale una donna di colore, con una bimba di un anno in passeggino. Un uomo, romano doc, sulla quarantina le dice: “E tu perché sei qua, cosa fai sul tram?!”. La donna risponde: “Che vuoi, che ti ho fatto?”. L’uomo innervosito dal fatto che una donna, per giunta “nera”, gli risponda, le ribatte: “Tu devi stà zitta, hai capito, devi stà zitta”. Alla fermata del tram, la donna cerca di scendere, ma l’uomo le tira una pacca sul sedere e tira due calci al passeggino e le sputa in faccia”. Nonostante l’intervento della testimone e di un altro ragazzo, l’uomo continua ad infierire e a insultare. Anche altri passeggeri, presenti all’aggressione, partecipano agli insulti generali. Il tram riparte. Nessuno chiede niente. Come se nulla fosse accaduto.

      Pochi giorni fa, aveva scosso e fatto il giro dei social l’episodio della donna rom e di sua figlia aggredite nella metro, raccontato alla giornalista Giorgia Rombolà, testimone dell’aggressione. Pochi giorni fa, avevamo ricevuto una segnalazione simile anche da una nostra lettrice (ne abbiamo parlato qui).

      Fatti con cadenza quotidiana estremamente gravi, e sempre più relegati alla pura cronaca. Fatti che non dovrebbero passare inosservati. E che dovrebbero far riflettere sul clima inquietante in cui siamo immersi e che sembra restringere ogni giorno i pochi interstizi di umanità che restano.


      http://www.cronachediordinariorazzismo.org/alatina-torino-roma-le-violenze-razziste-non-si-fermano
      #Turin #Rome

    • Ordina le pizze, brasiliana pestata a sangue. «Siamo in Friuli, devi parlare friulano per legge»

      Pestata in un locale pubblico perché non parla friulano. Accade fuori da una pizzeria da asporto, a #Mereto_di_Tomba. La donna, brasiliana, 47 anni, residente a Cavasso Nuovo nel Pordenonese, era entrata nel locale insieme ai figli, per ordinare delle pizze da portare a casa. Ha chiesto le pizze in buon italiano, ma ad un uomo presente nel locale, un camionista, non è bastato: «Qui siamo in Friuli e si deve parlare friulano per legge». La donna, per evitare liti, è uscita fuori, al freddo, per attendere le pizze. Ma l’uomo è uscito e nonostante il figlio della donna cercasse di difenderla, l’ha spintonata e colpita al volto. Col naso sanguinante e sotto choc la brasiliana è andata al pronto soccorso: ha numerosi traumi.

      https://www.ilmessaggero.it/italia/brasiliana_picchiata_pizzeria_udine_oggi-4222441.html

  • Stillgelegt - Berliner S-Bahn-Strecken außer Betrieb - Friedhofsbahn Stahnsdorf
    http://www.stillgelegte-s-bahn.de/friedhofsbahn/friedhofsbahn.htm

    Friedhofsbahn - ein makaberer Name? Keinesfalls. Hier gab es keine schweren Unfälle, sondern der Zweck dieser Strecke bestand in der Verkehrsanbindung der um 1905 außerhalb der Stadt angelegten großen Friedhöfe. 1913 fuhr der erste Dampfzug von Wannsee über den Haltepunkt Dreilinden nach Stahnsdorf. Für viele „Fahrgäste“ war es tatsächlich die letzte Fahrt: Die Leichen wurden vom Güterbahnhof Halensee, der eine „Leichenabfertigungshalle“ besaß, mit der Bahn befördert. 1928 ging die Stromschiene in Betrieb und auf der eingleisigen Strecke pendelte alle 20 Minuten eine S-Bahn.
    Nach 1952 durften West-Berliner die DDR nur mit Sondergenehmigung betreten. Somit blieben die Fahrgäste aus. Mit dem Mauerbau 1961 wurde der Verkehr eingestellt. Durch die Lage im Sperrgebiet sind heute noch etliche Spuren zu finden.

    Pläne für eine mittelfristige Wiederaufnahme des Betriebes gibt es nicht. Langfristig ist eine Verbindung Wannsee - Stahnsdorf - Teltow Stadt denkbar. Davon sind auch schon Spuren zu finden.
    Eine „Kleine Anfrage“ im Abgeordnetenhaus von Berlin (Drucksache 15/10861) vom 28.8.2003 erbrachte folgende Aussage der Senatsverwaltung für Stadtentwicklung: Im Step-Verkehr sei der Friedhofsbahn-Abschnitt Abzweig Wannsee - Dreilinden nicht mehr enthalten, im FNP sei er als Bahnfläche gekennzeichnet. Nach Brandenburger Aussage sei der Abschnitt Dreilinden - Teltow Stadt im Verkehrsentwickungsplan nicht mehr als Trassenfreihaltung vorgesehen. Dennoch werde die Trasse im Rahmen der Bauleitplanung der Gemeinden „wenn möglich freigehalten“. „Ein Verkehrsbedarf der Gesamtstrecke [sei] auf absehbare Zeit nicht nachweisbar“, aber „eine Planungsoption Teltow Stadt - Stahnsdorf [würde] für denkbar gehalten.“

    Länge Wannsee - Stahnsdorf: ca. 4,2 km

    Friedhofsbahn Stahnsdorf bis Wannsee
    http://www.friedhofsbahn.de

    Regionalmarketing „Der Teltow“ e.V. befürwortet den Ringschluss der S-Bahn von Teltow-Stadt über Stahnsdorf (Ort) - sowie über die Friedhofsbahn von Stahnsdorf-Südwestkirchhof bis Wannsee.
    Wir bieten Ihnen mit dieser Sympathieplattform die Möglichkeit, Beiträge zur Darstellung der Geschichte, Zukunft und zur Wirtschaftlichkeit für den Ringschluss/Friedhofsbahn zu veröffentlichen. Nehmen Sie Kontakt zu uns auf.

    Bahnstrecke Berlin-Wannsee–Stahnsdorf – Wikipedia
    https://de.wikipedia.org/wiki/Bahnstrecke_Berlin-Wannsee%E2%80%93Stahnsdorf

    Die Friedhofsbahn ist nicht begraben - Nachrichten Potsdam-Mittelmark
    http://www.pnn.de/pm/1055848

    03.03.2016 von Solveig Schuster
    Idee der CDU Steglitz-Zehlendorf für Radschnellweg kommt in Stahnsdorf nicht an. Verhandlungen zum Flächenkauf stocken

    Stahnsdorf - Erst im Herbst hatten die Christdemokraten aus Steglitz-Zehlendorf die Idee eines Radschnellwegs auf der stillgelegten Stammbahntrasse ins Gespräch gebracht. Jetzt legen die Berliner mit dem Vorschlag nach, auch die Trasse der ehemaligen Friedhofsbahn vorübergehend als Radweg zu nutzen. Dass es gelingt, auch die benachbarten Umlandgemeinden von der Idee zu überzeugen, ist jedoch eher unwahrscheinlich. Sie lehnen die Pläne bislang ab.

    Wie berichtet will die Deutsche Bahn die Trassengrundstücke der seit über 50 Jahren stillgelegten Bahnstrecke, die den Stahnsdorfer Südwestkirchhof mit dem Bahnhof Wannsee verband, verkaufen. In einem Bieterverfahren hatten sich Kleinmachnow und Stahnsdorf um im Gemeindegebiet liegenden Grundstücke einschließlich der gesperrten Eisenbahnbrücke über den Teltowkanal beworben.

    Die Kommunen wollen gemeinsam die Möglichkeit einer späteren Wiederinbetriebnahme der vier Kilometer langen Strecke offenhalten. Nach einer denkbaren Verlängerung der S 25 vom S-Bahnhof Teltow-Stadt nach Stahnsdorf könnte damit der Ringschluss nach Berlin gelingen. Doch auch Monate nach der Ausschreibung verhandeln die Parteien noch.

    „Die nächsten Gespräche werden gerade terminiert“, erklärte Kleinmachnows Rathaussprecherin Martina Bellack den PNN. Dabei soll es auch „um den weiteren Umgang mit der Friedhofsbahnbrücke“ gehen, heißt es aus der Stahnsdorfer Gemeindeverwaltung. Die Bahn lehnt eine Stellungnahme derzeit ab.

    Beide Kommunen betonen, die Trasse für den Schienenverkehr erhalten zu wollen. Ein Radweg, wie von den Steglitz-Zehlendorfern vorgeschlagen, lehnt Kleinmachnow als unmittelbarer Grundstücksnachbar ab. „Wir halten einen Radweg dort nicht für sinnvoll“, sagte Rathaussprecherin Bellack. Mit dem als Radweg ausgebauten Stahnsdorfer Damm gäbe es bereits eine „hervorragende Verbindung zum S-Bahnhof Wannsee.“

    Bislang haben die Berliner das Gespräch mit den Nachbarn zum Radweg aber noch nicht gesucht. Zunächst hatten Grüne und CDU in einem gemeinsamen Antrag ihre Idee in den Stadtplanungsausschuss der Bezirksverordnetenversammlung Steglitz-Zehlendorf eingebracht. Im Februar waren die Ausschussmitglieder dem Antrag einstimmig gefolgt.

    Das Bezirksamt soll nun baurechtlich prüfen, ob die Bahnstrecke per Radweg gesichert werden kann. „Sollte es dazu kommen, bedarf es einer Stadtanbindung auch in die City-West“, erklärte der CDU-Fraktionschef von Steglitz-Zehlendorf, Torsten Hippe, den PNN. Ob sich Steglitz-Zehlendorf ohne Radweg an den Kosten für den Kauf der ehemaligen Trassengrundstücke beteiligen würde, ist offen. Ausschließen will es Hippe nicht. Für Irritationen hatte zwischenzeitlich ein neuerliches Inserat der Deutschen Bahn gesorgt. Demnach will sich das Unternehmen neben den im Bieterverfahren ausgeschriebenen Trassengrundstücken nun auch von einem 26 000 Quadratmeter großen, unbebauten und überwiegend mit Bäumen und Gehölzen bewachsenen Grundstück an der Heinrich-Zille-Straße in Stahnsdorf trennen. Dabei handelt es sich um die ehemalige Ladestraße der alten Friedhofsbahn am Stahnsdorfer Bahnhof.

    Stahnsdorf habe auch für dieses Flurstück ein Kaufangebot abgegeben, um es für eine Reaktivierung der Strecke zu sichern, erklärte Gemeindesprecher Stephan Reitzig. Inwieweit die Ladestraße dafür benötigt wird, ist laut Bahnsprecher Gisbert Gahler derzeit unklar.

    Die Sorge, die Bahn könnte analog zur Friedhofsbahn über kurz oder lang auch Trassengrundstücke der ehemaligen Stammbahn, die vom Potsdamer Platz in Berlin über Steglitz-Zehlendorf und Kleinmachnow nach Potsdam verlief, verkaufen, scheint derzeit unbegründet. Auch die Bahn hält eine Wiederbelebung der 1838 eröffneten Verbindung für unausweichlich. Konzernsprecher Gahler zufolge wachse der Verkehr zwischen Berlin und Potsdam schon heute dynamisch. Die Stadtbahn sei mit den dort verkehrenden S-, Fern- und Regionalzügen „ausgelastet bis überlastet“.

    Ein weiteres Wachstum im Korridor Berlin-Potsdam könne langfristig nur auf einer wieder in Betrieb genommenen Stammbahn stattfinden, so Gahler. „Aus diesem Grund erscheint es sehr wichtig, die Trasse für die Zukunft zu sichern.“ Alles andere werde durch die Politik in Berlin und Brandenburg bestimmt.

    Berlins Regierender Bürgermeister Michael Müller (SPD) hatte zuletzt wie berichtet geäußert, dass er und auch die Brandenburger Landesregierung das Stammbahnprojekt unterstützten und Vorbehalte vor allem in der Vorstandsetage der Bahn bestünden.

    Friedhofsbahn Google Map
    https://www.google.com/maps/d/viewer?mid=1ZOonLD0CjvjDkCDaYGtsOgMpfS4&ll=52.405272745483316%2C13.179146647

    The Friedhofsbahn | Digital Cosmonaut
    http://digitalcosmonaut.com/2013/the-friedhofsbahn

    Berlins rail based public transport network is huge. Combined, the S-Bahn and U-Bahn have over 477 Km worth of tracks, 25 lines and 339 stations – something very few cities can match. Dating back to 1838 – the network expanded with the rapidly growing city, though wars, economic depression and political divisions have caused several projects to be abandoned midway or lines to be closed altogether. One of these abandoned lines is the Friedhofsbahn (also known as the Stahnsdorfer Bahn) – which ran from Wannsee to Stahnsdorf.

    Stahnsdorf – Es war noch was los nachts um 1 am Bahnhof – MAZ - Märkische Allgemeine
    http://www.maz-online.de/Lokales/Potsdam-Mittelmark/Es-war-noch-was-los-nachts-um-1-am-Bahnhof

    Stahnsdorf. „Ein wichtiges Etappenziel ist erreicht“, sagt Jens Klocksin von der Bürgerinitiative Stammbahn erleichtert. Die Länder Brandenburg und Berlin haben mit der Deutschen Bahn eine Rahmenvereinbarung zum Ausbau von acht stark belasteten Eisenbahn-Korridoren unterzeichnet. Auf dieser Liste steht nun auch die Stammbahn Berlin–Potsdam. Klocksin sieht das auch als Erfolg der Bürgerinitiative. Ein Lenkungskreis, der Ende November zum ersten Mal tagt, soll die Projekte zur Baureife führen.

    Die Bürgerinitiative Stammbahn fordert die Reaktivierung der ersten preußischen Eisenbahnstrecke. So könnte auch Kleinmachnow wieder einen Bahnhof bekommen. In der Bürgerinitiative engagieren sich aber auch Menschen, für die die Wiederinbetriebnahme der Friedhofsbahn zwischen Wannsee und Stahnsdorf und deren Verlängerung nach Teltow im Fokus steht. Pläne für die Verlängerung hatte die Deutsche Reichsbahn schon Ende der 1930er Jahre erarbeitet.

    In vielleicht zwölf Jahren könnten einige der diskutierten Bahnprojekte in Berlin und Brandenburg verwirklicht sein. Kurt Peil geht davon aus, dass er das nicht mehr erleben wird. Für den 89-Jährigen sind die Strecken ferne Zukunft – aber auch Vergangenheit, namentlich die Friedhofsbahn. Denn Kurt Peil hat sie gefahren. Der Stahnsdorfer war von seinem Onkel überredet worden, zur Bahn zu gehen. Zuerst hat er Wagen geputzt, dann wurde er Schaffner. Zwei Tage nachdem er geheiratet hatte – vor wenigen Tagen wurde mit Ehefrau Ruth und vielen Gästen Eiserne Hochzeit gefeiert – begann seine Ausbildung zum Triebfahrzeugführer. „Da gab es mehr Geld“, sagt Peil zu seiner Motivation.

    In der Nacht vom 12. zum 13. August 1961 kam er mit seiner Frau von einer Familienfeier in Berlin-Friedrichshain wieder in Stahnsdorf an. Wobei er sich beim Feiern zurückgehalten hatte, weil am Morgen wieder sein Dienst begann. Als er am Bahnhof eintraf, stand dort alles voller Uniformierter. Die Station, an der er noch ein paar Stunden zuvor angekommen war, war geschlossen. Peil hatte seinen Kollegen zwar noch abgelöst, aber losfahren konnte er nicht mehr mit seinem Zug. Die DDR-Führung hatte die Grenze nach West-Berlin dicht gemacht. Peil war mit der letzten, vielleicht auch vorletzten S-Bahn von Wannsee nach Stahnsdorf nach Hause gekommen. „Einfach den Bahnhof zumachen. Wir hätten uns das nicht vorstellen können“, sagt Ruth Peil. Sie hatte zuerst von Nachbarn von der Abriegelung erfahren. Ihre erste Reaktion: „Aber mein Mann ist doch zur Frühschicht gegangen und nicht wieder zurück.“

    Seinen Arbeitsplatz bei der S-Bahn behielt Kurt Peil trotz der eingestellten Strecke. Bis 1962 fuhr er – da die Bahn nach einem Alliierten-Beschluss ja in allen vier Sektoren von der Deutschen Reichsbahn betrieben wurde – weiter auf West-Berliner Gebiet. Ab und zu hat er die Gelegenheit genutzt, sich mit seiner Schwägerin zu treffen, die im Westen wohnte. Offenbar hat das jemand beobachtet. Peil wurde jedenfalls bald in Grünau stationiert. Das bedeutete mindestens eine anderthalb Stunde Anfahrt mit Bus und Zug, nach Feierabend die ganze Tour zurück. Kurt Peil saß dann noch viele Jahre in einem Triebfahrzeug. Wahrscheinlich ist so ziemlich jeder Ost-Berliner mal sein Passagier gewesen. 1990 konnte er in Rente gehen.

    Von dem Bahnhof, an dem sein Leben als S-Bahn-Fahrer begann und der in den 50er Jahren wieder auf Vordermann gebracht worden war, ist nahezu nichts mehr zu sehen. Unter den Bäumen findet man immerhin noch einen zugewachsenen Bahnsteig. Das Empfangsgebäude war 1976 gesprengt worden. Ein zum 100-jährigen Bestehen aufgestelltes Signal erinnert als Denkmal an die Station.

    Nun lassen sich vom Fahrgastaufkommen im August 1961 seriös keine Rückschlüsse für die Zukunft der Bahnstrecke ziehen. Kurt Peil kann sich aber noch genau erinnern: Er und seine Frau, sie waren bei weitem nicht der einzigen, die damals nachts um eins in Stahnsdorf ankamen. „Da war noch eine Menge los“, sagt der 89-Jährige.

    Von Stephan Laude

    Ab heute Ausstellung über den Bahnhof Stahnsdorf: Man nannte sie Friedhofsbahn | Berliner Zeitung
    https://www.berliner-zeitung.de/ab-heute-ausstellung-ueber-den-bahnhof-stahnsdorf-man-nannte-sie-fr

    19.02.96, 00:00 Uhr
    ZEHLENDORF Der verschwundene Bahnhof: Unter diesem Titel ist ab heute im Foyer des Rathauses eine Ausstellung zu sehen. Sie beschäftigt sich auf dokumentarische und künstlerische Weise mit ehemaligen S-Bahnhof Stahnsdorf.Längst ist Gras über die Sache gewachsen. Dort, wo täglich Fahrgäste ein- und ausstiegen, erinnert jetzt kaum noch etwas an den alten Bahnhof Stahnsdorf. Lediglich der Bahnsteig läßt noch erahnen, was sich einst an dieser Stelle befand. Wenige Meter Gleis Die Ausstellung im Rathaus Zehlendorf wird bei so manchem sicher Erinnerungen wecken an die Zeit, als die Vorstadtbahn noch fuhr. So wie bei dem 63jährigen Peter Ernst, der mit vier anderen gut ein halbes Jahr recherchiert und die Ausstellung zusammengestellt hat. „Ich bin früher damit immer nach Berlin reingefahren“, berichtet der Rentner aus Güterfelde bei Potsdam. Für ihn war die Bahn die Verbindung zur Großstadt. 1913 eingeweiht, verkehrte die S-Bahn sogar im Zehn-Minuten-Takt zwischen Wannsee und Stahnsdorf. Da sich in unmittelbarer Nähe des Bahnhofes ein Friedhof mit einem extra Gleis-Anschluß befand, wurde die Strecke im Volksmund auch „Friedhofsbahn“ genannt. Als im Zweiten Weltkrieg die Brücke über den Teltowkanal zerstört wurde, verkehrte die Bahn drei Jahre nicht. Danach fuhr sie wieder - bis zum Mauerbau am 13. August 1961.Was jetzt noch an die Strecke erinnert, hat die Münchner Künstlerin Susanne Tank in Bildern festgehalten: Die Schneise im Wald, Teile von Schienen, zugewucherte Bahnsteige, Müll. „Wie Menschen mit der Vergangenheit umgehen“, wie sie es erklärt. Während auf westlicher Seite die Schienen bis 1985 erhalten blieben, verschwand jenseits der Grenze der Bahnhof 1976 von der Bildfläche, die Bahnhofsgaststätte wurde in „Waldidyll“ umbenannt, das kleine Häuschen abgerissen. Die Gleise wurden entfernt und zu „Grenz-Hindernissen“ umfunktioniert. Lediglich ein kleines Stück erinnert noch an die einstige Strecke: Dort, wo sich einst die Grenze befand, konnten die Gleise damals nicht beseitigt werden. Sechs Monate Arbeit Wenn Peter Ernst auf diese Fotografien schaut, dann wünscht er sich die Strecke mit den beiden Bahnhöfen Stahnsdorf und Dreilinden zurück. „Wir waren plötzlich von der Welt abgeschnitten.“ Sechs Monate Arbeit stecken in der Ausstellung. Das Rathaus Zehlendorf ist nach der Volkshochschule Mitte und dem Clubhaus Stahnsdorf bereits der dritte Ort, wo die Geschichte des verschwundenen Bahnhofs erzählt wird.Claudia FuchsDie Ausstellung „Der verschwundene Bahnhof“ im Foyer des Rathauses Zehlendorf in der Kirchstraße 1-3 ist bis zum 8. März montags bis freitags von 8 bis 18 zu besichtigen.

    Auf den Spuren der Friedhofsbahn..Eine Wanderung von Berlin-Wannsee nach Stahnsdorf.

    www.wanderung-friedhofsbahn.de

    Wir geben auf der Wanderung auf all diese und weitere Fragen Antworten:  
    Warum hieß diese Eisenbahnstrecke „Friedhofsbahn“ ?
    Weshalb wurden Verstorbene auf einem heute stillgelegten S-Bahnhof kontrolliert ?
    Aus welchen Gründen wurde die Interzonenautobahn in Dreilinden stillgelegt ?
    Wo verlief die Trasse der ersten Preußischen Eisenbahnlinie ? 
    Wo befand sich der alte alliierte Checkpoint Bravo ?
    Wo verlief die Grenze zwischen West-Berlin und der DDR ?
    Weshalb wurde ein West-Berliner von DDR Grenzposten am Teltowkanal erschossen ?
    Was erlebte der letzte S-Bahnfahrer auf der Friedhofsbahn in der Nacht des Mauerbaus ?

    #Berlin #Wannsee #S-Bahn #Eisenbahn #Friedhofsbahn #Stahnsdorf #Geschichte #Führung

  • Carte des féminicides par (ex) conjoint en France en 2016
    https://www.google.com/maps/d/viewer?hl=fr&authuser=0&mid=1vikwsH56LM9t5eBu3VOAhzLEqIk&ll=18.5823876987628
    https://www.facebook.com/feminicide

    Cette page recense, DANS LES MÉDIAS SUR INTERNET, les féminicides par compagnon ou ex-compagnon en France, depuis le début de l’année.
    Non, ce ne sont pas des « drames familiaux » ni des « drames de la séparation » ni des « crimes passionnels », ce sont des féminicides perpétrés par des hommes frustrés qui pensent détenir un permis de tuer. Ce sont des assassinats systémiques dont l’origine se trouve au cœur de notre société, dans l’éducation patriarcale qui est donnée aux hommes et qui les autorise à posséder femmes et enfants et à disposer de leurs vies.
    Nous consacrons ici une publication par victime.
    C’est un travail éprouvant mais nécessaire pour que ces femmes ne restent pas invisibles, qu’elles soient nommées quand c’est possible, et non plus une parmi d’autres anonymes dans un chiffre global annuel dont pas grand monde ne s’émeut ni ne s’indigne parmi les politiques et même la société...
    Nous ajusterons le nombre des orphelin-e-s, victimes collatérales du #TerrorismePatriarcal #Féminicide familial, toléré, minimisé, ignoré des politiques... tellement moins spectaculaire, donc moins effrayant que le terrorisme religieux et pourtant tout aussi mortifère !
    Vous trouverez sur ce fil différents articles sur le sujet, et vous pouvez également déposer ceux que vous souhaitez partager.

  • #2016 – Cronologia e mappa interattiva di rivolte, fughe, proteste nei Centri di detenzione europei per migranti

    Anche in questo 2016 migliaia di persone hanno portato avanti dure lotte contro il sistema europeo di detenzione e deportazione: fuggendo, distruggendo le strutture, protestando contro la reclusione e le condizioni invivibili dei centri. Se molti di questi lager non sono più attivi, se migliaia di altre persone hanno evitato le deportazioni, se i rastrellamenti sono stati ridotti per mancanza di luoghi dove recludere le persone, lo si deve a queste lotte, condotte in prima persona da chi non si rassegna ai nuovi campi di concentramento europei.


    https://hurriya.noblogs.org/post/2016/12/31/2016-cronologia-rivolte-fughe-proteste-centri-detenzione-europei-mi

    #chronologie #asile #migrations #réfugiés #détention_administrative #rétention #protestation #résistance #cartographie

    Site de la carte interactive:
    https://www.google.com/maps/d/viewer?ll=39.089383481333485%2C13.526667515893564&z=4&mid=1wZYEoowvnjV7jJOCl

  • Un jour, une ZUP, une carte postale

    https://www.google.com/maps/d/viewer?mid=1xcYOPc5u4rrnoYyCRoIj9TPJ1ZE

    Vous avez peut-être croisé sur Twitter la remarquable initiative de Renaud Epstein. Il a ouvert une page avec une carte de France où il pointe l’essentiel de ses trouvailles. Et moi j’ai bien envie den faire une histoire pour visionscarto.net (avec lui bien entendu) :)

    Chaque jour, une nouvelle carte postale de ZUP sur twitter : @renaud_epstein

  • Mobilisations du 9 mars : la carte des actions contre le démantèlement du droit du travail
    https://www.crashdebug.fr/actualites-france/11403-mobilisations-du-9-mars-la-carte-des-actions-contre-le-demantelemen

    Update 20.02.2016 IMPORTANT : #LoiTravailNonMerci : Internet se mobilise contre El Khomri (Le Point.fr)

    Update 04.03.2016 IMPORTANT : Réforme du code du travail : mobilisation le 31 mars (L’Humanite.fr)

    Après la pétition Loi Travail : non merci ! qui a recueilli près d’un million de signatures à ce jour, une carte interactive recense tous les appels à la manifestation en France, le 9 mars prochain. C’est à cette date que le projet de loi El Khomri devait initialement être présenté en Conseil des ministres. Le 29 février, le Premier ministre Manuel Valls a finalement annoncé le report de l’examen du texte d’une quinzaine de jours, le temps pour le gouvernement de « lever un certain nombres d’incompréhensions ».

    Des mobilisations auront lieu dans plus de 130 villes. « Peu importe le calendrier du (...)

    https://www.change.org/p/loi-travail-non-merci-myriamelkhomri-loitravailnonmerci
    https://www.google.com/maps/d/viewer?mid=ziRQ-uPf4xKw.kV8qyPLza_jM
    https://docs.google.com/spreadsheets/d/1CRSSqMgrHnyiGhZ-B73oSdOIEuYa8Z82StJ9_QUH4F8/edit#gid=0
    http://po.st/9mars
    https://www.facebook.com/events/784059061724100
    https://docs.google.com/spreadsheets/d/1CRSSqMgrHnyiGhZ-B73oSdOIEuYa8Z82StJ9_QUH4F8/edit#gid=2144774850
    http://unef.fr/2016/02/26/appel-des-organisations-de-jeunesse
    https://la-bas.org/la-bas-magazine/entretiens/loi-travail-pas-le-report-le-retrait

  • Une nouvelle Flottille de la liberté pour Gaza :
    Le bateau Marianne, suédois cette fois, en essayant d’atteindre Gaza, cherche à attirer l’attention sur le blocus de cette population qui dure depuis 8 ans.
    http://www.tahrir.ca/content/appuyer-la-flottille-de-la-libert%C3%A9-iii

    Rappelons que fin mai 2011, le bateau turc Mavi Marmara, qui déjà dénonçait le blocus israélien de la population de Gaza, a été attaqué par l’armée israélienne qui a tué 10 passagers, et qui a blessé plus de 50 autres militants turcs pour les droits de l’homme.

    http://www.europalestine.com/spip.php?article10711

  • La loi sur la fin de vie en France peut-elle influencer le reste de l’Europe ?
    http://www.taurillon.org/la-loi-sur-la-fin-de-vie-en-france-peut-elle-influencer-le-reste-de-l

    Mardi 10 mars dernier, l’Assemblée Nationale française a discuté la loi sur la fin de vie en proposant le « droit à la sédation profonde et continue ». Ainsi, le patient « pourra réclamer de dormir avant de mourir pour ne pas souffrir ». Mêlant émotions et valeurs, au carrefour de la morale et de l’éthique, la question de l’euthanasie mobilise la société civile. Au sein de l’Union européenne, chaque pays légifère à son souhait . Mais face à de tels enjeux, une compréhension globale du contexte européen pourra nous être bénéfique afin de mieux appréhender les perspectives futures.

    Économie & Société

    / Société

    #Économie_&_Société #Société
    https://www.google.com/maps/d/viewer?oe=UTF8&t=m&ie=UTF8&msa=%C3%A0&mid=zvwpR2YEtOqk.khlIHhZUPp6Y