• Arrêt sur Images accuse des journalistes de Libération et de L’Express d’être corrompus par l’étranger | La gestion du #budget de l’#Europe racontée par Mélenchon, ça a quand même une autre truculence que par les éditocrates... et en plus, on comprend tout !
    http://www.jean-luc-melenchon.fr/2014/12/22/arret-sur-images-accuse-des-journalistes-de-liberation-et-de-lexp

    En effet pour grossir les effets d’affichages financiers, la Commission et les États ont pris l’habitude de voter ce qui est appelé des « budgets d’engagements ». Cela ouvre le droit de passer des commandes ou de décider des subventions. Mais ces « budgets d’engagements » sont beaucoup plus élevés que les « budgets de paiements ». Ceux-là, ce sont les crédits effectivement disponibles pour payer. Entre 2007 et 2013, l’UE s’est ainsi engagée sur 976 milliards de dépenses. Mais elle n’a budgété que 925 milliards de crédits ! Alors même qu’elle n’a pas le droit d’emprunter, l’Europe a ainsi créé ce que partout ailleurs on appellerait un « déficit ». Mais comme c’est interdit par les Traités, on les appelle des « impayés ». On aurait pu les baptiser « carpes » ou « lapins » ou « coupeurs de cheveux » ce serait pareil. Mais c’est quand même un déficit.

  • Lundi matin Mélenchon publie ce billet. Certains média réagissent un peu lundi soir ou mardi matin. Bernard Cazaneuve condamne ces propos mardi soir. Mais mercredi matin France Inter, Le Monde, Rue89 et France Culture n’ont toujours pas relayé l’information.

    Zemmour se lâche en Italie : déporter cinq millions de musulmans ? Ça peut se voir !
    http://www.jean-luc-melenchon.fr/2014/12/15/zemmour-se-lache-en-italie-deporter-cinq-millions-de-musulmans-ca

    Eric Zemmour : « Les musulmans ont leur code civil, c’est le Coran. Ils vivent entre eux, dans les périphéries. Les Français ont été obligés de s’en aller. »

    Question : « Mais alors que suggérez-vous de faire ? Déporter 5 millions de musulmans français ? »

    Eric Zemmour : « Je sais, c’est irréaliste mais l’Histoire est surprenante. Qui aurait dit en 1940 que un million de pieds-noirs, vingt ans plus tard, seraient partis d’ #Algérie pour revenir en France ? Ou bien qu’après la guerre, 5 ou 6 millions d’Allemands auraient abandonné l’Europe centrale et orientale où ils vivaient depuis des siècles ? »

    Question : « [Vous parlez d’exodes provoqués par] des tragédies immenses. »

    Eric Zemmour : « Je pense que nous nous dirigeons vers le chaos. Cette situation d’un #peuple_dans_le_peuple, des musulmans dans le peuple français, nous conduira au chaos et à la guerre civile. Des millions de personnes [vivent ici], en France, [mais] ne veulent vivre à la française. »

    (…)

    Question : « Mais que signifie : vivre à la française ? »

    Zemmour : « Cela signifie donner à ses enfants des prénoms français, être monogame, s’habiller à la française, manger à la française, du fromage par exemple. [Blaguer] au café, faire la cour aux filles. Aimer l’Histoire de France et se sentir dépositaire de cette Histoire et vouloir la continuer, je cite ici #Renan. »

    Question : « [Avez-vous] l’intention d’être l’idéologue du Front national ? »

    Eric Zemmour : « Non, sur certains thèmes nous sommes éloignés. Le #Front_national, par exemple, [n’a pas assez clarifié sa position contre] le #mariage_homosexuels et, d’un point de vue social, il est [désormais] trop à gauche. Mais je ne me situe pas sur le terrain des partis, mon domaine est celui des idées. Je mène une #guerre_culturelle, comme le dirait Gramsci. »

    Il successo di Zemmour, l ?arrabbiato anti-élite « La Francia si è suicidata »
    http://archiviostorico.corriere.it/2014/ottobre/30/successo_Zemmour_arrabbiato_anti_elite_co_0_20141030_57c58d

    Contro i gay, gli immigrati, l?Ue: ha venduto mezzo milione di copie Il Front national non lotta contro le nozze gay, è troppo a sinistraPopulista «Io rivendico il populismo come rifiuto di rinunciare alla nostra maniera di vivere»

    DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI
    Il premier socialista Manuel Valls lo detesta e lo cita più volte come minaccia alla convivenza civile ma questo non fa che accrescere la fascinazione di tanti francesi per Éric #Zemmour, 56enne editorialista del #Figaro , ubiquo polemista radiotelevisivo e autore di « Le suicide français » (Albin Michel), un saggio di 500 pagine sui «quarant?anni che hanno distrutto la Francia». Contro l?eredità del maggio 68, il femminismo, l?immigrazione, l?Europa e le nozze gay, Zemmour ha scritto un libro pieno di rimpianto per l?epoca d?oro (secondo lui) in cui gli uomini sapevano imporre la loro autorità di padri e mariti e la Francia non era «invasa dai musulmani salafisti». Soprattutto, «Il suicidio francese» è da due settimane primo in classifica, si avvia a raggiungere il mezzo milione di copie vendute e a battere il record del bestseller anti-Hollande di Valérie Trierweiler.

    Che cosa ci dice, della società francese, un successo simile? Se lo aspettava?
    «Da un punto di vista personale è un?immensa soddisfazione, ovviamente. Per la struttura mi sono ispirato al libro di un italiano, Patria 1978-2008 di Enrico Deaglio: non l?ho letto, ma ho preso da lì l?idea di mescolare la cultura popolare e il saggio politico. Mi aspettavo di creare dibattito, ma non di vendere così tanto. Questo successo è un plebiscito politico, ideologico. La gente mi ferma per strada e mi dice che finalmente qualcuno esprime la loro sofferenza. Il popolo francese non si rassegna a vedere la Francia morire sotto i suoi occhi».

    Il suo libro è una specie di manifesto reazionario e populista.
    «Ma io lo rivendico, il populismo. Apparentemente la facciata resiste, Parigi è sempre bella e le ragazze fanno ancora girare la testa, ma sotto la superficie tutto è marcio. Il populismo è il rifiuto di rinunciare alla nostra maniera di vivere».

    E chi sarebbe responsabile di questo attentato alla vecchia Francia?
    « Le Monde ha scritto che il mio è un libro complottista. Ma io non denuncio un complotto, critico un?evoluzione della società imposta dalle élite francesi. Negli ultimi quarant?anni queste élite hanno agito secondo le tre D: derisione, decostruzione, distruzione della Francia, in nome dei grandi ideali, ovvero l?Europa, l?apertura al mondo, il progresso».

    La modernità, la globalizzazione, l?immigrazione, riguardano tutti, non solo i francesi.
    «È vero, ma solo in Francia c?è un simile odio di sé veicolato dalle élite. Non fanno che ripeterci che non siamo abbastanza tedeschi, o americani, o svedesi. Tutti i modelli sono buoni, tranne il nostro. Poi, in Italia non c?è Stato forte, la società è abituata a difendersi. Noi ci sentiamo traditi dallo Stato. Siamo il Paese con la prima comunità musulmana d?Europa».

    Ma le élite che lei denuncia difendono la laicità, per esempio. La Francia è uno dei pochi Paesi dove il burqa, e pure il velo nelle scuole, sono vietati.
    «Ma sono residui, insufficienti, di un sistema ormai finito. Il modello francese era l?assimilazione, ossia ?tutti possono essere francesi se fanno lo sforzo di essere francesi?. I miei antenati erano berberi di religione ebraica, non erano certo i galli, ma io oggi dico che i miei antenati sono i galli. Tutto questo non esiste più. I musulmani hanno un loro codice civile, è il Corano. Vivono tra di loro, nelle periferie. I francesi sono stati costretti ad andarsene».

    Lei allora che cosa suggerisce? Deportare cinque milioni di musulmani francesi?
    «Lo so, è irrealista, ma la storia è sorprendente. Chi avrebbe detto nel 1940 che un milione di pieds-noirs , vent?anni dopo, avrebbero lasciato l?Algeria per rientrare in Francia? O che dopo la guerra 5 o 6 milioni di tedeschi avrebbero lasciato l?Europa centro-orientale dove vivevano da secoli?».

    Parla di esodi provocati da tragedie immense.
    «Io penso che stiamo andando verso il caos. Questa situazione di popolo nel popolo, di musulmani dentro i francesi, ci porterà al caos e alla guerra civile. Milioni di persone vivono qui, in Francia, e non vogliono vivere alla francese».

    Ma che significa vivere alla francese?
    «Significa dare ai figli nomi francesi, essere monogami, vestirsi alla francese, mangiare alla francese, formaggio per esempio. Scherzare nei caffé, fare la corte alle ragazze. Amare la storia di Francia, sentirsi i depositari di questa storia e volerla continuare, sto citando Ernest Renan».

    Se la prende con una supposta ideologia cosmopolita e totalitaria ma lei, Éric Zemmour, è sempre in tv.
    «Io dico le cose che la maggior parte dei francesi pensano, da cui il successo clamoroso del mio libro. Contro di me però c?è l?ideologia dominante delle élite, ormai screditate, che provano a imporre alla società quel che è corretto pensare: il mariage pour tous , il femminismo, l?Europa, la globalizzazione, l?immigrazione vista come una ricchezza. Ma il popolo non la pensa così».

    Lei punta a fare l?ideologo del Front National?
    «No, su certi temi siamo lontani, il Front National per esempio non si è schierato abbastanza contro il matrimonio degli omosessuali, e da un punto di vista sociale ormai è troppo a sinistra. Ma io non mi pongo sul terreno dei partiti, la mia dimensione è quella delle idee. Conduco una guerra culturale, come direbbe Gramsci».
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    Le Figaro essaye de dégongler l’affaire, mais ces informations aggravent le cas Zemmour :

    Stefan Montefiori : le mot #déportation n’a pas été prononcé durant l’interview avec Zemmour
    http://www.lefigaro.fr/vox/societe/2014/12/16/31003-20141216ARTFIG00425-stefan-montefiori-eric-zemmour-n-a-pas-employe-le

    FIGAROVOX/ENTRETIEN - Stefan Montefiori est l’auteur de l’interview d’Eric Zemmour au Corriere della Sera qui fait polémique. Il a répondu à nos questions.

    FIGAROVOX. - L’entretien que vous avez fait avec Eric Zemmour provoque la polémique. Etes-vous surpris ?

    Stefan MONTEFIORI. - Cet entretien date du 30 octobre. À l’époque, en Italie, il n’a pas fait trop de polémique.

    Le mot déportation, à juste titre, scandalise...

    Il faut préciser qu’ #Éric_Zemmour n’a pas employé ce mot. Au terme d’une conversation sur Le Suicide français, les échecs de l’assimilation et du modèle multiculturel, je lui ai posé la question suivante : « Mais vous ne pensez pas que ce soit irréaliste de penser qu’on prend des millions de personnes, on les met dans des avions… » ; il ajoute : « ou dans des bateaux », et je reprends : « pour les #chasser ? » Ce que j’ai résumé dans la formule qui fait scandale [soit : « Mais alors que suggérez-vous de faire ? Déporter 5 millions de #musulmans français ? »]. Je ne partage pas du tout ses idées, mais en même temps cette interview n’avait pas pour objet de donner un programme politique. Après avoir évoqué les exemples pied-noirs et allemands, Eric Zemmour décrit un chaos tragique. La guerre civile que Zemmour décrit n’est évidemment pas ce qu’il souhaite, mais ce qu’il voit venir. Il pense que c’est possible.

    Votre interview est au cœur de l’actualité un mois et demi après sa publication...

    Je répète qu’il s’agissait d’un entretien cordial et correct, sans complaisance ni accablement, ce n’est pas mon rôle. Et ce n’était surement pas un guet-apens.