Presentato un esposto alla Procura della Repubblica per i fatti del CIE di Gradisca. Morto Majid, il migrante caduto dal tetto durante le proteste dell’agosto 2013

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  • I funerali di Majid

    Oggi si sono tenute a Monfalcone le esequie di #Majid_El_Kodra il ragazzo marocchino morto lo scorso 30 aprile.

    Protagonista delle rivolte all’interno del CIE dell’agosto dello scorso anno, non si è mai ripreso dalla caduta dal tetto del lager contro cui lottava e da cui ha cercato di fuggire.

    La gestione del suo decesso è indegna di un paese civile. I suoi congiunti sono stati avvisati una settimana dopo la sua morte con una mancanza di attenzione e sensibilità che ferisce.

    Oltre ai familiari, presenti circa un centinaio di persone tra migranti (la gran parte della multietnica comunità islamica monfalconese), attivisti antirazzisti e solidali, tra cui alcuni compagni anarchici.

    Cordoglio, dolore e rabbia erano i sentimenti che si potevano percepire tra i presenti per la morte di questo ragazzo di neanche 35 anni.

    Per quel cortocircuito della ragione che si chiama stato era Majid ad essere imputato e non coloro che lo hanno relegato fino alla morte in un lager per migranti. Lui è tragicamente scampato al procedimento giudiziario, chi ne ha indirettamente causato la morte temiamo ne uscirà con le mani pulite nonostante l’esposto depositato per i fatti accaduti al CIE da parte delle associzioni antirazziste.

    Durante il funerale c’è stata una raccolta fondi per contribuire al rientro della salma in Marocco.

    “Questo è il risultato! Questo è il risultato!” diceva un ragazzo magrebino piangendo e tenendosi la testa tra le mani.

    Questo è il risultato di un sistema criminale di gestione dei migranti ridotti in cattività solo perché privi di un pezzo di carta.

    Questo è il risultato di un sistema economico che lo stato lubrifica col sangue.

    Quello che è successo a Gradisca non deve succedere più, né qui né altrove.

    Oggi eravamo in tanti a salutare Majid.

    Ce lo ricordiamo sul tetto del CIE con le braccia alzate reclamando libertà per sé e i suoi compagni di detenzione.

    La sua lotta è la nostra lotta!

    NO CIE! Né a Gradisca né altrove!

    https://libertari-go.noblogs.org/i-funerali-di-majid
    –-> ajouté ici pour archivage.

    Décès : 30.04.2014

    #Gradisca #CIE #décès #morts #asile #migrations #réfugiés #Italie #CRA #détention_administrative #Gradisca_d'Isonzo

    • Ogni anima muore. La storia di Majid, morto di CIE
      Un documentario a cura di Ottavia Salvador

      Nella notte del 13 agosto 2013, mentre è trattenuto, da pochi giorni, nel centro di identificazione ed espulsione (CIE) di Gradisca d’Isonzo, Majid El Kodra, si procura un grave trauma cranico. Si dice che, saltando dal tetto di un edificio adibito a deposito, in un tentativo di fuga dalla struttura, sia caduto a terra, battendo violentemente la testa. Erano giorni di proteste e repressioni, nel CIE, che lo hanno spinto, con un tocco invisibile, verso una lenta morte, dopo otto mesi di coma, il 30 aprile 2014. Il suo corpo è stato rimpatriato ai familiari in Marocco, nella provincia di Taounate, in una notte di maggio, e sepolto vicino alla casa dov’era nato nel 1979 e dalla quale era partito per emigrare in Europa. Sulla sua tomba è dipinta, in rosso, l’iscrizione: “Ogni anima muore“.

      Un viaggio alla ricerca delle tracce della sua vita sconosciuta, delle parole invisibili di rabbia e dolore di chi è rimasto, dei colori del suo mondo.

      E’ online il teaser del documentario “Ogni anima muore” che Ottavia Salvador sta realizzando sulla storia di Majid. Ottavia e’ una dottoranda che si occupa della morte nella migrazione e ha seguito (e continua a seguire) la vicenda di Majid e della sua famiglia.

      https://vimeo.com/217701619?embedded=true&source=vimeo_logo&owner=66638623

      https://www.meltingpot.org/2017/05/ogni-anima-muore-la-storia-di-majid-morto-di-cie
      #documentaire #film_documentaire #film

    • Presentato un esposto alla Procura della Repubblica per i fatti del CIE di Gradisca. Morto Majid, il migrante caduto dal tetto durante le proteste dell’agosto 2013

      Oggi l’associazione Tenda per la Pace e i Diritti e molte delle associazioni aderenti alla campagna LasciateCIEntrare hanno depositato presso le Procure della Repubblica di Gorizia, di Roma e di Napoli un esposto per chiedere accertamenti e indagini sugli avvenimenti dell’agosto 2013 all’interno del CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione) di Gradisca d’Isonzo.
      Si è trattato di scontri, pestaggi, lanci di lacrimogeni che iniziati l’8 agosto, sono durati diversi giorni e in circostanze ancora da chiarire, nella notte tra l’11 e il 12 agosto, uno dei migranti cade dal tetto e finisce in coma. Majid era nel centro da poche settimane: è morto il 30 aprile scorso all’ospedale di Monfalcone.

      Il Centro di Identificazione ed Espulsione di Gradisca d’Isonzo è chiuso da novembre 2013 a seguito dell’ennesima protesta da parte dei trattenuti ma rimangono nell’ombra molti avvenimenti.
      Nell’esposto vengono evidenziati i fatti, ricostruiti grazie alle testimonianze dei migranti, di associazioni e dei parlamentari che sono giunti sul posto chiamati d’urgenza durante quei giorni di proteste e di rivolte. Di particolare gravità risulta l’uso dei lacrimogeni CS (un gas considerato letale) da parte delle forze di sicurezza: inutile e spropositato il ricorso a questi mezzi per sedare la protesta di persone rinchiuse in una struttura chiamata “gabbia” per le alte sbarre che la circondano.
      Gli scontri e i pestaggi avvengono nella “vasca”, il cortile interno semichiuso e delimitato da pareti in plexiglass che non ha consentito ai fumi e vapori irritanti di dissolversi, causando malori ai migranti.
      Le associazioni e i firmatari dell’esposto si chiedono se non ci sia stato un abuso di potere da parte delle forze dell’ordine preposte alla vigilanza del centro.
      Sono molte le testimonianze dell’accaduto: migranti, medici, operatori umanitari e parlamentari racconteranno cosa è stato il CIE di Gradisca, perché non deve più riaprire e perché vanno chiusi tutti i CIE presenti sul territorio italiano.

      Se ne parla il 13 maggio alle ore 11.00 presso la Federazione Nazionale della Stampa Italiana in C.so Vittorio Emanuele, 249 – Roma

      Presentano l’esposto e gli sviluppi dei fatti di Gradisca:
      Galadriel Ravelli Tenda della Pace e i Diritti
      Gabriella Guido – portavoce della campagna LasciateCIEntrare
      Alberto Barbieri – Medici per i Diritti Umani
      Pietro Soldini – CGIL
      Oria Gargano – BE FREE

      Saranno mostrati video e testimonianze sugli incidenti di Gradisca che hanno portato al temporaneo svuotamento e chiusura del centro.
      Un ennesimo episodio quello di Gradisca che dimostra il fallimento del sistema di detenzione amministrativa e l’urgenza di soluzioni alternative, mentre il Governo e gli organi preposti mostrano un colpevole silenzio e totale assenza d’iniziative volte alla revisione del sistema. Un sistema di detenzione imploso, che registra una continua violazione dei diritti umani e sul quale gravano fin troppe detenzioni “illegittime”, interrogazioni parlamentari, denunce, imputazioni per reati penali commesse dagli enti gestori (tra cui Connecting People che gestiva il CIE di Gradisca e continua a gestire altre strutture), oltre che un enorme spreco in termini di risorse finanziare.

      LasciateCIEntrare denuncia inoltre quanto alla vigilia delle elezioni europee il tema dell’immigrazione venga ignorato o usato strumentalmente dai candidati di alcune forze politiche: il futuro europarlamento e l’attuale Governo italiano sono chiamati a rispondere immediatamente con soluzioni che garantiscano la difesa dei diritti umani così come l’incolumità degli uomini, donne e bambini migranti che arrivano nel nostro paese e in Europa, i meccanismi di ingresso e di soggiorno e la revisione della normativa in materia di immigrazione.

      L’esposto è stato firmato tra gli altri da:
      A BUON DIRITTO, ANTIGONE, ASGI, BE FREE, CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE, DA SUD, MELTING POT, ARCI Thomas Sankara e Ass. GARIBALDI 101. E dai parlamentari COSTANTINO, FRATOIANNI e PELLEGRINO di SEL e dai candidati all’europarlamento CASARINI, FURFARO e ALOTTO.

      Contatti:
      Ufficio Stampa – Paola Ferrara 328.4129242
      Coordinamento campagna LasciateCIEntrare – Gabriella Guido 329.8113338
      ggabrielle65@yahoo.it

      La campagna LasciateCIEntrare è nata nel 2011 per contrastare una circolare del Ministero dell’Interno che vietava l’accesso agli organi di stampa nei CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione): appellandosi al diritto/dovere di esercitare l’art. 21 della Costituzione, ovvero la libertà di stampa, LasciateCIEntrare ha ottenuto l’abrogazione della circolare e oggi si batte per la chiusura dei CIE, l’abolizione della detenzione amministrativa e la revisione delle politiche sull’immigrazione.

      https://www.articolo21.org/2014/05/presentato-un-esposto-alla-procura-della-repubblica-per-i-fatti-del-cie-