Dall’Afghanistan alla morte lungo i binari in Val di Susa : storia di Ullah, 15 anni e un sogno spezzato

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  • #Valsusa : cadavere sui binari in alta valle, forse travolto da un treno

    Sarebbe un migrante morto da alcune ore
    Macabra scoperta in Valsusa: cadavere sui binari del treno in alta valle. L’uomo, decapitato e con numerose lesioni, è sprovvisto di documenti potrebbe essere un migrante. L’uomo ritrovato cadavere, decapitato e con numerose lesioni, lungo i binari della linea ferroviaria a #Salbertrand, in Valsusa. La vittima, in iniziale stato di decomposizione e senza documenti, secondo una prima ricostruzione della Polizia Ferroviaria potrebbe essere un migrante travolto dal convoglio nel tentativo di attraversare i binari.

    https://www.lagendanews.com/valsusa-cadavere-sui-binari-in-alta-valle-forse-travolto-da-un-treno


    https://twitter.com/nos_pas/status/1488588461384814599

    #migrations #asile #réfugiés #décès #morts_aux_frontières #mourir_aux_frontières #frontière #frontière_sud-alpine #Alpes

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    ajouté au fil de discussion sur les morts à la frontière des Hautes-Alpes :
    https://seenthis.net/messages/800822

    lui-même ajouté à la métaliste sur les morts aux frontières alpines :
    https://seenthis.net/messages/758646

    • Cadavere di un uomo trovato vicino ai binari a Salbertrand, forse è di un migrante che tentava la traversata

      È stato travolto da un treno diversi giorni fa e non è ancora stato identificato.

      Il cadavere di un uomo africano, quasi certamente un migrante anche se ancora non è stato identificato, è stato trovato nella mattinata di ieri, mercoledì 26 gennaio 2022, vicino ai binari della linea ferroviaria Torino-Modane a Salbertrand da personale delle Ferrovie dello Stato impegnato in alcuni interventi di manutenzione. Il corpo era in avanzato stato di decomposizione anche se, secondo il medico legale intervenuto sul posto insieme agli agenti della polizia ferroviaria, le ferite che presentava erano del tutto compatibili con quelle di un urto con un treno in transito. Un incidente ferroviario avvenuto quindi diversi giorni fa e di cui nessuno si sarebbe mai accorto. L’ipotesi più probabile è che l’uomo stesse tentando la traversata delle Alpi per raggiungere la Francia seguendo i binari e non si sia accorto dell’arrivo del convoglio, anche se non si esclude che sia stato un tragico gesto volontario. Chiaramente l’identificazione potrà permettere di svelare almeno parte della vicenda.

      https://www.torinotoday.it/cronaca/cadavere-ferrovia-salbertrand-26-gennaio-2022.html

    • L’investito dal treno è stato identificato: era un ragazzino di 15 anni che stava cercando di raggiungere la Francia

      Era partito dall’Afghanistan diversi mesi fa, le sue ultime tracce a fine novembre prima di scomparire
      Non era di un uomo africano, come ipotizzato in un primo momento dagli investigatori, ma un giovanissimo afgano, #Ullah_Rezwan_Sheyzad di appena 15 anni, il cadavere trovato vicino ai binari della ferrovia Torino-Modane a Salbertrand la mattina di mercoledì 26 gennaio 2022. Il ragazzo è stato identificato dalla polizia ferroviaria grazie alle impronte digitali ed è confermato che si trattava di un migrante che stava seguendo il tracciato della linea con lo scopo di arrivare a Parigi, dove aveva alcuni connazionali che gli avrebbero trovato una sistemazione. Il medico legale intervenuto sul posto non aveva dubbi sul fatto che fosse stato travolto da un treno, probabilmente per una sua distrazione. Il giovane aveva lasciato l’Afghanistan qualche mese prima dell’insediamento dei talebani. Le sue ultime tracce accertate erano della fine di novembre 2021 in una comunità della provincia di Udine, da cui era ripartito alla volta della Francia facendo perdere le proprie tracce. Il viaggio, però, gli è stato fatale. La sua famiglia è stata rintracciata.

      https://www.torinotoday.it/cronaca/identificato-cadavere-investito-treno-salbertrand-26-gennaio-2022.html

    • Dall’Afghanistan alla morte lungo i binari in Val di Susa: storia di Ullah, 15 anni e un sogno spezzato

      Era scappato da Kabul a giugno, prima del ritorno dei talebani. Il suo corpo è stato trovato lungo i binari della ferrovia. Aveva ancora indosso il suo zainetto

      15 anni e tutta la vita davanti. Una vita finita in Val di Susa, lungo i binari del treno di Salbertrand. La storia di Ullah Rezwan Sheyzad finisce così, in un lungo viaggio dall’Afghanistan, il suo paese, verso la Francia e Parigi, dove il ragazzo voleva raggiungere dei parenti. Ullah, scrive oggi La Stampa, era partito a giugno. Il suo corpo senza vita è stato trovato sui binari dal personale impegnato a dei lavori di manutenzione della linea ferroviaria. Aveva ancora indosso il suo zaino: dentro una power bank, un cappello di lana e una felpa. Nella tasca dei pantaloni un biglietto: «Chiedi di loro», con nomi e numeri di telefono afgani. «Arrivo a Parigi, trovo un lavoro e aiuto la mia famiglia. Sono qui per questo», raccontava a chi gli aveva dato riparo a Bosco di Museis a Cercivento, in provincia di Udine. «Hanno mandato me in Europa perché parlo un po’ di inglese». «Abbiamo cercato in tutti i modi di dissuaderlo, facendogli capire che avrebbe fatto meglio a restare qui. Gli abbiamo spiegato che i sentieri della Valle di Susa sono impervi e pericolosi, soprattutto in questi mesi, ma non ha voluto sentire ragioni. Era un ragazzino, eppure sentiva di avere in mano il futuro della sua intera famiglia», racconta Renato Garibaldi, responsabile della comunità Bosco di Museis: «Aveva 15 anni, l’età di una delle mie figlie», si legge su La Stampa.

      Il viaggio

      Questo adolescente già grande aveva deciso di andare via dall’Afghanistan pochi mesi prima del ritorno dei talebani al potere nel paese, ad agosto. Un passaggio che, con la partenza degli americani dopo 20 anni, aveva acceso per un attimo troppo breve i riflettori sul martoriato paese degli Aquiloni, ora abbandonato dagli occidentali. 6 mila dollari per quasi 6mila chilometri a un passeur per viaggiare tra Asia e Europa e via, attraverso Afghanistan, Pakistan, Iraq, Turchia, Bulgaria, Serbia, Croazia, Slovenia, l’Italia. Il 3 novembre era stato intercettato dalla polizia in provincia di Udine e identificato. Non ha documenti e viene affidato prima alla struttura Aedis di Udine e poi alla comunità di Cercivento.

      «Ho un compito. Andare a Parigi e costruire il futuro della mia famiglia», raccontava all’interprete ripercorrendo la sua storia già troppo lunga. A Bosco di Museis resta solo una settimana, poi riparte con un altro coetaneo che era invece in viaggio verso il Belgio, da sua sorella. A piedi, perché qualsiasi mezzo – senza documenti e senza Green Pass – è proibito, costeggiando i binari della ferrovia. «Anche l’altro ragazzo era ospite da noi. Non abbiamo più avuto sue notizie, preghiamo perché sia riuscito ad arrivare da sua sorella», dicono dalla comunità. La polizia scientifica di Torino è riuscita a dare un’identità al suo cadavere grazie alle impronte digitali. Ora la famiglia vorrebbe «venire in Italia per salutarlo un’ultima volta», dice l’interprete che ha dato loro la notizia.

      https://www.open.online/2022/02/01/afghanistan-ullah-rezwan-sheyzad

    • Ullah Rezwan Sheyzad, 15 anni, afgano: come molti aveva lasciato la sua terra prima della frettolosa ritirata occidentale. Anche per lui, bambino, c’è un cammino lungo che lo porta ad attraversare l’Iran, la Turchia e da lì la scelta, perlopiù effettuata dai giovani che viaggiano soli, di attraversare la Bulgaria, la Serbia, la Croazia e la Slovenia fino ad arrivare in Italia. Come nel caso precedente (quello di Fathallah Belafhail, ndr) il percorso scelto è quello più veloce, ma anche viabile solo per giovani o per piccoli gruppi. In meno di un anno arriva in Italia, viene fermato e accolto a Cercivento nella comunità Bosco di Museis, indi riprende il cammino e transita per la Valle di Susa: la meta è il ricongiungimento con la sorella a Parigi. Viene trovato il 26 gennaio 2022, travolto da un treno, lungo le rotaie che collegano Salbertrand a Oulx. Un ragazzo di 15 anni è dunque morto sotto un treno anche se poteva per legge valicare il confine e chiedere legittimamente protezione.

      https://mediciperidirittiumani.org/si-ritorna-a-morire-alla-frontiera-nord-ovest-delle-alpi