*Rapid Response : Decolonizing Italian Cities*

#message957280

  • #Mariano_Pittana

    Nacque a San Paolo, frazione di Morsano al Tagliamento (Udine), il 9 settembre 1908 da Angelo e Pasquina Marus, penultimo di sette figli. Nel suo curriculum scolastico vanta il primato di essere stato il primo friulano (dopo la riforma dei corsi universitari) laureato all’Istituto universitario di architettura di Venezia nel novembre 1933, discutendo per tesi un progetto di villaggio turistico nell’area di Sant’Elena della città lagunare. Nel 1935 interruppe l’attività professionale appena avviata (vincitore ex aequo del concorso per la progettazione della colonia alpina di Tarvisio) per il richiamo al servizio militare, iniziando un periodo (che si protrasse fino al 1940) di lavori in Africa orientale, ad Addis Abeba, all’ufficio del genio civile. Nella città capitale dell’Etiopia (per la quale l’architetto Marcello Piacentini – ispiratore dello “#stile_littorio” tanto caro alle gerarchie fasciste – teorizzava la costruzione di edifici fortemente ispirati alla “romanità”) P. realizzò l’ampliamento dell’#ospedale_Duca_degli_Abruzzi, il #cinema_Impero, il #mercato_indigeno (una serie di padiglioni a un piano, sollevati da terra da pilastri per consentire l’esposizione della merce, immersi nel bosco di eucalipti che separa la città indigena dai quartieri europei), il palazzo per la sede dell’Ente Cotone e numerosi edifici commerciali e di abitazione, lavorando spesso con il fratello Tita, ingegnere. Alcune di queste opere furono interrotte a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale. Partecipò come ufficiale al secondo conflitto mondiale e trascorse cinque anni in un campo di prigionia degli inglesi in Kenia. Al rientro in patria lavorò prima a Milano e poi si trasferì a Udine, aprendo lo studio professionale in via della Rosta. Negli anni Cinquanta, caratterizzati da una intensa attività edilizia, P. firmò i suoi migliori progetti: la casa di ricovero per anziani Daniele Moro a Morsano al Tagliamento, il centro studi di Pordenone (incarico assegnato a seguito di pubblico concorso di progettazione), la chiesa parrocchiale di Cordovado (in provincia di Pordenone) e, nella città di Udine, il palazzo Margotti in piazzale Osoppo, all’angolo tra le vie Gemona e di Toppo, i condomini di via Gemona, di via S. Chiara e di piazzale Osoppo. Agli anni Sessanta risalgono le scuole medie e il nuovo ospedale civile ad Aviano, il Centro sperimentale agricolo di San Vito al Tagliamento, le case per lavoratori del piano settennale INA casa (in collaborazione con l’ingegnere Plateo) in diversi comuni friulani (Attimis, Basiliano, Maniago, Martignacco, San Daniele del Friuli, Sequals, Tricesimo). In queste ultime realizzazioni P. seppe far convivere le proprie intuizioni e abilità compositivo-architettoniche con il rispetto degli standard prestazionali, funzionali e di spesa imposti dalla normativa di settore. Agli ultimi anni di attività risalgono i progetti a Mombasa (Kenya) del terminal e albergo dell’Air France, la realizzazione di un paio di alberghi e ville a Lignano Sabbadioro e a San Martino di Castrozza e di altri condomini a Udine (in piazzale Chiavris, all’angolo con via Colugna, in via Carducci, in via Cicogna, in via Tiberio Deciani, in via Montello). L’edificio che meglio rappresenta la cifra progettuale dell’arch. P. è sicuramente palazzo Margotti: un edificio massiccio con un coronamento “trasparente” all’ultimo piano, che ne alleggerisce la mole, con facciate arricchite da un gioco di luci e ombre prodotto da terrazze ora rientranti ora sporgenti, che si pongono in evidente contrasto con il dirimpettaio palazzo della Cassa di risparmio di Ermes Midena. Ad esaltare ulteriormente la differenza tra i due edifici, la scelta fatta da P. di impiegare un rivestimento di pietra con vibranti riflessi ferrigni, che conferiscono “colore” all’intero fabbricato. Nel maggio 1983 l’ordine degli architetti gli conferì un sigillo, disegnato dallo scultore Luciano Ceschia, a testimonianza della cinquantennale iscrizione all’albo professionale. P. morì a Udine il 4 maggio 1986, dopo aver patito per più di vent’anni una grave malattia che rallentò e limitò moltissimo l’attività progettuale.

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    #Pittana #histoire #Italie #architecte #architecture #architecture_coloniale #histoire_coloniale #Italie_coloniale #colonialisme_italien #Addis_Abeba #Ethiopie #Tita_Pittana #Kenya

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    découvert son existence dans le film de #Alessandra_Ferrini « negotiating amnesia » :
    https://www.alessandraferrini.info/negotiating-amnesia
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    ajouté à la métaliste sur l’Italie coloniale :
    https://seenthis.net/messages/871953