- Come valutate l’influenza del turismo nella vita della popolazione nepalese: la considerate invasiva o un elemento capace di arricchire senza colonizzare il tessuto culturale del Paese?
Anche in questo caso la questione è da considerarsi in un contesto geopolitico. I turisti che vengono in Nepal sono per la maggior parte escursionisti, alpinisti o appassionati di trekking, ovvero persone che camminano e apprezzano le montagne, le colline e le comunità delle alture: non sono come i turisti che vengono in autobus alla torre Eiffel o al Vaticano, sono più umili e rispettano le popolazioni locali. Quando i turisti si inoltrano tra le montagne, spendono un po’ del loro denaro nei villaggi (per alloggiare e mangiare) e cercano di interagire con la popolazione. Con quel denaro la gente del luogo può costruirsi ponti, ambulatori, scuole comunitarie o qualunque altra struttura desideri o necessiti, e l’interazione con i turisti la porta a cambiare la propria mentalità nei confronti delle ragazze, delle donne o delle persone delle caste inferiori. Per questo credo che il turismo qui stia portando qualcosa di positivo. Il problema che abbiamo è rappresentato dalle ONG, sono loro i veri neo-colonialisti. Arrivano per portare sviluppo o assistenza ma difficilmente si spingono fino alle colline e alle montagne, spendono i loro soldi nella capitale e passano il loro tempo a organizzare seminari in hotel a cinque stelle. Il loro obiettivo è politico, visto che scelgono a quali progetti lavorare e come realizzarli, rendendoci dipendenti e succubi dei loro voleri politici ed economici. Le ONG pagano il loro personale nepalese meglio di qualsiasi altra impresa locale, pagano anche dieci volte di più per affittare case, comprare cibo, automobili, elettrodomestici e hanno creato una classe media nella capitale. Questa nuova classe media è ipercapitalista e con le sue comodità materiali è lontana anni luce dalle popolazioni delle alture, quindi si schiera dalla parte degli stranieri riguardo alla politica nazionale.
Il denaro non arriva mai alle montagne e viene utilizzato per retribuire gli stranieri o i ricchi autoctoni e coprire le spese di amministrazione e così tutti gli ’aiuti’ economici finiscono nella capitale per comprare prodotti stranieri destinati alle classi medio-alte, in modo che i soldi tornino ai paesi occidentali. Così non ci sono benefici per le popolazioni rurali, ma la creazione di un’éliste intercapitalista che osteggia gli obiettivi politici delle comunità della montagna e aiuti gli stranieri a garantire che le nuove leggi siano rigorosamente orientate verso i mercati e il capitalismo"