• « Ces derniers jours, nous voyons de nombreuses personnes, notamment sur les médias sociaux, enjoindre des vidéastes de renom (ou pas) à "passer à PeerTube". Cela ne nous met pas très à l’aise, et il faut que l’on vous explique pourquoi. »

    Un très bon article sur la dégafaïsation, la tension entre actions individuelles et problèmes politiques collectifs, les différentes formules d’hébergement (notamment pour la vidéo). Si vous mettez des vidéos en ligne, c’est un article à lire.

    https://framablog.org/2020/10/29/message-aux-youtubeurs-youtubeuses-et-surtout-a-celles-et-ceux-qui-aiment

    #YouTube #PeerTube #fédération

    • Très intéressant de manière générale quant à l’idée de #militer pour les #logiciels_libres.

      D’abord, Framasoft est une petite association d’éducation populaire aux enjeux du numérique. Nous défendons l’esprit critique et la liberté de choix. Nous pensons que les injonctions au changement induisent de la résistance au changement.

      Dit autrement, nous savons que les vidéastes sont des personnes douées d’intelligence et de capacités de veille. Il est peu probable qu’elles acceptent les contraintes de Youtube en s’en fichant complètement. Il est aussi peu probable qu’une personne ne leur ait pas déjà pointé l’existence d’alternatives (il n’y a pas que PeerTube, d’ailleurs). Bref, il est vraisemblable de penser que beaucoup de vidéastes sont dans un processus de réflexion (« Rester sur Youtube ? Partir ? Comment ? Pour aller où ? Avec quelle énergie ? Et qu’est-ce que je fais de l’existant ? de ma communauté ? », etc).

      Nous respectons pleinement ce processus, et nous vous encourageons à le respecter aussi. Peut-être que votre vidéaste préféré⋅e choisira d’expérimenter des alternatives (bien !), de quitter Youtube (bien !) ou même de rester sur Youtube (bien aussi ! C’est son choix, pas le vôtre, pas le nôtre).

      Par ailleurs, cela donne l’impression que vous êtes des « témoins de Framasoft » 😛 Je vous laisse vous mettre à la place du vidéaste qui reçoit son douzième tweet « Tu devrais essayer PeerTube ! » de la journée. C’est… Saoulant ! Et nous, cela nous place dans une situation un peu compliquée, où des personnes croient qu’on a lâché une armée de fidèles à leurs trousses pour les convertir au libre de gré ou de force par le harcèlement. Du coup, et c’est compréhensible, ces vidéastes ont une mauvaise image du libre avant même d’avoir essayé .

      Et donc #troll aussi.

    • Pour les livres c’est un poil plus compliqué, car ce n’est pas l’auteur (ni même l’éditeur) qui en décide, cf. https://www.actualitte.com/article/tribunes/bye-bye-amazon-il-en-va-de-la-responsabilite-de-chaque-editeur/103699

      ne pas vendre de livre sur Amazon. De prime abord ce choix paraît compliqué, car la majorité des éditeurs (dont nous faisons partie) n’a pas de lien direct avec la plateforme : ce sont en effet les diffuseurs-distributeurs qui négocient les conditions de vente avec leurs revendeurs, dont la majorité est constituée de librairies physiques, mais aussi d’Amazon, de Fnac.com, etc. (…)
      Il y a pourtant une solution assez simple qui permet de pallier cette situation et d’éviter que le diffuseur-distributeur ne soit confronté à un problème juridique de « refus de vente » dans le cas où un éditeur voudrait se passer de tel ou tel espace de ventes : le code-barre du livre. Comme l’a relevé avec sagacité notre confrère belge des éditions Vies parallèles, le fait de ne pas mettre le code-barre à l’extérieur du livre le rend inexploitable par (les robots d’) Amazon. Zones sensibles a donc décidé de placer ce code-barre en deuxième de couverture

    • PeerTube

      Vi parliamo un po’ oggi di questo interessante progetto open source 1, si chiama PeerTube e vuole essere l’alternativa decentralizzata a YouTube. Ne abbiamo infatti già parlato all’interno dell’articolo su YouTube e abbiamo tempo fa anche aperto un nostro canale sull’istanza gestita dal collettivo Devol sul dominio peertube.uno. Di recente abbiamo pubblicato anche qualche video-recensione e PeerTube è il nostro punto fermo di riferimento per tutto quello che riguarda la parte video del nostro sito.

      Prima di tutto: cos’è una istanza? Il nostro dizionario Nerd – Italiano è qui per voi, ma vi trascriviamo volentieri il significato di istanza: “In base al tipo di licenza il software libero può essere eseguito da più persone su server differenti. Significa che chiunque può tirare su un server e far girare questo software su qualsiasi indirizzo.“

      Come dicevamo PeerTube è un’alternativa decentralizzata e federata a YouTube. Utilizza inoltre la tecnologia P2P per ridurre il carico sui singoli server. Non spaventatevi per le parole complesse, come al solito vi spiegheremo tutto cercando di essere semplici e chiari.

      Decentralizzato e federato significa che chiunque può tirare su un server su qualunque dominio e far girare questo software. Ogni istanza avrà come al solito le sue funzionalità e le sue regole. In sostanza: su PeerTube.uno ci saranno determinate regole, su video.linux.it altre, su midi-les-animes.moe altre ancora. Tutti questi siti sono però interoperabili tra di loro: per iscrivervi a un canale o per commentare su uno di questi siti vi basterà un qualunque account del Fediverso, come ad esempio un account Mastodon.
      Video: cos’è PeerTube?

      https://peertube.uno/w/qDFZHUUHViLSPs59GQX36U?start=0s

      Utilizzare la tecnologia peer-to-peer, invece, vuol dire permettere agli utenti collegati alla piattaforma di inviare pezzi di video ad altri utenti utilizzando la propria banda. Proprio come funzionano i più famosi programmi di file sharing.

      Oltre a questo fa parte del Fediverso, è dunque compatibile con altri servizi come Mastodon, PixelFed, Funkwhale e tutti gli altri.

      PeerTube 3.0 e lo streaming

      Nella versione 3.0 di PeerTube, rilasciata agli inizi del 2021 2, è stato finalmente rilasciato anche lo streaming live. È stata una release molto importante perché lo streaming può aiutare PeerTube a tenere il passo con i colossi del web, come ad esempio Twich o lo stesso YouTube.

      Se siete curiosi di provarlo, una delle istanze già aggiornate alle versione 3.0 con attivo già lo streaming è questa qui.

      Su PeerTube ad oggi non si possono (per fortuna) inserire annunci pubblicitari prima o durante i video, c’è però la possibilità di inserire sul proprio canale e all’interno di ogni video, il tastino “supporta l’autore” dove saranno presenti tutti i metodi per supportare l’autore ad esempio con donazioni oppure acquistando dal suo negozio.
      Cerca i video con Sepia Search

      Esiste anche un motore di ricerca chiamato Sepia Search che permette di ricercare video all’interno di tutte le istanze di PeerTube. Lo potete utilizzare andando su sepiasearch.org. In alternativa potete provare ad utilizzare anche SimpleerTube, un progetto open source 3 che permette di cercare all’interno di tutte le istanze PeerTube e che permette anche di vedere qualunque video senza mai abilitare JavaScript. Sepia Search è decentralizzato e chiunque può crearne un’istanza. Questa ad esempio è quella italiana dei Devol.

      Ultima nota: grazie all’applicazione NewPipe, che già abbiamo conosciuto per poter vedere YouTube privatamente, è possibile cercare e guardare video di PeerTube su Android attraverso proprio il motore di ricerca SepiaSearch!
      Video: come cercare su PeerTube con NewPipe

      https://peertube.uno/w/9dTsafkZRZ8TswAX64Hxf4?start=0s

      Insomma a noi piace molto, è un’idea affascinante e funziona per ora davvero molto bene. L’unico difetto è che non si trovano molti video ma ovviamente questo non è colpa della piattaforma in sé ma del suo utilizzo. Più siamo, più carichiamo e più verrà utilizzato e più potrà essere considerata una vera alternativa a YouTube. A noi ogni tanto è capitato di chiedere a qualche influencer più o meno famoso di YouTube di portare i suoi video anche su PeerTube. Per ora non abbiamo mai ricevuto risposta, ma prima o poi qualcuno di curioso e interessato a questa nuova tecnologia siamo sicuri di incontrarlo!
      PeerTube su smartphone

      È anche possibile utilizzare PeerTube su smartphone. Lo si può fare usando direttamente i siti delle varie istanze tramite browser ad esempio. In alternativa esistono anche le applicazioni per Android. Potete provare ad esempio l’ottima TubeLab disponibile sia su F-Droid che su Google Play, creata dagli stessi autori di Fedilab.

      Esiste anche Thorium, anche questa disponibile sia su F-Droid che su Google Play (in beta).
      Peerchat

      Aggiungiamo infine che da qualche tempo esiste anche una chat open source 4 per i video di PeerTube. Si chiama Peerchat e potete cliccare qui per provarne un’istanza.

      https://www.lealternative.net/2021/05/26/peertube

  • “Ce qui dépend de nous” : Appel de 118 éditeurs indépendants à leur public
    https://www.actualitte.com/article/tribunes/ce-qui-depend-de-nous-appel-de-118-editeurs-independants-a-leur-public/100652

    Des déséquilibres au cœur du système

    Depuis des années, la vitalité de l’édition française a pris le visage d’une surabondance heureuse et insouciante, matérialisée par une offre pléthorique prétendument désirée et sans cesse renouvelée. Hélas, la situation cache une tout autre réalité : une surproduction, néfaste pour l’environnement et qui inonde les librairies, noie une production éditoriale de qualité, plus audacieuse, mais moins visible, écourte toujours plus la vie des livres, intensifie les retours et le pilonnage des ouvrages non vendus, et accentue finalement la précarité des artistes.

    Cette surproduction profite aux grands groupes d’édition et de distribution quand son coût pèse injustement sur les maisons d’édition indépendantes que la crise actuelle écrase un peu plus encore, faute pour elles de disposer de réserves en trésorerie.

    Dans les mois qui viennent, malgré les mesures d’urgence proposées par la puissance publique, l’édition indépendante payera un lourd tribut à la crise si rien d’autre n’est fait. Le paysage de l’édition française s’en trouvera arasé, appauvri. La création perdra un bastion, la diversité un éminent représentant, la librairie indépendante un supplément d’âme, les bibliothèques et événements littéraires un terreau fertile, les lecteur·rices mille occasions de découverte, de réflexion et de bonheur.

    #Edition #Edition_indépendante

  • Bruno Le Maire, La Poste et les livres : enfin, tourner la page ?
    https://www.actualitte.com/article/tribunes/bruno-le-maire-la-poste-et-les-livres-enfin-tourner-la-page/100405?origin=newsletter

    Pour sûr, baisser les prix de La Poste serait plus efficace que toutes les aides directes versées aux copains (les éditeurs indépendants n’entrent jamais dans les bonnes cases prévues par les réunions entre gens de bien). Mais ce serait une « politique industrielle » et non des arrangements avec les règles de la subvention publique. Très difficile une « politique industrielle » quand on vient de quarante ans de néolibéralisme.

    Savez-vous, monsieur le Ministre, que pour envoyer par La Poste un livre de 250 pages (qui pèse environ 300 g), il en coûte 5,83 € en lettre verte, soit plus d’un quart du prix du livre (sauf à le vendre à un tarif indécent) ? Savez-vous que pour envoyer un livre qui dépasse 3 cm d’épaisseur, il faut le faire par Colissimo, au prix de 7,14 € HT ? Et ces tarifs augmentent chaque année, alors que le prix du livre, lui, est fixe. Savez-vous que ces frais d’envoi ne peuvent pas être répercutés par le libraire sur les lecteurs ? Pensez-vous que nous, éditeurs, puissions prendre à notre charge de telles sommes ? Pensez-vous que les libraires puissent prendre à leur charge de telles sommes ?

    Non, bien sûr. En tant que ministre de l’Économie et des Finances, vos relations avec La Poste sont étroites. Si vous voulez nous aider, aider la diffusion du livre en France et dans les territoires d’outre-mer, si vous voulez cultiver la bibliodiversité, alors plaidez notre cause auprès de La Poste pour que les tarifs préférentiels, jusque-là réservés à la presse, s’appliquent au secteur du livre. »


    Il ne s’agit pas seulement de relancer la chaîne du livre, mais aussi de s’assurer de sa pérennité, en tenant compte des besoins réels des petites maisons d’édition (moins de 10 parutions par an), éternelles oubliées du secteur et au chiffre d’affaires trop bas pour bénéficier des aides mises en place. Et quoi de mieux, pour aider les librairies, que de faire en sorte qu’elles puissent proposer à leur clientèle une offre riche et variée, cette bibliodiversité qui garantit l’exception culturelle française dont nous nous enorgueillissons tous ?

    Je vous prie de croire, monsieur le Ministre, en l’expression de ma considération.

    Pascale Goze
    Secrétaire générale de l’autre LIVRE, association internationale des éditeurs indépendants

    #La_Poste #Edition

  • Bien se faire indemniser quand on est à la MDA

    La Maison des Artistes et ses méandres, cauchemar pour un remboursement efficace ? Voyons voir.

    Les artistes-auteur affiliés à la MDA, bien qu’indépendants, dépendent du régime général comme les salariés. Ils partagent donc les mêmes droits aux remboursements et aux indemnités, qui leur sont versés par la CPAM. Cela inclut notamment les indemnités d’arrêt de travail (par exemple en cas de maladie, d’accident ou de congé maternité/paternité).

    http://kitdesurvie.metiers-graphiques.fr/articles/bien-se-faire-indemniser-quand-on-est-a-la-mda

    La procédure

    La procédure de demande d’indemnités d’arrêt de travail lorsque l’on est auteur MDA est la suivante. Suivez-la à la lettre pour maximiser vos chances d’être rapidement indemnisé.

    Obtenez de votre médecin (traitant ou spécialiste) votre avis d’arrêt de travail. Cet avis peut-être initial (si c’est le premier de la période d’arrêt) ou prolongatoire.

    Complétez-le si nécessaire et envoyez-le sans délai à la CPAM dont vous dépendez2. Attention ceci doit être fait sous 48 heures, sous peine de voir vos indemnités réduites (sauf cas de force majeure, type accident avec hospitalisation)
.

    La CPAM reviendra vers vous par courrier, vous expliquant qu’elle a besoin de vos fiches de paie ou autre attestation patronale pour calculer vos indemnités. Dès lors que vous recevez ce courrier (ou si vous n’avez aucune nouvelle au bout de trois semaines), appelez la CPAM au 36 46 pour leur expliquer que la procédure est différente parce que vous êtes auteur indépendant MDA, et que vous bénéficiez à ce titre du régime général sans avoir pour autant de fiche de paye à produire.

    La CPAM doit alors envoyer un courrier à la MDA, lui demandant d’attester que vous êtes à jour de vos cotisations et à combien s’élèvent vos revenus. Cette demande de renseignements est parfois appelé « courrier navette ».

    Par retour de courrier, la MDA enverra sa réponse à la CPAM sous forme d’une attestation (il peut arriver que la MDA vous envoie ce courrier directement, auquel cas vous devrez le transmettre à la CPAM vous-même).


    Attention, de toute évidence la MDA n’attestera que vous êtes à jour de vos cotisations que si c’est effectivement le cas ! Dans le cas contraire, sa réponse sera négative et la procédure sera à recommencer depuis le début, une fois votre situation régularisée… Avant d’entamer une démarche de demande d’indemnisation, veillez donc à vous assurer que vous n’avez aucun retard de cotisations.
    Une fois la réponse reçue, la CPAM calculera vos indemnités et procédera rapidement au paiement.

    Les démarches et documents que nous évoquons ici représentent l’ensemble exclusif de ce qui vous sera vraiment utile pour un remboursement efficace. Si votre interlocuteur vous demande autre chose, c’est qu’il ne sait pas de quoi il parle (ça arrive plus souvent qu’on ne le croit, les personnels étant parfois recrutés dans l’urgence et formés à la sulfateuse). En conséquence, armez-vous de patience et de pédagogie, vous en aurez besoin.

    Notons également que si l’indemnité d’un salarié sera calculée sur les trois derniers salaires mensuels précédant son arrêt de travail, l’artiste-auteur MDA sera indemnisé selon son dernier avis d’imposition (sur lequel se base le calcul des cotisations), c’est-à-dire sur la base de ses revenus de l’année N-2. À garder en tête au moment de faire ses petites additions car ça peut expliquer des écarts assez conséquents.

    #survie #droits #mda #sécu

    • L’arrêt de travail chez les auteurs, ou Tchoupi à la CPAM...
      https://www.actualitte.com/article/tribunes/l-arret-de-travail-chez-les-auteurs-ou-tchoupi-a-la-cpam/93172

      Vos revenus 2017 : 58 686 € ÷ 365 jours = 160,78 € ÷ 2 (car 50 % d’indemnité prise en charge par la sécurité sociale) = 80,39 € journalier. Vous ne pouvez pas percevoir le montant journalier de 80,39 €, car il y a un plafond maximum à ne pas dépasser défini par la sécurité sociale qui est de 44,34 €. Compte tenu de ce qui précède, votre indemnité calculée est donc bien de 620,76 € (soit 14 jours x 44,34 €).

    • Dans le cas ou votre interlocuteur à la CPAM ne connait pas les particularités du statut « artiste-auteur » (90% des cas) il faut lui préciser que vous dépendez du « régime 170 » .
      Avec ce sésame vous serez orienté vers LA personne qui connait vos droits spécifiques.

    • Merci @vazi j’etais en train de me dire que ca serait encore des droits que je ne pourrais pas faire valoir. Je vais essayé quand même et je mettrais « régime 170 » sur tous mes documents histoire de prévenir les dégâts.

    • Attention à la « période de référence » … même si le pdf date de 2012 c’est toujours valable http://www.caap.asso.fr/IMG/pdf/rru_artistes-auteurs_aout_2012-2.pdf

      la dernière année civile connue de la caisse (ou période de référence) est celle qui permet l’ouverture des droits c’est-à-dire celle qui précède la période s’étendant du 1er juillet au 30 juin de l’année suivante. Ainsi, pour un arrêt de travail situé pendant la période allant du 1er juillet 2011 ou 30 juin 2012, la période de référence est l’année 2010.

      J’ai été en arrêt maladie pour ALD un peu plus de 6 mois à partir d’aout 2017, ce sont donc mes revenus de 2016 qui ont été pris en compte.
      Ouf, j’ai eu du mal à considérer que j’avais droit à l’arrêt maladie avec un cancer déclaré en juin, car si j’avais demandé à ce moment là mes indemnités, elles auraient été calculées sur mes revenus de 2015 qui n’étaient pas mirobolants.
      Mais à l’Agessa, pour n’avoir pas avoir eu assez de revenus en 2017 (ah ben oui dommage, j’étais en arrêt maladie) j’ai été privée de droits aux indemnités journalières en conservant cependant celui d’être affilée et de payer une blinde le forfait de la sécurité sociale …

      #indépendants #auteurs #artistes

      RÉGIME SOCIAL DES ARTISTES-AUTEURS : 2019, L’ANNÉE DE TOUS LES DANGERS ?

      1/ UNE INCURIE COUPABLE DES MINISTÈRES DE TUTELLE
      De l’incurie au mépris, le ministère de la santé porte une très lourde responsabilité dans la mauvaise gestion du régime de protection sociale des artistes-auteurs et dans son évolution. Non seulement son refus du dialogue social est récurrent mais il a sciemment laissé l’Agessa violer le code de la sécurité sociale depuis plus de 40 ans au détriment des artistes-auteurs non affiliés, et ce, alors qu’il est en charge du contrôle de l’égalité des deux organismes sociaux des artistes-auteurs, l’Agessa et Mda-sécurité sociale (voir notre article).

      http://www.caap.asso.fr/spip.php?article597

    • Anecdote : Le « régime 170 » c’est ce qui a permis à @jacotte de faire valoir ses droits alors que sa première interlocutrice lui avait répondu très sûre d’elle : « Non madame avec votre statut vous ne pouvez pas prétendre au congé maternité » !

    • @vazy c’est pas le régime 170, mais le « régime 160 »- celui des artistes à la MDA, m’a dit l’agent de la CPAM que je viens d’avoir au tel.

      2.7. Codification du régime d’affiliation des artistes auteurs
      160 Artistes auteurs avec prestations en nature et en espèces des assurances maladie, maternité, invalidité, décès
      620 Artistes auteurs avec pension d’invalidité
      630 Artistes auteurs avec pension vieillesse

      http://caap.asso.fr/IMG/pdf/rru_artistes-auteurs_aout_2012-2.pdf

  • “Bonjour, cordialement, votre correspondant à l’Agessa”
    https://www.actualitte.com/article/tribunes/bonjour-cordialement-votre-correspondant-a-l-agessa/95587

    Amis auteurs, amies autrices, vous le savez, contacter l’Agessa, notre sécurité sociale, tient souvent de la quête initiatique. Le 1er juin dernier, je me sentais une âme d’aventurière, alors je me suis donné pour mission d’éclaircir un des grands mystères de l’univers : comment toucher la « mesure de soutien » au pouvoir d’achat des artistes auteurs pour l’année 2019 ?

    Vous le savez si vous parcourez régulièrement nos murs : cette mesure de compensation de la hausse de la CSG, enfin proposée fin 2018, est logiquement prolongée pour cette année. Mais impossible, en fouillant sur le site de l’Agessa, de trouver quoi que ce soit à ce sujet. Qu’importe, le bouton « nous contacter » est là pour ça. Formidable, on me promet de me répondre dans les plus brefs délais.

    • Pour la couverture sociale (obligatoire).

      Pour avoir accès à certains boulots, notamment en cartographie, je dois fournir quelques paperasses dont mon attestation annuelle MDA (ou Agessa) : éditeurs, institutonnels (comme Cirad pour qui j’ai travaillé le mois dernier), ou même pour faire une intervention en fac (comme à Rouen le mois dernier aussi). Pour répondre aux appels d’offres comme graphiste, aux appels à projet artistique, demandes de bourses de journaliste.

    • @odilon Je fais tout ce que tu décris (confs, bouquins, commissariat d’expo, interventions institutionnelles etc, sauf demandes de bourses) avec un numero de siret comme seul outil. On me demande souvent si je suis inscrit à la mda, et ma réponse négative n’entraîne aucune difficulté supplémentaire. Tout ça depuis plus de trente ans. Du coup, qu’est-ce que la mda apporte vraiment à part un trou dans ton budget ?

    • @l_l_de_mars Les cotisations sociales (maladie, vieillesse, formation...) sont obligatoires pour les indépendant·es comme pour les dirigeant·es et salarié·es. Cela me parait normal puisque nous avons un système de protection sociale fondée sur la solidarité.
      Les artistes sont rattaché·es au régime général à partir de 9 000 € de revenus dans l’année.
      https://www.previssima.fr/question-pratique/quelles-sont-les-cotisations-sociales-obligatoires.html#liste-des-cotisat

    • @odilon bin oui, mais la gestion de l’agessa est intégralement prise en charge par mes éditeurs et autres interlocuteurs, galéristes ec (institutionnels ou pas) sans que j’aie jamais eu à m’inscrire à la mda. Du coup, je pige pas, je t’avoue...
      D’ailleurs, c’est combien, la cotisation annuelle à la mda ? (l’ircec, avant ton post, je n’en connaissais même pas l’existence)

    • Ah ok, en fait ça revient au même. Il y a soit le règlement des cotisations par précompte, c’est la formule qui te concerne, soit c’est l’artiste qui paye tous les trimestres, c’est ce que je fais.
      Agessa et MDA (c’est la même caisse au final et ont le même portail) appliquent les mêmes taux, lesquels dépendent de la tranche des revenus.

    • @odilon pour autant, je ne suis pas inscrit à la mda (dont j’apprends que ça a fusionné avec l’agessa, donc), ce qui fait au minimum ces frais là en moins (la cotisation), non ? Tu pourrais peut-être au moins t’épargner ce truc-là (d’où ma question sur le montant de cette inscription, cotisation) ; ou alors, est-ce que ça signifie que cette somme est également déduite (comment, du coup, pourrait-elle être calculée ?) de chaque contrat ? je n’ai jamais trouvé clair le mode de redistribution de la mda, sa mission, son véritable fonctionnement, sa compréhension de la notion d’artiste professionnel, d’oeuvres oude prestations artistiques ou pas (à l’époque où je m’en étais soucié, c’était tellement hors de tout contact avec la réalité de l’art que ça en était comique, mais j’espère que ça a changé) etc, et j’ai complètement laissé tomber cette asso apparemment aussi inutile que foireuse pour quiconque ne gagnait pas de fortes sommes régulières. Le fait que ça n’ait jamais freiné mon boulot me laisse quand même supposer que ce truc ne sert pas à grand-chose, du moins pas pour tout le monde.

      Tiens, en passant, je tombe là dessus : https://www.actualitte.com/article/tribunes/l-avenir-inacceptable-de-l-agessa-et-de-la-maison-des-artistes/89853

    • @odilon du coup, je fouine un peu, ne m’étant jamais vraiment soucié de tout ça jusqu’ici depuis très très longtemps, et je tombe sur des trucs : https://www.lemonde.fr/les-decodeurs/article/2018/06/29/protection-sociale-ce-qui-est-en-train-de-se-jouer-pour-les-artistes-en-3-po

      et j’apprends aussi que depuis le premier janvier de cette année, la distinction entre artistes affiliés et assujettis (à laquelle je n’avais jamais vraiment rien compris) est abolie à la mda

      des dialogues intéressants sur le sujet :
      https://graphism.fr/critique-rponse-de-graphistes-sur-la-maison-des-artistes-la-mda

    • Je ne paye pas d’inscription à la mda, je paye uniquement les cotisations de sécu, vieillesse, tout comme toi à l’agessa. Les cotisations sont calculées sur les revenus de l’année précédente. Si je ne peux pas payer dans les délais, c’est l’urssaf qui prend le relai.

    • je vois ça, oui (du coup, ça répond en grande partie à ma question, je n’avais en tête que la rencontre avec la mda asso il y a pas mal de temps, et le fonctionnement était assez peu clair). Comme ce sont mes commanditaires ou éditeurs qui calculent les soustractions pour les cotisations sociales, tout ça est invisible pour moi. Où est-ce que je pourrais voir apparaitre (puisque je ne paye pas d’impôts à cause de la faiblesse de mes revenus) ces cotisations ? (il n’y a jamais de détails de ce genre dans mes avances sur droits d’auteurs ou les cachets pour différents types d’interventions) .

    • Logiquement tu devrais recevoir une attestation annuelle de l’agessa avec le détail des cotisations que tu as payé dans l’année, notamment la csg (partiellement déductible) et la crds (non déductible). Que tu paye des impôts ou non, tu en as besoin pour remplir ta déclaration 2035 A et B.
      Tu devrais aussi recevoir un relevé de situation d’info retraite, genre tous les 5 ans.
      Il faudrait peut-être que tu contactes l’agessa pour clarifier ta situation.

    • je n’ai jamais rien reçu de la sorte (nos échanges te laissent l’imaginer). Pour les impôts, je me contente, en guise de travail administratif, de soustraite de la déclaration le pourcentage fixe correspondant aux frais de production (taux que je n’ai plus en tête, là) et de remplir un formulaire spécifique (un passage aux impôts il y a longtemps m’avait donné la démarche à suivre pour un artiste aux activités bordéliques après des conversations assez fantasques et marrantes sur ma dérisoire ontologie portative). Rien d’autre ne m’a été dit à ce moment-là. Pour la mda, lorsque le Bon Accueil (un petit centre d’art de rennes) avait été créé, c’était sur les bases d’un solide travail social, réunissant des acteurs institutionnels artistiques (Drac, Frac, le services de la mairie dévolu aux AP) et sociaux (services du RMI, CAF, d’autres que j’oublie). Parmi la trentaine d’artistes fondateurs, quasiment aucun n’était à la mda ; ça m’a pas vraiment aidé à m’intéresser à un organisme avec lequel les premiers contacts (années début 90) m’avaient plutôt fait fuir. Voilà le tableau, donc...
      Merci de tes réponses, en tout cas. Je vois plus clairement comment ce lointain truc s’articule à la vie de tant d’artistes.

    • Et pour finir :) J’adhère depuis quelques années à la mda asso à hauteur de 28 €/an parce qu’elle donne accès gratuitement aux musées nationaux (et tu fais pas la queue pour entrer) et 20% de réduction sur les fournitures beaux-arts. Pour moi c’est vite rentabilisé.

  • Canada, Québec et France : coalition d’éditeurs pour le droit d’auteur
    https://www.actualitte.com/article/tribunes/canada-quebec-et-france-coalition-d-editeurs-pour-le-droit-d-auteur/89599

    Le marché de l’éducation... Le problème encore une fois, c’est l’équilibr dans le droit d’auteur. Intérêt pour les auteurs/éditeurs, mais aussi intérêt pour la société dans son ensemble. L’éducation est bien au coeur de ce débat. La présentation dramatisante de ce communiqué pose des problèmes.

    Les éditeurs français observent la situation au Canada et c’est sans surprise qu’ils constatent que le pays est cité comme l’exemple à ne pas suivre. En 2012, le gouvernement canadien modifiait sa législation en adoptant plusieurs nouvelles exceptions au droit d’auteur, dont l’ajout de l’éducation à l’exception d’utilisation équitable, dans le but d’atteindre un équilibre entre les utilisateurs des œuvres et les créateurs.

    La grippe canadienne,
    une épidémie anti-copyright qui se propage

    Cinq ans après, force est de constater que cette recherche d’équilibre est un échec. En effet, depuis l’ajout de cette exception, plusieurs établissements d’enseignement canadiens ont cessé de renouveler leurs licences avec les sociétés de gestion collective représentant les auteurs et les éditeurs. En conséquence, les litiges se multiplient et les redevances versées aux titulaires de droit subissent une baisse importante.

    Bien qu’il ne soit guère facile de quantifier l’impact de l’exception d’utilisation équitable à des fins d’éducation dans le secteur du livre au Canada depuis son ajout à la Loi sur le droit d’auteur, certains indicateurs laissent peu de place à l’interprétation. Au Québec, les redevances perçues par la Société québécoise de gestion collective des droits de reproduction (Copibec) pour les licences du secteur de l’éducation ont diminué de près de 15 % de 2012 à 2017 (malgré une croissance continue du nombre d’étudiants).

    Par ailleurs, les redevances versées par la société de gestion Access Copyright ont chuté de 80 % en cinq ans pour le Canada. Ces baisses représentent des pertes de près de 30 millions $/an pour la reproduction d’extraits d’œuvres. Seulement pour le secteur de l’édition scolaire, technique et scientifique, l’empreinte économique (contribution au PIB) des éditeurs est passée de 740 à 640 millions $ et de 7650 à 6400 emplois directs entre 2013 et 2015 selon une étude de la firme PricewaterhouseCoopers.

    Devant ce constat, et sachant que les GAFA investissent fortement dans le secteur de l’éducation, la crainte de voir l’offre nationale de contenu éducatif destinée aux étudiants et aux enseignants diminuer rapidement est bien réelle. Est-ce vers ce modèle d’éducation que le Canada souhaite aller ?

    Alors que le Parlement européen se prononcera prochainement sur l’utilisation à des fins éducatives des oeuvres écrites, les organisations européennes représentant les ayants droit de l’écrit et des arts visuels, ont lancé le 17 mai dernier la campagne Content for Education destinée à sensibiliser l’opinion publique aux conséquences d’une exception au droit d’auteur à des fins pédagogiques trop larges.

    #Edition #Edition_scolaire #Droits_auteurs

  • La lecture publique est en danger : monsieur Pennac, au secours !
    https://www.actualitte.com/article/tribunes/la-lecture-publique-est-en-danger-monsieur-pennac-au-secours/86677

    L’heure du conte va-t-elle disparaître dans les bibliothèques ? Va-t-on nous priver de la lecture d’ouvrage, même sans billetterie, sous prétexte que celle-ci est assujettie d’une redevance « ubuesque » ? À l’approche de la Nuit de la lecture, le collectif Shéhérazade, qui réunit des auteurs, des bibliothécaires et autres gens du livre, interpelle Daniel Pennac, le parrain de la manifestation. Taxer les lieux de la lecture ? Réprimer le 9e droit du lecteur, de « lire à voix haute » ? Alors, que fait-on, monsieur Pennac ?

    #SCELF #Lecture #Edition

  • “De toutes façons, les auteurs, vous êtes des saltimbanques”
    https://www.actualitte.com/article/tribunes/de-toutes-facons-les-auteurs-vous-etes-des-saltimbanques/85658

    Aujourd’hui, l’auteur est son patron en écriture, presque toujours son propre comptable, il paie sur ses droits d’auteur les cotisations maladie, CSG, CRDS, formation professionnelle, cotisera bientôt pour la retraite dès le premier euro gagné, a bien du mal au vu de ses revenus souvent précaires (moins de la moitié d’entre eux atteint un revenu du niveau du SMIC) à économiser pour un « chômage » auquel il n’a pas droit, et en littérature jeunesse, peine à obtenir plus de 7 % de droits d’auteur sur le prix de vente de ses livres.

    Le monde « imaginaire » de l’écrivain se limite sans doute à ce qu’il écrit, car pour sa vie quotidienne, le réel lui crie au visage. Tellement qu’il lui arrive d’écrire/de dessiner pour en rendre compte, bien loin du faiseur de phrases et d’images ne rêvant que de s’échapper du réel ; tellement qu’il lui arrive même, rendez-vous compte, de s’engager pour y imprimer sa marque – il milite, figurez-vous, il agit, sa langue d’artiste nourrit son action citoyenne.

  • La Grevue de presse de septembre
    https://grenoble.indymedia.org/2017-09-05-La-Grevue-de-presse-de-septembre

    Que s’est-il passé à Grenoble et dans ses environs cet été ? Ici Grenoble vous propose la Grevue de presse de septembre, une sélection d’événements marquants glanés dans la presse locale. Bonne lecture ! L’équipe d’Ici Grenoble http://ici-grenoble.org LES #Infos_locales DE SEPTEMBRE (Les sources sont entre parenthèses) [Les commentaires sont encadrés] A480 : Le passage en force ? [Attention, ce premier article est assez long, car le sujet est complexe. Les #Articles suivants sont (...)

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    http://www.isere.gouv.fr/content/download/29097/221391/file/PROTOCOLE%20AMENAGEMENT%20A480.pdf
    http://tempsreel.nouvelobs.com/economie/20170704.OBS1644/entre-l-etat-et-les-societes-d-autoroutes-un-accord-secret-a-pl
    http://www.ades-grenoble.org/wordpress/2017/07/07/a480-les-collectivites-prennent-position-mais-pas-toujours-dans-le-bo
    http://www.adtc-grenoble.org/spip.php?article481
    https://www.mediapart.fr/journal/economie/dossier/notre-dossier-loi-travail-saison-2
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    http://ici-grenoble.org/infospratiques/fiche.php?id=3265
    https://reporterre.net/Laurent-Wauquiez-confie-la-bio-aux-agro-industriels
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    http://ici-grenoble.org/infospratiques/fiche.php?id=4231

  • Les conflits sont-ils solubles dans la “bibliothèque troisième lieu” ?
    https://www.actualitte.com/article/tribunes/les-conflits-sont-ils-solubles-dans-la-bibliotheque-troisieme-lieu/84419

    Heureusement, l’aménagement a été entièrement revu pour être plus accueillant et plus fluide : plus de gros comptoir mais des petits pupitres où l’on se tient debout, un canapé, un piano, un babyfoot, des couleurs vives !

    Demandez aux personnes qui travaillent là comment elles se sentent, écoutez leurs réponses sur l’absurdité de certains ordres et le gouffre entre la com’ et ce qu’elles vivent au quotidien, mesurez par vous-mêmes les effets de ces « modernisations » au-delà des auto-congratulations des cadres supérieurs. En tant qu’usager.e.s comme en tant que professionnel.le.s, est-ce cela que nous voulons ?

    Les bibliothèques peuvent avoir un rôle éminemment important à jouer dans un monde en proie aux élans nihilistes. Quand tout s’accélère perpétuellement, l’audace ne serait-elle pas de ne pas sauter les yeux fermés dans le train du progrès ? Pour contribuer à redonner du sens, les bibliothèques ne pourraient-elles pas justement prendre le temps de la réflexion, s’inscrire dans une forme de sérénité, plutôt qu’appliquer à la baguette les mêmes recettes que tout le monde ? Si nous voulons privilégier les relations humaines, ne devrions-nous pas nous méfier des idées déshumanisantes, quand bien même elles apparaissent sur un canapé violet, devant un mur vert anis, un cappucino à la main ?

    #Bibliothèques #Tiers-lieux #Service_public

  • Le bruit des avions | Faïza Guène
    https://www.actualitte.com/article/tribunes/le-bruit-des-avions-par-faiza-guene/67869

    Pour attirer l’attention sur le sort de son compagnon, l’auteure Faïza Guène a rédigé un texte, originellement paru sur le site de l’English Pen et traduit par Sarah Ardizzone. Son compagnon, qui résidait sur le territoire français sans papiers a été contrôlé et placé en détention. Il risque d’être renvoyé vers l’Algérie, alors qu’il devait se marier deux jours après son arrestation. Source : ActuaLitté

  • Défense et illustration du métier d’éditeur indépendant et local | Actualitté
    https://www.actualitte.com/article/tribunes/en-belgique-les-difficultes-a-etre-editeur-independant/60167

    Les éditions #Mardaga se sont créées en 1966, avec la ferme intention de rester familiales, #belges et #indépendantes. Un catalogue qui repose sur un #patrimoine éditorial fort, pour parler du monde et de ses légitimes questionnements. André Querton, administrateur, et Clotilde Guislain, directrice de la maison, nous font part des difficultés rencontrées. Première partie.

    Les éditions Mardaga se sont créées en 1966, avec la ferme intention de rester familiales, belges et indépendantes. Un catalogue qui repose sur un patrimoine éditorial fort, pour parler du monde et de ses légitimes questionnements. André Querton, administrateur, et Clotilde Guislain, directrice de la maison, nous font part des difficultés rencontrées. Première partie.

    Lorsqu’on pense « culture » en Fédération #Wallonie-Bruxelles, on pense bien sûr « spectacle vivant » : théâtre, opéra, danse, musique ; on pense aussi « cinéma » ; on pense sans doute – un peu — « arts plastiques » ; plus rarement « édition »…
    Ou alors, et c’est tant mieux, « auteurs » : d’Amélie Nothomb à Simenon en passant par Schuiten ou Van Hamme.

    Mais qui connaît, qui défend, qui revendique le travail de ces nombreux tâcherons de l’édition (combien sont-ils ? Quel poids économique représentent-ils ? Qui font-ils travailler ? Quelle image de notre communauté donnent-ils ? quels savoirs distillent-ils ?) dont le métier est avant tout d’être des « passeurs » : passeurs d’idées, passeurs d’histoires, passeurs de savoirs, passeurs de patrimoine…

    #édition #éditions #Belgique #culture