Welcome to Italy
Cinque reportage sull’accoglienza dei migranti nel nostro paese. Un progetto coordinato da #Stefano_Liberti.
▻http://www.internazionale.it/storia/welcome-to-italy
#Italie #accueil #migrations #asile #réfugiés
#documentaire #vidéo
Welcome to Italy
Cinque reportage sull’accoglienza dei migranti nel nostro paese. Un progetto coordinato da #Stefano_Liberti.
▻http://www.internazionale.it/storia/welcome-to-italy
#Italie #accueil #migrations #asile #réfugiés
#documentaire #vidéo
Il sistema di accoglienza dei migranti in Italia è come una cipolla
“Questa non è l’Europa che mi aspettavo”, dice un cittadino etiope di etnia oromo nel primo video della serie che oggi presentiamo sul sito di Internazionale. Soccorso in mare e sbarcato a Messina, l’uomo è stato forzato a dare le impronte digitali subendo violenze fisiche e psicologiche. Non voleva sottoporsi all’identificazione perché sapeva che così avrebbe perso la possibilità di chiedere asilo altrove – secondo la convezione di Dublino, bisogna presentare domanda nel primo paese sicuro d’approdo. Ma soprattutto perché sapeva di finire incastrato nelle maglie del modello italiano di gestione dell’immigrazione.
▻http://www.internazionale.it/opinione/stefano-liberti/2016/05/12/accoglienza-migranti-italia-cipolla
Hotspot, le impronte dei migranti
“La polizia ci ha portato in un campo e ci ha circondato”, dice il migrante etiope F., sbarcato a Messina. “Poi ci hanno chiesto le impronte digitali, con la forza. ‘Non vi diamo da mangiare né da bere finche non ci date le impronte’. Mi hanno colpito dappertutto, sul corpo e sulla testa”.
►http://www.internazionale.it/video/2016/05/12/hotspot-le-impronte-dei-migranti
Vicini di casa, la #mafia minaccia i migranti a #Nicastro
“Ho lasciato l’Egitto e sono stato nove giorni in mare. È stato un viaggio bruttissimo. Avevo 14 anni, ero piccolo. Sono arrivato alla comunità a Lamezia Terme, mi trovo bene, sono andato a scuola, ho fatto amicizia”.
▻http://www.internazionale.it/video/2016/05/26/nicastro-migranti-mafiosi-vicini-casa
Welcome to Italy: Organizad crime threatens migrants in Nicastro
Question intéressante soulevée par White dans un rapport sur médias et migrations (2015)...
Il donne des exemples de problématiques qui auraient pu être traitées par les médias, mais qui ne l’ont pas fait.
Voici une question autour du #tri, de la #catégorisation entre les #bons_réfugiés et les #mauvais_migrants :
A second question concerns the myth fuelled by European Union leaders, national politicians and media that all the refugees arriving in Europe are from Syria. The Council of the European Union on 22 September set the priority as being to recognise people from Syria, Iraq and Eritrea, thus seeking to exclude the second largest group of refugees – from
Afghanistan, which is far from being a stable country.
Other arrivals include people from Somalia, Libya, sub-Saharan Africa and Kurds from Syria and Iraq passing through Turkey.
So are the institutions seeing people from Syria, Iraq and Eritrea as “good refugees” to be relocated in the EU, and the rest as “economic migrants”, to be returned to their country of origin, and would this in the context of international law be mass “refoulement” (returning them to potentially threatening situations)?
Source : Moving Stories. International Review of How Media Cover Migration, ▻http://ethicaljournalismnetwork.org/assets/docs/054/198/8feb836-108e6c6.pdf
p.14
Autre question intéressante que les médias ne sont pas posée :
A third question concerns coercion in fingerprinting all refugees in “hot spots”, a process to which people fleeing persecution might be reluctant to submit. Guidelines drafted by the European Commission have suggested that “officials trained in the proportionate use of coercion may apply the minimum level of coercion required,” including, if necessary, to “vulnerable persons, such as minors or pregnant women”. What, media might ask, is the “proportionate use of coercion” on minors or pregnant women?
Hotspot, le impronte dei migranti
“La polizia ci ha portato in un campo e ci ha circondato”, dice il migrante etiope F., sbarcato a Messina. “Poi ci hanno chiesto le impronte digitali, con la forza. ‘Non vi diamo da mangiare né da bere finche non ci date le impronte’. Mi hanno colpito dappertutto, sul corpo e sulla testa”.
►http://www.internazionale.it/video/2016/05/12/hotspot-le-impronte-dei-migranti