• Segelvereinswiki
    https://segelvereinswiki.de


    Tout ce tu dois savoir si tu veux fonder ton club de voile en Allemagne

    Liebe Segelfreundin, lieber Segelfreund,

    beinahe 1300 Segelvereine aus allen 16 Bundesländern sind Mitglied in einem Landes Segler-Verband und damit dem Deutschen Segler-Verband. Neben aller Individualität der einzelnen Clubs, sind sich alle Vereine und ihre Mitglieder in zwei Dingen einig: zunächst einmal in ihrer uneingeschränkten Leidenschaft für das Segeln in all seinen Facetten. Daraus ergibt sich das zweite, stark bindende Element – das ehrenamtliche Engagement, auf allen Ebenen in allen Vereinen. Egal, ob Fahrten- oder Leistungssegeln, Windsurfen oder Kiteboarden, Eis-, Land-, Strand- oder RC-Segeln: Überall bringen Segler sich ein und machen sich stark für ihre große Leidenschaft.

    Wir wissen, dass das oft mit enormem Einsatz verbunden und eine große Herausforderung ist. Deshalb haben wir, alle Landes Segler-Verbände und der Deutsche Segler-Verband, für Sie ein umfassendes Handbuch entwickelt. Mit dieser Informationssammlung möchten wir Ihnen die Gestaltung des Vereinslebens erleichtern. Wir geben Ihnen hier alle notwendigen Informationen für eine gute Vereinsführung an die Hand: von einer Satzungsvorlage über Tipps zu Fördermitteln und Versicherungen bis hin zu Hinweisen für die Ausrichtung einer Regatta. Nutzen Sie das komplette Angebot oder einzelne Elemente daraus. Bitte beachten Sie dabei, dass die Informationen auf diesen Seiten nichts rechtsverbindlich sind.

    Betrachten Sie unser Handbuch als unterstützendes Nachschlagewerk, das Ihnen Anregungen liefern und den Vereinsalltag erleichtern soll. Sie vermissen einige Themen? Dann melden Sie sich unbedingt bei uns. Gemeinsam können wir dieses Handbuch jederzeit erweitern und weiter verbessern. Wenn Sie Fragen und Anregungen haben, freuen wir uns über einen Austausch unter presse@dsv.org.

    #Allemagne #sport #navigation_à_voile #association

  • Dans le superbe #livre de #Igiaba_Scego, La linea del colore
    https://www.bompiani.it/catalogo/la-linea-del-colore-9788830101418
    –-> livre déjà signalé ici autour de #Nadezhda_De_Santis : https://seenthis.net/messages/872094

    ... une émouvante description des émotions de la protagoniste du livre, femme noire, quand elle observe les détails de cette #fontaine :

    Dans la #Piazza_Giacomo_Matteotti, à #Marino, près de Rome, la #Fontana_dei_quattro_mori :
    https://it.wikipedia.org/wiki/Piazza_Giacomo_Matteotti_(Marino)

    Voici comment Scego raconte cette « rencontre » avec les visages sculptées (en italien, le livre n’a pas - mais bienôt j’espère - été traduit) :

    «La mia testa ancora non ricordava nulla, ma il mio corpo aveva conservato in ogni centimetro di epidermide le immagine viste vent’anni prima duante la sagra a cui ero andata con Lorella, quell’antica collega di università, e sua madre.
    Davanti alla fontana riprovai quella sensazione di insopportabile disagio.
    Le due donne di tufo erano ancora lì, con lo sguardo sempre disperato. Sempre incatenate al palo della fontana, a seno nudo, con lo sguardo di chi sa che l’aspetta solo lo stupro.
    Anche la prima volta fui atterrita da quella visione. Lorella e sua madre si trascinavano verso la fontana, la madre gridava alla figlia: ’Riempimi il bicchiere.’ E poi mi guardava con aria colpevole e balbettava giustificandosi: ’E’ il vino dei Castelli, la sagra, è la tradizione, lo capisci?’ Io annuivo senza staccare gli occhi attoniti da quella calca che si gettava sulle due statue, sulle povere ragazze di tufo, ragazze legate al palo che nessuno - tranne me - vedeva.
    Scoprii solo in seguito che quella fontana fu costruita originariamente nel Diciassettesimo secolo e poi ricostruita dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale che l’avevano parzialmente distrutta. Fu la prima fontana di Marino a far sgorgare il vino.
    Era l’anno di grazia 1925 e la sagra nacque in quell’anno, a tre anni dalla marcia su Roma di Mussolini. Da allora ebbe inizio quella tradizione che soppiantò totalmente la sagra precedente dedicata alla Madonna. La fontana era chiamata dei Quattro Mori: secondo la vulgata delle enciclopedie consultate quando ancora non c’era internet e niente era disponibile con un clic, i mori erano pirati turchi. Ma lì non c’erano pirati, c’erano solo schiavi. Persone incatenate, disperate sole, piegate in una posa inumana. Le donne avevano i seni che tremavano per il terrore.
    Di quella fontana (mi bastò andare in biblioteca) scoprii altre cose: il nome di chi la ideò - #Sergio_Venturi -, e poi perché venne costruita. I marinesi volevano commemorare la #battaglia_di_Lepanto e #Marcantonio_Colonna, che ne fu uno degli artefici. Quella battaglia che contrappose cristianità e Impero Ottomano. Pensai che la parata che aveva visto era la commemorazione della sfilata trionfale di Marcantonio Colonna, una sfilata in cui le persone catturate erano il bottino di guerra, schiavi che i potenati si sarebbero divisi. Per un po’ quella fontana fu la mia ossessione. A causa sua, del resto, scelsi di inoltrarmi nel mondo dell’arte. Ma come ogni ossessione anche quella sfumò, pressata dalla mia quotidianità di allora fatta di esami, amori, piani per il futuro, incertezze che mi prendevano alla gola e non mi facevano respirare. O forse stavo solo dimenticando, perché è più facile rimuovere un dolore.
    Ma quel giorno, al matrimonio di Stefania, percepii di nuovo quello sguardo afflitto su di me.
    Ero ferma davanti alla fontana, come ferma lo era stata Lafanu Brown la prima volta che l’avevo vista, così come racconta in una sua lettera a Lizzie Manson, la sua prima istitutrice amica.
    ’Quelle donne, quelle mie antenate, perché noi discendiamo dalla sofferenza degli schiavi, vogliono che qualcuno dia loro voce. Oh Lizzie cara, lo vedo quanto si sforzano di protendersi verso di noi. Quando il loro busto si butta in avanti quasi per tuffarsi nel nulla. Baby Sue me lo ha raccontato una infinità di volte che lei, quando la tiravano fuori dalle segrete della nave negriera e poi la tenevano ferma in attesa del suo turno di essere violata, provava a divincolarsi e a buttarsi nell’oceano per trovare scampo a quell’incubo che nella sua Africa non aveva mai conosciuto. Baby è una orgogliosa Peul dell’entroterra, mai si era immaginata che potesse esistere qualcosa di più feroce di una iena affamata. Ma poi ha visto l’uomo bianco e ha capito che la crudeltà non ha limite. La mia Baby Sue, che ha trovato la calma in quelle sue torte zuccherate all’inverosimile. Perché solo quello zucchero poteva toglierle l’amaro che le impastava la bocca. lo stesso amaro che sento ancora sulla mia lingua.’
    Io ancora non sapevo niente di Lafanu Brown. Queste parole le avrei lette mesi dopo grazie ad Alexandria Mendoza Gil, una collega di Stefania anche lei invitata al matrimonio. Stefania era una ricercatrice, e dopo il matrimonio lei e il marito sarebbero partiti per gli Stati Uniti, per Salenius, dove viveva anche Alexandria. Lavorava nel dipartimento di storia dell’arte, e stava facendo una ricerca sulle artiste nere del Diciannovesimo secolo.
    Fu lei a posarmi una mano sulla spalla quando mi vide lì, davanti alle due donne incatenate, sull’orlo delle lacrime.
    ’Anch’io ho pianto la prima volta,’ mi disse in un inglese che odorava di manioca. ’Mia nonna è di Santo Domingo. Ho sangue nero nelle vene, come te. Questa fontana non può lasciarci indifferenti. E non ha lasciato indifferete nemmeno Lafanu Brown’.»

    (pp.79-81)

    #littérature #colonialisme #villes #post-colonialisme #post-colonial #toponymie

    –-

    ajouté à la métaliste sur l’#Italie_coloniale :
    https://seenthis.net/messages/871953

    ping @cede

  • 31.12.2018 : Die radikale Partei (Tageszeitung junge Welt)
    https://www.jungewelt.de/artikel/346323.kpd-gr%C3%BCndung-die-radikale-partei.html

    Il y a cent ans dans la nuit du 31.12.1918 au 1.1.2019 au Preußischer Landtag des ancien social-démocrates en désaccord avec la politique réactionnaire des dirigeants SPD créent le parti communiste allemand Deutsche Kommunistische Partei (KPD). Le journal Junge Welt publie des extraits de discours de quelques fondateurs.

    Peu après le 15 janvier 1919 ses membres les plus célèbres Rosa Luxemburg et Kartl Liebknecht sont assassinés avec la complicité de Gustav Noske, un haut responsable social-démocrate qui s’était donné la tâche de mater la révolution allemande avec des troupes commandés par des officiers qui allaient constituer le noyau du pouvoir nazi quelques années plus tard.

    Die Gründergeneration der Kommunistischen Partei Deutschlands hat die Partei zur Jahreswende 1918/19 als Revolutionspartei konzipiert. Die Annahme, dass Kapitalismus und bürgerlicher Staat in eine ausweglose Krise geraten seien, die entweder mit der sozialen Revolution oder einer sozialen Katastrophe enden würde, einte alle Fraktionen und Strömungen der Partei. Eine bestimmte politische Taktik war damit allerdings noch nicht verbindlich vorgegeben. Die Debatten in der jungen Partei drehten sich deshalb vor allem um die Frage, wie diese Einsicht in die politische Praxis zu übersetzen sei – auf dem Gründungsparteitag in der Form einer Auseinandersetzung über die Wahlbeteiligung bzw. über die Gewerkschaften. Anfang 1922, als die ersten, aus diesen Konflikten resultierenden Abspaltungen nach links und rechts bereits erfolgt waren, hat August Thalheimer dieses zentrale Problem der Parteientwicklung in der Zeitschrift Die Internationale noch einmal umrissen: Es liege, so Thalheimer, auf der Hand, dass, sollte die Einschätzung, der Kapitalismus befinde sich in einer finalen Krise, sich als nicht zutreffend erweisen, »für die kommunistische Politik, und also für kommunistische Grundsätze und am Ende auch für die kommunistische Partei kein Boden mehr da ist. Wenn der Kapitalismus aus dieser seiner ungeheuren Krisis zu ›normaler‹ Funktion zurückkehrt, so folgt daraus politisch die Rückkehr zur ›normalen‹ sozialdemokratischen Politik und Partei, die ihre verschiedenen Färbungen und Flügel haben mag, in der aber keine grundsätzlich verschiedenen programmatischen und taktischen Einstellungen möglich sind.« Das hieß: Eine kommunistische Partei funktioniert, wenn sie sich selber ernst nimmt, nur in Krisenphasen, in denen die Möglichkeit der Revolution zumindest angelegt ist. Ein Plädoyer gegen »kommunistische Grundsätze« ist das gerade nicht: Es ist der Hinweis, dass auch eine politische Partei, die einmal mit solchen radikalen Grundsätzen angefangen hat, gefährdet ist, »zur ›normalen‹ sozialdemokratischen Politik« herabzusinken. Die Geschichte der kommunistischen Parteien im vergangenen Jahrhundert ist auch eine Geschichte dieses Verfalls. Ein Rundgang durch die großen Themen des Gründungsparteitages lohnt sich nicht zuletzt aus diesem Grund.
    Kritik des »linken« Reformismus

    Die USPD ist tot

    »Wir sehen hier, wie die USP nicht nur in ihren Führern verderbt ist, sondern, allerdings wesentlich mit durch die Politik ihrer Führer, auch in den Massen sich der Zersetzungsprozeß in einer sehr deutlichen, in einer geradezu unerträglichen Weise geltend macht. Die Mitgliedschaften, und zwar hier unter Förderung durch den Parteivorstand, der dieser Politik noch nicht abgeschworen hat, sie gehen bei den Wahlen zusammen mit den Mehrheitssozialisten. Die Mitgliedschaften verschmelzen sich in immer größerem Umfange. Wir haben in dem einen seltenen, aber wahrscheinlich bald nicht mehr so seltenen Falle Eduard Bernsteins einen Fall der Zugehörigkeit zu beiden Parteien. Dieser Vorgang kennzeichnet die innere Zersetzung, die absolute Unhaltbarkeit der ganzen Partei, nicht nur in bezug auf einzelne Personen, sondern auch in bezug auf die Zusammensetzung der Mitgliedschaften selbst. Es ist eine Scheidung notwendig. Im Grunde ist die USP bereits heute tot, und im Grunde ist dieser Austritt aus dem Kabinett nichts anderes als ein mißglückender Versuch, den Leichnam noch einmal zum Leben zu erwecken.« (Karl Liebknecht)

    Der große Trennungsstrich

    »Es gilt nun heute, jetzt, vor aller Öffentlichkeit den großen Trennungsstrich zu ziehen. Wir haben keine Gemeinschaft mehr mit der USP, wir müssen eine selbständige Partei werden. Wenn wir heute auseinandergehen, muß eine neue Partei gegründet sein, eine Partei, die im Gegensatz zu den scheinsozialistischen Parteien steht, zu denen auch die USP zu rechnen ist, im Gegensatz zu den Parteien, die das Wort Sozialismus mißbrauchen, um die Massen zu verwirren und den herrschenden Klassen in die Hände zu arbeiten, eine Partei, die entschlossen und rücksichtslos die Interessen des Proletariats vertritt, eine Partei, die geschlossen und einheitlich zusammengesetzt ist im Geiste und im Willen, eine Partei, die ein klares Programm hat, eine Partei, in der das Ziel und die Mittel zum Ziele gewählt sind mit klarer Entschlossenheit, mit einer Entschiedenheit, die nicht verwirrt werden kann, [in der] die Mittel gewählt worden sind nach den Interessen der sozialistischen Revolution, nach den Interessen, die die sozialistische Weltrevolution erfordert.« (Karl Liebknecht)

    Mitmacherei der USPD

    »Die USP (…) entstand durch Zusammenschluß verschiedenartiger Elemente, die weder in den Grundsätzen noch in der Taktik übereinstimmen und in den offiziellen Instanzen überwiegend eine verhängnisvolle scheinradikale Impotenz verkörpern. Die Politik der USP war von Anbeginn niemals eine solche der sozialistischen Klarheit, des entschlossenen Klassenkampfes, des konsequenten Internationalismus, sondern nur eine solche der opportunistischen Verworrenheit, der ängstlichen Kompromisselei, der nationalen Rechnungsträgerei und so von Anfang an zur Aktionsunfähigkeit verdammt. Seit der Novemberrevolution hat sich die Halbheit und Unsicherheit dieser Politik bis zur völligen Prinzipienlosigkeit gesteigert. Obwohl die Mehrheitssozialisten schon am 9. November unzweideutig erklärten, daß sie eine proletarisch-revolutionäre Politik auch künftig ablehnen würden, traten Vertreter der USP in das paritätische Kabinett ein. Sie haben damit der Verwirrung und Versumpfung der Arbeiter- und Soldatenmassen stärksten Vorschub geleistet, indem sie den Ebert-Scheidemann als Feigenblatt dienten. Sie haben sich acht Wochen lang aller Verbrechen und Verrätereien der ›sozialistischen‹ Regierung, deren Ziel die Wiederherstellung und Erhaltung der kapitalistischen Klassenherrschaft ist, durch Duldung oder offene Mittäterschaft mitschuldig gemacht. Sie haben die Voraussetzungen für ein rapides Anwachsen der gegenrevolutionären Mächte schaffen helfen und in verderblichster Weise dazu beigetragen, die revolutionäre Kraft der Arbeiter zu schwächen.« (Resolution, gegen eine Stimme angenommen)

    Wahlbeteiligung und Parlament

    Funktion der Nationalversammlung

    »Die Nationalversammlung wird ganz nach Wunsch der Bourgeoisie, ganz nach dem Wunsche ihrer Agenten Ebert und Scheidemann ein gefügiges Instrument in den Händen der Gegenrevolution sein. Es ist kein Zweifel, daß in dieser Nationalversammlung die Vertreter der entschlossenen revolutionären Richtung innerhalb des Proletariats in der Minderheit sich befinden werden. Parteigenossen! Trotzdem schlagen wir Ihnen vor, die Nationalversammlungswahlen nicht beiseite liegen zu lassen. Wir schlagen Ihnen vor, in diese Wahlen zur Nationalversammlung einzutreten mit aller Kraft. (Rufe: ›Niemals!‹ ›Nein!‹) Lassen Sie mich ausreden! Sprechen Sie Ihr ›Niemals!‹ erst am Schluß. Wir schlagen Ihnen vor, in diese Wahlen einzutreten und sie durchzukämpfen mit aller Erbitterung und aller Energie und aller Kampfesfreudigkeit, sage ich Ihnen, die Sie gezeigt haben in jedem Kampfe, um jede Position, die die Gegenrevolution bis jetzt vor Ihnen aufgerichtet hat. (Rufe: ›Vergeudung von Kraft!‹) Parteigenossen! Man sagt Vergeudung von Kraft. Ja, der Genosse hat recht. Wenn die Positionen, die die Gegenrevolution vor uns aufrichtet, genommen werden können ohne Kraftaufwand, ohne daß wir sie stürmen, dann hat der Genosse Kahlert recht. Solange die Bourgeoisie nicht bereit ist, das zu tun, solange wird sie uns den Kampf aufdrängen, solange sie freiwillig nicht einen Schritt zurückgeht, solange sie kämpft, solange ist es unsere Aufgabe, den Kampf mit der Bourgeoisie aufzunehmen um jede Position, in der sie sich befindet.« (Paul Levi)

    Jusqu’à la vente du terrain aux promoteurs immobiliers on pouvait visiter à Chausseestraße 121 un monument en souvenir de la fondation du prédécesseur du KPD Spartakusbund le 11. novembre 1918. Cette confédération était le fruit du travail depuis le mois d’août 1914 de socialistes de gauche rassemblés sous le nom Gruppe Internationale
    https://www.openstreetmap.org/node/2946522911

    ADN-ZB-Kohls- 8.11.1958-Spartakus-Gedenkstätte in Berlin eingeweiht. Zu einem Höhepunkt der Veranstaltungen am Vorabend des 40. Jahrestages der Novemberrevolution wurde die Einweihung der Spartakus-Gedenkstätte auf dem Grundstück Chauseestraße 121 in Berlin-Mitte am 8.November 1958. Mehrere Hundert Berliner Bürger aus beiden Teilen der Stadt, Kampfgruppen sowie Vertreter des Magistrats, der Parteien und Massenorganisationen waren zu der bedeutsamen Feierstunde erschienen. UBz: Während der Ansprache von Professor Dr.Mette, Vorsitzender des Kulturbundes Berlin.

    Inschrift im Hintergrund:
    Spartakus das heisst Feuer und Geist, das heisst Seele und Herz, das heisst Wille und Tat der Revolution des Proletariats.
    Karl Liebknecht

    Photograph: Ulrich Kohls

    Gedenktafeln in Berlin - Spartakus


    Foto : Holger Hübner

    Der Stein, der links neben einer ehemaligen Kaufhalle stand, existiert nicht mehr. Interessanterweise gab es lt. Telefonbucheintrag im Jahr 1941 hier noch das Rechtsanwaltsbüro Dr. Wilhelm Liebknecht (Tel. 41 33 10, Privatanschrift NW 87 [Hansaviertel], Klopstockstraße 20, Tel. 39 36 32).

    Im 2. Stock des früher hier stehenden - im Zweiten Weltkrieg zerstörten - Hauses, im Anwaltsbüro der Brüder Liebknecht, trafen sich am 1. Januar 1916 unter Vorsitz von Karl Liebknecht u.a. die oppositionellen SPD-Funktionäre Käthe Duncker, Hugo Eberlein, Rudolf Lindau, Franz Mehring, Wilhelm Pieck, Georg Schumann zur 1. Reichskonferenz der „Gruppe Internationale“. Sie beschlossen „zur Aufklärung, Mobilisierung und Organisierung der Werktätigen“ die Herausgabe der „Politischen Briefe“ mit dem Titel „Spartakus“ unter der Redaktion von Leo Jogiches. Die Gruppe nannte sich am 11. November 1918 in Spartakusbund um, aus diesem entstand die KPD.

    Eine große Steinwand trug zuvor dieselbe Inschrift in ganz unwesentlich veränderter Zeilenaufteilung („der Revolution“ und „des Proletariats“ bildeten jeweils eine Zeile), darunter aber stand zusätzlich: An diesem Platz stand das Haus, in dem unter Vorsitz / Karl Liebknechts am 1. Januar 1916 / die Spartakusgruppe, die Keimzelle der Kommunistischen Partei Deutschlands gegründet wurde

    Die Gedenkstätte wurde aus Anlass des 40. Jahrestags der Novemberrevolution eingeweiht


    prise de vue Google streetview 2008

    Hausnummern 121–131
    https://de.wikipedia.org/wiki/Chausseestra%C3%9Fe#Die_westliche_Stra%C3%9Fenseite_entlang


    Blick aus der Schlegelstraße auf die Chausseestraße 121–123
    Hofansicht Chausseestraße 123

    Auf dem südlich angrenzenden freien Platz wurde zu DDR-Zeiten neben der Kaufhalle in einer kleinen Grünanlage ein Spartakus-Gedenkstein auf dem Grundstück Chausseestraße 121 aufgestellt. Unter symbolischen Flammen steht auf dieser Stele in großen Buchstaben der Name des SPARTAKUS mit einem Zitat von Karl Liebknecht und auf der Rückseite wird darauf hingewiesen, dass an diesem Platz am 1. Januar 1916 der Spartakusbund als Keimzelle der Kommunistischen Partei Deutschlands gegründet wurde. Bis zur Ermordung von Rosa Luxemburg und Karl Liebknecht betrieb Liebknecht im früheren Haus Chausseestraße 121 zusammen mit seinem Bruder eine Rechtsanwaltspraxis. Das Haus Chausseestraße 121 wurde im Zweiten Weltkrieg zerstört. Der aus der DDR-Zeit stammende Gedenkstein steht nun neben dem Neubau der Nummer 121 und blieb somit als Teil der bewegten Geschichte dieser Straße


    Les nouveaus bâtiments construites à l’adresse Chausseestraße 121 sont visibles sur cette photo de satellite pris en 2018. Il n’y a plus de trace du mémorial Spartacus.

    https://de.wikipedia.org/wiki/Spartakusbund
    https://de.wikipedia.org/wiki/Rosa_Luxemburg
    https://de.wikipedia.org/wiki/Karl_Liebknecht

    #Allemagne #révolution #histoire #communisme #Berlin #Mitte #Chausseestraße #Niederkirchnerstraße #Prinz-Albrecht-Straße

    • @reka C’est quand même une histoire triste, surtout quand on se rend compte que les associations réactionnaires d’anciens militaires continuent d’exister et jouissent du soutien officiel de l’armée de l’Allemagne démocratique de nos jours.

      Par le texte suivant on apprend que le bâtiment situé à Chausseestraße 94 joue un rôle important pour la communication des traditions militaristes. A travers la petite enquête je viens de localiser la maison des anciens combattants où mon grand père se rendait régulièrement pendant son temps libre dans les années 1920/1930. Dans son texte le chef da la confération Kyffhäuser ne cache pas le fait que son association était interdite par les alliées après 1945 à cause de son rôle dans l’état nazi. Aujourd’hui les locaux de l’association se trouvent dans l’ancienne Hermann-Göring-Kaserne transformé en quartier général de francais Quartier Napoléon après 1945. On l’a fallacieusement renommé en Julius-Leber-Kaserne. Ce résistant anzi-nazi berlinois était un membre du SPD clandestin entre 33/45.

      Kyffhäuser Landesverband Berlin e.V. - Der Landesverband Berlin
      http://www.lv-berlin.de/der-landesverband-berlin


      Point de passage entre Berlin-Ouest et l’Est. Les locaux de la Kyffhäuserbund se trouvaient dans le deuxième bâtiment à droite.

      Der Landesverband Berlin, so wie wir ihn heute kennen, hat mehrere Vorgänger im 20. Jahrhundert gehabt.

      Der Landesverband Berlin – Brandenburg wurde am 01. September 1933 aus dem damaligen Provinzial-Kriegerverband Berlin und den Regierungsbezirks-Kriegerverbänden Potsdam und Frankfurt/Oder gebildet. Damit ging auch die langjährige Tradition dieser drei Verbände auf den Landesverband über. Später musste der Landesverband Berlin-Brandenburg eine Umgliederung vornehmen und zu seinem großen Bedauern die Kreisverbände des früheren Regierungsbezirks-Kriegerverbandes Frankfurt/Oder an den neu zu bildenden Landesverband Ostmark abgeben. Seit dieser Zeit umfasste der Landesverband Berlin-Brandenburg die Gebiete Groß-Berlins und des Regierungsbezirks Potsdam mit 33 Kreisverbänden, denen 1576 Kameradschaften mit 119.941 Kameraden unterstanden.

      Die Geschäftsstelle des Landesverbandes Berlin-Brandenburg befand sich in der Chaussee Str. 94. Das Haus steht heute noch und dient als Wohn – und Geschäftshaus. Bis 1990 diente das Gebäude in Teilen als Dienstgebäude der Grenzübergangsstelle Chausseestr. zwischen Berlin-Ost (Mitte) und Berlin-West (Wedding)

      In dieser Form bestand der Landesverband Berlin-Brandenburg bis zu seiner Auflösung am 03. März 1943.

      Nach 1945 erfolgte das Verbot aller Kriegervereine durch die Alliierten.

      Im Jahre 1952 erfolgte die Neugründung als „Kyffhäuser Veteranenwohlfahrtsbund“ mit dem Vorsitzenden Wilhelm Böhmer. Ab 16. Oktober 1952 erfolgte die Umbenennung in Landes- und Gebietsverband (LGV) im Kyffhäuserbund e.V. Im Jahre 1953 verfügte der LGV Berlin über 10 Kreisverbände (KV) mit 50 Kameradschaften (KK), welche bis zu einem Mitgliederbestand von 1.400 Mitgliedern im Jahre 1954 aufwuchs. Schwerpunkt der Arbeit in den Gliederungen war schon damals der Schießsport und das soziale Engagement. Im Jahre 1965 gab es im LGV auch 14 Frauenkameradschaften, sowie die Bundesfrauenreferentin Milly Lönser. Bis zum Jahre 1967 wuchs der Mitgliederbestand bis auf 2.340 Kameradinnen und Kameraden an. Bereits Ende der 70iger Jahre deutete sich ein Trend an, der bis heute nicht gestoppt werden konnte – der Mitgliederrückgang. Im Jahre 1978 umfasste der Mitgliederbestand noch 1.042 Mitglieder.

      In den achtziger Jahren wurde dann auf solider Basis durch mehrere Landesvorsitzende die Arbeit, insbesondere der Schießsport, aber auch die Sozialarbeit geleitet. Stellvertretend seien dafür genannt: Kurt Kumpf und Inge Scherf. Auch nach dem Fall der Mauer konnte der Rückgang der Mitgliederzahlen nicht gestoppt werden. Er war in zwischen auf ca. 380 Mitglieder in 12 Kameradschaften und 4 Kreisverbänden zurückgegangen. Zu Beginn der 2000er Jahre wurden dann auf Grund fehlender Notwendigkeit die vier Kreisverbände aufgelöst.

      Im Jahre 1997 erfolgte der Umzug der Landesgeschäftsstelle, von der Monumentenstr. in Kreuzberg, in die Julius-Leber-Kaserne unter das Dach des Verbandes der Reservisten der Deutschen Bundeswehr / Landesgruppe Berlin, da der Kyffhäuserbund Mitglied im Beirat für Freiwillige Reservistenarbeit ist und Anteile an der Reservisten Service Gesellschaft hält.

      Seit Anfang der 90er Jahre heißt der Landesverband nun Kyffhäuser Landesverband Berlin e.V.

      Heute gibt es noch ca. 200 Mitglieder in sechs Kameradschaften. Diese haben sich mit ganzer Kraft dem Schießsport und der Sozialarbeit verschrieben. Hier wird eine hervorragende Arbeit geleistet, z.B. in der Sozialarbeit durch unsere Landesfrauenreferentin Ursula Stalla bis zum Jahre 2016 und ab der Jahreshauptversammlung 2016 Dietrich Knüppel, oder im Schießsport durch unsere Schießwarte Uwe Zingler und Gerd Buchwald. Der Landesvorsitzende (seit 2000) Wolfram Mandry verleiht durch seine Mitarbeit im Bundesvorstand auch einem so kleinen Landesverband wie dem Berliner, Gewicht und Stimme. Die Kameradinnen und Kameraden werden auch in Zukunft alles dafür tun, dass unser Landesverband und der Kyffhäuserbund noch lange in Berlin präsent sind, denn so eine lange Tradition, die bis auf das Jahr 1786 zurückgeht, auf die wir zurück blicken können wird und darf nicht untergehen.

      Wolfram Mandry
      Landesvorsitzender

      https://de.wikipedia.org/wiki/Kyffh%C3%A4userbund

      https://www.berlin.de/mauer/orte/ehemalige-grenzuebergaenge/chausseestrasse

      #militarisme #guerre #colonialisme #revanchisme

  • Parchemin Mb4 - A bene discordia (un conflit bénéfique)
    – sort pour que le masculin ne l’emporte pas (en grammaire mais pas seulement)
    J’ai pas encore de texte mais j’ai quelques idées graphiques alors je met ma documentation.

    Sur les accords grammaticaux voire SIEFAR :
    http://siefar.org/la-guerre-des-mots/les-accords

    – 1651 : (remise en question de l’accord de proximité) « Parce que le genre masculin est le plus noble, il prévaut seul contre deux ou plusieurs féminins, quoiqu’ils soient plus proches de leur adjectif »
    Liberté de la langue française dans sa pureté, Scipion Dupleix, Paris, 1651, p.696 (note)

    A propos du masculin qui l’emporte sur le féminin

    –1792 :« Article 3. Le genre masculin ne sera plus regardé, même dans la grammaire, comme le genre le plus noble, attendu que tous les genres, tous les sexes et tous les êtres doivent être et sont également nobles. »
    Requête des dames à l’Assemblée nationale, projet de décret, 1792

    http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k426587/f14.image

    Comme il y a cette opposition entre féminin et masculin et pas de neutre en français ca me fait pensé à un échiquier pour la binarité et le jeu guerrier. Et comme j’etais dans les images de franc-maconnerie avec mon Grand-Frère http://www.madmeg.org/p2
    L’échiquier me fait pensé aux décors des loges maçonniques.
    Et la franc-maçonnerie c’est très lucifèrien

    c’est plein d’hermétisme qu’on comprend pas


    avec des gens qui font des trucs bizarre

    dans des endroits étranges

    sans oublier le costume rigolo

    edit il s’agit en fait de costumes de « odd fellows » qui sont proches des franc-maçons mais j’ai pas l’impression que ca soit de la même branche. Je découvre aussi qu’il y a une guilde des « francs-jardiniers »
    https://fr.wikipedia.org/wiki/Odd_Fellows
    https://fr.wikipedia.org/wiki/Ordre_des_francs-jardiniers
    .
    .
    .
    Je vais partir sur une base de ce genre là :

    Celui là est très inspirant.

    il ressemble à cet amusant habit d’architecte franc-maçon


    .
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    .
    Les franc-maçons aiment bien mélangé avec le style égyptien antique résidus de la mode du XIXeme.

    J’intégrerais peut être des hiéroglyphes et éléments graphiques de style égyptien remâche par le XIXeme.

    Cette planche est issue de l’Histoire de la magie, du monde surnaturel et de la fatalité à travers les temps et les peuples par P. Christian, 1870. Mes parents avaient ce livre, c’est lui qui m’a rendu sorcière :) Cette vision d’Isis m’a toujours paru improbable.
    Dans le même ouvrage cette évocation de l’être aimé est pas piqué des hannetons



    un Osiris


    Il semble que ca soit une vision d’Isis de 1652, illustration d’après l’Ane d’Or d’Apulée.
    .
    .
    .
    En cherchant des images de style égyptien XIX j’ai trouve cette étrange égyptienne polymastique
    http://media.gettyimages.com/photos/frontispiece-of-ontledigen-en-ondekkigen-brieven-by-anton-van-the
    Frontispice d’un ouvrage d’Anton van Leeuwenhoek. (The Hague, 1686).
    Qui fait pensé à l’Artémis d’Éphèse qui m’a servie pour ce parchemin : https://seenthis.net/messages/581297

    edit - en fait j’en ai trouvé d’autres de « Isis » polymastique de la même époque. Il semble que ca soit une confusion entre l’Artemis d’Ephèse et la survivance de la mythologie égyptienne via les textes grecs et latins.

    Ici une « Isis dévoilée par Apollon »


    La Poésie (Apollon) dévoilant une statue de la Nature (Isis-Artémis)

    Le motif d’Isis-Artémis voilée ou dévoilée semble récurent dans la statuaire.


    http://www.luchonmag.com/photo/art/grande/10375065-16984397.jpg?v=1476191245

    On le sent bien le #male_gaze avec ce motif ! Ils se sont fait plaisir les gars...

    Lecture sur Isis voilée
    http://www.universalis.fr/encyclopedie/le-voile-d-isis-essai-sur-l-histoire-de-l-idee-de-nature

    #voile #colonialisme #femmes

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    Celle là me servira pour un autre sort.

    Cette image de la déesse de la nuit babylonienne me servira aussi sûrement plus tard, je stock ici

    #workinprogress #mégèrisme #mad_meg #Franc-maçonnerie #genre #vocabulaire #échiquier

  • Der Kutscher weiss alles, immer.

    Holocaust Mahnmal. Ein älteres Ehepaar aus Schwaben fragt etwas. Kutscher versteht zuerst nichts, komischer Akzent. Dann versteht er, warum er nichts vesteht: Die reizenden Herrschaften wollen wissen, wo ihr Reisebus auf sie wartet. Bei ihnen auf dem Dorf weiß der Kutscher das bestimmt. So unterschiedlich ist das.

    #Begegnung #Touristen