• Viva la Maraude !

    Sabato 18 marzo si è svolta la 5° edizione della #Grande_Maraude_Solidaire, l’escursione solidale che supporta il transito sicuro tra Italia e Francia.


    Per molti italiani e francesi, ma anche di diverse altre nazionalità (ricche), la parola “Monginevro” evoca immediatamente l’immagine di meravigliose piste da sci, settimane bianche, istruttori, cioccolate calde e bombardini. Effettivamente quel luogo è tutto questo, ma non solo. Perché basta spostarsi di qualche decina di metri dagli impianti, superare i primi abeti e subito si vedono delle immagini che ricordano più la Bosnia, la Serbia o la Bulgaria: lattine di Red Bull o Monster abbandonate, scarpe spaiate, maglioni e indumenti mezzi sommersi dalla neve, i resti di un pasto frugale. Insomma, tracce di quell’umanità in fuga che non ha più casa in alcun luogo e per non avere dei passaporti splendenti come noialtri, è costretta a percorrere la rotta balcanica e a varcare la frontiera in gelide notti invernali con i figli al seguito, inseguiti dalla gendarmerie che li tratta più da criminali che da esseri umani.

    Dal 2016 diversi migranti hanno perso la vita nelle valli tra l’Italia e la Francia, braccati dalla polizia come cinghiali durante una battuta di caccia: Mohamed, Blessing, Mamadi, Tamimou, Douala, Mohamed Ali, Fathallah, Ullah. Per evitare che questa lista si allunghi ulteriormente e per conservare un barlume di umanità in tempi di patrioti barbari, alcune associazioni francesi e italiane dall’inverno 2016/17 hanno iniziato a organizzare le maraudes, una sorta di escursioni in montagna con lo scopo di andare ad aiutare quanti, nel tentativo di attraversare i valichi, si perdono o rischiano di morire assiderati o di cadere in dirupi seguendo piste non battute. Il fenomeno è aumentato poi nel 2017/18 quando i primi migranti hanno iniziato a passare a piedi il Colle della Scala e le guide, il soccorso alpino e altri professionisti della montagna si sono mossi insieme ai primi abitanti cercando di salvare vite.

    Dal 2016 diversi migranti hanno perso la vita nelle valli tra l’Italia e la Francia, braccati dalla polizia come cinghiali durante una battuta di caccia: Mohamed, Blessing, Mamadi, Tamimou, Douala, Mohamed Ali, Fathallah, Ullah. Per evitare che questa lista si allunghi ulteriormente e per conservare un barlume di umanità in tempi di patrioti barbari, alcune associazioni francesi e italiane dall’inverno 2016/17 hanno iniziato a organizzare le maraudes, una sorta di escursioni in montagna con lo scopo di andare ad aiutare quanti, nel tentativo di attraversare i valichi, si perdono o rischiano di morire assiderati o di cadere in dirupi seguendo piste non battute. Il fenomeno è aumentato poi nel 2017/18 quando i primi migranti hanno iniziato a passare a piedi il Colle della Scala e le guide, il soccorso alpino e altri professionisti della montagna si sono mossi insieme ai primi abitanti cercando di salvare vite.

    Sabato 18 marzo 2023 si è svolta la 5° edizione della Grande Maraude Solidaire, un evento annuale organizzato da diverse associazioni francesi tra cui “Tous migrants” e “Médecins du monde” e sindacati come “Solidaires” e la “Confédération paysanne”, ma anche reti italiane come “On Borders” e “Sentieri Solidali”.

    La giornata è iniziata nel primo pomeriggio con una conferenza stampa a Briançon. Successivamente, per coinvolgere maggiormente la cittadinanza si è partiti dal centro del paese con un corteo di circa 400 persone per raggiungere la frontiera. Lì, davanti alla polizia schierata, sono stati letti quattro interventi da una crieuse, una ‘gridatrice’.

    Il corteo è poi tornato in modo festoso al punto di ritrovo iniziale davanti alle scuole di sci, accompagnato dalla musica di una banda e dalle attiviste della nuova corale di Briançon.

    Dopo una buonissima cena, intorno alle 20.30 i solidali si sono divisi in quattro gruppi e sotto un cielo parzialmente coperto e un vento tagliente si sono diretti verso il confine con lo scopo di ‘limitare i rischi’ di quanti potessero essere in difficoltà ad attraversare il passo. Nonostante la presenza di un numero ingente di blindati e forze dell’ordine l’iniziativa ha avuto esito positivo e non ci sono state tensioni o incidenti. Qualcuno è riuscito a muoversi stanotte arrivando a un nuovo pezzetto di vita, speriamo migliore dei precedenti.

    La rete di solidarietà al di qua e al di là del confine è forte e queste occasioni di incontro fanno sentire tutti, con o senza documenti, meno soli. Viva la Maraude!

    https://www.meltingpot.org/2023/03/viva-la-maraude
    #Mauraude_solidaire #18_mars_2023 #frontières #solidarité #manifestation #frontière_sud-alpine #Hautes-Alpes #montagne #Alpes #France #Italie #Montgenèvre #Briançon

    • Al Monginevro centinaia di maraudeurs chiedono la fine dei controlli sulla rotta alpina

      Sabato 18 marzo i soccorritori di montagna francese, insieme a politici e cittadini comuni dei due versanti del confine, si sono riuniti di fronte alla stazione di polizia della Paf nella prima cittadina in territorio francese per rivendicare il diritto di movimento per rifugiati e richiedenti asilo che quotidianamente vengono respinti

      Gli oltre 250 manifestanti camminano controcorrente muovendosi dal centro di Monginevro (prima cittadina francese al di là del confine) verso Claviere (ultima cittadina italiana nell’alta Val Susa), un centinaio di chilometri a Nord di Torino. Sfilano davanti alla stazione della polizia di frontiera francese (Paf) e sventolano uno striscione con la frase “libertà di movimento” scritta in diverse lingue. Ricordano, prima di ogni cosa, la “lingua dei diritti umani” che ogni giorno, lungo il confine italo-francese, viene calpestata e rinnegata: circa 11mila persone all’anno vengono respinte e, spesso, il trattamento riservato agli exilés -gli esuli- è tutt’altro che rispettoso. I partecipanti alzano cartelli con stralci di storie dei soprusi da loro subiti. È la sera di sabato 18 marzo 2023 e la quinta edizione della “Grande maraude solidaire” richiama uomini e donne da entrambi i versanti della frontiera. “È fantastico che ci siano così tante persone a testimoniare e sostenere l’azione dei maraudeurs -racconta Jean-Luc Pesle, portavoce di Médecins du Monde-. Spesso lavoriamo separatamente perché il confine ci divide, raramente ci ritroviamo insieme ma oggi sentire che siamo un vero gruppo, da una parte e all’altra del versante è essenziale”

      La maraude è attiva fin dal 2018 con l’obiettivo di “raccogliere” i dispersi -questo il significato del termine in francese, solitamente riferito alla razzia di frutti nei campi- e limitare, il più possibile, le conseguenze di traversate rese ancor più pericolose dalla massiccia presenza della polizia. Oltre 150 agenti, di media, che si muovono a piedi e con le motoslitte.

      L’attraversamento di notte, al freddo, l’hanno sperimentato nella tarda serata di sabato anche le centinaia di maraudeurs “improvvisati” che, dopo aver concluso la manifestazione, divisi in gruppi, hanno pattugliato la zona confinaria tra Claviere e Monginevro per soccorrere eventuali persone in difficoltà. A lato della strada asfaltata, il “sentiero basso” percorso dalle persone in transito corre lungo la pista di sci: un gatto delle nevi che sta finendo la preparazione per la giornata sciistica del giorno successivo rompe il buio notturno. La temperatura è sotto lo zero nonostante sia già metà marzo: l’attraversamento dura circa sei ore e restare così a lungo a temperature simili, soprattutto d’inverno, espone le persone al rischio di ipotermia.

      “Quando nel marzo 2016 a un giovane originario del Mali sono stati amputati entrambi i piedi, i ‘professionisti della montagna’ delle cittadine di confine francesi, guide alpine e accompagnatori, hanno deciso che non era possibile che episodi come questo si ripetessero di nuovo e hanno cominciato a presidiare le montagne”, spiega l’attivista Pâquerette Forest della Ong Tous Migrants che si occupa di sostegno e supporto alle persone in transito sul confine.

      Il 2016 è il primo anno in cui il governo francese ripristina i controlli al confine a seguito dell’attacco terroristico del Bataclan del 13 novembre 2015. E il transito di persone lungo la rotta alpina aumenta soprattutto attraverso il Colle della Scala a oltre 1.700 metri di altitudine. “Nel gennaio 2018 è caduta molta neve e quel percorso è diventato molto più pericoloso e le persone hanno cominciato ad arrivare attraverso il Monginevro e di conseguenza anche i maraudeurs hanno cambiato il loro raggio d’azione”, continua Forest.

      Nel 2019, poi, Médecins du Monde, la storica Ong francese che dal 1980 garantisce cure mediche di emergenza in tutto il mondo, con oltre quattromila volontari attivi, decide di aderire all’attività di soccorso. “La presenza di un medico nel gruppo è molto importante per fare una diagnosi e valutare che cosa è meglio fare -riprende Jean-Luc Pesle-. Svolgiamo la nostra attività anche con una macchina che ci permette di mettere al sicuro la persona una volta soccorsa: l’abitacolo diventa un luogo inattaccabile, sicuro, su cui la polizia non può intervenire”.

      La presenza dei medici, infatti, rende l’attività più sicura anche dal punto di vista legale perché qualifica l’attività come umanitaria differenziandosi dal favoreggiamento degli attraversamenti “irregolari” della frontiera, reato per cui diversi maraudeurs (non medici) sono stati denunciati negli ultimi anni. “Ma questo non toglie che quello che facciamo è giusto -sottolinea Forest-. All’inizio tutto si svolgeva il più possibile in segreto ma da quando Médecins du Monde è entrata a far parte del gruppo abbiamo dichiarato la nostra attività sia in prefettura sia in questura. Perché bisogna nascondere il fatto che aiutiamo persone in difficoltà?”.

      La “Grande maraude solidaire” arriva in un momento critico da entrambi i versanti della frontiera. A seguito della strage di Steccato di Cutro (Crotone), costata la vita ad almeno 85 persone, di cui 35 minori, il Governo Meloni ha varato il nuovo decreto sull’immigrazione che, tra le altre previsioni, stringerà le maglie sulla possibilità di accedere ad alcune forme di regolarizzazione (lo abbiamo spiegato qui). Ma anche in Francia, il Parlamento comincerà entro fine marzo la discussione del testo di legge “Controllare l’immigrazione e migliorare l’integrazione” a firma del ministro dell’Interno Gérald Darmanin adottato dal Consiglio dei ministri d’Oltralpe a inizio febbraio 2023. Un testo molto problematico secondo attivisti, avvocati ed esponenti dei partiti di opposizioni che arriva in un momento delicato in cui le proteste di piazza hanno fatto “traballare” la leadership del presidente Emmanuel Macron.

      La “razionalizzazione” delle procedure relative all’asilo e alle espulsioni “in nome di una certa idea di efficienza è la nostra principale preoccupazione”, scrive Association nationale d’assistance aux frontières pour les étrangers (Anafé.org). “Una legge scellerata -spiega Marie Pochon, parte dell’Assemblea nazionale dal 2022 per Europa Ecologia I Verdi- che mina ulteriormente i diritti dei rifugiati e dei nuovi arrivati: questo succede nonostante la Francia sia già stata condannata per il mancato rispetto del diritto d’asilo anche in termini di accoglienza”.

      Pochon ha partecipato alla manifestazione di sabato. “Era molto importante esserci -continua- perché quello che si verifica quotidianamente su questo confine dimostra l’approccio illegittimo, immorale e inefficace delle politiche migratorie che stiamo adottando. Si spendono milioni di euro per mantenere dei controlli che non dovrebbero neanche esistere secondo il sistema Schengen”. La Francia, infatti, come raccontato anche su Altreconomia, continua a mantenerli attivi senza una solida “base giuridica”. “È una deroga al diritto europeo: si utilizza il pretesto del terrorismo per presidiare i confini. Quello che invece qui davanti alla Paf chiediamo è il rispetto della libertà di movimento, di quell’articolo 13 della Dichiarazione dei diritti universali dell’uomo che vogliamo che venga rispettato”, conclude Pochon. Era presente alla manifestazione anche l’eurodeputata Gwendoline Delbos-Corfield sempre dei Verdi.

      Anche da Oulx sono salite al confine decine di persone per unirsi alla marcia che chiede la fine dei controlli su quella frontiera che negli ultimi anni è costata la vita a diverse persone. I loro nomi sono stati letti durante gli interventi proprio di fronte alla sede della gendarmeria francese, così come le vessazioni che ogni giorno uomini, donne e famiglie subiscono durante le operazioni di respingimento. “La frontiera solitamente separa ma in questo caso ci unisce -spiega Piero Gorza-. Tanta gente diversa accomunata da una ricerca di umanità per rispondere agli orrori che passano davanti agli occhi ricordando che si deve salvare in mare così come in montagna e i maraudeurs sono parte di questo discorso. Manifestiamo per vergognarci un po’ meno della nostra Europa, per guardarci allo specchio. Ma anche per sorridere un po’: ci sono un’Italia e un’Europa bella in cui ci si può riconoscere”.

      https://altreconomia.it/al-monginevro-centinaia-di-maradeur-chiedono-la-fine-dei-controlli-sull

      #grande_maraude

  • 150 ans après, l’actualité de la Commune de Paris

    Présentation du Cercle Léon Trotsky (vidéo) https://www.lutte-ouvriere.org/player/155827 / https://www.youtube.com/watch?v=uKSE_-sZrV8


    Le texte intégral de la conférence https://www.lutte-ouvriere.org/publications/brochures/150-ans-apres-lactualite-de-la-commune-de-paris-de-1871-155999.html

    Sommaire :

    #Marx et la Commune

    Aux origines de la Commune
    https://www.lutte-ouvriere.org/publications/brochures/150-ans-apres-lactualite-de-la-commune-de-paris-de-1871-155999.html#
    – La révolution de #1848
    – Les transformations du second Empire
    – Le prolétariat se développe et s’organise
    – Socialistes, blanquistes, proudhoniens
    – L’#Association_internationale_des_travailleurs (#AIT)
    – De la guerre contre la Prusse à la proclamation de la République

    Du 4 septembre 1870 au 18 mars 1871  : La République bourgeoise
    https://www.lutte-ouvriere.org/publications/brochures/150-ans-apres-lactualite-de-la-commune-de-paris-de-1871-155999.html#
    – Le gouvernement de la Défense nationale
    – La Garde nationale  : le prolétariat en armes
    – Agitation politique à Paris et en province
    – L’Assemblée des monarchistes contre Paris
    – Le Comité central de la #Garde_nationale, embryon de pouvoir ouvrier  ?

    Le #18_mars  : le pouvoir aux mains des Parisiens
    https://www.lutte-ouvriere.org/publications/brochures/150-ans-apres-lactualite-de-la-commune-de-paris-de-1871-155999.html#
    – La Commune  : première ébauche d’un #État_ouvrier
    – Le #Comité_central se met en retrait
    – Fallait-il marcher sur Versailles  ?
    – Les élus de la Commune
    – Le rôle des #femmes dans la Commune
    – Travailleurs de tous les pays, unissons-nous  !
    #Démocratie_prolétarienne contre #démocratie_bourgeoise
    – Les répercussions de la Commune en #province
    – La première attaque des versaillais et le décret sur les otages

    L’œuvre de la Commune
    https://www.lutte-ouvriere.org/publications/brochures/150-ans-apres-lactualite-de-la-commune-de-paris-de-1871-155999.html#
    – Des mesures pour les travailleurs et pour reprendre en main la production
    – Contre la misère  : remise des échéances, le mont-de-piété, l’assistance publique
    – Égalité et #éducation pour tous  !
    – La Banque de France et le respect de la légalité

    La #Commune_de_Paris, devenue symbole de la lutte des classes entre le #prolétariat et la #bourgeoisie
    https://www.lutte-ouvriere.org/publications/brochures/150-ans-apres-lactualite-de-la-commune-de-paris-de-1871-155999.html#
    – La #Semaine_sanglante
    – La haine de classe de la bourgeoisie
    – Le drapeau rouge des travailleurs
    – «  Que nos défaites nous apprennent à vaincre  !  » (J-B Clément)
    – Conclusion

  • Syriza sur la corde raide | Ensemble
    https://www.ensemble-fdg.org/content/syriza-sur-la-corde-raide

    Après « l’ambiguïté créatrice », la stratégie de « la désobéissance sélective » - Stathis Kouvelakis, de la « plateforme de gauche » de Syriza, sur la situation à Athènes

    C’est toutefois un nouveau point d’équilibre qui semble se dégager aussi bien du discours d’Alexis Tsipras devant le comité central que des annonces ministérielles qui ont suivi. Le gouvernement s’oriente à présent vers une sorte de « désobéissance contrôlée » vis-à-vis de la tutelle européenne. Tsipras a annoncé la présentation imminente de cinq projets de loi, qui porteront sur les mesures d’urgences pour faire face à la crise humanitaire, le règlement des arriérés au fisc selon des modalités favorables aux contribuables modestes, l’interdiction de la saisie des résidences principales pour cause de dette, la reconstitution de l’audiovisuel public et la constitution d’une commission d’enquête sur les responsabilités des politiques qui ont conduit à la signature des Mémorandums.

    Le projet de loi pour résoudre la crise humanitaire a depuis été présenté au parlement, mais il faut souligner qu’il ne constitue qu’unε version fortement revue à la baisse du « premier pilier » du programme de Thessalonique, du fait notamment des conditions restrictives fixées pour avoir accès aux aides offertes. Son coût est évalué à 200 millions d’euros contre 1,8 milliard pour celui correspondant aux engagements préelectoraux, ou même 1,3 si on enlève les 500 millions prévus pour le rétablissement d’un treizième mois pour les bénéficiaires de la pension minimale. Il est toutefois complété par les mesures annoncées par le ministre des affaires sociales, Dimitris Stratoulis, qui annulent les coupes sur les retraites que le précédent gouvernement s’était engagé à effectuer courant 2015. Stratoulis, l’une des figure de proue de la Plateforme de gauche, a par ailleurs déclaré qu’il ne comptait soumettre le moindre de ses projets à l’accord préalable des « Institutions », seul le ministre des finances étant celui-lui chargé de discuter avec la Troïka relookée. Quant au salaire minimum, le projet de loi visant à le ramener à son niveau de 2009, soit 751 euros brut, en deux étapes (l’une au cours de cette année, la seconde en 2016), ainsi qu’à rétablir les conventions collectives, est attendue d’ici deux semaines.

    Pour compléter ce tableau de désobéissance sélective, il faut mentionner les initiatives du ministre du redressement productif, et dirigeant de l’aile gauche de Syriza, Panagiotis Lafazanis qui à bloquer la poursuite des trois projets sans doute les plus emblématiques de la politique d’ « accumulation par dépossession » poursuivie à marche forcée par les gouvernements précédents : la poursuite du dépeçage de la compagnie d’électricité qui visait à privatiser sa partie « rentable », l’exploitation à à ciel ouvert de la mine d’or de Skouries dans la Chalcidique, cédée dans des conditions scandaleuses au mastodonte de l’extractivisme Eldorado Gold et la cession du terrain de l’ancien aéroport d’Athènes à un prix dérisoire à un holding constitué par le milliardaire grec Latsis associé à des capitaux qataris.

    Vers un nouveau round d’affrontement

    Cette orientation ne pourrait que compliquer davantage les rapports avec les « Institutions » et cela alors que la situation économique se dégrade fortement. Confronté à un effondrement des rentrées fiscales qui pourrait conduire à un défaut de paiement désordonné, le gouvernement a annoncé son intention de reporter le versement des obligations de la BCE qui viennent à échéance, pour pouvoir honorer celles du FMI.

    Mais Wolgang Schäuble ne l’entend pas de cette oreille. Dans un entretien accordé à l’édition dominicale de Bild Zeitung, il a averti les dirigeants grecs qu’un quelconque retard dans le remboursement de la dette serait automatiquement considéré comme un défaut de paiement. Il les a également enjoint de mettre en œuvre immédiatement les « réformes » auxquelles ils se sont engagés sous peine de se voir refuser le moindre financement. Une menace à prendre d’autant plus au sérieux que la BCE n’a toujours pas levé les restrictions à l’approvisionnement en liquidité des banques grecques, plus que jamais dans un état critique. Mario Draghi a même tenu à préciser que ces restrictions ne seraient levées que si le conseil de la BCE « décidait que les conditions pour une achèvement réussi du programme sont réunies », tout en exprimant de fortes « réserves » concernant les réformes envisagées par Athènes.

    #Syriza #euro #austérité #BCE #18_mars

  • Avertissement de la Destroïka
    https://lundi.am/Avertissement-de-la-Destroika

    AVERTISSEMENT DE LA DESTROÏKA
    aux petits maîtres de ce monde

    Inutile de vous le cacher, vous nous avez irrités. Vos manières d’avares nous ont toujours semblé détestables ; vos manœuvres pour perpétuer votre règne feutré nous ont toujours paru infâmes ; l’hypocrisie complète de votre morale économique ne nous a jamais échappé.

    Mais la semaine passée, vous êtes allés un peu trop loin. Vous avez poussé l’arrogance jusqu’à tomber les masques. En révoquant de manière unilatérale toute « facilité » de refinancement aux banques grecques, vous avez décidé de couper les vivres sans préavis à un État qui ne demandait guère qu’à jouir d’un petit peu de keynésianisme et de quelques instants d’euphorie nationale. Dans la foulée, vous avez osé déclarer en public, avec une franchise digne de Margaret Thatcher, qu’« il ne peut y avoir de choix démocratiques contre les traités européens » - façon de réduire le politique au casting d’un film dont le scénario ne doit pas varier, ayant été écrit par vous. Vous avez tracé, sous les yeux écarquillés de tous, une ligne. Il y a vous, vos commissaires européens falots mais despotiques, vos grises institutions qui livrent une discrète guerre à l’échelle continentale, votre Banque Centrale qui, sous prétexte de servir l’économie, mène, souveraine, sa propre politique. Il y a surtout votre univers glacé et impeccable de l’optimisation économique, qui a ses quartiers, son langage, ses buildings et ses corps modèles. Et il y a nous, nous la plèbe planétaire qui trime, qui triche, qui tranche, et fait toujours un peu mauvais genre. Mais que croyez-vous ? Vous vous croyez seuls dans votre république phénoménale des taux d’intérêts, dans votre bulle médiatique des petites phrases sans conséquence, dans vos quartiers d’angoisse sécurisée ? Vous nous croyez sourds et aveugles, ou simplement bêtes et soumis ?

    Vous avez commis une erreur. La semaine passée, vous avez ajouté à l’humiliation muette du quotidien l’humiliation ouverte de la domination. Ce que vous avez fait « aux Grecs », vous nous l’avez déjà fait cent fois dans l’histoire, et vous le faites en permanence partout ailleurs sur la planète. Mais cela réveille en nous tous de vieilles blessures qui n’ont jamais cicatrisé.

    Vous avez commis une erreur. Vous avez cru pouvoir déclarer la guerre à un pays entier depuis Francfort, entre une soirée à l’opéra et un cocktail au Frankfurter Hof. Et cela, aucune issue heureuse des négociations sur la « dette grecque » ne pourra l’effacer.

    Vous avez commis une erreur. Vous pensez encore pouvoir inaugurer le nouveau siège à 1,2 milliard d’euros de la Banque Centrale Européenne le 18 mars prochain. Certes, vous avez prudemment réduit l’ampleur des festivités, étant donnée l’obscénité des circonstances, mais vous les avez maintenues. Erreur. Vous ne dominez pas encore le monde depuis les airs. Vous êtes quelque part sur terre. Vous êtes à Francfort les 16, 17 et 18 mars, les 16 et 17 pour discuter de « l’avenir de la branche financière » et le 18 pour manger des petits fours dans vos locaux flambant neufs. Chacun sait où vous trouver. Nous vous trouverons. Vous allez devoir payer. Nous allons vous faire la fête, avec tous nos amis, dès le lundi 16. Et croyez-nous : nous n’allons pas, nous, réduire nos festivités.

    Avec ce que vous avez fait la semaine passée, nos amis de partout en Europe qui hésitaient encore à se déplacer de si loin pour venir à Francfort vous gâcher quelques digestions se sont finalement décidés à venir. Nos amis grecs sont particulièrement furieux. Et leur rage est contagieuse. Ceci n’est pas une menace. Ceci est un constat. Vous êtes quelque part, nous sommes partout. Vous avez commis l’erreur de nous déclarer la guerre que vous nous livrez depuis toujours. Les parois de vos salons ne sont pas à l’épreuve de nos coups. Vos assiettes ne sont pas à l’épreuve de nos crachats. Vos forteresses sont vulnérables. Vous allez bientôt vous en rendre compte.

    MANE THECEL PHARES

    #18_mars #Francfort #Grèce #Eurogroupe #Daniel #Babylone

  • Réponse aux sophistes Deux sophismes, ou plutôt... - Stathis Kouvelakis
    https://www.facebook.com/stathis.kouvelakis/posts/10153046118360470?fref=nf

    Nation subalterne (ou périphérique), lutte transnationale, internationalisme...Réponse de Stathis Kouvelakis, de l’aile gauche de Syriza, aux défenseurs de la stratégie Tsipras...

    (en tous cas, Syriza a fait monter le niveau du débat politique sur FB de façon un peu vertigineuse)

    Troisième sophisme, celui d’Etienne Balibar et de Sandro Mezzadra qui, de ce qui s’est passé, et après avoir ironisé sur la « gauche de Syriza » qui parlerait de « reniement » (personne bien entendu n’a jamais utilisé ces termes dans la gauche de Syriza, mais passons...), tirent la conclusion que cela montre « qu’une politique de liberté et d’égalité ne se construira pas en Europe sur la simple affirmation de la souveraineté nationale ». L’essentiel selon eux serait d’avoir gagné du temps, au prix certes de concessions ( avec la référence obligée à Lénine pour garantir le radicalisme du propos), et de permettre d’autres victoires politiques (ils mentionnent l’Espagne) et le déploiement de mobilisations sur le terrain des mouvements sociaux, de préférence « transnationaux » (type Blockupy).
    Ici encore on nage en plein sophisme, d’une pseudo-naïveté confondante mais après tout logique de la part d’ardents défenseur du « projet européen » (certes dans une « bonne version ») tels que ces deux auteurs. Car bien sûr les rythmes des forces politiques et des mouvements sociaux auxquels ils se réfèrent ne sont pas synchrones. D’ici l’été, le gouvernement Syriza sera confronté à des échéances plus que pressantes et on ne voit pas en quoi le succès d’une manifestation à Francfort ou un possible succès de Podemos aux législatives de novembre pourrait d’ici là modifier la situation en sa faveur. Ce décalage entre rythmes temporels est l’une des modalités sous lesquelles se présente aux acteurs de la lutte politique le caractère stratégique du niveau national : il est le terrain où se condense de façon décisive le rapport de forces entre les classes.
    Ce que Balibar et Mezzadra sous-estiment gravement par ailleurs c’est l’effet de démobilisation que ne manqueront pas d’avoir, au niveau grec interne et au niveau européen, la perception (qui s’imposera terme à tous malgré le battage qu’essaient d’organiser les défenseurs à courte vue du gouvernement grec) d’une Grèce et d’un gouvernement Syriza contraints de plier l’échine devant les diktats austéritaires de l’UE. Déjà en Grèce le climat de mobilisation et confiance retrouvée des premières semaines après les élections est loin derrière. Ce sont le désarroi et une certaine confusion qui dominent actuellement. Bien sûr les mobilisations peuvent reprendre mais d’une part elles seront cette fois dirigées contre les choix gouvernementaux et, de l’autre, elles ne peuvent surgir « sur commande ».
    Conditionner un choix politique sur l’émergence de mouvements est plus qu’ hasardeux. C’est une manière de dire qu’il ne sera pas tenu, du fait de leur absence ou de leur insuffisance. En réalité, c’est en sens inverse qu’il s’agit de procéder. On assume un choix de rupture, et c’est cela qui stimule la mobilisation, laquelle possède ou acquiert sa propre autonomie. C’est d’ailleurs exactement ce qui s’est passé en Grèce lors de la phase de « confrontation » entre le gouvernement et l’UE, entre le 5 et le 20 février, lorsque des dizaines de milliers de personnes sont descendues dans la rue, de façon largement spontanée et en dehors des cadres partidaires.
    Par ailleurs, l’argument du « temps gagné » relèvent en l’occurrence de l’illusion. Pendant ces quatre mois de supposé « répit », Syriza sera en réalité obligé de se mouvoir dans le cadre actuel, donc de le consolider en mettant en oeuvre une bonne part de ce que la Troïka (relookée en « Institutions ») exige, et en « reportant » l’application des mesures-phares de son programme, celles qui lui auraient justement permis de « faire la différence » et de cimenter l’alliance sociale qui l’a porté au pouvoir. Ce « temps gagné » risque fort en effet de s’avérer comme du « temps perdu », qui déstablisera la base de Syriza tout en permettant aux adversaires (notamment à l’extrême-droite) de regrouper leurs forces et de se présenter comme les seuls partisans d’une « vraie rupture avec le système ».
    Relevons également que, malgré le dégoût qu’inspire toute référence nationale à des mordus de l’européisme comme Balibar et Mezzadra, que les succès politiques auxquelles eux-mêmes se réfèrent, ceux de Syriza ou de Podemos, sont non seulement des victoires dans le cadre national, qui ne modifient le rapport de forces que parce qu’elles permettent à des forces politiques de gauche radicale d’accéder aux leviers d’un Etat national, mais aussi que ces succès se sont pour une part déterminante construits sur la revendication de la souveraineté nationale, dans un sens démocratique, populaire, non-nationaliste, et ouvert sur autrui. Le discours « national-populaire », et les références au « patriotisme » abondent, de façon parfaitement assumée dans les discours de Tsipras et d’Igglesias, comme abondent les drapeaux nationaux (grec ou républicain dans le cas de l’Espagne, sans mentionner ceux des nationalités de l’Etat espagnol dans son ensemble) parmi les foules et les mouvements « autonomes » (pour reprendre le terme de Mezzadra et Balibar) qui remplissent les rues et les places de ces pays.
    Plus que tout autre élément, cela montre que le référent national est, tout particulièrement dans les pays dominés de la périphérie européenne, un terrain de luttes que dans des pays comme l’Espagne ou la Grèce des forces progressistes ont réussi à hégémoniser, pour un faire l’un des moteurs les plus puissants de leur succès. C’est sur cette base que peut se construire un véritable internationalisme, et non sur le discours creux, entièrement déconnecté des réalités concrètes de la lutte politique, d’un niveau censée être d’emblée et sans médiation « européen » ou « transnational ».

    #national_populaire #Gramsci #Europe #18_mars #Francfort #Syriza #eurogroupe #Grèce

  • Syriza gagne du temps et de l’espace (Tribune.... - Isabelle Saint-Saens
    https://www.facebook.com/isabelle.saintsaens/posts/10205694472026085

    Une tribune dans Libération, relayée ici sans #paywall...

    Dans un article extraordinaire que vient de publier le Guardian de Londres, le ministre Varoufakis montre qu’il en est lui-même parfaitement conscient. (2) Fondamentalement, nous dit-il, ce qu’un gouvernement peut faire aujourd’hui, c’est de chercher à « sauver le capitalisme européen de sa tendance à l’autodestruction », qui menace les peuples et ouvre la porte au fascisme. C’est de faire reculer la violence de l’austérité et de la crise, pour ouvrir des espaces de conservation et de coopération, où la vie des travailleurs soit un peu moins « solitaire, misérable, violente, et brève », pour le dire dans les vieux mots de Hobbes. Pas plus, mais pas moins.

    Interprétons à notre tour le discours de Varoufakis. Le dépassement du capitalisme est par définition hors de portée de tout gouvernement, que ce soit en Grèce ou ailleurs. Par-delà le sauvetage en urgence du capitalisme européen de sa catastrophe qui serait aussi la nôtre, une telle perspective se situe à l’horizon de luttes sociales et politiques prolongées qui ne sauraient s’enfermer dans un périmètre institutionnel. Mais il se trouve que c’est aussi sur cet autre « continent » que doit se construire matériellement dès aujourd’hui la force collective dont dépendent les avancées des prochains mois ou des prochaines années. Et le terrain que doit investir une telle force ne peut être que l’Europe elle-même, en vue d’une rupture constituante avec le cours actuel de son histoire. D’où l’importance de mobilisations comme celle que le mouvement Blockupy convoque pour l’inauguration du nouveau siège de la BCE, le 18 mars à Francfort. C’est une occasion de faire entendre la voix du peuple européen en soutenant l’action du gouvernement grec. Par-delà l’indispensable dénonciation du capital financier et du régime postdémocratique (Habermas), c’est aussi l’occasion d’éprouver l’avancement des forces alternatives, à défaut desquelles l’action même des gouvernements et partis qui se battent contre l’austérité sera condamnée à l’impuissance.

    #Grèce #Francfort #18_mars #dette #austérité

  • Dopo l’Eurogruppo. Guadagnare tempo, guadagnare spazio? - EuroNomade | EuroNomade
    http://www.euronomade.info/?p=4275

    La mobilitazione convocata dalla coalizione Blockupy a Francoforte per il 18 marzo, il giorno dell’inaugurazione della nuova sede della BCE, acquista da questo punto di vista un’importanza fondamentale. È un’occasione per intervenire direttamente nello scontro in atto a livello europeo (e dunque per sostenere l’azione del governo greco), andando oltre una generica contestazione dei simboli del capitale finanziario e della BCE. Ma è anche un momento di verifica delle forze che si muovono in quell’“oltre” senza consolidare il quale (è uno dei paradossi del nostro presente) la stessa azione di governi e partiti che si battono contro l’austerity è destinata all’impotenza.

    #Eurogroupe #Grèce #Syriza #austérité #18_mars #BCE #Francfort

  • Blockupy #Francfort 2015 contre la #BCE - Solidaires :
    http://solidaires.org/article49616.html

    En mai 2012 puis 2013, des dizaines de milliers de manifestant-es venu-es de plusieurs pays européens ont symboliquement encerclé le siège de la Banque Centrale Européenne ; en novembre 2014, un festival des résistances s’est tenu au même endroit. 2015 sera la quatrième année de mobilisation à l’initiative des mouvements #Blockupy. Ces mouvements radicaux nés dans la continuité des Occupy aux États Unis, se sont développés en Allemagne et en particulier à Francfort avec des initiatives de campement, de blocages, de manifestations européennes contre la Banque Centrale Européenne.

    Appel de la #Destroika
    http://destroika.noblogs.org/fr

    La #Troïka ne se contente pas de dicter la politique d’États entiers, voire de les administrer directement, d’imposer les budgets et les régimes qui lui complaisent ; elle détermine aussi nos conditions de vie afin de nous réduire à de simples ressources humaines. Le sentiment d’être dominé, débordé et pour finir écrasé par un « moteur de l’Europe » auto-déclaré, ne cesse de se répandre en Europe, d’y devenir plus palpable.

    #18_mars

  • #Perturbations #trafic #sncf grandes lignes le #18_mars #2014
    http://www.transports-en-commun.info/perturbations-trafic-sncf-grandes-lignes-18-mars-2014

    Des parcours de #TGV modifiés en région PACA jusqu’au 31 mars 2014. Des parcours de #trains modifiés ou supprimés en région PACA, jusqu’au 31 mars 2014, en raison de #travaux importants....Cet article Perturbations trafic SNCF grandes lignes le 18 mars 2014 est apparu en premier sur Point Info Transports.

    #Infos_Trafic #Infos_Trafic_Grandes_Lignes #Elipsos #greve #Intercités #lunea #retards #Teoz