• Privilegi fiscali delle compagnie aeree europee, un biglietto da 34,2 miliardi di euro

    I colossi dell’aviazione civile del continente, che hanno già beneficato di sussidi pubblici durante la pandemia, sfruttano generose esenzioni sul cherosene, sulle emissioni e sui prezzi dei biglietti. Evitando ogni anno di pagare tasse che potrebbero essere investite dagli Stati in modalità di trasporto più sostenibili. Il report di T&E

    Nel 2022 i Paesi europei hanno perso 34,2 miliardi di euro a causa delle tasse non pagate dalle compagnie aeree, pari a circa quattro milioni di euro all’ora. Quanto si sarebbe speso per installare oltre 1.400 chilometri di rete ferroviaria ad alta velocità.

    Lo evidenzia lo studio pubblicato a luglio della Federazione europea per il trasporto e l’ambiente (Transport&Environment, T&E) che analizza e stima i danni causati dai privilegi fiscali di cui godono le compagnie aree sui voli passeggeri (la componente cargo non è stata considerata).

    “Questa differenza è dovuta a tre componenti: zero tasse sull’acquisto del cherosene (il carburante utilizzato per i voli aerei, ndr), Iva assente o molto ridotta sul costo dei biglietti e infine la tassazione delle emissioni secondo il mercato europeo (Emission trading scheme, Ets) solo sui voli tra scali europei”, si legge nella relazione.

    Dei 34,2 miliardi di euro non pagati la maggior parte (20,5 miliardi) sarebbero dovuti alle mancate imposte su carburante ed emissioni. Se non verranno presi provvedimenti, con la ripresa e la crescita del settore, questa quota è destinata ad aumentare, superando i 47 miliardi di euro nel 2025, quando il numero di voli sarà tornato ai livelli pre pandemia da Covid-19.

    Il settore dell’aviazione è tra i più emissivi, ed è infatti responsabile del 2,5% delle emissioni di CO2 a livello globale, un valore in forte crescita. Se nel 2013 l’impronta di carbonio era di 706 milioni di tonnellate di CO2 (MtCO2) nel 2019 questo valore era salito a 920. Nonostante il forte calo dei voli durante la pandemia da Covid-19, è previsto che il numero di partenze e arrivi dai Paesi dell’Unione europea aumenti del 62% al 2050 (rispetto ai livelli pre pandemici). Uno dei motivi di questa crescita, secondo T&E, è dovuto proprio agli ampi vantaggi fiscali del settore che non solo favoriscono le aziende ma non le incentivano a ridurre le proprie emissioni, ad esempio tramite l’utilizzo di carburanti alternativi o a emissioni nette nulle.

    Applicare una tassazione equa permetterebbe di ottenere numerosi vantaggi ambientali ed economici. A iniziare dall’incentivare la transizione ecologica del settore rendendo i combustibili fossili mono convenienti, oltre a diminuire la forbice tra voli e trasporto ferroviario favorendo mezzi di trasporto più ecologici (come indica anche Greenpeace). Inoltre, con le tasse pagate dalle aziende si potrebbero finanziare investimenti in tecnologie sostenibili non solamente nel settore dei trasporti. Il tutto secondo il principio per il quale dovrebbero essere le aziende più inquinanti a dover pagare per le proprie emissioni.

    Eppure dall’analisi di T&E emerge come siano proprio le compagnie aeree con le emissioni più alte ad aver beneficiato di uno sconto maggiore. Poco più della metà (il 56%) del tax gap è dovuto infatti alle 15 compagnie aeree più inquinanti d’Europa. A guidare questa classifica sono Air France e Lufthansa che sono le due maggiori responsabili del tax gap in Europa, a causa delle dimensioni della loro attività. L’Europa ha perso rispettivamente 2,4 e 2,3 miliardi di euro di entrate derivanti dalle attività di queste compagnie aeree.

    Come è possibile? Torniamo alle tre “cause”, partendo dal carburante. In Europa solo Norvegia e Svizzera impongono una tassa sul cherosene ma questa è limitata ai voli domestici. La Norvegia impone una tassa pari a 17 centesimi di euro per litro e nel 2022 ha portato a entrate per “soli” 68 milioni di euro. Mentre in Svizzera si pagano 45 centesimi per ogni litro consumato, ma la componente di voli domestici nel Paese è così bassa da rendere le sue entrate trascurabili.

    La seconda è la tassazione sui biglietti. Tutti i Paesi europei applicano un’aliquota Iva nulla al trasporto aereo internazionale e cinque (Cipro, Danimarca, Irlanda, Malta e Regno Unito) la impongono anche per le tratte domestiche. Gli altri Stati applicano un’aliquota ridotta (ad esempio Francia, Svezia) o l’aliquota Iva generale (ad esempio Grecia, Ungheria). T&E stima che l’Iva imposta ai viaggi aerei sia stata pari a 1,1 miliardi di euro nel 2022, con Italia (221 milioni) e Spagna (182 milioni) che hanno ottenuto il maggior gettito.

    La terza componente è dovuta all’esclusione dei voli extra-europei dal mercato del carbonio (Ets), il che comporta che la compagnia non debba compensare affatto le emissioni su questi voli. L’esclusione di queste tratte, che nonostante rappresentino solo il 6% dei voli sono responsabili del 51% delle emissioni del settore, non è solo problematica dal punto di vista ambientale ma favorisce compagnie di grandi dimensioni (come Air France, appunto) rispetto alle low cost, in quanto queste ultime, a causa della maggior quota di tratte europee, pagano un’imposta media maggiore sulle emissioni. Per queste ragioni nel febbraio 2022 quattro compagnie low cost (easyJet, Ryanair, Jet2 e Wizz Air), con il supporto di T&E, hanno scritto una lettera alla Commissione europea per chiedere di mettere fine a questo privilegio.

    Non solo i governi europei mantengono una fiscalità agevolata verso le compagnie aeree ma, in particolare durante la pandemia, hanno anche elargito loro finanziamenti pubblici. “La crisi da Covid-19 ha evidenziato la posizione favorevole delle compagnie aeree nell’accesso ai fondi statali. Ciò sottolinea che i governi tengono artificialmente a galla un settore ad alta intensità di carbonio con sussidi considerevoli. Durante la pandemia, il governo britannico ha fornito sostegno finanziario a British Airways, easyJet, Wizz air e Ryanair, per un ammontare di due miliardi di euro. La Svizzera ha destinato 1,8 miliardi di euro al settore dell’aviazione, di cui 1,2 miliardi a Swiss e 568 milioni di euro a Swissport, Gategroup e Sr technics. La Norvegia ha salvato le sue compagnie aeree con 559 milioni di euro -denuncia ancora T&E-. Questi sussidi non rientrano nella nostra analisi, ma sono importanti da menzionare quando si parla dell’accesso privilegiato dell’aviazione ai fondi pubblici”.

    Secondo la Federazione è necessario perciò che i Paesi europei pongano fine alle esenzioni fiscali ingiustificate sul carburante per aerei, garantendo che i mercati del carbonio coprano le emissioni di tutte le compagnie aeree (anche e soprattutto per i voli a lungo raggio) e applicando un’Iva del 20% su tutti i biglietti aerei. “Nel breve termine, i governi nazionali dovrebbero applicare le proprie tasse sui biglietti al livello necessario per colmare questo divario fiscale, in assenza di questi cambiamenti. In media, queste tasse vanno dai 23 euro per un viaggio nazionale, ai 51 euro per un viaggio intra-europeo e ai 259 euro per i viaggi extra-europei -suggerisce T&E-. Oltre a garantire che parte delle entrate raccolte sia reinvestita in tecnologie pulite come le energie rinnovabili e la produzione di carburanti sintetici (i cosiddetti e-fuel, combustibili a emissioni neutre necessari per la decarbonizzazione dei trasporti aerei e navali a lungo raggio) o nella promozione di modalità di trasporto alternative più pulite come la ferrovia”.

    Ciò potrebbe comportare una diminuzione della domanda e un risparmio di emissioni di CO2. Lo studio rileva che porre fine alle esenzioni nel 2022 avrebbe consentito di evitare la produzione di 35 milioni di tonnellate di CO2.

    “La tassazione non dovrebbe essere percepita come una punizione ma come un modo di far pagare in modo equo a coloro che beneficiano maggiormente della sotto regolamentazione dell’aviazione. Le persone più agiate della società hanno pagato troppo poco per le loro abitudini di volo -spiega Jo Dardenne, responsabile per l’aviazione presso T&E-. Un aumento delle imposte non ridurrà l’innovazione ma, al contrario, porterà benefici ai cittadini e al settore nel lungo periodo, poiché i governi interverranno per finanziare la transizione verso l’energia pulita, anche per i trasporti aerei”.

    https://altreconomia.it/privilegi-fiscali-delle-compagnie-aeree-europee-un-biglietto-da-342-mil
    #transport_aérien #compagnies_aériennes #subventions #fisc #exonération_fiscale #privilèges_fiscaux #avions #contradiction #absurdistan #absurdité #changement_climatique #fiscalité

    #OnEstPasAUneContradictionPrès

  • Toulouse : un arbre vieux de 70 ans va être abattu, les riverains montent au créneau
    https://www.ladepeche.fr/2023/01/10/toulouse-un-arbre-vieux-de-70-ans-va-etre-abattu-les-riverains-montent-au-

    Un autre grand cèdre abattu sur Toulouse il y a quelques jours, depuis ma fenêtre je ne le vois plus, c’est triste, il abritait des chouettes hulottes en pleine ville. Je suis allée voir le chantier, il y a 15 jours, il trônait encore au milieu de la cour. google map te le dira

    Sauver la biodiversité à Toulouse n’est pas un sujet pour la municipalité qui laisse détruire les jardins pour construire au raz des trottoirs, voire plus, arrosent le quartier d’insecticides sans succès contre les moustiques porteurs de dengue au détriment de tous les autres insectes (cet été deux fois), je n’ai pas revu d’abeilles depuis. Je pourrais aussi te parler des ronds points aux herbes et fleurs sauvages arrachées (surement trop de gauche) pour les remplacer par des tulipes arrosées au goutte à goutte (la tulipe est elle de droite jusqu’à ce qu’elle se fâne) mais aussi des vergers de pommiers supplantés par des palmiers de plusieurs mètres de haut. Les nouveaux arrivants veulent du rêve rose avec de la plage, pas la normandie.
    #absurdistan

    Laotseu a dit : Mettez des arbres pour les oiseaux, ils mangeront les moustiques.

  • Bienvenue en #Géozarbie

    #Enclaves, territoires prêtés, zones disputées, #micro-États, île fantasmée... il existe dans le monde quantité de petits bouts de terre aux frontières ou statuts bizarres ! Mêlant anecdotes loufoques et grands moments de l’Histoire, Bienvenue en Géozarbie nous fait découvrir 10 lieux où l’ubuesque se dispute à l’absurde !

    https://www.arte.tv/fr/videos/RC-022365/bienvenue-en-geozarbie

    #géographie #géographie_politique #frontières #absurdité #série #arte #vidéo #ressources_pédagogiques #Absurdistan

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    Le Mont blanc n’est pas en France

    Saviez-vous que l’île de la Conférence est administrée à égalité de temps par deux pays, la France et l’Espagne ? Que la principauté d’Arbézie, à cheval sur la frontière franco-suisse, est… un hôtel-restaurant ? Ou que la France possède des territoires à Jérusalem ?
    Ce sont ces bizarreries géographiques que nous raconte #Olivier_Marchon dans ce livre étonnant qui rassemble des dizaines d’histoires de ce type, des plus tragiques au plus loufoques : de petits morceaux de terre, enclavés, disputés, au statut à part, parfois étrange, qui chacun à leur manière racontent la grande histoire…

    https://www.editionspoints.com/ouvrage/le-mont-blanc-n-est-pas-en-france-olivier-marchon/9782757895757
    #livre

    ping @reka

  • La compagnie Lufthansa devra effectuer 18 000 vols presque à vide pour conserver ses créneaux
    https://www.ouest-france.fr/economie/entreprises/lufthansa/la-compagnie-lufthansa-devra-effectuer-18-000-vols-presque-a-vide-pour-
    https://img-s-msn-com.akamaized.net/tenant/amp/entityid/AAShnnt.img?h=315&w=600&m=6&q=60&o=t&l=f&f=jpg

    La compagnie Lufthansa a annoncé qu’elle va être contrainte de faire voler 18 000 avions presque à vide. Le géant allemand du secteur aérien a déjà annulé 33 000 vols qui devaient circuler cet hiver. En raison de règles européennes, il pourrait perdre encore plus gros s’il n’effectue pas ces vols à vide.

  • Le couvre-feu décalé à 21 heures

    Fixé à 20 heures, 18 heures puis 19 heures partout en métropole depuis le mois de décembre, le couvre-feu passera mercredi à 21 heures. Tous les Français pourront profiter de deux heures supplémentaires à l’air libre, le soir. L’interdiction de sortir de chez soi (sauf motif impérieux) devrait être décalée à 23 heures le 9 juin, avant d’être totalement levée le 30 juin.

    J’avais mal compris, je croyais que ce couvre-feu était supprimé, mais non. #absurdistan

    • *A Madrid, les leçons de la réouverture des cafés et des cinémas

      Ces six derniers longs mois, les terrasses sont restées fermées… En France. Pas de l’autre côté des Pyrénées, où les images de Madrilènes attablés un verre à la main jusque 23 heures, début du couvre-feu, ont fait des envieux. Les exécutifs locaux ont pris le relais en automne 2020 après un confinement très strict imposé lors de la première vague par le gouvernement central de la coalition socialiste - Unidas Podemos.

      La deuxième puis la troisième vague ont frappé plus tôt nos voisins du Sud, avec un dernier pic à la mi-janvier. Depuis février, restaurants, bars, théâtres, commerces et hôtels sont ouverts, même le soir, dans la capitale espagnole. Et même depuis l’automne 2020, s’agissant des théâtres, cinémas et musées.

      Ce 27 mars, des Madrilènes profitaient déjà des terrasses jusque 23 heures. © Oscar Gonzalez / NurPhoto / NurPhoto via AFP Ce 27 mars, des Madrilènes profitaient déjà des terrasses jusque 23 heures. © Oscar Gonzalez / NurPhoto / NurPhoto via AFP

      La première quinzaine de mai, en Espagne, 151 cas positifs pour 100 000 habitants ont été comptés, mais jusqu’à 239 dans la région madrilène, où tout est resté ouvert. C’est davantage que les 197 cas pour 100 000 habitants enregistrés la semaine du 3 mai en France.

      « Les prochaines semaines sont cruciales et l’exemple de l’Espagne prouve qu’il ne faut pas se relâcher trop vite », a d’ailleurs prévenu Jérôme Salomon, directeur général de la santé, dans le Journal du dimanche du 16 mai.

      Quelles leçons en tirer à l’aube du retour progressif aux libertés perdues dans l’Hexagone ? Politiquement, le pari semble bien sûr payant à court terme. Isabel Díaz Ayuso, la gouverneure très droitière de Madrid, a été remerciée dans les urnes le 4 mai. Emmanuel Macron a aussi en ligne de mire la présidentielle de 2022.

      Mais ce pari peut être risqué à moyen terme : le parti nationaliste hindou du premier ministre Narendra Modi a par exemple subi un revers en mai, en pleine situation apocalyptique en Inde, après avoir cru trop tôt avoir vaincu la pandémie dans son pays.

      Il l’est aussi sanitairement, si la levée des restrictions n’est pas strictement encadrée et si le calendrier n’est pas trop rapide. « L’Espagne connaît un plateau assez bas, de l’ordre de 6 000 à 7 000 contaminations par jour depuis la fin février, ce qui équivaut environ au seuil de 5 000 en France, puisque la population y est plus importante », remarque Antoine Flahault, médecin de santé publique.

      Il s’agit de l’objectif fixé le 24 novembre 2020 par Emmanuel Macron comme condition de fin du deuxième confinement, perdu de vue depuis. « Si on gardait en ligne de mire ce seuil des 5 000, le pari de la réouverture ne serait pas forcément très risqué », estime pourtant le biomathématicien.

      Selon ses projections, il est possible que l’on atteigne ce seuil courant juin, quand les mesures restrictives vont être encore levées d’un cran, alors qu’aujourd’hui, la France enregistre encore plus de 13 000 cas positifs par jour, selon Covid Tracker.

      « On voit depuis trois semaines l’incidence baisser rapidement. On est à peu près à une diminution de 20 % par semaine. Ça montre bien que les mesures qui ont été prises ont fonctionné. On est sur une dynamique rapide, comme en novembre dernier. Si on continuait sur cette même pente, on serait le 25 mai à 10 000 cas par jour et le 15 juin à 5 000 cas par jour. Un seuil où le tester, tracer, isoler remarche », avait aussi estimé sur France Inter, le 10 mai, Arnaud Fontanet, épidémiologiste et membre du Conseil scientifique.

      D’ailleurs, ce dernier, sans avoir été saisi par le gouvernement français, avait tenu à rendre son avis « pour une réouverture prudente et maîtrisée avec des objectifs sanitaires ». Et ce, dans « un contexte de circulation virale élevée où l’efficacité attendue de la stratégie vaccinale peut être perturbée par les variants », insistait-il le 6 mai, après l’exposé par le président de la République des grandes lignes de la levée des restrictions du 30 avril.

      « Il faut expliquer l’importance de ne pas tout relâcher d’un coup trop vite, d’autant qu’un seul objectif sanitaire a été mis en avant par Emmanuel Macron, très très élevé, les 400 cas positifs quotidiens pour 100 000 habitants. Cela nous met à la merci d’une quatrième vague car, à ce stade, il ne faudrait pas grand-chose pour atteindre la saturation des services dans un contexte de fatigue des soignants qui pourraient être appelés à revenir de leurs congés. Je n’ose même pas l’imaginer », commente Rémi Salomon, représentant de la communauté médicale de l’assistance publique-hôpitaux de Paris (AP-HP).

      Côté vaccination, l’Espagne est légèrement en avance par rapport à la France, selon Ourworldindata. La montée en puissance des injections a sûrement aidé Madrid à esquiver pour l’heure une quatrième vague. Néanmoins, la capitale espagnole stagne sur un plateau.

      L’Espagne vaccine un peu plus vite que la France, selon Ourworldindata. © Ourworldindata L’Espagne vaccine un peu plus vite que la France, selon Ourworldindata. © Ourworldindata

      « Pendant les pics des vagues de Covid-19, on dénombrait 50 à 60 morts par jour dans la communauté de Madrid. En ce moment, c’est plutôt 15 à 20, mais ce sont des morts évitables qui ne sont pas évitées, au nom de la supposée liberté et de la priorité donnée à la défense de l’économie. C’est la deuxième région du pays qui a enregistré le plus de morts du Covid-19 », déplore Javier Segura del Pozo, porte-parole de l’Association madrilène de santé publique.

      Après avoir essuyé une vague post-Noël très mortelle, dans l’est de l’Espagne, la région de Valence, elle, a imposé d’importantes restrictions le 20 janvier, avec fermeture des hôtels, bars et restaurants jusqu’au 1er mars, suivie d’une ouverture jusqu’à 18 heures seulement. À présent, elle s’en sort beaucoup mieux que les communautés qui ont tout gardé ouvert. Depuis le 15 mars, cette région est celle où le virus circule le moins dans le pays. Elle figure même parmi les meilleurs élèves européens.

      L’European centre for disease prevention and control compare le niveau de circulation du Sars-CoV-2 sur le continent. © European centre for disease prevention and control L’European centre for disease prevention and control compare le niveau de circulation du Sars-CoV-2 sur le continent. © European centre for disease prevention and control

      Dans la nuit du 8 au 9 mai, l’état d’urgence instauré en octobre 2020 a pris fin en Espagne, ce qui a de nouveau offert la possibilité de voyager à travers le pays et a entraîné la levé du couvre-feu dans la plupart des régions. Celle de Valence a fait le choix de le maintenir, mais en limitant son étendue à une plage de 23 heures à 6 heures du matin. Ce soir-là, des scènes de fêtes alcoolisées dans plusieurs grandes villes ont alarmé médecins et observateurs de la santé publique en Espagne.

      « De jeunes gens ont célébré leur armistice à eux après avoir été privés de libertés pendant un an, comme si nous avions gagné la guerre contre le virus, mais ça n’est pas encore le cas… Ces fêtes ont eu lieu en plein air mais la plupart étaient jeunes, pas encore vaccinés… Nous allons savoir autour du 20 mai si les contaminations ont augmenté après cette fête », explique Ramon Fornós, vice-président de la fondation Ibn Battuta de Barcelone, qui s’évertue à vulgariser les données épidémiologiques depuis le début de la crise sanitaire.

      En dehors de ces risques de débordements, l’ouverture des terrasses ce 19 mai ne semble pas représenter un danger sanitaire en soi. Pour éviter les grandes terrasses bondées, une jauge de 50 % de la capacité d’accueil est prévue, avec un maximum de six à table.

      « Les Espagnols vivent beaucoup dehors. Les Madrilènes ont rapidement eu la possibilité de prendre un verre à l’extérieur. Cela évite de se retrouver à l’intérieur chez les uns et les autres, observe Rémi Salomon, président de la commission médicale de l’AP-HP. Le gouvernement français n’a pas suffisamment communiqué sur le mode de contagion par aérosol, qui rend bien plus risquées les interactions sociales à l’intérieur. »

      Il a d’ailleurs repéré l’infographie du journal El País, particulièrement pédagogique, et regrette que de tels outils ne soient pas mis en avant par nos autorités publiques. Il reste néanmoins vigilant quant à la mise en application des protocoles prévus pour la réouverture.

      Rémi Salomon interpelle sur Twitter sur la mise en application des protocoles de réouverture prévus. © RLS Rémi Salomon interpelle sur Twitter sur la mise en application des protocoles de réouverture prévus. © RLS

      Ce 19 mai, le couvre-feu est aussi repoussé à 21 heures et le 9 juin, ce sera même 23 heures, soit l’heure limite nocturne qu’ont connue les Madrilènes depuis février. « Les mesures strictes ont pour but de réduire les interactions sociales. En repoussant l’heure du couvre-feu, on augmente les interactions. Ce n’est pas grave si les indicateurs sanitaires sont favorables », rappelle Antoine Flahault, spécialiste des maladies épidémiques.

      « Si le virus circule faiblement, lever au fur et à mesure les restrictions ne représente pas forcément un danger. La décrue permet une reprise de la vie sociale au moins un certain temps. C’est ce que l’Europe a connu l’été 2020, les gens avait repris une vie normale », se remémore-t-il.
      De simples recommandations pour une ventilation efficace et des capteurs de CO2

      Et quels sont les risques de contagion dans les espaces clos tels que les théâtres, cinémas et musées, qui seront de nouveau accessibles au public en France à compter de ce 19 mai ? « Je ne suis pas contre la réouverture des lieux fermés, à condition de le faire quand le taux d’incidence le permet. Le gouvernement de la région de Madrid met en place des mesures qui ne correspondent pas au niveau de circulation du virus, c’est le problème », peste Javier Segura del Pozo, porte-parole de l’Association madrilène de santé publique.

      À la lumière des enseignements tirés de la situation madrilène, suivre de près les indicateurs épidémiologiques et adapter les mesures en fonction s’avère primordial. Quelles sont les autres précautions à prendre ? À Madrid, le Teatro real a mis en place un système de ventilation élaboré : sous tous les sièges du théâtre, de l’air extérieur, préalablement filtré, est apporté de manière à renouveler l’air autour de chaque spectateur plusieurs fois par heure.

      « Cet exemple espagnol est intéressant, il montre que l’on peut être ambitieux en rouvrant des salles, même anciennes, sans fenêtres, tant que l’air est renouvelé grâce à des purificateurs d’air qui filtrent les particules fines », juge Antoine Flahaut, professeur de santé publique à la faculté de médecine de Genève. Cela vaut pour tous les lieux clos.

      Néanmoins, un système de ventilation aussi performant n’est pas généralisé à Madrid. Si la continuité des activités dehors et l’ouverture des terrasses n’ont jamais posé problème à Javier Segura del Pozo, porte-parole de l’Association madrilène de santé publique, celui-ci regrette qu’une ventilation en intérieur efficace ne soit pas systématique, dans les faits.

      Le décret du 22 octobre 2020 de la communauté de Madrid précise que les espaces culturels clos « doivent installer les équipements de renouvellement d’air appropriés permettant une qualité optimale de l’environnement intérieur des locaux ou de l’établissement ». Toutefois, le médecin déplore l’absence d’incitation financière à mettre en place des systèmes de ventilation efficaces. Une critique valable pour l’Espagne comme pour la France.

      « Les moyens ne sont de toute façon pas mis pour contrôler que les systèmes fonctionnant dans les restaurants ou les lieux culturels. Proposer des subventions pour en acquérir est un meilleur moyen d’éviter la circulation du virus dans un espace clos et ainsi, la santé publique ne s’apparente pas au tout sécuritaire, à la restriction de la liberté, mais à la prévention », estime Javier Segura del Pozo.

      Interrogé sur les contrôles prévus ou d’éventuelles aides à l’achat de systèmes de ventilation mécanique contrôlée (VMC) performants par Mediapart, le ministère de la santé répond que des recommandations, simplement, « ont été traduites dans divers protocoles sanitaires renforcés pour les commerces, les bars, les hôtels ou les restaurants ».

      La communauté de Madrid impose par ailleurs une jauge à 75 % de la capacité des lieux de divertissement. « C’est même plus agréable qu’auparavant d’aller à l’opéra, on a davantage d’espace et pas de bruit lors des représentations », témoigne Ana, une habitante de Las Rozas, dans la banlieue de Madrid.

      https://www.mediapart.fr/journal/france/190521/madrid-les-lecons-de-la-reouverture-des-cafes-et-des-cinemas?onglet=full

  • À #Montpellier : « quelque 17 gendarmes et policiers municipaux » pour vérifier que les gens portent leur masque à la plage… L’#Absurdistan autoritaire, ça a si bien marché jusque là, autant continuer.

    Montpellier : 405 € d’amende pour avoir bu du rosé entre amis sur la plage du Grand-Travers - midilibre.fr
    https://www.midilibre.fr/2021/04/05/montpellier-405-damende-pour-avoir-bu-du-rose-entre-amis-sur-la-plage-du-g

    Sur leurs serviettes, pourtant, la grande majorité des bronzeurs n’avaient pas le masque. Et pourtant, même seul, même loin des autres personnes, il est obligatoire de le porter. Aux côtés du secrétaire général de la préfecture de l’Hérault, Thierry Laurent, quelque 17 gendarmes et policiers municipaux étaient ainsi mobilisés pour mener le contrôle.

    Disposées en ligne, les forces de l’ordre ont pour cela longé cette plage du Grand-Travers et se sont arrêtées pour avertir les personnes de porter leurs masques. « Elles peuvent l’enlever lorsqu’elles mangent ou qu’elles boivent. Cependant, une fois terminé, elles doivent remettre leurs masques. Nous ne les verbalisons pas aujourd’hui à ce sujet, sauf si les personnes refusent d’obtempérer. Mais c’est assez rare », indiquait le commandant en charge de l’opération.

    Aucune personne interrogée n’était cependant au courant de cette règle. Bien qu’ayant toutes remis leurs masques, elles n’étaient pas en accord avec cette mesure. « On n’a rien contre le contrôle mais c’est abusé cette histoire de port du masque, déploraient Mika et Rosalie, un couple de Lunellois venus à la plage avec leurs deux filles. Pour se déplacer, nous comprenons qu’il faille le masque. Mais lorsque l’on est sur notre serviette, je ne vois pas l’utilité. »

  • Un joggeur de La Baule s’enfuit à la nage pendant le couvre-feu face à la police | Le HuffPost
    https://www.huffingtonpost.fr/entry/un-joggeur-de-la-baule-senfuit-a-la-nage-pendant-le-couvre-feu-face-a


    Des nouvelles de l’#Absurdistan

    S’en est suivi le déploiement d’un lourd dispositif pour le retrouver dans une mer à moins de 10°C : un hélicoptère, un bateau, les sapeurs-pompiers. “Au bout de quelques minutes, on ne le voyait plus. Il était à plus de 200 mètres du large. Pour nous, il était mort”, raconte un commandant de police au quotidien régional.

    • La folie continue !

      PARIS - 18 heure, les forces de l’ordre patrouillent sur les quais de Seine pour vérifier que le couvre feu est respecté.

      Jean Castex a demandé le renforcement des contrôles des mesures en vigueur dans les départements en surveillance renforcée.

      Et les gens qui nous gouvernent sont fiers de ce dispositif.
      Par ailleurs, ils ont fermé des milliers de lits dans les hôpitaux.
      Et ils voudraient que les castors refassent barrage pour continuer en 2022.

    • Jean Luc Moudenc « a donné une chance » aux Toulousains mais ils ont « persisté dans leurs attitudes imprudentes » alors il ferme les quais pour les punir comme des enfants !
      Les vrais enfants, eux, rentrent lundi.
      Bienvenue chez les fous
      #Toulouse #Absurdistan

      À 18h, c’est tout un pays qui est nassé.
      Les gens sont bien élevés, ils ont appris à obéir. Même aux pires lois scélérates.

    • Le délire répressif français : une logique folle

      L’évènement peut faire sourire, mais il illustre le #délire_policier_irrationnel et inquiétant qui règne sur fond de crise sanitaire.

      Les faits ont eu lieu vendredi 26 février, vers 19H. Peu après le début du #couvre-feu, alors que beaucoup de personnes rentrent encore chez elles ou profitent de quelques instants de soleil après le travail. Un joggeur fait sa séance de sport de long de la plage, à La Baule. Des moyens répressifs colossaux vont être mis en place.

      « On voyait le joggeur courir sur le remblai, quand une voiture de la BAC est passée dans l’autre sens, elle a fait brutalement demi-tour façon #cowboys et elle est revenue à grande vitesse vers le joggeur qui continuait sa course », raconte un riverain. Le coureur descend alors sur le sable pour éviter la police. Une course poursuite surréaliste s’engage. Le joggeur rentre dans l’océan, encore bien frais en février, décidé à esquiver l’amende injuste et stupide, et part à la nage.

      La situation devient délirante, car les autorités vont déployer un hélicoptère, un bateau de la SNSM, deux zodiacs pour retrouver le « fugitif ». « On a vu les zodiacs tourner longtemps, jusque vers 21h45 » disent les témoins. La presse écrit qu’il s’agissait de « secourir » le nageur, qui n’en avait pas besoin puisqu’il a réussi à regagner son domicile par voie maritime. Dans tous les cas, sans les #mesures_liberticides ni le zèle de la #BAC, une telle situation n’aurait même pas eu lieu d’être. La responsabilité d’une telle débauche de moyens repose sur la #folie_répressive qui s’est emparé des institutions.

      Épilogue de l’histoire : l’homme, un triathlète, a été retrouvé et s’est vu notifier une amende de 135 euros pour violation du couvre-feu. Mais ce n’est pas tout : il sera aussi convoqué au commissariat. On se demande bien pour quel motif, si ce n’est d’avoir ridiculisé la police.

      Nous sommes bien en 2021, une époque où l’on risque sa vie à aller faire du jogging ou à organiser une soirée avec ses amis, et où les moyens semblent illimités pour nous enlever chaque parcelle de plaisir, de loisir et de vie sociale. #Dystopique !

      https://twitter.com/Nantes_Revoltee/status/1366352723529109504

    • c’est un n° du Canard post 12 janvier, si je lis bien le texte.

      Ils sont vraiment, vraiment, complétement débiles ; juste le fric, le pétrole ou l’électricité balancés par les fenêtres pour le transport des candidats, tout ça pour les flliquer, ça laisse rêveur.

  • Coronavirus : la menace d’un couvre-feu avancé en région parisienne | RN-NEWS
    https://www.cnews.fr/france/2021-01-06/coronavirus-la-menace-dun-couvre-feu-avance-en-region-parisienne-1033383

    [...] Selon les dernières données (datant du 2 janvier), le taux d’incidence dans l’ensemble de la population francilienne se situe entre 130 et 140, suivant les départements. Après une nette augmentation juste avant Noël (possiblement liée à la forte hausse du nombre de tests), une baisse statistique a été enregistrée au moment des fêtes. Depuis, les niveaux remontent petit à petit.

    Concernant les personnes âgées, le taux d’incidence en région parisienne est d’environ 158, d’après les chiffres disponibles, qui datent de la dernière semaine de 2020. Les 80-89 ans (150) et les plus de 90 ans (268) sont le plus gravement touchés.

    DÉJÀ UNE REPRISE OBSERVÉE DANS LES EAUX USÉES

    L’évolution de ces données est donc scrutée comme le lait sur le feu ces jours-ci. Le brassage de population pendant les vacances, ainsi que la réouverture des établissements scolaires depuis lundi 4 janvier, risquent logiquement d’accroître de nouveau la pression épidémique.

    Cette tendance à la hausse semble d’ailleurs déjà être détectable par l’un des indicateurs les plus avancés : la concentration de coronavirus dans les #eaux_usées franciliennes. « Nous étions sur un plateau avant les fêtes, ce qui n’était déjà pas très bon. Mais depuis, les nouveaux prélèvements indiquent une remontée des niveaux » , indique à CNews ce mercredi 6 janvier Vincent Maréchal, professeur de virologie à la Sorbonne et co-fondateur du projet #Obépine, les scientifiques du laboratoire d’Eau de Paris chargés du sujet.

    Coronavirus : la région parisienne devrait atteindre « 5.000 vaccinations par jour d’ici à la fin de la semaine »

    Si les données doivent encore être consolidées, une confirmation de cette tendance négative « ne surprendrait pas » le virologue. « Il y a eu beaucoup d’imprudences à Noël et surtout lors du réveillon du 31 décembre. Nous allons le payer, il ne faut pas se faire d’illusion », avertit le scientifique. Vincent Maréchal prévoit ainsi d’ores et déjà « d’envoyer une alerte au ministère de la Santé » vendredi 8 janvier, à l’issue d’une nouvelle réunion de son équipe.

    [...]

    L’INQUIÉTANT VARIANT ANGLAIS

    Signe possible de cette crainte grandissante, « le conseil scientifique a passé un coup de téléphone ce matin [mercredi 6 janvier] pour nous dire d’en faire notre priorité absolue », révèle Vincent Maréchal. Les membres du projet Obépine travaillent en effet à l’identification de ce variant britannique dans les eaux usées parisiennes. Une nouvelle technique devrait pouvoir être testée « d’ici à une semaine », selon le co-fondateur de cette cellule scientifique.

    En parallèle, la mairie de Paris continue de mettre la pression sur le gouvernement pour accélérer la campagne de vaccination. Anne Souyris, l’adjointe à la santé d’Anne Hidalgo, a dit ce mercredi 6 janvier espérer obtenir un « go » d’ici à la fin de la semaine sur la mise en place de « vaccinodromes » dans la capitale. En revanche, l’ouverture de centres de vaccinations dans les mairies d’arrondissement a été écartée « à ce stade », à l’issue d’une réunion la veille avec l’Agence régionale de santé et les préfets de Paris.

    #Paris #covid-19 #région-parisienne #taux_de_prévalance

    • Rebond de l’épidémie de Covid-19 : des relevés inquiétants dans les eaux usées d’Ile-de-France
      https://www.leparisien.fr/societe/coronavirus-dans-les-eaux-usees-d-ile-de-france-pourquoi-les-derniers-rel

      Les scientifiques du réseau Obépine ont constaté une augmentation de la concentration en virus dans les stations franciliennes. De quoi faire craindre une hausse plus importante du nombre de personnes positives ces prochains jours.

      Cet indicateur trop peu exploité et trop discret est un point d’appui bien utile lorsqu’on ne veut pas entrer dans le détail des balivernes innombrables qui circulent partout afin de dénier les évaluations des taux de prévalence au nom de (fausses) critiques des tests sur lesquels il reste compliqué de fournir une explication d’ensemble et de détail, des biais, des corrections à apporter aux chiffrages [ qui comportent des erreurs et ruptures de série, etc.]. Pour ma part j’ai renoncé, je sais pas faire, sauf à pointer 3 ou 4 contre-vérités répandues et aux airs convaincants.

      #loi_de_Brandolini

    • Je n’ai sûrement pas assez et pas assez bien cherché mais pour trouver des données, il me semble que c’est au petit bonheur la chance. Je n’ai vu que Marseille et la région parisienne citées, très occasionnellement, comme endroits où de telles analyses étaient conduites, et les données, je ne sais pas où elles sont. C’est pourtant un très bel indicateur qui permet à pas cher (les prélèvements sont au-to-ma-ti-ques et fiables, ah ah ah) de disposer d’une capacité d’anticipation plutôt que de courir après l’épidémie avec retard, ce qui semble être le pli structurel de tout ce qui est fait ici, y compris pour ce qui parfaitement programmé et connue comme la stratégie vaccinale (les 2/3 des congelos basse température gardés en réserves au lieu d’être déployés, par exemple).
      Dernier cas rageant en date, on peut faire 6 doses de vaccin Pfizer au lieu de 5 avec un flacon si c’est organisé afin d’optimiser (eh oui) les stocks, ce qui permet d’ouvrir la vaccination à des demandeurs disponibles au jour le jour (des soignants de moins de 50 ans, par exemple) pour éponger les reliquats tout à fait valables ainsi dégagés (contrairement à la connerie de retarder la deuxième injection). Ben non. On sait pas faire, alors que cela se fait ailleurs, que de telles procédures « vertueuses » ne demandent rien d’autre que d’être copiées.

      #absurdistan

    • Covid 19 - MesVaccins.net
      http://www.mesvaccins.net/web/covid-19

      Le projet #Obépine pour « Observatoire épidémiologique dans les eaux usées » est mené depuis deux mois par les chercheurs d’Eau de Paris en collaboration avec Sorbonne Université, le Syndicat interdépartemental pour l’assainissement de l’agglomération parisienne (Siaap) et l’Institut de recherche biomédicale des armées (Irba). Obépine vise à surveiller les eaux usées pour suivre l’épidémie de coronavirus. Le SARS-CoV-2 excrété dans les selles des malades se retrouve en effet dans les égouts, entre quelques heures et 3 jours après. L’Ifremer détecte de possibles traces de SARS-CoV-2 dans l’environnement marin dans les eaux usées du Grand Ouest, mais cela n’a pas affecté les coquillages.

      Depuis plus de deux mois, les eaux d’une trentaine de sites de traitement, dont plus d’une dizaine sont situés en Ile-de-France Nancy et Clermont… sont sous surveillance ; Paris regarde dans quelle mesure ce dispositif peut être applicable à l’échelle de l’agglomération et sur la question des micro-clusters des quartiers, voire des établissements. La mise en place d’un suivi quantitatif de la charge virale de SARS-CoV-2 dans les eaux usées permettrait améliorer la surveillance de la circulation du coronavirus y compris des asymptomatiques.

      je ne crois pas que les données soient publiées.

    • Cf. « Sars-CoV2 dans les eaux usées, remarquable présentation du projet #Obepine »
      https://seenthis.net/messages/897435

      Résultats publiés, peut-être grâce à la demande de Elias Orphelin, qui participe au projet #Covidtracker.

      Fin de la réponse du Ministère de l’enseignement supérieur, de la recherche et de l’innovation, 9 janvier 2021 :

      J’ai le plaisir de vous informer que nous rendrons disponibles et réutilisables les données de courbe de tendance dans les meilleurs délais, après avoir informé les collectivités concernées qui ont fait l’effort d’ouvrir leurs stations à l’équipe des chercheurs d’Obépine, les données ayant vocation à être ouvertes dans le cadre du devoir d’information des citoyens.
      Par ailleurs, au fur et à mesure de l’affinement de la méthodologie, le programme scientifique publiera des données plus fines au cours de l’année 2021. Trois publications scientifiques, qui seront accompagnées de données détaillées, sont déjà soumises. Un manuscrit est accepté, deux manuscrits sont en cours de correction. Six autres publications sont prévues dans les semaines qui viennent.

      Données relatives à la concentration de SARS-CoV-2 dans les eaux usées
      https://madada.fr/demande/donnees_relatives_a_la_concentra

  • À la queue leu leu, le serpent se mord la queue !

    Douvres / Calais est un point de passage majeur entre le UK et l’UE. Le stockage du Brexit est un problème, la ruée vers Noël en est une autre, et fermer les frontières pendant 48 heures ne va pas aider.

    Alexis Poulin #twittoland
    https://twitter.com/Poulin2012/status/1340771700548526080

    https://video.twimg.com/ext_tw_video/1340765642430042112/pu/vid/1280x720/WwWrHfz-Nj17brIz.mp4


    https://video.twimg.com/amplify_video/1340615450800107520/vid/1280x720/eLDQFZpvHHCFRcjf.mp4

    Le sens de l’absurde par la section moleski
    https://lasectionmoleski.bandcamp.com/track/le-serpent-se-mord-la-queue-leu-boucle

    #absurdistan

  • Corona-Regeln in Frankreich : #autoritäres_absurdistan | ZEIT ONLINE
    Les règles du covid en France : #absurdistan autoritaire
    https://www.zeit.de/politik/ausland/2020-11/corona-regeln-frankreich-lockdown-polizei-quarantaene-attest-joggen-sport
    https://img.zeit.de/politik/ausland/2020-11/corona-regeln-frankreich-jogging/wide__1300x731

    Atteste, um das Haus zu verlassen, nur vor der Tür joggen, Wachmänner für Spielzeug: Frankreichs Lockdown ist so repressiv, dass auch sinnvolle Regeln in Verruf geraten.
    Von Annika Joeres

    Als Betty Bellion-Jourdan vor wenigen Tagen im westfranzösischen Biarritz aus dem Meer stieg, warteten vier Polizisten auf sie: Die 93-Jährige habe im Lockdown zwar das Recht, am Strand zu sitzen, nicht aber, im Wasser zu schwimmen. Seit Jahrzehnten krault die alte Dame täglich im Atlantik, auch in der winterlichen Kälte, und lindert so ihre Neuropathie in den Beinen, eine Nervenkrankheit. „Kein Spezialist, keine Massage kann mich so heilen, wie das Meer es tut“, sagte Bellion-Jourdan. Ein Polizist, so ist es auch in einem Video zu sehen, erwiderte nur: „Nach Artikel 46 der Verordnung 20-10 ist jeder Wassersport verboten.“ Bellion-Jourdan sollte eine Strafe von 135 Euro bezahlen, sollte sie sich dem Meer erneut nähern.

    Das Polizeiaufgebot für eine Handvoll Senioren am kilometerlangen Strand von Biarritz ist eine der Folgen vieler autoritärer Corona-Regeln der Regierung in Paris. Bürgerinnen und Bürger müssen sich jedes Mal, wenn sie das Haus verlassen, ein selbst unterschriebenes Attest ausstellen, warum sie vor die Tür treten. Etwa ein Attest, um die Kinder zur Schule zu bringen, ein zweites, um Hustensaft in der Apotheke zu holen, ein drittes, um Baguette einzukaufen, ein viertes, um zur Arbeit zu gehen. Auch bewegen können sich die Franzosen nur eingeschränkt: Sie dürfen nur eine Stunde Sport treiben, und auch nur im Radius von einem Kilometer. Wanderungen, Radtouren, Schwimmengehen sind unmöglich.

    Das führt dann etwa dazu, dass sich Joggerinnen auf den Straßen drängeln, statt sich in der Natur aus dem Weg zu gehen. Und dazu, so vermuten es Mediziner, dass Menschen auch den sinnvollen Regeln misstrauen, wie etwa der, die üblichen Begrüßungsküsschen bleiben zu lassen. Das bestätigt auch eine aktuelle Studie: „Mehr als 60 Prozent der Franzosen geben an, sich nicht mehr an die Regeln zu halten – doppelt so viele wie beim ersten Lockdown. Jeder Zweite gibt an, seit dem Lockdown trauriger zu sein.“

    An diesem Donnerstagabend wird Premierminister Jean Castex die Regeln für die kommenden Wochen verkünden: Voraussichtlich, so kommentierten zuvor Mitglieder der Regierung in Interviews, wird sich nichts an den Bestimmungen ändern. Dabei ist das Vertrauen der Bevölkerung auf einem europäischen Tiefstand. Zwei von drei Befragten glauben nicht, dass Präsident Emmanuel Macron sie gut durch die Corona-Krise führen wird. Denn die französische Bilanz ist verheerend: Obwohl das Nachbarland im Frühjahr und nun erneut eine der autoritärsten Antworten auf die Corona-Krise gab, ist die Zahl der Toten inzwischen höher als im lockeren Schweden.

    „Der Grat, außerhalb des Gesetzes zu stehen, ist sehr schmal geworden“

    Vor zwei Wochen hatte Macron einen zunächst vierwöchigen Lockdown verkündet. Darin haben nur Supermärkte und Apotheken geöffnet, kleinere Geschäfte wie Buchhandlungen oder Schuhläden sind geschlossen. Anders als beim ersten Lockdown im Frühjahr protestierten viele Kundinnen und Händler gegen die Regierung, auch einige Bürgermeister verabschiedeten Erlasse, nach denen alle Einzelhändler öffnen können. Aber die Regierung beschloss nur ein weiteres Verbot: Fortan dürfen auch Supermärkte keine Bücher, Spielzeuge, Kleidung und Schuhe mehr verkaufen. Wahlweise stehen dann Warnschilder oder Wachmänner vor den Winterstiefeln oder Regalen mit Teddybären, damit die Kunden nichts Verbotenes kaufen.

    Die Opposition – links wie rechts – kritisierte die Regeln als „einsame Entscheidungen ohne Sinn und Verstand“. Die Philosophin und Autorin Aïda N’Diaye sagt: „Man möchte lachen, aber wir sind in einer gefährlichen Absurdität angelangt.“ Gerade das Prinzip, sich Atteste ausstellen zu müssen, findet die Professorin gefährlich: Es verankere die permanente Selbstkontrolle, die Rechtfertigung vor dem Staat, in den Köpfen der Menschen. „Der Grat, außerhalb des Gesetzes zu stehen, ist sehr schmal geworden. Dazu reicht schon ein Spaziergang ohne Stoppuhr.“

    Macron hatte die Atteste in seiner Ansprache zum nochmaligen Lockdown als unausweichlich präsentiert, ohne Gründe zu nennen. Für N’Diaye führt diese repressive Politik allerdings zum Gegenteil des Gewünschten. Erwachsene würden wie Kinder behandelt. In der Folge reagierten Erwachsene eben auch wie Kinder: Sie begehrten auf und brächen auch sinnvolle Regeln, wie beispielsweise Abstand zu halten. „Ich beobachte Menschenmengen auf der Straße ohne Abstand, aber dafür mit zahlreichen Attesten.“

    Hinzu kommt: Frankreich hat außer dem rechtsextremen Rassemblement National kaum eine hörbare Opposition. Weder Konservative noch Sozialisten haben charismatische Köpfe, die Macrons Alleingängen etwas entgegensetzen könnten. Die Politikwissenschaftlerin Chloé Morin hat frühere Premierminister Frankreichs beraten und nun ein Buch darüber verfasst, wie technokratische Entscheidungen im Élysée-Palast getroffen werden – eine Publikation, von der ihr viele abrieten, weil sie sich ihre Karriere verbauen könnte.

    Morin sieht in der Corona-Politk eine „demokratische Apathie“. Sie prophezeit, dass langfristig der rechtsextreme Rassemblement National von den einsamen Entscheidungen an der Spitze des Staates profitiert. „Seine Parteichefin Marine Le Pen kann so erfolgreich ihre Anhänger gegen die Elite mobilisieren, weil es ein undurchsichtiges System gibt, an dem normale Menschen nicht teilhaben und das ihren Interessen widerspricht.“ Die hohen Beamten und Macrons Berater stammten alle aus der Eliteschule ENA, die sich vor allem durch ihre Gleichförmigkeit auszeichnen: Es sind meist Männer aus gut situierten Pariser Familien, deren Väter ebenfalls hohe Beamte waren. Morin bezeichnet sie als „Aristokratie“. Ihnen sei nicht bewusst, was so offensichtlich sei: dass es für eine fünfköpfige Familie in einer Dreizimmerwohnung eines grauen Vorortes unerträglich ist, nur eine Stunde am Tag an die frische Luft zu können.

    Tatsächlich ist Macrons Corona-Politik beinahe monarchisch. Weitreichende Beschlüsse über einen Lockdown oder eine Ausgangssperre werden in einem „Verteidigungsrat“ getroffen, in dem einige Minister, Verwaltungsbeamte und Offiziere sitzen, das Parlament kann nicht mitreden, über nichts abstimmen. „Eine Handvoll Menschen entscheidet im Geheimen darüber, ob das Land geschlossen wird – ohne jegliche Kontrolle“, sagt Morin. Am Ende verkündet der 42-jährige Präsident in den Hauptnachrichten seine Entscheidung – ohne, dass Fragen zugelassen werden. Der sanitäre Ausnahmezustand wurde für fünf Monate verabschiedet und er gibt der Regierung so weitreichende Befugnisse, dass die Liga der Menschenrechte (LDH) – eine NGO, die viele Erfolge vor Gericht für bürgerliche Rechte erstritten hat – heute sagt: „Wir können keine juristischen Schritte gegen Regeln des Lockdowns unternehmen, weil der Ausnahmezustand alles erlaubt.“

    Die Menschen finden einen Weg

    Eigentlich hatte der wissenschaftliche Beirat die Regierung Macron aufgefordert, Bürgerinnen und Bürger mehr an den weitreichenden Corona-Entscheidungen zu beteiligen. Das hat sie bislang nicht getan. Aber manche Bürgermeister versuchen der Pariser Allmacht etwas entgegenzusetzen. Der grüne Stadtchef von Grenoble, einer 160.000-Einwohner-Gemeinde in den Alpen, hat einen zufällig ausgelosten Bürgerrat einberufen: 120 Bürgerinnen und Bürger jedes Alters können ihre Sorgen benennen und darüber beraten, wie die Corona-Regeln verbessert werden können – auch wenn lokal wenig Spielraum bleibt. In einer ersten Runde am vergangenen Wochenende hat die Gruppe darüber diskutiert, wie alleinstehenden Menschen im Lockdown geholfen werden kann und wie sie weiterhin Sport treiben können.

    Landesweit arrangieren sich die Menschen mit den Regeln aus Paris: Sie füllen mehrfach ihre Atteste aus. Auf abgelegenen Wegen kreuzen sich Läuferinnen, wohl wissend, dass sie dort laut Gesetz nicht sein dürfen. In den Supermärkten holen Angestellte das Spielzeug hinter den Absperrungen hervor: Bauklötze und Puppen können im Internet gekauft und dann an der Kasse abgeholt werden.

    Und Schwimmerin Betty Bellion-Jourdan hat von ihrem Arzt Guillaume Barucq ein Attest erhalten, dass sie für ihre Gesundheit auf das Schwimmen angewiesen ist. „Im Meer riskiert niemand, sich mit Corona anzustecken, es ist umsonst und fördert die Gesundheit,“ sagt Barucq. Er empfange in seiner Praxis zunehmend Patientinnen und Patienten, die deprimiert seien und körperlich schwächer würden. Alle Menschen benötigten den Sport, um ihre Abwehrkräfte zu stärken, auch gegen Corona. „In was für einem Staat leben wir, in dem schwimmende Senioren mit einem Polizeiaufgebot aus dem Wasser gezogen werden?“, fragt der Arzt. Inzwischen hat die Sportministerin in Paris klargestellt, Menschen mit chronischen Krankheiten könnten weiterhin Sport treiben. Dafür benötigten aber alle, wie Bellion-Jourdan auch: ein neues Attest.

    • Pas mieux !

      « Le bilan français est catastrophique : bien que Paris ait au printemps et actuellement livré une réponse parmi les plus autoritaires contre la pandémie, le nombre de morts y ait plus élevé qu’en Suède où les mesures sont des plus libérales. »

      « La politique de Macron est quasi monarchique. Des décisions aux lourdes conséquences sont adoptées par un conseil de Défense qui comprend quelques ministres, des fonctionnaires et des officiers. Le parlement n’a pas son mot à dire et ne peut entériner les décisions. »

  • Quand les #procédures prennent le dessus de la #raison... ça doit faire cela comme effet...

    "Je prends note de vos remarques. Néanmoins, je tiens à rappeler la procédure à suivre en cas de contestation.
    Conformément à la charte des examens et au règlement des études, toute constestation doit être formulée par écrit et au président du jury dans un délai de deux mois.
    Ce qui entraine « en principe » une nouvelle délibération sur cette étudiante.
    En revanche, cette nouvelle délibération n’est possible que dans un délai de 4 mois à compter de la proclamation des résultats.
    Nous sommes donc hors délai puisqu’il s’agit du semestre 9.

    Par conséquent, je demande au président du jury semestre 9 et au président du jury diplôme, d’emettre un avis par mail, afin que ledit mail soit joint au PV définitif.
    Pour information, la modification sera apportée uniquement après les inscriptions adminitratives."

    C’est un mail que j’ai reçu de l’administration de l’université où je travaille... Quelle #fatigue...

    #Absurdistan #procédurisme #université #fac #administration #France #absurdité #néolibéralisme (je mets le mot néolibéralisme, je ne sais pas si ce genre de choses est la conséquence de la gestion néolibérale des universités en France, mais je pense qu’il doit y avoir un lien...)

  • Réflexion | Quand l’illogisme supplante les principes, rien n’est joué ! Nouveau jugement sur l’Érythrée
    https://asile.ch/2019/08/19/reflexion-quand-lillogisme-supplante-les-principes-rien-nest-joue-nouveau-juge

    Est-il plus grave d’envisager de commettre un délit que de le perpétrer ? Le 17 avril 2019, le Tribunal administratif fédéral (TAF) a octroyé le statut de réfugié à une ressortissante érythréenne soupçonnée par le régime d’Asmara d’avoir aidé deux amies à sortir illégale- ment du pays et de vouloir elle-même fuir le pays. Cette simple […]

  • Que faire des oranges qui sont un millimètre plus petites que ce que les normes considèrent comme « vendable » ?

    Message reçu via la newsletter des #Galline_Felici, un consortium qui nous livre en #agrumes et autres produits de #Sicile...


    http://www.legallinefelici.it/fr

    SUCCOMPOST** À PARTIR DE REBUTS ?

    (**en français, littéralement jus-compost)

    Le terme SUCCOMPOST est l’un de ces néologismes que nous aimons tant
    = SUCCO (jus d’oranges) + COMPOST
    et REBUT signifie simplement être contraint d’adhérer à la logique aberrante du “PLUS GROS C’EST, meilleur c’est” (???)

    une proposition de filière dans laquelle tout est valorisé et rien ne se jette dans laquelle être ACTEURS, ENSEMBLE

    Une des choses qui m’a le plus frappé la première fois que j’ai visité l’entrepôt pour la préparation des oranges du Consortium a été la colonne de “binze” (grandes caisses de plus de deux quintaux) d’oranges qui présentaient quelques défauts ou qui étaient trop petites.
    Des tonnes.
    Ma première pensée : - magnifique, produit gratuit pour moi, pour mes amis et pour la transformation.
    Combien pouvons-nous en transformer ? 20 kilos ? 30 kilos ? 100 ?

    Et les autres dizaines de milliers ?

    Je tiens à préciser d’entrée de jeu que cela est la normalité dans la filière de récolte et de vente des fruits aujourd’hui. Hier je ne sais pas, peut-être que c’était moins exigeant :).

    Dans l’imaginaire collectif a été inculqué la notion du “plus gros c’est, meilleur c’est” (quand ? par qui ? peut-être par les américains après la guerre ? pour vendre de la chimie pour l’agriculture ?).
    Jamais pour les fruits on entend parler de “plus petit c’est, meilleur c’est”.
    Et donc ? Hum ...!
    Pourtant, si nous pesons un kilo de “belles grosses” oranges et un kilo de “vilaines petites” oranges et puis que nous en pesons le jus relatif, nous voyons que souvent “les vilaines” font davantage de jus.
    Et qu’elles se pressent encore mieux…
    Mais ça c’est une autre histoire, une autre réflexion à mener ensemble, pour en tirer les conséquences opérationnelles, mais en attendant nous sommes contraints de les mettre de côté.

    Posant des questions, j’ai découvert que ce produit est destiné à l’industrie (nous parlons des sous-calibrées et non des pourries) et que le prix d’attribution de ce “rebut” ne couvre pas non plus le coût de la récolte, du transport à l’entrepôt et de la confection.

    La morale ? Rien de revient au producteur et, si le rebut est important (ce qui arrive fréquemment malheureusement), il se transforme en une perte.

    Ce que je n’arrive pas à accepter c’est comment un millimètre de différence de diamètre, invisible à l’oeil nu, peut déterminer une différence de valeur aussi importante pour deux oranges qui proviennent du même verger, du même arbre, qui ont été cultivées avec les mêmes soins et la même attention.
    Supérieure à 55 mm elle part dans la cagette, et vous la payez 1,50€ ; si elle mesure 54 mm, elle part dans la caisse des rebuts, et à nous producteurs ne nous revient rien.

    Une différence millimétrique sur laquelle je me creuse la tête depuis des mois, incapable d’accepter ces “critères”.

    Février cette année je rencontre Fabrizio Nardo et #RED_ISLAND (http://www.redisland.it), une entreprise de Caltagirone (à proximité de ma campagne) qui me propose d’utiliser un engrais produit par lui obtenu par fermentation fongique bactérienne de la “pulpe d’agrumes", en l’occurrence les déchets de transformation de ces oranges petites ou abîmées ou qui ne sont pas adaptées à la commercialisation comme produits frais.
    Compost obtenu à partir des déchets de traitement d’une industrie vertueuse qui recycle les eaux de transformation, réduit les déchets organiques et produit du jus d’orange sanguine 100% biologique de Sicile ?

    Je suis tombé sous le charme, j’ai essayé l’engrais, j’en teste actuellement la qualité et dois dire qu’elle me plaît.

    Mmmmm, les choses deviennent intéressantes.

    J’essaie de partager avec vous l’idée que j’ai eue :
    Seriez-vous intéressés par un jus d’oranges fait avec nos oranges durant les mois où les fruits frais ne sont plus disponibles ? (de juin à septembre).

    Parce que, si cela peut vous intéresser, j’imagine moi déjà une petite filière, qui excusez-moi mon excès d’enthousiasme, est un petit bijou :
    · Notre orange mise tristement au rebut pour un millimètre, ainsi que toutes ses petites soeurs qui partagent le même sort, nous les transformons en jus.
    · Avec les déchets de cette transformation, Fabrizio produit le compost que, nous producteurs, acquérons pour utiliser dans nos fermes.

    De l’arbre à l’arbre, passant par les agriculteurs, les transformateurs, les consumaCteurs et retournant aux agriculteurs dans un circuit tellement transparent et tracé que ça ne peut que me faire sourire de satisfaction.

    Ça vous plaît ?

    Si cette supposition vous plaît, je propose de vous envoyer en attendant un échantillon de jus produit par RED ISLAND pour comprendre dans quelle mesure le jus est à votre goût.
    Nous vous demandons de consacrer un moment de la distribution de nos produits, par exemple, pour pouvoir le goûter, et si vous le souhaitez, continuer à y réfléchir ensemble.

    Nous ne vous demandons pas un pré-achat ou une implication formelle, ce qui est nécessaire aujourd’hui pour réaliser cette opération (qui, au-delà des coûts de production, nécessite tant de travail de programmation, de logistique, de valorisation etc.) et de la construire Ensemble.

    Il est nécessaire d’évaluer de quelle quantité de jus nous parlons (les emballages sont en brique d’un litre et la production minimum de 10 000 litres !) et à partir de cela commencer à co-projeter.

    3 kg d’oranges nous sont nécessaires pour faire un litre de jus.
    Vous payez normalement 4,50 euros pour 3 kg d’oranges.
    Nous vous proposons un prix de 4,00 euros le litre de jus surgelé, avec presque les mêmes nutriments de 3 kg d’oranges fraîches,à utiliser quand il n’y a plus d’oranges fraîches.

    Nous tenons à préciser qu’il ne s’agit pas d’une opération lucrative pour nous.
    C’est une opération visant presque seulement à donner de la “dignité” à un produit : jus provenant d’une matière première traçable, plutôt que jus anonyme, qui vient d’on ne sait qui et qui va finir on ne sait où..
    Des 4,00 euros que vous paierez, si vous le souhaitez, comprennent seulement les coûts de transformation, l’emballage, la gestion et le transport, en plus de la valeur de la matière première.
    Que, peut-être, à la fin de l’histoire, et si nous faisons tout pour le mieux, ENSEMBLE, vaudra pour nous 20/25 centimes, plutôt que les 16 centimes que nous recevons pour le “rebut” bio.

    Quelques chiffres (nous publierons les détails sous peu) :
    10 mille litres la quantité minimum (pour raisons techniques) de jus à produire.
    3 kg d’oranges pour faire un litre de jus.
    Soit 30 mille kilos à transformer en une seule fois.
    4/10 centimes de recettes en plus pour nous, si tout va bien, pour chaque kilo d’oranges utilisé dans cette filière vertueuse.
    Ainsi, de mille deux cents euros à trois mille euros en plus pour le Consortium. Si tout va bien.

    Si nous partageons ce projet ensemble, je m’engage à bien étudier toute l’opération, y compris les modalités de livraison et la période de disponibilité.

    Par ailleurs, tout le compost produit à partir des déchets de cette transformation sera acquis par les membres du Consortium et redistribué dans nos champs, devenant sans cesse plus “Nos”, champs.

    P.S. Le jus est surgelé/non pasteurisé, et cela est optimal, en termes de saveur et de nutriments, une fois décongelé, il se conserve pendants presque 4 semaines au frigo.

    Je vous embrasse
    Mico

    #déchets #valorisation #industrie_alimentaire #rebuts #compost #jus_d'orange #absurdistan

    En fait, en ce qui me concerne, je préfèrerais pouvoir acheter les petites oranges, ce qui semble être impossible, plutôt que d’être livrée en jus...

    • Des spécimens uniques au rayon Fruits et légumes

      Carottes à trois pattes ou concombres tordus : la nature a parfois ses humeurs... Avant, les fruits et légumes hors #norme n’étaient pas vendus car ils ne répondaient pas aux exigences esthétiques en vigueur. Il n’en est plus rien depuis 2013, année de lancement d’#Ünique, notre #marque propre durable !


      https://www.coop.ch/fr/labels/uenique.html
      #unique #fruits #légumes #supermarchés #Coop #Suisse

    • Conséquence de la sécheresse, des pommes sont trop petites pour être vendues

      Entre 5 et 10% des pommes récoltées en Suisse romande n’atteignent pas les normes requises en termes de #diamètre pour être commercialisées, à cause du manque d’eau durant l’été. Mais la quantité est là.

      L’été fut très sec et la floraison des plantes s’est passée dans un laps de temps très court. Conséquence : les fruits sont plus denses, plus sucrés mais aussi plus petits qu’à l’accoutumée.

      Des cultivateurs romands se retrouvent ainsi avec des minuscules pommes sur les bras. « Le commerce ne veut que des jolis fruits. Des pommes qui ont des calibres de 65 à 75 millimètres, explique Luc Magnollay, arboriculteur dans la région d’Etoy. On sait que le consommateur achète beaucoup avec l’oeil ».

      Autre facteur empêchant la commercialisation : l’apparition de roussissures, à cause de l’humidité. La célèbre Golden est particulièrement touchée par ce phénomène naturel.

      Environ 130’000 tonnes de pommes n’ayant pas atteint le format adapté pour une commercialisation sont transformées en Suisse en cidre. C’est trois fois plus qu’en 2017.
      Quantité suffisante

      Si la taille des pommes ou l’aspect de leur épiderme pose problème, la quantité récoltée est elle suffisante. Au total, 62’000 tonnes de pommes ont été à ce jour ramassées en Suisse. C’est plus que l’objectif national fixé (57’000 tonnes).

      https://www.rts.ch/info/regions/9985896-consequence-de-la-secheresse-des-pommes-sont-trop-petites-pour-etre-vend
      #taille

  • Aide aux #migrants : #Martine_Landry rejoint #Cédric_Herrou au pays de l’absurde
    https://www.mediapart.fr/journal/france/140218/aide-aux-migrants-martine-landry-rejoint-cedric-herrou-au-pays-de-l-absurd

    Martine Landry devant le tribunal de Nice, mercredi 14 février 2018. © M.H La militante d’Amnesty International de 73 ans a vu mercredi son procès reporté au 11 avril prochain, pour avoir « convoyé » deux mineurs étrangers « en situation irrégulière », mais qui ne le sont pourtant pas.

    #France

  • La #montagne en danger

    Températures en hausse, fonte de glaciers... : avec le #changement_climatique, les sommets immaculés de Suisse ne sont plus ce qu’ils étaient. Et pourtant, l’industrie du tourisme fait tout pour attirer le maximum de touristes, quitte à mettre la montagne à mal...

    Températures en hausse, fonte de glaciers… : les sommets immaculés de Suisse ne sont plus ce qu’ils étaient. Et pourtant, ils attirent toujours autant de touristes – à condition que les activités, et surtout la neige, soient au rendez-vous. Pour offrir des expériences de sports d’hiver de qualité, l’industrie du tourisme met la montagne à mal… Bernhard Tschannen, directeur du domaine skiable #Glacier_3000, non loin de la luxueuse station de Gstaad, souhaite aménager des pistes de ski toujours plus haut. La dernière en date, dénommée #Red_Run, s’élève jusqu’à 3 000 mètres d’altitude. Il s’agit notamment d’attirer une nouvelle clientèle asiatique, avide de vivre un maximum d’expériences en un minimum de temps. Cette stratégie économique est actuellement rentable, mais peut-elle rester soutenable à long terme, tant pour les touristes que pour les locaux ? Que penser de ces #projets_pharaoniques ?

    https://www.arte.tv/fr/videos/078230-008-A/arte-regards
    #domaine_skiable #ski #Suisse #Alpes #neige #tourisme #tourisme_de_luxe #business #absurdistan #catastrophe_naturelle #risk #Grisons #Gstaad #it_has_begun

    Dans le reportage, on parle aussi de #Bondo et de la #coulée_de_boue qui a ravagé le village en septembre 2017.
    Ils font une comparaison entre les investissements dans le domaine skiable à Gstaad et la réalité de la petite vallée grisonne. Intéressant de voir les #discours très différents sur la montagne (#représentations / #valeurs) des investisseurs de Glacier 3000 (by the way, tous des #hommes —> #genre) et les discours des habitants de Gondo qui ont dû quitter la maison...
    #glissement_de_terrain
    http://seen.li/df73

    Je me permets d’ajouter #géographie_culturelle, ça peut être utile pour mon cours...

    cc @franz42 @albertocampiphoto

  • Appeal bid to stop deportation of Afghan woman, 106, from Sweden

    #Bibikhal_Uzbek was 105 years old when she made the journey to the Swedish village of Hova in 2015 from her home in Afghanistan’s Kunduz through Iran, Turkey and the Balkans.


    http://www.aljazeera.com/video/news/2017/09/sweden-106-year-old-afghan-woman-appeals-deportation-170901152623862.html
    #Absurdistan #asile #migrations #réfugiés #Suède #renvois #expulsions #réfugiés_afghans #106_ans