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  • @albertocampiphoto
    albertocampiphoto @albertocampiphoto CC BY-NC-SA 21/04/2020
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    Sicile, au cœur du pôle pétrochimique dʹAugusta - Radio - Play RTS
    ▻https://www.rts.ch/2020/04/20/14/42/11255162.image/16x9/scale/width/624
    Dans lʹest de la #Sicile, entre #Syracuse et #Augusta, sʹétend lʹun des plus grands pôlespétrochimiques dʹEurope. Dix usines industrielles chimiques et de #raffinage de pétrole se partagent 25 kilomètres de côte ; près dʹun tiers de lʹessence consommée en Italie est dʹailleurs produite ici. Lʹimplantation industrielle depuis les années 1950 a rendu ce territoire à un stade de sur-pollution criant des sols, de lʹair, des nappes phréatiques, de la mer. 180ʹ000 habitants des quatre communes (Augusta, #Priolo, #Mellili et Syracuse) qui entourent la zone industrielle sont aujourdʹhui tombés dans un cauchemar sanitaire dû à lʹétat de pollution aggravé de ce territoire. Enquête au cœur de ce #pôle_pétrochimique où lʹon entend quʹil « vaut mieux mourir dʹun #cancer que de faim », les industries étant les principales pourvoyeuses dʹemplois.
    Reportage : Clémentine Méténier
    Réalisation : Didier Rossat
    Production : Muriel Mérat et Christophe Canut

    ►https://www.rts.ch/play/radio/a-labordage/audio/point-de-fuite-sicile-au-cur-du-pole-petrochimique-daugusta?id=11225241

    #italie #pollution #podcast

    ►https://www.rts.ch/play/radio/a-labordage/audio/point-de-fuite-sicile-au-cur-du-pole-petrochimique-daugusta?id=11225241

    albertocampiphoto @albertocampiphoto CC BY-NC-SA
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      CDB_77 @cdb_77 24/04/2020

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    CDB_77 @cdb_77 20/04/2020
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    @reka

    Point de fuite : #Sicile, au cœur du pôle pétrochimique dʹ#Augusta

    https://i.imgur.com/oA5kNAT.jpg

    Dans lʹest de la Sicile, entre #Syracuse et Augusta, sʹétend lʹun des plus grands #pôles_pétrochimiques dʹEurope. Dix usines industrielles chimiques et de #raffinage de #pétrole se partagent 25 kilomètres de côte ; près dʹun tiers de lʹ#essence consommée en Italie est dʹailleurs produite ici. Lʹimplantation industrielle depuis les années 1950 a rendu ce territoire à un stade de sur-pollution criant des #sols, de lʹ#air, des #nappes_phréatiques, de la# mer. 180ʹ000 habitants des quatre communes (Augusta, #Priolo, #Mellili et #Syracuse) qui entourent la #zone_industrielle sont aujourdʹhui tombés dans un cauchemar sanitaire dû à lʹétat de pollution aggravé de ce territoire. Enquête au cœur de ce pôle pétrochimique où lʹon entend quʹil « vaut mieux mourir dʹun cancer que de faim », les industries étant les principales pourvoyeuses dʹemplois.

    ▻https://www.rts.ch/play/radio/point-de-fuite/audio/point-de-fuite-sicile-au-cur-du-pole-petrochimique-daugusta?id=11225241
    #pétrochimie #pollution #santé #cancers #industrie_pétrochimique

    voir aussi :
    Sicilia, il dramma del petrolchimico siracusano
    ▻https://seenthis.net/messages/836049

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      CDB_77 @cdb_77 24/04/2020
      @albertocampiphoto

      Pollution : le « Quadrilatère de la mort » sicilien

      https://i.imgur.com/TeTVaPO.png

      Dans l’est de la Sicile, entre Syracuse et Augusta, s’étend l’un des plus grands pôles pétrochimiques d’Europe. Dix usines industrielles chimiques et de raffinage de pétrole se partagent 25 kilomètres de côte ; 30% de l’essence consommée en Italie est d’ailleurs produite ici.

      L’implantation industrielle, depuis les années 50, a élargi la pollution aux sols, à l’air, aux nappes phréatiques, et même à la mer… les 180 000 habitants des quatre communes concernées dénoncent un cauchemar sanitaire, chacun accuse la pollution d’avoir tué l’un de ses proches par cancer du poumon, du colon ou du sein.

      ▻http://www.rfi.fr/fr/podcasts/20200423-pollution-quadrilat%C3%A8re-mort-sicilien

      portfolio @albertocampiphoto :
      ▻http://www.rfi.fr/fr/diaporama/20200424-pollution-le-quadrilat%C3%A8re-la-mort-sicilien-cl%C3%A9mentine-m%C3%A9
      #photographie #photos

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  • @cdb_77
    CDB_77 @cdb_77 30/03/2020
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    @reka
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    @albertocampiphoto @wereport

    Sicilia, il dramma del petrolchimico siracusano

    https://www.tvsvizzera.it/image/45639946/3x2/1024/682/3d35a0a5fd3699e96a901638bb45f1e7/TV/finestra.jpg

    A nord di #Siracusa l’inquinamento industriale si insinua da decenni nel suolo e nelle falde acquifere, si diffonde nell’aria e contamina il mare. Si teme una deflagrazione di tumori, già da anni in eccesso, e una propagazione di inquinanti nel Mediterraneo. Viaggio nel labirinto di una storia dai risvolti inquietanti. Un giallo siciliano di cui si rischia di parlare molto nel 2020.

    Fabbriche, ciminiere e cisterne di greggio si estendono a macchia d’olio. Il polo petrolchimico a nord di Siracusa è una spina nel fianco dell’Italia. E del Mediterraneo. Venti chilometri di costa, un territorio e una baia imbottiti di sostanze contaminanti e nocive. Dall’insediamento negli anni cinquanta della prima raffineria, la zona è oggi stravolta dall’inquinamento e il governo costretto a correre ai ripari. Nello scorso novembre il ministro dell’ambiente Sergio Costa si è precipitato sul territorio: «Per far sì che si avvii, finalmente, il processo di bonifica». La fretta governativa è percepita come il segnale di una catastrofe.

    A gennaio, senza perdere tempo, è stata istituita una «direzione nazionale delle bonifiche». Per risolvere «una situazione inchiodata da troppi anni», spiega Costa. Subito dopo, a febbraio, una commissione ministeriale dava il via ai sopralluoghi nelle fabbriche. «Per valutare le emissioni in acqua e in aria» e dare speranza alla popolazione, che da decenni convive con tre impianti di raffinazione, due stabilimenti chimici, tre centrali elettriche, un cementificio e due aziende di gas. Quattro centri urbani sono i più esposti all’inquinamento: Augusta, Melilli, Priolo e Siracusa, circa 180 000 abitanti, di cui 7000 dipendono dall’attività industriale.
    Disillusioni e tradimenti

    A volte nell’aria i miasmi tossici sono da capogiro. Su questi è intervenuto un anno fa il procuratore aggiunto Fabio Scavone, inchiodando le fabbriche petrolchimiche a seguito di due anni di inchiesta. «Superavano i limiti di emissioni inquinanti nell’atmosfera», conferma allargando le braccia. Nel suo ufficio della procura di Siracusa avverte: «Ci sarà un processo». Si rischia di parlare molto nel 2020 del petrolchimico siracusano.

    Troppi anni di disillusioni e tradimenti insegnano però a non coltivare grandi speranze. In questo periodo convulso affiorano alla mente spettacolari capovolgimenti, a cominciare dall’archiviazione negli anni 2000 dell’inchiesta «Mare Rosso» sullo sversamento di mercurio da EniChem nella baia di Augusta. Più tardi si scoprì che il procuratore incaricato dell’inchiesta intratteneva uno «strettissimo rapporto di amicizia» con l’avvocato dell’azienda.

    https://www.tvsvizzera.it/image/45640008/3x2/640/426/42a02b8cb2c07e132b6351cd27f69250/hC/porto.jpg

    Negli anni 2010 arriva una nuova amara delusione, questa volta sul fronte delle bonifiche, «attese da tempo e mai eseguite», sottolinea Cinzia Di Modica, leader del movimento Stop Veleni. L’attivista rammenta con stizza gli interventi promessi dall’ex ministra forzista dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, i finanziamenti predisposti e i progetti in partenza. «Ma tutto svanì come per incanto».

    Perfino il più battagliero degli agitatori locali, don Palmiro Prisutto, arciprete di Augusta, non si spiega come possano esser spariti i 550 milioni di euro messi a disposizione per le bonifiche.

    Il parroco si è allora incaricato di tenere la luce puntata sugli effetti dell’inquinamento. Da sei anni, ogni 28 del mese, legge durante l’omelia i nomi delle vittime di tumore: sono un migliaio in questo scorcio del 2020. Intitolata «Piazza Martiri del cancro», la lista è composta «con il contributo dei fedeli che mi segnalano i decessi avvenuti in famiglia», ci racconta nella penombra della sua chiesa. "Ognuno di noi conta almeno una vittima tra i parenti

    https://www.tvsvizzera.it/image/45639986/3x2/640/426/93402618ee5ae7b10ba4ce60090c4dad/DH/martiri.jpg

    Nelle statistiche, quelle ufficiali, la cittadina di Augusta rassegna i più alti tassi di «incidenza tumorale», ovvero l’apparizione di nuovi casi. Seguono, in un macabro ordine, Priolo, Siracusa e Melilli. In tanti chiamano ormai questi luoghi il «quadrilatero della morte». Si muore «in eccesso» di carcinoma ai polmoni e al colon, denuncia nel giugno 2019 un rapporto del ministero della Salute. A sorpresa si registra anche l’apparizione negli uomini di tumori al seno.

    Rischi dentro e fuori

    «La tendenza nazionale va invece verso una diminuzione di casi e di mortalità», osserva Anselmo Madeddu, direttore del Registro dei tumori della provincia di Siracusa. Nella sua sede, l’esperto ci svela un dato preoccupante: ad Augusta, Priolo e Melilli, dove si registrano 20% di tumori in più rispetto al resto della provincia, donne e uomini sono colpiti in misura quasi uguale. «Un’incidenza ubiquitaria», la definisce il direttore. È come se l’impatto dei contaminanti sulla salute avesse ormai uguale esito dentro e fuori dagli stabilimenti. Un risultato sorprendente già osservato in uno studio del 2013 «su lavoratori della stessa fabbrica, esposti esattamente agli stessi fattori prodottivi e quindi di rischio», spiega il direttore. «I lavoratori residenti nel quadrilatero mostravano un’incidenza tumorale doppia rispetto ai colleghi pendolari, che abitavano altrove».

    È arrivata oggi la conferma, conclude Madeddu, che il rischio di ammalarsi di cancro si sta pericolosamente trasferendo dai soli impianti alla totalità del territorio. Il direttore fa cogliere la gravità della situazione usando un paradosso: «Se con un colpo di bacchetta magica cancellassimo tutte le industrie, avremmo le stesse incidenze tumorali, poiché noi oggi stiamo osservando i risultati delle esposizioni di trenta o quarant’anni fa».

    Per l’esperto le bonifiche devono essere «immediate», per evitare una deflagrazione delle malattie di cancro. Lo ha capito il ministro dell’ambiente Costa, scegliendo di confrontarsi con un «disastro gigantesco», valuta Pippo Giaquinta, responsabile della sezione Legambiente di Priolo. Nei decenni la contaminazione «si è insinuata dappertutto», nel suolo e nelle falde acquifere, si è diffusa nell’aria ed ha avvelenato il mare.
    Una montagna di sedimenti nocivi

    Ma è nella rada di Augusta che oggi si concentra l’attenzione governativa. «Già nel primo metro, indica Sergio Costa, troviamo mercurio, idrocarburi pesanti, esaclorobenzene, diossine e furani». L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ha censito più di tredici milioni di metri cubi di sedimenti nocivi. Dimensioni che equivalgono alla somma di quattrocento palazzi di ventiquattro piani ciascuno! Un gigantesco impasto tossico che fa crescere i timori di una propagazione nel Mediterraneo.

    Per il mercurio il dato ufficiale è di 500 tonnellate sversate nel mare, dal 1959 al 1980, dall’ex Montedison, poi EniChem. Una quantità accertata dalla Procura di Siracusa. È probabile che nei decenni successivi circa altre 250 tonnellate abbiano raggiunto i fondali. Fa allora impallidire il parallelo con la catastrofe della baia giapponese di Minamata, negli anni settanta. La biologa marina Mara Nicotra tuona: «Nella rada di Augusta si parla di quantità ben superiori alle 400 tonnellate sversate nel mare del Giappone, che provocarono all’epoca circa duemila vittime». Al disastro umano e ambientale di Minamata l’Onu ha dedicato una Convenzione sul mercurio.

    La preoccupazione riguarda anche il consumo di pesce. Concentrazioni da record di mercurio sono state rilevate nei capelli delle donne in stato di gravidanza che si nutrivano di specie ittiche locali. Nel 2006 la Syndial, ex EniChem, decise di risarcire più di cento famiglie con bambini malformati con 11 milioni di euro in totale. Destò scalpore all’epoca l’esborso spontaneo della somma. Nessun tribunale aveva pertanto emesso una sentenza di risarcimento.

    https://www.tvsvizzera.it/image/45639992/3x2/640/426/ec49f38c81abe187a8c33366606de4da/vd/pescatore.jpg

    Lo scandalo delle malformazioni da mercurio non è però bastato a bloccare la minaccia. Malgrado il divieto di pesca, lo scorso 6 marzo, nel porto di Augusta, la polizia marittima ha scoperto una rete clandestina di circa 350 metri. «L’ennesima», sottolinea la Capitaneria di Porto. La pesca di frodo non si arresta, e non si sa dove finisce il pesce contaminato.

    L’impressione è che gli atti inquinanti e lesivi della salute sfuggano al controllo. «A Priolo, nel 2018, una centralina accanto ad un asilo pubblico ha registrato per ben due volte sforamenti di emissioni di arsenico, ma si è saputo solo a distanza di un anno», sbuffa Giorgio Pasqua, deputato del Movimento 5 Stelle al parlamento regionale siciliano. In un bar della suggestiva marina di Ortigia, patrimonio dell’Unesco a pochi chilometri dal petrolchimico, ci racconta la sua odissea legislativa per ottenere «un sistema integrato con sensori e centraline per il monitoraggio ambientale». Dopo una lunga battaglia il dispositivo, in vigore da aprile, «permetterà infine di reagire in poche ore, e di capire subito quale impianto industriale è all’origine delle emissioni nocive». Fino ad oggi, lamenta il deputato, la verità è che «abbiamo tenuto un occhio chiuso, se non tutti e due» sull’inquinamento atmosferico.
    Le grandi fabbriche si difendono

    Soltanto negli ultimi mesi la giustizia e la politica hanno inviato chiari segnali di contrasto. A novembre il ministro Costa non ha nemmeno concesso una visita di cortesia al presidente di Confindustria Siracusa. Diego Bivona usa parole forti, «il territorio è diventato inospitale», e denuncia il «clima luddista» che si sarebbe insinuato, secondo lui, nella politica, un fenomeno «che esercita pressioni nei confronti anche della magistratura».

    Lo sfogo del portavoce del petrolchimico avviene a microfoni aperti nella sede dell’organizzazione. Avverte che le industrie hanno fin qui «mostrato una grande resilienza», ma «potrebbero un giorno andarsene con danni importanti in termini di impiego». L’avvertimento è chiaro, a forza di tirare la corda si spezza. Fa notare che «l’Eni e le altre aziende non investono più nel territorio da dieci anni, se non per adeguamento a normative ambientali» e che, nel 2013, «il gruppo italiano Erg ha venduto la sua raffineria» alla multinazionale russa Lukoil. Il cambio della guardia con le aziende italiane è stato ultimato nel 2018, quando il gigante algerino Sonatrach è subentrato a Esso Italia.

    Il presidente di Confindustria Siracusa si dice anche stupito dalla «cecità di chi guarda esclusivamente alle grandi fabbriche e non vede l’inquinamento generato dalla molteplici attività che si svolgono nel territorio». Sottolinea che nelle parcelle private occupate dall’industria «è stato realizzato il 68% delle bonifiche». Pure l’adeguamento degli impianti dichiara il presidente, «è in avanzato stato di completamento» riguardo alle prescrizioni del ministero dell’Ambiente, mentre «non sono accettabili» i limiti previsti nel recente Piano regionale della qualità dell’aria, su cui è pendente un ricorso, «in quanto si basa su dati di emissioni obsoleti».

    «Le fabbriche si oppongono a tutto», deplora il sindaco di Augusta Cettina Di Pietro, una delle figure politiche in prima linea nella lotta contro l’inquinamento. Lo scorso anno la pentastellata si è allineata sulle posizioni del presidente di centrodestra della Regione Sicilia, Nello Musumeci, in contrasto con Confindustria sul tema dell’inquinamento atmosferico. «Ma è una battaglia impari». Nel suo ufficio, dove il sole di marzo fatica a crearsi uno spiraglio, la prima cittadina si mostra lucida sull’esito della lotta: «Il territorio non è ancora pronto a fronteggiare il fenomeno, gli enti e le municipalità sono sprovvisti di personale qualificato». Lo squilibrio balza agli occhi nei tavoli di discussione: «Spesso ci ritroviamo in tre, io, un assessore e un consulente; dall’altra parte, un esercito di avvocati ed esperti».

    Al potere politico e giudiziario incombe oggi il compito di spezzare lo stato di paralisi in cui da anni sprofonda il territorio. «Fin qui non ci è riuscito nessuno», ricorda però Pippo Giaquinta, storico attivista di Legambiente a Priolo. «Capiremo nei prossimi mesi se si continuerà a scrivere un nuovo capitolo di questo interminabile dramma, o se riusciremo a mettere un punto finale».

    ▻https://www.tvsvizzera.it/tvs/inquinamento_sicilia--il-dramma-del-petrolchimico-siracusano/45639136

    –-> Reportage de #Fabio_Lo_Verso et @albertocampiphoto (@wereport)

    #cancer #pétrochimie #industrie_pétrochimique #pollution #Sicile #Italie #pollution_industrielle #Méditerranée #raffinerie #Augusta, #Melilli #Priolo #Siracusa #Mare_Rosso #mercure #EniChem #Stop_Veleni #don_Palmiro_Prisutto #Palmiro_Prisutto #Piazza_Martiri_del_cancro #toponymie #toponymie_politique #décès #morts #quadrilatero_della_morte #rada_di_Augusta #métaux_lourds #Montedison #Minamata #Syndial #malformations #pêche #poissons #pollution_des_eaux #pollution_des_sols #pollution_atmosphérique #pollution_de_l'air #Erg #Lukoil #Sonatrach #Esso_Italia

    –-> quantité de mercure déversée dans la mer :

    Per il mercurio il dato ufficiale è di 500 tonnellate sversate nel mare, dal 1959 al 1980, dall’ex Montedison, poi EniChem. Una quantità accertata dalla Procura di Siracusa. È probabile che nei decenni successivi circa altre 250 tonnellate abbiano raggiunto i fondali.

    CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 20/04/2020

      voir aussi :
      Point de fuite : #Sicile, au cœur du pôle pétrochimique dʹ#Augusta
      ►https://seenthis.net/messages/845663

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    CDB_77 @cdb_77 10/09/2019
    @albertocampiphoto

    NO ZES, NO VELENI

    https://i.imgur.com/e6hztkX.jpg

    #no_zes #pollution #Augusta #Sicile #Italie #Siracusa #zes
    ZES = #zona_economica_speciale (#Zone_économique_spéciale)
    ▻https://it.wikipedia.org/wiki/Zona_economica_speciale
    #graffitis #art_de_rue #street-art #graffiti
    source : @albertocampiphoto via twitter
    ▻https://twitter.com/AlbeCampiPhoto/status/1171167400357761024?s=19

    Ajouté à la métaliste des graffitis en Italie :
    ▻https://seenthis.net/messages/745557#message767755

    CDB_77 @cdb_77
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    albertocampiphoto @albertocampiphoto CC BY-NC-SA 23/08/2019

    I dieci comandamenti - Pane nostro - 18/11/2018 - video - RaiPlay
    ▻https://www.raiplay.it/video/2018/11/I-Dieci-Comandamenti-Pane-nostro-96445708-8e60-4c80-a309-c81b4f885f15.html

    https://www.rai.it/resizegd/640x-/dl/img/2018/11/19/1542620547976_diecicomandamenti.jpg

    "L’articolo 4 della Costituzione riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro. Fino a che punto però è lecito accettare ogni condizione pur di lavorare? Si può vivere se quello che ci viene offerto è avvelenato? «Pane nostro» è un viaggio nel lavoro che non lascia scelta. Augusta, Priolo, Melilli sono il simbolo del ricatto occupazionale. In questo tratto di costa a due passi da Siracusa patrimonio UNESCO, si trova il più grande insediamento petrolchimico d’Europa, promessa di benessere e progresso. La storia purtroppo è andata diversamente. Oggi questa lingua di terra è tra le più inquinate d’Europa. Mutazioni genetiche nei pesci, malformazioni neonatali e cancro sono lo scenario di morte di questo pezzo di Sicilia contaminato. Tra denunce inascoltate e assenza delle istituzioni, pochi sono quelli che riescono a far sentire la propria voce. Don Palmiro Prisutto è una di queste. In assenza di un registro tumori è lui che da anni aggiorna la triste lista dei morti di cancro."

    #italie #pollution #Méditerranée #Sicile #Mercure #Pétrochimie

    albertocampiphoto @albertocampiphoto CC BY-NC-SA
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 7/01/2020

      #film #documentaire #film_documentaire

      #Augusta #Melilli #cancer #silence #maladie #décès #travail #industrie_pétro-chimique #port #raffinerie #pétrole #maladies_professionnelles #justice #Montedison #odeur #Esso #zone_industrielle #Agip #dioxine #métaux_lourds #Operazione_Mar_Rosso #malformations #hydrocarbures #pollution_de_l'air #pollution_de_l'eau #mercure #crise_environnementale #environnement #menaces #CIPA #Marina_di_Melilli #Salvatore_Gurreri #ghost-town #ville_fantôme #cloro-soda #Procédé_chlore-alcali #abandon #désolation #désindustrialisation #Don_Palmiro_Prisutto #Palmiro_Prisutto

      –----------------

      Avec une référence à la #toponymie (à partir de la minute 47’) :

      https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/41/Lista_dei_morti_di_Cancro_1.jpg

      #Piazza_Martiri_del_cancro

      –-> l’on explique que le prêtre Don Palmiro Prisutto avait essayé d’afficher la liste des morts qu’il collecte sur l’espace public, mais ceci lui a été interdit. Du coup, il a décidé d’afficher la liste dans l’Eglise...

      v. la page facebook :
      ▻https://www.facebook.com/martiridelcancro

      Augusta (SR) : Piazza Martiri del cancro e le parole di Padre #Palmiro_Prisutto

      “Piazza Martiri del Cancro” è un tabellone, un comunissimo pannello rettangolare su cui il parroco della Chiesa Madre di Augusta (SR) tiene aggiornato un elenco speciale. Si tratta di una lista che conta, sino allo scorso 28 febbraio, 859 nomi di persone di cui sono specificate l’età, la professione e la tipologia di tumore che li ha uccisi. Non si tratta di una copia di un possibile registro tumori di Augusta, ma di una raccolta di decessi per tumore che, grazie anche alla segnalazione dei parenti, l’arciprete della Chiesa matrice aggiorna pazientemente. Accanto ai fogli A4 di questo speciale registro vi è un grafico a torta che rappresenta le patologie di incidenza tumorale la cui fetta più grossa è quella del polmone, seguita da fegato, colon e seno.
      Da quattro anni, per i “Martiri del Cancro” di Augusta il sacerdote celebra, il 28 di ogni mese, una messa in cui vengono ricordati, ad uno ad uno, tutti i nomi. Ideatore e compilatore della dolorosa lista è Padre Palmiro Prisutto, originario della stessa cittadina megarese e persona assai nota anche a livello nazionale. Padre Palmiro da oltre trent’anni, infatti, si batte in difesa dell’ambiente, del territorio e, quindi, della salute pubblica; “sacerdote ambientalista”, “parroco paladino dell’ambiente” sono solo alcuni degli innumerevoli appellativi rivoltigli dalla stampa locale e nazionale. Per la sua opera ecologista e di salvaguardia della salute pubblica nel 2015 ha ricevuto il Premio Nenni.
      Va detto che la città di Augusta, assieme a Priolo e Melilli, ricade in un’area tristemente nota come il “Triangolo della morte”. Stiamo parlando di una zona in cui insiste una elevata concentrazione di impianti petrolchimici e, allo stesso tempo, caratterizzata da uno smisurato numero di decessi per tumore.
      A Padre Palmiro abbiamo posto cinque domande riguardanti la coraggiosa e preziosa opera in difesa dell’ambiente e della salute pubblica che il sacerdote conduce nel territorio in cui vive.

      ▻http://arcaperlambiente.blogspot.com

      #toponymie_politique

      CDB_77 @cdb_77
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    CDB_77 @cdb_77 11/04/2018
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    Anti-Torture Committee calls for a co-ordinated European approach to address mass migratory arrivals in Italy

    The European Committee for the Prevention of Torture and Inhuman or Degrading Treatment or Punishment (#CPT) published today a report on an ad hoc visit conducted in Italy to examine the situation of foreign nationals deprived of their liberty in the so-called “hotspots” and immigration detention centres, in a context of large-scale arrivals from North Africa. The CPT recognises the significant challenges faced by the Italian authorities regarding the influx of new arrivals by sea. It also acknowledges the substantial efforts in carrying out rescue operations and in providing shelter and support to the hundreds of thousands of refugees, asylum seekers and migrants currently present in the country. In this framework, the CPT recalls the need for a co-ordinated European approach and support system to address the phenomenon of mass migratory arrivals.

    CPT’s delegation visited the “hotspots” in #Lampedusa, #Pozzallo and in #Trapani (#Milo), as well as a mobile “hotspot” unit at #Augusta ’s port. Further, it was able to observe a disembarkation procedure at Trapani’s harbour. The Council of Europe experts also visited the closed removal centres (Centri di Permanenza per i Rimpatri, CPRs) in #Caltanissetta, #Ponte_Galeria (#Rome) and #Turin, as well as holding facilities at #Rome Fiumicino’s Airport.

    ▻https://www.coe.int/en/web/portal/-/anti-torture-committee-calls-for-a-co-ordinated-european-approach-to-address-ma
    #hotspots #Italie #asile #migrations #réfugiés #rapport #mobile_hotspots #hotsports_mobiles #port #débarquement #CPR (ex #CIE) #détention_administrative #rétention #aéroport #santé

    Lien vers le rapport:

    https://i.imgur.com/qMSvBx0.png

    ▻https://rm.coe.int/16807b6d56

    CDB_77 @cdb_77
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    CDB_77 @cdb_77 28/12/2016
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    @sinehebdo
    1

    Supporto psicologico e psicosociale a favore di minori stranieri non accompagnati e famiglie con bambini in arrivo in Sicilia
    ►http://terredeshommes.it/pdf/REPORT_INTERMEDIO_FARO_2016.pdf

    #Italie #migrations #réfugiés #asile #hotspots #rapport #Pozzallo #Sicile #MNA #mineurs_non_accompagnés #Augusta #Siracusa #Catania #santé_mentale

    CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 28/12/2016

      Ici le rapport intermédiaire :
      ►http://terredeshommes.it/pdf/REPORT_INTERMEDIO_FARO_2016.pdf

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 12/08/2017

      Minore età, minori tutele. Dallo sbarco al compimento dei diciotto anni: la situazione in alcuni centri della Sicilia Orientale

      L’hotspot di Pozzallo comprende da pochi mesi un container pensato per l’"accoglienza" di minori e famiglie. Uno spazio “dedicato” a chi in hotspot dovrebbe solo transitare dopo lo sbarco, ma dove ormai i trattenimenti illegittimi e prolungati sono fatti passare per “normali ed inevitabili”. Situazioni accettate supinamente anche da alcune organizzazioni che dovrebbero difendere i diritti dei migranti ma in realtà continuano a non denunciarne le violazioni, preoccupati più di conquistarsi una fetta di guadagno all’interno del sistema che di tutelare e proteggere chi arriva.

      ▻http://siciliamigranti.blogspot.ch/2017/08/minore-eta-minori-tutele-dallo-sbarco.html?spref=tw

      CDB_77 @cdb_77
    • @sinehebdo
      Dror@sinehebdo @sinehebdo 19/07/2019

      Supporto psicologico e psicosociale a favore di minori stranieri non accompagnati e famiglie con bambini in arrivo in Sicilia
      Terre des Hommes, 2016
      ▻https://terredeshommes.it/informati/#24

      Dror@sinehebdo @sinehebdo
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  • @cdb_77
    CDB_77 @cdb_77 6/12/2016

    Study of EU hotspot approach reveals serious challenges in Greece and Italy

    The EU ‘hotspot approach’ was designed to ensure operational support to Member States facing disproportionate migratory pressure. However, one year since the first hotspots was set up and half a year since the entry into force of the EU Turkey Statement, research reveals that the pressure in these countries is growing and the challenges in accessing protection are multiplying.

    https://i1.wp.com/www.ecre.org/wp-content/uploads/2016/12/Foto_voorkant_rapport-.jpg?resize=1080%2C675#.jpg

    ▻http://www.ecre.org/study-of-eu-hotspot-approach-reveals-serious-challenges-in-greece-and-italy

    #hotspots #Grèce #hotspot #Italie #rapport #asile #migrations #réfugiés

    • #Italy
    CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 14/12/2016

      Border Control and the Precarious Lives of Migrants in Italy

      At the Sicilian port of #Augusta, the wind blowing off the sea smelled of salt, engine fumes and the industrial gases pumped out by nearby factories and petroleum plants. As the sun glared down, I stood with staff from the Italian police, the European border agency Frontex and international NGOs, waiting for a military ship to reach the dock. Over 700 men and women had left the Libyan shore for Europe days earlier. They would soon be sat in front of us. Welcome to Italy.

      ▻https://www.law.ox.ac.uk/research-subject-groups/centre-criminology/centreborder-criminologies/blog/2016/12/border-control

      CDB_77 @cdb_77
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  • @cdb_77
    CDB_77 @cdb_77 4/12/2016

    HotSpot : Così è se vi pare

    A Bruxelles, fonti della Commissione europea, hanno dichiarato che gli hotspot stanno già funzionando sull’isola di Lampedusa e nelle località siciliane di #Augusta, #Pozzallo, #Porto_Empedocle e #Trapani. Il pensiero va subito ad una frase di Bertolt Brecht poeta e drammaturgo tedesco: ”Tra le cose sicure la più sicura è il dubbio”– ed io qualche dubbio ce l’ho. “Forse questi funzionari della commissione europea non hanno mai messo piede a Lampedusa?”
    Da più di un mese a Lampedusa vivono all’interno dell’HotSpot una media di 300 persone. I trasferimenti avvengono con il contagocce e la permanenza, che dovrebbe essere brevissima, si prolunga per settimane. Ad oggi il numero delle presenze all’interno dell’Hotspot é di circa 400 persone che potrebbero viaggiare in maniera regolare e pagarsi un biglietto aereo o navale ma sono costrette dalle leggi dell’UE sull’immigrazione a passare per i centri per migranti e alla fine ad entrare nel mondo del lavoro come manodopera a basso costo, sfruttata e molto spesso senza documenti. Ovviamente e tristemente se non muoiono in mare, ricordiamo che quest’anno è un anno record per le morti nel mediterraneo.

    ▻http://www.lavalledeitempli.net/2016/12/03/hotspot-cosi-vi-pare
    #hotspot #Lampedusa

    CDB_77 @cdb_77
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  • @cdb_77
    CDB_77 @cdb_77 5/02/2016

    Beyond the refugee crisis

    The last time I travelled in Europe reporting on the experiences of refugees and migrants was 2013. I met men, women and children from around the world: from Eritrea, Sudan, Afghanistan and Vietnam. Most languished without papers in camps and communities, often destitute, trying to regularize their status, while the EU scratched its head deciding how to deal with them. Two years later, more than one million people reached Europe by sea. Many fleeing Syria. The continent was thrown into crisis. If the system had been unable to cope before, I wondered, how would it cope now with a million new arrivals? In August, I visited Sicily to find out.

    http://lacuna.org.uk/wp-content/uploads/2016/01/talitakum.jpg http://lacuna.org.uk/wp-content/uploads/2016/01/boatnoto-1175x1050.jpg http://lacuna.org.uk/wp-content/uploads/2016/01/portaugusta5.jpg

    ▻http://lacuna.org.uk/feature/beyond-the-refugee-crisis
    #Italie #Sicile #asile #migrations #réfugiés #Augusta #Lampedusa

    Et dans ce très très long billet, apparaît cette carte :

    http://lacuna.org.uk/wp-content/uploads/2016/01/Sub-saharan-Africa-routes.gif

    CDB_77 @cdb_77
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