#Fashion victims
Sono le operaie delle garments factories le vere vittime del sistema moda. Un corto sul crollo del Rana Plaza a Dhaka.
#Bostrobalikara è la parola bangla che indica le giovani donne impiegate in Bangladesh nelle aziende che producono abiti e che riforniscono soprattutto i nostri grandi magazzini e le catene a basso costo. Erano bostrobalikara la maggior parte delle 1.100 vittime del crollo del Rana Palace, a Dhaka, dello scorso aprile. Il Rana Palace era una costruzione per buona parte non autorizzata che accoglieva al suo interno ben 5 fabbriche di garments che producevano per marchi occidentali. Di crolli come questo (magari con meno morti), di incendi e altri incidenti sul lavoro sono piene le cronache recenti del Bangladesh, ma così tanti morti insieme non si erano mai contati. L’eco della vicenda è così arrivata oltre confine. Si è parlato delle inaccettabili condizioni imposte a chi lavora nelle garments factories (soprattutto donne), dell’innegabile nesso che lega la loro sorte agli stili di consumo occidentali, a partire dalla moda low cost ma anche delle responsabilità del governo bangladese. L’associazione Progetto Diritti, insieme con Dhuumcatu e il Comitato Singh Mohinder, ha organizzato giovedì scorso una serata dedicata al Bangladesh, durante la quale è stato proiettato il corto Blood in the Factories, realizzato dal produttore anglobangladese Shafiur Rahman, un intellettuale molto impegnato sul fronte del documentario sociale. Ve lo proponiamo.
Bostrobalikara = jeunes femmes qui travaillent dans les industries de textile (en Bangla)
Vidéo « Blood in the factories » (—> sang dans les manufactures) :
▻http://vimeo.com/70278351
▻http://www.corriereimmigrazione.it/ci/2013/07/fashion-victims