• Il Consiglio d’Europa chiede all’Italia di garantire più protezione alle vittime di tratta

    Nel rapporto del Gruppo di esperti sulla lotta alla tratta di esseri umani (Greta) si chiede alle autorità di aumentare le indagini e le condanne, assicurare strumenti efficaci di risarcimento per le vittime e concentrarsi maggiormente sullo sfruttamento lavorativo. Oltre allo stop del memorandum Italia-Libia. Su cui il governo tira dritto.

    Più attenzione alla tratta per sfruttamento lavorativo, maggiori risarcimenti e indennizzi per le vittime e la necessità di aumentare il numero di trafficanti di esseri umani assicurati alla giustizia. Ma anche lo stop del memorandum Italia-Libia e la fine della criminalizzazione dei cosiddetti “scafisti”.

    Sono queste le principali criticità su cui il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta alla tratta di esseri umani (Greta) a fine febbraio ha chiesto al governo italiano di intervenire per assicurare l’applicazione delle normative europee e una tutela efficace per le vittime di tratta degli esseri umani. “Ogni anno in Italia ne vengono individuate tra le 2.100 e le 3.800 -si legge nel report finale pubblicato il 23 febbraio-. Queste cifre non riflettono la reale portata del fenomeno a causa dei persistenti limiti nelle procedure per identificare le vittime, nonché di un basso tasso di autodenuncia da parte delle stesse che temono di essere punite o deportate verso i Paesi di origine”. Una scarsa individuazione dei casi di tratta che riguarderebbe soprattutto alcuni settori “ad alto rischio” come “l’agricoltura, il tessile, i servizi domestici, l’edilizia, il settore alberghiero e la ristorazione”.

    L’oggetto del terzo monitoraggio di attuazione obblighi degli Stati stabiliti dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta degli esseri umani era proprio l’accesso alla giustizia per le vittime. Dal 13 al 17 febbraio 2023, il gruppo di esperti si è recato in Italia incontrando decine di rappresentanti istituzionali e di organizzazioni della società civile. La prima bozza del report adottata nel giugno 2023 è stata poi condivisa con il governo italiano che a ottobre ha inviato le sue risposte prima della pubblicazione finale del rapporto. Quello in cui il Greta, pur sottolineando “alcuni sviluppi positivi” dall’ultima valutazione svolta in Italia nel 2019, esprime “preoccupazione su diverse questioni”.

    Il risarcimento per le vittime della tratta è una di queste. Spesso “reso impossibile dalla mancanza di beni o proprietà degli autori del reato in Italia” ma anche perché “i meccanismi di cooperazione internazionale sono raramente utilizzati per identificare e sequestrare i beni degli stessi all’estero”. Non solo. Il sistema di indennizzo per le vittime -nel caso in cui, appunto, chi ha commesso il reato non abbia disponibilità economica- non funziona. “Serve renderlo effettivamente accessibile e aumentare il suo importo massimo di 1.500 euro”. Come ricostruito anche da Altreconomia, da quando è stato istituito questo strumento solo in un caso la vittima ha avuto accesso al fondo.

    Il Greta rileva poi una “diminuzione del numero di indagini, azioni penali e di condanne” osservando in generale una applicazione ristretta di tratta di esseri umani collegandola “all’esistenza di un elemento transnazionale, al coinvolgimento di un’organizzazione criminale e all’assenza del consenso della vittima”. Tutti elementi non previsti dalla normativa europea e italiana. Così come “desta preoccupazione l’eccessiva durata dei procedimenti giudiziari, in particolare della fase investigativa”.

    Il gruppo di esperti sottolinea poi la persistenza di segnalazioni di presunte vittime di tratta “perseguite e condannate per attività illecite commesse durante la tratta, come il traffico di droga, il possesso di un documento d’identità falso o l’ingresso irregolare”. Un problema che spesso porta la persona in carcere e non nei progetti di accoglienza specializzati. Che in Italia aumentano. Il Greta accoglie infatti con favore “l’aumento dei fondi messi a disposizione per l’assistenza alle vittime e la disponibilità di un maggior numero di posti per le vittime di tratta, anche per uomini e transgender” sottolineando però la necessità di prevedere un “finanziamento più sostenibile”. In questo momento i bandi per i progetti pubblicati dal Dipartimento per le pari opportunità, hanno una durata tra i 17 e i 18 mesi.

    C’è poi la difficoltà nell’accesso all’assistenza legale gratuita che dovrebbe essere garantita alle vittime che invece, spesso, si trovano obbligate a dimostrare di non avere beni di proprietà non solo in Italia ma anche nei loro Paesi d’origine per poter accedere alle forme di consulenza legale gratuita. Problematico è anche l’accesso all’assistenza sanitaria. “I professionisti del Sistema sanitario nazionale -scrive il Greta- non sono formati per assistere le vittime di tratta con gravi traumi e mancano mediatori culturali formati per partecipare alla fornitura di assistenza psicologica”.

    Come detto, il focus degli esperti riguarda la tratta per sfruttamento lavorativo. Su cui l’Italia ha adottato diverse misure di protezione per le vittime ma che però restano insufficienti. “Lo sfruttamento del lavoro continua a essere profondamente radicato in alcuni settori che dipendono fortemente dalla manodopera migrante” ed è necessario “garantire risorse che risorse sufficienti siano messe a disposizione degli ispettori del lavoro, rafforzando il monitoraggio dei settori a rischio e garantendo che le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori migranti soddisfare i requisiti previsti dalla normativa al fine di prevenire abusi”.

    Infine il Greta bacchetta il governo italiano su diversi aspetti relativi alla nuova normativa sui richiedenti asilo. “Temiamo che le misure restrittive adottate dall’Italia favoriscano un clima di criminalizzazione dei migranti, con il risultato che molte potenziali vittime della tratta non denunciano i loro casi per paura di detenzione e deportazione”, scrivono gli esperti. Sottolineando la preoccupazione rispetto al “rischio di aumento del numero di richiedenti asilo nei centri di detenzione amministrativa” previsto dagli ultimi provvedimenti normativi che aumenterebbe la possibilità anche per le vittime di tratta non ancora identificate di essere recluse. Un rischio riscontrato anche per il Protocollo sottoscritto con l’Albania per gli impatti che avrà “sull’individuazione e la protezione delle persone vulnerabili salvate in mare”.

    Sul punto, nelle risposte inviate al Greta l’8 febbraio 2024, il governo italiano sottolinea che il protocollo siglato con la controparte albanese “non si applicherà alle persone vulnerabili, incluse le vittime di tratta”. Resta il punto della difficoltà di identificazione fatta subito dopo il soccorso, spesso in condizioni precarie dopo una lunga e faticosa traversata.

    Ma nelle dieci pagine di osservazioni inviate da parte dell’Italia, salta all’occhio la puntualizzazione rispetto alla richiesta del Greta di sospendere il memorandum d’intesa tra Italia e Libia che fa sì che “un numero crescente di migranti salvati o intercettati nel Mediterraneo vengano rimpatriati in Libia dove rischiano -scrivono gli esperti- di subire gravi violazioni dei diritti umani, tra cui la schiavitù, il lavoro forzato e lo sfruttamento sessuale”. Nella risposta, infatti, il governo sottolinea che ha scelto di cooperare con le autorità libiche “con l’obiettivo di ridurre i morti in mare, nel pieno rispetto dei diritti umani” e che la collaborazione “permette di combattere più efficacemente le reti di trafficanti di esseri umani e di coloro che contrabbandano i migranti”. Con il rispetto dei diritti umani, del diritti umanitario e internazionale che è “sempre stata una priorità”. Evidentemente non rispettata. Ma c’è un dettaglio in più.

    Quel contrasto al traffico di migranti alla base anche del memorandum con la Libia, sbandierato a più riprese dall’esecutivo italiano (“Andremo a cercare gli ‘scafisti’ lungo tutto il globo terracqueo”, disse la premier Giorgia Meloni a inizio marzo 2023) viene messo in discussione nel rapporto. Dopo aver sottolineato la diminuzione delle indagini sui trafficanti di esseri umani, il Greta scrive che i “capitani” delle navi che arrivano in Italia “potrebbero essere stati costretti tramite minacce, violenza fisica e abuso di una posizione di vulnerabilità nel partecipare all’attività criminali”. Indicatori che li farebbero ricadere nella “categoria” delle vittime di tratta. “Nessuno, però, è stato considerato come tale”, osservano gli esperti. Si scioglie come neve al sole la retorica sulla “guerra” ai trafficanti. I pezzi grossi restano, nel frattempo, impuniti.

    https://altreconomia.it/il-consiglio-deuropa-chiede-allitalia-di-garantire-piu-protezione-alle-

    #traite_d'êtres_humains #Italie #protection #Conseil_de_l'Europe #exploitation #Greta #rapport #agriculture #industrie_textile #hôtelerie #bâtiment #BTS #services_domestiques #restauration #indemnisation #accès_à_la_santé #criminalisation_de_la_migration #Albanie

  • Quand l’IA permet de créer des logements abordables et durables
    https://up-magazine.info/urbanisme-architecture-paysages/121516-quand-lia-permet-de-creer-des-logements-abordables-et-durables

    Un terrain vide situé à West Oakland, en Californie, va renaître en un complexe de 316 logements abordables et durables, The Phoenix, construits par modules en usine, puis transportés par camion sur le site du projet où ils peuvent être assemblés par une grue en deux semaines environ. The Phoenix va devenir un village de l’innovation, avec des flux de travail de conception basés sur les résultats, des approches industrialisées de la construction et des biomatériaux de construction qui réduisent les émissions de carbone. 

    Le secteur de la construction n’est pas étranger aux grands changements. Qu’il s’agisse de la prolifération du BIM, du passage des plans à des documents numériques ou de l’essor de la mobilité et de la collaboration dans le cloud, la transformation fait partie intégrante de l’ADN du secteur au cours des dernières décennies. Chaque grand changement s’accompagne certainement de défis, mais le secteur de la construction a réussi à surmonter ces difficultés pour faire progresser les processus et atteindre de nouveaux niveaux d’efficacité. 
    L’IA est sans conteste la prochaine frontière du progrès technologique pour l’industrie de la construction. La dernière étude State of Design and Make d’Autodesk révèle que 66 % des dirigeants affirment que l’IA deviendra essentielle à leurs activités au cours des deux ou trois prochaines années. En outre, selon les études d’Accenture et de Frontier Economics, le secteur de la construction pourrait connaître une croissance remarquable de ses bénéfices – estimée à 71 % – grâce à l’intégration de l’IA au cours des dix prochaines années.

    à défaut de pendre les urbanistes avec les tripes des technocrates, la dissolution des architectes dans un vernis écolo parait en bonne voie

    #IA #BTP #construction #rationalisation #profit #logement #architectes

  • [après la terrible leçon de Sainte Soline] Manifestation contre le projet d’autoroute A69 : le cortège principal défile dans le calme, plusieurs sites privés envahis par des manifestants
    https://www.lemonde.fr/planete/article/2023/10/21/manifestation-contre-l-a69-dans-le-tarn-les-opposants-au-projet-d-autoroute-

    La manifestation a mobilisé plus de 10 000 personnes, selon les organisateurs. La préfecture du Tarn a fait état de 2 400 personnes dans le cortège principal, et de 2 500 « individus radicaux et violents en dehors ».

    .... La manifestation s’est scindée en plusieurs cortèges au fil de l’après-midi.

    Les organisateurs (...) avaient pris soin de brouiller les pistes. Six cortèges sont partis du camp de base, non loin de Saïx, dont cinq sur des parcours qui n’avaient pas été déposés.

    L’objectif du cortège le plus « déterminé » était une #cimenterie de la société Carayon, un site qui n’était pas protégé par les forces de l’ordre. C’est le cortège « rouge », au nom de code « économie locale », composé de quelque 2 000 personnes – chaque cortège était différencié par des drapeaux de couleur et répondait à des appellations diverses comme « utilité publique », « décarbonation » ou encore « désenclavement » –, qui était chargé de pénétrer sur le site du cimentier. Après une marche sportive sur chemins et routes, les manifestants ont forcé le portail de la cimenterie pour y taguer des slogans hostiles à l’#A69, et déployer une grande banderole « No Macadam » sur une centrale à #béton, une grande cuve en métal.

    Trois camions toupies ont été incendiés. Selon les organisateurs, cela n’était pas prévu. La préfecture, dans son communiqué de fin de journée, explique que « des individus hostiles ont dégradé une cimenterie, y déclenchant un incendie ». « Après avoir été entravés par les manifestants, qui ont été repoussés par les forces de l’ordre, les sapeurs-pompiers sont intervenus sur le lieu de l’incendie », avancent ensuite les autorités. Selon le journaliste du Monde présent sur place, aucun contact n’a cependant eu lieu avec les forces de l’ordre ou avec les pompiers, les #manifestants ayant quitté les lieux bien avant que les véhicules de secours ou de gendarmes ne s’approchent du site.

    Bardou, une autre entreprise tarnaise du #BTP, à Cambounet-sur-le-Sor, qui intervient sur le #chantier de l’A69, a aussi été prise pour cible par des opposants, selon une porte-parole d’Atosca. Des individus se sont « introduits par effraction sur le site », a confirmé la préfecture, ajoutant qu’ils avaient « pris son vigile à partie, degradé le bâtiment et arraché ses clotûres, avant d’être repoussés par les forces de l’ordre ». Selon la préfecture, les gendarmes ont tiré soixante-quatorze grenades pour « repousser la menace, sans donner lieu à une confrontation directe ». Deux policiers ont par ailleurs été légèrement blessés, selon la préfecture, qui fait aussi état d’un manifestant pris en charge par les secours pour une entorse au genou.

    Dans le cortège principal, des milliers de personnes – 2 400 selon la préfecture du Tarn – ont défilé sur le parcours autorisé, une boucle d’environ 5 kilomètres, dans une atmosphère joyeuse et paisible, et devant des commerces au rideau baissé. Fanfares, batucada, perruques et déguisements multicolores, tracteurs qui klaxonnent et pancartes plus ou moins inventives (« Stop A69 », « Plus de moisson, moins de béton », « Aux arbres citoyens », « Le 69 oui, l’A69 non ») ont constitué le décor d’une marche à laquelle ont participé beaucoup d’enfants, comme la fille d’Elvia, 10 ans, ou celles de Sandrine, 7 et 10 ans.

    Les fillettes « voient qu’on abat des arbres tous les trois jours, et elles ont compris qu’une usine à bitume allait être implantée à 1 kilomètre de leur école, expliquent ces deux quadragénaires venues du village de Saint-Germain-des-Prés, que la future A69 doit couper en deux. Alors ce sont presque nos enfants qui veulent venir manifester et nous qui les suivons ». L’éventualité de débordements – finalement presque inexistants – ne les a jamais dissuadées de venir : « On sait qu’il y a des gens très en colère, et on est en colère nous aussi, mais on voulait que nos enfants voient ça, et on savait qu’il y aurait un cortège fait pour nous. » A 16 h 30, le cortège avait regagné le camp de base d’où il était parti en début d’après-midi, et où la mobilisation doit se poursuivre jusqu’à dimanche soir.

    Mille six cents policiers et gendarmes déployés

    « On est plus déterminés que jamais, on ne veut pas du futur auquel ils nous condamnent, notre mot d’ordre, c’est “Amour et rage, no macadam !” », déclarait plus tôt lors d’un point presse Amalia, d’Extinction Rébellion Toulouse, l’un des collectifs qui appelaient à la mobilisation contre l’A69 ce week-end. S’appuyant sur un sondage IFOP réalisé il y a quelques jours auprès de la population du Tarn et de la Haute-Garonne, Gilles Garric, du collectif La Voie est libre, soulignait que 61 % des sondés étaient favorables à l’abandon du projet d’autoroute et qu’ils étaient 82 % à se prononcer pour un référendum local.

    edit

    La préfecture fait état de 2 400 manifestants dans le cortège principal de la #manifestation et estime à 2 500 le « nombre d’individus radicaux et violents en dehors du cortège » principal. Le collectif La Voie est libre, qui organise la manifestation, affirme que « 9 500 personnes » ont participé à ce rassemblement.
    https://www.francetvinfo.fr/monde/environnement/crise-climatique/manifestation-contre-l-a69-entre-toulouse-et-castres-un-groupe-de-400-p

    #luttes #A69 #Atosca #Pierre_Fabre #écologie #articialisation_des_sols #autoroute #bitume #bagneule #police #gendarmerie

  • 2023 : Dai 2,4 milioni d’immigrati il 9% del Pil italiano

    #Fondazione_Moressa: gli stranieri sono il 28,9% tra il personale non qualificato Dichiarati redditi per 64 miliardi e versati 9,6 miliardi di Irpef. Aumentano gli imprenditori. Da Il Sole 24 ore.

    Sostengono crescita demografica e soprattutto il Pil con un valore aggiunto di 154,3 miliardi di euro, il 9% del prodotto interno lordo. Sono i lavoratori immigrati, per lo più manuali e concentrati in agricoltura ed edilizia, una delle grandi stampelle dell’economia interna. Parola della Fondazione Leone Moressa che ieri alla Camera per bocca dei ricercatori Chiara Tronchin ed Enrico di Pasquale ha presentato insieme al segretario di Europa+ Riccardo Magi il 13° Rapporto annuale 2023 sull’economia dell’Immigrazione. Il report è stato presentato anche al Viminale.

    https://sbilanciamoci.info/dai-24-milioni-dimmigrati-il-9-del-pil-italiano

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    Rapporto 2023 sull’economia dell’immigrazione


    http://www.fondazioneleonemoressa.org/2023/10/19/rapporto-2023-sulleconomia-dellimmigrazione

    #PIB #agriculture #BTS #économie_de_l'immigration #rapport
    #statistiques #chiffres #Italie #migrations #économie #réfugiés #asile

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    ajouté à la métaliste sur le lien entre #économie (et surtout l’#Etat_providence) et la #migration... des arguments pour détruire l’#idée_reçue : « Les migrants profitent (voire : viennent POUR profiter) du système social des pays européens »...
    https://seenthis.net/messages/971875

  • Dans cet article, je souhaiterais expliquer comment procéder à la #comptabilisation des #travaux en cours dans une #entreprise du #secteur du #BTP. J’ai souvent été sollicité sur cette question, de la part d’entreprises en phase de #changement d’ #ERP et souhaitant savoir comment procéder en #comptabilité. Quelques étapes simples sont à suivre.
    https://michelcampillo.com/blog/4312.html

  • Le but de cet article est de vous expliquer la #comptabilisation de l’ #autoliquidation de TVA dans le secteur du bâtiment. Il s’agit d’un processus spécifique qui nécessite une attention particulière, j’ai souvent eu l’occasion d’accompagner des utilisateurs du #progiciel de #gestion #BTP sur la question de la comptabilisation de l’autoliquidation de #TVA.
    https://michelcampillo.com/blog/3897.html

  • Comment les #entreprises_polluantes ont transformé les #quotas gratuits de #CO₂ en un marché de plusieurs milliards d’euros
    https://www.lemonde.fr/planete/article/2023/05/30/comment-les-entreprises-polluantes-ont-transforme-les-quotas-gratuits-de-co-

    C’est une histoire de trente ans qui se chiffre en milliards d’euros. Trente longues années qui ne resteront pas dans les annales de l’Union européenne (#UE) comme étant les plus glorieuses dans sa lutte contre le réchauffement climatique. Trois décennies au cours desquelles les #industries les plus #polluantes du Vieux Continent – l’acier, le ciment, le pétrole, l’aluminium et d’autres – auront reçu gratuitement des quotas d’#émissions_de_CO2, sortes de « droits à polluer » supposés être réduits dans le temps, afin de les inciter à réduire leurs émissions de gaz à effet de serre.

    Or, le dispositif a rapidement été détourné de son objet pour devenir un outil financier permettant à ses bénéficiaires d’augmenter leurs profits, grâce à la revente de ces quotas. Rien qu’entre 2013 et 2021, estime le Fonds mondial pour la nature, les plus grosses industries émettrices ont empoché 98,5 milliards d’euros et n’ont consacré qu’un quart de cette somme (25 milliards d’euros) à l’action climatique.

    Le système des #quotas_gratuits, lancé le 1er janvier 2005 et toujours en vigueur, est appelé à disparaître en 2034. Le 18 avril, le Parlement européen a en effet adopté un nouveau plan pour le climat prévoyant son remplacement progressif par un « mécanisme d’ajustement carbone aux frontières » de l’Union, dans le but de verdir, cette fois, les importations des secteurs les plus émetteurs de CO2. L’UE, en optant pour un dispositif plus simple, n’a pas fait officiellement son mea culpa. Mais c’est bien de cela qu’il s’agit.

    Détournement « légal »
    Comme nous le révélons au terme de huit mois d’enquête avec le soutien financier du fonds Investigative Journalism for Europe (IJ4EU), ce système, qui se voulait bienveillant à l’égard des industriels, a été détourné de son but initial. Nous nous sommes intéressés aux sidérurgistes et aux cimentiers de France et d’Espagne, deux secteurs qui font partie des plus gros bénéficiaires.

    L’analyse approfondie des transactions financières enregistrées par ces acteurs sur le système d’échange de quotas d’émissions (SEQE-EU-ETS en anglais) confirme ce que certains supposaient depuis longtemps : les entreprises ont revendu une partie de leurs quotas gratuits pour des centaines de millions d’euros, parfois des milliards. Mais, contrairement à l’énorme fraude à la TVA qui avait ébranlé le dispositif à ses débuts, faisant perdre 6 milliards d’euros aux pays de l’UE et donnant lieu à des condamnations en justice bien des années après, le détournement dont il est question s’opère de façon légale.

  • MuArF
    https://twitter.com/MuArF/status/1644589870843568128

    🔥 [Action en cours] Bonjour à toustes ! Le chantier de carrefour Pleyel est bloqué et occupé ce matin pour contester les projets de loi darmanin sur l’immigration. Besoin de soutien le plus rapidement possible ! 🔥

    #JO #Travailleurs_immigrés #BTP #accidents_du_travail #intérim #sans-papiers

  • Ouvriers sans-papiers, sécurité déplorable, l’organisation des Jeux Olympiques de Paris pointée du doigt Par Jérôme Jordens - RTBF
    https://www.rtbf.be/article/ouvriers-sans-papiers-securite-deplorable-lorganisation-des-jeux-olympiques-de-

    Les voix s’étaient élevées, à juste titre, pour dénoncer les conditions de travail sur les chantiers qataris pour construire les stades de la Coupe du monde 2022. Problèmes de sécurité, ouvriers sans papiers, les problèmes dénoncés ne sont cependant pas seulement visibles au Qatar.


    Le quotidien français Libération révélait ce mardi que les chantiers des Jeux Olympiques de Paris, qui se dérouleront en 2024, ne sont pas exempts de ces reproches. Le quotidien français a rencontré dix sans-papiers maliens qui ont travaillé sur différents chantiers pour différentes sociétés sous-traitantes, dont des grands noms de la construction comme de Vinci GCC Construction ou Spie Batignoles.

    « Les Français ne veulent pas faire ce travail. Sur le chantier, il n’y a presque que des étrangers. Des Pakistanais pour l’électricité, des Arabes pour la plomberie, des Afghans pour la maçonnerie… Les blancs, ce sont ceux qui sont dans les bureaux », explique à Libération Moussa (prénom d’emprunt), porte-parole d’un groupe d’une dizaine de sans papiers maliens qui travaillent sur les chantiers des JO 2024. Pour être embauchés, la plupart utilise les papiers d’amis ou d’un membre de la famille en règle.

    Une problématique dont sont conscients les organisateurs qui précisent cependant avoir pris des mesures pour tenter de mettre fin à ce travail illégal. « On retrouve sur les chantiers des JO des pratiques qu’on retrouve par ailleurs dans le secteur du bâtiment, mais on a un dispositif de surveillance un peu plus développé, avec un comité présent sur les chantiers, doté d’une permanence. Ça nous permet de repérer des cas », indique Bernard Thibault, membre du comité d’organisation au quo. Il admet cependant que certaines pratiques permettent à « des entreprises de passer entre les mailles du filet ».

    Le problème, c’est que le nombre d’entreprises présentent sur les chantiers est énorme et que les sous-traitants sont nombreux. Il peut dès lors être compliqué de refaire tout le trajet des paiements. « Celle qui paye n’est pas forcément celle qui est sur le chantier. A tel point qu’il est impossible de s’assurer de quelle est la boîte qui les embauche » , explique Jean-Albert Guidou, secrétaire général de l’union locale de CGT de Bobigny

    Le bâtiment, c’est une façon pour ces sans-papiers de gagner un peu d’argent pour pouvoir vivre. « Pour vivre ici quand tu n’as pas de papiers, ce n’est pas du tout facile alors on préfère travailler dans le bâtiment plutôt que de faire des choses pas bien », explique Moussa.

    Le village olympique, à l’Ile-Saint-Denis, la piscine Marville, ils étaient présents sur ces chantiers et ont travaillé pour un peu plus de 80 euros non déclarés par jour, dans des conditions déplorables : « On n’a aucun droit. On n’a pas de tenue de chantier, pas de chaussures de sécurité fournies, on ne nous paye pas le pass Navigo, o n’a pas de visite médicale et même pas de contrat » , regrette Moussa.

    Abdou, un autre travailleur sans papier, met, lui, le problème sur les éventuelles indisponibilités ou accidents : « Si tu tombes malade ou que tu te blesses, le patron te remplace le lendemain » . Une situation intenable qui pose question sur l’entièreté du système. Un débat s’est d’ailleurs ouvert ce mardi à l’Assemblée nationale et porte sur un nouveau projet de loi immigration qui pourrait, peut-être, permettre à Moussa et ses collègues de régulariser leur situation.

    L’article de libération, payant : https://www.liberation.fr/societe/sans-papiers-sur-les-chantiers-les-jeux-olympiques-ne-pourraient-pas-se-f

    #jo #jeux_olympiques #Paris #vinci #infrastructures #btp #conditions_de_travail #spie-batignolles #sous-traitance #sans-papiers Merci à madame #anne_hidalgo du #ps #ville_de_paris

  • A Marseille, l’usine Lafarge de la Malle envahie et sabotée par 200 militant·e·s - Marseille Infos Autonomes
    https://mars-infos.org/a-marseille-l-usine-lafarge-de-la-6721

    Ce 10 décembre 2022 à 18h, 200 personnes ont envahi et désarmé par surprise l’usine Lafarge de la Malle à Bouc-Bel-Air dans les Bouches-du-Rhône. Dans une ambiance déterminée et joyeuse, l’infrastructure de l’usine du cimentier pollueur a été attaqué par tous les moyens : sabotage de l’incinérateur et de dispositifs électriques, câbles sectionnés, sacs de ciments éventrées, véhicules et engins de chantiers endommagés, vitrines des bureaux abîmées, murs repeints de tags.

    Lafarge-Holcim, est un des plus gros pollueurs et producteurs de CO2 du pays. Visé par plusieurs procédures judiciaires anti-terroristes, la multinationale cherche systématiquement à étouffer les attaques qui lui sont faites. Ici à Bouc-Bel-Air, les fours qui ont été ciblés, longtemps alimentés par des déchets industriels et des pneus sont aujourd’hui le symbole du greenwashing. La pollution atmosphérique est considérable et a été maintes fois dénoncée par toute la presse et les riverain•e•s. Pour autant, les cheminées crachent toujours leur venin.

    En France et en Suisse, cela fait trois ans que des actions de plus en plus déterminées visent Lafarge-Holcim : blocages « Fin de Chantiers » en 2020, occupations simultanées et sabotage de 4 sites par des centaines de personnes en juin 2021 lors de l’opération « Grand Péril Express », mobilisations successives contre la destruction du bocage de Saint-Colomban par Lafarge en Loire-atlantique, Zad de la Colline contre une extension de carrière Lafarge en Suisse. Après les échecs cuisants de la COP27 et prévisibles de la COP15 Biodiversité et sans attendre une COP 2050 et 3 degrés de plus, nous sommes revenu•e•s aujourd’hui en visant à se donner dès maintenant les moyens d’arrêter ces industries de la construction qui détruisent la terre.

    #toctoc #Lafarge #Lafarge_Holcim #béton #BTP #sabotage #écologie

    • Pourquoi viser Lafarge ?

      Le groupe Lafarge Holcim, aux milliards de chiffre d’affaire ne recule devant rien pour continuer sa course délirante au profit et cela au mépris de toutes les conséquences écologiques et sociales engendrées. Poursuivi dans plusieurs pays, Lafarge et ses dirigeants ont fait preuve de leur cynisme à travers leur implication dans le financement de l’Etat Islamique en Syrie. Condamnés par les Etats-Unis en octobre 2022, à 778 millions de dollars pour avoir soutenu Daech, ils sont toujours mis en examen en France pour complicité de crimes de guerre contre l’humanité. Dans cette affaire, la succession de choix tactiques faits par l’Etat français, à travers des échanges entre la DGSE et Lafarge démontrent une fois de trop que la bonne tenue du #capitalisme nécéssite que l’#Etat et les industriels marchent ensemble.

      Extraire la roche sous protection de l’Etat quitte à alimenter la guerre. Vendre le ciment pour reconstruire ce que les guerres auront démoli. Et au passage, détruire nos conditions de vie et nos environnements pour y ériger un monde de béton et de mort, fut-il fait de #greenwashing à base de neutralité carbone ou ciments bas carbone produits par incinération des déchets.

      De l’extraction du sable, à la production de ciment et béton, et aux grands projets inutiles, toute la chaîne de l‘industrie de la construction représente une catastrophe écologique. Le secteur du BTP, de sa chaîne de production à son utilisation, est responsable de 39 % des émissions de CO2 au niveau mondial.

      Ici à Bouc-Bel-Air l’entreprise n’a jamais hésité à faire du lobbying pour dépasser les normes environnementales en matière de poussières et de d’oxydes de soufre fixées par l’Union européenne. Sur les 50 sites les plus polluants de France, 20 sont des cimenteries dont cette usine qui produit plus de 444 464 tonnes de CO2 par an et alimente ses fours de milliers de vieux pneus et toutes sortes de déchets toxiques.

      L’usine Lafarge de Bouc-Bel-Air saccagée
      https://www.laprovence.com/actu/en-direct/1177785609562316/l-usine-lafarge-de-bouc-bel-air-saccagee
      "Tout est allé très vite. En moins d’une heure ils étaient déjà repartis", témoigne un employé. "Ils sont arrivés par la partie stockage de pneus, on n’a rien pu faire".

      Un échangeur autoroutier privatisé par Lafarge inquiète les habitants au nord de Marseille
      https://www.francebleu.fr/infos/societe/un-echangeur-autoroutier-privatise-par-lafarge-inquiete-les-habitants-au-

      L’échangeur imaginé sur l’A55 entre Marseille et les Pennes-Mirabeau, sera financé par Lafarge. Le cimentier qui exploite une carrière à l’Estaque, veut ainsi éviter à ses camions un détour de 22 kilomètres et défend un projet moins polluant. Des arguments peu convaincants pour les riverains.

      « Les odeurs sont indescriptibles » : près de Marseille, les voisins d’une cimenterie suffoquent
      https://reporterre.net/Les-odeurs-sont-indescriptibles-pres-de-Marseille-les-voisins-d-une-cime

    • https://www.bfmtv.com/marseille/replay-emissions/sud-week-end/bouches-du-rhone-pres-de-200-personnes-s-introduisent-sur-le-site-du-cimentie

      Assez extraordinaire de voir un BFM Marseille rapporter une action de sabotage en termes factuels et en citant des extraits du communiqué des « personnes » (et pas de reactions d’officiels cherchant à criminaliser un geste écologique - mais peut etre n’existent-t-elle pas.). Tiens j’aimerais bien l’enregistrer cette vidéo, je suis pas sur qu’elle reste longtemps disponible sur leur site.

    • Bouc-Bel-Air : la cimenterie Lafarge au coeur des inquiétudes - 8 mars 2021

      https://www.laprovence.com/article/ecoplanete/6286747/bouc-bel-air-la-cimenterie-lafarge-au-coeur-des-inquietudes.html

      « On ne sait pas ce qu’on respire »

      Encore aujourd’hui, les plaintes se poursuivent. Des riverains habitant à proximité de l’usine font toujours état de gênes respiratoires occasionnées par les fumées visibles - jusqu’à Septèmes-les-Vallons voire Plan-de-Campagne - s’échappant de la cimenterie. Thomas*, père de famille dont le domicile se situe dans le périmètre direct de l’exploitant du liant hydraulique, raconte notamment que sa fille de 10 ans est atteinte de toux chroniques et d’asthme depuis plus d’un an. D’autres ont fait des signalements à l’association Bouc-Bel-Air Environnement (BBE), pointant « de fortes nuisances olfactives » décrites comme étant épisodiques. Pascal*, adhérent représentant BBE, a lui-même constaté ces effets lors de ses fréquentations du centre Décathlon : « La direction est au courant et a notamment adressé une plainte environnementale au préfet. »

      La préfecture, justement... C’est elle qui, en 2018, a signé un arrêté permettant à l’usine de déroger aux normes européennes en matière d’émissions de soufre et de poussières. Dans ce document, il est stipulé que les fours de cuisson peuvent émettre jusqu’à 900 mg/Nm³ de soufre (SO2) et les refroidisseurs 40 mg/Nm³ de poussières au lieu des 400 et 20 imposées par l’Europe. Lafarge, dans sa requête auprès de la préfecture en date du 31 octobre 2018, rappelait qu’une dérogation « peut être accordée si l’exploitant démontre que le respect des niveaux d’émission associés à la mise en oeuvre de MTD (meilleures techniques disponibles qui satisfont le mieux aux critères de développement durable dans le cadre d’émissions industrielles, Ndlr) entraînerait une hausse des coûts disproportionnée au regard des bénéfices pour l’environnement ». Une phrase qui a de quoi en surprendre plus d’un, se demandant si l’environnement passe au second plan face à l’activité économique du groupe

      .

    • Extrait de l’article de Reporterre cité par @colporteur ci-dessus.

      Le 4 août 2021, le Conseil d’État a d’ailleurs condamné l’État à verser 10 millions d’euros d’astreinte à plusieurs associations environnementales pour insuffisance de mesures prises pour lutter contre la pollution de l’air. Parmi les cinq zones où les seuils limites de pollution sont toujours dépassés figure la zone « Marseille-Aix ».

      « On doit se contenter de ça. On sait qu’il y a eu des dépassements, et donc, pour l’État comme pour Lafarge, c’est OK. Mais on veut savoir ce que ces fumées ont pu causer aux poumons de nos enfants  », dit Marie. Sa fille est scolarisée à l’école Virginie Dedieux, située à environ un kilomètre du site. Avec plusieurs parents d’élèves, elle demande une étude d’impact sur la santé des populations riveraines de l’usine. Une demande restée lettre morte jusqu’ici.

    • Une cimenterie Lafarge ciblée par des activistes écologistes près de Marseille
      https://www.lemonde.fr/planete/article/2022/12/11/une-cimenterie-lafarge-ciblee-par-des-activistes-ecologistes-pres-de-marseil

      Plusieurs dizaines de militants ont causé d’importants dégâts à l’établissement.

      L’entreprise a porté plainte, a précisé M. Leuliette, qui dénonce « une action d’une violence incroyable » ayant causé « d’importants dégâts » et laissé « les personnels très choqués », même s’il n’y a eu aucune confrontation physique. « Les limites ont vraiment été franchies », a-t-il déclaré, alors que des sites du cimentier ont déjà été la cible d’occupations ou de blocages par des militants dans le passé, notamment en juin 2021 par Extinction Rébellion.

      Lafarge « met tout en œuvre pour redémarrer le plus rapidement possible » le site, qui emploie au total deux cents personnes, a ajouté M. Leuliette, en affirmant que « cette usine est la plus en avance sur la décarbonation, après des investissements de plusieurs millions d’euros ».
      « Les fours qui ont été ciblés, longtemps alimentés par des déchets industriels et des pneus, sont aujourd’hui le symbole du “greenwashing” », rétorque au contraire le texte de revendication. Par téléphone, une personne se décrivant comme « un des activistes présents sur place » a dit à l’AFP que l’action avait été menée par « des personnes qui se sont organisées et viennent d’un peu partout ». « La violence vient avant tout de ces entreprises qui investissent des milliards pour continuer à produire en polluant. On considère qu’il n’y a plus le choix, c’est la seule réponse possible aujourd’hui pour se faire entendre », a ajouté cet interlocuteur.

      ... Le ministre délégué à l’industrie, Roland Lescure, a rappelé sur Twitter que l’usine de La Malle faisait partie des « cinquante sites prioritaires à décarboner », dont les patrons ont été reçus en novembre par Emmanuel Macron pour leur proposer un « pacte de décarbonation ». « Je préférerai toujours l’action résolue à l’activisme violent », a-t-il écrit. « Je condamne toujours ceux qui, au nom de l’écologie, font de la violence la seule expression de leur lutte », a également tweeté son collègue de la transition écologique, Christophe Béchu.

  • À Gennevilliers, les travailleurs sans papiers de RSI ont levé leur piquet de grève - Le Parisien
    https://www.leparisien.fr/hauts-de-seine-92/a-gennevilliers-les-travailleurs-sans-papiers-de-rsi-ont-leve-leur-piquet
    https://www.leparisien.fr/resizer/LFm3UjPYSUewH4zxwGH0zCtc3iA=/1200x675/cloudfront-eu-central-1.images.arcpublishing.com/leparisien/KOHAF5IZYZDC7JLY3AWTLC5JEQ.jpg

    Les salariés mobilisés depuis 13 mois pour obtenir leur régularisation ont quitté leur campement après avoir obtenu un titre de séjour provisoire les autorisant même [même] à travailler. Mais ils restent vigilants jusqu’à la fin de l’instruction de leurs dossiers.

    Première victoire pour les grévistes sans papiers de RSI . La lutte continue pour ceux de DPD et Chronopost !
    http://www.sudptt.org/La-prefecture-du-92-delivre-83-recepisses-aux-grevistes-de-RSI-La-lutte

    M. Rendre-la-vie-impossible-Darmanin a reçu le 29 septembre une délégation concernant uniquement la situation du piquet de RSI à Gennevilliers, suite à l’interpellation de Mme Faucillon, députée des Hauts-de-Seine. Depuis, la préfecture des Hauts-de-Seine a convoqué 83 des occupants qui ont reçu des récépissés avec autorisation de travail avec la mention « a demandé un premier titre de séjour portant la mention travailleur temporaire ». C’est une première étape importante pour les camarades en grève depuis bientôt un an !

    L’article du Parisien est sous #paywall, en revanche j’ai trouvé ça

    JO de Paris 2024 : des travailleurs sans papiers sur les chantiers
    https://justpaste.it/6j8ko

    Alors qu’une enquête préliminaire a été ouverte en juin par le parquet de Bobigny pour travail dissimulé sur le chantier du village des athlètes, « Le Monde » a rencontré plusieurs ouvriers sans papiers sur des sites des JO en Seine-Saint-Denis. De son côté, le gouvernement dit vouloir faciliter la régularisation des travailleurs dans les secteurs en tension.

    « On est là pour survivre, on n’a pas le choix ».
    C’est un chantier comme un autre. Il est embauché comme manœuvre pour « piocher, faire du béton, de la maçonnerie ou ranger le matériel ». Un de plus où il n’a « pas de contrat, pas de fiche de paye, pas de congés », 80 euros la journée, qu’il termine à 17 heures ou à 21 heures.
    Le chantier sur lequel il pointe depuis des mois, c’est celui du village des athlètes des Jeux olympiques (#JO) de 2024.

    #travail #ouvriers #sans_papiers #intérim #Jeux-olympiques

    • Sans-papiers sur les chantiers de Paris 2024 : « Les JO ne pourraient pas se faire sans nous »
      https://www.liberation.fr/societe/sans-papiers-sur-les-chantiers-les-jeux-olympiques-ne-pourraient-pas-se-f

      La préparation des Jeux olympiques donne à voir les mêmes pratiques illégales qu’ailleurs dans le bâtiment : emploi de travailleurs sans-papiers, avec des conditions de sécurité déplorables et aucun droit pour ces travailleurs de l’ombre.
      par Gurvan Kristanadjaja, le 5 décembre 2022

      En 2021, l’heure était aux belles photos. Les chantiers en vue des Jeux olympiques (JO) de Paris 2024 étaient lancés en grande pompe. « Nous accueillons normalement les Jeux olympiques et paralympiques en France tous les cent ans, il vaut mieux, mes chers amis, être au rendez-vous du monde », déclamait l’ex-Premier ministre Jean Castex, appelant de ses vœux « des Jeux olympiques réussis, à la fois inspirateurs et illustrateurs des aspirations de notre société et des politiques publiques que nous conduisons pour y répondre et pour transformer notre pays ».

      Un an plus tard, Moussa (1) et ses collègues, réunis dans les locaux de la CGT à Bobigny (Seine-Saint-Denis) qui les accompagne dans leurs démarches, réécoutent ces mots avec amertume. Ils sont dix, tous maliens et sans papiers. Depuis un, deux ou trois ans, ils travaillent pour une entreprise sous-traitante – dont le nom change souvent – de #Vinci GCC Construction ou #Spie_Batignolles, les mastodontes de la construction. « C’est du bouche à oreille, de copain à copain. Si je travaille quelque part et que je vois des amis qui ne travaillent pas au foyer, je leur donne le numéro de mon patron. Pour vivre ici quand tu n’as pas de papiers, ce n’est pas du tout facile alors on préfère travailler dans le bâtiment plutôt que de faire des choses pas bien [et risquer davantage la prison et l’expulsion] . Si le patron a du travail pour toi, il t’appelle et il t’envoie l’adresse », explique Moussa, porte-parole du groupe.

      Nébuleuse d’entreprises

      Depuis un an, les adresses ont presque toutes mené sur des chantiers des JO : l’immense village olympique à L’Ile-Saint-Denis ou la piscine Marville à Saint-Denis pour les entraînements de water-polo. Parmi les dix Maliens, il y a des manutentionnaires, chargés de porter des sacs de ciment de plusieurs dizaines de kilos sur treize étages. Il y a des bancheurs, spécialisés dans la construction en béton armé. Et puis des hommes à tout faire : ils piochent la terre, construisent les murs, font de la maçonnerie… Le tout pour un peu plus de 80 euros non déclarés par jour, peu importe les conditions météo, et sans jour de congé.

      « On n’a aucun droit. On n’a pas de tenue de chantier, pas de chaussures de sécurité fournies, on ne nous paye pas le pass Navigo, on n’a pas de visite médicale et même pas de contrat », s’indigne Moussa. « Si tu tombes malade ou que tu te blesses, le patron te remplace le lendemain », dénonce Abdou (1), un de ses collègues. Le plus souvent, ils se présentent avec les papiers d’un ami ou d’un membre de la famille en règle sur le territoire. « Les Français ne veulent pas faire ce travail. Sur le chantier, il n’y a presque que des étrangers. Des Pakistanais pour l’électricité, des Arabes pour la plomberie, des Afghans pour la maçonnerie… Les blancs, ce sont ceux qui sont dans les bureaux », détaille Moussa.

      « On retrouve sur les chantiers des JO des pratiques qu’on retrouve par ailleurs » dans le secteur du bâtiment, reconnaît #Bernard_Thibault, membre du comité d’organisation. « Mais on a un dispositif de surveillance un peu plus développé, avec un comité présent sur les chantiers, doté d’une permanence. Ça nous permet de repérer des cas », assure-t-il. L’ancien leader de la CGT fait aussi valoir que les syndicats ont été intégrés au conseil d’administration de Paris 2024 : « Des JO en France, ça ne s’organise pas comme une Coupe du monde au Qatar. » Des garde-fous qui n’empêchent pas certaines « entreprises de passer entre les mailles du filet », admet-il.

      La société qui emploie Moussa et les autres Maliens est gérée par un ressortissant turc via une nébuleuse d’autres entreprises. Elles prospèrent grâce à la #sous-traitance. « Celle qui paye n’est pas forcément celle qui est sur le chantier. A tel point qu’il est impossible de s’assurer de quelle est la boîte qui les embauche vraiment », explique Jean-Albert Guidou, secrétaire général de l’union locale CGT de Bobigny. Contacté, le patron n’a pas répondu à nos sollicitations.

      « On les prend au mot »

      En juin, une enquête a été ouverte par le parquet de Bobigny pour « emploi d’étrangers sans titre », « recours au travail dissimulé » et « exécution en bande organisée d’un travail dissimulé ». Plusieurs contrôles ont aussi été menés par la Direction régionale de l’économie, de l’emploi, du travail et des solidarités Ile-de-France. Depuis le début de l’année, hormis Moussa et ses collègues, seize autres travailleurs sans papiers se sont plaints de leurs conditions de travail sur des chantiers des Jeux olympiques. Ils ont obtenu la régularisation, ce qu’espèrent aussi Moussa et les autres. « Le gouvernement français veut des Jeux olympiques propres, on les prend au mot », avance Jean-Albert Guidou à la CGT.

      Les cas de ces travailleurs font écho au débat qui s’ouvre à l’Assemblée nationale ce mardi. Dans son projet de loi immigration prévu pour « début 2023 », le gouvernement envisage d’intégrer la possibilité pour les travailleurs sans papiers des « métiers en tension » d’obtenir un titre de séjour. Ce qui pourrait favoriser les conditions de régularisation de ces personnes. En attendant, quand il est question d’immigration, le débat se porte plus sur la question des expulsions que sur celle des régularisations. « Nous sommes sans papiers car la France ne veut pas nous régulariser mais les Jeux olympiques ne pourraient pas se faire sans nous », regrette Moussa, qui a vu plusieurs de ses demandes d’asile refusées. « Nous sommes venus ici comme tous les jeunes Africains qui rêvent d’Europe. On a vécu des choses horribles en Libye et on a traversé la Méditerranée. On ne pensait pas qu’ici on profiterait de nous. » Ni le parquet de Bobigny ni la Dreets n’ont répondu à nos sollicitations.

      Respectabilité. Ici, un Thibault notabilité semble se porter garant d’un simulacre de mieux disant social

      #BTP

  • Accusée d’abus, la directrice de l’école de ballet du Théâtre de Bâle est suspendue

    Après l’Académie de danse de Zurich, c’est au tour de l’Ecole de ballet de Bâle de se retrouver dans la tourmente. D’anciens élèves dénoncent les abus qu’ils y ont subis durant plusieurs années. Une enquête indépendante va être menée.

    La décision de suspendre la directrice a été prise par le comité directeur de l’école. « Suite aux accusations de harcèlement et d’insultes relayées par les médias, une enquête sera lancée afin de faire toute la lumière sur cette affaire », a indiqué mardi le comité directeur.

    Selon la NZZ am Sonntag et le média en ligne bâlois Bajour, plus de 30 anciennes élèves ont évoqué des humiliations et des insultes régulières lors de répétitions. Parfois à visage découvert, elles racontent les pressions et les humiliations systématiques subies durant leur formation.

    Dans certains cas, un comportement insultant de la part d’enseignants a aussi été rapporté : « Tu es trop grosse pour danser » ou « Je peux voir la graisse qui pend de tes collants ». Une élève a aussi témoigné : « Je pleurais régulièrement, j’espérais que l’on nous aiderait, mais personne ne s’engageait pour nous ».

    Troubles alimentaires, absence de règles, hospitalisation
    Des pressions excessives sur les performances auraient eu pour conséquence des fractures de fatigue et des troubles alimentaires. Des nombreuses jeunes femmes n’auraient plus eu leurs règles pendant leur formation. Une élève aurait même dû être hospitalisée, complètement amaigrie.

    L’école de ballet du Théâtre de Bâle est l’une des deux institutions en Suisse à proposer un apprentissage professionnel de danseuse et danseur classique avec certificat fédéral de capacité. L’autre est l’Académie de danse de Zurich, qui est également confrontée à des reproches similaires. La direction s’est depuis retirée et une enquête a été ouverte.

    Le canton de Bâle-Ville, qui a un devoir de surveillance envers les entreprises formatrices, déplore cette situation. Ulrich Maier, directeur de la formation professionnelle, s’en explique dans le 19h30 : « Nous n’avons pas eu connaissance des reproches, sinon nous aurions réagi plus tôt. »

    A ce jour, la directrice suspendue de l’Ecole de ballet de Bâle conteste les faits reprochés.

    Il faut repenser l’apprentissage de la danse
    Du côté de l’association suisse des professionnels de la danse, on admet que quelque chose doit changer dans cette formation. « La danse est un art de la scène, mais aussi un sport d’élite. Ces deux domaines sont concernés par la pression », explique Cyril Tissot, directeur de Danse Suisse. Pour lui toutefois, la performance et l’apprentissage sont deux domaines compatibles. « Ces méthodes doivent changer en allant vers le mieux et c’est possible », car l’apprentissage peut être une belle chose, conclut-il.

    Le Ballet de Berne est aussi confronté à des accusations d’abus. Plusieurs médias ont rapporté que des harcèlements sexuels s’y sont produits l’année dernière. Un collaborateur du ballet a été licencié. La direction des scènes bernoises a ouvert une enquête après avoir relativisé les reproches. Les résultats devraient être présentés mercredi.

    Source : https://www.rts.ch/info/suisse/13492523-accusee-dabus-la-directrice-de-lecole-de-ballet-du-theatre-de-bale-est-

    #violence #danse #harcèlement #Pressions #humiliations #ballet

    • Ecole de ballet de Bâle : « Ce qu’il me reste de plus fort de ces deux ans et demi, c’est la peur » Clément Bürge/Julie Conti/ Pierrik Jordan - RTS

      De graves abus ont été dénoncés cette semaine au sein de l’école de ballet du Théâtre de Bâle. Après avoir intégré l’école en 2011, Angèle en a été victime durant deux ans et demi. Face aux caméras de la RTS, elle raconte un enfer fait de violence, d’humiliations et de mise en danger de sa santé.

      Les scandales liés à des mauvais traitements n’en finissent plus dans le monde de la danse en Suisse. Après le Béjart Ballet Lausanne et l’Académie de danse de Zurich, la parole s’est libérée également cette semaine à Bâle, où 33 anciens et anciennes élèves de la Ballettschule Theater Basel (BTB) ont dénoncé les graves abus subis durant des années.
      C’est le cas d’Angèle, entrée à la BTB en 2011, et d’Ines, entrée en 2014, toutes deux à l’âge de 15 ans. Elles ont accepté de témoigner face aux caméras de la RTS des mauvais traitements qu’elles et leurs camarades subissaient au quotidien de la part des professeurs. Elles racontent aussi toute la pression mise sur le poids des danseuses, en particulier par la directrice.

      « Ma première année, je devais faire 1m68, et je suis tombée à 36 kilos sans vraiment le vouloir. C’était juste que j’étais très stressée, et j’avais perdu l’appétit », témoigne Inès dans le 19h30.

      Au théâtre « avec une boule dans le ventre »
      La peur et l’anxiété, c’est aussi ce qui a principalement marqué Angèle lors de son passage à la BTB. « Je me revois arriver au théâtre avec une boule dans le ventre. Parce qu’on savait qu’on pouvait se faire soit crier dessus et insulter, soit ridiculiser et humilier. Et il y avait cet espèce de harcèlement sur le poids pour certaines. C’était invivable. »

      Très souvent, elle excluait les gens des spectacles, parfois une semaine avant, quelqu’un qui avait travaillé dur pour répéter un rôle. Elle disait : je peux ne pas te mettre sur scène dans cet état physique, tu es horrible

      Cette peur pousse alors l’adolescente à ne plus s’alimenter, alors qu’elle est déjà très mince. « C’est une période où j’ai perdu 10 kilos en deux mois. Ils le voyaient forcément, j’étais en justaucorps toute la journée devant eux », expose-t-elle.

      « Deux camarades se sont inquiétées pour moi », se remémore-t-elle. Elles alertent une professeure, qui prévient la directrice. « J’ai eu un rendez-vous avec les deux. » Leurs conseils : « Mange quand même quelque chose le soir, mais juste un fruit ou un yogourt. Et mange devant tes camarades, parce qu’il ne faudrait pas les inquiéter. »

      Anorexie valorisée et récompensée
      Loin d’inquiéter ses enseignantes et ses enseignants, cette perte de poids ouvre au contraire des portes à la jeune danseuse. « J’ai eu des rôles, j’ai été récompensée pour ça. »

      La directrice va même jusqu’à l’inscrire au prestigieux Prix de Lausanne. Le concours se targue pourtant d’une politique exemplaire en matière de santé des artistes, avec des règles strictes pour lutter contre l’anorexie. Le comble : à cette époque, la directrice du BTB était également à la tête... du Prix de Lausanne.

      « Elle a tout organisé. Elle m’a fait voir un médecin pour signer un certificat médical pour l’inscription. J’étais déjà trop maigre, et le médecin a menti sans vergogne pour mettre un IMC plus haut, pour que ça passe. C’était juste avant que je quitte l’école », poursuit Angèle.

      L’école, elle la quitte pour l’hôpital, pour soigner son anorexie. « Ça m’a impacté pendant des années. J’ai eu un suivi pour le trouble alimentaire, mais ce n’est pas quelque chose qui se guérit rapidement ». Elle évoque également de la boulimie et de la dépression. « Finalement, les conséquences ont été presque plus longues que le temps passé là-bas... dans cet enfer. »

      Ines a terminé son cursus à #Bâle. C’est après être sortie de l’école qu’elle a pris conscience des maltraitances qu’elle a subies. Quant à Angèle, elle a quitté la #BTB et terminé sa formation en France. Toutes deux sont désormais danseuses professionnelles. Et elles ne veulent plus se taire.

      Emprise perverse des professeurs
      De la part de certains professeurs, Angèle évoque des « insultes très régulières » et des « corrections à coup de claques sur les cuisses, les fesses ou le dos ».

      Une fois, il m’a dit : « Tu es trop stupide pour danser, je vais te renvoyer chez tes parents, mais même eux ne voudront pas de toi »

      Elle décrit l’emprise particulièrement perverse de certains professeurs : « Il disait toujours : ’Je vous aime, et si je vous corrige, c’est que je crois en vous, sinon je ne perdrais pas mon temps’. D’un côté, je commençais à trouver trop dur, mais je me forçais à penser que j’avais de la chance parce que je me faisais corriger. »

      Source : https://www.rts.ch/info/regions/autres-cantons/13500484-ecole-de-ballet-de-bale-ce-quil-me-reste-de-plus-fort-de-ces-deux-ans-e

      #perversité #anorexie #boulimie #maltraitances #Suisse

  • Turchia, tutti i cittadini sotto sorveglianza
    https://www.balcanicaucaso.org/aree/Turchia/Turchia-tutti-i-cittadini-sotto-sorveglianza-219694

    Da quasi due anni l’Autorità per le telecomunicazioni e le tecnologie informatiche, ente ministeriale turco, richiede ai fornitori di servizi Internet i metadati di tutto il traffico dei loro clienti. A rivelare questa operazione di sorveglianza di massa un’inchiesta del giornalista Doğu Eroğlu

    • Belgeleriyle BTK-gate (1): Türkiye’deki tüm kullanıcıların internet hareketleri, yaklaşık bir buçuk yıldır, kimlikleri ve kişisel verileriyle birlikte BTK’ya akıyor

      Girdiğiniz internet siteleri, WhatsApp’ta kimlerle yazıştığınız ya da telefonlaştığınız, konum verileriniz ve daha fazlası, her saat başı Ulaştırma ve Altyapı Bakanlığı’na bağlı Bilgi Teknolojileri ve İletişim Kurumu’na (BTK) gönderiliyor. Medyascope, daha önce ortaya çıkan kitlesel gözetim faaliyetinin belgelerine ulaştı. Belgelere göre internet servis sağlayıcıları, bilgisayar ya da mobil cihaz üzerinden internete bağlanan tüm kullanıcıların trafiğini, her saat başı BTK’ya iletiyor. BTK’ya giden bu veriler anonim hâle getirilmiyor. Yani her bir veri paketi, kullanıcının kimliğiyle birlikte kuruma gönderiliyor. “Adli ve önleyici tedbirler” gerekçesiyle internet trafiğini isteyen BTK’nın, tüm vatandaşların verilerini nasıl kullanacağı belirsiz.

      Çevrimiçi kitlesel gözetim, internet kullanımının yaygınlaşması ve internet hakkındaki yasal düzenlemelerin yapıldığı dönemden itibaren Türkiye’de tartışma konusu. Fakat Türkiye’de iletişimin gizliliği ve veri mahremiyeti konusundaki en büyük tartışmalar internetin gözetimi hakkında değil, usulsüz telefon dinlemeleri sebebiyle ortaya çıkmıştı. 1999’da düzenlenen Telekulak Operasyonu ve 2013’teki 17-25 Aralık operasyonları, ülkenin en büyük telefon dinleme skandalları olarak kayda geçmişti.

      Ancak Medyascope’un ulaştığı belgeler, geçmişte ortaya çıkan telefon dinleme skandallarından katbekat büyük bir kitlesel gözetimin, Ulaştırma ve Altyapı Bakanlığı’na bağlı Bilgi Teknolojileri ve İletişim Kurumu (BTK) tarafından yaklaşık bir buçuk yıldır gerçekleştirilmekte olduğunu gösteriyor.

      BTK’nın kullanıcı trafik verilerini düzenli olarak internet servis sağlayıcılardan istediğini daha önce CHP Genel Başkan Yardımcısı Onursal Adıgüzel açıklamış, BTK herhangi bir yalanlamada bulunmamıştı.

      Medyascope’un ulaştığı 15 Aralık 2020 tarihli, 15 sayfadan oluşan belgelere göre BTK, internet servis sağlayıcılardan, tüm kullanıcıların internet trafiği kayıtlarının saat başı kendisine gönderilmesini istedi. BTK milyonlarca kullanıcının verilerinin hangi formatta kayıt altına alınacağı ve kendisine nasıl gönderileceğini, kurum yazısıyla birlikte gönderdiği teknik detay dokümanında internet servis sağlayıcılara ayrıntılarıyla anlattı.

      İSS Trafik Log Deseni başlıklı yazıda, kullanıcı verilerinin anonim olarak değil, kullanıcının adı soyadıyla birlikte kuruma gönderilmesi isteniyor.

      BTK’nın gözetimi, internet kullanıcılarının kimlikleriyle birlikte, hangi internet sitelerini ziyaret ettikleri ve hangi uygulamaları kullandıklarının kurum tarafından kaydedilmesini sağlıyor. Medyascope’un görüştüğü bilişim uzmanları, bu gözetim sayesinde elde edilecek verilerin karşılaştırılmasıyla, kullanıcıların WhatsApp, Telegram ya da Signal gibi uygulamalar üzerinden kimlerle yazıştığını ya da sesli-görüntülü görüşme yaptığının anlaşılacağını aktarıyor. Bu tip uygulamalardan yazışan ya da birbirini arayan kullanıcıların her ikisi de Türkiye’deki internet servis sağlayıcılardan hizmet alıyorsa, bu iki kişinin tespit edilebilmesi oldukça kolay.

      Görüştüğümüz internet servis sağlayıcıları, mobil telefon operatörlerinden BTK’ya giden veriler arasında, kullanıcıların konum bilgilerinin de olduğunu ileri sürüyor. Ancak Medyascope bu iddiayı aynı zamanda mobil telefon hizmeti de sunan Turkcell, Vodafone ve Türk Telekom’dan teyit edemedi.

      Aralık 2020 tarihli belgede, kullanıcıların internet trafik verilerini BTK’ya yollamayan internet servis sağlayıcılara ceza kesileceği uyarısı da yer alıyor.

      BTK’nın Türkiye’deki tüm kullanıcılara ait internet trafiğini talep ettiği, İSS Trafik Log Deseni başlıklı ve gizli ibareli yazı, 15 Aralık 2020’de internet servis sağlayıcısı şirketlere gönderildi.

      Belgede, “Kurumumuz adli amaçlı iletişimin tespit edilmesi, dinlenmesi, sinyal bilgilerinin değerlendirilmesi ve kayda alınmasına yönelik işlemler kapsamında verilen görevleri süresinde, eksiksiz ve herhangi bir aksamaya sebebiyet vermeyecek şekilde yerine getirmekle yükümlüdür. . . İnternet ortamında gerçekleşen faaliyetlere ilişkin olarak adli ve önleyici kapsamda daha detaylı bilgilerin alınmasına ihtiyaç duyulmuştur” ifadeleri yer aldı.

      BTK’dan internet servis sağlayıcılara gönderilen yazı, BTK Başkanı adına, Kurum Başkan Yrd. titrine sahip Fethi Azaklı imzası taşıyor.

      Bilgi Teknolojileri İletişim Kurumu’nun karar organı, Bilgi Teknolojileri ve İletişim Kurulu. Yani BTK adına kararlar kurul tarafından alınıp yöneticilerce icra ediliyor. Ancak İSS Trafik Log Deseni başlıklı yazıda, herhangi bir kurul kararına atıfta bulunulmuyor. BTK’nın internet sitesinde, kurul kararlarının yer aldığı bölümde de, kurul tarafından alınmış benzer bir karara rastlanmıyor. Yani internet trafiğini gözetlemek için internet servis sağlayıcılara yollanan yazı, kurul tarafından alınmış herhangi bir karara dayanmıyor.

      Gizli ibareli ve İSS Trafik Log Deseni başlıklı belgenin Aralık 2020’de, farklı tarihlerde yüzlerce internet servis sağlayıcısı şirkete gönderildiği tahmin ediliyor.

      Medyascope’un görüştüğü ve BTK’nın iletişim sektöründeki düzenleyici ve denetleyici konumundan ötürü isimlerinin saklı kalması kaydıyla konuşan internet servis sağlayıcı firmaların yetkilileri, şirketlerden BTK’ya kullanıcı trafiği veri akışının 2021 itibarıyla başladığını ileri sürüyor.

      Medyascope’un irtibat kurduğu Turkcell, Türk Telekom ve Vodafone, yani Türkiye’de abone sayısı bakımından en büyük üç internet servis sağlayıcısı, BTK’ya gönderilen veriler hakkındaki sorularımıza herhangi bir cevap vermedi.

      Trafik verileri anonim hâlde değil, kullanıcıların adıyla birlikte bildiriliyor

      Mobil uygulamalar, Facebook gibi sosyal ağ platformları ya da Google gibi servisler, kullanıcılarından topladığı verileri ürün ve hizmetlerin pazarlanmasında sıkça kullanabiliyor. Ancak Türkiye’de ve dünyada yürürlükte olan kişisel verilerin korunması kanunları uyarınca, bu veriler veri sahiplerinin kimliklerinin belirlenmesini önleyecek şekilde maskeleniyor. Yani toplanan veriler ile gerçek kişiler arasındaki bağlar koparılıyor.

      BTK’nın internet servis sağlayıcılardan her saat başı temin ettiği verilerde ise böyle bir uygulama yok. Yani veriler anonimleştirilmeden, gelen tüm trafik bilgisi kullanıcıların kimlikleriyle birlikte kayıt altına alınıyor.

      İnternet servis sağlayıcılar tarafından BTK’ya iletilen log’larda, yani trafik kayıtlarında, her bir satır abonenin adıyla başlıyor.

      İnternet servis sağlayıcılar tarafından BTK’ya saat başı gönderilen paketlerdeki her bir trafik satırı, şuna benziyor:

      Abonenin adı-soyadı@Hizmet alınan servis sağlayıcı | Abonenin IP numarası | Özel Port | Gerçek IP | Gerçek port başlangıç | Gerçek port bitiş | Trafik başlama tarihi [Gün-ay-yıl-saat-dakika-saniye] | Trafik süre [Bağlantının ne kadar devam ettiği, saniye cinsinden] | Hedef IP | Hedef port | App protokol [Bir uygulama için bağlantı kurulduysa burada uygulamanın adı, bir internet sitesine bağlantı gerçekleştirildiyse sitenin adresi yazıyor. Örnek: WhatsApp ya da medyascope.com] | Network protokol | İndirilen miktar [İndirilen verinin byte cinsinden miktarı] | Yüklenen miktar [Gönderilen verinin byte cinsinden miktarı] | Bağlantı PVC | Oturum ID | SSG IP | NAT cihaz | DPI cihaz | Termination cause | Packet type | Direction

      Yani BTK’ya giden trafik kayıtlarının her bir satırında;

      Abonenin adı ve soyadı (Tüzel kişiyse resmi adı),
      Abonenin o sırada kullanmakta olduğu IP numarası,
      Hangi uygulamayla ya da internet sitesiyle veri alışverişi yaptığı,
      İlgili veri alışverişinin başlangıç tarihi ve saati, veri alışverişinin ne kadar sürdüğü,
      Ne büyüklükte veri alıp ne büyüklükte veri gönderdiği

      gibi bilgiler yer alıyor.

      BTK’nın internet servis sağlayıcılardan istediği trafik verileri, e-postaların ya da WhatsApp veya diğer uygulamalardan gönderilen mesajların içeriği hakkında bilgi içermiyor. Ancak danıştığımız bilişim uzmanlarının tümü, Türkiye’nin tamamından veri toplandığı için, bu büyük veri kullanılarak yazışmaların kimler arasında yapıldığının anlaşılacağını aktarıyor.

      “İstihbari” veri toplamanın ilk ayağı abone deseniydi

      BTK trafik verilerini toplamaya başlamadan önce, internet aboneleri hakkındaki ayrıntılı bilgileri abone deseni adı altında internet servis sağlayıcılardan edinmeye başlamıştı.

      4 Aralık 2018’de işletmecilere Abone Desen Yapısı adlı bir belge yollayan BTK, aralarında internet kullanıcılarına ait aşağıdaki kişisel bilgilerin de bulunduğu abone dosyalarının kendisiyle paylaşılmasını istemişti:

      Abone adı-soyadı
      T.C. Kimlik ve pasaport numaraları, vergi ve MERSİS numaraları
      Cinsiyet ve uyruk
      Anne ve baba adı ile anne kızlık soyadı
      Doğum yeri ve tarihi
      Meslek
      Kimlik cilt, kütük, sayfa no, kimlik seri no ve kimliğin verildiği yer
      Abonenin adresi
      Abonenin eski cep telefonu numarası

      BTK ayrıca, bu kişisel bilgilerin güncel hallerini içeren dosyaların her ayın ilk günü kendisine tekrar gönderilmesini şart koşmuştu.

      Yani 2018’de Abone Desen Yapısı yazısıyla Türkiye’deki tüm internet kullanıcılarının kişisel verilerine ulaşan BTK, 2020’de İSS Trafik Log Deseni yazısıyla, aboneler hakkında sahip olduğu bilgilere internet trafiğini de arşivinde tuttuğu kullanıcı verilerine ekledi.

      BTK’nın aboneler hakkında tuttuğu dosyalardaki (kimlik, meslek, adres içeren dosya) bilgiler, her ayın ilk günü internet servis sağlayıcılardan gelen verilerle güncelleniyor.

      Abonelerin internet trafiği ise her saat başı internet servis sağlayıcılar tarafından BTK’ya gönderiliyor.

      BTK topladığı verilerle ne yapacak?

      BTK’nın 2022 yılının ilk çeyreği için hazırladığı Türkiye Elektronik Haberleşme Sektörü Üç Aylık Pazar Verileri Raporu’na göre, Türkiye’deki internet abone sayısı yaklaşık 89 milyon (88,847,744). İnternet kullanıcılarının 70 milyonu mobil cihazlarından, kalan kısmıysa sabit hizmetlerle internete bağlanıyor. Medyascope’un yayınladığı belge, 89 milyon kullanıcının her birine ait saatlik internet trafik verilerinin, abonelerin kimlik bilgileriyle birlikte BTK’ya ulaştığını gösteriyor.

      Peki, BTK bu verilerle ne yapıyor?

      Medyascope beş parçalık araştırma dizisinin kalan kısımlarında,

      BTK’nın topladığı veriler nasıl kullanılabilir? İstihbari önleme, profilleme, şantaj ve siyasal manipülasyon olasılıkları,
      BTK’nın daha önce gerçekleştirdiği gözetim girişimlerinin akıbeti, BTK’nın genişbant pazarının genel yapısının durumu, BTK’ya giden veriler nasıl bir zümrenin kontrolü altında?
      BTK’ya giden internet trafiği verileri kullanıcılar hakkında neler söylüyor?
      Kitlesel gözetime karşı yargı yolu açık mı? Kullanıcılar kendi mahremiyetlerini güvence altına alabilir mi?

      sorularına yanıt arayacak.

      –—

      Araştırma dizisi için sözlük:

      BTK: Bilgi Teknolojileri ve İletişim Kurumu. Ulaştırma ve Altyapı Bakanlığı’na bağlı. Türkiye’deki 11 düzenleyici ve denetleyici üst kuruldan biri. Kamuoyunun tanıdığı diğer bazı üst kurullar arasında, BDDK (Bankacılık Düzenleme ve Denetleme Kurumu), SPK (Sermaye Piyasası Kurulu), RTÜK (Radyo ve Televizyon Üst Kurulu), EPDK (Enerji Piyasası Düzenleme Kurumu), Rekabet Kurumu ve KİK (Kamu İhale Kurumu) bulunuyor.

      BTK-gate: 1972’de ABD’deki Başkanlık seçimleri öncesinde Demokrat Parti’nin Watergate binasında bulunan bürosuna giren beş kişi, Demokrat Parti telefonlarına dinleme cihazları yerleştirmeye çalışırken yakalandı. Watergate binasına giren beş kişiyi, Cumhuriyetçi Parti’nin ve Başkan Nixon yönetiminin yönlendirdiği anlaşılınca, olay büyük bir skandala dönüştü. Demokrat Parti ofisinin bulunduğu Watergate binası, skandalın da ismine dönüştü. Bu tarihten itibaren dünya basını, yolsuzluk ve usulsüz dinleme-gözetim skandallarına ya da büyük sızıntılara, Watergate skandalına referansla, -gate eki eklemeye başladı. Örneğin Wikileaks’in ABD Dışişleri yazışmalarını sızdırdığı olay Cablegate adıyla, Nokia’nın IŞİD’e verdiği rüşvetlerin ortaya çıkmasıyla Nokiagate yakıştırmasıyla anıldı. Türkiye’de, eski Emlak Bankası Genel Müdürü Engin Civan’ın vurulmasıyla ortaya çıkan, siyaset, iş dünyası ve mafyanın dahil olduğu rüşvet ağını ortaya çıkaran olaylar da Civangate ismiyle anılmıştı. Bu geleneğe istinaden, BTK’nın herhangi bir yasal düzenleme olmaksızın tüm toplumu kitlesel biçimde gözetlediğini gösteren bu olayı Medyascope, BTK-gate olarak nitelendirdi.

      İSS: İnternet servis sağlayıcı (Eng. Internet service provider, ISP). En basit tanımıyla, kullanıcılara internet hizmeti veren kuruluşlar, İSS olarak nitelendirilebilir. Bir vatandaş sabit adresinde internet kullanmak için örneğin Türksat’tan aylık internet aboneliği hizmeti aldığında, Türksat bir İSS hizmeti gerçekleştirmiş oluyor. Yurttaşlar mobil cihazlarında da hizmet aldıkları telekomünikasyon şirketleri vasıtasıyla internet kullanıyor. Bu durumda, mobil telefon hattı ve bağlı hizmetleri müşterilere sunan Turkcell, Vodafone ve Türk Telekom gibi şirketler de, abonelerine aynı zamanda internet erişimi de sağladıkları için İSS niteliği taşıyor.

      IP: İnternet protokolü. İnternette veya yerel ağda yer alan cihazların sahip olduğu benzersiz adres. Noktalarla ayrılmış sayı dizilerinden oluşur (Örnek: 192.168.1.1). Bu sayı dizilerine genellikle, IP adresi adı verilir.

      Dinamik IP: Bir cihaz internete bağlandığında, İSS tarafından bu cihaza atanan IP adresi. Bir cihaza statik ya da sabit bir IP atanmadığı takdirde, cihazın IP adresi internete her bağlandığında değişir.

      Statik IP: Sabit ya da özel IP adresi. Genellikle sunuculara, yani internet kullanıcılarının sıkça eriştiği yerlere statik IP atanır ve böylece diğer cihazlardan bu sunuculara yönelen iletişim kolaylaşır. İSS değiştirmedikçe, statik IP sahibi cihazlar internete her bağlandıklarında aynı IP adresine sahip olurlar.

      Application ya da app: Uygulama. Özellikle mobil cihazlarda, belirli fonksiyonları yerine getirmek için hazırlanan yazılımlar. İnternet tarayıcısı aracılığıyla herhangi bir adresle iletişim kurmaya gerek olmaksızın, uygulamalar kullanıcıların istekleri doğrultusunda ya da sürekli, bazı adreslerle iletişime geçebilir.

      Kullanıcı internet trafiği: İnternete bağlı bir cihazın (bilgisayar ya da mobil cihaz), bağlantısı üzerinden yaptığı tüm veri alışverişleri. Örneğin bir bilgisayar ya da cep telefonunun internet tarayıcısı (Firefox, Chrome vb.) üzerinden ziyaret ettiği internet siteleri, uygulamalar üzerinden gerçekleşen veri alışverişleri (Spotify, mobil banka uygulamaları, vb.), bir kullanıcının internet trafiğini oluşturuyor.

      Log: Sistem günlüğü. Bir kullanıcının internet trafiği belirli periyotlarda (saatlik, günlük ya da haftalık) kaydedildiğinde, kullanıcı internet trafiği kayıtlarından oluşan bu belgeye log deniyor. BTK’ya İSS’ler tarafından gönderilen log’lar, kullanıcıların bir saatlik internet trafiğini içeriyor. 5651 sayılı Kanunda 2020’de yapılan değişiklikle birlikte İSS’lere, abonelerine sağladıkları internet trafiğini iki yıla kadar saklama zorunluluğu getirilmişti.

      https://medyascope.tv/2022/07/21/belgeleriyle-btk-gate-turkiyedeki-tum-kullanicilarin-internet-hareketleri
      #surveillance #Turquie #surveillance_de_masse #BTK #internet #ISP #métadonnées

  • Toute l’action des spécialistes métier ERP est de créer de la valeur ajoutée dans les sociétés clientes, en tout cas c’est le but des éditeurs #ERP qui les emploient. Pour les commerciaux c’est différent, l’information en instantané doit être très proche des process sur les chantiers, c’est ce qui leur permet de faire évoluer une offre ERP #BTP en fonction des besoins des conducteurs de travaux. Il faut juste retenir que plutôt qu’une #SSII avec des salaires bas, les développeurs privilégieront un éditeur proposant un ERP sur mesure, lequel accompagnera les clients à toutes les étapes de mise en place leur projet ERP.
    http://consultant.eu3.biz/mise-en-place-logiciel.html

  • Selon le milieu informatique dédié au bâtiment et travaux publics, les équipes métier #BTP sont presque toujours en recherche de qualité pour un service #ERP d’implémentation impeccable de la part de l’éditeur (surtout quand il est reconnu). Ils savent qu’ainsi, il y aura bien moins de tâches ennuyantes en cours de #projet, ni de duplication de données posant problème.
    http://exportation.getenjoyment.net/creation.html

  • #Travailleurs_détachés : #condamnations à répétition pour #Bouygues

    En un an, le géant du #BTP a été condamné trois fois pour avoir eu recours illégalement à des ouvriers roumains et polonais sur le site de l’#EPR à #Flamanville, de 2009 à 2011. Des décisions de #justice passées inaperçues.

    https://www.mediapart.fr/journal/economie/091121/travailleurs-detaches-condamnations-repetition-pour-bouygues
    #France #condamnation #travail #exploitation #travailleurs_étrangers

    ping @karine4

  • Si vous êtes en recherche de nouveaux chantiers, il ne suffit pas d’attendre que le téléphone sonne. Dans une première phase il vaut mieux passer par des sites #web indépendants pour vous ramener des clients. Je parle préférentiellement de sites web focalisés vers les sociétés comme la vôtre. Dans un contexte où les prix des matériaux s’envolent dans le #BTP, il reste la question du #logiciel pour améliorer la #gestion.
    http://progiciels.net.eu.org

  • Vers des #sables alternatifs issus de la déconstruction des bâtiments : le projet de recherche SAND

    Le sable est la 3e ressource consommée dans le monde. Il existe de forts enjeux à développer l’#économie_circulaire de cette ressource non renouvelable : c’est l’objet du #projet_de_recherche #SAND destiné à valoriser du sable issu de la #déconstruction des bâtiments et des #boues_de_bétons dans les mortiers, et à mettre en place une filière de recyclage.

    Le projet de recherche SAND, financé par l’#Ademe et coordonné par l’entreprise #PAREX / #SIKA, est mené en synergie avec #Clamens et le Cerema. Il a pour objectif de produire du sable issu du recyclage de #matériaux_du_bâtiment et des boues de bétons afin d’économiser la #matière_première.

    En effet, le sable est la 3e ressource la plus consommée au monde après l’air et l’eau et son extraction a un fort impact environnemental, et est devenue un enjeu stratégique car sa raréfaction est de plus en plus critique.

    Du #sable_recyclé pour du mortier à usage du bâtiment

    La #dépendance mondiale du sable induit une forte tension au niveau de l’#approvisionnement et une hausse de prix. L’usage d’un #sable_de_substitution pour le bâtiment qui en est le principal consommateur et la création d’une filière de recyclage des #déchets_locaux_inertes du #BTP, dans une démarche d’économie circulaire, répondraient à ces problématiques en développant des emplois locaux.

    Par ailleurs, un procédé de production de sables alternatifs sera mis au point. Ce procédé, économe en énergie, permettrait de produire un gisement homogène et ayant les propriétés requises pour être intégré dans des #mortiers colles ou des mortiers d’enduits.

    Le projet, qui bénéficie d’un financement du #Programme_d’investissement_d’avenir et s’étendra sur quatre ans, sera mené en trois grandes étapes pratiques :

    - Définir les propriétés des sables recyclés qui pourront être incorporés dans des mortiers colles ou des mortiers d’enduits. Différentes propriétés des sables vont être analysées afin de garantir un flux homogène malgré la diversité des sources.
    - Mettre en place des formules adaptées selon le taux d’incorporation des sables recyclés. Les formules seront caractérisées selon les normes en vigueur, notamment d’un point de vue durabilité.
    – Mettre en place un démonstrateur industriel qui pour produire un sable homogène avec un procédé éconologique (économiquement viable et dont l’impact environnemental serait réduit). L’objectif est de s’assurer de la viabilité technique du procédé et de sa reproductibilité pour permettre le développement d’une filière des mortiers recyclés destinés au bâtiment. Ce démonstrateur permettra à terme de traiter 100.000 tonnes de sable par an.

    L’expertise du Cerema en caractérisation des matériaux mobilisée

    L’équipe de recherche DIMA (Durabilité, Innovation et valorisation des Matériaux Alternatifs) du Cerema sera plus particulièrement impliqué dans deux volets qu’il pilotera : l’évaluation des scénarii logistiques et des voies de valorisation des sables, et l’évaluation des impacts environnementaux, économiques et sociétaux des mortiers fabriqués. Des essais en laboratoire seront menés par le Cerema d’Ile-de-France afin de valider les mélanges proposés par le partenaire industriel. Une attention particulière sera portée à la durabilité des mortiers mis en œuvre.

    Dans une seconde phase, les mortiers à base de sables recyclés seront testés avec la pose de carrelages et d’enduits à l’aide de ce mortier sur des bâtiments existants.

    L’objectif final est de permettre la diffusion et la mise en oeuvre du procédé partout où il eut être utile aux filières.

    https://www.cerema.fr/fr/actualites/sables-alternatifs-issus-deconstruction-batiments-projet
    #sable #construction #recyclage #alternative

    et un nouveau mot : #éconologie

    ping @albertocampiphoto

  • Les salons rassemblent des milliers d’acheteurs et de vendeurs en un seul lieu et en un court laps de temps, c’est donc un bon investissement de participer à une foire exposition comme Artibat, salon de la #Construction et des #TravauxPublics. Pour identifier de nouveaux produits orientés #BTP, des matériels bien sûr, mais aussi élargir votre horizon sur les fournisseurs en particulier sous-traitants du #batiment.
    http://michelcampillo.com/blog/6152.html

  • Warum hat DIE LINKE bei der Bundestagswahl relativ am stärksten verloren?

    Oskar Lafontaine auf Facebook (URL unbekannt):

    Um bei einer Wahl gut abzuschneiden, braucht eine Partei Führungspersonal, das bei den Wählerinnen und Wählern beliebt ist und Vertrauen genießt. Dazu gibt es Umfragen. In welchem Umfang das Spitzenpersonal der Parteien das Wahlergebnis beeinflusst, haben Armin Laschet und Annalena Baerbock mehr als deutlich gezeigt.

    Um bei einer Wahl gut abzuschneiden, muss die Politik der vergangenen Jahre überzeugen. Ob das der LINKEN gelungen ist, darüber gaben die Europawahl und die Landtagswahlen Aufschluss.

    Um bei einer Wahl gut abzuschneiden, braucht eine Partei auch ein gutes Programm. Überzogene Forderungen überzeugen die Wählerinnen und Wähler nicht. Und gut gemeinte Vorschläge zur Verbesserung des sozialen Lebens kommen nicht an, wenn dasselbe Programm Forderungen enthält, die die große Mehrheit der Wählerinnen und Wähler ablehnt.

    Wenig beeindruckend ist, wenn diejenigen, die für das Wahldesaster in erster Linie Verantwortung tragen, die Schuld bei anderen suchen. So hat uns beispielsweise Jörg Schindler in seiner Wahlkampfanalyse dankenswerterweise daran erinnert, dass er für die Aufgabe des Bundesgeschäftsführers und Wahlkampfleiters ungeeignet ist.
    https:// www.links-bewegt.de/de/article/407.todesstrafe-auf-bew%C3%A4hrung.html

    Ebenso wenig können die sich jetzt wiederholenden Appelle an die Geschlossenheit eine schonungslose Aufarbeitung der Wahlniederlage ersetzen.

    Zu den Ursachen der Wahlniederlage hat der WASG-Mitbegründer Ralf Krämer zusammen mit dem Sprecherrat der Sozialistischen Linken eine Analyse vorgelegt, die auf die entscheidenden Fehlentwicklungen der letzten Jahre hinweist:

    https://sozialistische-linke.de/2021/10/01/bundestags-wahlergebnis .

    Aufschlussreich ist die Grafik über die Zuweisung der sozialen Kompetenz an die Partei DIE LINKE bei den bisherigen Bundestagswahlen. Das Alleinstellungsmerkmal der LINKEN war:

    Sie hat als einzige Partei im Bundestag verlässlich gegen Krieg und Sozialabbau gestimmt. Je mehr man dieses Alleinstellungsmerkmal in Frage stellte, um potentiellen Koalitionspartnern zu gefallen, umso mehr wurde die Existenz der Partei DIE LINKE gefährdet.

    Dabei müsste gerade jetzt, in einer Zeit der zunehmenden Konfrontationspolitik der USA gegenüber Russland und China und der sich anbahnenden Agenda 2030, bei der wieder nicht die oberen Zehntausend zur Kasse gebeten werden, sondern die große Mehrheit der Bürgerinnen und Bürger, eine gestärkte LINKE im Deutschen Bundestag Widerstand gegen Krieg und Sozialabbau leisten.

    as Traurige ist: Angesichts des Zustands der anderen Parteien waren unsere Chancen, ein gutes zweistelliges Ergebnis zu erzielen, noch nie so groß wie bei dieser Bundestagswahl.

    #BTW2021 #dielinke #VerlässlichgegenKriegundSozialabbau #neinzuragenda2030 #Sozialabbau #oskar #lafontaine #oskarlafontaine

    #Allemagne #gauche #élections #2021

    • On remarquera qu’Emmanuel A. avait 12 ans lors des massacres du Rwanda, les tutsis et les hutus, entre 500 000 et 1 millions de morts.
      Ca s’était passé entre avril et Juillet 1994.

      L’extermination des tutsis par la majorité hutue avait reçu le soutien de l"Eglise catholique à plusieurs niveaux :
      – participation aux meurtres,
      – soutien de l’idéologie raciste hutue,
      – non assistance à personnes en danger.
      A la fin du conflit, le Vatican et diverses hiérarchies catholiques ont rappelé que l’aide et la protection apportées aux criminels de guerre restait autant d’actualité qu’après la seconde guerre mondiale.

      Des prêtres et religieuses rwandais ont pu ainsi fuir et trouver refuge en Europe.
      Certains, et certaines, trés peu ont été condamnés.

      Emmanuel A était sorti le 29 juillet d’une hospitalisation en psychiatrie où il avait été soigné pendant plus d’un mois, a indiqué lors d’un point presse le vice procureur de La-Roche-Sur-Yon, Yannick Le Goater. 

      Pourquoi est il sorti ?
      On peut penser qu’il y a de moins en moins de place dans les unités psychiatriques des hopitaux en France.

      Quelques annonces, pour ce qui est du travail de notre gouvernement et de nos parlementaires et élus en France.
      On ne parlera que des lits d’hospitalisation en psychiatrie.

      Bordeaux  : Bonne nouvelle : Un nouveau CHU est en cours de construction à Bordeaux.
      Avant le Covid, ce projet prévoyait par là-même de supprimer 200 lits par rapport aux bâtiments actuels.
      dont des lits de psychiatrie.

      Caen  : Le CHU doit perdre 200 lits d’ici à 2026, dont des lits de psychiatrie. C’est ce qui a été arrêté, en 2015, dans le cadre du projet de reconstruction du CHU de Caen.

      Créteil  : À l’hôpital Albert Chenevier de Créteil, une unité de psychiatrie de 20 lits doit être définitivement fermée et transférée vers une clinique psychiatrique privée de Crosne, appartenant au groupe Orpea-Clinea.

      Lyon  : 25 lits d’hospitalisation pour adultes ont été fermés de manière définitive à l’hôpital psychiatrique du Vinatier depuis le confinement du printemps 2020.
      25 autres qui devaient être fermés de manière provisoire ne vont pas rouvrir.
      De plus, un plan d’économie de 10 millions d’euros décidé en 2018 prévoit de fermer en décembre 25 lits d’hospitalisation de longue durée.
      Ce qui fait 75 lits fermés en tout 2020.
      D’autres suppressions de places d’hospitalisation sont prévues pour les années à venir.

      Dans le département de la Mayenne , les hôpitaux ferment pendant l’été 200 lits en tout dans de nombreux services, dont le service psychiatrique.

      Nantes  : Plus de 100 lits ont été fermés en pleine crise sanitaire, selon Mediapart.
      Le projet de construction de nouveaux bâtiments pour le CHU d’ici 2026 prévoyait en plus la suppression de 400 postes et 230 lits dont des lits de psychiatrie.

      Nérac  : Fermeture de la structure mobile d’urgence et de réanimation (Smur) de Nérac du 25 juillet au 31 août 2021.

      Nice  : Le contrat de retour à l’équilibre financier adopté par la direction du CHU de Nice en 2017 prévoyait la suppression de 200 lits, c’est en cours, dont des lits de psychatrie.

      Rennes  : Une unité de 20 lits va être fermée, pendant quelques mois, à l’hôpital psychiatrique de Rennes, informait Ouest France en avril 2021.

      Sarlat  : Le nouveau projet médical partagé du groupement hospitalier de Dordogne, dont dépend l’hôpital de Sarlat, prévoit la fermeture de 14 lits (sur 38) dans le service de psychiatrie.

      Tarbes-Lourdes  : Les hôpitaux de Tarbes et Lourdes doivent fermer pour être regroupés sur un site unique qui serait construit à Lanne, entre les deux villes, à l’horizon 2029.
      Selon l’état actuel du projet, le nouvel hôpital comprendra de 150 à 200 lits en moins que les deux centres hospitaliers actuels réunis, dont des lits de psychiatrie.

      Tours  : Avant le début du Covid, le Copermo avait prévu la suppression de 350 lits, dont des lits de psychiatrie.

      Saint Ouen  : D’ici 2027, un nouvel hôpital à Saint-Ouen doit remplacer les hôpitaux parisiens de Bichat et Beaujon.
      L’hôpital abritera 816 lits, soit 26 % de moins que Beaujon et Bichat, dont des lits de psychiatrie.