• Cassoulet de morue
    https://www.cuisine-libre.org/cassoulet-de-morue

    La veille, faites tremper séparément, dans de grandes quantités d’eau, les haricots et la #Morue pendant 12h, en changeant l’eau plusieurs fois. Le lendemain, égouttez les haricots et plongez-les avec le bouquet garni dans un faitout d’eau froide et faites cuire à petits frémissements pendant 1h30. Goûtez pour vérifier la cuisson. Préchauffez le four à 180°C. Rincez la morue, essuyez-la et coupez-la en tronçons.

    Pelez et hachez les oignons et l’ail. Dans une cocotte, faites fondre l’ail et les oignons avec… #Cassoulets, #Haricot_blanc, Morue, #Occitanie, #Tomate_en conserve / #Sans œuf, #Sans gluten, #Sans lactose, #Sans viande, (...)

    #Mijoté

  • Don’t separate Covid-positive children from parents, Western diplomats ask China | South China Morning Post
    https://www.scmp.com/news/china/diplomacy/article/3173025/dont-separate-covid-positive-children-parents-western

    Don’t separate Covid-positive children from parents, Western diplomats ask China. French and British envoys raise concerns about practice in Shanghai as city tries to stop spread of coronavirus. Western diplomats have expressed concern about separating children from their parents as part of Covid-19 curbs in Shanghai as the government tries to stamp out the spread of the virus.The city has been separating Covid-positive children from their parents, citing epidemic prevention requirements, which has prompted a widespread public outcry.Diplomats from more than 30 countries have written to the Chinese foreign ministry urging authorities not to take such a step.“We request that under no circumstances should parents and children be separated,” the French consulate in Shanghai said in a letter addressed to the foreign affairs office in the city on Thursday.
    Shanghai locks down western bank of Huangpu River as Covid fight continues in China’s biggest city
    In a separate letter to the Chinese foreign ministry dated the same day, the British embassy in Beijing said it was concerned by “recent instances when local authorities have sought to separate minors who tested positive for Covid-19 from their parents” and requested assurances that this would not happen to diplomatic staff.The French consulate and British embassy both said they were writing the letters on behalf of European Union states as well as other countries including Norway, Switzerland, Australia and New Zealand.They said they had heard about difficulties caused by Shanghai’s lockdown, which the city started carrying out in two stages starting March 28.The French consulate letter said asymptomatic or mild cases should be sent to “a specialised isolation environment with staff who can communicate in English”.Currently, asymptomatic cases are sent to centralised quarantine centres, some of which have been described as unsanitary and overcrowded.The British embassy said there were concerns over the conditions and lack of privacy in recently deployed mobile hospital facilities, adding that isolating in diplomatic housing was a “preferable solution and consistent with our Vienna Convention privileges”.“The British consulate general in Shanghai has been raising its concerns about various aspects of the current Covid policies in relation to all British nationals in China, with the relevant Chinese authorities,” a consulate spokesman said.
    Locked down in Shanghai: China’s biggest city grapples with its worst Covid outbreak since 2020The French consulate declined to comment on the letter. The Australian consulate general in Shanghai, which was cited in the letters, also declined to comment but said it had been engaging with local authorities on the Covid-19 restrictions.The United States did not appear as a signatory on either letter.However, the US consul general in Shanghai, Jim Heller, told members of a private chat group for US citizens that the consulate had been underscoring many of the concerns raised by the European letter with the Shanghai government.A US embassy spokesman declined to comment on Heller’s remarks but said the treatment of embassy staff in the Covid-19 pandemic was “job one” and that the embassy was engaging on Covid-related policy with the Chinese government.Other countries, such as Norway, Switzerland and New Zealand, which were mentioned in the letters, did not respond to requests for comment.
    The Chinese foreign ministry also did not respond to a request for comment.On Monday, Shanghai official Wu Qianyu said children could be accompanied by their parents if the parents were also infected, but separated if they were not, adding that policies were still being refined.
    China has sent the military and thousands of health workers into Shanghai to help carry out Covid-19 tests for all of its 25 million residents.
    Cases continued to rise on Monday amid a city lockdown, in one of the country’s biggest-ever public health responses.

    #Covid-19#migrant#migration#chine#france#grandebretagne#etatsunis#norvege#suisse#nouvellezelande#shangai#isolement#famille#expatrie#restrictionsanitaire#caspositif#casasymptomatique#confinement

    • Stanze – di Gianluca e Massimiliano De Serio – Videoinstallazione – Italia 2010

      Il diritto d’asilo calpestato, poesia civile sulle tracce delle “catene poetiche” della tradizione orale somala. E i muri, e le vicende, dell’ex caserma La Marmora di via Asti, a Torino, autentica «centrifuga» simbolica della storia d’Italia.

      «Quanto è sconnessa la terra sotto i miei piedi,/ quanto è vasta la sabbia,/ andavo avanti sballottato e dappertutto le dune si moltiplicavano».

      «Mi hanno preso le impronte, non sono più come i miei coetanei./ Mi hanno reso povero in tutto, sono senza prospettiva di vita qui in via Asti./ Chi ci ha respinto ci ha fatto restare sul marciapiede in mezzo a una strada, ci ha relegato a dormire lungo i muri./ Ci obbligano a tornare indietro,/ non possono capire che il trattato di Dublino è il colonialismo: a chi possiamo denunciarlo?».

      In Stanze si respira la vertigine deserto, si intuisce la fatica del viaggio. Si ascolta una madre che teme per il figlio emigrato. Si sente sotto i piedi la lastra nera del mare. Si impara che cosa sia il bisogno di fuggire da una terra invivibile, ma anche la disillusione per essere finiti in un Paese diverso da come lo si sognava. Si diventa testimoni della miseria e dell’indifferenza vissuti in Italia. E si è inchiodati alla denuncia: «Gli italiani non hanno mantenuto la promessa fatta», quella di un’accoglienza che dia un minimo di sostanza al diritto d’asilo concesso sulla carta.

      Nato come videoinstallazione, Stanze è stato girato con un gruppo di giovani rifugiati somali che sono stati “ospiti” degli spogli locali dell’ex caserma La Marmora di via Asti, a Torino. Le riprese, senza luce artificiale, si sono svolte in un’unica giornata ma la preparazione è durata mesi, in collaborazione con la mediatrice culturale e scrittrice Suad Omar. In questo «film di parola e non di azione» (è la definizione dei fratelli De Serio) gli attori, a turno, narrano le loro storie per circa un’ora, fermi davanti alla camera da presa, in versi somali con sottotitoli in italiano.

      La forma recupera e riattualizza il genere della “catena poetica” (una serie di liriche collegate fra loro, strumento di dibattito pubblico e politico nella tradizione orale della Somalia). Mentre, nei contenuti, la cronaca e la testimonianza si fanno poesia civile, con un’asprezza senza tempo che ricorda a tratti i salmi più scabri e le denunce più dure dei profeti dell’Antico Testamento.

      Una parte dei testi proposti dal gruppo di giovani rifugiati non si limitano alla situazione del diritto d’asilo ma “interpretano” anche la storia dell’ex caserma La Marmora, decifrando in quelle mura «una vera e propria centrifuga della storia italiana», come ricorda l’associazione di “mutuo soccorso cinematografico” Il Piccolo Cinema di Torino: «Fondata durante il primo periodo coloniale italiano nel corno d’Africa, la caserma è poi diventata sede, durante il fascismo, della Guardia nazionale repubblicana e vi si sono consumate torture e fucilazioni dei partigiani prigionieri». Da qui la ripresa in Stanze (stanze come strofe poetiche, stanze di mattoni) di alcuni stralci degli atti del processo che, nel 1946, vide alla sbarra alcuni fascisti che “lavorarono” in via Asti. Ancora Il Piccolo Cinema: «Nel film gli ex abitanti della caserma, attraverso un percorso di sdoppiamento storico ed esistenziale, si fanno carico della nostra stessa storia e delle sue mancanze».

      Prodotto per la prima edizione del “Premio Italia Arte Contemporanea” del Maxxi di Roma, Stanze ha ottenuto la menzione speciale della giuria «per l’uso innovativo del linguaggio filmico nel rappresentare la condizione umana di sofferenza e di oppressione che attraversa la nostra storia».

      Alcune scene e una presentazione del video da parte di Gianluca e Massimiliano De Serio sono presenti su You Tube: https://www.youtube.com/watch?v=GvWW0Ui7Nr0

      Il sito Internet dei fratelli De Serio è: www.gmdeserio.com
      https://viedifuga.org/stanze

    • Intervista a Gianluca e Massimiliano De Serio - Quella stanza fuori dall’Africa

      Quella stanza fuori dall’Africa Teresa Macri ROMA Incontro con i gemelli De Serio, menzione speciale della giuria per il Premio Italia Arte Contemporanea al Maxxi. «Abbiamo girato un film-catena poetica che recupera la tradizione orale somala, prima dell’avvento della scrittura. Nel nostro caso, la narrazione orchestrata dalla poetessa Suad Omar è declinata da alcuni rifugiati politici che interpretano le loro storie di esiliati» Gianluca e Massimiliano De Serio con il mediometraggio Stanze, si sono aggiudicati una menzione speciale da parte della giuria e una passione smodata da parte del pubblico. Sarebbe stato un esemplare epilogo se, nel catastrofico crinale italiano come quello che stiamo attraversando, la giuria avesse inviato un chiaro segno politico puntando sul loro film che riesce a coagulare paradigma storico, displacement, soggettività e funzione del linguaggio poetico attraverso i racconti di alcuni politici somali in Italia. Comunque sia i fratelli De Serio (Torino, 1978) sono stati appena premiati alla 28ma edizione di Torino Film Festival con il documentario Bakroman sui ragazzi di strada del Burkina Faso. Fin dal 1999, i gemelli indagano senza tregua e senza alcun rigurgito ideologico sui temi dell’identità culturale, «negoziata», fluida e in divenire nell’epoca tardo-capitalista, sui conflitti tra urbanità e minoranze etniche che stanno ridefinendo le nostre società occidentali. La loro è una ricerca «etica», indirizzata sullo scontro degli spazi sociali e sul disagio dell’estetica, nei confronti della politica. Una ricerca in con-trotendenza con l’immaginario simulacra-le così ripercorso dalla loro stessa I-Generation. Ragione dei numerosissimi riconoscimenti internazionali ricevuti finora: Nastro d’Argento per il miglior cortometraggio (2004), il festival di Edimburgo (2006), Oberhausen (2006), Stoccarda (2005), Vendó me (2005 e 2006) e, come miglior film italiano, per tre anni consecutivi al Tff. L’asserzione dell’artista Francis Alys «a volte fare qualcosa dl poetico può diventare politico e a volte fare qualcosa dl politico può diventare poetico» sembra descrivere li vostro film. Come è nata e si è sviluppata l’idea dl «Stanze»? Poesia e politica non sono per forza estranee. Al contrario. Cosl come l’estetica può veicolare un contenuto etico, il rapporto fra le due sfere deve essere il più coerente possibile. In particolare, Stanze è un lavoro che si sviluppa in entrambe le direzioni. E un film/catena poetica che recupera la tradizione orale somala prima dell’avvento della scrittura. La poesia era lo strumento di discussione etica e politica della società somala, con essa si creavano catene poetiche attraverso le quali si dibatteva: venivano apprese a memoria dalla società e servivano per un dibattito pubblico, sublimato dalla bellezza e dal rigore della metrica. Nel nostro caso, le poesie, create sotto la maestria della poetessa Suad Omar, sono declinate da un gruppo di rifugiati politici che interpretano le loro storie di esiliati e si fanno carico della nostra storia e delle nostre mancanze.
      «Stanze» è centrato sulle forme di potere autoritarie: dal colonialismo italiano In Africa al fascismo del ventennio fino all’attuale stato dl diritto discrezionale... Il film è un lento scivolare dalla diaspora dei somali all’inadeguatezza del nostro paese nell’accoglierli secondo le regole internazionali. Progressivamente, i rifugiati arrivano ad interpretare stralci del processo, del 1946 nella caserma di via Asti di Torino, in cui vennero condannate alcune guardie nazionali repubblicane fasciste, colpevoli di sevizie, di torture e uccisioni di numerosi partigiani (tutti amnistiati, creando in questo modo un vuoto storico e giudiziario). I somali, figli indiretti della nostra storia e delle colpe coloniali e fasciste e oggi rifiutati dalla nostra società, prendono la voce dei testimoni del processo, attuando una sorta di sdoppiamento storico ed esistenziale che incolpa prima di tutto l’Italia e ne riempie il vuoto morale e politico. I luoghi di ogni «stanza poetica» sono alcune sale della tremenda caserma di via Asti, che paradossalmente è stata un provvisorio posto di accoglienza di centinaia di rifugiati politici somali nel 2009, alcuni dei quali protagonisti del film. Lo sradicamento del soggetto post-coloMale è al centro delle vostre analisi sia In «Zakarla» che in «Stanze». In ciò conta molto l’humus torinese dove vivete? Torino è una città che ha visto nascere i movimenti di potere, ma anche di protesta e di avanguardia in Italia. E un luogo di spe:
      * rimentazione sociale dove si cerca di supplire alle mancanze del govemo in materia di rifugiati politici. Molte delle nostre storie nascono e si creano nel nostro quartiere o nella nostra città. Qui ha sede il Centro Studi Africani, dove ha avuto inizio la ricerca per realizzare Stanze. Il presidente, ora purtroppo scomparso, era Mohamed Aden Sheickh, ex ministro somalo che è stato sei anni in cella di isolamento sotto la dittatura di Siad Barre ed è a lui e ai rifugiati politici che dedichiamo il lavoro. Grazie a lui abbiamo incontrato Abdullahi, Suad Omar e tutti i rifugiati politici protagonisti. La necessità dl ritornare su accadimenti passati della storia Italiana (come II film dl Martone "Nol credevamo») è un meccanismo dl presa di coscienza del presente attraverso una di logica della memoria? Il nostro è un tentativo di creare una nuova immagine del presente, fuori da ogni formato e da ogni cliché, capace di farsi carica di significato e di aprirsi a riflessioni future e a ri-letture del passato, sotto una nuova estetica e rinnovati punti di vista. Stanze, per esempio, parte dalle storie della diaspora presente, dalle torture in Libia e dai respingimenti, dai non diritti dei rifugiati, che si perpetuano tutti i giorni tra Africa e Italia, fin dentro il nostro stesso paese. Questa diaspora ha radici profonde e interpella la nostra storia più nera, sconosciuta o opportunisticamente dimenticata, quella del colonialismo, degli eccidi in Somalia da parte degli italiani, delle colpe dei fascisti, mai pagate fino in fondo come ci insegna via Asti. C’è nella vostra ricerca una attenzione alla struttura metrica che stabilisce anche Il ritmo del film. II riferimento è alla catena poetica dl Stanze», alla rima del rappers in «Shade ? Da anni onnai lavoriamo sul tentativo, di volta di volta diverso, di creare una «nuova oralità». La trilogia dedicata a Shade era un lungo flusso di coscienza in freestyle, che abbandonava le classiche regole del genere per farsi nuova parola e immagine, icona, memoria di se stessa. In Stanze abbiamo spazializzato il suono, lo abbiamo reso scultura, capace di riflettersi su un’immagine aderente al concetto di catena poetica e in grado di farsi bella, perfetta, ipnotica, sia nella metrica e nel suono, ma anche nei colori e nelle luci. Solo così crediamo si possa restituire la dignità e il coraggio di mettersi in gioco dei nostri protagonisti: ognuno con i suoi strumenti, in un dialogo continuo che si fa scambio, dialettica, alleanza.
      PREMIO ITALIA ARTE Rossella Biscotti presenta il suo «Processo» dopo il 7 aprile L’artista Rossella Biscotti è la vincitrice della prima edizione del Premio Italia Arte Contemporanea, curato da Bartolomeo Pietromarchi e organizzato dal Mani per sostenere e promuovere l’arte italiana rigosamente under 40. «II Processo», realizzato dalla Biscotti (Molfetta, 1978, ma vive in Olanda) consta in una installazione molto formale di architetture residuali in cemento armato ispirate alla conversione logistica subita dalla razionalista palestra della scherma realizzata da Luigi Moretti al Foro Italico in aula bunker durante i processi politici degli anni di piombo, tra cui quelli legati al caso Moro. Parallelamente e più pregnantemente un audio, disseminato nel museo, invia le registrazioni del famoso processo .7 Aprile». A colpire la giuria è stata «l’intensità del lavoro e il forte legame che l’artista ha saputo costruire fra l’architettura del museo e quella dell’opera». L’installazione sarà acquisita dal Marci e verrà pubblicata una monografia dell’artista. Tre gli altri finalisti in lizza: Rosa Barba (Agrigento, 1972) con il suo museo nascosto» nei depositi; Piero Golia (Napoli 1974) che cerca di confondere lo spettatore spostando continuamente il punto di vista, e i gemelli De Serio, menzione speciale per il loro mediometraggio «Stanze».

      https://archive.ph/Ob2nj#selection-68.0-68.2

    • Italy’s De Serio Brothers on CineMart-Selected Colonial-Era Drama ‘Prince Aden’ (EXCLUSIVE)

      Gianluca and Massimiliano De Serio, the Italian directing duo best known internationally for their Locarno premiere “Seven Acts of Mercy,” are developing a colonial-era drama that they’re presenting during the Rotterdam Film Festival’s CineMart co-production market.

      “Prince Aden” begins in 1935, when a 16-year-old Somali boy passes the test to become a dubat, a soldier in the Italian army that has invaded Ethiopia on the orders of Mussolini. Aden Sicré is sent to the frontlines, but after being injured on his first day of service he’s forced to return home – where he is unexpectedly hailed as a war hero by the Fascist regime.

      Five years later, Aden is recruited to take part in a recreation of the daily life of an African village at the newly built Mostra d’Oltremare exhibition center in Naples. But when Italy enters the Second World War, the “human zoo” suddenly closes, stranding Aden and the other African inhabitants for three years as Allied bombs destroy the city around them.

      Inspired by the book “Partigiani d’Oltremare,” by the Italian historian Matteo Petracci, the film follows the unexpected turns in the years after, as Aden and other African fighters play a pivotal role in the partisan struggle against fascism in Europe, and the would-be shepherd is hailed as the film’s titular prince.

      “Prince Aden” sheds light on an “unknown story” that helped shape the course of Italy in the 20th century, according to Gianluca. Yet it’s a story that’s become increasingly relevant against the backdrop of modern-day Europe.

      “We found that this story is not so far from those of thousands of young people who leave their homeland and come to Italy and Europe to find a new life today,” he said. “There is a kind of mirror” with current events.

      Massimiliano said that “this story is a contemporary story, not only a story of our recent past,” which reflects how events between the colonial era and the present day are connected.

      “We need to talk about not only our origin [as colonizers and fascists], but also we need to talk about the importance of Africa to our story, and also the importance of the Italian story to the African one,” he added. “The film will not only be a film about colonialism, because everything starts from there, but also about post-colonialism.”

      The De Serio Bros. addressed similar topics in their 2010 film installation “Stanze” (Rooms) (pictured), which looked at issues of colonialism, post-colonialism and their consequences on the condition of migrants today.

      Central to “Prince Aden” will be an interrogation of the ways in which the Fascist regime exploited the image of its young African hero for its own purposes. The brothers will also examine the role played by the Mostra d’Oltremare, as well as the Italian film industry, in promoting the propaganda of the Fascist government, raising questions of how history is staged and narratives framed.

      It’s a timely subject in an era when previously marginalized voices across the world are struggling to reclaim their own stories. Massimiliano noted how an increasing number of young Italian writers, artists and musicians with African roots have in recent years begun to produce art that echoes their own experiences as second- and third-generation Italians.

      However, he said, “there is not a real debate in Italy’s culture about our colonialism and the ashes of this colonialism after the ‘60s” similar to how the Black Lives Movement has cast fresh light on race history in the U.S.

      That lack of accountability or reflection extends to cinema, which “didn’t really face up to colonialism” after the fall of the fascist regime, Massimiliano said. That, in turn, has had a profound effect on Italian culture today.

      “Cinema works with images. It gives visibility to something, and it hides something else,” said Gianluca. “For us, cinema is a responsibility…. It’s a choice. It’s close to the work of archaeologists: going under the surface and looking for pieces of our identity that are hidden not only in the past, also in the present.”

      The De Serio Brothers’ debut feature, “Seven Acts of Mercy,” made a splash on the festival circuit after premiering in competition in Locarno in 2011. The brothers later premiered in the Venice Film Festival in 2016 with the documentary “River Memories,” about one of the largest shanty towns in Europe. Two years ago, they bowed “The Stonebreaker,” starring “Gomorrah’s” Salvatore Esposito, in the festival’s Venice Days strand.

      “Prince Aden” is produced by Alessandro Borrelli for La Sarraz Pictures. As the filmmakers search for potential co-producing partners during CineMart, Massimiliano stressed that their film is inherently a “European project” that is “important for Europe.”

      “We are the doors of Europe in the Mediterranean today,” he said, “and I think that this project could be a way for Europe to understand better the European roots that are not only the European, Christian roots, but also the roots of our tragic and somehow also beautiful links [and] violent links with Africa. The film will be violent and tender at the same time.”

      https://variety.com/2022/film/global/rotterdam-cinemart-de-serio-brothers-prince-aden-1235167410

    • La macabra storia dell’ex Caserma La Marmora di Torino

      Ormai in disuso, la vecchia Caserma La Marmora dal ’43 al ’45 fu luogo di detenzione e di tortura, dove persero la vita molti italiani.

      Al giorno d’oggi, al civico numero 22 di via Asti a a Torino si trova l’ex #Caserma_Dogali, ora Caserma La Marmora.

      La struttura militare fu il centro di terribili atti di tortura e fucilazione durante il Secondo conflitto mondiale.

      Alle origini, la caserma di via Asti divenne la sede di un Reggimento di fanteria.

      Costruita dal 1887 al 1888, il progetto della struttura fu opera del capitano del Genio, #Giuseppe_Bottero.

      Inizialmente, all’inaugurazione si scelse il nome di caserma “Dogali” di Torino (solo in futuro poi prenderà il nome “La Marmora”).

      Questa denominazione in particolare, richiama l’infausta battaglia di Dogali, la quale ebbe luogo in corrispondenza della costruzione dell’edificio.

      Al tempo, il corpo si spedizione italiano era impegnato nel Corno d’Africa, in Eritrea, per portare avanti le pretese coloniali del governo #Depretis.

      Risaputa è la sconfitta dell’esercito italiano, che proprio durante la battaglia di Dogali del 26 gennaio del 1887 venne piegato da un’impensabile esercito etiope.

      La disfatta coprì di vergogna l’Italia agli occhi delle potenze mondiali.

      In seguito, il ministro Depretis diede le dimissioni a distanza di poche settimane.

      Indubbiamente, il catastrofico evento generò clamore in tutta la penisola.

      Nel capoluogo piemontese si prese la decisione di intitolare una via con il nome del tenente colonnello Tommaso De Cristoforis, casalese di origini che perse la vita durante la campagna africana.

      Mentre, invece la nuova caserma prese il nome dell’infima battaglia.

      Come primo impiego militare, si ospitarono al suo interno due reggimenti di fanteria.

      Mentre dal luglio del 1912, fu sede del comando del Battaglione Aviatori della neo-aeronautica militare italiana.

      Nel 1920, su richiesta dell’Alto Comando militare, la caserma ospitò un reggimento di Bersaglieri, il IV.

      Mentre l’anno successivo cambiò nome, diventando Caserma “La Marmora”, in onore di #Alfonso_La_Marmora, generale e politico de Regno di Sardegna, ideatore dell’unità dei bersaglieri.

      Purtroppo, nel 1943 la Caserma La Marmora divenne il centro di terribili avvenimenti.

      Dopo l’armistizio dell’ 8 settembre 1943, i partigiani, grazie all’appoggio degli alleati, misero a ferro e fuoco il Piemonte.

      Così si decise di riconvertire la caserma come quartier generale dell’#Ufficio_Politico_Investigativo (l’#Upi).

      Sotto la gestione della #Guarda_Nazionale della neo-nata #Repubblica_Sociale.

      Il nuovo incarico era quello di reprimere ed eventualmente annichilire ogni forma di lotta clandestina partigiana, con ogni maniera necessaria.

      Nelle camere della caserma, sotto il comando del colonnello #Giovanni_Cabras e del maggiore #Gastone_Serloreti, si rinchiudevano e si interrogavano i partigiani catturati.

      Gli interrogatori venivano portati avanti attraverso spietate torture psicologiche e fisiche.

      Che si concludevano con la fucilazione o con la deportazione in Germania dei ribelli, in accordo con i nazisti.

      Tra la notte del 27 e del 28 gennaio però, un’incursione partigiana, comandata da #Livio_Scaglione, riuscì ad occupare la caserma e liberare i prigionieri.

      Con la fine della guerra, l’ex struttura militare cadde inevitabilmente nella desuetudine, che continua fino ai giorni nostri.

      Tuttavia nel 1962, in ricordo degli eroi che persero la vita, venne posta una lapide nella caserma, esattamente nel luogo in cui avvennero le esecuzioni.

      https://mole24.it/2021/05/05/la-macabra-storia-dellex-caserma-la-marmora-di-torino
      #partisans

  • Hello, CSS Cascade Layers - Ahmad Shadeed
    http://ishadeed.com/article/cascade-layers

    In this article, we’ll explore how #cascade_layers work, and how they will help us write #CSS with more confidence, along with use-cases and examples.

    In the layers panel, notice how each button lives in a layer. The order is per the @layer definition at the top.

    When the order of layers is changed, the components layer will override the variations one. As a result, the default button style will win.


    Enfin une explication claire de ce truc, ça y est, je peux dire que j’ai capté le bouzin ^^

  • Casino accusé « d’atteinte à la santé » de ses salariées
    https://disclose.ngo/fr/article/casino-brise-sante-femmes

    Des documents confidentiels obtenus par Disclose dévoilent la violence subie par les premières lignes du géant Casino. Face à l’inaction de la direction, une expertise indépendante a été déclenchée dans les 400 supermarchés et hypermarchés du groupe. Lire l’article

  • Révélations sur la souffrance des femmes au travail
    https://disclose.ngo/fr/article/revelations-souffrance-femmes-travail

    En l’espace de vingt ans, la santé des femmes au travail s’est lourdement dégradée. Premières victimes de ce fléau invisibilisé par les pouvoirs publics : les travailleuses essentielles. Lire l’article

  • Damien Saez - Ana Moreau : Enlève ton masque que je t’embrasse
    NDR Eux, ils ont enlevé leur !

    https://www.youtube.com/watch?time_continue=3&v=GchQtltVFrI

    Enlève ton masque que je t’embrasse
    Tant pis si c’est la fin du monde
    Y’a qu’à l’remettre si on se lasse
    Tous les deux sous la pluie qui tombe Tu m’dis qu’tu m’aimes ça sert à quoi ?
    Y’a que d’la haine autour du monde
    Moi j’voudrais m’barrer loin d’chez moi
    Autant qu’ma chanson sur les ondes Enlève ton masque
    Enlève ton masque
    Enlève ton masque
    Enlève ton masque J’voudrais partir un autre monde

    Loin de leur monde oublier tout
    Où y’aurait qu’moi et puis ma blonde
    Je crois qu’le monde est devenu fou J’préfère encore m’barrer dans l’sud
    Me faire ma plage abandonnée
    Avec mes chiens pour compagnie
    Et qui voudra bien m’enlacer Enlève ton masque que je t’embrasse
    Enlève ton masque que je t’embrasse
    Enlève ton masque que je t’embrasse
    Enlève ton masque Enlève ton masque que je t’embrasse
    Enlève ton masque que je t’embrasse
    Enlève ton masque que je t’embrasse
    Enlève ton masque

    Cheveux au vent cœur liberté
    Moi j’veux faire le tour de la Terre
    Puisque vivre c’est transgresser
    L’horizon sera nos frontières Ils nous ont pris nos 18 ans
    Ils nous ont pris nos libertés
    Mais la vie c’est suivre le vent
    Même quand le coeur est prisonnier Je marche habillée de nos rêves
    Moi j’voudrais juste vivre nue
    Regarder le jour qui se lève
    Perdue dans un monde perdu Faut s’barrer à l’autre bout du monde
    Faut faire l’amour sans s’arrêter

    S’embrasser sous la pluie qui tombe
    Se perdre pour se retrouver J’ai pas la thune mais c’est pas grave
    Je dormirai en boîte de nuit
    Ou j’me ferai un feu sur une plage
    Avec mes chiens pour compagnie On est jeune (enlève ton masque)
    On est fou (enlève ton masque)
    La fin du monde (enlève ton masque)
    On s’en fout (enlève ton masque) On est jeune (enlève ton masque)
    On est fou (enlève ton masque)
    La fin du monde (enlève ton masque)
    On s’en fout (enlève ton masque)

    On est jeune (enlève ton masque)
    On est fou (enlève ton masque)
    La fin du monde (enlève ton masque)
    On s’en fout (enlève ton masque) On est jeune (enlève ton masque)
    On est fou (enlève ton masque)
    La fin du monde (enlève ton masque)
    On s’en fout (enlève ton masque)

    #chanson Leur #Haine #Libération #covid-19 #violence inutiles #coronavirus #france #masques #santé #travail #confinement #masque #sante #pandémie #politique #crise_sanitaire #LREM #emmanuel_macon

    • En chanson avec Klorokine : « Confinement » À la suivante, Au suivant )

      https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=EuaLBdXxg28

      Au suivant, au suivant, au suivant
      Ruiné, sans mon salaire
      
Qui m’suffisait à peine

      J’avais le rouge au front

      Et le #test à la main

      Au suivant, au suivant

      J’avais juste un p’tit rhume

      Et nous étions 120

      A être le faux #cas
      Qu’ils pouvaient ajouter

      Au suivant, au suivant

      C’était juste un éternuement

      Et j’ai été compté

      Au bordel environnant
      
D’une armée de #médias
      Confinement, on nous ment !

      Moi j’aurais bien aimé

      Un peu plus de tendresse

      Ou alors un toubib

      Ou bien un vrai traitement

      Mais #Doliprane, c’est suffisant

      Ce n’fut pas sous Sarko non
      
Ni même sous Flamby

      Ce fut l’heure où l’on r’grette

      D’avoir voté l’Guignol
      
Confinement, Re-confinement

      Mais je jure que d’entendre

      Ce #président qui nous les presse
      
C’est des coups à vous faire

      Des armées de #dissidents
      Confinement, confinement

      Je jure sur la tête 
De ma première vérole

      Que cette voix depuis je l’entends

      Tout le temps

      #Confinement, Re-confinement

      Cette voix qui sent le #fake
      Et la mauvaise foi

      C’est la #manipulation
      
Et c’est la voix des #tout-puissants
      Confinement, Re-confinement

      Et depuis chaque chaîne

      A l’heure du grand JT

      Avec leurs chiffres obscènes

      Pour nous culpabiliser

      Confinement, Re-confinement …

      Tous les dupés du monde

      Devraient s’donner la main
      
Voilà ce que la nuit,
Je crie dans mon délire

      Confinement, déconfinement

      Et quand je n’délire pas

      J’en arrive à me dire

      Qu’il est bien plus flippant leur #couvre_feu
      Que leur confinement

      Confinement, Re-re confinement

      Un jour, plus de resto

      Plus de #culture, plus de plaisir

      Même après l’vaccin

      Qui nous rendra tous stériles

      Confinement, Re-confinement

      #Jacques_Brel

    • Effet de bord du #pass_vaccinal : Le Forum littoral de l’emploi saisonnier du Grau-du-Roi se prend un râteau
      https://www.lefigaro.fr/societes/en-languedoc-le-forum-littoral-de-l-emploi-saisonnier-fait-un-flop-20220217

      Aussi vide que la plage un jour de pluie ! L’absence de candidats au Forum littoral de l’emploi saisonnier, organisé en début de semaine dans la station balnéaire du Grau-du-Roi, illustre les difficultés que les professionnels de la restauration auront à recruter cet été. Les entreprises du Gard et de l’Hérault avaient pourtant joué le jeu : 145 recruteurs étaient présents, avec 1655 offres d’emplois à pourvoir pour la saison à venir… Las, beaucoup ont perdu leur matinée puisque quelques dizaines de candidats seulement se sont rendus sur place !


      « Il n’y avait pas un chat. C’est catastrophique pour la profession », se désole Jacques Mestre, président du syndicat professionnel Umih 34 et patron du restaurant Le Clipper’s à La Grande-Motte. Pour ce professionnel, qui emploie 17 salariés en saison, la restauration paie les pots cassés des fermetures liées au Covid. « Quand on a tiré la sonnette d’alarme en préfecture il y a presque deux ans, on nous a dit que nous n’étions que des râleurs… Voilà aujourd’hui le résultat ! Même en proposant un salaire net de 2000 euros en salle, et de la formation, on n’a pas de candidat », renchérit-il, avec la crainte de voir les établissements contraints de baisser en gamme par manque de personnel.

      Ce forum aura également mis en exergue le décalage de certains avec les obligations sanitaires actuelles. « Le passe vaccinal était demandé à l’entrée. Du coup, beaucoup de gens n’ont pas pu y accéder et sont venus déposer leur CV à l’accueil » , explique-t-on au Camping du Boucanet, où travaillent environ 70 saisonniers.

      #Travail #covid-19 #vaccination #en_vedette #coronavirus #pandémie #covid #santé_publique #pass_sanitaire #vaccins #crise_sanitaire #actualités_françaises #vaccin #sars-cov-2 #france #surveillance

    • Mince alors... En plus j’étais encore rêveur que la majeur (meilleure) partie de la population française était multi vaccinées et autorisées à sortir comme iels veulent.

      😏

    • Pass, pas pass, forum, pas forum, quoi qu’ils fassent, les employeurs peinent à recruter des saisonniers par ici. Ainsi, l’été dernier, une bonne partie des restaurants ont été contraints de réduire leur période d’ouverture, ne pouvant recruter la main d’œuvre pour assurer les services. Et ça ne s’annonce pas mieux pour l’été prochain.

      Les saisonniers se permettent dorénavant d’avoir des exigences et, en premier, l’été dernier, la multiplication de celles et ceux qui refusent de travailler deux mois de suite et souhaitent, après l’année éprouvante qu’iels ont subie, bénéficier d’un mois de vacances. Parallèlement, l’envolée du foncier et l’explosion de la location de courte durée ont pratiquement asséché les possibilités d’hébergement de saisonniers qui n’acceptent plus des conditions précaires en camping (sur 2 mois…) Loger les saisonniers est devenu pour les employeurs la condition sine qua non pour pouvoir en recruter…

      Certainement, des contre-coups de la crise sanitaire, mais le pass n’y est pour pas grand chose.

    • La tête de ces 145 recruteurs, j’aurai bien voulu la voir.
      Celles et ceux qu’ils doivent recruter, ne croient plus à leurs #fables.

      « La vie s’écoule » Fanchon Daemers - Paroles Raoul Vaneigem - Musique : Francis Lemonnier

      https://www.dailymotion.com/video/x15bmlw

      La vie s’écoule, la vie s’enfuit
      Les jours défilent au pas de l’ennui
      Parti des rouges, parti des gris
      Nos révolutions sont trahies

      Le travail tue, le travail paie
      Le temps s’achète au supermarché
      Le temps payé ne revient plus
      La jeunesse meurt de temps perdu

      Les yeux faits pour l’amour d’aimer
      Sont le reflet d’un monde d’objets
      Sans rêve et sans réalité
      Aux images nous sommes condamnés

      Les fusillés, les affamés
      Viennent vers nous du fond du passé
      Rien n’a changé mais tout commence
      Et va mûrir dans la violence

      Brûlez, repaires de curés,
      Nids de marchands, de policiers
      Au vent qui sème la tempête
      Se récoltent les jours de fête

      Les fusils sur nous dirigés
      Contre les chefs vont se retourner
      Plus de dirigeants, plus d’Etat
      Pour profiter de nos combats

      Pour information, Raoul Vaneigem, en ce moment est en Catalogne.

  • Bethina Gohio - Pas là pour plaire ! [Partie 1]

    Émission du 21 janvier 2021, nous avons invité Bethina Gohio. Voici la deuxième partie  ; On parlera encore de #Diam’s, mais aussi de #Casey et de #Keny_Arkana, « qui représentent chacune une facette différente de la rappeuse, et des héritières pour lesquelles l’urgence est dans la libération des femmes et se ressent aussi bien dans leurs textes que dans leur attitude. »
    #rap #radio #offensivesonore #hiphop #féminisme

    https://offensivesonore.blogspot.com/2022/01/pas-la-pour-plaire-partie-2.html

  • Marion Maréchal dit « pencher » pour Eric Zemmour, au grand dam de Marine Le Pen

    La candidate du Rassemblement national à l’élection présidentielle a connu, la semaine dernière, trois défections au profit de son rival à l’extrême droite.

    « Si je soutiens Eric, ce n’est pas juste pour passer une tête et dire coucou », avait-elle déjà déclaré la veille au Parisien, jugeant que le candidat de Reconquête avait fait « beaucoup de progrès dans la posture, le ton, la gravité » depuis son entrée en campagne, le 30 novembre 2021. « Je ne sais pas qui est le mieux placé. La campagne est encore longue. Eric Zemmour a une marge de progression plus grande chez les classes populaires et les abstentionnistes que Marine Le Pen auprès des classes supérieures », analysait-elle.

    [tout ça tout ça] quelques jours à peine après les ralliements de Gilbert Collard, de Jérôme Rivière et de Damien Rieu, venus du RN.
    https://www.lemonde.fr/election-presidentielle-2022/article/2022/01/28/presidentielle-2022-marine-le-pen-deplore-que-marion-marechal-dise-reflechir

    faut bien qu’elle ait lieu quelque part l’alliance Le P**, Z******, ce dernier ne piquera pas assez d’électeurs à lui seul

    et, partout, des éléments qui peuvent faire casserole (même sans les diamants de Bokasssa)

    La « GUD connexion » toujours présente dans les coulisses de la campagne de Marine Le Pen

    Ils sont les fantômes d’un passé que Marine Le Pen voudrait faire oublier, les symboles d’une radicalité idéologique et d’un affairisme qui cadrent mal avec sa « dédiabolisation ». Frédéric Chatillon, Axel Loustau et Nicolas Crochet : l’imprimeur, le grand argentier et le comptable. Trois vieux amis de « la présidente », au cœur des scandales politico-financiers qui ont valu au Rassemblement national (#RN) quatre enquêtes judiciaires, dont la première a abouti à une condamnation en 2019. Tenus à l’écart des projecteurs, ces trois hommes jouent toujours un rôle dans les coulisses du RN, y compris pour l’actuelle campagne présidentielle de Marine Le Pen.
    https://justpaste.it/8zoj5

    #extrême_droite

  • Omicron: Hong Kong to shorten its 21-day quarantine requirement for incoming travellers | South China Morning Post
    https://www.scmp.com/news/hong-kong/health-environment/article/3164934/omicron-hong-kong-shorten-its-21-day-quarantine

    Omicron: Hong Kong to shorten its 21-day quarantine requirement for incoming travellers
    Move comes after persistent complaints from travellers and companies paying high quarantine costs for employees. Hong Kong will shorten its 21-day quarantine requirement for incoming travellers given the much shorter incubation period of the Omicron variant, the Post has learned.A government source said Chief Executive Carrie Lam Cheng Yuet-ngor was expected to make the announcement at 5.30pm on Thursday.The move came after persistent complaints from travellers and companies paying high quarantine costs for employees.Currently, Hong Kong residents returning from 147 countries or places deemed high-risk are subject to 21 days of quarantine at designated hotels. Those arriving from 15 countries must isolate at the Penny’s Bay quarantine facility for four days before completing the rest of their quarantine at a hotel. Unvaccinated residents returning from medium-risk countries are also subject to the same.The isolation periods for vaccinated travellers from medium- and low-risk countries are 14 and seven days respectively. But currently nowhere overseas is deemed low-risk by the Hong Kong government.Hong Kong may set new record for daily confirmed coronavirus infections
    27 Jan 2022. Last June when the pandemic situation had stabilised, the quarantine period for high-risk countries was cut to 14 days for travellers who could produce a positive antibody test. Flights from eight major countries, including Australia, Canada, France, India, Pakistan, the Philippines, Britain and the United States have been banned since the start of the fifth wave of infections, to prevent more imported cases from slipping into the community. Earlier this month, Hong Kong cut the quarantine period of Covid-19 patients’ close contacts from the previous 21 days to 14, citing reasons of pressure on the city’s quarantine facilities and the shorter incubation period of people carrying the Omicron variant.

    #Covid-19#migrant#migration#hongkong#sante#circulation#frontiere#omicronquarantaine#test#isolement#australie#canada#france#inde#pakistan#philippines#grandebretagne#etatsunis#casimporte

  • Okuda Hiroko, la Japonaise qui se cache derrière la création du rythme révolutionnaire du reggae « Sleng Teng »
    https://www.nippon.com/fr/japan-topics/g02027

    Au milieu des années 1980, le Sleng Teng fut qualifié de « monster riddim » pour avoir amené le Reggae à effectuer sa révolution électronique. À l’origine de ce morceau à l’immense succès, un clavier électronique Casio et une Japonaise, Okuda Hiroko. Nous l’avons retrouvée, et voici notre entretien avec la créatrice de cette séquence musicale mythique.


    #reggae #casio #riddim

  • 21 Janvier : Le jour anniversaire de la mort de Louis XVI... » !

    Dans la France profonde, on fête cela en mangeant de la tête de veau.

    Un peu d’Histoire
    On vous le dit, on vous le répète : Dé l’tiête ed viau, t’aim’ bin ?

    Les premiers banquets républicains furent organisés par Pierre-François PALLOY dit « Le Patriote ». Ce personnage haut en couleurs sortit de l’anonymat après que l’entreprise de maçonnerie qu’il anime, obtint l’autorisation dans les mois qui suivirent le 14 juillet 1789 de démanteler le Château de La Bastille.
    Ce fut le créateur, la démolition de la citadelle achevée, du premier banquet républicain sur les lieus mêmes où elle se dressait. Nous n’avons pas d’informations sur la composition du menu qu’il proposa, mais nous savons que pour fêter l’évènement que symbolise la prise de cet édifice par les « sans-culottes », il fut dégusté au moment du dessert un gâteau reproduisant la célèbre forteresse.

    Les trois années qui suivirent le 14 juillet 1789, le roi Louis XVI à qui les pouvoirs avaient été maintenus commit de nombreuses trahisons à la Révolution alors qu’il semblait la soutenir. Les caricaturistes de l’époque, à l’humour féroce, sur l’image équivoque qu’ils en percevaient s’en donnaient à cœur joie, représentant le monarque sous les traits bestialisés d’un porc affublé du sobriquet de « Roi Cochon ».
    Le 10 août 1792, la prise des Tuileries par le peuple « sans-culotte » de Paris et par les « fédérés » (volontaires venus de provinces) encouragés par Robespierre et les Jacobins (révolutionnaires intransigeants) entraîna sa déchéance complète. Qualifié de Traite à la Nation, ses privilèges lui furent retirés. Il devint le simple citoyen Louis Capet et fut incarcéré à la Prison du Temple.
    Le 20 septembre suivant, la victoire des armées républicaines à Valmy sur les Autrichiens et les Prussiens mit un terme, à la guerre qu’il avait fomenté pour retrouver son trône, et à toute possibilité de reprendre le pouvoir. Cette victoire majeure des patriotes républicains sur les monarchies européennes occasionna la proclamation de la 1ère République le 22 septembre 1792 et accentua, à une période où « la monte-à-regret » raccourcissait bon train, le désir de certains, de plus en plus nombreux, d’en finir avec l’Ancien Régime .
    Le 21 janvier 1793, quatre mois après la proclamation de la 1ère République, la décollation de Louis Capet fut réalisée , faisant disparaître le dernier symbole vivant de la royauté .Très vite , le pamphlétaire Romeau dans son opuscule « La Tête et l’Oreille » projeta dès le 21 janvier 1794 l’organisation de banquets républicains pour commémorer la fin de la monarchie absolue de Droit Divin génératrice d’injustices et d’oppressions en tous genres. Il suggéra alors que le plat principal du menu soit concocté à base d’oreilles et de têtes de cochons.

    Des banquets commémoratifs se déroulèrent ainsi chaque année, dès le 21 janvier 1794 et tout au long de la première partie du XIX ème Siècle, avec au menu comme plat de résistance : de la tête de cochon farci.
    Ces banquets républicains annuels rencontrèrent un vif succès . Ils devinrent le motif et le support de rassemblements commémoratifs, mais aussi ceux de véritables réunions fraternelles, amicales, conviviales, publiques et politiques .
    « La Campagne des Banquets » de 1847 mobilisa plus de 20 000 convives à Paris , dans les villes du Nord et de l’Est . Elle fut à l’origine de la chute de la Monarchie de Juillet louis-philipparde de 1848 qui venait de les interdire.
    La proclamation de la 2ème République réalisée à la suite de cet événement, « le banquet républicain » obtint son titre de reconnaissance en devenant un moyen de mobilisation politique.
    C’est la période où la tête de cochon farci fut abandonnée au menu des banquets et remplacé par la tête de veau.En avait-on trop consommé au point d’en être rassasié ?

    La raison de cette substitution n’est pas élucidée sur le plan historique , et à ce jour il est impossible répondre à ces questions . Mais ce que nous savons c’est que dans « L’Education Sentimentale » Gustave Flaubert fait dire à l’un de ses personnages du roman, participant à la Révolution de 1848 à qui il donne la parole au sujet de la tête de veau, je cite : « c’est une importation anglaise » ; pour parodier la cérémonie que les « Roundheads » célébraient chaque 30 janvier , après la décapitation du roi Charles 1er d’Angleterre, survenu le 30 janvier 1649 . Une autre victime décapitée pour que l’installation d’un pouvoir démocratique devienne possible .Ces partisans de la monarchie institutionnelle célébraient cette date lors d’un banquet où la tête de veau était arrosée de vin rouge qui servait à remplir en guise de verre , des cranes de veaux utilisés au cours du repas , pour porter des toasts à l’extermination des Stuart .

    Extrait de "la Confrérie Rochelaise de la Tête de veau."Le lien

    A bas la calotte !
    Vive la sociale !
    Vive la République !

    #Louis_XVI #Symbole #tête_de_veau #République #Démocratie

    • Préparer un repas tête de veau
      http://federations.fnlp.fr/spip.php?article1089

      PRÉPARER LES TÊTES DE VEAU. Attention à la durée de la cuisson si vous dépassez les 10 Kilogrammes.
      Une recette : http://chefsimon.com/tete-de-veau.html

      Comptez 1 tête de veau pour 8 à 10 personnes, coupez la en deux, .. etc, ou alors demandez à votre boucher de la préparer, c’est plus simple, il fait cela très bien.
      Finalement, cela se cuit comme un pot au feu.

      . . . . . . .

    • Le député-maire de Forcalquier (Alpes-de-Haute-Provence) christophe #castaner s’insurge après un tag d’insultes sur le mur de sa maison.
      https://www.lepoint.fr/politique/encule-le-mur-d-un-depute-ps-vandalise-13-03-2015-1912584_20.php

      Le député des Alpes-de-Haute-Provence affirme que les vandales ont agi jeudi, lorsqu’il était à Matignon pour une réunion de travail. « J’ai ressenti de la colère, certes, mais aussi de la peur, peur pour les miens, peur de ne savoir jusqu’où la bêtise de certains peut s’arrêter », ajoute-t-il dans un communiqué publié sur son blog. Il y raconte qu’il est victime depuis plusieurs semaines d’un flot incessant d’insultes et de menaces. « Plusieurs milliers de messages... d’auteurs anonymes » qui, dit-il, ont commencé à apparaître quand il a « osé défier les députés du FN ». « L’un de ces plus virulents héros de l’insulte a publié, sur son mur Facebook, mon adresse personnelle », écrit encore Christophe Castaner.

      « Le tag sera nettoyé cet après-midi par une entreprise privée et je prendrai personnellement en charge, bien évidemment, le coût de l’intervention », ajoute l’élu. Christophe Castaner a annoncé avoir déposé une plainte à la gendarmerie de Forcalquier. « Il y a un discours ambiant du tous pourris en politique. Mais c’est oublier que, derrière tout responsable politique, il y a des hommes et des femmes, des pères ou mères de famille avec des enfants. Le respect, c’est accepter cela », conclut-il.
      Graphisme est presque parfait, bien aligné et surtout... Bien visible

  • L’impact des passes sanitaires sur le taux de vaccination, la Santé, et L’économie
    https://www.cae-eco.fr/limpact-des-pass-sanitaires-sur-le-taux-de-vaccination-la-sante-et-leconomie
    Avec un résumé en français !
    Le Conseil d’Analyse Économique est un organisme qui dépend du gouvernement.

    Résumé de l’arnaque intellectuelle du #CAE :

    1/2 - Ils supposent (et non pas prouvent) que la vaccination empêche de tomber malade et de mourir.
    - Ils constatent que le passe sanitaire force les gens à accepter la vaccination.
    - Ils concluent que le passe sanitaire sauve des vies.

    2/2 et préserve l’économie en empêchant de tomber malade.

    C’est donc le sophisme habituel : si je suppose que ça fonctionne, alors je conclue que ça fonctionne (mais j’ai fait des graphiques et des modèles mathématiques au milieu pour noyer le poisson)

    https://twitter.com/decoder_l/status/1484091837124169729?cxt=HHwWgsC-3bXqxpgpAAAA

    • mais c’est é-vi-dent que si on sait pas / veut pas faire de campagne vaccination publique sans faire un pass et que celui-ci entraîne des vaccinations, il sauve des vies. pas besoin du cae pour savoir ça. et moins besoin encore de le nier parce que donc c’est puisque c’est le cae. tu cavale après pas mal de leurres que tu te crée. arrête toi un moment, respire par le nez, médite, rêvasse, ça peut être - qui sait ? - l’occasion d’arriver à s’orienter.

    • Arrête toi un moment, respire par le nez, médite, rêvasse, ça peut être - qui sait ? ...

      C’est fait ! 17 km de ski fond seule sur les pistes ensoleillées ! Neige parfaite ! Super Glisse ! Le plein de vitamines D et C !
      Là je me détends en regardant la course individuelle masculine de Biathlon en savourant une tranche de Bescoing du coin tout en étant connectée à mes comptes préférés !

      J’ai pas l’impression d’être désorientée ! :)) @colporteur !

    • La vaccination n’empêche pas d’être malade, protège seulement des formes graves du Covid et de finir en réa. C’est peut-être déjà beaucoup mais ce n’est pas suffisant.
      Je suis consternée par tous les triples-dosés bientôt les quadruples injectées qui continuent de s’infecter en présentant pour la plupart certes de faibles symptômes.

      Pour évaluer l’impact du pass vaccinal dans chacun de ces pays, nous construisons des #contrefactuels c’est‐à‐dire que nous modélisons ce que la dynamique de #vaccination aurait été sans la mise en place du pass. Pour cela, nous utilisons une #estimation basée sur la théorie de diffusion des innovations qui permet de quantifier la manière dont une innovation – ici la vaccination – est graduellement adoptée par la population. En effet, une partie de l’augmentation du taux de vaccination dans les trois pays considérés aurait eu lieu même sans #pass-sanitaire.

      En utilisant les données disponibles sur l’impact de la vaccination (en distinguant entre première et seconde doses) sur les admissions à l’hôpital ainsi que sur le nombre de décès Covid, on peut aussi estimer l’impact du pass sur ces variables de santé. On estime ainsi le nombre de décès évités dans les trois pays : environ 4 000 en France, 1 100 en Allemagne et 1 300 en Italie.

      C’est surtout par rapport au procédé de faire accepter le #passe-vaccinal en utilisant la formule on suppose, on estime, ça fonctionne, que je réagis !

    • Je me demandais d’où venaient le chiffre wtf de 4000 vies épargnées par le pass sanitaire cité par Castex !
      Il vient d’une étude menée par des gens qui ont pris conseil auprès d’Arnaud Fontanet, #Philippe-Aghion, économiste,et #Patrick-Artus, économiste, directeur de la recherche et des études de Natixis et administrateur de Total, qui gravitent tous autour de Macron
      Voilà…

      https://twitter.com/realmarcel1/status/1484288645754499080?cxt=HHwWkMC9pZiqoJkpAAAA
      #Castex19


      ( Source Libé)

  • A quelques jours des JO d’hiver, la Chine paralysée par Omicron et sa gestion zéro Covid
    https://www.lemonde.fr/international/article/2022/01/19/en-chine-le-variant-omicron-met-a-mal-la-politique-zero-covid_6110045_3210.h

    A quelques jours des JO d’hiver, la Chine paralysée par Omicron et sa gestion zéro Covid
    La Chine y mettait son point d’honneur. Contrairement au Japon, qui n’avait admis aucun visiteur aux Jeux olympiques de Tokyo durant l’été 2021, les Chinois allaient pouvoir, eux, assister aux JO d’hiver prévus à Pékin du 4 au 20 février. Seuls les étrangers en seraient privés. Une décision logique puisque, grâce à sa politique zéro Covid, la Chine estimait avoir vaincu l’épidémie dès septembre 2020 alors que le reste du monde ne parvenait pas s’en défaire. Ce scénario a volé en éclats. Lundi 17 janvier, le Comité olympique Pékin 2022 a annoncé qu’il n’y aurait finalement pas de vente de billets. Seuls des spectateurs chinois préalablement « invités » pourront assister aux épreuves. Combien ? Sous quelles conditions ? Mystère.
    Tests de masse à Tianjin (nord de la Chine) à la suite de ka découverte de 41 cas, le 9 janvier 2022.
    Ce revirement de dernière minute le prouve : la célébration en grande pompe de la « victoire » contre le Covid-19 en septembre 2020 était prématurée. Avec seulement 4 634 victimes du SARS-CoV-2 recensées par les autorités depuis janvier 2020, dont 2 décès depuis avril 2020, la Chine fait, officiellement, mieux que le reste du monde en matière de mortalité. Mercredi 19 janvier, le pays ne dénombre que 53 nouveaux cas localement transmis.Certains experts étrangers jugent « statistiquement aberrants » ces nombres si faibles. De fait, en matière de transparence, la Chine a quelques progrès à faire. Lou Jiwei, un ancien ministre des finances, s’est même plaint en décembre qu’il n’y ait « pas assez de données qui montrent le côté négatif » des choses. Néanmoins, en Chine, nul ne pense vraiment que les chiffres officiels soient très nettement sous-évalués. La situation ne laisse pas supposer que les hôpitaux soient débordés. Et ceux qui jugent ces chiffres très minorés sous-estiment sans doute le systématisme avec lequel le triptyque « tester, tracer, isoler » est mis en œuvre. Deux ans après le début du confinement à Wuhan, c’est justement là que le bât blesse. « On arrive à la fin d’un cycle mais nul ne sait encore ce qui va lui succéder » résume un diplomate occidental.C’est que ce triptyque est coûteux : les communes doivent désormais avoir à disposition des millions de tests. Une ville de moins de 2 millions d’habitants dispose de deux jours pour tester toute la population à la moindre alerte. Trois jours pour les plus grandes. L’isolement aussi a un coût, psychologique et économique. Depuis mars 2020, la Chine est quasiment coupée du reste du monde. Y compris de Hongkong. Le trafic aérien international a été réduit de 98 % et, comme les compagnies aériennes sont sanctionnées quand on découvre des cas de Covid-19 à bord des avions entrant en Chine, les rares vols encore programmés sont souvent annulés. En raison des confinements, les chaînes de production industrielles sont souvent interrompues.
    Surtout, au moindre test positif dans le pays, ce sont des millions de personnes qui peuvent être placées en quarantaine. Wuhan en 2020 et Xi’an (13 millions d’habitants, confinés depuis le 22 décembre) ne sont pas des exceptions. A la frontière avec le Myanmar, Ruili a connu deux cents jours de quarantaine en 2021. La capitale du Hebei, Shijiazhuang (près de 10 millions d’habitants) a été coupée du reste de la Chine durant trois semaines en janvier 2021. Dans les provinces du nord-est du pays (Heilongjiang, Jilin, Liaoning) plusieurs villes ou quartiers ont subi le même sort. Tout comme Urumqi (Xinjiang) etc. Dans le Henan, Yuzhou (1,1 million d’habitants) a imposé début janvier à chacun de rester chez soi en raison de la découverte de trois cas asymptomatiques.Depuis le début de l’année, la propagation du variant Omicron multiplie les villes touchées. De Dalian (Liaoning) au nord à Shenzhen (Guangdong) au sud en passant par Tianjin, Pékin et Shanghaï, au moins neuf villes recensent au moins un cas. Quand ce n’est pas un quartier entier qui est bouclé, c’est au moins un immeuble. On a vu à Pékin et Shanghaï des consommateurs bloqués quarante-huit heures dans des centres commerciaux parce qu’un cas y avait été détecté. Le moindre déplacement, y compris au supermarché voisin, peut se transformer en souricière. En raison d’Omicron, les cas importés de l’étranger augmentent. Ils sont passés de cinq à environ trente par jour à Shanghaï malgré la baisse du nombre de vols. Certaines villes dont Pékin doivent actuellement gérer simultanément les deux variants, Delta et Omicron.La capitale s’isole. Ses habitants sont priés de ne pas sortir – notamment s’ils sont fonctionnaires ou s’ils ont des enfants scolarisés – et y entrer relève du parcours du combattant. Il faut au moins présenter un test antigénique réalisé quarante-huit heures avant l’arrivée puis, à partir du 22 janvier, en réaliser un second sur place. Entrer à Pékin en provenance d’une zone à « risque moyen ou élevé » – c’est-à-dire où un cas de Covid-19 a été confirmé dans les deux semaines précédentes – est théoriquement impossible. D’où la décision d’organiser les Jeux d’hiver quasiment à huis clos.Un mois avant les JO, les autorités ont tellement peur du moindre contact entre les étrangers et les Chinois que ceux-ci ont reçu l’ordre de ne pas intervenir en cas d’accident de la route qui impliquerait un véhicule réservé aux Jeux. Tout ce qui vient de l’étranger est suspect. Depuis lundi 17 janvier, les autorités de Pékin expliquent que c’est par un colis en provenance du Canada qu’Omicron se serait infiltré dans la capitale.
    Si elle est globalement efficace, la politique zéro Covid n’est pas infaillible. Pour s’être interrogé sur cette stratégie, l’un des principaux épidémiologistes chinois, Zhang Wenhong – il avait déclaré dès juillet 2021 que « le monde devait coexister avec le virus » – a été qualifié de « traître » sur les réseaux sociaux et a dû faire machine arrière. Car le sujet reste politiquement mais aussi sociologiquement sensible. Conséquence de la propagande véhiculée depuis deux ans, une grande majorité de Chinois sont convaincus que le virus entraîne quasiment systématiquement la mort. La peur est omniprésente, d’où l’acceptation par la population des mesures drastiques imposées.
    Aujourd’hui, les responsables commencent à parler de « politique zéro Covid mature et dynamique » car « personne ne peut garantir qu’il n’y ait plus aucun cas, en raison des cas importés » explique le Global Times. Mais nul ne voit très bien quels changements concrets ces qualificatifs entraînent. Zhang Wenhong met désormais en garde ses compatriotes contre Omicron « dont la virulence ne doit pas être négligée » – et les appelle à recevoir une troisième dose.Mais l’efficacité des vaccins chinois face à Omicron est toute relative. Selon certains spécialistes, la Chine est donc dans une impasse. « Le succès initial du zéro Covid et l’attachement personnel de Xi Jinping rendent impossible le changement de cap. (...) Malgré un accord de coopération passé entre le chinois Fosun et l’allemand BioNTech, les autorités bloquent en effet la distribution de ce vaccin à ARN messager. « Il ne sera autorisé que le jour où un groupe chinois aura développé son propre vaccin. Pas avant », affirme un ambassadeur européen. En Chine, la lutte contre la pandémie est autant politique que sanitaire

    #Covid-19#migrant#migration#chine#sante#zerocovid#politiquesanitaire#casimporte#etranger#jeuxolympiques#confinement#test#vaccination#deplacementinterne#zonearisque

  • Sick with Covid-19, Hong Kong students in UK learn that ‘living with the virus’ means nobody cares, rules don’t matter | South China Morning Post
    https://www.scmp.com/news/hong-kong/health-environment/article/3163537/sick-covid-19-hong-kong-students-uk-learn-living

    Sick with Covid-19, Hong Kong students in UK learn that ‘living with the virus’ means nobody cares, rules don’t matter
    Hong Kong student Kok Suen-tung was in a holiday state of mind when she felt unwell, tested herself and found out she had Covid-19 last month.
    The final-year social policy student at the University of Bristol cancelled plans to visit friends in London and spent 10 days alone in her flat in the southwestern English city.Although the National Health Service (NHS) had a Volunteer Responders scheme with helpers to check in on isolated individuals and pick up groceries for those in need, Kok gave up trying to get through after multiple attempts.She received messages from the NHS every couple of days reminding her to avoid going out and meeting people, but it was practically impossible to avoid physical contact with others, as delivery drivers refused to leave her food at the door as requested.“They were probably concerned that the food would be stolen, so they made sure to hand it to me directly, even after I’d told them I had the virus,” she said.
    Three Hong Kong students interviewed by the Post said they were shocked by the absence of contact tracing, the loose enforcement of isolation rules and how those who tested positive for the coronavirus were left on their own to stay home, without checks or medicine from the health authorities.
    The UK broke its single-day record earlier this month with more than 200,000 cases and recorded nearly 100,000 infections on Friday, but its strategy of “living with the virus” seeks to avoid curbs on social activities, although masks and vaccination records are required in some venues. According to the NHS, a person with Covid-19 must self-isolate at home for 10 days, starting from the day symptoms first emerged or they tested positive. The isolation period can be cut to seven days if they test negative on days six and seven.Current rules also require those in contact with a Covid-19 patient to self-isolate for 10 days, but those fully vaccinated or unable to be vaccinated for medical reasons are exempted.In many ways, the UK approach to dealing with the pandemic is the polar opposite of Hong Kong’s strict zero-Covid strategy.When he had cold symptoms last November, Wong went to a walk-in test centre near where he lived. He found that he had Covid-19 and had to self-isolate.“I had support from my friends, but support from the government was virtually non-existent – it was like they’d given up,” he said.At his private accommodation in Durham, the staff did not wear masks and residents were left in the dark about Covid-19 cases in the building.The students said they wished the UK did more for those who fell ill.
    Marco Sik Fong-ching, 23, an occupational therapy student at the University of Liverpool, found out he had Covid-19 last October and remained in his flat for 10 days.“It would’ve helped emotionally to know how and where I caught the virus – it would also be helpful to all in terms of curbing the spread,” he said. “The UK’s self-isolation policy is quite meaningless, as people with Covid-19 do leave home to get food.”NHS staff gave him no medication and advised him to take painkillers if he felt unwell.
    Theresa Awolesi, 28, a medical student from London working at a hospital in Bristol, said: “The NHS has been underfunded for years, and staffing is a key issue. Not only is the turnover rate high, many of the staff are ill with Covid.”An average of around 45,000 health care staff were absent daily in the first week of 2022 for Covid-related reasons, according to official data.
    Hong Kong migrants to UK struggle to adapt, many willing to accept lower pay and job changes“The government seems to think we are just going to push through and somehow come out on the other side,” she added.
    Professor David Hui Shu-cheong of Chinese University, a member of the Hong Kong government’s pandemic advisory panel, said the situation in the UK reflected its decision to live with the virus.“Cases are only traced under a zero-Covid strategy, to identify and quarantine the patients’ close contacts. But when a place has decided to live with the virus, they won’t do that,” he said.Little was likely to change even with a surge of infections.“There’s nothing the patient can do, except to inform hospitals when they experience a shortness of breath, which could mean they have pneumonia,” he said.The three Hong Kong students who fell ill told the Post they recovered and were looking forward to returning home over the summer.
    In Bristol, Kok said: “The virus is practically unavoidable here. The community has put in minimal effort to curb another outbreak, because it has been normalised – I don’t think they care.“I can go outside now and I will not see a single person wearing a mask.”

    #Covid-19#migrant#migration#grandebretagne#hongkong#sante#etudiant#zercocovid#NHS#tracking#cascontact#quarantaine#vivreavecvirus

  • « Ils pleurent, se débattent, hurlent » : le cri du cœur d’une préparatrice en pharmacie, obligée de tester des dizaines d’enfants Jules Fresard
    https://www.bfmtv.com/amp/sante/ils-pleurent-se-debattent-hurlent-le-cri-du-coeur-d-une-preparatrice-en-pharm

    Sur Instagram, Lara a tenu à alerter le gouvernement sur les difficultés qu’entraîne le nouveau protocole sanitaire à l’école pour les centres de dépistage contre le Covid-19.

    « On ne peut pas tester une classe entière à 19h car il y a un cas positif ». Dans une lettre ouverte https://www.instagram.com/p/CYgxLi4jFNL publiée sur Instagram dimanche, Lara est venue en quelques lignes décrire les difficultés et la pression que vivent au quotidien les centres de dépistage au Covid-19 depuis la mise en œuvre du nouveau protocole sanitaire en vigueur à l’école. « Aujourd’hui, rien ne va plus », met en garde la jeune femme, préparatrice en pharmacie et réalisant des tests de dépistage.

    Ce nouveau protocole, applicable dans les établissements scolaires depuis le retour des vacances de Noël, prévoit de garder les écoles ouvertes. Mais à chaque cas positif au Covid-19 détecté dans une classe, tous les élèves doivent se faire tester à J+0 avec un test PCR ou antigénique, puis à J+2 et J+4 avec un autotest.

    Une exigence nécessaire au retour en classe, mais qui fait peser une forte pression sur les centres de dépistage, en pleine flambée épidémique. Plus de 296.000 nouveaux cas ont été recensés dimanche. Et entre le 31 décembre et le 6 janvier, 9,5 millions de tests ont été réalisés en France.

    Des enfants qui « hurlent à la mort »
    Dans sa lettre ouverte, accompagnée d’une photo où elle se montre écouvillon en main, coiffée d’une visière, d’un masque, d’une charlotte et d’une blouse, c’est les difficultés connues face à ce nouveau protocole que Lara évoque. Et notamment celle de tester de jeunes enfants.

    « Je suis devenue celle qui fait pleurer les enfants pour les tester coûte que coûte. Les enfants pleurent, se débattent, hurlent à la mort, sont maintenus de force par leur parent, eux aussi, à bout », écrit la jeune femme.

    Chez les parents, la volonté de faire tester à tout prix les enfants s’explique par l’incapacité pour certains de les faire garder en cas de test positif. « Parfois, je refuse de tester un enfant dans ces conditions, et c’est alors que le parent me supplie en pleurant de tester et d’infliger cette souffrance à son enfant sinon il ne pourra pas retourner à l’école et le parent doit travailler, donc l’enfant doit aller à l’école le lendemain », détaille Lara.

    Les plus jeunes touchés de plein fouet par cette cinquième vague
    Relativement épargnés par la pandémie jusque-là, les enfants, en pleine cinquième vague les contaminant plus qu’avant, sont touchés de plein fouet par ses effets délétères. Lara évoque notamment des enfants dont le résultat revient positif, soumis aux reproches de leur parent, estimant qu’ils n’ont pas assez fait attention à l’école.

    « Et parfois, les parents me disent : elle va être enfermée dans sa chambre pendant une semaine, les repas seront servis sur un plateau qu’on posera devant sa porte, pas de câlin, pas de bisou jusqu’à qu’elle puisse sortir de l’isolement. Non mais ! », s’insurge la jeune femme.

    Hausse des violences
    Ce témoignage est également une plongée dans la violence verbale à laquelle est soumis le personnel des centres de dépistage. En août déjà, face aux violences, verbales comme physiques, connues par de nombreux professionnels de santé, Olivier Véran, leur ministre de tutelle, leur avait adressé une lettre.

    « Ces dernières semaines, alors qu’une nouvelle fois ils répondent présents pour vacciner la population et pour augmenter notre capacité de tests de manière à freiner l’épidémie, plusieurs de nos professionnels ont été lâchement agressés parce qu’ils faisaient leur métier. Je n’accepterai aucune violence, aucune intimidation, aucune atteinte à leur intégrité physique ou à leur outil professionnel », écrivait à l’époque Olivier Véran.

    Une situation qui n’a pas évolué pour le mieux, si l’on en croit le témoignage de Lara. La jeune femme écrit : « Parfois je me fais assaillir, insulter des tous les noms, l’impression d’être jetée en pâture aux loups, parce que je dis non. Les patients ne comprennent pas ce non, ben oui partout les politiques disent d’aller en pharmacie se faire tester... ».

    Face à cette situation, Lara « pleure » quand elle sort du travail. En attendant, elle s’en remet désespérément à l’exécutif. « Allo le gouvernement ????? » écrit-elle à la fin de sa publication, qui en moins de 24h a déjà récolté près de 90.000 « j’aime »

    #violence sur #enfants #tests #dépistage #crise_sanitaire #sante #santé #coronavirus #sars-cov-2 #variant #covid #pandémie #vaccins #santé

    • Emmerder les parents, avec en prime la violence envers les enfants.
      Il faut à tout prix des tests afin d’augmenter le nombre de #cas.
      Curieux que les parents ne réagissent pas.
      Bientôt 2 contons tiges dans les trous de nez, en sortant de chez soi.

  • Bethina Gohio - Pas là pour plaire ! [Partie 1]

    Émission du 7 janvier 2021, nous avons invité Bethina Gohio. On parlera des « pionnières, des figures incontournables que sont #Diams, #Casey et #Keny_Arkana, qui représentent chacune une facette différente de la #rappeuse, et des héritières pour lesquelles l’urgence est dans la libération des femmes et se ressent aussi bien dans leurs textes que dans leur attitude. »

    #rap #radio #offensivesonore #hiphop #féminisme

    https://offensivesonore.blogspot.com/2022/01/pas-la-pour-plaire-partie-1.html

  • « Nous sommes le 5 janvier et le protocole sanitaire annoncé le 2 par Blanquer pour entrer en pratique le 3 est déjà abandonné car il est inapplicable.
    Ce n’est pas de l’amateurisme, c’est une mise en danger délibérée.
    Une seule réponse, le droit de retrait.
    #BlanquerDemission »


    https://twitter.com/realmarcel1/status/1478729350719680524?cxt=HHwWmMC5ydCgwIUpAAAA
    Rupture de stocks d’auto tests, le ministre autorise que les tests à J+2 et J+4 ne soient pas réalisés, donc le Mininistère de l’éducation s’assoit sur le protocole qu’il met en place ! #COVID19 #ProtocoleTousInfectes

  • Coronavirus: Pakistan ‘sees 5th wave begin’; Singapore’s open-border resolve tested as imported cases soar | South China Morning Post
    https://www.scmp.com/news/asia/australasia/article/3161837/coronavirus-australia-pm-scott-morrison-monitoring-symptoms

    Coronavirus: Singapore’s open-border resolve tested as imported cases soar
    Singapore reported more Covid-19 infections among travellers from abroad than local cases for the first time in nearly half a year, testing the resolve of the city state to keep its borders open amid the worldwide spread of the Omicron variant.There were 260 imported cases reported as of noon on January 1, compared to 187 community infections, according to data released by the health ministry. The last time Covid-19 cases among travellers surpassed local infections was on July 12.While Singapore has chosen to freeze ticket sales via its vaccinated travel lanes until late January, the business hub’s decision to maintain quarantine-free travel for vaccinated people from several countries, including omicron hotspots such as Britain and the United States, is increasingly being tested. Other nations including Thailand halted quarantine-free entry to prevent the spread of the new variant.So far, officials in the city state have also elected to tighten testing requirements for visitors and defer other travel initiatives, while keeping strict domestic virus measures in place, as local clusters of the Omicron variant emerge. Singapore is also depending on further vaccinating what is already one of the most inoculated populations in the world to fend off a potential new wave. About 20,000 children have received their first shot since the vaccination drive for them started on December 27, Education Minister Chan Chun Sing said in a Facebook post on Sunday.

    #Covid-19#migrant#migration#singapour#sante#casimporte#vaccination#quarataine#omicron#grandebretagne#etatsunis

  • Voila un sujet qui me tient à coeur et qui m’effraye tout autant !

    La société sans cash => asservissement de la population en route,

    Le covid aura été une opportunité formidable pour éliminer le cash

    La Suède y était déjà passé mais faute d’avoir préparé ses citoyens le pays a du faire marche arrière et les banques ont du renflouer un minimum de cash.

    Fort de ces expériences l’Australie prépare le terrain, habitue ses citoyens tranquillement pour ne pas avoir à faire de marche arrière et instaurer une société sans cash
    L’Australie avait elle aussi mis en place des interdictions de dépenser son argent aux personnes recevant une pension de l’Etat. Le système était simple, on verse la pension sur un compte et on peut les dépenser que par carte ou sur internet. La censure avait été mise en place sur l’alcool, les cigarettes, les jeux... mais jusqu’où peut aller cette censure ?
    Censure de race( cétait le cas les pensions concernées visaient les aborigènes de certaines communautés) ? de genre ? de religion ? de classe sociale ?
    (je n’ai plus l’article sous la main mais je le retrouverai)

    Je ne vois pas tant d’artcile circuler la dessus en France mais on nous y prépare gentillement, tout est fait pour payer en ligne ou par carte et peu d’entre nous on encore du cash pour leur dépenses.

    https://www.abc.net.au/news/2021-12-26/cashless-society-economy-australia-covid/100725728

    https://www.abc.net.au/news/2020-06-09/australia-can-learn-from-swedens-move-to-a-cashless-society/12282764

    #economie #cashless #articles #Analyses

    • Leurs dénis et leurs délits

      Les propos de Frédérique Vidal ce 29 décembre sur France Info ont été à l’image de toute la politique de ce gouvernement en matière de gestion sanitaire, oscillant entre inaction et stratégie de communication, improvisation et décisions irrationnelles, dénis répétés et propagation de la peur. Mais un jour les objets de leurs dénis deviendront des objets de délits.

      Ce 29 décembre 2021 restera une date singulière dans l’histoire des errements politiques du gouvernement pour combattre la pandémie de #Covid-19. Un ministre de la santé, auditionné par les élus de la République pour imposer un passe vaccinal décidé en Conseil des ministres, menace à demi- mot 5 millions de Françaises et de Français : « Il y a vraiment peu de chances que vous puissiez passer cette fois-ci entre les gouttes ». Le même jour, le Préfet de Paris décide de rendre obligatoire le port du masque en extérieur, à l’exception du bois de Vincennes et du bois de Boulogne, où l’on ne manquera pas de créer une forte concentration de promeneurs. L’Absurdistan est de retour – si tant est qu’il nous ait quitté. Au même moment une pétition qui voit dans le passe vaccinal « une atteinte majeure à l’État de droit » promet de dépasser très vite le million de signatures. Le même jour encore, on apprend que des élus ont reçu une cinquantaine de menaces de mort et que certains de leurs biens ont été saccagés. Un tel concours d’événements devrait obliger nos « gouvernants » au sérieux et à une certaine gravité. Mais ce n’est pas ainsi que la ministre de l’Enseignement supérieur et de la Recherche a commencé cette journée du 29 décembre 2021. Sa légèreté et son incurie nous ont laissés sans voix.

      S’il existait dans les Mediapart Awards 2021 une catégorie de « la meilleure tragi-comédie de l’année », nul doute que Frédérique Vidal serait l’autrice de la pièce en 12 actes qui remporterait le premier prix. Hier matin, en écoutant la ministre évoquer sur France info les « décisions » pour la rentrée universitaire et la tenue des examens, je suis resté coi, ne sachant pas si je devais rire ou pleurer. Dans mon état d’hébétude, une analogie m’a traversé l’esprit. Je me suis mis à penser à la scène du bureau ovale dans le film Don’t look up : déni cosmique. Face à une catastrophe qui est imminente, la présidente Janie Orlean a une formule qui pourrait résumer à elle-seule la politique française en matière de sécurisation sanitaire des écoles et des universités, et plus généralement de tous les services publics : « sit tight and assess », patienter et évaluer. Cette vacance, ou plutôt ce néant, dure depuis deux ans. Certes, Frédérique Vidal n’est pas Janie Orlean et Jean-Michel Blanquer n’est pas exactement son conseiller – il a même, politiquement, un peu plus de poids... Mais la stratégie politique de l’inaction relève d’une même couardise : ne rien faire pour ne pas déplaire est infiniment moins risqué que la moindre décision. C’est que Janie a dans le collimateur les élections de mi-mandat, quand le gouvernement français est en campagne au service de Macron-Roi, devenu avec son cher Castex, le « vaccinateur du genre humain ». La différence entre la fiction de Don’t look up et notre gouvernement est que le film est une bonne comédie satirique qui nous fait rire de nous-mêmes et de nos travers, alors que le spectacle que nous jouent nos politiciens est une très mauvaise tragédie dans laquelle, en définitive, ils jouent avec nos vies. Rappelons qu’il y a eu en France plus de 120 000 morts du Covid - sans compter les milliers de "morts indirectes" provoquées par "l’encombrement" des hôpitaux -, des dizaines de milliers de personnes qui subissent des séquelles graves de la maladie ou qui n’ont pu avoir accès aux soins en raison des fermetures de lits à l’hôpital, et plus d’un million de personnes qui souffrent de Covid long, sans qu’elles soient vraiment prises en charge et sans même que la recherche dispose de moyens pour trouver des thérapies efficaces (voir ici et là).

      Avant d’établir la liste de quelques « dénis cosmiques » de Frédérique Vidal et ses compères, il convient de dire haut et fort qu’elle a dépassé en ce 29 décembre toutes les bornes. D’ailleurs le silence qui entoure ses déclarations, masquées par d’autres informations, est proprement sidérant. Parlant des étudiants elle a dit ceci : « Lorsqu’ils sont cas contact et vaccinés, ils peuvent se rendre aux examens, puisqu’ils ne sont plus considérés comme cas contact car leur vaccination est complète » (voir ici : https://www.lemonde.fr/campus/article/2021/12/29/universite-les-partiels-auront-lieu-en-presentiel_6107601_4401467.html ou là : https://etudiant.lefigaro.fr/article/universite-frederique-vidal-annonce-le-maintien-des-examens-en-pre). S’il existait un vaccin contre l’#irresponsabilité politique il conviendrait de l’inoculer de toute urgence à Frédérique Vidal. Depuis quand et dans quel texte réglementaire apprend-on qu’une vaccination complète annule une situation de cas contact ? La ministre est-elle au courant qu’il y a plus de 100.000 cas par jour en moyenne et que la tranche d’âge des 20-29 ans est la plus touchée ? La ministre a-t-elle conscience qu’elle invite tous les #étudiants qui sont #cas_contact (avec ou sans symptômes) à se rendre à leurs examens à partir du moment où leur vaccination est « complète », sans d’ailleurs préciser si elle entend par #vaccination complète deux ou trois doses ? La ministre anticiperait-elle une décision à venir ? Dans tous les cas, cette affirmation invraisemblable et pour le moins irrationnelle est en contradiction avec la circulaire que la ministre a elle-même envoyée en date du 29 décembre 2021 aux chefs d’établissements. On peut en effet y lire ceci : « De la même manière, les #examens peuvent toujours être organisés en présentiel dans le respect des prescriptions du protocole sanitaire défini en novembre 2021. A cette fin, vous veillerez au respect des cas dans lesquels un étudiant contaminé ou cas contact ne doit pas se présenter et porterez cette information aux candidats le plus en amont possible des épreuves. » Par conséquent la distinction entre les personnes contact à risque modéré et à risque élevé reste en vigueur. On peut se référer à ce document, conforme au décret et surtout à ces informations de l’Assurance Maladie qui intègrent les nouvelles règles pour les cas contacts de personnes contaminées par le variant Omicron, nouvelles règles que la ministre semble totalement ignorer et qu’elle a oublié d’intégrer dans sa nouvelle circulaire. Au sujet du variant Omicron, le site de l’Assurance Maladie précise ceci : « compte-tenu de la particularité de ce variant, vous devez vous isoler immédiatement pour 7 jours (ou 17 jours si vous partagez son domicile), et ce même si vous êtes totalement vacciné ».

      Le rôle d’un.e ministre est d’informer : Frédérique Vidal désinforme. Le rôle d’un.e ministre est d’anticiper : Frédérique Vidal est la ministre de tous les retards. Le rôle d’un.e ministre est de prévenir les risques : Frédérique Vidal augmente les risques. Le rôle d’un.e ministre est de dire la vérité : Frédérique Vidal est dans le #déni permanent. Frédérique Vidal est à l’image de ce gouvernement et de tous ses membres. Elle doit démissionner.

      Voici maintenant ce que nient, imperturbablement depuis des mois, Frédérique Vidal et son gouvernement, concernant les personnels et les étudiants des universités. Voici les objets de leurs dénis et de leurs délits :

      - Ils veulent ignorer que de nombreux étudiants fragilisés par la crise sanitaire se présentent et se présenteront dès ce 3 janvier aux examens en étant positifs et parfois même symptomatiques, ou en étant personne contact à risque élevé, parce qu’ils ont tout simplement peur de devoir repasser les épreuves et d’échouer à leurs examens.
      - Ils ne veulent pas reconnaître l’état catastrophique des locaux universitaires où des centaines d’amphis sont sans aucune ventilation et des milliers de salles sans ouvrants fonctionnels.
      - Ils continuent sciemment d’ignorer que la transmission aéroportée du virus est la première cause de la contagion et ils laissent des milliers d’étudiants s’entasser dans des locaux avec des taux de CO2 supérieurs à 1000, 1500 ou même parfois 2000 ppm.
      - Ils ne reconnaissent toujours pas l’utilité des capteurs de CO2, lesquels permettent de définir les jauges des locaux, les seuils d’aération obligatoire et d’évacuation. C’est ainsi qu’Anne-Sophie Barthez, Directrice de la DGESIP sous la responsabilité directe de Frédérique Vidal, écrivait dans une circulaire en date du 19 novembre 2021, que le « dépassement des taux de CO2 recommandés n’est pas en soi un risque sanitaire », ce qui constitue un #mensonge éhonté au regard de nombreuses études scientifiques.
      - Ils ignorent sciemment la qualité de protection des masques FFP2 et les bénéfices de l’installation de purificateurs d’air, afin de s’exonérer de toute politique d’investissement dans la protection des personnels et des étudiants.
      – Ils ne veulent pas reconnaître le sous-encadrement vertigineux des administrations des universités, de leurs services de santé et de sécurité au travail, des laboratoires et des composantes d’enseignement, lesquels, minés par le développement de la précarité et de la souffrance au travail, sont littéralement abandonnés par l’État tout comme l’État a abandonné l’Hôpital.
      - Ils ne veulent pas admettre que la politique du tout-vaccinal est conduite à un échec retentissant et que seule une stratégie de prévention et d’actions de protection combinées et coordonnées permettra de combattre efficacement la pandémie.

      Dans sa circulaire du 29 décembre, qui traite essentiellement de la vaccination et de tests, Frédérique Vidal n’évoque ni les masques FFP2 évidemment, ni la mesure du CO2 qui est passée aux oubliettes, et encore moins les purificateurs d’air. Zéro moyen, comme toujours. Mais elle écrit ceci : « la situation actuelle ne justifie pas de nouvelles restrictions ». Le mot est riche d’enseignements. On n’est plus ici dans le seul déni. Il s’agit d’une véritable #dérive_idéologique : gouverner par les seules restrictions, réduire l’action publique à des mesures de privation des libertés. Nos « gouvernants » – si l’on peut encore user de cette dénomination - semblent ne plus être en état, ni en mesure de concevoir que l’action politique puisse consister en des décisions positives et concrètes de prévention, d’aide et de soutien à la population, en campagnes d’information, en plans d’accompagnement et en programmation de moyens.

      C’est ainsi que, concernant la seule rentrée universitaire, les mesures à prendre, attendues et réclamées, pour maintenir les cours et les examens en présence – ce qui est évidemment souhaitable -, sont les suivantes :

      - Distribution de masques FFP2 à tous les étudiants qui sont amenés à composer dans des salles et amphis sans jauges définies, ainsi qu’à tous les personnels qui le souhaitent ; la filtration de l’air commence avec le FFP2 (billet de septembre 2020 à relire : https://blogs.mediapart.fr/pascal-maillard/blog/240920/ffp2-mon-amour) !
      - Distribution massive de tests antigéniques sur les campus, en particulier avant les examens ;
      - Campagnes nationales et locales d’information sur les règles d’utilisation des masques et mise en place de formations et cet effet ;
      - Installation de capteur de CO2 dans tous les locaux et en priorité dans les amphis et salles sans ventilation et sans ouvrants fonctionnels ;
      - En fonction des mesures de CO2, définition des jauges de chaque local et installation de purificateurs d’air dans les locaux non conformes et tous les lieux de convivialité ;
      - Réparation des toutes les menuiserie non fonctionnelles et installation de ventilation motorisées dans tous les amphis et salles de grande capacité ;
      - Embauche de personnels en vue de réaliser les travaux d’amélioration et de réparation des locaux et plus généralement de gérer l’organisation et la mise en place de l’ensemble des mesures de sécurisation sanitaire des universités.

      Les quatre premières mesures peuvent et doivent être mises en œuvre rapidement. A cette fin le report de la rentrée d’une semaine laisserait le temps aux CHSCT de se réunir et aux établissements de s’organiser. Pour la mise en place des mesures 5, 6 et 7 – qui auraient dû être programmées dès le printemps 2020 -, le gouvernement doit dégager en urgence une enveloppe de crédits qui ira abonder immédiatement les budgets des universités. Comme ceux des hôpitaux et de l’ensemble des services publics.

      Nous l’avons compris depuis longtemps : la gestion du Covid-19 par le gouvernement répond avant tout à des considérations politico-économiques de courte vue et non à une stratégie sanitaire pensée sur la durée et construite pour toutes et tous, pour le bien commun. L’horizon défini par Macron est sa seule réélection. Il a privatisé la gestion sanitaire de la crise, comme il a privatisé l’Hôpital, comme il privatise la Recherche et l’Université. Pour être réélu, il lui faut - quoi qu’il en coûte - continuer de plaire, faire le moins de vagues possibles dans l’opinion en surfant sur les vagues épidémiques, et surtout continuer à engraisser le Cac 40 et les actionnaires qui n’ont jamais fait autant de profits. Et que les petits soldats obéissent. Par la force ou la servitude volontaire.

      Sans changement de stratégie sanitaire, nous savons que nous allons vers le pire. Que nos politiques en responsabilité réfléchissent un instant à ceci : quand ils disposent de moyens de protection de la santé et de la sécurité des personnes et qu’ils renoncent sciemment à les utiliser, ils commettent non seulement une #faute_morale, mais aussi, possiblement, un #délit. Il existe encore une Cour de justice de la République, qui a mis récemment en examen Agnès Buzyn (1).

      Mesdames et Messieurs les "gouvernants", nous n’oublierons ni vos dénis, ni vos délits ! Ni votre mépris, ni vos profits !

      Pascal Maillard

      https://blogs.mediapart.fr/pascal-maillard/blog/301221/leurs-denis-et-leurs-delits

  • LeDoc / Dʳ Franck Clarot:
    https://twitter.com/Le___Doc/status/1475550686834266119

    C’est très préoccupant, ce qui a été dit ce soir par @JeanCASTEX et @olivierveran, dire que je suis déçu, est un euphémisme

    On annonce une situation grave... et pourtant on prend des mesurettes orientées quasi exclusivement vers la préoccupation première : l’économie #Castex19h

    On soutient les soignants et les acteurs sanitaires de première ligne... et pourtant on laisse faire pour le moment la vague #omicron, et le débordement du système en janvier, ce qui va sécher les soignants, sans compter les cas contacts #Castex19h

    On pointe les incertitudes concernant #Omicron, mais on prie tout de même pour qu’il soit moins dangereux (l’espoir de fin d’année, c’est important) #Castex19h

    Et on diffère au 5 janvier ...

    On nous dit que le virus circule chez les enfants, que cela peut diffuser chez les fragiles... pourtant on nous sort les reco de la SFP, qui a été nulle depuis le début de cette crise, et a qui a eu des positions opposées à TOUTES les autres sociétés savantes su monde. #Castex19h

    On nous parle d’obscurantisme, et d’anti vax, ... pourtant une partie de la com’ du soir reprend leurs arguments, comme la comparaison avec les bronchiolites et les gastro, ce qui d’ailleurs, est aussi contre productif vis à vis de la campagne actuelle de vaccination #Castex19h

    Il est inquiétant de reconnaitre parmi ces arguments des propos tenus ça et là dans Gala, sur LCI et CNEWS, par des gens qui ne voient pas ou plus de patients depuis longtemps, ou qui déjeunent avec la première dame...

    Ce soir, c’est difficile d’essayer de continuer à lutter.

    L’anticipation de la #6emevague aurait mérité d’autres mesures ; les soignants auraient mérité plus, aussi...

  • Coronavirus: Britain, US top exporters of Omicron to Hong Kong so far, with cases expected to surge over Christmas holidays | South China Morning Post
    https://www.scmp.com/news/hong-kong/health-environment/article/3160526/coronavirus-britain-us-top-exporters-omicron-hong

    Coronavirus: Britain, US top exporters of Omicron to Hong Kong so far, with cases expected to surge over Christmas holidays
    Published: 3:20pm, 21 Dec, 2021
    About a quarter of Hong Kong’s imported Covid-19 Omicron infections so far have been arrivals from Britain, the most from any country, with the United States next in line, a Post review of recent cases has found amid a near-daily detection rate of the highly transmissive variant over the past week.As Omicron continued its global spread, a medical expert on Tuesday warned that a surge of such infections over the next week was all but certain, with residents coming back to the city for the holidays.
    “As more residents return to Hong Kong from Britain and the United States, the city will see the number of imported infections increase substantially”, said Dr Ho Pak-leung, an infectious disease expert from the University of Hong Kong.He also criticised the government for waiting until Tuesday to add the United Kingdom to the new highest-risk category, just over a week after the country was found to be the source of two imported Omicron infections.“From the anti-pandemic perspective, it’s not ideal, and will increase the infection risks to Hong Kong,” he told a local radio programme.
    Hong Kong on Tuesday confirmed eight new Covid-19 cases, including seven that carried N501Y, a key mutation linked to Omicron. Those infections took the city’s overall tally to 12,541, with 213 related deaths.
    Separately, the government announced that all its employees would be required to present proof of Covid-19 vaccination when entering official buildings for work, taking effect in mid-February next year.Since the city’s first Omicron case was confirmed in late November, a total of 19 – all imported – have been recorded.
    Five returned to the city from Britain, accounting for 26.3 per cent of all cases. The United States came in second, with four cases, while the rest were spread mostly among African countries including South Africa, Nigeria and Kenya.Since December 12, almost every day has included an Omicron infection among the Covid-19 caseload. On Friday, four of the seven cases involved the new variant, the most yet in a single day.Ho on Tuesday warned the city to brace for a surge in such cases as residents flocked home for Christmas from countries where Omicron had already become the dominant version of Covid-19.Britain was added to Hong Kong’s highest coronavirus risk category on Tuesday, meaning arrivals from that country must now spend the first portion of their mandatory quarantine at the government’s Penny’s Bay facility.

    #Covid-19#migrant#migration#hongkong#grandebretagne#afriquedusud#kenya#nigeria#sante#omicron#frontiere#circulation#casimporte#variant