• Inchiesta su BF, il vero “sovrano” dell’agricoltura industriale italiana

    La holding quotata in Borsa ha ormai inglobato i segmenti chiave del comparto -dalle sementi ai consorzi agrari- e tramite #Bonifiche_Ferraresi è anche la prima azienda agricola del Paese. Chi la controlla, come si muove e perché ci riguarda.

    C’è un acronimo che ben riassume i processi di trasformazione in corso nella filiera agroindustriale italiana: è BF, cioè il nome della holding quotata alla Borsa di Milano che con le sue controllate ha inglobato ormai i segmenti chiave del comparto. Dalla selezione, lavorazione e vendita delle sementi (con la Società italiana sementi Spa) alla proprietà dei terreni attraverso la più grande azienda agricola italiana per superficie utilizzata (Bonifiche Ferraresi, cui si affianca la BF agricola Spa), dalla progettazione di contratti di filiera (ad esempio con la Filiera bovini Italia Srl, in partnership con Coldiretti) alla realizzazione di impianti per la macinazione di cereali (Milling hub Spa, tra le altre), dalla trasformazione dei prodotti (BF agro-industriale Srl) alla loro commercializzazione nei canali della Grande distribuzione organizzata anche tramite un marchio di proprietà (come la pasta, le passate o i legumi de “Le Stagioni d’Italia”). Del conglomerato fa parte anche Consorzi agrari d’Italia Spa, che si occupa della commercializzazione, produzione ed erogazione di servizi e prodotti a favore degli operatori agricoli attraverso la rete dei consorzi agrari.

    Non si tratta di un comparto rilevante solo per addetti ai lavori o appassionati dell’azienda con sede a Jolanda di Savoia (FE). L’agricoltura, così come la filiera alimentare, è infatti tra le principali cause della perdita di biodiversità e dei cambiamenti climatici, come ricorda la coalizione #CambiamoAgricoltura lanciata da organizzazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica e biodinamica per una riforma della fallimentare Politica agricola comune (Pac) in vista del ciclo di programmazione 2023-2027. Terra e cibo rappresentano uno snodo decisivo per una non rinviabile svolta agroecologica finalizzata a proteggere la natura, a invertire il degrado degli ecosistemi e le perdite di sostanze dei suoli, a rendere “sana, equa e sostenibile” la produzione del cibo, come tratteggiato dall’Unione europea attraverso la strategia “Farm to fork” e quella sulla biodiversità per il 2030. È in questo delicato terreno che si muove BF. Non lo fa da comparsa ma da “primario operatore nazionale attivo, a livello integrato, nel settore agroindustriale”, per usare la fredda etichetta dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm).

    A metà ottobre 2022 gli “azionisti rilevanti” di BF erano quattro. Il primo, con il 20,13% delle quote, è la Arum Spa, che fa capo a Federico Vecchioni, amministratore delegato di BF e della sua controllata Bonifiche Ferraresi, che in passato è stato anche presidente della Confederazione generale dell’agricoltura italiana (Confagricoltura). Poi c’è la Dompé holdings Srl (al 20,04%), “contenitore” di partecipazioni finanziarie che fa capo a Sergio Dompé, imprenditore al vertice del gruppo multinazionale biofarmaceutico Dompé. Il terzo azionista è Fondazione Cariplo, che detiene il 19,29% di BF, seguita da Cdp equity Spa (in passato Fondo strategico italiano), investitore pubblico di lungo periodo che acquisisce quote in imprese di “rilevante interesse nazionale” per conto di Cassa depositi e prestiti (controllata per circa l’83% dal ministero dell’Economia e per quasi il 16% da diverse fondazioni bancarie).

    Nell’estate 2022 il campo d’azione di BF si è ulteriormente allargato. A metà luglio ha infatti perfezionato l’acquisizione del 100% della Bia Spa, azienda specializzata nella “produzione e commercializzazione di couscous da filiera italiana”, per 20,5 milioni di euro. “L’operazione si inserisce nel più ampio progetto di sviluppo di un polo cerealicolo attraverso l’integrazione delle società Ghigi 1870 Spa, Milling Hub Spa e Pasta Fabianelli Spa, già parti del Gruppo BF, e Bia, con lo scopo di creare sinergie e garantire, insieme a BF, il presidio sull’intera filiera del frumento italiano”, come ha dichiarato l’amministratore delegato Vecchioni. Lo scopo di “presidiare l’intera filiera” torna spesso nella comunicazione del colosso, che con i 7.750 ettari coltivati da Bonifiche Ferraresi tra le province di Ferrara, Arezzo, Oristano e Grosseto è anche il “primo proprietario terriero in Italia” (riso, mais, grano duro e tenero, orzo, barbabietole da zucchero, erba medica, soia, orticole, piante officinali e frutta).

    Questo potere (o “presidio”) si riproduce anche nel segmento dei semi. Come detto, BF ha in mano quasi il 42% della Società italiana sementi (Sis): controlla cioè, dal 2017, l’azienda leader nel settore del frumento e che tratta qualcosa come 600 varietà, 116 delle quali attraverso “diritti di esclusiva”. È Sis ad avere in mano l’esclusiva per la moltiplicazione e la vendita di una nota varietà denominata grano “Cappelli”. Quella stessa varietà di cui l’azienda controllata da BF, come ha denunciato più volte la Rete Semi Rurali, che si occupa di promuovere una gestione davvero dinamica della biodiversità agricola, ne avrebbe “limitato la vendita del seme solo a quegli agricoltori disposti a restituire il raccolto e ha diffuso la voce che chi non compra il loro seme certificato non può più usare il nome ‘Cappelli’ nell’etichetta del prodotto”.

    La rete di vendita su cui si appoggia Sis è prevalentemente quella dei consorzi agrari, un altro ganglio decisivo che porta, nuovamente, a BF. La società guidata da Vecchioni è infatti il primo azionista (con il 35,89%) della Consorzi agrari d’Italia (Cai Spa), veicolo che dal 2019 vorrebbe raccogliere parte di quel che resta dei 72 iniziali consorzi del nostro Paese (oggi poco più di 20), nati oltre un secolo fa sotto forma di cooperative di agricoltori. Gli altri azionisti della Cai sono il Consorzio agrario dell’Emilia-Romagna (4.300 soci), il Consorzio dell’Adriatico (oltre 3mila), il Consorzio del Tirreno (circa mille) e quello del Centro-Sud (284 soci). L’ultimo che si è aggregato in ordine di tempo è stato il Consorzio agrario del Nord-Est, attivo in Lombardia e Veneto e che nel 2021 ha realizzato un fatturato di circa 474 milioni di euro. A fine luglio 2022 il Consorzio del Nord-Est è entrato ufficialmente in Cai con il 23,58% delle quote, ricevendo il benestare dell’Antitrust che in agosto non ha ravvisato “significativi effetti verticali di restrizione della concorrenza sui mercati interessati” e ha dunque dato luce verde. BF ha festeggiato anche perché “le dimensioni raggiunte da Cai con l’ingresso di Consorzio Nord-Est conferiscono al Gruppo capacità competitiva e apportano una ancor più significativa presenza territoriale”.

    Maggiore “presenza territoriale” significa del resto “maggiori ricavi”, come dimostra il fatturato consolidato di BF che include i cosiddetti “apporti” della Cai. Al 30 giugno 2022 i ricavi dalle vendite ammontano a oltre 433,2 milioni di euro contro i 32,5 del primo semestre 2021. L’esplosione (più 1.200% in un anno) è dovuta in larga parte alla vendita all’ingrosso di carburanti per autotrazione e agricoltura (135 milioni) svolta dalla Eurocap Petroli, seguita dalla vendita di concimi antiparassitari (91,2 milioni), dalla vendita di cereali da granella (65,9), di sementi (39,1), o introiti da colture foraggere e mangimi (27,3). Tradotto: l’apporto della Consorzi agrari d’Italia “pesa” sul fatturato di BF per il 91%. È il suo core business.

    A rinforzare la rete del Gruppo BF c’è anche l’alleanza con Coldiretti, la più importante associazione di rappresentanza dell’agricoltura italiana nata nel 1944 che dichiara 1,6 milioni di soci ed è presieduta da Ettore Prandini (da leggere a proposito il saggio “La Coldiretti e la storia d’Italia” di Emanuele Bernardi per Donzelli editore). Questa partnership ha anche risvolti societari. È il caso della Filiera bovini Italia Srl, nata per “sviluppare progetti e contratti di filiera che assicurino una giusta ed equa remunerazione agli allevatori negli anni”. I soci sono due: BF, al 51%, e la Filiera agricola italiana Spa, al 49%. Quest’ultima è una “struttura economica di Coldiretti” -come tra le altre la Germina Campus o la Fondazione Campagna Amica- che detiene quote anche della Società italiana sementi (4,96%).

    Ma Coldiretti non è l’unico alleato di BF. A fine 2021 la capogruppo ha infatti annunciato un accordo strategico “di ampio respiro” con Eni -che è entrata nel capitale di BF- “per lo sviluppo di prodotti agricoli sostenibili per la produzione di biocarburanti”. Eni si è impegnata dal 2030 a non usare più olio di palma nelle sue raffinerie di Gela e Marghera e punterebbe a sostituirlo con “sementi di piante oleaginose da utilizzare come feedstock”. BF dovrebbe occuparsi quindi della ricerca presso i terreni che ha in Sardegna (chiamati nel patto “Laboratori a cielo aperto”), lasciando poi a Eni la “valutazione della possibilità di produrre economicamente le stesse sementi” in alcuni Paesi in cui la multinazionale fossile è presente: Ghana, Congo, Costa d’Avorio e Kenya.

    E poi c’è l’accordo con Intesa Sanpaolo: nel 2021 la banca ha investito in BF circa 20 milioni di euro, garantendosi il 3,32% del capitale, andando a sostenere un “operatore di mercato focalizzato sulla filiera agroalimentare, settore fondamentale per l’economia italiana e il made in Italy”. È la logica del “campione nazionale” che sovrasta qualsiasi altra riflessione, anche critica, sugli impatti di un modello agricolo intensivo e industriale opposto a una gestione dinamica, biologica e collettiva della diversità agricola. Tanto che qualsiasi richiamo alla biodiversità, alla tutela degli impollinatori, alla riduzione dei pesticidi chimici o dei fertilizzanti è vissuto come un attacco al “made in Italy” o alla sovranità alimentare.

    Ne è l’emblema il discorso che Giorgia Meloni ha tenuto al “Villaggio Coldiretti” di Milano a inizio ottobre 2022, in occasione della sua prima uscita pubblica post voto. Dopo aver garantito di non voler “disturbare chi vuole fare e chi vuole creare ricchezza”, la presidente di Fratelli d’Italia, tra applausi e bandiere gialle, si è scagliata contro “l’approccio ideologico spesso assurdo” dell’Unione europea che “non aiuta la sostenibilità e la produttività”. Perché “noi vogliamo difendere l’ambiente ma con l’uomo dentro”, ha detto, salutando con favore la “pausa di riflessione” presa allora dal Consiglio europeo sul “tema dei fitofarmaci”. Come se l’Italia fosse solo la culla, leggera e priva di impatti, di un’eccellenza “minacciata” da fuori e non invece il Paese che vede oltre il 10% dei suoli già classificato come “molto vulnerabile” alla degradazione (fonte Ispra), che ha perso circa 400mila aziende agricole tra 2010 e 2020 (-30%) mentre la superficie si è ridotta del 2,5% (fonte Istat) e che al 30 giugno 2022 ha già importato in valore più prodotti agroalimentari di quanti ne abbia esportati (29,8 miliardi di euro contro 29,4, fonte Ismea): il pesce e l’olio extravergine di oliva dalla Spagna, i bovini vivi e il frumento tenero dalla Francia, i formaggi dalla Germania o i semi di soia dal Brasile.
    Uno strano concetto di “sovranità”.

    https://altreconomia.it/inchiesta-su-bf-il-vero-sovrano-dellagricoltura-industriale-italiana

    #industrie_agro-alimentaire #Italie #BF #agriculture #agriculture_industrielle #semences #Società_italiana_sementi #BF_agricola #Coldiretti #Milling_hub #BF_agro-industriale #Le_Stagioni_d’Italia #supermarchés #grande_distribution #Consorzi_agrari_d’Italia #Arum #Federico_Vecchioni #confagricoltura #Dompé_holdings #Sergio_Dompé #Dompé #Fondazione_Cariplo #Cdp_equity #Fondo_strategico_italiano #Cassa_depositi_e_prestiti #Bia #Ghigi_1870 #Pasta_Fabianelli #Gruppo_BF #blé #terres #graines #Società_italiana_sementi (#Sis) #senatore_cappelli #consorzi_agrari #Consorzi_agrari_d’Italia #Ettore_Prandini #Filiera_bovini_Italia #Eni #biocarburants #Intesa_Sanpaolo

  • Qu’est-ce-que le tiers monde ?
    Pour mon #Projet_de_recherche sur le #Cuba j’essaie de définir mes termes avec précision. Commençons donc avec une notion importante, celui du #tiers_monde, grâce au travail d’#Alfred_Sauvy (1986 [1952]) et de #Vijay_Prashad (2007).

    Alfred Sauvy, écrivant dans les pages de L’Observateur en 1952, avance une conception tripartite du monde. Les deux premiers mondes correspondent aux deux côtés qui s’affrontent dans la guerre froide, divisés par le « rideau de fer » de Churchill : le premier monde est l’Ouest, le deuxième monde l’Est. Ils sont en « lutte pour la possession du troisième monde » (p. 81). Ce dernier, le tiers monde, c’est ce que l’on a pu nommer « les pays sous-développés » (Ibid.) aux Nations Unies, comportant deux milliards de personnes—soit deux tiers de la population mondiale (Prashad, 2007, p. 8). (La comparaison est d’ailleurs faite par Sauvy avec le Tiers Etat de la Révolution française.)

    Vijay Prashad, dans The Darker Nations, montre comment les pays concernés ont donné sens à ce concept en cherchant à prendre la place d’un troisième bloc ayant une certaine unité politique. C’est pour cela qu’il dit :

    The Third World was not a place. It was a project. (p. xv)

    La plateforme partagée de cet ensemble de gouvernements est exprimée de plusieurs façons. D’une lutte pour la notion abstraite de « dignité » (p. xv) à l’idéologie plus substantive d’« internationalist nationalism » (p. 12), elle met aussi en avant des demandes tant pour les « nécessités concrètes » (p. xv) de la vie de chacun que, dans les relations internationales, pour une non-violence et un développement des Nations Unies (p. 11).

    Le tiers monde est donc une notion élaborée par les pays concernés eux-mêmes à travers la pratique et le débat, avec une plateforme construite lors d’assemblées afro-asiatiques à Bandung en 1955 (Cf. p. 32 ff.) ou encore à Caïro en 1961 (Cf. p.57 ff.), lors de la Conférence tricontinentale de 1966 (Cf. p. 107 ff.) et lors des luttes de ces pays, souvent à l’unisson, à l’ONU (p. xvi). On peut aussi renvoyer à deux projets aux noms connus pour préciser le concept du tiers monde : le mouvement des non-alignés crée en 1961 et le Groupe des 77 (ou G-77) fondée au sein des Nations Unies en 1964 (p. 13).

    Voilà donc la définition de tiers monde que je retiendrai. Celle-ci montre pourquoi le terme reste pertinent pour mon sujet (la théorie économique ä Cuba pendant les années 1960 et 1970), plutôt que d’employer le terme de « Global South » (suivant le clivage Nord/Sud popularisé par Willy Brandt en 1980) qui est très en vogue mais dont l’utilité—surtout pour parler des pays non-alignés pendant la guerre froide—est contestable.

    Références :
    Prashad, Vijay. (2007) The Darker Nations : A People’s History of the Third World. New York : New Press : Distributed by W.W. Norton (A New Press People’s History).

    Sauvy, Alfred. (1986) ‘Trois mondes, une planète’, Vingtième Siècle. Revue d’histoire, 12(1), pp. 81–83.

    • See also, for further reading:

      Bevins, Vincent. The Jakarta Method: Washington’s Anticommunist Crusade and the Mass Murder Program That Shaped Our World (2020).

      Funnily enough, Bevins uses the same two sources as I did above, summarising thus:

      “Third” did not mean third-rate, but something more like the third and final act: the first group of rich white countries had their crack at creating the world, as did the second, and this was the new movement, full of energy and potential, just waiting to be unleashed. The Third World was not just a category, it was a movement.

      Elbaum, Max. Revolution in the Air: Sixties Radicals Turn to Lenin, Mao and Che (2018 [2002])

      Especially Part I, Chapter 2: “Appeal of ‘Third World Marxism’”.

      Third World Marxism is defined as “a version of Leninism identified with Third World movements – especially the Chinese, Cuban, and Vietnamese Communist Parties”

      Ruffin, Patricia. Capitalism and Socialism in Cuba: A Study of Dependency, Development and Underdevelopment (1990)

      Cf. Preface (discussion of Third World and relation with first and second) and Chapter 1 (on combining Third-Worldism with Marxism and Neo-Marxism)

      The book as a whole is divided into two parts: the first on the relationship between the U.S. and Cuba (first and third worlds) and the second on the USSR-Cuba relationship (second and third worlds)

  • M ystère du col Dyatlov : la piste de l’avalanche – Libération
    https://www.liberation.fr/lifestyle/voyages/mystere-du-col-dyatlov-la-piste-de-lavalanche-20210303_5IOPQTIBUFFIBL6BM5

    Deux chercheurs avancent l’hypothèse d’une avalanche pour expliquer la mort de neuf alpinistes russes, en 1959. Ils avaient été retrouvés mutilés et à moitié nus dans les montagnes de l’Oural.

    Du nouveau dans la résolution du mystère du col Dyatlov… Deux chercheurs travaillant en Suisse, Johan Gaume et le Russe Alexander Puzrin (1), viennent de publier une étude qui avance une explication plausible à la mort mystérieuse de neuf randonneurs dans les montagnes de l’Oural, en ex-Union soviétique, durant l’hiver 1959. La « tragédie du col Dyatlov » avait été à l’époque à l’origine d’un nombre étonnant de théories, depuis la vengeance d’un yéti meurtrier jusqu’à de secrètes expérimentations militaires.

    Rappel des faits. Le 27 janvier 1959, un groupe de neuf étudiants de l’institut polytechnique de l’#Oural partent pour deux semaines d’expédition dans les montagnes de Gora Ortoren, dans la partie nord de l’oblast, sur un tracé difficile, avec des températures de moins trente degrés. La date du retour dépassée, une équipe de secours se met en route. Le 26 février, ils finissent par trouver une tente déchiquetée sur les pentes du #KholatSyakhi (la « montagne morte » en finno-ougrien). Les effets du groupe sont restés à l’intérieur. Un peu plus loin, on découvre deux corps en sous-vêtements et chaussettes. Trois autres cadavres seront également trouvés en contrebas du site. Quatre mois plus tard, les quatre corps manquants sont identifiés dans un ravin recouvert de neige. Certains avec de terribles blessures : côtes cassées, fêlure du crâne, yeux et langues arrachés… Des sévices causés par une « force naturelle irrésistible », avancent les autorités soviétiques, qui évoquent une attaque de #Mansis (peuple autochtone pourtant pacifique) tandis que sont relevés des niveaux élevés de radiation sur les vêtements des alpinistes et que les familles s’interrogent sur l’étrange couleur des cadavres… Mais faute de réponses, l’affaire est classée et les théories les plus folles commencent à circuler.....
    #colDyatlov #alpinisme #russie

  • Rappel : c’est la période pour mettre de l’eau tiède pour les oiseaux dont les abreuvoirs naturels sont gelés. Et y’a Marches pour les réquisitions de logements vides cet aprem à Nantes, Grenoble & Paris 👇
    https://www.flickr.com/photos/valkphotos/50791108031

    Flickr

    ValK. a posté une #photo :

    Plus de 300 000 sans logis, 3 millions de logements vides : Application de la loi de réquisition !
    MARCHES DES RÉQUISITIONS ce samedi 2 janvier :
    A #GRENOBLE : 14H passerelle St Laurent
    A #PARIS : 14H30 sortie métro rue du Bac
    A #NANTES : 17H maison du peuple, rue du Préaubert
    A l’appel de la fédération Droit Au Logement et de nombreux signataires : https://44.demosphere.net/rv/5166
    .
    ☆ autres photos : frama.link/valk
    ☆ infos / audios : frama.link/karacole
    ☆ oripeaux : frama.link/kolavalk
    ☆ me soutenir : liberapay.com/ValK
    .
    #gel #glace #frost #ice #hielo #froid #cold #frio #nature #naturaleza #oiseau #bird #pájaro #hiver #winter #invierno #aide #help #ayuda #balcon #balcony #balcón #abri #shelter #alojamiento #logement #accommodation (...)

  • Cold Storage: An Introduction 26th May 2020 | Listen on NTS
    https://www.nts.live/shows/guests/episodes/cold-storage-an-introduction-26th-may-2020

    NTS explores the music produced at #Cold_Storage recording studios on Acre Lane, Brixton between 1979 and 1987; The former meat pie factory was initially used predominantly by This Heat as the post-punk outsiders’ recording studio. After the This Heat trio (Charles Bullen, Charles Hayward, Gareth Williams) disbanded, they would continue to run the studio space, creating a web of vital projects and artists now using the studio and practice space, ranging from Robert Wyatt to Adrian Sherwood, Tracey Thorn to Henry Cow.

    This collection explores some of the music away from #This_Heat recordings that was recorded in the space during that time.

    #Post_punk #art_rock

  • Flüchtlingsunterkunft Colditzstraße ist erweitert worden

    Mit einem Tag der offenen Tür wurde kürzlich die Renovierung und Erweiterung der Gemeinschaftsunterkunft für Geflüchtete in der Colditzstraße 32 gefeiert. Rund 160 Menschen, die bis vor Kurzem noch in den Tempohomes auf dem Tempelhofer Feld untergebracht waren, sind inzwischen dorthin umgezogen.

    Die Unterkunft in der Colditzstraße nahe dem Tempelhofer Hafen besteht aus drei Gebäudeteilen samt Innenhof. Gebaut wurde der frühere Bürokomplex im Jahr 1930. Vor vier Jahren eröffnete dort zunächst eine Notunterkunft. Später folgten eine längere Umbauphase und Betreiberwechsel. Seit Februar 2018 betreibt die auf Betreuung und Integration von Asylsuchenden spezialisierte ORS Deutschland GmbH die Einrichtung im Auftrag des Landesamts für Flüchtlingsangelegenheiten (LAF). „Ich wünsche den vielen neuen Bewohnern eine gute, ruhige und angenehme Zeit“, sagte Integrationssenatorin Elke Breitenbach (Die Linke) in ihrer Eröffnungsrede. Mit dem Ausbau konnte die Kapazität von 415 auf 431 Plätze erhöht werden. Aktuell sind jedoch noch nicht alle Plätze belegt.

    Rund ein Drittel der Bewohner ist alleinstehend, zwei Drittel sind Familien mit Kindern. Sie kommen unter anderem aus Afghanistan, Syrien, dem Irak, Eritrea, Nigeria und Ländern Osteuropas. Auf fünf Etagen sind sie in Zwei- und Drei-Bett-Zimmern untergebracht. Im Erdgeschoss sind die Wohnräume barrierefrei. Es gibt eine zentrale Waschküche mit Waschmaschinen und Trocknern. Pro Etage existieren zwei Gemeinschaftsräume, drei Gemeinschaftsküchen mit Herden, Spülen und Esstischen sowie 15 Duschen und Toiletten. Die Zimmer sind mit Betten, Spinden, Tischen, Stühlen, Regalen, einem Kühlschrank und einem Besteck- und Geschirrset ausgestattet. In Projekträumen bieten die insgesamt zwölf ORS-Mitarbeiter unter anderem Hausaufgabenhilfe, Deutschunterricht und Integrationskurse an. Im Haus gibt es auch eine Kinderbetreuung. Für Sport- und Freizeitangebote stehen im Innenhof ein Basketballplatz sowie eine Tischtennisplatte zur Verfügung. Ein Spielplatz wird bereits geplant und soll bald folgen.

    „Die meisten Probleme haben wir gelöst“, zeigte sich Bürgermeisterin Angelika Schöttler (SPD) nach Verzögerungen bei den Baumaßnahmen und den Betreiberwechseln in der Vergangenheit zufrieden. Sie sei von der Qualität der Gemeinschaftsunterkunft und der „ganzen Reihe von Angeboten“ überzeugt. Neu am Standort Colditzstraße sind unter anderem rund 160 Menschen, die zuvor in einem Tempohome auf dem Tempelhofer Feld gewohnt haben. Zu Hochzeiten waren es dort bis zu 800 Personen, die von der Tamaja Berlin GmbH betreut wurden. Seit Ende der zweiten Juni-Woche ist dort jedoch niemand mehr. Die Container werden nun bis Jahresende sukzessive abgebaut. Senatorin Breitenbach sagte auf Nachfrage, dass sie darüber „total erleichtert“ sei. Das LAF habe sich entschieden, vor allem Familien aus den Tempohomes einen Platz in der Colditzstraße zuzuweisen, um sie aufgrund der Nähe beider Standorte nicht aus ihrem Sozialraum reißen zu müssen. „Da viele Geflüchtete, vor allem Familien, auf dem angespannten Berliner Wohnungsmarkt nur schwer eine Wohnung finden, dienen Gemeinschaftsunterkünfte bis dahin als Wohnungsersatz. Der Mietvertrag für diese Unterkunft hat eine maximale Laufzeit von acht Jahren“, teilt das LAF mit.

    #ORS #Germany #Berlin #Colditzstraße

    https://www.berliner-woche.de/tempelhof/c-soziales/fluechtlingsunterkunft-colditzstrasse-ist-erweitert-worden_a220462#ga

  • Les paquebots polluent-ils beaucoup plus que les voitures ?

    https://www.lemonde.fr/les-decodeurs/article/2020/07/04/les-paquebots-polluent-ils-beaucoup-plus-que-les-voitures_6045192_4355770.ht

    Plusieurs messages partagés des dizaines de milliers de fois sur Facebook à la fin du mois de juin s’opposent à l’idée de limiter la vitesse à 110 km/h sur l’autoroute. A les croire, il s’agirait d’un enjeu marginal pour l’environnement comparé, par exemple, à la pollution générée par les grands paquebots


    Le but, c’est de changer ta mentalité de merde, parce qu’il en découle tous ces effets néfastes qui ruinent la planète, pas juste de réduire la pollution.

    • C’est une préoccupation relativement ancienne des armateurs, tant de croisière que de charge (et de l’OMI, Organisation maritime internationale). Ça s’appelle #courant_quai ou #courant_de_quai, #cold_ironing en anglais ; l’objectif est d’arrêter totalement tous les générateurs du bord. Pour un bateau de croisière, ça demande des puissances importantes.

      cf. l’article ci-dessous (2013)
      Le courant quai se standardise dans le monde entier | Mer et Marine
      https://www.meretmarine.com/fr/content/le-courant-quai-se-standardise-dans-le-monde-entier

      Un geste de plus à intégrer dans la manœuvre d’accostage ? Le « cold ironing », ou alimentation par le courant quai, ne devrait plus être réservé aux seuls bâtiments militaires. Parce que si l’on parle beaucoup de restrictions des émissions polluantes en mer des navires, il ne faut pas oublier qu’ils brûlent également du carburant à quai. Et que les normes relatives aux rejets atmosphériques, comme celles de la convention Marpol, ne se limitent pas à la haute mer. Elles vont s’appliquer tout autant à quai.

      Ça se met en place très doucement…

      Marseille : la Méridionale passe au courant quai (2015)
      https://lemarin.ouest-france.fr/secteurs-activites/shipping/20559-marseille-la-meridionale-passe-au-courant-quai

      En 2015, la Méridionale et le grand port maritime de Marseille (GPMM) seront les premiers, en France, à posséder la technologie du courant quai (ou cold ironing) alors qu’elle est déjà disponible en Suède, en Finlande ou aux États-Unis.
      Trois navires ropax de la Méridionale doivent être adaptés pour pouvoir utiliser le courant électrique fourni par le port. Cette innovation doit leur permettre de satisfaire à des normes environnementales de plus en plus strictes, notamment en matière d’émissions polluantes.
      […]
      Côté port, les postes 68, 70 et 74 seront alimentés en 11 kV/50 Hz, signal qui serait transformé à bord en 380 V. L’installation de ce dispositif est simplifiée dans cette zone du port puisqu’un poste électrique est situé à proximité des trois quais, limitant les travaux de génie civil. Mais l’investissement se monterait malgré tout à 1,7 million d’euros.

      Réglementairement, la directive européenne 2005/33/CE, plus stricte que l’annexe VI de la convention Marpol, fixe un taux de soufre de 0,1 % maximal dans les combustibles de tous les navires au mouillage et dans les ports européens. Et la Méditerranée fait partie des régions pressenties pour intégrer les zones d’émissions contrôlées de soufre (zones Seca) à moyen terme.

      En 2006, la recommandation 2006/339/CE de la Commission européenne intitulée « Promotion de l’utilisation du réseau électrique terrestre par les navires à quai dans les ports de la Communauté » a permis de définir les premières orientations en vue d’une future norme.
      Les trois navires de la Méridionale réalisent environ 500 escales annuelles à Marseille, ce qui correspond à une consommation de 2 150 tonnes de carburant par an. Le courant quai permet de réduire les pollutions atmosphériques, mais aussi sonores et vibratoires dues aux groupes électrogènes des navires à quai.

      Parti de Marseille, le courant de quai va se propager à Toulon et Nice (2019, échéance en 2025)
      https://www.businews.fr/index.php?option=com_k2&view=item&id=2190:parti-de-marseille-le-courant-de-

      30 M€ pour connecter les navires à quai. Ce jeudi 5 septembre, Élisabeth Borne ministre de la transition énergétique et solidaire et le président de la Région Sud, Renaud Muselier, devraient annoncer un plan d’investissement de 30 M€ pour l’électrification des navires de croisière à quai dans les ports de Marseille, Toulon et Nice. « Les bateaux ne pollueront plus une fois dans nos ports. C’est une avancée majeure pour la qualité de l’air », a annoncé Renaud Muselier dimanche sur son fil Tweeter. En juin dernier, le port de Marseille annonçait un vaste plan de 20 M€ pour connecter l’ensemble des navires des Bassins Est d’ici à 2025.

      A Toulon, le port s’est donné trois ans pour connecter les navires en escale à Toulon centre et au port de Brégaillon à La Seyne-sur-Mer.

  • #Arab_urbanism (@araburbanism)

    A platform for critical ideas on the past, present, and future of cities and urbanism in the Arab region.

    Urbanisation is one of the central forces shaping social life in the Arab region. As cities grow, disappear, and organise new realities, critical debate on urban policies, histories and everyday life is increasingly crucial. More than giving answers, our primary concern is to raise questions regarding how urban realities are made, remade, and unmade. Who are the powerful agents in these processes and how is their power contested? Can we speak of an ‘Arab’ urbanism?

    The magazine is a project that has been a year in the making. It developed out of our desire to begin a conversation on how and why our cities are designed, built, and destroyed. We envision it as a platform for critical engagement with voices based across the region in diverse spaces that subvert, create and renew perceptions of urban history, planning, architecture, geography and resistance.

    As academia and urban practices grow further apart, we thought of ways to bring together researchers, practitioners and residents to critically debate changes happening in our cities. As an open access platform, the magazine opens a space for the expression of new and critical ideas. These ideas guide our understanding of the past and present of our urban sphere, and draw imaginaries for its future. Having the space to speak, construct and contest is crucial to develop new pathways to understand urban realities as they are negotiated on a daily basis.

    In these early days, our main objective has been to build a collective that crosscuts discipline, context, and practice. Having received over 80 contributions to our call for submissions, ranging from short interventions and academic research to visual statements and short films; the need for dialogue is clear and visible. The result is the magazine’s first issue, a collaboration between authors and editors enriched by their diversity of languages, geographical locations and disciplines. These first contributions are the experimental ground for an open source of knowledge production in the region.

    As Arab Urbanism continues to grow with its contributors and members, we envision a way forward that amplifies the voice of underrepresented urban communities in the region (including non-Arab groups and migrant communities), cultivates cross regional conversations on urbanisation, and highlights critical perspectives on how we understand, study and live in our cities.

    https://www.araburbanism.com
    #revue #urbanisme #urban_matter #géographie_urbaine #pays_arabes

    ping @reka @nepthys

  • Also contains interesting stuff about the military importance of th...
    https://diasp.eu/p/9404739

    Also contains interesting stuff about the military importance of the moon as well Secret History of Silicon Valley - YouTube In this lecture[,](nowhere “#science #technology #history #usa #military #coldwar”) renowned serial entrepreneur Steve Blank presents how the roots of Silicon Valley sprang not from the later development of the silicon semiconductor but instead from the earlier technology duel over the skies of Germany and secret efforts around (and over) the Soviet Union. merci à @[Krugor](/u/krugor)

  • Why I Hate Calls
    https://hackernoon.com/why-i-hate-calls-3c3e45dbebe0?source=rss----3a8144eabfe3---4

    How I feel every time some is calling me.Imagine this:You just “e-met” someone on LinkedIn, email or Skype and are about to talk about business. Then the other person suddenly says: “Let’s just on a call”.WTF? WHY would you want to do that???First of all. I don’t “jump” on a calls.Second- I hate calls, and here is why.The call always comes in a bad timeIn 99% of the time you are either working, eating, having a break, doing sports, taking a loo or doing something else important and then that stupid call comes in, and you have stop everything you are doing and answer it. There’s practically never a good time for a call (unless of course you scheduled it before), because I don’t remember ever sitting and thinking: “hmm, now it would be a good time if someone gave me cold call”.The call takes all your (...)

    #cold-calling #phone-call #cold-calls #conference-call #why-i-hate-calls

  • Stop Using Gimmicks For Your Cold Emails
    https://hackernoon.com/stop-using-gimmicks-for-your-cold-emails-b2116be92082?source=rss----3a81

    Email Gimmicks Are Ruining Your Cold EmailsImage SourceWhy Is (Proper) Cold Emailing Important?Cold emailing is the practice of emailing a person that doesn’t know who you are, to achieve some sort of goal. When done correctly, cold emails can be an incredibly powerful and versatile tool to build your professional network, get new clients for your business, or just make new friends.I’ve used cold emailing to achieve all of the above. I have successfully cold emailed CEOs, investors, book authors, professors, and more. Others have also successfully used cold emails to transform their business and their social circle. But I’m seeing an increasingly worrying trend when it comes to cold emails: the use of gimmicks.These gimmicks are often used by marketers, businesses, or career professionals (...)

    #email-marketing #marketing #email #marketing-strategies #cold-emails

  • Everything you need to know about cold starts in #aws Lambda
    https://hackernoon.com/cold-starts-in-aws-lambda-f9e3432adbf0?source=rss----3a8144eabfe3---4

    There are many blog posts about cold starts in AWS Lambda out there. I was doing some research and wanted to list the good ones here as well as some bullet points for quick insights into the topic.What is a cold start?A latency experienced when you trigger a function.A cold start only happens if there is no idle container available waiting to run the code. This is all invisible to the user and AWS has full control over when to kill containers.What is the affect of #cold-start?Frustrated users because of slow responsePaying more money for speed (sometimes)Timeouts in the calling function if not thought throughlyCaring about an operational concern which has nothing to do with youWhen should you care?If you are using a statically typed language like Java and C# (no shame in there! :D)If you (...)

    #cold-starts-in-aws-lambda #aws-lambda #serverless

  • The Numbing Reality of the Cold Shower
    https://hackernoon.com/the-numbing-reality-of-the-cold-shower-9dd4f4c7626b?source=rss----3a8144

    Image by Seth DoyleIt was 7:32am. I woke up with a smirk and put my feet on the floor. I went to the bathroom and turned on the shower. I felt the water. Not cold enough. I turned the handle. I felt the water again. Not cold enough. I turned the handle. I felt the water a third time. It was fucking freezing. I counted to 3 and jumped in.It is commonplace now to hear about the benefits of a cold shower. It wakes you up, it refreshes you, it energizes you, whatever it may be. But it is one thing to read or hear about it in a way that is solely informative and seemingly speculative, and a totally different thing to actually read about what the experience feels like. So this is what I’ll provide for you.We cannot negotiate with our thoughts. We must convince our minds we are doing something (...)

    #motivation #cold-shower-reality #cold-shower #positivity #self-awareness

  • During the height of the #Cold_War, the Americans spent 21 years trying to listen in to a secret Soviet radio link used for interplanetary spacecraft. They only succeeded after nabbing a piece of equipment developed by #SETI.
    http://astronomy.com/bonus/secret #URSS #USSR #NSA #radio #space

    "Although the reports are heavily redacted, the story of this quest for the secret Soviet signal is nonetheless astonishing for two interconnected reasons. First, for the sheer depth of effort the Americans spent to uncover the radio signal. And second, for how inconsequential the signal, and the data it hid, actually was"

  • Nations Unies : « Israël a instauré un État d’Apartheid » | Chronique de Palestine
    par Ben White – 15 mars 2017 – Al-Jazeera – Traduction : Chronique de Palestine – Lotfallah
    http://chroniquepalestine.com/nations-unies-israel-a-instaure-regime-apartheid

    Le rapport ouvre la voie à l’examen par l’ONU de la situation en Palestine occupée en utilisant le mot « apartheid ».

    Un nouveau rapport de l’ONU accuse Israël d’avoir établi « un régime d’apartheid qui opprime et domine le peuple palestinien dans son ensemble ».

    La publication intervient au milieu d’un nouveau débat sur la question de savoir si, par sa politique de colonisation et son rejet de l’autodétermination palestinienne, le gouvernement israélien crée – ou même a déjà créé – un « État unique » de fait, que les critiques considère comme une forme d’apartheid.

    Soutenir la campagne BDS

    Le rapport exhorte les gouvernements à « soutenir les activités de boycott, désinvestissement et sanctions [BDS] » et à « répondre positivement aux appels à de telles initiatives ».

    Le rapport – Pratiques israéliennes envers le peuple palestinien et la question de l’apartheid – a été commandé et publié par la Commission économique et sociale des Nations Unies pour l’Asie occidentale (CESAO) et publié à Beyrouth.

    https://seenthis.net/messages/578549
    #Israël-Apartheid

  • #Patrice_Lumumba (1925–1961)
    http://africasacountry.com/2017/01/patrice-lumumba-1925-1961

    Patrice Lumumba was prime minister of a newly independent #Congo for only seven months between 1960 and 1961 before he was murdered, fifty-six years ago today. He was thirty-six. Yet Lumumba’s short political life — as with figures like Thomas Sankara and Steve Biko, who had equally short lives — is still a touchstone for […]

    #POLITICS #Assassination #Belgium_Congo #Cold_War #colonialism #Death_Anniversary #DRC #History

  • Autoradio #1

    Une nouvelle émission sur Radio Galère, animée par Flo Mekouy
    http://autoradio.dawaband.net/index.php?saison=2016-2017&emission=01-Autoradio-dec-2016-FreshC

    Une émission qui ne vous expliquera pas ce que c’est la cold wave, ni le cold punk, ni le post punk, ni la new wave. Si cela vous intéresse, vous pouvez écouter l’émission Arpeggiascope (mais c’est sur bandcamp, bouh !). C’est juste une occasion de passer les très bons groupes récents de notre merveilleuse scène DIY qui s’inspirent de près ou de loin des très bons groupes pas trop DIY que on est content de les écouter aussi.

    #radioGalere #autoradio #cold #infopunk

  • « Here we describe the pathology of a specimen of the theropod dinosaur Dilophosaurus wetherilli with eight afflicted bones of the pectoral girdle and forelimb. On its left side the animal has a fractured scapula and radius and large fibriscesses in the ulna and the proximal thumb phalanx. On its right side the animal has abnormal torsion of the humeral shaft, bony tumors on the radius, a truncated distal articular surface of metacarpal III, and angular deformities of the first phalanx of the third finger. »

    http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0149140

    #dinosaures #pauvre_bête #cold_case #médecine #paléontologie