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  • @radio_blackout
    Radio_Blackout @radio_blackout via RSS 11/06/2025

    I gesti di disperazione e protesta nel #cpr di Gradisca non si fermano
    ▻https://radioblackout.org/2025/06/i-gesti-di-disperazione-e-protesta-nel-cpr-di-gradisca-non-si-fermano

    La sera del 5 giugno, un recluso del Cpr friulano è a terra svenuto nella sua cella, in preda a dolori fortissimi. Nessuno degli operatori gli presta aiuto, nonostante le ripetute richieste. Qualcuno sostiene che abbia ingerito dello shampoo. Dopo una mezz’ora viene acceso un primo fuoco nella sua cella, è solo a quel punto […]

    #L'informazione_di_Blackout #cie #CPT #Friuli_Venezia_Giulia #proteste
    ▻https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/fvg_nocpr.mp3

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  • @cdb_77
    CDB_77 @cdb_77 5/06/2025

    #Maggio è stato un mese cruciale per il #Cpr di Macomer, in Sardegna

    https://i0.wp.com/altreconomia.it/app/uploads/2024/09/macomerzoom-scaled.jpg

    Nell’ex carcere ora Centro di permanenza per il rimpatrio nella provincia di Nuoro sono esplose le proteste dei “trattenuti” contro durata e condizioni della detenzione amministrativa. Anche attraverso gesti estremi e di autolesionismo. Una situazione comune in tutte queste strutture e che mostra ancora una volta la disumanità inefficace del “modello” dei rimpatri. Ma il governo non cambia rotta e prosegue i trasferimenti verso le “colonie penali” d’Albania

    ▻https://altreconomia.it/maggio-e-stato-un-mese-cruciale-per-il-cpr-di-macomer-in-sardegna
    #rétention #détention_administrative #Italie #Sardaigne #sans-papiers #migrations #réfugiés #déshumanisation

    CDB_77 @cdb_77
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  • @radio_blackout
    Radio_Blackout @radio_blackout via RSS 3/06/2025

    Gradisca. Tra rivolte, repressione e tentati suicidi
    ▻https://radioblackout.org/2025/06/gradisca-tra-rivolte-repressione-e-tentati-suicidi

    Domenica e lunedì nel #CPR_di_Gradisca d’Isonzo ci sono stati due tentativi di suicidio. La situazione nella prigione per migranti isontina è sempre più incandescante. Da mesi si susseguono rivolte, proteste e una sempre più marcata violenza istituzionale. Un anno e mezzo nell’attesa di una possibile deportazione o del ritorno nella zona d’ombra della […]

    #L'informazione_di_Blackout #tentato_suicidio
    ▻https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/2025-06-03-raffa-cpr-gradisca.mp3

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  • @radio_blackout
    Radio_Blackout @radio_blackout via RSS 19/05/2025

    Nuova rivolta al #cpr di Torino
    ▻https://radioblackout.org/2025/05/nuova-rivolta-al-cpr-di-torino

    Venerdì sera una potente rivolta è scoppiata nell’area bianca del CPR di Torino: le fiamme hanno divampato all’interno della struttura fino a raggiungere il tetto. Ad oggi, a meno di due mesi dalla riapertura del centro, le #rivolte dei reclusi hanno di fatto reso inagibili due terzi della struttura attualmente in uso. A seguito della […]

    #L'informazione_di_Blackout #italia
    ▻https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/rivolta_maggio2025.mp3

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  • @radio_blackout
    Radio_Blackout @radio_blackout via RSS 15/05/2025

    FREEDOM حرية LIBERTÀ – di rivolte, presidi e raccolte solidali con le persone recluse nei #cpr
    ▻https://radioblackout.org/2025/05/freedom-%d8%ad%d8%b1%d9%8a%d8%a9-liberta-di-rivolte-presidi-e-raccolt

    Le rivolte di fine aprile nel CPR di Torino hanno portato alla chiusura dell’area viola del CPR. I presidi intanto continuano, come le rivolte. Nella giornata del 10 maggio c’è stato l’ennesimo presidio sotto le mura del CPR di corso Brunelleschi, con un centinaio di compagn3 provenienti da altre città d’Italia, per portare solidarietà alle […]

    #L'informazione_di_Blackout ##csoagabrio ##mezcalsquat #cpr_corso_brunelleschi
    ▻https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/cpr.wav

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  • @radio_blackout
    Radio_Blackout @radio_blackout via RSS 17/04/2025

    No carcere No cpr No zone rosse BARI (e ovunque)
    ▻https://radioblackout.org/2025/04/no-carcere-no-cpr-no-zone-rosse-bari-e-ovunque

    Nelle scorse settimane nei CPR in Italia le persone recluse hanno resistito a diversi trasferimenti nel lager di Gjader in #albania. Secondo i programmi del governo, le prime 40 persone sono state trasferite, fra molte proteste che hanno cercato di impedirlo. Era stato stabilito che il CPR di Brindisi Restinco sarebbe stato il luogo dove […]

    #L'informazione_di_Blackout ##cpr_bari ##zonerosse
    ▻https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/cpr-bari.mp3

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  • @cdb_77
    CDB_77 @cdb_77 29/03/2025

    Il governo sta cercando di rendere utilizzabili i centri in Albania

    https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2025/03/28/1743184696-ilpost_20250328185619801_542715336ed7e08a8504c69494ec6ab2.jpg

    La novità è che uno dei due verrà usato come un qualsiasi CPR italiano per i migranti: resterà però in gran parte inutilizzato, come l’altro.

    Nel Consiglio dei ministri di venerdì il governo ha approvato un decreto-legge per cercare di superare alcuni dei molti problemi dei centri per migranti in Albania, che dopo un anno e mezzo dall’accordo tra i governi italiano e albanese non sono ancora entrati in funzione: ogni volta che il governo ha provato a mandarci persone migranti il tribunale competente non ne ha convalidato il trattenimento in quelle strutture, ritenendolo in contrasto con le norme europee.

    Per tentare di renderli operativi il decreto in questione ha stabilito che uno dei due centri, quello di Gjader, potrà essere usato come centro di permanenza per il rimpatrio: è il nome esteso dei cosiddetti CPR, i posti in cui vengono mandate le persone che hanno già ricevuto un decreto di espulsione e aspettano di essere rimpatriate, dopo che è stata rifiutata loro la richiesta d’asilo. Ne esistono già dieci in Italia, che peraltro hanno diversi problemi per documentate violazioni dei diritti umani e perché inefficaci nelle procedure di rimpatrio.

    Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha detto che al momento il centro di Gjader ha 48 posti nella parte adibita a CPR, che dovrebbero diventare 140 a regime. Significa che comunque una larga parte del centro di Gjader resterà inutilizzata: la struttura infatti era già pensata originariamente per essere divisa in tre parti, con un centro di trattenimento da 880 posti, un CPR da 144 posti e un carcere da 20 posti. La differenza è che nella parte adibita a CPR verranno mandate persone migranti che si trovano già in Italia, e non quelle intercettate nel mar Mediterraneo come prevedevano i piani iniziali del governo.

    Non è chiaro invece cosa succederà all’altro centro, quello di Shengjin, che è molto più piccolo di quello di Gjader ed è pensato come un hotspot per le prime procedure di identificazione dei richiedenti asilo (e quindi non può essere usato per la detenzione amministrativa, come un CPR). Per ora rimarrà sostanzialmente inutilizzato.

    In origine la funzione dei centri in Albania era molto diversa. Nella narrazione del governo i centri servivano per dirottare altrove migranti soccorsi in mare che con ogni probabilità non avrebbero avuto diritto all’asilo, senza neanche farli passare per l’Italia. Diversi esponenti di Fratelli d’Italia e la stessa Meloni hanno detto più volte che l’obiettivo era creare anche un effetto di deterrenza: secondo Meloni, sapere che l’Italia non fa arrivare i migranti nel territorio dell’Unione Europea, ma che li dirotta in altri paesi, avrebbe potuto scoraggiare le partenze delle persone migranti.

    È una convinzione molto discutibile, ma in ogni caso il nuovo decreto sconfessa questo proposito, perché nel centro di Gjader saranno fatte arrivare persone che si trovano già sul territorio italiano. In sostanza il centro di Gjader funzionerà come tutti gli altri CPR italiani, con l’unica differenza che si trova in Albania.

    I due centri in origine erano destinati ai migranti a cui poteva essere applicata una procedura accelerata, la cosiddetta procedura di frontiera o di rimpatrio, che prevede un esame semplificato delle domande di asilo: può essere applicata solo ai migranti che provengono da paesi definiti “sicuri”, cioè in cui non vengano negati i diritti fondamentali, o comunque in cui non ci siano motivi di considerare a rischio l’incolumità delle persone che dovessero ritornarci.

    All’interno dell’Unione Europea le domande presentate da persone provenienti da paesi considerati sicuri possono essere giudicate inammissibili e quindi respinte, con la conseguente espulsione di chi le presenta. Ogni paese dell’Unione però può decidere autonomamente quali paesi considerare sicuri, sulla base di alcuni criteri condivisi: il problema è che l’Italia considera sicuri anche paesi che non hanno ordinamenti democratici né rispettano effettivamente i diritti umani.

    È il motivo principale per cui finora i centri in Albania sono rimasti inattivi: i tribunali che hanno giudicato il trattenimento dei migranti hanno ritenuto che non potessero ricevere la procedura accelerata per il rimpatrio, perché i loro paesi d’origine non si possono considerare sicuri. Lo hanno fatto soprattutto sulla base di una sentenza del 4 ottobre scorso della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, il principale tribunale dell’Unione, secondo cui possono essere considerati «paesi d’origine sicuri» solo quelli in cui il rispetto dei diritti umani e della sicurezza di tutti gli individui sia riconosciuto «in maniera generale e uniforme» su tutto il territorio nazionale e per tutte le persone.

    Quasi nessuno dei 22 paesi che fanno parte della lista stilata dal governo italiano rispetta questi due criteri, compresi l’Egitto e il Bangladesh, da cui provenivano le persone migranti portate finora in Albania.

    Il governo aveva assicurato che sarebbe comunque riuscito a rendere operativi i centri grazie alle nuove regole europee in materia di immigrazione, che dovrebbero però entrate in vigore solo entro il 2026. Fino ad allora è possibile che il centro di Gjader riuscirà a svolgere solo la funzione di CPR restando in larga parte inutilizzato; quello di Shengjin invece potrebbe restare inutilizzato del tutto.

    ▻https://www.ilpost.it/2025/03/28/governo-decreto-centri-albania
    #CPR #centres_de_détention_administrative #détention_administrative #rétention #asile #migrations #réfugiés #Albanie #Italie #externalisation

    –-

    ajouté à la métaliste sur l’#accord entre #Italie et #Albanie pour la construction de #centres d’accueil (sic) et identification des migrants/#réfugiés sur le territoire albanais...

    ►https://seenthis.net/messages/1043873

    CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 29/03/2025

      Albania. I due centri trasformati in CPR?

      Meloni, in crescente affanno di fronte ai continui dinieghi della magistratura che non convalida l’applicazione della procedura di asilo rapida, prevista dalla legge Cutro, intende trasformare i due centri di Shengjin e Gjader in CPR.
      Per farlo servirà un passaggio legislativo e la revisione del trattato di Tirana, perché le due prigioni erano state concepite per richiedenti asilo rastrellati nel Mediterraneo, non per i senza documenti con decreto di espulsione fermati in Italia.

      ►https://radioblackout.org/2025/02/albania-i-due-centri-trasformati-in-cpr

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 3/04/2025

      Migrants : Rome veut recycler ses centres en Albanie en bases de rapatriement

      https://scd.infomigrants.net/media/resize/my_image_big/86c38c2de232e1c4d74e6b93c0a2f82c8a53c9ed.jpg

      Le Conseil des ministre italiens a adopté vendredi un décret-loi prévoyant de convertir les centres les centres d’accueil pour demandeurs d’asile en Albanie en centres de rapatriement pour les migrants en situation irrégulière. L’opposition dénonce un projet de « propagande » qui a coûté des « centaines de millions d’euros ».

      C’est une décision qui doit permettre de « remettre en activité immédiatement » les centres d’accueil pour demandeurs d’asile que Rome a construit à grands frais en Albanie. Vendredi 28 mars, le Conseil des ministres a adopté un décret-loi permettant de recycler les structures en centres de rapatriement pour migrants en situation irrégulière.

      Un projet de reconversion qui témoigne de l’inutilité de ces centres alors que la justice italienne a refusé à plusieurs reprises de valider la détention en Albanie de migrants interceptés en mer, exigeant même leur rapatriement sur le territoire italien.

      La Première ministre d’extrême droite Giorgia Meloni défend, depuis son arrivée au pouvoir en octobre 2022, un projet de d’externalisation du traitement de l’immigration dans un pays tiers, présenté comme un « modèle » pour toute l’Europe.

      Pour cela, elle avait signé, en novembre 2023, un accord avec son homologue albanais Edi Rama, afin d’ouvrir deux centres gérés par l’Italie en Albanie, dans les localités de Gjadër et Shëngjin.

      Fulvio Vassallo Paleologo, avocat spécialiste des questions d’immigration, met en garde contre la légalité de cette nouvelle approche et prévoit une nouvelle « avalanche de recours en justice ». Pour lui, ce projet « relève essentiellement de la propagande » et « a une portée hautement symbolique pour le gouvernement, qui ne veut pas donner à voir l’échec du modèle Albanie ».
      Blocages juridiques

      Ces centres étaient devenus opérationnels en octobre, mais les juges italiens ont exigé le renvoi dans la péninsule des quelques migrants qui y avaient été transférés.

      Le gouvernement avait pourtant établi une liste de pays dits « sûrs » afin que les demandes d’asile de personnes originaires de ces pays puissent y être traitées de façon accélérée.

      Mais les juges ont invoqué une décision de la Cour de justice de l’Union européenne (CJUE) selon laquelle les pays de l’UE ne peuvent décréter « sûr » l’ensemble d’un pays alors même que certaines régions de ce même pays ne le sont pas.

      Le gouvernement avait réagi en adoptant une loi réduisant la liste des « pays sûrs » à 19 (au lieu de 22), assurant que toutes les zones de ces pays étaient sûres. Le débat est désormais remonté devant la CJUE, qui se prononcera au plus tôt en mai ou juin.

      Cette situation à l’arrêt est devenue un casse-tête politique pour Giorgia Meloni. L’ancien Premier ministre et sénateur centriste Matteo Renzi, qui s’est rendu dans les centres albanais mercredi, s’est dit « choqué » à l’issue de sa visite. « Cela fait mal au cœur de voir le gâchis de centaines de millions d’euros littéralement jetés par la fenêtre par le gouvernement italien », a-t-il affirmé sur X.

      « Ces centres sont vides, coûtent beaucoup d’argent et ne servent à rien », confirme Me Guido Savio, avocat spécialiste du droit de l’immigration, interrogé par l’AFP. La « logique » du gouvernement, avec sa décision de vendredi, c’est, « faisons voir que ces centres, en fin de compte, on les fait fonctionner d’une manière ou d’une autre », explique-t-il.
      Projet européen d’externalisation

      En outre, cela permettrait au gouvernement d’anticiper le projet de règlement en discussion au niveau européen qui devrait entrer en vigueur en 2027 et qui prévoit une externalisation des centres pour migrants dans des pays tiers.

      Pour Giorgia Meloni, « l’avantage serait de dire : ’Vous voyez, l’Europe nous suit, nous sommes les chefs de file et l’Europe fait après nous les choses que nous avons faites en premier’ », estime Me Savio.

      De son côté, le gouvernement s’est employé à vendre sa mini-réforme annoncée vendredi à l’opinion publique : le ministre de l’Intérieur Matteo Piantedosi estime ainsi que grâce à leur nouveau rôle, les centres albanais permettront de « renvoyer chez eux des individus qui sinon finissent par rendre nos villes moins sûres ».

      ►https://www.infomigrants.net/fr/post/63692/migrants--rome-veut-recycler-ses-centres-en-albanie-en-bases-de-rapatr

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 8/04/2025

      Italy to turn empty Albania migrant center into repatriation hub

      Italy is repurposing its stalled migrant center in Albania, seeking to salvage a key immigration policy despite legal setbacks.

      (#paywall)

      ▻https://tol.org/client/article/italy-to-turn-empty-albania-migrant-center-into-repatriation-hub.html

      CDB_77 @cdb_77
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  • @radio_blackout
    Radio_Blackout @radio_blackout via RSS 20/03/2025

    Prossima apertura del CPR di corso Brunelleschi
    ▻https://radioblackout.org/2025/03/prossima-apertura-del-cpr-di-corso-brunelleschi

    Torniamo a parlare di CPR perché è ormai imminente (stando alle notizie pubbliche) che questo luogo, culla del razzismo di stato, che tortura impunemente i migranti, condannandoli a una detenzione degradante e disumana, tornerà in funzione da lunedì 24 marzo. Un luogo invisibilizzato a chi passa all’esterno, non indicato, circondato da alte mura, a due […]

    #L'informazione_di_Blackout ##freedom_hurriya_libertà ##mai_più_cpr ##nocpr ##riapertura_cpr #cpr_corso_brunelleschi

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  • @radio_blackout
    Radio_Blackout @radio_blackout via RSS 11/03/2025

    Gradisca. #processo per la morte di Vakhtang Enukidze
    ▻https://radioblackout.org/2025/03/gradisca-processo-per-la-morte-di-vakhtang-enukidze

    Era nato in Georgia 37 anni prima. La sua vita è finita alle prime ore del 18 gennaio 2020. Vakhtang Enukidze è stato massacrato di botte dalla polizia. Era rinchiuso nel CPR di Gradisca d’Isonzo. Siamo sul confine orientale, dove approdano quelli che riescono ad entrare in Europa dalla rotta balcanica. La fine di Vakhtang […]

    #L'informazione_di_Blackout #CPR_Gradisca #il_cpr_uccide #rivolta_cpr #Vacktang_enukidze
    ▻https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/2025-03-11-vachtang-raffaele.mp3

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  • @veronique_petit
    CEPED_MIGRINTER_ICMigrations_santé @veronique_petit 6/03/2025

    Italie : le gouvernement annonce l’ouverture prochaine de cinq nouveaux centres de rétention - InfoMigrants
    ►https://www.infomigrants.net/fr/post/63245/italie--le-gouvernement-annonce-louverture-prochaine-de-cinq-nouveaux-

    https://scd.infomigrants.net/media/resize/my_image_small/70be8d5ece0dfd83f731f8cf4e0535831c60b92c.jpg

    Italie : le gouvernement annonce l’ouverture prochaine de cinq nouveaux centres de rétention
    Par Marlène Panara Publié le : 06/03/2025
    Le ministre de l’Intérieur Matteo Piantedosi a fait savoir au journal La Repubblica que cinq nouveaux CPR, des centres de rétention pour migrants en attente de leur expulsion, seront prochainement inaugurés. Éléments centraux de la politique migratoire italienne, ces structures sont pourtant régulièrement sous le feu des critiques.
    Vers davantage d’expulsions en Italie ? Dans une interview au journal La Repubblica publiée le 5 mars, le ministre de l’Intérieur Matteo Piantedosi a annoncé l’ouverture de cinq centres de rétention pour l’éloignement dans tout le pays. Appelés CPR, équivalent des CRA français, ces structures hébergent les migrants en attente de leur expulsion.
    La construction d’un autre centre de rétention spécifique aux migrants originaires de « pays sûrs » a également été annoncé. Parmi ces pays figurent la Tunisie, le Nigeria, l’Algérie, le Sénégal, le Maroc, la Côte d’Ivoire ou encore la Gambie. D’après le ministre toujours, deux CPR pourront être ouverts « dès le printemps prochain ». Le CPR de Turin est également « proche de la réouverture », a-t-il ajouté. Ce centre était fermé depuis mars 2023, à la suite de manifestations des retenus.
    « Avec la Première ministre Giorgia Meloni, nous avons donné une indication claire aux préfectures de police et aux préfectures : les migrants irréguliers ayant un casier judiciaire et qui sont dangereux pour la sécurité des citoyens doivent être rapatriés », a insisté Matteo Piantedosi lors de l’entretien. « Ce choix, que nous nous sommes donné comme véritable objectif prioritaire, porte ses fruits : nous sommes déjà à 35 % d’expulsions en plus par rapport à la même période l’an dernier ». « Nous espérons faire encore plus et mieux. Ce sont des gens dangereux ».
    En mai 2023 déjà, le décret Cutro - du nom d’une ville de Calabre où des dizaines de migrants avaient perdu la vie en février 2023 dans un naufrage - avait prévu la construction 10 nouveaux CPR, afin que chaque région du pays en possède un. Le texte a également permis d’allonger la durée de rétention pour une durée maximale de 18 mois, contre 135 jours auparavant (environ 4 mois).
    À l’heure actuelle, neuf CPR sont actuellement opérationnels, à Milan, Rome, ou encore Brindisi et Bari, pour une capacité totale de 1 500 places, d’après le ministère de l’Intérieur. Ces centres prennent en charge l’hébergement des exilés sous le coup d’une expulsion « pour irrégularités dans leur dossier », ou « pour dangerosité avérée », avait précisé Matteo Piandesosi en septembre 2023, cité par Sky TG24, lors de l’ouverture d’un centre pour migrants à Pozzallo en Sicile.
    Figures centrales de la politique migratoire italienne depuis quelques années, les CPR sont pourtant régulièrement pointés du doigt par les ONG et l’opposition. En juillet 2024, Amnesty International s’alarmait de la détention « abusive » des migrants, notamment tunisiens.
    D’après l’ONG, ces exilés sont victimes de « détentions automatiques » dans les CPR, et n’ont pas accès aux procédures d’asile. « Des ressortissants tunisiens, notamment, ont été transférés dans des CPR immédiatement après leur débarquement en Italie, après un passage rapide dans les hotspots […] qui ont abouti à ce qu’ils ne soient pas considérés comme des demandeurs d’asile, même s’ils avaient l’intention de demander une protection », lit-on dans le rapport.
    En janvier 2024, une enquête du parquet de Potenza cette fois, avait affirmé que des personnes retenues dans le CPR de Palazzo San Gervasio avaient été forcées d’ingérer des médicaments, afin de « contrôler illégalement l’ordre public ». Plus de 30 cas de mauvais traitements avaient été constatés contre des personnes retenues entre 2018, année d’ouverture du centre situé dans le sud de l’Italie, et 2022. Le 30 novembre 2021 par exemple, un Tunisien de 40 ans a été « immobilisé aux poignets et aux chevilles » avec « cruauté » pour l’obliger à « ingérer contre son gré des doses d’antipsychotiques et de tranquillisants » - comme le Rivotril, le Tafor et le Talofen - indiquait le rapport du procureur Francesco Curcio, dévoilé par la presse italienne. Le 10 mars 2022, un Gambien de 31 ans a reçu du Valium par voie intramusculaire alors qu’il était, lui aussi, ligoté aux chevilles et aux poignets et maintenu au sol. Plusieurs cas de violences physiques ont également été répertoriés. Une infirmière évoque des patients traités avec « des contusions, des hématomes sur tout le corps, des fractures ». Les personnes enfermées, qui vivaient dans des « conditions inhumaines » selon la justice, pouvaient « développer des comportements obsessionnels, comme marcher en rond », a témoigné une autre.
    En décembre 2023, une autre enquête a révélé les conditions de vie particulièrement difficiles du CPR de via Corelli, à Milan. Le procureur avait critiqué un système de santé « gravement déficient » : manque de médicaments, « saleté » des dortoirs, état des sanitaires qualifiés d’"honteux" ou aliments « malodorants, avariés, périmés » font partie des éléments relevés par les enquêteurs.
    Ces conditions d’hébergement affectent la santé des retenus, et peuvent aussi conduire à des drames. En février 2024, Ousmane Sylla, un Guinéen de 22 ans, s’est pendu dans le CPR de Ponte Galeria près de Rome. Ses compagnons d’infortune l’ont retrouvé vers 5h du matin, inconscient. Selon la presse italienne, ils ont tenté de le secourir et d’appeler à l’aide, en vain. Sur le mur de sa cellule, Ousmane Sylla avait écrit ces mots en français : « Je n’en peux plus, je veux rentrer chez moi. L’Afrique me manque, et ma mère aussi ». Quelques jours avant son suicide, le jeune homme avait pleuré et fait part de son mal-être aux infirmières du centre. Une centaine de personnes séjournent dans ce CPR, décrit comme « un enfer » où les étrangers sont privés de liberté dans des « conditions inhumaines », selon l’eurodéputé et secrétaire général du parti de centre-gauche +Europa, Riccardo Magi. Ce dernier avait tenu à visiter le centre quelques heures après le drame, en compagnie de Valentina Calderone, en charge de la surveillance des lieux de privation de liberté. « Il n’est pas nécessaire d’attendre des enquêtes pour dire que des endroits comme Ponte Galeria sont totalement inhumains, il n’est pas nécessaire d’attendre la mort d’un jeune garçon pour dire qu’il faut fermer ces lieux », avait-t-elle affirmé.
    Le 9 février dernier, une fresque représentant le visage d’Ousmane Sylla et Moussa Balde, qui s’est lui aussi suicidé dans un CPR, à Turin, a été inaugurée dans un parc de Rome. L’œuvre de l’artiste Jerico a été dévoilée en présence de la mère et de la sœur d’Ousmane Sylla, Mariama. « Par son geste, Ousmane voulait qu’on s’intéresse aux gens enfermés dans les CPR, et lutter contre les injustices », a-t-elle déclaré. « Mais quand je regarde cette fresque de lui, c’est à ses rêves que je pense ».

    #Covid-19#migrant#migration#italie#CPR#retention#expulsion#politiquemigratoire#sante#santementale#droit

    CEPED_MIGRINTER_ICMigrations_santé @veronique_petit
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  • @radio_blackout
    Radio_Blackout @radio_blackout via RSS 17/02/2025

    PRESIDIO CONTRO IL CPR DI BARI PALESE – 22 FEBBRAIO 2025
    ▻https://radioblackout.org/2025/02/presidio-contro-il-cpr-di-bari-palese-22-febbraio-2025

    In Puglia ci sono 2 CPR, uno a Bari Palese e l’altro a Brindisi Restinco. Inoltre ci sono anche CARA, hotspot e centri di primissima accoglienza. Nel corso degli anni entrambi i CPR hanno conosciuto la rabbia di chi ci era reclus3, entrambi sono stati dati alle fiamme da chi non riusciva più a subire […]

    #L'informazione_di_Blackout ##CPR_BARI_PALESE ##nocpr #fuoco_ai_CPR
    ▻https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/cpr-bari.mp3

    Radio_Blackout @radio_blackout via RSS
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    Radio_Blackout @radio_blackout via RSS 11/02/2025

    Albania. I due centri trasformati in CPR?
    ►https://radioblackout.org/2025/02/albania-i-due-centri-trasformati-in-cpr

    Meloni, in crescente affanno di fronte ai continui dinieghi della magistratura che non convalida l’applicazione della procedura di asilo rapida, prevista dalla legge Cutro, intende trasformare i due centri di Shengjin e Gjader in CPR. Per farlo servirà un passaggio legislativo e la revisione del trattato di Tirana, perché le due prigioni erano state concepite […]

    #L'informazione_di_Blackout #cpr_in_albania
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    Radio_Blackout @radio_blackout via RSS 11/02/2025

    #moussa_balde. #processo_al_cpr
    ►https://radioblackout.org/2025/02/moussa-balde-processo-al-cpr-2

    Domani comincia a Torino il processo per la morte di Moussa Balde. Moussa aveva 23 anni. Nella notte tra il 23 e il 24 maggio 2021, è morto nel #cpr_di_torino. Il 9 maggio era a Ventimiglia, fuori da un supermercato dove cercava di racimolare qualche soldo. Tre uomini lo assalirono a calci, pugni […]

    #L'informazione_di_Blackout #osmane_sylla #razzismo_di_stato
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    Radio_Blackout @radio_blackout via RSS 2/12/2024

    No #cpr, nè in Italia, né in #albania, né altrove !
    ▻https://radioblackout.org/2024/12/no-cpr-ne-in-italia-ne-in-albania-ne-altrove

    A un anno dalla firma del protocollo Rama-Meloni, il Network Against Migrant Detention, la rete nata dall’alleanza di realtà albanesi ed italiane e dall’incontro di numerosi percorsi e reti di mobilitazione contro la detenzione amministrativa e la restrizione della libertà di movimento delle persone migranti, si è data appuntamento a Tirana per rilanciare un percorso […]

    #L'informazione_di_Blackout #accordi #meloni #memorandum #migrazione #UE
    ▻https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/1e2dicembre.mp3

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    #cpr_in_albania. Ancora scontro tra governo e magistratura
    ►https://radioblackout.org/2024/11/cpr-in-albania-ancora-scontro-tra-governo-e-magistratura

    Nelle stanze del CPR a #gjader anche il secondo gruppo di migranti, appena giunto, non resta più di due giorni: come già successo per i primi dodici, anche i sette nuovi richiedenti asilo saranno trasferiti in Italia. Stavolta la sezione immigrazione del tribunale di Roma, di fronte al recente decreto sui #paesi_sicuri, sospende il […]

    #L'informazione_di_Blackout #decreto_cutro #Shengjin_e_Gjader
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    Radio_Blackout @radio_blackout via RSS 22/10/2024

    CPR in Albania. Paesi “sicuri” per decreto legge
    ►https://radioblackout.org/2024/10/cpr-in-albania-paesi-sicuri-per-decreto-legge

    I fatti sono noti: il fermo dei primi migranti, che la Libra, nave della Marina militare italiana, aveva portato in Albania non è stato convalidato dal tribunale di Roma. Nel CPR albanesi, secondo quanto stabilito dagli accordi con il governo di Tirana, potrebbero finire solo uomini adulti provenienti da paesi “sicuri”. Paesi “sicuri” sono quelli […]

    #L'informazione_di_Blackout #cpr_albania #direttiva_ue #paesi_sicuri
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    Radio_Blackout @radio_blackout via RSS 18/10/2024

    Albania. Aperte le due prigioni per migranti@0
    ▻https://radioblackout.org/2024/10/albania-aperte-le-due-prigioni-per-migranti

    La Libra, una nave della Marina Militare italiana, ha deportato il primo gruppo di persone migranti nei centri appena ultimati a #Shengjin_e_Gjader. Qui si inizieranno le “procedure rapide” per la richiesta di asilo – che dovrebbero risolversi entro 28 giorni. Procedure contestate dai giudici italiani anche poche settimane fa, quando il Tribunale di […]

    #L'informazione_di_Blackout #cpr_in_albania #dtenzione_amministrativa #esternalizzazione_delle_frontiere #neocolonialismo
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    Radio_Blackout @radio_blackout via RSS 24/09/2024
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    1

    #cpr di Gradisca. Rivolta, fughe, un ferito grave
    ▻https://radioblackout.org/2024/09/cpr-di-gradisca-rivolta-fughe-un-ferito-grave

    Domenica 15 settembre c’è stato un tentativo di rivolta al CPR di Gradisca d’Isonzo: i detenuti hanno appiccato il fuoco ad un materasso e ad alcune coperte, lanciate contro i finanzieri in servizio nel Centro. Nella notte tra martedì 17 e mercoledì 18 settembre due prigionieri sono fuggiti, mentre un terzo è rimasto gravemente ferito […]

    #L'informazione_di_Blackout #CPR_Gradisca #rivolta_e_fughe_da_gradisca

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      CDB_77 @cdb_77 24/09/2024

      #CPR #détention_administrative #rétention #Italie #Gradisca #Gradisca_d'Isonzo #blessés #feu #incendie #migrations #révolte

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    Radio_Blackout @radio_blackout via RSS 11/09/2024

    Resistere alla macchina delle espulsioni. Misure cautelari per i fatti del 28 febbraio
    ▻https://radioblackout.org/2024/09/resistere-alla-macchina-delle-espulsioni-misure-cautelari-per-i-fatti

    All’alba del 10 settembre 2024 la Digos di Torino ha notificato misure cautelari (firme quotidiane e per alcunx due volte al giorno) emesse ai danni di 12 compagnx. Tuttx accusatx di resistenza a pubblico ufficiale con le aggravanti di violenza e minaccia, tutto in concorso in più di dieci. Alcunx a vario titolo anche di […]

    #L'informazione_di_Blackout #cpr #repressione_a_torino
    ▻https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Lavatoio-repressione.wav

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  • @cdb_77
    CDB_77 @cdb_77 27/08/2024

    Ekene si aggiudica la gestione del Cpr di via Corelli a Milano

    La cooperativa sociale subentrerà all’amministratore giudiziario nominato a fine dicembre 2023 dalla Procura di Milano, che sul Centro per il rimpatrio milanese ha aperto un’inchiesta per malagestione. Vanta una lunga e discussa esperienza nella gestione della detenzione amministrativa: dal 2019 gestisce il Cpr di #Gradisca_d’Isonzo e dal 2022 quello di #Macomer.

    Sarà Ekene il nuovo ente gestore del Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di via Corelli a Milano. La cooperativa sociale con sede a Battaglia Terme, in provincia di Padova, si è aggiudicata per circa tre milioni di euro il bando indetto dalla prefettura milanese per la gestione dei 48 posti disponibili.

    La struttura da fine dicembre 2023 è sotto il controllo di un amministratore giudiziario a seguito dell’inchiesta della Procura di Milano per presunta malagestione, con gravi conseguenze sulla salute dei trattenuti, della Martinina Srl, precedente ente gestore. A Ekene, che vanta una lunga e per certi versi discussa esperienza nel settore, spetta il compito di subentrare alla gestione del centro, come detto ancora sotto amministrazione giudiziaria.

    Nella gara indetta dalla prefettura di Milano la cooperativa ha battuto la concorrenza della Sanitalia cooperativa sociale service che gestisce alcuni centri di accoglienza per richiedenti asilo in Piemonte. Al 26 agosto l’ufficio territoriale del Viminale non ha pubblicato i documenti di gara e non è possibile conoscere per quali motivi e, soprattutto, con quale ribasso, la cooperativa si sia aggiudicata la gara. L’appalto, con importo a base d’asta del valore di 7,7 milioni di euro è stato aggiudicato alla cooperativa veneta per circa tre milioni di euro per i primi due anni di gestione, a cui potrà aggiungersi una proroga contrattuale di un anno, come stabilito dal nuovo schema di capitolato.

    Ekene non è nuova nella gestione di queste strutture. La presidente del consiglio di amministrazione è #Chiara_Felpati, moglie di #Simone_Borile, rinviato a giudizio per omicidio colposo per la morte di #Vakhtang_Enukidze all’intero del Cpr di Gradisca d’Isonzo (GO), in gestione all’ente padovano da ormai cinque anni. Dal 2021 fino al settembre 2024, poi, la cooperativa è titolare dell’appalto indetto dalla prefettura di Nuoro per la gestione del Cpr di Macomer.

    In entrambe le gare, come raccontato nella nostra inchiesta “Cpr fuori controllo”, Ekene avrebbe allegato alle sue offerte documenti contraffatti e informazioni non veritiere, soprattutto con riferimento ai protocolli siglati con enti del territorio per svolgere attività culturali e ricreative all’interno delle strutture. Il Cpr di Macomer dovrebbe passare in gestione a Officine sociali a partire da settembre: nella gara indetta dalla prefettura di Nuoro a inizio maggio 2024 Ekene si è classificata infatti al terzo posto, presentando l’offerta tecnica -ovvero la proposta della cooperativa su “come” gestire la struttura- più bassa delle tre in gara (54 punti sui 70 disponibili).

    Secondo l’ultimo bilancio disponibile, il fatturato di Ekene è cresciuto da 3,2 milioni di euro nel 2021 a 4,1 nel 2022 grazie alle tre attività che svolge la cooperativa: “accoglienza ed integrazione richiedenti asilo, servizi educativi e culturali e preparazione pasti per conto terzi”. È nata come diretta emanazione di Edeco, già Ecofficina, a sua volta nata dalla società Padova Tre, che si occupa di rifiuti ed è fallita nel 2017 lasciando un buco di 30 milioni di euro. Il trait d’union tra questi enti è Simone Borile. Edeco ed #Ecofficina si sono poi guadagnate l’appellativo di “coop pigliatutto” per aver dominato il mercato dell’accoglienza dei richiedenti asilo in Veneto. Non senza problemi. La cooperativa è stata al centro di una lunga inchiesta della Procura di Padova per la malagestione di alcuni centri di accoglienza che si è poi conclusa a processo con assoluzione (per Felpati e Borile) su due capi d’accusa, relativa alla frode in pubbliche forniture, mentre sulle altre accuse è intervenuta la prescrizione. La nuova “veste” della #Edeco, Ekene, è così tornata alla ribalta. Attualmente la cooperativa gestisce diversi centri di accoglienza tra Padova, Rovigo e Venezia.

    La cooperativa subentra così nella gestione di uno dei centri più discussi e problematici. Non solo per il caldo estivo, che ha costretto i trattenuti, come raccontato su Altreconomia, a dormire all’addiaccio in carenti condizioni igienico-sanitarie, ma soprattutto perché anche durante il periodo dell’amministrazione giudiziaria non sono cessate le denunce sulle condizioni di vita dei trattenuti. Le stesse definite “disumane” dalla Procura di Milano che a fine dicembre 2023 ne aveva disposto il commissariamento. Oggi, i vertici della Martinina Srl, tra cui Alessandro Forlenza, sono rinviati a giudizio per frode in pubbliche forniture. Sia per la mancata attuazione di quanto previsto dal contratto, sia per i documenti falsi allegati nell’offerta tecnica presentata alla prefettura di Milano. Sette su dieci protocolli siglati con enti del territorio per svolgere attività all’interno del Cpr erano falsi. Come successo, su almeno un altro centro, Macomer, anche nel caso di Ekene.

    E su questo aspetto il nuovo capitolato del ministero dell’Interno prevede due importanti novità. Il Viminale chiede infatti ai partecipanti di allegare una “dichiarazione in cui il concorrente indica le parti dell’offerta coperte da riservatezza e spiega le ragioni per le quali tali parti sono da considerare segreti tecnici/commerciali” e prevede la necessaria previa “approvazione della prefettura” dei protocolli stipulati dall’ente gestore e inseriti nelle proposte migliorative. Meglio prevenire che curare.

    ▻https://altreconomia.it/ekene-si-aggiudica-la-gestione-del-cpr-di-via-corelli-a-milano

    #Ekene #via_Corelli #CPR #détention_administrative #rétention #privatisation #Italie #Milan #asile #migrations #réfugiés

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  • @melting_pot_europa
    Melting Pot Europa @melting_pot_europa via RSS 24/06/2024

    Un appello per operatorə della salute contro i CPR e la detenzione amministrativa
    ▻https://www.meltingpot.org/2024/06/un-appello-per-operator%c9%99-della-salute-contro-i-cpr-e-la-detenzione-

    Un recente dialogo a più voci che abbiamo pubblicato sul tema “CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) e salute“, Nicola Cocco, medico infettivologo, membro della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM) e attivista della Rete “Mai più lager – No ai CPR”, partiva da questa considerazione: «come fanno medici e infermieri a conciliare un tipo di professione, che ha un approccio sostanzialmente umanistico, se non umanitario in alcuni casi, con dei luoghi dove sempre più evidenze ci dicono che la vita umana passa in secondo piano rispetto a delle altre priorità, anche economiche se consideriamo l’intervento dei (...)

    #Approfondimenti #CPR,_Hotspot,_CPA

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  • @radio_blackout
    Radio_Blackout @radio_blackout via RSS 20/06/2024

    #cpr in Albania e stragi in mare
    ▻https://radioblackout.org/2024/06/cpr-in-albania-e-stragi-in-mare

    Lo scorso fine settimana le frontiere della fortezza Europa hanno inghiottito le vite di decine di persone annegate nello Jonio e nel Mediterraneo centrale. In Albania fervono i lavori per la costruzione del primo sistema detentivo amministrativo dell’Italia fuori dai propri confini. Lunedì Piantedosi ha annunciato che entro l’estate verrà comunicata la lista dei siti […]

    #L'informazione_di_Blackout #cpr_di_torino #cpr_in_albania #guerra_ai_migranti
    ▻https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/2024-06-18-cpr-albania-torino-vitale.mp3

    Radio_Blackout @radio_blackout via RSS
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  • @melting_pot_europa
    Melting Pot Europa @melting_pot_europa via RSS 8/06/2024

    «Hamdi è libero!». Il ragazzo supportato da Baobab era stato trattenuto al CPR di Palazzo S. Gervasio
    ▻https://www.meltingpot.org/2024/06/hamdi-e-libero-il-ragazzo-supportato-da-baobab-era-stato-trattenuto-al-c

    Baobab Experience di Roma aveva lanciato l’allarme giovedì: Hamdi, un ragazzo tunisino che stava frequentando la Scuola di cucina della Fondazione Barilla e avrebbe presto iniziato un tirocinio in un ristorante stellato, è stato stato rinchiuso in un CPR in attesa di essere rimpatriato. «Sbarcato dalla Tunisia da minore, Hamdi ha studiato, imparato la lingua italiana con una agilità sorprendente, lavorato come aiuto chef in diversi ristoranti Roma. Hamdi ha mille amici», spiegava l’associazione informando che il giovane si trova ora detenuto in una gabbia, portato forzatamente al CPR potentino di Palazzo S. Gervasio, lontano dalla sua rete sociale. (...)

    #Notizie #CPR,_Hotspot,_CPA #Avv._Arturo_Raffaele_Covella

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  • @melting_pot_europa
    Melting Pot Europa @melting_pot_europa via RSS 6/06/2024

    «La giurisdizione apparente»: un rapporto che indaga le convalide di trattenimento al CPR di Torino
    ▻https://www.meltingpot.org/2024/06/la-giurisdizione-apparente-un-rapporto-che-indaga-le-convalide-di-tratte

    Di Daniela Pizzuto. Il rapporto «La giurisdizione apparente», curato dall’Osservatorio sulla giurisprudenza del Giudice di Pace di Torino in materia di trattenimento amministrativo 2022/2023 , si concentra sull’analisi delle procedure e delle decisioni del Giudice di Pace relative al trattenimento amministrativo degli immigrati nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio (C.P.R.) “Brunelleschi” durante il 2022 e fino all’inizio del mese di marzo del 2023 quando il Centro è stato chiuso. La ricerca è stata condotta da un team di esperti e supervisionata da professionisti nel campo del diritto che hanno verificato l’operato della pubblica amministrazione e delle difese nel (...)

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    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 6/06/2024

      #CPR #Turin #Italie #détention_administrative #rétention #rapport

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  • @melting_pot_europa
    Melting Pot Europa @melting_pot_europa via RSS 5/06/2024

    #Serbia – No Name Kitchen denuncia violenza e abusi di potere
    ▻https://www.meltingpot.org/2024/06/serbia-no-name-kitchen-denuncia-violenza-e-abusi-di-potere

    Di Sofia Fanfani. Mercoledì 22 maggio No Name Kitchen ha pubblicato “Watch the camp: countermapping architectures of violence in Serbia”, un report di denuncia in cui vengono messe in luce le inaccettabili condizioni di vita all’interno di sei campi profughi serbi . Il progetto è il risultato di tre mesi di monitoraggio, da settembre a dicembre 2023. Tra servizi negati, violenti sgomberi e abusi di potere, le autrici svelano la corresponsabilità dell’UE e dell’UNHCR nella violazione dei diritti umani all’interno dei campi profughi serbi nel contesto dell’operazione speciale di polizia. Joint Action Against People Smuggling Come si evince dal (...)

    #Rapporti_e_dossier #Balcani #Confine_tra_Serbia_e_Ungheria #Confini_e_frontiere #CPR,_Hotspot,_CPA #Solidarietà_e_attivismo #Violazioni_e_abusi

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