• Retraites : un conclave pour ouvrir la porte aux fonds de pension
    https://frustrationmagazine.fr/conclave-retraites

    Sans grande surprise, le conclave sur les retraites n’a débouché sur aucun accord. De toute façon, un compromis aurait probablement été catastrophique. Trois mois de réunions, de notes techniques, de débats sous contrôle et de tensions de façade n’auront pas fait bouger les lignes essentielles. Dans ce simulacre de négociation, l’âge légal restait figé à […]

    #Décrypter_-_Économie

  • #Géopolitique du sable. Une ressource omniprésente, auxiliaire de puissance et de #conflits

    À la fois omniprésent à la surface de la planète, notamment dans les #déserts, et invisible dans la variété de ses usages dans notre quotidien, le sable est la #ressource la plus consommée au monde. Accompagnant l’#urbanisation massive à l’échelle mondiale, son #extraction dépasse celle des combustibles fossiles et ­provoque d’importantes dégradations environnementales.
    Ressource très lucrative pour certains pays et les #mafias qui s’y implantent, elle permet à d’autres ­d’accroître leur territoire et d’asseoir leur #puissance maritime et sécuritaire.
    Tous les ingrédients sont donc réunis pour faire du sable une ressource éminemment géopolitique. Car, s’il n’est pas directement à l’origine de conflits, il en est un auxiliaire clé.
    La géopolitique du sable conduit aussi #Julien_Bueb à s’interroger sur l’#extractivisme et, plus largement, sur le #libéralisme et le #capitalisme, et les dérives qui lui sont attachées.

    https://www.lecavalierbleu.com/livre/geopolitique-du-sable
    #géographie_politique #sable
    #livre

  • Global, regional, and national burden of mortality associated with non-optimal ambient temperatures from 2000 to 2019: a three-stage modelling study

    Globally, 5 083 173 deaths (95% empirical CI [eCI] 4 087 967–5 965 520) were associated with non-optimal temperatures per year, accounting for 9·43% (95% eCI 7·58–11·07) of all deaths (8·52% [6·19–10·47] were cold-related and 0·91% [0·56–1·36] were heat-related). There were 74 temperature-related excess deaths per 100 000 residents (95% eCI 60–87). The mortality burden varied geographically. Of all excess deaths, 2 617 322 (51·49%) occurred in Asia. Eastern Europe had the highest heat-related excess death rate and Sub-Saharan Africa had the highest cold-related excess death rate. From 2000–03 to 2016–19, the global cold-related excess death ratio changed by −0·51 percentage points (95% eCI −0·61 to −0·42) and the global heat-related excess death ratio increased by 0·21 percentage points (0·13–0·31), leading to a net reduction in the overall ratio. The largest decline in overall excess death ratio occurred in South-eastern Asia, whereas excess death ratio fluctuated in Southern Asia and Europe.

    https://www.thelancet.com/journals/lanplh/article/PIIS2542-5196(21)00081-4/fulltext

    #température #chaleur #mobilité #canicule #santé #décès #morts #statistiques #chiffres #estimation #cartographie #monde #visualisation

    via @freakonometrics

  • La prima operazione di rimpatrio del governo italiano direttamente dall’Albania

    Il 9 maggio un #charter partito da Roma e diretto a Il Cairo ha fatto scalo a Tirana per far salire a bordo cinque cittadini egiziani rinchiusi nel Centro di permanenza per il rimpatrio di #Gjadër. Un’operazione dai dubbi profili di legittimità che il governo italiano ha fatto passare in sordina. “Un fatto gravissimo -sottolinea Gianfranco Schiavone dell’Asgi- perché il trasferimento dalla struttura all’aeroporto è avvenuto al di fuori della giurisdizione italiana”

    L’Italia ha effettuato il suo primo rimpatrio direttamente dall’Albania. Lo scorso 9 maggio un volo partito da Roma e diretto a Il Cairo ha fatto tappa sul suolo albanese per far salire a bordo cinque persone di origine egiziana trattenute nel Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Gjadër. Una procedura inedita che il governo italiano ha deciso di far passare in sordina. “Un fatto grave che mette a rischio la tenuta del quadro giuridico europeo e il rispetto dei diritti fondamentali delle persone coinvolte”, denuncia Francesco Ferri, esperto di migrazioni per ActionAid Italia.

    Secondo il Viminale da quando l’11 aprile a fine giugno la struttura albanese ha riaperto i battenti come Cpr sono transitate 110 persone. Al 21 maggio in totale sono state 24 quelle riportate in Italia per poi essere rimpatriate nei loro Paesi d’origine. Si pensava dunque che nessuno fosse stato espulso direttamente da Gjadër ma i documenti della Direzione centrale dell’immigrazione e della polizia di frontiera, consultati da Altreconomia, dicono altro.

    Lo scorso 28 aprile, infatti, l’ufficio in seno al ministero dell’Interno ha pubblicato un bando pubblico per richiedere un servizio di noleggio di un aeromobile per l’espulsione di stranieri irregolari. Una procedura standard che però, questa volta, aveva una particolarità: l’operazione di rimpatrio verso l’Egitto richiedeva ai partecipanti alla gara una “tappa” intermedia a Tirana.

    Nel tardo pomeriggio dell’8 maggio l’operatore #Pas_professional_solution Srl, tramite il suo procuratore speciale #Angelo_Gabriele_Bettoni, firma il contratto da 113.850 euro per i servizi richiesti dal Viminale. Il giorno successivo un aereo parte da Roma Fiumicino alla volta della capitale albanese, dove atterra intorno alle 15.30, per poi ripartire un’ora e mezza dopo verso Il Cairo, con a bordo le persone provenienti dal Cpr di Gjadër.

    Secondo i dati ottenuti da Altreconomia a metà giugno dall’11 aprile al 21 maggio risultano cinque transiti e altrettanti rimpatri di cittadini egiziani dal Cpr albanese, proprio quelli finiti sul volo. Il ministero dell’Interno, interpellato sul punto, non ha risposto alle nostre richieste di chiarimento. Quello che si sa per certo, però, è che quando la Direzione centrale ha pubblicato il bando e programmato l’operazione il 28 aprile, a Gjadër non c’era nessun cittadino egiziano: questi sarebbero stati “appositamente” portati nei primi giorni di maggio per poi essere caricati sul charter a Tirana.

    La mossa del governo italiano, tenuta fino a oggi “segreta”, apre molti interrogativi, innanzitutto sulla legittimità della procedura. “Anche qualora si volesse sostenere, con una tesi a mio avviso infondata, che il Cpr di Gjadër sia equiparabile ai centri posti nel territorio nazionale -spiega Gianfranco Schiavone, esperto di migrazioni e socio dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi)-, non risulta in alcun modo ammissibile prevedere che la persona sia portata fuori dall’area del centro di trattenimento, sul territorio albanese, e poi da lì rimpatriata”.

    Secondo Schiavone vi è una grave violazione nella riserva di giurisdizione prevista dall’articolo 13 della Costituzione. “Le operazioni di polizia condotte fuori dal centro di Gjadër in territorio albanese nei confronti delle persone trasportate in questo caso in aeroporto sono prive di controllo giurisdizionale e avvengono dunque senza alcuna copertura normativa. Quanto avvenuto è dunque un fatto gravissimo”.

    In questo quadro, poi, potrebbe aver giocato un ruolo importante anche l’Egitto. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha incontrato in un bilaterale il suo omologo egiziano Mahmoud Tawfiq lo scorso 9 aprile a margine dell’incontro del “Processo di Khartoum”, una piattaforma di cooperazione. Durante l’incontro, secondo quanto dichiarato dal Viminale, i ministri hanno fatto il punto su diverse tematiche tra cui quella dei flussi migratori. Non è detto però che non si sia parlato anche dell’operazione di volo da Tirana.

    Chi con molta probabilità era al corrente dell’operazione è l’aeroporto internazionale di Tirana da cui è transitato il charter. A partire dal 2020, la proprietà dello scalo è stata acquisita da #Kastrati_Group Sha, società energetica albanese che gestisce una serie di stazioni di servizio in tutto il Paese. Fa parte del consiglio direttivo #Piervittorio_Farabbi, ingegnere aeronautico italiano e direttore operativo, che supervisiona la gestione operativa quotidiana dell’aeroporto dall’aprile 2023. Farabbi in passato è stato direttore dello scalo di Perugia e della #Sacal, società aeroportuale calabrese. La direzione dell’aeroporto, contattata da Altreconomia, non ha risposto così come il ministero albanese degli Affari interni. La polizia di Stato invece ha glissato dicendo di rivolgersi alle autorità italiane.

    Per Francesco Ferri di ActionAid Italia, che con il Tavolo asilo e immigrazione (Tai) il 17 e 18 giugno ha visitato la struttura di Gjadër, questa operazione fa fare un’ulteriore salto di qualità in termini di opacità all’operazione Albania. “Con la trasformazione delle strutture in Cpr dell’11 aprile la mancanza di trasparenza si è aggravata -spiega-. Abbiamo saputo di una persona rimpatriata da Tirana durante la visita ed è un fatto gravissimo”.

    Da un lato l’Italia anticipa artigianalmente quanto previsto dalla proposta di nuovo Regolamento sui rimpatri “minando la tenuta del quadro giuridico europeo”, dall’altro le persone sono esposte a gravi violazioni dei diritti. “Già in questi mesi abbiamo faticato molto a rintracciare chi veniva riportato in Italia da Gjadër e lasciato libero se le persone vengono rimpatriate direttamente questo diventa pressoché impossibile -sottolinea-. Diventa ancora più difficile ricostruire e conoscere in che condizioni sono state rinchiuse le persone e se i loro diritti sono stati rispettati”.

    Infine, resta rilevante il tema dei costi: la “tappa” di Tirana è costata solo di affitto charter 31.779 euro in più rispetto all’ultima operazione di rimpatrio, dello stesso numero di persone, verso l’Egitto. Significa, per cinque rimandati indietro dall’Albania, più di 6.300 euro a testa.

    https://altreconomia.it/il-primo-rimpatrio-italiano-di-migranti-irregolari-direttamente-dallalb
    #Albanie #migrations #réfugiés #Italie #externalisation #renvois #expulsions #Egypte #rétention #détention_administrative #prix #coût

    –-

    ajouté à la métaliste sur l’#accord entre #Italie et #Albanie pour la construction de #centres d’accueil (sic) et identification des migrants/#réfugiés sur le territoire albanais...

    https://seenthis.net/messages/1043873

  • La montagna non si spopola, gli italiani ci stanno tornando

    Il saldo dei movimenti tra chi scende e chi sale in montagna per viverci torna ad essere positivo. E non solo grazie ai migranti stranieri.

    Chi l’ha detto che la montagna si spopola? Gli ultimi tre quinquenni (2009-2013, 2014-2018, e 2019-2023) raccontano di tre stagioni diverse: una dell’accoglienza”, una di “ripiegamento” e la terza -la più recente- di “risveglio”. Tradotto in numeri, tra 2009 e 2013, le 387 comunità territoriali della montagna italiana sono state uniformemente investite da un flusso di immigrazione di popolazione straniera: il territorio montano ha visto l’arrivo di oltre 150.000 immigrati, numero “ampiamente in grado di compensare il flusso in uscita che nel complesso interessa oltre 110.000 cittadini italiani”. Tra 2014 e 2018 l’afflusso migratorio di popolazione straniera nelle comunità di montagna, invece, italiana si raffredda: l’apporto scende a meno di 60.000 individui. Per converso il flusso in uscita dalla montagna della popolazione italiana continua rispetto al periodo precedente, registrando un saldo negativo più contenuto di 67.000 unità.
    Ed ecco infine il periodo 2022-2023 con un saldo “tra i movimenti della popolazione in ingresso e in uscita dalla montagna che torna a essere positivo e assume dimensioni assai più significative di quanto non si sia registrato nei momenti migliori del passato”, manda a a dire l’Uncem (Unione dei Comuni, Comuni ed Enti montani). Quasi 100.000 ingressi oltre le uscite, più del 12 per mille della popolazione. Ma non in modo uguale dappertutto: sono 250 su 387, quasi il 65%, le comunità territoriali con saldo positivo; 136 lo fanno con valori che vanno oltre il 20 per mille. La disomogeneità segna una frattura rilevante tra regioni del nord e del centro, tutte sistematicamente con apporti migratori positivi, e quelle del sud dove il segno meno, pur circoscritto e non generalizzato, appare ancora con una certa frequenza.
    Rispetto al passato però la discontinuità più forte è determinata dalla composizione del flusso migratorio.

    IL RITORNO DEGLI ITALIANI, UNA “NOVITÀ ASSOLUTA”

    Non solo, la popolazione italiana della montagna presenta -“ed è una novità assoluta”- un saldo positivo tra ingressi e uscite, ma questo, forte di quasi 64.000 unità, “sopravanza nettamente quello della popolazione di cittadinanza straniera che con meno di 36.000 unità si riduce ulteriormente (quasi si dimezza) rispetto ai valori del quinquennio precedente, portando in evidenza la tendenza ormai presente in tutto il Paese a una progressiva riduzione dell’interesse verso l’Italia da parte dei flussi migratori di lungo raggio”, dice Uncem. Queste analisi fanno parte dei punti fermi che domani a Roma, all’Università Mercatorum, verranno esaminati alla presentazione del Rapporto Montagne Italia 2025, realizzato dall’Uncem: un lavoro di 800 pagine, tra numeri, analisi, dati, approfondimenti curato, con la Fondazione Montagne Italia e #Uncem. E’ il racconto della montagna che cambia. “Una montagna che non è quella dello spopolamento”, evidenzia dunque il presidente nazionale Uncem, Marco Bussone, invitando a rifuggire da semplificazioni, “letture senza numeri, must buoni per convegni e comizi”.

    LA GEOGRAFIA DEI COMUNI DI MONTAGNA

    I Comuni classificati come totalmente montani sono 3.471 (il 43,4% dei Comuni italiani) e ospitano una popolazione di otto milioni e 900.529 abitanti (il 14,7% della popolazione nazionale) su una superficie di 147.531,8 chilometri quadrati (il 48,8% dell’estensione del territorio nazionale) con una densità di 60,3 abitanti per chilometro quadrato (rispetto a un valore medio nazionale di 200,8). La densità insediativa dei Comuni montani è, nella media, di 60,3 abitanti. contro una media nazionale di 200,1 abitanti.

    https://www.dire.it/23-06-2025/1161795-la-montagna-non-si-spopola-gli-italiani-ci-stanno-tornando
    #montagne #Italie #dépeuplement #cartographie #visualisation #démographie #Alpes #Apennins #chiffres #statistiques #migrations #réfugiés #rapport

    • RAPPORTO MONTAGNE ITALIA 2025

      Il Rapporto nasce nell’ambito del Progetto italiae del Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri e attuato dallUNCEM per descrivere come si manifesta la contemporaneità nelle montagne italiane tra criticità, opportunità e nuovo protagonismo. Le montagne italiane raccontate attraverso la illustrazione delle dinamiche socioeconomiche che le caratterizzano e le strategie territoriali che le attraversano. Nella prima parte, mappe e dati servono a evidenziare i caratteri della montagna e la geografia delle comunità territoriali, e le loro caratterizzazioni economiche e sociali, evidenziando i processi associativi in atto. Un quadro completato dalle riflessioni argomentate e informate sul percorso fatto dalla Strategia delle Aree Interne e sulla novità dei processi in atto connessi alla Strategia delle green Community, precedute da un approfondimento sui temi dello spopolamento e del neopopolamento che molto hanno a che fare con entrambe le strategie. All’analisi delle strategie si connette anche l’approfondimento dedicato ai temi della governance, ulteriore affondo nella tematica delle green community, per esaminare le esperienze di governance in atto, inquadrare le politiche in un approccio più ampio e sistemico (il progetto Appennino Parco d’Europa) e quello relativo alla geocomunità delle piattaforme montane italiane che guarda anche alle differenze tra le Alpi e gli Appennini per evidenziare faglie e giunture e ragionare sulla prospettiva. Completano il quadro l’illustrazione di una articolata indagine sulla opinione degli italiani riguardo la montagna. Il Rapporto è arricchito da box tematici e commenti, oltre che da tre appendici.
      Materiali e riflessioni offerti alla politica, agli amministratori, ai territori impegnati a costruire futuro attraverso le Green Community e a tutti coloro che sono chiamati a decisioni importanti nell’allocazione di risorse, definizione di strumenti di governance e assetti istituzionali che riguardano il futuro della montagna e con ciò quello dell’intero Paese.

      https://uncem.it/uncem-presenta-il-rapporto-montagne-italia-2025

  • Florida building ’#Alligator_Alcatraz' migrant detention centre in #Everglades

    Florida has begun building a detention centre - dubbed the ’Alligator Alcatraz’ - to temporarily hold migrants on an air strip in the Everglades.

    Department of Homeland Security Secretary Kristi Noem said the facility would be funded “in large part” by the Federal Emergency Management Agency’s shelter and services programme, which was previously used to provide accommodation and other aid for undocumented migrants.

    The plan has been criticised by several lawmakers, including the mayor of Miami-Dade County, who argued it could be environmentally “devastating”.

    The proposal comes as Trump tries to deliver on a campaign pledge to ramp up deportations of illegal migrants.

    “Under President Trump’s leadership, we are working at turbo speed on cost-effective and innovative ways to deliver on the American people’s mandate for mass deportations of criminal illegal aliens,” Noem said in a statement.

    “We will expand facilities and bed space in just days, thanks to our partnership with Florida.”

    The facility is to be built on the site of the #Dade-Collier_Training_and_Transition_Airport, a public airport around 58km (36 miles) from Miami. It will cost about $450m (£332m) a year to run.

    In a video posted on X, Florida’s Attorney General James Uthmeier called the airport a “virtually abandoned facility”.

    He said the detention centre could be built in 30 to 60 days and hold an estimated 1,000 people.

    He argued the location acted as a natural deterrent for escapees.

    Uthmeier said in the video: “[If] people, get out, there’s not much waiting for them other than alligators and pythons. Nowhere to go, nowhere to hide.”

    The mayor of Miami-Dade County, Daniela Levine Cava, a Democrat, criticised the plan, saying “the impacts to the Everglades ecosystem could be devastating”.

    The Florida Everglades are a unique environmental region comprising marshes, prairies, forests, mangroves and estuaries. Uthmeier said the facility would not be located within #Everglades_National_Park.

    https://www.bbc.com/news/articles/c0rvq1eg8w9o
    #Floride #USA #Etats-Unis #migrations #sans-papiers #détention_administrative #rétention #parc_national #centre_de_rétention_administrative #CRA #nature #hostile_environment #environnement_hostile #crocodiles #pythons

  • Frappes américaines sur l’Iran : au Moyen-Orient, les défis d’une « pax hebraica »
    https://www.lemonde.fr/international/article/2025/06/23/frappes-americaines-sur-l-iran-au-moyen-orient-les-defis-d-une-pax-hebraica_

    Pour Gilles Paris, la barbarie est un terme qui ne s’applique qu’au Hamas. Israël se voit reproché uniquement de jouer la carte de chaos et de l’instabilité, et d’absorber les territoires palestiniens.

    Ces bombardements constituent une ultime épitaphe à l’aveuglement du chef du Hamas, Yahya Sinouar, tué en octobre 2024. En déclenchant l’attaque terroriste du 7 octobre 2023, ce dernier n’a pas seulement fait franchir à sa milice le stade ultime de la barbarie, discréditant ainsi la lutte armée qu’il revendiquait.
    [...]
    L’autre option [qui s’offre à Netanyahu] consiste à entretenir l’instabilité, voire le chaos, sur ses frontières proches qui n’ont pas fait l’objet de traités de paix, en estimant que la force dispense désormais, et pour longtemps, du moindre compromis. C’est le choix qui a été fait par Benyamin Nétanyahou à Gaza, comme en Cisjordanie, alors que son armée continue, par ailleurs, de pilonner à sa guise le Liban et la Syrie. Sur la carte brandie aux Nations unies en septembre 2023, les territoires palestiniens occupés depuis 1967 n’apparaissent pas. Ils étaient absorbés dans un Grand Israël, du Jourdain à la Méditerranée. Celui dont rêvent les partis ultranationalistes et suprémacistes, qui comptent au sein de la coalition au pouvoir, la plus à droite de l’histoire de l’Etat hébreu.

    #deux_poids_deux_mesures

  • #Djazirat_al_Mawt, l’île de la mort

    Depuis l’instauration en 1995 du #visa dit « Balladur », les Comoriens n’ont d’autre possibilité que d’emprunter des barques pêcheurs, les #kwasa_kwasa pour se rendre à Mayotte. Des milliers sinon des dizaines milliers sont morts lors de cette traversée.

    #Jazirat_al_Mawt, l’#île_de_la_mort, c’est ainsi que les navigateurs venus d’Oman ou du Shiraz ont baptisé l’île de #Mayotte parce que ceinte d’une barrière de corail sur laquelle tant et tant de boutres et d’esquifs se sont abîmés.

    Depuis l’instauration en 1995 du visa dit « Balladur », les ressortissants comoriens n’ont d’autre choix que d’emprunter les kwasa kwasa, ces barques de pêcheurs à fond plat, pour rallier Mayotte où le PIB par habitant est dix fois supérieur à celui des Comores. Ils viennent trouver du travail, rejoindre de la famille ou bénéficier de soins.

    Entre 5000 et 10 000 personnes sont mortes dans les traversées de 1995 à 2012 selon la dernière estimation produite. Le décompte a cessé depuis. “C’est une #hécatombe” confie Jean Lhuillier, le directeur des pompes funèbres de Mayotte qui est régulièrement réquisitionné par la police pour récupérer des corps échoués sur les plages ou accrochés aux branches des arbres de la mangrove.

    Pour empêcher ces passages, les gouvernements français successifs ont investi des centaines de millions d’euros sans jamais parvenir à y mettre un terme malgré les drones, les radars, les hélicoptères ainsi que les patrouilles maritime et terrestre de la Police aux frontières aux effectifs toujours plus nombreux.

    “La mission est belle” confie un policier de la PAF aux commandes de son bateau semi-rigide destiné à intercepter les kwasa kwasa au large de Mayotte quand bien même sait-il qu’une fois renvoyées aux Comores, la plupart de ces personnes tenteront à nouveau la traversée.

    “Ça ne me dérange pas d’accueillir dix fois la même personne” abonde une responsable du centre de rétention administrative (CRA) de Mayotte. Lorsqu’ils embarquent sur le ferry qui les ramène vers l’île comorienne d’Anjouan, les personnes expulsées fredonnent une chanson d’amour d’un artiste mahorais : “ne t’en fais pas, je reviendrai”.

    https://www.radiofrance.fr/franceculture/podcasts/lsd-la-serie-documentaire/djazirat-al-mawt-l-ile-de-la-mort-1452799
    #mourir_aux_frontières #France #Mayotte #migrations #réfugiés #Comores #visa_Balladur #mourir_en_mer #décès #militarisation_des_frontières
    #podcast #audio

  • Maitre Eolas / X – DÉTENTIONS PROVISOIRES
    https://x.com/Maitre_Eolas/status/1937093846409605145

    Pour ceux qui se demandaient si la population carcérale allait baisser, le parlement vient de répondre « LOL non » #LoiNarcotrafic
    NB : ces dispositions s’appliquent A TOUTES LES DÉTENTIONS PROVISOIRES, pas seulement à celles en lien avec le trafic de stups.

  • Les organismes de #foncier solidaires : les limites de la démarchandisation
    https://metropolitiques.eu/Les-organismes-de-foncier-solidaires-les-limites-de-la-demarchandisa

    Les organismes de fonciers solidaires (OFS) permettent-ils de démarchandiser le #logement ? Pierre Le Brun montre les limites de ce dispositif face aux logiques financières de la propriété privée du sol. Créés en France par la loi Alur, les organismes de foncier solidaires (OFS) bénéficient d’une attention soutenue dans le monde du logement (Rey-Lefebvre 2024 ; Union sociale pour l’habitat 2024). Si l’expérience est encore trop neuve pour avoir permis une évaluation complète de ces dispositifs et de #Débats

    / #économie_urbaine, #immobilier, foncier, #habitat, logement

    https://metropolitiques.eu/IMG/pdf/met_lebrun.pdf

  • Khrys’presso du lundi 23 juin 2025
    https://framablog.org/2025/06/23/khryspresso-du-lundi-23-juin-2025

    Comme chaque lundi, un coup d’œil dans le rétroviseur pour découvrir les informations que vous avez peut-être ratées la semaine dernière. Tous les liens listés ci-dessous sont a priori accessibles librement. Si ce n’est pas le cas, pensez à activer … Lire la suite­­

    #Veille #Claviers_invités #GAFAM #Internet #Revue_de_web #Revue_hebdo #Surveillance #veille #webrevue

  • This Rubbish Icon Might Get a Makeover in Ubuntu 25.10
    https://www.omgubuntu.co.uk/2025/06/ubuntu-trash-icon-redesign

    Ubuntu’s trash icon may get a makeover in 25.10. #yaru icon theme designers are working on a new look to improve desktop consistency. You’re reading This Rubbish Icon Might Get a Makeover in Ubuntu 25.10, a blog post from OMG! Ubuntu. Do not reproduce elsewhere without permission.

    #News #design #Icons

    • Max Milo Éditions :

      Quels sont les faits qui permettent d’affirmer que l’État islamique cherche à créer une guerre civile en France ; que le président syrien Bachar al-Assad a utilisé des armes chimiques ; que Vladimir #Poutine tente de déstabiliser nos #démocraties ; que le #terrorisme a frappé la #France, non pas pour ce qu’elle fait, mais pour ce qu’elle est ; que le #génocide au Darfour a fait 400 000 victimes ?… Littéralement aucun, mais ces affirmations suffisent à asseoir la politique étrangère des pays occidentaux. L’auteur, ex-agent du service de renseignement stratégique suisse, passe ainsi en revue les principaux conflits contemporains, que les pays occidentaux ont géré à coups de #fake_news, ces trente dernières années.

  • Daily Devotions: Evening, June 22
    https://biblehub.com/devotions/Evening_June_22.htm

    Hebrews 12:27 That those things which cannot be shaken may remain.
    We have many things in our possession at the present moment which can be shaken, and it ill becomes a Christian man to set much store by them, for there is nothing stable beneath these rolling skies; change is written upon all things. Yet, we have certain “things which cannot be shaken,” and I invite you this evening to think of them, that if the things which can be shaken should all be taken away, you may derive real comfort from the things that cannot be shaken, which will remain. Whatever your losses have been, or may be, you enjoy present salvation. You are standing at the foot of his cross, trusting alone in the merit of Jesus’ precious blood, and no rise or fall of the markets can interfere with your salvation in him; no breaking of banks, no failures and bankruptcies can touch that. Then you are a child of God this evening. God is your Father. No change of circumstances can ever rob you of that. Although by losses brought to poverty, and stripped bare, you can say, “He is my Father still. In my Father’s house are many mansions; therefore will I not be troubled.” You have another permanent blessing, namely, the love of Jesus Christ. He who is God and Man loves you with all the strength of his affectionate nature—nothing can affect that. The fig tree may not blossom, and the flocks may cease from the field, it matters not to the man who can sing, “My Beloved is mine, and I am his.” Our best portion and richest heritage we cannot lose. Whatever troubles come, let us play the man; let us show that we are not such little children as to be cast down by what may happen in this poor fleeting state of time. Our country is Immanuel’s land, our hope is above the sky, and therefore, calm as the summer’s ocean; we will see the wreck of everything earthborn, and yet rejoice in the God of our salvation.

    #devotionals #losses

  • Soutenue par l’UE, Giorgia Meloni investit en Afrique pour limiter l’émigration
    https://www.lemonde.fr/afrique/article/2025/06/20/soutenue-par-l-ue-giorgia-meloni-investit-en-afrique-pour-limiter-l-emigrati

    Soutenue par l’UE, Giorgia Meloni investit en Afrique pour limiter l’émigration
    Le Monde avec AFP
    Giorgia Meloni, première ministre italienne, promeut vendredi 20 juin son « plan Mattei », aux ambitions jugées par certains irréalistes. Son but : soutenir les économies africaines pour limiter l’émigration venant d’Afrique, tout en y étendant l’influence de l’Italie. Lors de ce sommet coprésidé par Ursula von der Leyen, la présidente de la Commission européenne est à Rome pour soutenir ce dispositif porté à bout de bras par la cheffe du gouvernement italien ultraconservateur.
    Au dire de la présidente du conseil des ministres italien, cette initiative mobilisera 5,5 milliards d’euros pour des initiatives éparpillées sur quatorze pays (principalement ceux du Maghreb – sauf la Libye – le Sénégal, la Côte d’Ivoire, le Kenya, l’Ethiopie), mais selon un rapport officiel de novembre 2024, moins de 2 milliards d’euros ont déjà été assignés par l’Italie à des projets précis, sous forme de dons, de prêts ou de garanties sur plusieurs années.
    A l’occasion de ce sommet, Bruxelles cherchera à faire converger le plan italien et sa stratégie Global Gateway annoncée en 2021, qui inclut de nombreux investissements en Afrique en réponse au programme chinois des « nouvelles routes de la soie ». Interrogée jeudi 19 juin, une porte-parole de la Commission européenne a estimé que le plan Mattei est une « contribution importante » à ce projet européen, dont les financements à hauteur de 150 milliards d’euros font pourtant pâlir les 5,5 milliards avancés par Rome.
    Pour « supprimer les causes » de l’immigration clandestine en Italie, Giorgia Meloni avait annoncé un mois après son élection en 2022 vouloir soutenir les économies des pays africains. D’où ce plan qui porte le nom d’Enrico Mattei, père fondateur du géant italien des hydrocarbures Eni, connu pour avoir mis en place des contrats d’extraction de pétrole plus avantageux pour les pays producteurs.
    C’est précisément cet héritage que revendique Rome, qui promet des relations avec l’Afrique dénuées de « paternalisme ». Une allusion à peine dissimulée à la France, qui a vu son influence en Afrique reculer, plusieurs pays du Sahel ayant sommé Paris de retirer ses forces militaires. De fait, d’un point de vue diplomatique, l’Italie peut s’afficher comme un acteur plus « présentable » que la France pour porter les intérêts européens, selon le professeur à l’Université de Milan et chef du programme Afrique de l’Institut pour les études de politique internationale, Giovanni Carbonne.
    Ce plan permet également de renforcer les relations commerciales entre l’Italie et le continent dans l’énergie, alors que l’invasion russe en Ukraine a forcé l’Italie à chercher de nouveaux fournisseurs de l’autre côté de la Méditerrannée – en Algérie notamment. Il y a certes l’énergie et les matières premières mais d’autres fonds sont destinés à l’éducation, la santé et l’accès à l’eau. Rome compte par exemple participer au financement d’une voie ferrée entre la Zambie et l’Angola, et investir 65 millions d’euros dans la production de biocarburants au Kenya.
    Mais le gouvernement « a trop promis » en faisant miroiter que ces investissements pourraient réduire le nombre de migrants en créant des emplois et de la croissance. « Les financements que l’Italie peut mettre à disposition ne sont pas à la bonne échelle », a jugé Giovanni Carbone. Il ajoute que « le suivi » des projets « sera important » et note que « les efforts sur le sujet ne sont pas encore suffisants ».
    Le « plan Mattei » a globalement été bien reçu par les gouvernements partenaires. Toutefois, bien que le président kényan, William Ruto, avait salué l’ambition de ce plan, il avait prévenu que « l’investissement seul n’est pas suffisant ». Il rappelait les obstacles pour les économies africaines qui doivent payer « cinq fois plus leur dette » que les pays européens. Pour l’ONG ReCommon, qui « travaille pour contrer le pouvoir des multinationales », les investissements du « plan Mattei » pourraient servir avant tout les intérêts des « grandes entreprises de l’industrie italienne des combustibles fossiles », a expliqué Simone Ogno qui s’occupe des sujets liés à la finance et au climat pour l’organisation. D’importantes sociétés italiennes sont impliquées dans le plan – comme Eni, le transporteur d’électricité Terna ou encore le groupe agro-industriel Bonifiche Ferraresi.

    #Covid-19#migrant#migration#italie#afrique#UE#developpement#sante#economie#migrationirreguliere

  • #Zohran_Mamdani : un radical à la mairie de #New_York ?
    https://lvsl.fr/zohran-mamdani-un-radical-a-la-mairie-de-new-york

    Avec son programme de gratuité des bus et des crèches, de contrôle des loyers et d’épiceries municipales, le candidat de #gauche Zohran Mamdani pourrait renverser le baron démocrate corrumpu #Andrew_Cuomo. Une victoire de la mairie de New York qui enverrait un signal fort d’opposition face à #Trump.

    #Politique #alexandria_ocasio_cortez #Bernie_Sanders #démocrates #DSA #Eric_Adams #Etats-Unis #socialiste

  • De « C’est pas sorcier » au salon de l’aviation : les liaisons douteuses de Jamy
    https://reporterre.net/De-C-est-pas-sorcier-au-Salon-de-l-aviation-les-liaisons-douteuses-de-Ja

    Cachés derrière la façade de la science, les vendeurs d’armes se sont emparés depuis longtemps de la communication publicitaire pour masquer leurs gains à tuer des enfants avec des moyens #dernier_cri. Ils savent se trouver des larbins comme Jamy pour faire leur promotion comme depuis des années on peut par exemple l’observer à La cité de l’industrie à La Villette Paris.

    #industrie_de_l'armement #communication #salopards #vendeurs_d'armes #science

    Au fait, quel est le classement de la france dans les exportations d’armes déjà ?

    • Maxime Sbaihi est économiste. Nous le recevons à l’occasion de la parution de son deuxième essai “Les balançoires vides, le piège de la dénatalité”

      Il y présente la #dénatalité en long en large et en travers. Pourquoi a t-elle lieu partout sur la planète, quelles sont ses causes potentielles et ses conséquences prévisibles, comment inverser la tendance ?

      Selon lui, il est strictement inconcevable d’envisager des politiques natalistes qui ne respectent pas la liberté de chacun de ne pas faire d’enfants.

      En revanche, il constate que les gens déclarent vouloir faire plus d’ #enfants qu’ils n’en ont et qu’ils s’en sentent empêchés par la #précarité de leurs conditions de vie matérielle.

      Maxime Sbaihi plaide donc pour la mise en place de politiques natalistes qui visent à permettre à ceux qui le souhaitent de faire plus d’enfants

      Nous avons tenté de brosser un panorama complet de son approche sur le sujet.

      00:00 intro
      00:47 La dénatalité est-elle un problème ? Et si oui, qu’est-ce qu’on peut faire pour y remédier ?
      01:54 Tableau global du problème parce qu’il est mondial
      05:12 La dénatalité est sous estimée
      07:10 Qu’est ce qu’un changement de natalité implique sur l’évolution de la population
      12:43 Pourquoi est-ce un problème, concrètement ?
      16:15 Le vieillissement nuit à la prospérité
      20:10 Si on ne prend pas au sérieux le déséquilibre démographique, nos système sociaux n’ont pas d’avenir.
      22:30 Les jeunes s’appauvrissent et les politiques s’en moquent car ils sont trop peu nombreux pour peser démocratiquement
      35:10 la dénatalité, une bonne nouvelle pour la planète ?
      47:00 Le scénario d’une natalité qui baisse jusqu’à 0
      47:54 À quoi ressemblera la démographie mondiale en 2050 si on ne change rien ?
      51:40 Le piège de la basse fécondité : Est-ce qu’on a déjà atteint un point de bascule historique dans le nombre de naissances ?
      55:22 Pourquoi les gens font moins d’enfants ?
      01:19:36 Comment aider les gens qui le souhaitent à avoir des enfants, le natalisme libéral ?
      01:36:00 Et si le natalisme libéral marche pas, on fait quoi ?
      01:43:50 Conclusion

  • Anatol Lieven: “Act of War” - EU Piracy and Blockade Against Russia

    via https://diasp.eu/p/17701587

    https://www.youtube.com/watch?v=pOg--ClyXrE

    20.06.2025 - 30 min.

    Anatol Lieven is the Director of the Eurasia Program at the Quincy Institute for Responsible Statecraft, and recently published an article “Ukraine war Europe’s risky war on Russia’s ’shadow fleet’”:

    Seizing Russian ships in international waters will trigger a powerful response from Russia. Yet, the Europeans seem unaware of the consequences as they believe they are already at war with #Russia.

    #BalticSea #Europe #Russia #Sweden #Denmark #Ukraine #India #internationalwaters

    • Europe’s risky war on Russia’s ‘shadow fleet’

      The #EU wants to target illicit oil tankers, a move that could expand the Ukraine war and drag the US in further

      https://responsiblestatecraft.org/russia-shadow-fleet

      Anatol Lieven
      Jun 16, 2025

      The European Union’s latest moves (as part of its 17th package of sanctions against Russia declared in May) to target much more intensively Russia’s so-called “shadow fleet” of oil tankers and other vessels illustrate the danger that, as long as the Ukraine war continues, so will the risk of an incident that will draw NATO and the EU into a direct military clash with Russia.

      The EU sanctions involve bans on access to the ports, national waters and maritime economic zones of EU states. Ships that enter these waters risk seizure and confiscation. It does not appear that Washington was consulted about this decision, despite the obvious risks to the U.S.

      As part of this strategy, on May 15, an Estonian patrol boat attempted to stop and inspect a tanker in the Gulf of #Finland. Russia sent up a fighter jet that flew over the Estonian vessel (allegedly briefly trespassing into Estonian waters), and the Estonians backed off — this time. In January, the German navy seized a Panamanian-flagged tanker, the Eventin, in the Baltic after its engines failed and it drifted into German territorial waters.

      Sweden has now announced that starting on July 1 its navy will stop, inspect and potentially seize all suspect vessels transiting its exclusive economic zone, and is deploying the Swedish air force to back up this threat. Since the combined maritime economic zones of Sweden and the three Baltic states cover the whole of the central Baltic Sea, this amounts to a virtual threat to cut off all Russian trade exiting Russia via the #Baltic — which would indeed be a very serious economic blow to Moscow.

      It would also threaten to cut off Russia’s exclave of #Kaliningrad, which is surrounded by #Poland, from access to Russia by sea.

      This is the kind of action that has traditionally led to war. The Swedish assumption seems to be that the Russian navy and air force in the Baltic are now so weak — and so surrounded by NATO territory — that there is nothing #Moscow can do about this. However, it is very unlikely that the Swedes would take this step unless they also believe that in the event of a clash, #Washington will come to Sweden’s defense — even though the EU and Swedish decisions were made without U.S. approval and are not strictly covered by #NATO’s Article 5 commitment.

      And despite all the hysterical language about Russia being “at war” with #NATO countries, these moves by the EU and Sweden are also based on an assumption that Russia will not in fact lose its temper and react with military force. European policymakers might however want to think about a number of things: for example, what would the U.S. do if ships carrying U.S. cargo were intercepted by foreign #warships? We know perfectly well that the U.S. would blow the warships concerned out of the water and declare that it had done so in defense of the sacred rule of free #navigation — in which the #EU also professes to believe.

      #OTAN #Russie #EU #UE #sanctions

  • Comment Israël a détruit tous les hopitaux de Gaza
    https://frustrationmagazine.fr/israel-hopital-gaza

    Le jeudi 19 juin 2025, l’Iran, en réaction à la guerre lancée contre lui par Israël, a procédé à des frappes contre des installations militaires israéliennes. Lors d’une de ces frappes contre une base militaire et de renseignement israélienne située en pleine ville, l’onde de choc de l’explosion a touché un hôpital adjacent. La frappe […]

    #Décrypter_-_International #Décrypter_-_Santé