• Des tribunaux français arrêtent des #renvois dans le cadre du #règlement_dublin vers l’#Italie... ceci car il n’y aurait pas de #garanties suffisantes pour les demandeurs d’asile...
    C’est évidemment une conséquence du #Decreto_Salvini (#décret_salvini), peut-être la seule conséquence positive...
    v. cet article paru dans un journal italien :

    L’odissea degli ultimi. « L’Italia vìola i diritti dei profughi »

    Tribunali francesi bloccano i rimpatri verso l’Italia: «Garanzie insufficienti per i richiedenti asilo». Anche da Londra una doppia sentenza della «corte superiore» apre a ricorsi di massa contro Roma.

    Francia e Regno Unito stanno respingendo sempre meno migranti verso l’Italia. Proprio quello che chiede il governo di Roma. La motivazione, però, non è lusinghiera. I tribunali esteri stanno annullando i trasferimenti perché il sistema giuridico e la prassi italiana sono «a rischio di trattamenti inumani o degradanti», e in «aperta violazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea».

    Il campionario delle contestazioni è un’escalation di accuse. Si va dall’uso «eccessivo della forza nelle procedure di identificazione», per passare all’analisi delle «carenze sistemiche, in particolare per quanto riguarda il diritto alla casa e alla salute», arrivando alla «detenzione sistematica dei richiedenti asilo» durante la quale si svolgono «interrogatori sommari, indipendentemente dal trauma del viaggio appena vissuto, in assenza di considerazione per le particolari esigenze e i casi di vulnerabilità ». I magistrati transalpini non sono teneri neanche con le proprie autorità. Specie rimproverando la gendarmeria e le prefetture, che ordinano l’accompagnamento coatto alla frontiera italiana senza esaminare la situazione di ogni singolo straniero. Poi mettono sul banco degli imputati defezioni e anomalie nella gestione del fenomeno migratorio nel nostro Paese.

    Alcune sentenze riguardano casi esaminati all’epoca del governo Gentiloni. Ma da quando è in sella l’esecutivo pentaleghista i ricorsi dei migranti che soggiornano irregolarmente in Francia e che rischiano di venire respinti verso il Paese di primo approdo (come prevede il regolamento di Dublino) sono aumentati: tre solo nell’ultimo mese. Verdetti che fanno giurisprudenza e che già nei prossimi giorni fanno annunciare una pioggia di ricorsi da parte dei migranti arrivati irregolarmente in Francia. Il 15 ottobre, per stare a una delle sentenze più recenti, il tribunale amministrativo di Pau, ai piedi dei Pirenei, non lontano da Lourdes, ha annullato l’ordine di trasferimento emesso dal prefetto delle Landes contro un richiedente asilo. Nel decreto del giudice viene spiegato che spesso dopo i respingimenti in Italia i richiedenti asilo vengono abbandonati a sé stessi, «in condizioni a volte pericolose», non di rado costretti «a vagare per centinaia di chilometri». Inoltre, pur se in attesa dell’esame della domanda d’asilo, gli stranieri anche «a causa di ritardi amministrativi», finiscono per vivere nella precarietà, in situazioni di occupazioni abusive, «nei campi informali o in edifici fatiscenti ». Condizioni che non consentono di tutelare «i loro diritti, incluso quello alla salute».

    Persone che sopravvivono «grazie a enti di beneficenza» ma sono messe «sotto pressione dalle autorità che abitualmente evacuano i loro luoghi di vita senza proporre soluzioni risistemazione». L’avvocato parigino Alexandra Olsufiev è in prima linea nella difesa dei diritti dei migranti. «Per anni – spiega – i legali francesi hanno combattuto con poco successo i trasferimenti secondo il dettato di Dublino».

    I tribunali amministrativi «hanno sempre dato ragione alle prefetture che con i loro provvedimenti rispedivano in Italia i richiedienti d’asilo. Ma con la nomina del nuovo governo italiano le cose sono cambiate. I giudizi che cancellano i trasferimenti – osserva Olsufiev – si moltiplicano anche davanti alle Corti di appello». Non tutti i giudici addossano responsabilità esclusive sul governo italiano, spesso lasciato da solo a gestire le emergenze. Il 5 ottobre il tribunale amministrativo di Nantes ha annullato l’accompagnamento di un nordafricano fino al confine italiano perché l’afflusso di immigrati nella Penisola «rallenta l’elaborazione delle domande d’asilo», mettendo in difficoltà le autorità italiane che non sempre «sono in grado di adempiere ai propri obblighi nei confronti dei migranti richiedenti asilo».

    Anche da Londra, nonostante la Brexit e l’annunciata stretta sull’ammissione di stranieri, arrivano accuse all’Italia. Nei giorni scorsi è stato depositato dalla “Camera per l’immigrazione e l’asilo” del Tribunale superiore una sentenza di 102 pagine su fatti risalenti all’aprile 2018 (governo Gentiloni). Nelle motivazioni, però, non mancano riferimenti alla situazione attuale, su cui i giudici britannici si pronunciano senza andare per il sottile. Esaminando tre ricorsi di migranti arrivati illegalmente attraverso la Francia e destinati a rientrare in Italia, i magistrati hanno accolto due istanze depositate dallo studio legale ’Wilson Sollicitors”, fra l’altro istruiti da Giulia Tranchina, avvocato di origine milanese specializzato nel Diritto d’asilo e dei migranti. Il Tribunale ha concluso che S.M. (un cittadino sudanese, con status di rifugiato in Italia) giunto illegalmente nel Regno Unito, «ha vissuto eventi traumatici» e a causa di queste esperienze «soffre di gravi problemi di salute mentale». In Italia, però, non è stato adeguatamente assistito.

    Anche R.K. (un cittadino eritreo) è stato riconosciuto come «persona vulnerabile », alla luce della natura «dei maltrattamenti subiti in Eritrea e altrove e che hanno causato o almeno contribuito a ciò che riteniamo come una seria disabilità mentale e fisica». La corte riconosce come l’Italia sia «sotto pressione» a causa dell’afflusso di migranti, ma ritiene «provato» che l’iter delle domande d’asilo e le possibilità offerte ai migranti di poter manifestare e provare la propria condizione di rifugiati siano lacunose. L’accesso agli Sprar (prima delle ulteriori restrizioni entrate in vigore con il Decreto Sicurezza) era già allora ritenuto come «incerto», con lunghe liste d’attesa e senza garanzie per le persone vulnerabili.

    https://www.avvenire.it/attualita/pagine/litalia-vola-i-diritti-dei-profughi
    #expulsions #renvois_Dublin #asile #migrations #réfugiés #France #UK #Angleterre

    • Italy: Vulnerable Dublin Returnees at Risk of Destitution

      Asylum seekers returned to Italy under the Dublin Regulation face arbitrary access to accommodation, risks of destitution and substandard reception conditions despite Italy’s obligation to provide guarantees of adequate treatment, according to a report published this week.

      The report, prepared by the Danish and Swiss Refugee Councils, contains 13 case studies of Dublin return of asylum seekers with different vulnerabilities, ranging from single-parent families to persons suffering from mental disorders and victims of violence. The European Court of Human Rights clarified in Tarakhel v. Switzerland that Member States should obtain assurances from the Italian authorities that asylum seekers with special needs would be adequately accommodated prior to carrying out a transfer.

      The report illustrates the arbitrariness underlying Dublin returnees’ reception by the authorities, timely access to accommodation and to the asylum procedure, and quality of reception conditions. Many asylum seekers have had to wait for several hours or even days without any support at airports such as Rome Fuimicino and Milan Malpensa before being received by the Italian police. Some Dublin returnees are denied access to the Italian reception system upon arrival altogether or must wait a long time before they are accommodated in second-line reception facilities (SPRAR). Substandard conditions in first reception centres and temporary reception centres (CAS) are widely reported, falling far below standards for persons with special needs.

      Access to the asylum procedure is equally problematic. Asylum seekers returned under the Dublin Regulation have to approach the Immigration Office of the Police (Questura) to obtain an appointment to lodge their claim. However, the delay for such an appointment reaches several months in most cases.

      The risks of destitution and exposure to unacceptable reception conditions upon return from other countries have been been exacerbated by the entry into force of Decree-Law 113/2018, recently confirmed by Law 132/2018, following which only beneficiaries of international protection and unaccompanied children are eligible for reception in SPRAR. Accordingly, the vast majority of asylum seekers will only have access to first reception centres and CAS which offer very limited support.

      The reform has prompted some Member States to re-examine the legality of Dublin procedures vis-à-vis Italy, with some domestic courts suspending individual transfers on account of an increasingly hostile environment on migration. The Dutch Immigration and Naturalisation Service (IND) is revising its policy on Dublin transfers of families with children to Italy in light of the reform. Transfers of families have been suspended pending further investigations into the situation of asylum seekers in the country.

      https://www.ecre.org/italy-vulnerable-dublin-returnees-at-risk-of-destitution