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  • @cdb_77
    CDB_77 @cdb_77 19/07/2020
    @cede @albertocampiphoto @wizo

    #Roma_negata. Percorsi postcoloniali nella città
    Un viaggio attraverso la città per recuperare dall’oblio un passato coloniale disconosciuto.

    https://www.ediesseonline.it/wp-content/uploads/2018/09/1842-6-Roma-negata.jpg

    Libia, Somalia, Eritrea, Etiopia: quali sono le tracce dell’avventura coloniale italiana a Roma? Roma negata è un viaggio attraverso la città per recuperare dall’oblio un passato coloniale disconosciuto e dare voce a chi proviene da quell’Africa che l’Italia ha prima invaso e poi dimenticato. Igiaba Scego racconta i luoghi simbolo di quel passato coloniale; Rino Bianchi li fotografa, assieme agli eredi di quella storia. Il risultato è una costruzione narrativa e visiva di un’Italia decolonizzata, multiculturale, inclusiva, dove ogni cittadino possa essere finalmente se stesso. Negli anni trenta del secolo scorso Asmara, Mogadiscio, Macallè, Tripoli, Adua erano nomi familiari agli italiani. La propaganda per l’impero voluta da Benito Mussolini era stata battente e ossessiva. Dai giochi dell’oca ai quaderni scolastici, per non parlare delle parate, tutto profumava di colonie. Di quella storia ora si sa poco o niente, anche se in Italia è forte la presenza di chi proviene da quelle terre d’Africa colonizzate: ci sono eritrei, libici, somali, etiopi. Il libro riprende la materia dell’oblio coloniale e la tematizza attraverso alcuni luoghi di Roma che portano le tracce di quel passato dimenticato. I monumenti infatti, più di altre cose, ci parlano di questa storia, dove le ombre sono più delle luci. Prende vita così un’analisi emozionale dei luoghi voluti a celebrazione del colonialismo italiano, attraverso un testo narrativo e delle fotografie. In ogni foto insieme al monumento viene ritratta anche una persona appartenente a quell’Africa che fu colonia dell’Italia. Scego e Bianchi costruiscono così un percorso di riappropriazione della storia da parte di chi è stato subalterno. «Volevamo partire dal Corno D’Africa, dall’umiliazione di quel colonialismo crudele e straccione, perché di fatto era in quel passato che si annidava la xenofobia del presente (…) Da Roma negata emerge quel Corno d’Africa che oggi sta morendo nel Mediterraneo, disconosciuto da tutti e soprattutto da chi un tempo l’aveva sfruttato».

    ▻https://www.ediesseonline.it/prodotto/roma-negata

    –---

    Citation tirée du livre «#La_frontiera» de #Alessandro_Leogrande:

    «Dopo aver letto Roma negata, il libro di Igiaba Scego sui monumenti, le targhe, le lapidi e i palazzi della capitale che ricordano il colonialismo, sono andato a vedere l’#oblisco_di_Dogali. (...) Il libro è un viaggio nelle pieghe di Roma alla ricerca delle tracce del passato coloniale.
    (...)
    Il paradosso è che la rimozione del passato coloniale riguarda esattamente quelle aree che a un certo punto hanno cominciato a rovesciare i propri figli verso l’Occidente. Sono le nostre ex colonie uno dei principali ventri aperti dell’Africa contemporanea. I luoghi di partenza di molti viaggi della speranza sono stati un tempo cantati ed esaltati come suolo italiano, sulle cui zolle far sorgere l’alba di un nuovo impero»

    (pp.80-81)

    «In realtà il mausoleo [l’obelisco di Dogali], realizzato già nel giugno 1887 dall’architetto #Francesco_Azzurri, fu inizialmente collocato nella vicina piazza dei Cinquecento, l’enorme capolinea degli autobus che sorge davanti alla stazione Termini e si chiama così in onore dei caduti di #Dogali. Ma poi, nei primi anni del regime fascista, fu spostato qualche centinaio di metri in direzione nord-ovest, verso piazza della Repubblica. Ed è lì che è rimasto»

    (pp.82-82)

    #livre #colonialisme_italien #colonisation #Italie #Rome #traces #paysage #géographie_urbaine #post-colonialisme #toponymie #monuments #mémoire #Igiaba_Scego #passé_colonial #photographie #oubli_colonial #histoire

    ping @cede @albertocampiphoto @wizo

    CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 19/07/2020

      Monumento ai Caduti di Dogali

      https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/16/Dogali-obelisk.jpg/220px-Dogali-obelisk.jpg https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/9/97/Dogali_inaugurazione_monumento.jpeg/220px-Dogali_inaugurazione_monumento.jpeg

      Il Monumento ai Caduti di Dogali è un monumento celebrativo a Roma dedicato ai caduti della battaglia di Dogali, oggi situato in viale Luigi Einaudi, nei pressi delle terme di Diocleziano.

      ▻https://it.wikipedia.org/wiki/Monumento_ai_Caduti_di_Dogali

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 19/07/2020

      Citation tirée du livre «#La_frontiera» de #Alessandro_Leogrande:

      «Si è acceso qualcoa dentro di me quando ho scoperto che alcuni dei campi di concentramento eretti negli ultimi anni da Isaias Afewerki per reprimere gli oppositori sorgono negli stessi luoghi dove erano disposti i vecchi campi di concentramento del colonialismo italiano.
      In particolare nelle isole di #Dahlak, cinquanta chilometri al largo di Massaua, dove le galere italiane sono state prima riutilizzate dagli occupanti etiopici e in seguito dallo stesso regime militare del Fronte.
      Il penitenziario di #Nocra, una delle isole dell’arcipelago, fu attivo dal 1887 (proprio l’anno dell’eccidio di Dogali) al 1941, come ricorda Angelo Del Boca in Italiani, brava gente? Vi furono rinchiusi prigionieri comuni, ascari da punire, detenuti politici, oppositori e, dopo l’inizio della campagna d’Etiopia nel 1935, ufficiali e funzionari dell’impero di Hailé Selassié, perfino preti e monaci. (...) L’idea di fare di Nocra e delle isole limitrofe una gabbia infernale si è tramandata nel tempo, da regime a regime»

      (p.85-86)

      –---

      Sul Campo di concentramento di Nocra

      Il campo di Nocra o carcere di Nocra fu il più grande campo di prigionia italiano nella Colonia eritrea e dal 1936 il più grande dell’Africa Orientale Italiana. Venne aperto nel 1887 e chiuso nel 1941 dagli inglesi. Era situato nell’isola di Nocra, parte dell’Arcipelago di Dahlak, a 55 chilometri al largo di Massaua. Dal 1890 al 1941 fece parte del Commissariato della Dancalia. Arrivò a detenere tra un minimo di 500 prigionieri e un massimo di 1.800[1].

      https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f5/Dahlak_reliefmap.png/310px-Dahlak_reliefmap.png

      ▻https://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramento_di_Nocra

      #camp_de_concentration #Tancredi_Saletta #Oreste_Baratieri

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 12/08/2020

      #Igiaba_Scego: “Scopriamo i simboli della storia coloniale a Roma per riempire un vuoto di memoria”

      Igiaba Scego, scrittrice italo somala autrice di libri come ‘Roma negata’ e ‘La linea del colore’, racconta e spiega i simboli del colonialismo presenti nella capitale. Spesso sconosciuti, ignorati, o lasciati nel degrado, narrano una storia che l’Italia ha rimosso: quella delle guerre coloniali che ebbero luogo anche prima del fascismo, e che oggi rappresentano il ‘vuoto di memoria’ del nostro paese. Un dibattito che si è accesso a Roma dopo la decisione di intitolare la stazione della metro C al partigiano italo-somalo #Giorgio_Marincola e non chiamarla più #Amba_Aradam.

      A Roma da qualche settimana si parla dei simboli e dei nomi del rimosso coloniale italiano, grazie alla proposta di intitolare la stazione della metro C su via dell’Amba Aradam a Giorgio Marincola, partigiano italo-somalo morto durante la Resistenza. Una proposta diventata realtà con il voto del consiglio comunale che ha deciso che Roma non appellerà una stazione della metropolitana ‘Amba Aradam’, l’altipiano montuoso dove l’esercito italiano massacrò 20.000 uomini e donne con bombardamenti a tappeto e l’utilizzo di armi chimiche. Di questo e altro abbiamo parlato con la scrittrice Igiaba Scego.

      Quali sono i simboli coloniali a Roma che andrebbero spiegati e sui quali bisognerebbe accendere l’attenzione?

      Non sono molti ma sono collocati in punti simbolici. A Roma, tra piazza della Repubblica e la stazione Termini c’è la Stele di Dogali, a riprova che il colonialismo non è stato solo fascista ma anche ottocentesco. L’obelisco è egiziano ma ha un basamento ottocentesco dedicato alla battaglia avvenuta nel 1887 a Dogali, in Eritrea, dove una colonna italiana venne intercettata e massacrata. Da lì anche il nome di piazza dei 500 davanti la stazione Termini. Di questa battaglia ne ho parlato in due libri, ‘Roma negata’ e ‘La linea del colore’. E nella piazza dove c’è la Stele, s’incontra il colonialismo con le migrazioni di oggi. Questo monumento, che nessuno conosce, è tra l’altro lasciato nel degrado. C’è poi il ponte Duca d’Aosta nei pressi del Vaticano, o il Cinema Impero a Tor Pignattara, che oggi si chiama Spazio Impero. Oltre al fatto di inserire il termine ‘impero’ nel nome, la struttura è quasi uguale a un cinema che è stato realizzato ad Asmara in Eritrea. Ma la cosa che colpisce di più sono i vuoti. Negli anni ’30, venne portata da Mussolini come bottino di guerra dall’Etiopia la Stele di Axum. Questa fu posizionata a piazza di Porta Capena, dove inizia anche il libro ‘Roma negata’. Dopo la guerra, non è stata restituita subito. Nel 1960, Abebe Bikila (campione olimpionico etiope) ha vinto i Giochi di Roma correndo a piedi nudi. Ho sempre pensato che il motivo della sua vittoria non fu solo la sua capacità fisica e la sua caparbietà, ma anche il dover essere costretto a passare per ben due volte davanti la Stele sottratta al suo popolo. Sono convinta che gli abbia dato lo sprint per vincere. La Stele fu poi restituita all’Etiopia negli anni Duemila, tra mille polemiche. Il problema è che ora in quella piazza non c’è nulla, solo due colonnine che rappresentano le Torri Gemelli e di cui nessuno sa nulla. Sarebbe stato giusto ergere sì un monumento per ricordare l’11 settembre, ma soprattutto uno per ricordare le vittime del colonialismo italiano e chi ha resistito ai colonizzatori. Un monumento riparatore per avvicinare i popoli vista la storia scomoda. Quella piazza rappresenta il vuoto di memoria, è come se qualcuno avesse fotografato il rimosso coloniale".

      Quali potrebbero essere i passi da compiere per far emergere il rimosso coloniale?

      Inserirlo nei programmi scolastici e nei libri di testo. Negli ultimi anni è emersa una certa sensibilità e tanti libri sono entrati a scuola grazie agli insegnanti. Sarebbe bello però avere anche nei programmi non solo la storia del colonialismo, ma anche il punto di vista del sud globale. Mi piacerebbe che la storia italiana fosse studiata globalmente, e far emergere le connessioni dell’Italia con l’Europa, l’Africa, l’America Latina e l’Asia. Non penso solo al colonialismo, ma anche alla storia delle migrazioni italiane. Alle superiori andrebbe studiata soprattutto la storia del ‘900. L’altro giorno è scoppiata quella bomba terribile a Beirut: quanti studenti e studentesse sanno della guerra civile in Libano? Sempre nella direzione di far emergere il rimosso coloniale, sarà istituito un museo che si chiamerà ‘Museo italo – africano Ilaria Alpi’. Ma la cosa che servirebbe tantissimo è un film o una serie tv. Presto sarà tratto un film da ‘The Shadow King’, libro di Maaza Mengiste, una scrittrice etiope – americana, che parla delle donne etiopi che resistono all’invasione fascista degli anni ’30. Un libro bellissimo e importante, come è importante che la storia del colonialismo italiano sia raccontata da un prodotto culturale potenzialmente globale. Ma perché un film sul colonialismo italiano lo deve fare Hollywood e non Cinecittà? Perché c’è ancora questa cappa? Non penso a un film nostalgico, ma a una storia che racconti la verità, la violenza. Serve sia lo studio alto sia il livello popolare. Altrimenti il rischio è che diventi solo un argomento per studiosi. È bello che escano libri all’estero, ma dobbiamo fare un lavoro anche qui.

      Quali sono le figure, magari anche femminili, che dovrebbero essere valorizzate e raccontate?

      Metterei in scena la collettività. Un’idea è fare un murales. Nel Medioevo le cattedrali erano piene di affreschi, e attraverso le immagini è stata insegnata la storia della chiesa. Userei la stessa tecnica, mostrando le immagini della resistenza anche delle donne etiope e somali. Servirebbe poi creare qualcosa che racconti anche le violenze subite nel quotidiano, perché non ci sono solo le bombe e i gas, ma anche i rapporti di potere. Mio padre ha vissuto il colonialismo e mi raccontava che prima dell’apartheid in Sudafrica c’era l’apartheid nelle città colonizzate, dove c’erano posti che non potevano essere frequentati dagli autoctoni. Racconterei queste storie sui muri delle nostre città e nelle periferie. È importante ricordare ciò che è stato fatto anche lì.

      ▻https://www.fanpage.it/roma/igiaba-scego-scopriamo-i-simboli-della-storia-coloniale-a-roma-per-riempire-
      #histoire_coloniale #mémoire #symboles

      –---

      –-> sur la nouvelle toponymie de la station de métro:
      ►https://seenthis.net/messages/871345

      CDB_77 @cdb_77
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  • @cdb_77
    CDB_77 @cdb_77 23/08/2017
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    Roma. Le notti in strada dei profughi (in regola) sgomberati. «Dove andremo?» (VIDEO)

    L’operazione di sgombero compiuta senza predisporre ricoveri alternativi. Molti bambini e diversi anziani invalidi. Sono tutte persone accolte in Italia come rifugiati e con i documenti

    https://www.avvenire.it/c//2017/PublishingImages/060a456e7a2c4bd3b1e84a4e38fd305d/s1.jpg?width=620#.jpg

    ▻https://www.avvenire.it/attualita/pagine/roma-le-notti-in-strada-dei-profughi-le-ong-a-comune-e-governo-serve-soluzi
    #logement #hébergement #asile #migrations #réfugiés #SDF #sans-abri #Rome #vidéo #clochardisation #expulsion

    Lien vers la vidéo:
    ▻https://www.youtube.com/watch?v=3_uudBfC8Zo

    CDB_77 @cdb_77
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      CDB_77 @cdb_77 25/08/2017

      Sgombero Roma. La donna ferita: «Violenza gratuita su persone indifese»

      Dall’ospedale parla Gemma Vecchio. “Ho visto il getto d’acqua, poi più niente. Non so perché abbiano azionato l’idrante, in piazza erano rimaste solo le donne”. Ha il naso rotto e diversi dolori. “Quello che è successo ieri, non deve succedere mai più”

      http://cds.redattoresociale.it/File/Foto/592992#.jpg

      ▻http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/544258/Sgombero-Roma-La-donna-ferita-Violenza-gratuita-su-persone-indifese
      #violence #violences_policières

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 28/08/2017

      Italian PM holds talks on migration after mass protest over Rome eviction

      Prime minister to meet European and African leaders as clashes expose growing hostility towards new arrivals in Italy

      https://i.guim.co.uk/img/media/498978c70adbc2eafc32ce5bc99ee00e10ff7ea5/0_203_3072_1844/master/3072.jpg?w=620&q=20&auto=format&usm=12&fit=max&dpr=2&s=58ba54f5ed6d8087e5190e6aee463cb0#.jpg

      ▻https://www.theguardian.com/world/2017/aug/28/italian-pm-holds-talks-on-migration-after-mass-protest-over-rome-evicti

      #évacuation

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 31/08/2017

      Violent evictions of refugees in Rome reveal inhumanity of modern democracy

      “If they throw something, break their arm,” a police officer was overhead on video saying to anti-riot police on August 24 who were running after refugees and migrants near Rome’s central train station. The migrants were gathering there after police violently removed a group who had been occupying the city’s Piazza Indipendenza. Five days earlier, when around 800 Eritrean and Ethiopian migrants and refugees were forcibly evicted from a nearby squat on via Curtatone, some emptied out into the piazza with all their belongings and occupied it.

      https://cdn.theconversation.com/files/183749/width926/file-20170829-10421-1gvyupu.jpg

      ▻https://theconversation.com/violent-evictions-of-refugees-in-rome-reveal-inhumanity-of-modern-d

      Avec cette vidéo:
      ▻https://www.youtube.com/watch?v=8TJB0V2na50

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 1/09/2017

      Migranti. Roma specchio di un’Italia che si scopre sempre più insofferente. E intollerante

      “Non creiamo opposte fazioni”, dice il responsabile della Croce Rossa del centro di accoglienza al Tiburtino III a Roma dopo la rissa tra un immigrato eritreo e una donna del quartiere che rischia di sfociare in un accoltellamento. E la Capitale d’Italia diventa specchio di un paese che si scopre sempre più insofferente verso chiunque abbia un colore di pelle diverso dal bianco.

      ▻https://www.articolo21.org/2017/08/migranti-roma-specchio-di-unitalia-che-si-scopre-sempre-piu-insofferente

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 1/09/2017

      Storie di sgomberi e colonialismo in #piazza_Indipendenza a Roma

      Quindi, nonostante le brutture del colonialismo, l’Italia e il Corno d’Africa rimasero in qualche modo in una relazione ambigua. Perché anche se il colonialismo era finito, non era terminato il modo coloniale di relazionarsi. Gli italiani in quei paesi (ci andavano per lavoro) facevano sempre i padroni, insidiavano sempre le donne – “le #belle_abbissine”, “le #faccette_nere” – e andavano a caccia, fingendosi un po’ dei vecchi coloni. Dall’altro lato somali ed eritrei (e in misura molto minore gli etiopici) sognavano quell’Italia di cui conoscevano a memoria tutte le canzoni.

      https://media.internazionale.it/images/2017/08/29/139071-md.jpg

      ►https://www.internazionale.it/opinione/igiaba-scego/2017/08/31/piazza-indipendenza-sgombero-colonialismo

      #histoire #colonialisme #Corne_d'Afrique #colonisation #Italie #Ethiopie #Erythrée #Somalie #Ahmed_Ali_Giama #Giacomo_Valent #racisme #xénophobie

      Dans cet article on parle du livre
      Il latte è buono

      http://www.cosmoiannone.it/wp-content/uploads/2016/11/il-latte-e-buono-ianonne-editore.jpg

      ▻http://www.cosmoiannone.it/prodotto/il-latte-e-buono

      On parle aussi de #mémoire et de #toponymie :

      #Piazza_dei_Cinquecento, la piazza della stazione, è dedicata ai caduti italiani della battaglia di #Dogali, una delle più grandi sconfitte militari che l’Italia abbia subìto in Africa insieme alla battaglia di Adua. Una sconfitta militare che costò caro all’Italia in termini di caduti e di consenso nel paese. Su Dogali gli italiani si divisero e molti si chiesero come mai proprio loro che si erano liberati da poco dal giogo coloniale austriaco ora volevano far subire la stessa sorte a degli africani che nemmeno conoscevano e con cui non c’era nessuna inimicizia.

      http://i.imgur.com/rRluEJg.png

      #stele_di_Dogali #toponymie_politique

      A mettre en lien avec le #film passé sur arte :
      #Colonies_fascistes :
      ►https://www.arte.tv/fr/videos/057865-000-A/colonies-fascistes
      ▻http://seen.li/dewu

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 1/09/2017

      Le speculazioni immobiliari di #Idea-Fimit dietro allo sgombero e alle violenze di piazza Indipendenza

      Una delle più importanti Sgr (società di gestione del risparmio) immobiliari italiane che vuole cacciare centinaia di richiedenti asilo da uno stabile di sua proprietà nel centro di Roma; una Sgr (la stessa) che vuole accogliere quanti più migranti possibile in un complesso di sua proprietà fuori Roma; una società di gestione immobiliare che affitta un palazzo occupato da anni.

      ▻https://it.businessinsider.com/le-speculazioni-immobiliari-di-idea-fimit-dietro-allo-sgombero-e
      #spéculation #spéculation_immobilière

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 3/09/2017

      Che fine hanno fatto i rifugiati di piazza Indipendenza?

      Si appoggia a una stampella per camminare, zoppica ma non ha perso la sua determinazione. Quando Gemma Vecchio – sessant’anni, occhi verdi e foulard colorato intorno alla testa – arriva davanti a palazzo Valentini, sede della prefettura di Roma, un gruppo di ragazzi eritrei le corre incontro. “Come stai Mamma Africa?”, “Grazie Mamma Africa”, le dicono.

      https://media.internazionale.it/images/2017/08/29/139083-md.jpg

      ▻https://www.internazionale.it/bloc-notes/annalisa-camilli/2017/08/30/rifugiati-piazza-indipendenza-presidio

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 4/09/2017

      Asyl und obdachlos in Rom

      Italien bietet Geflüchteten nicht automatisch Wohnraum. Die Räumung eines Gebäudes entzweit die Gesellschaft und politische Institutionen.

      https://www.taz.de/picture/2235820/624/18981777.jpeg

      ▻https://www.taz.de/!5441085

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 6/09/2017

      In Rome, Violent Eviction of Migrants ‘Touched a Nerve’

      ROME — The gardens by #Piazza_Venezia in the middle of Rome are normally used as a rest stop by tired tourists. In recent weeks, they have instead become home to weary asylum seekers, evicted from a building in Rome that they had illegally occupied for years.

      https://static01.nyt.com/images/2017/09/05/world/05migrants/05migrants4-master768.jpg

      ▻https://www.nytimes.com/2017/09/04/world/europe/italy-rome-migrants-eviction.html?module=WatchingPortal&region=c-column-middle-span-region&pgType=Homepage&action=click&mediaId=thumb_square&state=standard&contentPlacement=4&version=internal&contentCollection=www.nytimes.com&contentId=https://www.nytimes.com/2017/09/04/world/europe/italy-rome-migrants-eviction.html&eventName=Watching-article-click

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 7/09/2017

      Roma: unica capitale in Europa senza piano accoglienza

      Roma continua ad essere l’unica capitale europea a non avere un piano di accoglienza ufficiale per i migranti. Dalla spianata dove Baobab Experience da una parte subisce continui sgomberi e dall’altra fa da punto di riferimento alla Sala operativa del Comune, fino al centro di Intersos per i minori soli; dal centro della Croce Rossa la cui convenzione col Comune scade ogni sei mesi, fino alla scoperta delle centinaia di persone che vivevano abbandonate in via Vannina; e dai falsi allarmi ai numeri reali degli arrivi, fino ai tentativi abortiti di allestire un hub ufficiale, alle risposte di Ferrovie dello Stato e al silenzio del Comune - Eleonora Camilli ha mappato per noi la situazione di Roma Capitale.

      http://openmigration.org/wp-content/uploads/2017/08/PST8018-1024x683.jpg http://openmigration.org/wp-content/uploads/2017/08/PST8077-1024x683.jpg

      ►http://openmigration.org/analisi/roma-unica-capitale-in-europa-senza-piano-accoglienza

      Ce texte a été traduit en anglais, ici:
      Where is my home? A journey through refugees housing occupations in Rome
      ▻http://openmigration.org/en/analyses/where-is-my-home-a-journey-through-refugees-housing-occupations-in-ro

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 30/09/2017

      Aurora Massa : HOMEMAKING OF ERITREANS AND ETHIOPIANS AFTER EVICTION IN ROME

      SPATIAL COMPRESSION AND SPATIAL DISPERSION : THE HOMEMAKING OF ERITREANS AND ETHIOPIANS AFTER THE AUGUST EVICTION IN ROME

      https://erchoming.files.wordpress.com/2017/09/am02.jpg

      ▻http://homing.soc.unitn.it/2017/09/29/aurora-massa-homemaking-of-eritreans-and-ethiopians-after-eviction-

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 13/11/2017

      No home for refugees in Rome

      The doors of the hulking building on the corner of Via Curtatone and Piazza Indipendenza are now shut; the handles lashed together with heavy chains and secured by padlocks. At the front entrance, a brief walk from Rome’s main train station, three plain-clothed security officers stand guard at metal barricades and follow the movement of passersby from behind dark sunglasses. Without speaking a word, their message is clear: This building is off limits.

      https://assets.irinnews.org/s3fs-public/styles/responsive_large/public/piazza_indipendenza_1.jpg?wHC9pY0sors6evbvjpTjCbm34LEl5uzx&itok=nNhgVK1H#.jpg

      ▻https://www.irinnews.org/special-report/2017/11/10/no-home-refugees-rome

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 19/12/2017

      There is no home – tales from the refugees who used to live on #Via_Curtatone

      The evacuated building on Via Curtatone in Rome is now protected by a barbed wire fence. The homeless refugees are scattered throughout the city, having left behind many of their possessions. Eleonora Camilli has been with them since day one, through multiple evictions and sit-ins, and has gathered oral testimonies from Mediha, Aster, and Biniam.

      ▻http://openmigration.org/en/analyses/there-is-no-home-tales-from-the-refugees-who-used-to-live-on-via-curtatone/?platform=hootsuite
      #évacuation

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 27/03/2018

      Sgombero #Curtatone, scade l’ospitalità nei centri. «Persone di nuovo in strada»

      Finiscono i sei mesi di accoglienza temporanea nei centri del Comune di Roma per gli sgomberati di #via_Curtatone. “Non sappiamo dove andare” spiegano i rifugiati. Le associazioni: “Scandaloso, in quei giorni si parlò di un percorso di accoglienza, ora si svela che non c’era niente”

      ▻http://www.agenzia.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/571053/Sgombero-Curtatone-scade-l-ospitalita-nei-centri-Persone-di

      CDB_77 @cdb_77
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