#géothermie

  • Alla ricerca di litio nei pozzi della #valle_di_Baccano

    I vecchi siti geotermici individuati da #Enel nel #Lazio potrebbero contenere importanti quantità del materiale critico fondamentale per la transizione. Due aziende australiane hanno già ottenuto i permessi di ricerca nonostante lo status di area protetta della zona. Promettendo un’estrazione a zero emissioni e impatti. Ma i dubbi sulla sostenibilità ambientale ed economica del progetto rimangono

    “Ecco, qui siamo al centro della valle. L’acqua non è presente, ma se facciamo una buca a neanche due metri troviamo la prima falda”, racconta Alessandro Mecali, geologo consulente del Parco di Bracciano-Martignano nel Lazio, facendo strada a piedi tra la vegetazione della valle di Baccano, chiusa a cerchio dalle colline.

    Siamo nel punto più basso di una conca che nasconde una potenziale miniera, un vecchio cratere vulcanico che fino al XIX secolo ospitava un lago, prosciugato dalla famiglia Chigi nel 1838. L’area è compresa nel Comune di Campagnano, 20 chilometri a Nord dal Grande Raccordo Anulare. L’intera valle è soggetta a vincolo paesaggistico ed è compresa tra due parchi regionali protetti: il Parco di Veio e quello di Bracciano-Martignano, appunto.

    Avanziamo tra le sterpaglie alla ricerca di qualche vecchio pozzo geotermico. Dopo un’ora di cammino, riusciamo a individuare quello che il ministero dell’Ambiente e sicurezza energetica denomina “Pozzo Cesano 8″. Mecali è raggiante: “Non avevo mai visto questi pozzi perché, quando sono stati realizzati, ero piccolissimo”. Un quadrato in cemento, quattro metri per quattro, immerso tra canne e arbusti secchi. Un pozzo anonimo, ma che potrebbe nascondere un tesoro.

    Negli anni Settanta del Novecento, l’Enel qui era impegnata con ricerche sull’energia geotermica. Gli studi rivelarono una forte concentrazione di litio in serbatoi d’acqua ad alte temperature sepolti nelle viscere della valle. Il progetto fu abbandonato, il litio geotermico ritenuto non troppo degno di nota e i vecchi pozzi furono cementati in attesa del domani. Quel domani è arrivato.

    Oggi il litio è chiamato “oro bianco”. È elencato tra le 34 materie critiche fondamentali alla transizione ed è uno dei materiali più ricercati al mondo poiché serve, tra altre cose, a immagazzinare energia nelle batterie delle auto elettriche. Basti pensare che nel 2022 è stato venduto per oltre 80mila dollari alla tonnellata.

    Proprio nel 2022 uno studio dell’Istituto di geoscienze e georisorse di Pisa (Igg) ha elencato le aree più promettenti per il litio geotermico in Italia. “Questo argomento è diventato molto attuale -spiega Andrea Dini, primo ricercatore dell’Igg-. Il nostro è un inventario. Non di miniere, perché quelle vengono aperte quando si sa che c’è un giacimento, ma delle zone più promettenti per il litio”.

    Il luogo che stiamo visitando, la caldera di Baccano, è appunto tra queste. “Siamo usciti con questo studio che ha smosso un po’ le acque. Ma l’argomento era già nell’aria”, commenta Dini. Tanto che questa valle ha attirato attenzione su di sé persino da oltreoceano.

    Due gruppi estrattivi australiani, la Vulcan Energy e l’Altamin, hanno ottenuto tra il 2021 e il 2022 permessi di ricerca di litio geotermico nella valle di Baccano. In particolare, la Vulcan ha già siglato contratti di fornitura con gruppi automobilistici e avviato una collaborazione con Enel green power, che detiene i dati delle vecchie ricerche ed è leader globale nella geotermia. Le società richiedenti stanno valutando i dati d’archivio senza esplorazioni geofisiche.

    Nel Lazio sono state approvate licenze di ricerca anche in altre località. “Nella richiesta presentata all’Ente parco, c’era una planimetria con una vasta area che andava da Sutri, Monterosi, Nepi, Campagnano, Formello e arrivava fino a Cesano”, racconta Marsilio Gregori, geometra del Parco di Veio. Lo incontriamo nella sede di Sacrofano, uno dei luoghi per i quali è stato chiesto un permesso di ricerca.

    Permessi che a volte suscitano dubbi. Nella valle di Baccano, in particolare, la Regione Lazio ha concesso due licenze contigue, stabilendo che non comportano interferenze con l’ambiente. Eppure, sono in molti a non fidarsi. “Non siamo per niente contenti di questa storia”. “Siamo contrari. Dovranno pur fare un sondaggio tra la popolazione”. “Da quanto ho capito, se vogliono espropriano”. “Io abito qui dietro. Non possiamo nemmeno collegarci alla rete del gas, perché siamo in area vincolata, e quelli pensano alla miniera di litio”. Sono gli umori raccolti tra i residenti della valle mentre, seduti al bar “Il Baccanale”, prendiamo un caffè prima di incamminarci. Ma il timore è fondato?

    Il sindaco di Campagnano, Alessio Nisi, dice che “per come viene descritto il modello di estrazione del litio in Italia e Germania, si tratta di una tecnica sostenibile che non impatta sull’ambiente”. Il progetto Zero carbon lithium si basa su una metodologia sperimentale, la Direct lithium extraction, e cioè la produzione di litio da acque geotermiche. Rispetto ai metodi tradizionali, ha un basso impatto ambientale e non produce emissioni. Quando si parla di estrazione di litio, viene in mente l’estensione delle cave australiane o le distese desertiche cilene. Un impatto inaccettabile in una zona come questa, con ampie aree protette.

    Per Dini, il ricercatore dell’Igg, non è così: “È un metodo molto meno impattante rispetto a quanto si vede nel deserto di Atacama, in Cile. Lì, l’impatto è enorme. Basta andare su Google Earth e ci si rende conto”. Qui si tratterebbe invece di individuare il giacimento in profondità e portare l’acqua ricca di litio in superficie con pozzi profondi a circuito chiuso. “L’acqua calda si fa passare attraverso un impianto industriale dove si estrae il litio in maniera selettiva. Rimane un fluido esausto che non viene rilasciato nell’ambiente, ma reimmesso in profondità nel giacimento per ricaricare il sistema”, conclude Dini.

    Il geologo Alessandro Mecali aggiunge una considerazione: “Quando si fa sperimentazione è fondamentale il monitoraggio continuo e verificare se ci sono abbassamenti del terreno. Altro discorso è l’impianto. Devono essere adottate tecniche innovative anche lì, visto che siamo dentro a un parco”. In teoria, la ricerca scientifica sembra escludere effetti negativi nell’uso di questa tecnica. Ma resta ancora tutto da vedere.

    “A oggi, si parla solo di ricerca, non di nuovi fori -riprende il geometra del Parco di Veio durante la nostra visita a Sacrofano-, c’è un vincolo di interesse paesistico nella valle di Baccano, ma con parere speciale delle autorità è aggirabile. In più, siamo tra due parchi. Secondo l’articolo 8, legge regionale 29/97, nelle aree protette è vietata l’estrazione”. Cerchiamo di capire che cosa potrebbe succedere se si dovesse passare a una fase estrattiva in zone protette. Per ragioni di pubblica utilità, la giunta regionale può autorizzare deroghe alle misure di salvaguardia, prescrivendo le modalità per tutelare i luoghi. La giunta potrebbe, cioè, approvare, a condizione che vengano rispettati limitazioni e controlli a spese del proponente. Ma il decreto legge sulle materie prime critiche del 25 giugno 2024, che adegua la normativa nazionale alle disposizioni europee, supera queste considerazioni: dalla data in cui la Commissione europea li riconosce come strategici, i progetti assumono la qualità di pubblico interesse nazionale e gli interventi necessari alla realizzazione sono “indifferibili e urgenti”.

    Il sindaco di Campagnano propone di individuare soluzioni a lungo termine, in un quadro di partenariato pubblico-privato, così da coinvolgere i Comuni interessati. “Che impatti positivi si vogliono immaginare per Campagnano? Se un’area ha una data risorsa, facciamo in modo di utilizzarla coinvolgendo il territorio in un percorso virtuoso”. Già perché la domanda latente sulla bocca di tutti è sempre la stessa: chi beneficerà di questa risorsa? Sarà equo il corrispettivo previsto a favore delle comunità locali? O forse le società minerarie dovranno ricorrere a incentivi pubblici per far fronte alla concorrenza globale? Ma, soprattutto, quanto litio si può estrarre da qui? Su questo risponde Alessandro Mecali di ritorno dall’escursione: “Dipende dalle dimensioni del serbatoio. Ci sono stratigrafie, i dati dell’Enel, si può calcolare”. Quindi occorre considerare costi-benefici e la durata operativa dell’impianto. “È quanto stanno valutando queste società”, conclude.

    Restano ancora molti nodi da sciogliere prima di vedere se l’oro della valle luccicherà davvero. Non ultima la questione del prezzo. Il formidabile crollo dei prezzi nel 2023 (circa -80%), e il protrarsi del ribasso nel 2024, è forse indicativo di una tendenza? L’offerta del minerale è stata così alta da aver superato la domanda. Si parlerà ancora di oro bianco?

    https://altreconomia.it/alla-ricerca-di-litio-nei-pozzi-della-valle-di-baccano
    #lithium #matières_premières #extractivisme #Italie #Baccano #Critical_raw_material_act (#Crma) #terres_rares #Latium #transition_énergétique #Parco_di_Veio #Parco_di_Bracciano-Martignano #Pozzo_Cesano_8 #caldera_di_Baccano #Vulcan_Energy #Altamin #Enel_green_power #licences #Alessio_Nisi #Campagnano #Direct_lithium_extraction #Zero_carbon_lithium #environnement #géothermie

  • Interdiction des chaudières à gaz - L’UFC-Que Choisir dénonce un projet lacunaire, au bilan environnemental incertain, et potentiellement très coûteux pour les consommateurs - Action UFC-Que Choisir - UFC-Que Choisir
    https://www.quechoisir.org/action-ufc-que-choisir-interdiction-des-chaudieres-a-gaz-l-ufc-que-chois

    L’UFC-Que Choisir ne peut que déplorer un simulacre de concertation. D’une part car au mépris des réponses qui seront apportées, la Première ministre s’est déjà prononcée pour une fin de la commercialisation de nouvelles chaudières à gaz dès 2026 (3). D’autre part, cette concertation appelle les parties prenantes à se positionner sur un calendrier de fin de commercialisation sans fournir aucune évaluation complète de l’impact environnemental d’une telle mesure. En effet, RTE ne publiera qu’en septembre, soit après la fin de la concertation, une étude visant à « évaluer correctement les nouveaux besoins d’électricité » notamment au regard des objectifs de décarbonation du bâtiment (4).

    • [Un point de vue d’ingénieur] Energie : « L’interdiction des chaudières à gaz peut avoir un impact positif »
      https://www.lemonde.fr/idees/article/2023/07/27/energie-l-interdiction-des-chaudieres-a-gaz-peut-avoir-un-impact-positif_618

      Plusieurs pays, régions et villes européennes ont déjà pris ce virage et annoncé des mesures d’interdiction des chaudières au gaz et au fioul, y compris en des lieux où les ventes de chaudières à gaz restent plus dynamiques que chez nous. Selon nos calculs, 6,5 chaudières à gaz ont été vendues pour mille habitants en 2022 en France, contre 8,4 en Allemagne et 25,7 aux Pays-Bas. Or, ces deux pays sont parmi ceux qui viennent d’interdire la vente de nouvelles chaudières à gaz individuelles à un horizon rapproché.

      Bien plus que les convecteurs, ce sont les pompes à chaleur électriques qui sont les solutions de chauffage les plus efficaces d’un point de vue énergétique, et les plus économiques à l’usage. Elles remplaceront les chaudières à gaz dans les maisons individuelles. Le mouvement est d’ailleurs largement amorcé. Les ventes connaissent une croissance spectaculaire, notamment celles des pompes à chaleur air-eau, qui peuvent se substituer simplement aux chaudières à gaz et se greffer sur les circuits d’eau et radiateurs préexistants.

      En France, leurs ventes ont presque doublé depuis 2020, pour atteindre 350 000 unités vendues en 2022.
      [...]

      Dernier reproche souvent adressé aux pompes à chaleur : leur prix. Plus élevé que celui des chaudières à gaz, il peut en effet constituer un frein à l’adoption. Mais les chiffres récemment cités dans des médias français, qui évoquent des montants pouvant atteindre 20 000 euros, ne sont pas du tout représentatifs.
      En France, le prix moyen pour un équipement de 8 kilowatts, une puissance classique pour une rénovation, était en 2021 de 8 900 euros, plus 1 800 euros de pose. En outre, les aides publiques sont généreuses, pouvant aller jusqu’à 9 000 euros pour les ménages les plus modestes, et les économies d’énergie permettent un retour sur investissement rapide.
      https://justpaste.it/8vscs

      #chauffage #chaudières_à_gaz #énergie #pompes_à_chaleur

    • Dans les immeubles collectifs, mettre une pompe à chaleur est galère. Certains y passent, parce qu’ils veulent la climatisation, et décident donc de prendre de la place sur leur balcon. Ils en profitent parfois pour en choisir une réversible, avec pompe à chaleur intégrée. Mais ça ne chauffe en général qu’une partie de l’appartement, la balcon étant rarement à proximité du point de raccordement de la circulation d’eau.

      In fine, tout cela va créer un abandon des canalisations de gaz. Et quand on sait ce que ça coûte de les entretenir, on se dit que tout abandonner maintenant signifie abandonner pour toujours. On te parle de mix énergétique, de résilience, de choix. Et on se coupe le bras en provoquant la destruction des infrastructures d’une des énergies les plus efficaces (relativement à la problématique du CO2 par rapport aux autres énergies fossiles). Parce qu’on te dit que les prochains EPR seront près dès demain et que le nucléaire va tous nous sauver. Y-a-t-il des gens qui ont remarqué que le Niger allait peut-être cesser de nous alimenter en Uranium à plus ou moins courte échéance ?

      Bref, comme Cortés, on brûle nos vaisseaux, pour limiter les alternatives.

    • Je veux dire : oui, arrêter toutes les énergies fossiles, ce serait cool.

      Mais là, ce n’est pas l’objectif ou alors, ils se disent que les lobbies y sont moins présents, et que ça va pouvoir passer. Les avions volent toujours, en toujours plus grand nombre, mais de toute évidence, les lobbys patronaux y sont puissants. Les bateaux flottent toujours, en toujours plus grand nombre. Les camions aussi, et on est encore fort loin de les alimenter en hydrogène, tellement le coût de l’hydrogène est élevé. Les trains, on continue de les démanteler et d’en limiter l’accès, alors même qu’on pourrait les faire rouler à l’hydrogène... mais on préfère mettre des caténaires pour les camions...

      Et donc les chaudières à gaz, qui sont plutôt efficientes, on va te me les interdire, et emmerder des gens qui n’ont rien demandé, et qui vont se retrouver à devoir pleurer auprès de leur proprio pour avoir qq chose qui fonctionne dans des lieux où il n’a jamais été anticipé qu’on devrait mettre un bloc de pompe à chaleur par appartement.

    • La pompe à chaleur est-elle adaptée aux immeubles collectifs ?
      https://www.climamaison.com/tendance/la-pompe-a-chaleur-pour-un-immeuble-collectif.htm

      L’installation de PAC est contrainte par un certain nombre d’éléments comme :

      – L’espace disponible pour la pose, notamment avec un local technique (ancienne chaufferie, ou en terrasse) et la place nécessaire en extérieur pour le ou les modules externes
      – L’isolation thermique du bâtiment : il est obligatoire, pour faire installer ce type de chauffage que le DPE ne classe pas la copropriété en E, F ou G. Des travaux de rénovation énergétique devront être envisagés au préalable pour forcer l’isolation thermique et la sobriété énergétique naturelle du bâtiment.
      – Que les lots soient équipés ou qu’il faille les équiper de radiateurs basse température, émetteurs uniquement compatibles avec les PAC standards sauf à passer avec des pompes à chaleur dites hautes températures.
      – La PAC peut aussi entraîner des nuisances sonores : il est important de connaître les règles d’urbanisme en la matière et de parer aux émissions de bruit en direct avec des protections et murs anti-bruit.
      – En cas de pose de split en extérieur appartement par appartement, solution multi-PAC air-air, ce qui modifie l’aspect de la façade du bâtiment, il est nécessaire d’obtenir au préalable une déclaration de travaux auprès de la mairie, sans quoi les travaux d’installation ne peuvent pas être déclenchés.

      Enfin, pour installer une PAC dans un immeuble collectif, il est obligatoire d’obtenir l’accord de la copropriété. Pour ce faire, il est donc nécessaire de mettre le point à l’ordre du jour d’une assemblée générale. La majorité de l’article 25 devra alors être respectée. C’est donc la majorité absolue des copropriétaires présents, absents et représentés qui sera alors indispensable.

    • Nombre de logements individuels et collectifs en France au 1er janvier 2022
      https://fr.statista.com/statistiques/486287/logements-individuels-collectifs-france

      Cette statistique présente le nombre de logements individuels et collectifs en France au 1er janvier 2022, en milliers. À cette date, sur un total d’environ 36,6 millions de logements en France métropolitaine, plus de 20 millions étaient des logements individuels.

      #géothermie ici, non pas des centrales (et leurs nuisances) mais du décentralisé. la proportion de logements individuels raccordés au gaz est trés probablement bien plus faible que dans les logements collectifs, où cela tend déjà à disparaître
      perso, j’ai bataillé pour que le probloc foute pas tout (eau chaude, cuisson) en électrique dans l’appart où je vis, sauf la chaudière à gaz qu’il a choisi d’installer pour le chauffage de l’immeuble, sans même isoler - malgré les subs ! - le toit sous lequel je vis (un four l’été)

      edit un biais, il y a des pays avec de très fortes ressources en électricité hydraulique (au Québec, par exemple, ce qui n’est pas sans poser d’autres problèmes), on peut (pourrait) imaginer de coincer au max les avions, les camions, les bagneules, et de ne pas s’appuyer sur des grosses installations centralisées (avec la déperdition électrique que celui induit) sans faire des EPR pour chaque bassin de population ! pour réduire drastiquement la conso d’énergie fossile productrice de gaz à effet de serre. et peut-être même le doit on (ce dont se fout ce gvt comme les autres)

  • Source d’énergie locale et peu chère : la géothermie séduit les communes mais suscite des craintes - Basta !
    https://basta.media/Source-d-energie-locale-et-peu-chere-la-geothermie-seduit-les-communes-mais

    « Nous avons deux grands vastes développements en termes d’énergies renouvelables en Ile-de-France : du photovoltaïque sur les toits des bâtiments publics, et des réseaux de chaleur à base de géothermie profonde », explique-t-elle. La géothermie est une technique pour produire du chauffage, voire de l’électricité, à partir de la chaleur contenue dans les sous-sols.

    La géothermie peut être de surface, quand la chaleur est puisée à moins de quelque centaines de mètres de profondeur ; ou profonde, quand on fore à plusieurs kilomètres. Plus on va loin dans le sol, plus la chaleur est élevée. En Ile-de-France, les réseaux de géothermie vont chercher de l’eau chaude contenue dans les sous-sols à environ 2000 mètres de profondeur. À cette distance, la chaleur puisée est suffisante pour chauffer logements et bâtiments collectifs, pas pour produire de l’électricité.

  • Le Salvador va miner des bitcoins grâce à l’énergie des volcans
    https://www.numerama.com/tech/719095-le-salvador-va-miner-des-bitcoins-grace-a-lenergie-des-volcans.html

    Utiliser l’énergie des volcans peut sembler fou mais c’est en réalité une option tout à fait sérieuse. La #géothermie couvre plusieurs techniques éprouvées pour exploiter la chaleur de la terre afin de produire de l’électricité. En général, cela repose sur un circuit d’eau qui va être chauffé par les hautes températures de la roche. Cette eau chauffée va produire de la vapeur, qui va elle-même alimenter des turbines, créant ainsi de l’électricité. En Guadeloupe, 4 % de l’électricité est déjà produite grâce au volcan La Soufrière et les autorités locales souhaitent faire passer cette portion à 25 %.

    Le site de production d’énergie ne se trouve bien sûr pas perché sur le cratère du volcan car la roche chauffe bien avant. Il existe toutefois plusieurs configurations possible. Certains forages dans le monde visent à obtenir de l’eau dite dans un « état supercritique ». Comme l’explique Futura-Sciences, il s’agit du stade où la température et la pression dépassent celles du point critique (Tc=376 °C et Pc=221 bar). Cette eau est plus complexe à exploiter cependant elle a l’intérêt de véhiculer davantage d’énergie.
    Si le Salvador tient une piste intéressante pour régler le problème énergétique posé par le minage du #bitcoin, bien des défis restent à relever pour concrétiser les projets du pays en matière de bitcoin. Préoccupée par la consommation d’électricité du bitcoin, la spéculation qu’il peut susciter et le fait qu’il soit parfois utilisé pour des trafics, la #Chine a par exemple décidé de resserrer considérablement la vis sur les activités de minage sur son sol. Le fait que le #Salvador ait décidé de donner cours légal au bitcoin — ce qui signifie qu’il ne peut être refusé par un créancier — répond toutefois à plusieurs problématiques du pays. « Plus de 70 % de la population du Salvador n’a pas de compte bancaire. Ils ne sont pas dans le système financier », faisait par exemple valoir Jack Mallers, le PDG de Strike, qui devrait se charger d’aider le Salvador à opérer cette bascule.Par ailleurs, beaucoup de transferts d’argents sont opérés depuis l’étranger vers le Salvador (d’après la BBC, cela représente près de 20 % du PIB du pays). Selon le président Nayib Bukele, faire du bitcoin une monnaie légale simplifiera ces transferts et dopera les investissements dans le pays. « À court terme, cela générera des emplois et aidera à mieux inclure les milliers de personnes qui sont en dehors du système », a affirmé le président salvadorien.

  • L’Islande utilise plus d’énergie pour les cryptomonnaies que pour ses logements RTBF - Belga - 13 Février 2018
    https://www.rtbf.be/info/economie/detail_l-islande-utilise-plus-d-energie-pour-les-cryptomonnaies-que-pour-ses-lo

    Le « minage » de cryptomonnaies en Islande pourrait consommer plus d’énergie électrique que les logements au cours de l’année 2018, indique mardi la compagnie énergétique Hitaveita Sudurnesja Orkas sur la BBC.

    Selon le porte-parole de la compagnie, Johann Snorri Sigurbergsson, les centres informatiques sont de plus en plus nombreux sur l’île. Souvent, il s’agit d’entreprises qui veulent se « verdir ». La quasi totalité de l’énergie islandaise est issue de sources renouvelables, comme la géothermie ou l’hydraulique.
    https://www.youtube.com/watch?v=FGhP9U-3bLs


    Mais ces centres sont également utilisés pour le minage. Et ces fermes de minage, des entrepôts abritant des ordinateurs puissants qui créent des Bitcoin ou d’autres cryptomonnaies en résolvant des calculs complexes, ont besoin d’énormément d’énergie. Et leur nombre grandissant pourrait mettre l’Islande dans une situation délicate, puisque sa production énergétique pourrait ne plus couvrir la demande.

    D’après Johann Snorri Sigerbgsson, la consommation des fermes de minage - notamment pour refroidir les ordinateurs - sera de 840 GWh annuellement. L’ensemble des ménages islandais consomment 700 GWh sur la même période.

    #énergie #géothermie #hydraulique #gaspillage #Islande #cryptomonnaies #bitcoin #économie #blockchain #crypto-monnaie

  • #Climat : le #Kenya parie sur la #géothermie

    Les négociations mondiales sur le climat s’ouvrent ce lundi à Lima au Pérou. Une réunion pour préparer la conférence de l’année prochaine à Paris, date cruciale pour parvenir à un accord pour limiter la hausse de la température du globe. Comment s’y prendre pour se développer, sans polluer ? Exemple d’une solution au Kenya, pays de l’Est africain pionnier dans la géothermie.

    http://www.franceinfo.fr/sites/default/files/styles/mea_635x357/public/asset/images/2014/11/img_2199zoom.jpg?itok=KcNdvvbu
    http://www.franceinfo.fr/vie-quotidienne/environnement/article/climat-le-kenya-parie-sur-la-geothermie-609511
    #énergie

  • Fukushima se tourne vers le renouvelable

    http://www.bulletins-electroniques.com/actualites/75737.htm

    Je ne sais pas s’il st trop tard pour bien faire...

    Depuis la catastrophe de mars 2011, le Japon s’est fortement tourné vers les énergies renouvelables et la préfecture de Fukushima a vu la mise en oeuvre de plusieurs projets de centrales photovoltaïques ou d’éoliennes, notamment offshore.

    #japon #fukushima #nucléaire #énergie #énergie_renouvelable

    • C’est un particulier qui, souhaitant recourir à cette source d’énergie propre pour le chauffage de sa maison, a malgré lui entraîné la catastrophe en novembre 2008. En procédant au creusement d’un puits dans le sol de sa propriété, l’entreprise qu’il avait sollicitée a malencontreusement percé une couche étanche d’argile libérant par là même une poche d’eau sous pression. Cette dernière s’est alors répandue dans une couche d’anhydrite (CaSO4), une roche tendre qui a subi une réaction chimique et s’est transformée en gypse en gonflant, modifiant de ce fait toute la géométrie du sous-sol sur une surface étendue.

  • Drilling surprise opens door to volcano-powered electricity
    https://theconversation.com/drilling-surprise-opens-door-to-volcano-powered-electricity-22515

    Elders said that the success of the drilling was “amazing, to say the least”, adding: “This could lead to a revolution in the energy efficiency of high-temperature geothermal projects in the future.”

    The well funnelled superheated, high-pressure steam for months at temperatures of over 450°C – a world record. In comparison, geothermal resources in the UK rarely reach higher than around 60-80°C.

    The magma-heated steam was measured to be capable of generating 36MW of electrical power. While relatively modest compared to a typical 660MW coal-fired power station, this is considerably more than the 1-3MW of an average wind turbine, and more than half of the Krafla plant’s current 60MW output.

    [...] With the deeper boreholes, the IDDP are looking for a further prize: supercritical water; at high temperature and under high pressure deep underground, the water enters a supercritical state, when it is neither gas nor liquid. In this state it carries far more energy and, harnessed correctly, this can increase the power output above ground tenfold, from 5MW to 50MW.

    #énergie #électricité #géothermie #Islande

  • Oui, l’eau de source était un bien collectif, on trouvait des fontaines dans les rues ou se servir. Mes grands parents buvaient l’eau du puit artésien de Neuilly et je me souviens que mon père allait en chercher en s’extasiant sur ses vertus. Il y a 20 ans, cette eau était accessible à tous dans un petit square situé Rue Paul Chatrousse, elle jaillissait par la pression, l’accès en a été fermé et son eau a été captée par un revendeur pour être mélangée à l’eau de la Seine et redistribuée en mode payant.

    Les fontaines d’Albien : une eau riche en fer - Paris.fr
    http://www.paris.fr/pratique/eau/l-eau-potable/besoin-de-fer-buvez-de-l-eau-de-l-albien-duplique/rub_1312_stand_97999_port_3136

    Trois puits, place Paul-Verlaine (13e), square Lamartine (16e) et square de la Madone (18e) alimentent des fontaines où coule une eau ferrugineuse vieille de 25 000 ans issue de la nappe fossile de l’Albien.

    http://fr.wikipedia.org/wiki/Puits_art%C3%A9siens_de_Paris

    http://fr.wikipedia.org/wiki/Nappe_de_l%27Albien_du_bassin_de_Paris

    #eau_de_source #fontaine #gratuité #open_source #biens_communs #Albien #mémoire

  • Un trésor géothermique sous le site prévu pour les déchets nucléaires ! - Reporterre
    http://www.reporterre.net/spip.php?article4202

    A Bure, dans la Meuse, l’Andra veut créer un centre de stockage souterrain pour les #déchets_nucléaires. Mais l’endroit dispose d’un potentiel géothermique qui semble très important. L’Andra a délibérément caché cette information, selon des associations qui l’attaquent en justice.

    Ce que l’Andra s’est bien gardée de dire, c’est qu’elle n’a pas respecté son propre cahier des charges pour les tests.

    Ce que l’Andra s’est bien gardée de dire, c’est qu’il existe un potentiel géothermique plus profond donc plus chaud (100°C et plus), d’une épaisseur exceptionnelle à l’aplomb de Bure. L’Andra a trompé tout le monde, y compris les scientifiques, et en particulier la communauté des géologues.

    #mensonges #géothermie

  • La #France et la #géothermie : un secteur à développer mais...

    Pour sortir de terre, la géothermie profonde doit toutefois réduire son impact environnemental. Car les techniques mises en oeuvre ne sont pas sans risques. La « stimulation » de la roche utilisée pour accroître les débits d’eau peut provoquer des milliers de microséismes. A Soultz-sous-Forêts, le plus fort, d’une magnitude de 2,9, a suscité de nombreuses plaintes des riverains. En Suisse, la ville de Bâle a renoncé à un forage à la suite d’une série de secousses qui avaient endommagé des bâtiments et semé la panique dans la population.

    En outre, les eaux souterraines remontées à la surface sont chargées en sel (plus de 100 grammes par litre à Soultz) mais aussi en sulfures et en métaux lourds toxiques, comme l’arsenic ou le plomb, ainsi qu’en radioéléments. Il faut donc éviter, par des tubages multiples, que des fuites ne polluent les nappes phréatiques.

    De surcroît, certains fluides utilisés dans les échangeurs thermiques présentent un danger, comme l’isobutane, inflammable et explosif, ou l’ammoniac, toxique.

    Même si les industriels travaillent à des alternatives plus « douces », nul doute que la géothermie des grandes profondeurs sera placée, par les associations environnementales, sous haute surveillance.

    Source : http://www.lemonde.fr/planete/article/2013/03/16/la-france-mise-sur-l-eau-chaude-pour-s-eclairer_1849411_3244.html

  • #INDONÉSIE • Retour au bon sucre rouge, écolo et responsable | Courrier international
    http://www.courrierinternational.com/article/2012/09/10/retour-au-bon-sucre-rouge-ecolo-et-responsable

    Supplanté pendant des années par le #sucre blanc produit à grande échelle, le sucre rouge issu du palmier aren est pourtant connu pour sa saveur incomparable. Grâce à un projet à la fois écologique et social, la production de ce sucre renaît dans l’archipel.

    #écologie