• Ziguinchor : 20 individus interceptés dans une tentative d’émigration clandestine, dont trois présumés passeurs
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    Ziguinchor : 20 individus interceptés dans une tentative d’émigration clandestine, dont trois présumés passeurs
    Une opération menée par la Section de Recherches de Ziguinchor (SRZG) a permis, ce mardi, l’arrestation de 20 personnes impliquées dans une tentative de migration irrégulière vers l’Europe, via la Gambie. Parmi les individus interpellés figurent trois présumés passeurs, dont D. Diop, considéré comme le principal instigateur.
    L’intervention des forces de sécurité fait suite à une information reçue par la SRZG le 7 juillet, signalant un départ imminent de migrants. Dès le lendemain, les enquêteurs ont infiltré le réseau et mis en place un dispositif de surveillance, notamment aux abords de la frontière de Mpack.
    Selon les éléments recueillis, D. Diop avait rassemblé dix-sept (17) ressortissants guinéens qu’il prévoyait de conduire à Goundiour, en Gambie, point de départ d’un périple maritime illégal vers l’Europe. Un premier véhicule a été affrété depuis la gare routière de Ziguinchor pour le transport du groupe, tandis que le principal passeur présumé avait préféré emprunter un second véhicule pour éviter d’éveiller les soupçons.Il a été interpellé par les forces de l’ordre au niveau du pont Émile Badiane. Le premier véhicule transportant les migrants a été stoppé à Diouloulou grâce au soutien de la brigade locale.
    Au cours de l’enquête, un complice présumé, M. Niang, a également été appréhendé alors qu’il tentait de récupérer le solde du paiement auprès d’un migrant basé à Ziguinchor.Les autorités ont également repéré d’autres groupes de candidats à la migration irrégulière, notamment des ressortissants de la Guinée-Bissau et du Sénégal, en attente de leur transfert vers la Gambie, contre rémunération.
    Les mis en cause sont poursuivis pour tentative d’émigration irrégulière et escroquerie. L’enquête se poursuit afin de démanteler l’ensemble de la filière et d’identifier d’éventuelles ramifications, y compris à l’international. Les forces de sécurité sénégalaises réaffirment leur détermination à combattre les réseaux clandestins de migration, responsables de nombreux drames humains et de pertes en vies humaines.

    #Covid-19#migrant#migration#senegal#ziguinchor#gambie#routemigratoire#trafic#migrationirreguliere#sante#guineebissau

  • Immigration irrégulière : La police de Louga interpelle 46 candidats dont 6 Gambiens, 4 Guinéens et 3 Sierra-Léonais
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    Immigration irrégulière : La police de Louga interpelle 46 candidats dont 6 Gambiens, 4 Guinéens et 3 Sierra-Léonais
    Le commissariat central de Louga a procédé à l’interpellation de 46 candidats à la migration irrégulière. Sur sa page officielle, la Police nationale informe que cette interpellation fait suite à l’exploitation d’un renseignement opérationnel signalant un embarquement, dans un car communément appelé « Ndiaga Ndiaye », de candidats à la migration irrégulière en partance pour la mer.Les éléments de la brigade de recherche, renforcés par ceux du Groupement Mobile d’Intervention, ont immobilisé ledit car rempli de passagers au quartier Artillerie. Il est à noter que ces 46 candidats, parmi lesquels une dame, sont composés de 33 Sénégalais, 6 Gambiens, 4 Guinéens et 3 Sierra-Léonais.

    #Covid-19#migrant#migration#senegal#routemigratoire#migrationirreguliere#louga#sante#gambie#sierraleone#guinee

  • Il ricatto europeo targato #Frontex sui rimpatri “volontari” dei migranti

    In sei anni il numero di persone straniere a cui l’Agenzia ha dato supporto per “ritornare” è aumentato del 2.181%. Con un #budget superiore al miliardo di euro, le “divise blu” sono le vere protagoniste della politica europea sulle frontiere.

    “Giro per strada e mi vergogno. Tutti sanno che non ce l’ho fatta e che non sono riuscito a restituire neanche i soldi necessari per pagare il mio viaggio per l’Europa”. Nuha sospira mentre descrive una quotidianità difficile a Sukuta, città del Gambia che dista una ventina di chilometri dalla capitale Banjul. “Non ho un lavoro stabile e anche se sono passati tanti anni spesso ripenso al giorno in cui sono stato rimpatriato -racconta-. Non avevo commesso nessun reato: solo una volta non ho pagato il biglietto dell’autobus ma sono tornato nel mio Paese con le manette ai polsi”.

    Era il novembre 2019 e dopo cinque anni vissuti tra Italia e Germania, Nuha è stato rimpatriato su un volo gestito da Frontex. Come lui, negli ultimi dieci anni, altri 1.158 cittadini gambiani sono tornati nel loro Paese con l’assistenza dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, che nel 2025 ha superato per la prima volta dalla sua istituzione il miliardo di euro di budget.

    “Soffrono molto”, sottolinea Bakary Camara, direttore sanitario dell’ospedale psichiatrico Tanka Tanka che si trova proprio a Sukuta, nella città in cui vive Nuha. “Spesso vengono ricoverati qui per problemi di salute mentale e dipendenza da sostanze stupefacenti sviluppate in Europa. Non è facile ricominciare da capo”.

    Guardare dal Gambia l’ossessione europea per i rimpatri dei cittadini irregolari è particolarmente significativo. Da quando nel 2017 è finita la dittatura dell’ex presidente Yahya Jammeh, molti giovani hanno deciso di lasciare uno dei più piccoli Paesi del continente africano che conta 2,5 milioni di abitanti in poco più di 11mila chilometri quadrati.

    L’aumento dell’emigrazione ha avuto un effetto decisivo sull’economia di uno Stato che nel 2022 era al 174esimo posto su 191, secondo l’indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite. I 513 milioni di dollari inviati nel 2023 dagli emigrati ai propri familiari dall’estero (le cosiddette rimesse) hanno coperto il 21,9% del Prodotto interno lordo del Paese. Una fetta fondamentale dell’economia.

    Anche per questo il presidente Adama Barrow è stato duramente contestato quando nel 2018 ha siglato un accordo con l’Unione europea in materia di rimpatri. “Quando una persona è deportata non si perdono solo i soldi che questa inviava alla famiglia -spiega Yahya Sonko, attivista gambiano che dal 2015 vive in Germania- ma anche lo sviluppo di realtà imprenditoriali in loco. Dall’Europa io garantisco lavoro a 15 persone nella mia città di origine”.

    Le proteste hanno costretto Barrow a un passo indietro e all’inizio di un braccio di ferro con le istituzioni europee che più volte, l’ultima a luglio 2024, hanno minacciato una stretta sul rilascio dei visti come punizione per la mancata cooperazione sui rimpatri. “Un ricatto inaccettabile e uno spreco di soldi per gli europei -osserva Sonko-. Rimandare indietro una persona costa tantissimo e non è detto che questa, una volta rientrata, non riparta. Una politica dannosa e inutile”. Una strategia che numericamente ha fallito.

    Prendiamo come esempio il terzo trimestre del 2024: in Europa su un totale di 112.055 persone che hanno ricevuto un cosiddetto “ordine di espulsione”, quelle poi effettivamente rimpatriate sono state 28.630. Uno ogni cinque. “Una percentuale troppo bassa”, ha sottolineato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel presentare, a inizio marzo, il nuovo sistema comune di rimpatrio europeo che prevede procedure più snelle e che ha un protagonista indiscusso: Frontex.

    “Ricordo bene gli agenti che ci hanno accompagnato sull’aereo”, riprende Nuha. Sono quelli di Frontex, l’Agenzia guidata oggi dall’olandese Hans Leijtens che quest’anno celebra vent’anni di attività e si è vista destinare dalla Commissione europea la stratosferica cifra di 1,1 miliardi di euro, un budget che non ha eguali in istituzioni simili. Ad esempio, supera di ben 42 volte quello dell’Agenzia europea sulla cybersicurezza e dieci volte quello dell’Agenzia europea per l’ambiente.

    Di questa cifra monstre solo 2,5 milioni di euro vengono destinati alle attività relative ai diritti umani mentre ben 133 milioni ai rimpatri, con un aumento del 42% rispetto al 2024. “Nel nuovo Regolamento proposto dalla Commissione -spiega Silvia Carta, advocacy officer della Piattaforma per la cooperazione internazionale sui migranti senza documenti (Picum)- emerge chiaramente la centralità dell’Agenzia e si prevede un ulteriore aumento delle disponibilità di spesa per i rimpatri”. L’attività di Frontex in questo settore non è una novità.

    Fin dalla sua nascita, infatti, ha collaborato con gli Stati membri supportandoli con la copertura dei costi degli aerei e delle attività pre-partenza ma è con il nuovo regolamento del 2019 che si è ritagliata un ruolo sempre più importante. Grazie a maggiori possibilità di operare anche in Paesi terzi dell’Ue, attraverso agenti dislocati sul territorio, è diventata protagonista della delicata attività di cooperazione con le autorità locali.

    I problemi principali dei bassi numeri di rimpatri dall’Europa, infatti, oltre ai costi stratosferici (almeno quattromila euro a persona, solo per il noleggio dell’aereo, per l’espulsione di un cittadino dall’Italia alla “vicinissima” Tunisia) sono proprio gli accordi con gli Stati di origine: spesso, come si è visto nel caso del Gambia, questi sono restii ad accettarli.

    Così, per ovviare a questo problema, l’Agenzia con sede a Varsavia e le istituzioni europee puntano sempre di più sui cosiddetti rimpatri volontari che hanno almeno due vantaggi: non richiedono il coinvolgimento dei Paesi di origine perché la persona collabora e il viaggio costa meno perché avviene su un volo di linea. E infatti, oggi, più della metà delle persone che lasciano l’Europa lo fanno “volontariamente” e Frontex è sempre più protagonista.

    Dal 2019 l’Agenzia può aiutare i Paesi Ue anche sui rimpatri volontari assistiti e i dati dimostrano che la sua attività da quell’anno è esplosa. Si passa dalla collaborazione con nove Stati membri per 155 persone rimpatriate alle 35.637 (+2.181%) del 2024 da 26 Stati Ue diversi. Inoltre cresce tantissimo anche il numero dei Paesi di destinazione coinvolti nell’attività delle “divise blu” che oggi sono 117 contro i 41 di sei anni fa. In totale quindi Frontex supporta i rimpatri nel 74% degli Stati del mondo extra-Ue: se si guarda al continente africano mancano all’appello solo eSwatini e Malawi.

    “La strategia di Bruxelles su questa tipologia di rimpatri è ambigua. Il nuovo Regolamento prevede una stretta sui rientri volontari ma lascia la possibilità alle autorità nazionali di implementare forme di premialità per persone che ‘cooperano’ con la propria deportazione, accettando di partecipare a programmi di rimpatrio assistito -riprende Carta di Picum-. Una forma di ricatto che deriva dalla riduzione degli anni del divieto di reingresso sul territorio europeo e dal supporto economico”.

    Per Frontex questi aiuti avvengono nell’ambito del “Reintegration program” che garantisce un “supporto a breve termine” (615 euro per i rimpatri volontari, 205 per quelli forzati) e uno a “lungo termine” che prevede forme indirette di aiuto per un anno (dalla copertura dell’assistenza sanitaria alla possibilità di supporto nell’aprire un’attività) per un importo di duemila o mille euro, a seconda di rientro volontario o forzato per il richiedente principale, più mille per ogni familiare.

    Questa dote è gestita da sei Ong che sono state selezionate tramite bando pubblico per operare in 38 diversi Paesi del mondo: Caritas international Belgium, Women empowerment, literacy and development organization (Weldo), Irara, European technology and training centre (Ettc), Life makers foundation Egypt, Micado migration. Se nel 2022 i cittadini rimpatriati supportati all’interno di questo progetto erano 867, nel 2024 sono cresciuti del 1.362% (12.676): le principali nazionalità delle persone sono Turchia (2.750), Iraq (2.469), Georgia (1.472), Gambia (1.162), Nigeria (816), Pakistan (794) e Bangladesh (620).

    “Spesso queste forme di aiuto non sono efficaci per chi ritorna nel proprio Paese perché è molto problematico l’utilizzo dei fondi -chiarisce Rossella Marino, professoressa all’Università di Gent in Belgio che ha svolto un dottorato proprio sul tema dei progetti di reintegrazione in Gambia-. Sono estremamente utili però alle istituzioni europee perché descrivono attraverso una narrazione positiva e accettabile, ovvero aiutare le persone che rientrano, quello che è un approccio neocoloniale e che mira in definitiva al controllo della mobilità”. Marino sottolinea, infatti, come la “macchina” dei rimpatri coinvolga tantissimi attori sul campo. “Tutte attività che consolidano la presenza delle istituzioni europee su quel territorio ma soprattutto che aiutano a evitare la ripartenza di chi è rientrato. Questo processo avviene anche attraverso la digitalizzazione di tutte le informazioni”.

    Proprio con questo scopo è stata sviluppata la piattaforma digitale Reintegration assistance tool (Riat), finanziata dalla Commissione europea e implementata dal Centro internazionale per lo sviluppo delle politiche migratorie (Impcd), attraverso cui avviene un monitoraggio costante dei casi che accedono al programma di Frontex e viene migliorata la cooperazione degli Stati.

    C’è poi un enorme tema di responsabilità rispetto al ruolo di Frontex nei rimpatri. Tutto ruota attorno alla questione se le divise blu siano o meno responsabili di quello che avviene prima del rimpatrio. Che cosa succede ad esempio se il decreto di espulsione alla base del rimpatrio della persona è illegittimo? Chi ne risponde? Oppure se, nel caso della partenza volontaria, la persona non si trovava in una condizione adeguata per decidere liberamente? Questo aspetto è decisivo. “Frontex si fa forte del fatto che la responsabilità di tutto ciò che succede prima del rimpatrio ricade unicamente sullo Stato membro. Ma non è così -spiega Laura Salzano, docente di diritto dell’Ue dell’Università Ramon Llull di Barcellona che da anni si occupa di queste tematiche-. L’Agenzia deve valutare caso per caso se quella espulsione sia legittima o meno: glielo impone il suo stesso Regolamento all’articolo 80. O si cambiano le regole di ingaggio, oppure è così”.

    Tutto questo riguarda da vicino anche l’Italia. Il nostro Paese è il fanalino di coda in Europa, insieme alla Romania, per il numero di rimpatri volontari. In dieci anni (2015-2024), secondo i dati forniti dal ministero dell’Interno ad Altreconomia, sono state 4.059 le persone rimpatriate con questo programma per un totale di 35,5 milioni di euro investiti dal Viminale. Nel 2024 tutti i 290 casi di rimpatrio assistito, che riguardavano per il 42% persone in posizione di irregolarità, sono stati gestiti dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).

    Negli ultimi mesi, però, nei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) italiani crescono le testimonianze di chi racconta una forte pressione da parte degli operatori per accedere a quelle che vengono definite “partenze volontarie”. Un funzionario di Oim che preferisce mantenere l’anonimato ci conferma che l’organizzazione per cui lavora non attiva rimpatri volontari dal Cpr.

    A intervenire è Frontex con il suo “Reintegration program”, che ora sembra una priorità anche per l’Italia: tutto è gestito dalla questura che segue caso per caso segnalando a Varsavia coloro che accettano di lasciare subito il Paese. La longa manus dell’Agenzia è arrivata così anche nei centri di detenzione italiani. E chi lo sa, forse presto sbarcherà anche in Albania.

    “A sei anni di distanza -conclude Nuha- una delle cose che mi fa più male è non aver potuto abbracciare mia moglie e mia figlia prima di partire: mi hanno fatto uscire dal retro della stazione di polizia, lei ha provato a seguire la macchina ma l’hanno seminata. Piangeva, urlava e con lei anche la bambina. Questa è l’ultima immagine che ho dell’Europa”.

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  • Route des Canaries : plus de 180 migrants interceptés avant leur départ en Guinée-Bissau et au Sénégal - InfoMigrants
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    Route des Canaries : plus de 180 migrants interceptés avant leur départ en Guinée-Bissau et au Sénégal
    Par La rédaction Publié le : 02/04/2025
    Quatre-vingt-dix migrants ont été stoppés par la garde-côtière en Guinée-Bissau, dans l’archipel des Bijagos, alors qu’ils s’apprêtaient à naviguer illégalement vers les Canaries espagnoles, à plus de 1 800 km de là. Même scénario au Sénégal, où les autorités ont intercepté 92 personnes qui tentaient elles aussi de rejoindre l’Espagne via l’Atlantique.
    Plus de 180 migrants ont été interceptés en Guinée-Bissau et au Sénégal au cours de ces dernières vingt-quatre heures, a appris l’AFP mardi 1er avril de sources sécuritaires bissau-guinéennes.
    Quatre-vingt-dix candidats à l’émigration pour l’Espagne dont 66 Guinéens, quatre Bissau-guinéens et deux Sénégalais, font partie des personnes interpellées dans l’archipel des Bijagos, qui regroupe 88 îles dans l’océan Atlantique, a indiqué une source de sécurité du pays.
    Des milliers d’Africains tentent depuis des années de s’engager sur la très dangereuse route de l’Atlantique pour rejoindre l’Europe via l’archipel des Canaries. Cette porte d’entrée espagnole est pourtant distante de plus de 1 800 km de l’archipel guinéen des Bijagos.
    Au Sénégal voisin, lui aussi pays de départs illégaux vers les Canaries, la marine a annoncé sur X avoir intercepté lundi 92 candidats à l’émigration clandestine dans une zone insulaire dans le delta du Saloum, au sud du pays. La nationalité des personnes interpellées, également à bord d’une pirogue, n’a pas été précisée.
    Les autorités sénégalaises communique régulièrement sur les réseaux sociaux au sujet des interceptions de migrants au large de ses côtes. Le 7 mars, elles avaient déjà annoncé avoir stoppé en mer « 232 migrants de différentes nationalités, dont plusieurs femmes, des mineurs et des personnes affaiblies ».D’autres pays sont également concernés par ces départs. La Mauritanie, par exemple, est un pays de transit majeur pour les migrants originaires d’Afrique de l’Ouest qui souhaitent se rendre en Europe via la route des Canaries. Selon les autorités espagnoles, 83 % des migrants qui débarquent dans l’archipel transitent par la Mauritanie. Au total, l’an dernier, 46 843 migrants sont arrivés dans l’archipel, selon Madrid, un chiffre dépassant largement le record établi en 2023 (39 910).
    Mais les drames sont hélas très courants. Les décès très nombreux. L’année dernière, près de 10 000 migrants sont morts dans l’Atlantique alors qu’ils tentaient de rejoindre les Canaries selon l’ONG espagnole Caminando Fronteras. Un record.
    Beaucoup de pirogues se perdent dans l’immensité de l’océan. Il faut compter au moins une semaine, plusieurs parfois, en haute mer, pour rejoindre les rives espagnoles des Canaries. Les vents violents et les forts courants rendent la traversée très risquée, et peut faire dériver les pirogues surchargées et en mauvais état.
    De nombreux témoignages rapportent des voyages cauchemardesques soumis aux aléas météorologiques, aux avaries de moteur, à la soif et à la faim. Il n’est pas rare de trouver des corps de personnes mortes de faim ou de soif dans les canots secourus au large de l’archipel espagnol.Et de par sa position géographique, le Cap-Vert se retrouve lui aussi confronté à ces drames. Le 3 mars dernier, un canot avec à son bord cinq cadavres a été retrouvé sur une île du nord-ouest de l’archipel situé dans l’océan Atlantique. Cinq survivants étaient également sur la pirogue au moment de sa découverte par les autorités mais l’un d’eux est mort à l’hôpital le lendemain.En août dernier, plus de 60 exilés avaient aussi péri noyés dans l’Atlantique, près de l’archipel cap-verdien. L’embarcation, avec 38 survivants, avait été repérée à 150 milles nautiques (277 km) de l’île de Sal par un navire de pêche espagnol, qui avait alerté les autorités du Cap-Vert. La pirogue, partie du Sénégal, avait dérivé pendant plusieurs jours en haute mer.

    #Covid-19#migrant#migration#sante#senegal#gambiebissau#canaries#capvert#bijagos#routemigratoire#migrationirreguliere

  • Migrants : le président gambien appelle à ne pas rêver d’Europe comme « pays de cocagne »
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    Migrants : le président gambien appelle à ne pas rêver d’Europe comme « pays de cocagne »
    Le président gambien Adama Barrow a appelé mardi les jeunes à ne pas rêver d’Europe comme « un pays de cocagne » en tentant d’émigrer, dans un discours pour les 60 ans de l’indépendance de ce pays pauvre d’Afrique de l’Ouest.De nombreux jeunes Gambiens cherchent à quitter leur pays en risquant leur vie à bord d’embarcations ou en passant dans le désert pour rejoindre clandestinement l’Europe."Trop de jeunes gens risquent la migration irrégulière", a affirmé M. Barrow mardi à Banjul, en présence de ses homologues sénégalais et bissau-guinéen dont les pays sont également touchés par l’émigration clandestine.
    « Ne croyez pas les histoires que vous entendez à propos d’autres terres. Il n’y a pas de pays de cocagne. Nous vivons dans un monde de dur labeur et personne ne peut changer cette réalité », a-t-il poursuivi.De nombreux migrants quittent les côtes de Gambie pour tenter d’atteindre l’Espagne par les Canaries.Fin août, l’Espagne a signé avec Banjul des accords pour renforcer la coopération contre les passeurs de migrants illégaux vers l’Europe et en faveur d’une migration régulée, lors d’une tournée du Premier ministre espagnol.
    En 2024, près de 47.000 personnes ont tenté de rejoindre l’Europe en prenant la mer depuis les côtes ouest-africaines jusqu’aux Canaries espagnoles, selon l’agence Frontex. Un nombre d’arrivées record en hausse de 18% par rapport à l’année précédente.
    Plus de 10.400 migrants sont morts ou ont disparu en mer en tentant de rejoindre l’Espagne en 2024, selon l’ONG Caminando Fronteras.

    #Covid-19#migrant#migration#gambie#UE#routemigratoire#mortalite#imaginairemigratoire#migrationirreguliere#sante

  • Suivi du #droit_à_la_vie – Année #2024

    En 2024, 10 457 personnes sont mortes à la frontière occidentale euro-africaine.

    Notre rapport “Droit à la vie 2024” fait état de la période la plus meurtrière jamais enregistrée, avec des chiffres dévastateurs de 30 morts par jour en moyenne. Parmi les victimes figurent 421 femmes et 1 538 enfants et adolescents.

    La route de l’Atlantique, avec 9 757 morts, reste la plus meurtrière au monde. Les tragédies ont particulièrement augmenté sur la route mauritanienne, consolidant ce pays comme le principal point de départ vers les îles Canaries. La route algérienne, en mer Méditerranée, est la deuxième plus meurtrière selon nos registres, avec 517 victimes. Le #détroit_de_Gibraltar a coûté la vie à 110 personnes et 73 autres ont perdu la vie sur la #route_d’Alboran. En outre, 131 bateaux ont été perdus avec toutes les personnes à bord.

    L’omission du devoir de sauvetage et l’#externalisation des frontières et du sauvetage sont parmi les principales causes de l’augmentation du nombre de décès aux frontières de l’État espagnol

    Outre ces chiffres, le rapport Droit à la Vie 2024 dénonce les principales causes de cette augmentation des naufrages et des victimes. Parmi les causes principales, nous soulignons l’omission du devoir d’assistance, la priorisation du contrôle migratoire sur le droit à la vie, l’externalisation des frontières dans des pays sans ressources adéquates, l’inaction et l’arbitraire dans les sauvetages, la criminalisation des organisations sociales et des familles, ainsi que les situations d’extrême vulnérabilité qui poussent les migrants à se jeter à la mer dans des conditions très précaires.

    Les #femmes confrontées à la #violence_structurelle à la frontière

    Le rapport analyse également la situation des femmes lors des traversées migratoires, qui se font principalement dans des embarcations pneumatiques entre #Agadir et #Dakhla. En transit, ces femmes subissent des violences, des #discriminations, du #racisme, des #expulsions et des #violences_sexuelles, et sont contraintes de survivre dans des conditions extrêmes qui les poussent à la #mendicité, à la #prostitution et à des #emplois_précaires, tout en risquant d’être recrutées par des réseaux de trafiquants d’êtres humains.

    Un nombre croissant de femmes migrantes se déplacent en #pirogue depuis le #Sénégal, la #Gambie et la #Mauritanie pour échapper aux conflits et à l’impact du #changement_climatique dans les régions appauvries. On observe également une présence croissante de femmes sur la route des #Baléares en provenance d’Afrique centrale et occidentale, traversant la Libye et la Tunisie et subissant des violences, de l’#esclavage, des #féminicides raciaux et des #déplacements_forcés vers l’#Algérie.

    Le manque de protection des #enfants sur les routes migratoires

    Notre rapport fait état d’une augmentation du nombre d’enfants et d’adolescents sur les principales routes migratoires vers l’Espagne, qui continuent de souffrir d’un manque de protection et de garanties de la part des autorités. Ces mineurs sont traités comme des migrants plutôt que comme des enfants, et sont donc exposés au marketing politique et sont la cible de discours de haine, ce qui les expose à des situations dans lesquelles leurs droits sont violés.

    La situation est particulièrement critique aux #îles_Canaries, où des enfants non identifiés comme tels vivent avec des adultes dans des centres d’accueil, une réalité qui les expose à de graves dangers.

    Il reste difficile pour les familles de dénoncer et de rechercher leurs #enfants_disparus le long des routes migratoires

    Un autre aspect analysé dans le rapport Droit à la vie 2024 est la réalité des familles qui recherchent leurs proches #disparus à la frontière occidentale euro-africaine. Malgré quelques progrès dans la réception des plaintes et des exemples de bonnes pratiques, les obstacles à l’exercice de leurs droits restent nombreux, et les difficultés à prélever des échantillons d’ADN ou à déposer des plaintes sont particulièrement choquantes. Ces familles sont ainsi re-victimisées par un système qui les stigmatise et considère leurs proches comme des victimes de seconde zone. En l’absence de garanties pour l’exercice de leurs droits, les familles courent le risque de tomber entre les mains de bandes d’extorqueurs.

    Face à ces situations difficiles, les familles s’organisent en réseaux communautaires et se tournent vers la famille élargie pour surmonter les obstacles qui les empêchent de retrouver leurs proches. Chaque année, les familles à la recherche de leurs proches sont confrontées à un système de mort systématique aux frontières qui fait des milliers de victimes comme celles décrites dans ce rapport.

    https://caminandofronteras.org/fr/monitoreo/suivi-du-droit-a-la-vie-annee-2024
    #caminando_fronteras #rapport #route_Atlantique #Espagne #statistiques #chiffres #mourir_aux_frontières #morts_aux_frontières #migrations #réfugiés #identification #disparitions #missing

    ping @6donie

  • Migration irrégulière vers les Canaries : une pirogue du Sénégal avec 231 personnes, dont 58 mineurs, un record historique pour l’île de Gran Canaria
    https://www.dakaractu.com/Migration-irreguliere-vers-les-Canaries-une-pirogue-du-Senegal-avec-231-p

    Migration irrégulière vers les Canaries : une pirogue du Sénégal avec 231 personnes, dont 58 mineurs, un record historique pour l’île de Gran Canaria
    DakarActu annonçait hier soir l’arrivée sur l’île de Gran Canaria d’une pirogue de migrants en provenance du Sénégal avec à bord 231 personnes. Selon les médias de la Grande Canarie, ceci est un record historique sur cette île. « Gran Canaria reçoit la plus grande pirogue de son histoire, avec 231 personnes, dont 58 mineurs, 13 femmes », informent les médias locaux qui précisent que l’île d’El Hierro avait déjà reçu des embarcations avec plus de 250 voire 330 personnes à bord. Ces candidats à l’émigration irrégulière seraient originaires du Sénégal, de la Gambie, du Mali et de la Guinée. Certains qui seraient mal en point, car ayant fait onze jours de voyage, ont été transférés à l’hôpital par les services d’urgence pour les premiers soins.
    La Salvamento Maritimo a été alertée ce dimanche 20 octobre dans l’après-midi de la présence d’une pirogue de migrants qui naviguait près de la côte à 5,5 kilomètres du port d’Arguineguin. Rappelons que depuis le discours du chef de l’État, Bassirou Diomaye Faye, le 11 septembre 2024 à Mbour, appelant à lutter contre l’émigration irrégulière vers l’Espagne et dénoncer les départs, « Opération Yollé », les pirogues ne cessent de débarquer sur les différentes îles de l’archipel espagnol des Canaries. À ce jour, lundi 21 octobre 2024, plus de 10 départs depuis le Sénégal ont été dénombrés avec environ 1 466 personnes à bord.

    #Covid-19#migration#migrant#senegal#migrationirreguliere#routemigratoire#atlantique#traversee#sante#gambie#mali#guinee#espagne

  • Kafountine : 24 candidats à l’immigration arrêtés par la gendarmerie
    https://www.dakaractu.com/Kafountine-24-candidats-a-l-immigration-arretes-par-la-gendarmerie_a25423

    Kafountine : 24 candidats à l’immigration arrêtés par la gendarmerie
    À Kafountine dans le département de Bignona, 24 candidats à l’immigration irrégulière ont été arrêtés ce mardi matin . Cinq (5) sont d’origines maliennes, 10 ressortissants gambiens et le reste sont des sénégalais. Parmi ces personnes arrêtées, il y a une fillette de 02 ans qui est gambienne. Selon nos sources, Ils font présentement face aux enquêteurs du détachement de la Gendarmerie de Kafountine. Le convoyeur est en fuite et est activement recherché par les hommes en bleu qui sont visiblement déterminés à faire face à l’immigration clandestine dans cette partie Sud du Sénégal, jadis connu comme zone de départ pour l’Europe.

    #Covid-19#migrant#migration#senegal#kafoutine#migrationirreguliere#mali#gambie#routemigratoire#sante

  • Immigration irrégulière aux Îles Canaries : 1500 migrants ont débarqué sur les îles en deux jours…
    https://www.dakaractu.com/Immigration-irreguliere-aux-Iles-Canaries-1500-migrants-ont-debarque-sur-

    Immigration irrégulière aux Îles Canaries : 1500 migrants ont débarqué sur les îles en deux jours…
    Ils sont environ 1500 migrants à débarquer illégalement sur les îles Canaries en l’espace de deux jours. Ils viennent souvent de l’Afrique de l’Ouest, notamment du Sénégal, de la Gambie et de la Mauritanie, mais également du Maroc, dans les villes frontalières à l’Espagne. L’afflux de migrants constaté ces derniers jours est surtout dû aux conditions favorables de la mer. Rappelons que l’Espagne, particulièrement le gouvernement autonome des Iles Canaries, fait face à des difficultés pour gérer la prise en charge des migrants clandestins et plus particulièrement les mineurs non accompagnés qui sont plus de 5800 dans l’île. Le nouveau protocole d’accueil des migrants mineurs non accompagnés a fait l’objet de contestations avant d’être suspendu par le Parquet supérieur.

    #Covid-19#migrant#migration#senegal#espagne#canaries#gambie#mauritanie#routemigratoire#migrationirreguliere#maroc#MNA#sante

  • Immigration irrégulière : plusieurs candidats, dont des étrangers, arrêtés à Mbour ce samedi…
    https://www.dakaractu.com/Immigration-irreguliere-plusieurs-candidats-dont-des-etrangers-arretes-a-

    Immigration irrégulière : plusieurs candidats, dont des étrangers, arrêtés à Mbour ce samedi…
    L’information a vite circulé : plusieurs candidats à l’immigration irrégulière, dont 20 Gambiens parmi lesquels un mineur, 07 Sénégalais provenant des régions de Kolda, Tambacounda et Sédhiou ont été stoppés par les policiers. Les deux convoyeurs résidant dans une ville côtière du Sénégal sont activement recherchés…

    #Covid-19#migrant#migration#senegal#mbour#tambacounda#kolda#sedhiou#gambie#routemigratoire#traversee#migrationirreguliere#sante

  • Kafountine : 17 candidats à l’immigration arrêtés et présentés au procureur
    https://www.dakaractu.com/Kafountine-17-candidats-a-l-immigration-arretes-et-presentes-au-procureur

    Kafountine : 17 candidats à l’immigration arrêtés et présentés au procureur
    À Kafountine (département de Bignona), 17 jeunes candidats à l’immigration irrégulière ont été arrêtés par la gendarmerie. Leur interpellation a eu lieu le samedi 31 août dernier par les éléments de la brigade de gendarmerie de Kafountine. Parmi le groupe de migrants interceptés, il y avait deux de nationalité gambienne, 13 de nationalité guinéenne et deux convoyeurs. Ils se sont donnés rendez-vous dans une partie de cette commune pour le départ vers l’Espagne. Selon nos sources, ces candidats ont confirmé devant les enquêteurs avoir versé chacun une somme de cinq cent mille francs Cfa pour un voyage incertain. Ils ont été tous déférés, hier mardi au parquet de Ziguinchor.

    #Covid-19#migration#migrant#routemigratoire#migrationirreguliere#senegal#kafoutine#ziguinchor#sante#gambie#espagne

  • Le premier ministre espagnol, Pedro Sanchez, boucle une tournée ouest-africaine pour tenter de lutter contre l’immigration clandestine
    https://www.lemonde.fr/afrique/article/2024/08/30/le-premier-ministre-espagnol-pedro-sanchez-boucle-une-tournee-ouest-africain

    Le premier ministre espagnol, Pedro Sanchez, boucle une tournée ouest-africaine pour tenter de lutter contre l’immigration clandestine
    Par Célia Cuordifede (Dakar, correspondance)
    La nouvelle est parvenue jusqu’à Mbour, au Sénégal, par une image un brin floue envoyée par messagerie instantanée. Ce jeudi 29 août au petit matin, sous la chaleur écrasante de l’hivernage, les mines se réjouissent. Deux pirogues, avec chacune à leur bord une centaine de jeunes en provenance du quartier des pêcheurs de cette ville côtière, située à 100 km au sud de Dakar, viennent d’accoster sur les rives des îles Canaries espagnoles, aux portes de l’Europe, après dix jours d’une dangereuse traversée sur l’océan l’Atlantique.
    « A cette période de l’année [en saison chaude, où la mer est considérée plus calme], les départs sont quotidiens », observe Codou Boye, fondatrice d’une association pour les femmes de migrants de Mbour. « Chaque nuit, sur cette plage, on peut voir des dizaines de personnes se presser sur des pirogues avec leur sac à dos. Ils embarquent pour l’Espagne », poursuit-elle en pointant son doigt vers l’horizon chargé de pirogues, ajoutant que son mari a atteint les côtes européennes il y a tout juste quelques mois.
    En 2024, les départs dans des embarcations de fortune depuis les côtes ouest-africaines, de la Guinée à la Mauritanie ont explosé. Selon le ministère de l’intérieur espagnol, entre le 1er janvier et le 1er août, 22 304 migrants sont arrivés aux îles Canaries, contre 9 864 pour la même période l’an dernier, soit une augmentation de 126 %. Si l’estimation de 70 000 arrivées de migrants supplémentaires d’ici à fin septembre se confirme, ces chiffres pourraient constituer un record historique. Confronté à cette vague d’immigration spectaculaire, et sous la pression de la droite et de l’extrême droite dans son pays, le premier ministre espagnol, Pedro Sanchez, a achevé jeudi une tournée ouest-africaine de trois jours en Mauritanie, en Gambie et au Sénégal, les principaux pays de départs. Objectif : tenter de juguler la migration clandestine. Il a notamment paraphé des accords avec ces trois pays pour renforcer la collaboration contre la criminalité organisée sous toutes ses formes. Le chef du gouvernement socialiste a réaffirmé à plusieurs reprises sa volonté de lutter contre « les réseaux criminels qui pratiquent la traite des êtres humains » entre l’Afrique et les Canaries, rappelant « qu’il n’y a pas si longtemps encore, l’Espagne était aussi un pays de migrants ».
    Les autorités espagnoles ont par ailleurs signé des accords de « migration circulaire » avec la Mauritanie et la Gambie. Déjà existants avec le Sénégal depuis 2021, ils sont censés poser un cadre concerté d’entrée régulière de citoyens mauritaniens et gambiens sur le sol espagnol en fonction des besoins de main-d’œuvre (notamment dans le secteur agricole pour les périodes de récolte).
    « En théorie, ces programmes vont dans le bon sens, estime Adama Mane, président du groupement économique de Mbour, qui promeut l’insertion professionnelle locale pour éviter les drames en mer. Mais encore faut-il que ces aides touchent les bons bénéficiaires, c’est-à-dire les Sénégalais candidats à la migration ou ceux qui sont revenus. » « En dix ans d’engagement associatif, je n’en ai vu aucun de Mbour, alors que nous sommes pourtant l’une des principales villes de départ au Sénégal », s’agace le mareyeur.
    Autre projet phare acté lors de la visite du premier ministre espagnol à Dakar : le financement d’un programme d’insertion professionnelle, déjà existant en phase pilote sous le nom de Tierra Firme (Terre Ferme, en français), dont l’objectif est de « fixer la jeunesse » au Sénégal. Soutenu par le gouvernement des îles Canaries et la Chambre de commerce espagnole au Sénégal, le projet vise à former des jeunes sénégalais en adéquation avec les besoins des entreprises espagnoles établies dans le pays.
    Dès son arrivée à Dakar, mercredi 28 août, Pedro Sanchez est allé à leur rencontre à l’Institut Cervantes. Vingt-quatre jeunes en ont bénéficié depuis le début de l’année, que ce soit dans le secteur du tourisme ou celui de l’habillement. « Le discours de M. Sanchez doit pouvoir motiver et convaincre toute la jeunesse sénégalaise qu’il y a un avenir ici, commente El Hadji Cheikhou Diouf, 26 ans et bénéficiaire du programme pour devenir guide touristique. Il y a trop de jeunes qui veulent partir coûte que coûte, même s’ils sont diplômés, parce qu’ils n’ont plus d’espoir. »
    De tels programmes existent déjà par dizaines au Sénégal. A l’instar de ceux développés à travers le pays par l’Association nationale des partenaires de migrants (ANPM), alliée à l’ONG Solidarité Internationale. « C’est une bonne initiative, qui a fait ses preuves, à condition qu’il y ait un financement conséquent », juge son président Moustapha Fall, basé à Mbour. En moyenne, seulement 50 % de ses bénéficiaires abandonnent l’idée de la migration, tandis que l’autre moitié retente le voyage. Si les annonces espagnoles sont porteuses d’espoirs, l’ANPM estime que des mesures sur l’employabilité des jeunes par les autorités sénégalaises, restées jusqu’ici très discrètes sur le sujet, sont aussi nécessaires.

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  • L’Espagne signe un accord de gestion des flux migratoires avec la Mauritanie et la Gambie - InfoMigrants
    https://www.infomigrants.net/fr/post/59465/lespagne-signe-un-accord-de-gestion-des-flux-migratoires-avec-la-mauri

    L’Espagne signe un accord de gestion des flux migratoires avec la Mauritanie et la Gambie
    Par La rédaction Publié le : 29/08/2024
    Au cours de sa visite en Afrique de l’Ouest, le Premier ministre espagnol a signé des accords avec la Gambie et la Mauritanie. Le but : renforcer la coopération pour lutter contre les passeurs et œuvrer en faveur d’une migration régulée. Pedro Sánchez s’est notamment engagé à mettre en place un processus de sélection des travailleurs mauritaniens autorisés à venir travailler en Espagne. En échange, les autorités mauritaniennes prévoient de durcir la législation locale sur l’immigration clandestine.
    C’est une tournée en Afrique de l’Ouest sur laquelle le Premier ministre espagnol compte beaucoup. Pedro Sánchez souhaite, via la signature d’accords bilatéraux, faire baisser les traversées de l’Atlantique, qui connaissent cet été des records.
    Mardi 26 et mercredi 27 août, Pedro Sánchez a ainsi signé avec la Mauritanie et la Gambie des « mémorandums d’entente » bilatéraux de « migration circulaire », a indiqué le gouvernement espagnol. Il s’agit de mettre en place un cadre pour permettre des entrées régulières sur le sol espagnol en fonction des besoins de main-d’œuvre. Cette migration contrôlée est censée faire une place particulière aux jeunes et aux femmes.
    Madrid a aussi signé avec ses deux partenaires des textes en vue de renforcer la collaboration contre la criminalité organisée sous toutes ses formes. Le Premier ministre espagnol a précisé qu’il s’agissait principalement de combattre le trafic d’êtres humains, lors d’une rencontre avec le président mauritanien Mohamed Ould Cheikh El Ghazouani, selon des propos rapportés par l’agence nationale mauritanienne.
    En retour, la présidence mauritanienne promet de durcir sa législation contre l’immigration irrégulière. Elle a annoncé lundi une réunion le 2 septembre des députés pour examiner des textes prévoyant la création d’un tribunal spécialisé chargé de réprimer le trafic des migrants et la mise en place de nouvelles dispositions pénales, selon un décret rendu public.
    Selon une source de la présidence du gouvernement espagnol, la Mauritanie abrite actuellement quelque 200 000 réfugiés victimes de l’instabilité au Sahel. Parmi eux, de très nombreux Maliens, qui sont des candidats potentiels à un départ vers les Canaries, porte d’entrée de l’Europe pour des milliers d’Africains qui prennent depuis des années la périlleuse route de l’Atlantique à la recherche d’un avenir meilleur.
    L’Espagne fait en effet face à une accélération spectaculaire des arrivées de migrants illégaux, essentiellement via l’archipel des Canaries. Entre le 1er janvier et le 15 août, plus de 22 000 migrants sont arrivés aux Canaries, contre près de 10 000 pour la même période de l’an dernier, soit une augmentation de 126%. Pour l’ensemble de l’Espagne, la hausse est de 66% (de 18 745 à 31 155).
    La Mauritanie et la Gambie sont les points de départ d’une grande partie des migrants. Le Sénégal, troisième et dernière étape de la tournée de Pedro Sánchez jusqu’à jeudi, en est un autre sur la côte ouest-africaine, entre la Mauritanie au nord et la Gambie au sud.
    Le chef du gouvernement socialiste a préconisé fermeté contre les filières et humanité vis-à-vis des migrants. Il a souligné « qu’il n’y a pas si longtemps encore, l’Espagne était aussi un pays de migrants ». « L’immigration n’est pas un problème, mais une nécessité qui s’accompagne de certains problèmes », a-t-il dit. En particulier, « nous devons lutter contre les mafias qui font le commerce d’êtres humains » et qui profitent « des conditions terribles et du désespoir de ceux qui ont recours à la migration irrégulière ».
    L’Espagne s’est aussi engagée à promouvoir « des migrations sûres, ordonnées et régulières » et à « garantir un traitement juste et humain des migrants ».Le projet pilote de « migration circulaire » avec la Mauritanie, d’une durée initiale d’un an, prévoit que l’Espagne communiquera des offres d’emploi à Nouakchott, qui sélectionnera des candidats pour venir travailler sur le sol espagnol. Ils passeront des entretiens et le cas échéant des tests, devront obtenir un visa et signer un contrat, et s’engager à retourner dans leur pays à la fin du contrat. Le mémorandum ne fournit pas de chiffre d’offres potentielles.Par ailleurs, dans le domaine de la défense et la sécurité, « l’Espagne contribuera à hauteur d’un demi-million d’euros à une initiative de formation » en Mauritanie [...] L’Espagne lancera prochainement en Mauritanie un Institut Cervantes, institution de promotion linguistique et culturelle.
    Avec la Gambie aussi, Madrid veut mieux coopérer. L’Espagne « souhaite donner un nouvel élan à ses relations avec l’Afrique », a déclaré Pedro Sanchez en Gambie où il effectuait la première visite officielle d’un chef de gouvernement espagnol depuis l’établissement de relations bilatérales. Il a rendu visite à des agents de la Guardia Civil et de la Police espagnoles déployés sur le port de Banjul au nom de la coopération sur la migration et contre les trafics.

    #Covid-19#migrant#migration#espagne#gambie#mauritanie#migrationirreguliere#routemigratoire#migrationcirculaire#cooperation#accordmigratoire#sante#trafic

  • L’Espagne signe en Mauritanie et en Gambie des accords pour endiguer la migration clandestine
    https://www.dakaractu.com/L-Espagne-signe-en-Mauritanie-et-en-Gambie-des-accords-pour-endiguer-la-m

    L’Espagne signe en Mauritanie et en Gambie des accords pour endiguer la migration clandestine
    L’Espagne a signé avec la Mauritanie et la Gambie des accords pour renforcer la coopération contre les passeurs de migrants illégaux vers l’Europe et en faveur d’une migration régulée, lors d’une tournée du Premier ministre espagnol destinée à contrer l’afflux de clandestins africains dans son pays. L’Espagne a paraphé mardi soir avec la Mauritanie et mercredi avec la Gambie des « mémorandums d’entente » bilatéraux de « migration circulaire ». Ils mettent en place un cadre concerté d’entrée régulière sur le sol espagnol en fonction notamment des besoins de main d’oeuvre. Cette migration contrôlée est censée faire une place particulière aux jeunes et aux femmes.
    L’Espagne a aussi signé avec la Mauritanie une « déclaration d’intention » ouvrant la voie à des accords pour renforcer leur collaboration contre la criminalité organisée sous toutes ses formes.
    Le Premier ministre espagnol Pedro Sánchez a précisé qu’il s’agissait principalement de combattre le trafic d’êtres humains, lors d’une rencontre avec le président mauritanien Mohamed Ould Cheikh El Ghazouani, selon des propos rapportés par l’agence nationale mauritanienne.
    L’Espagne fait face à une accélération spectaculaire des arrivées de migrants clandestins, essentiellement via l’archipel des Canaries, porte d’entrée de l’Europe pour des milliers d’Africains qui prennent depuis des années la périlleuse route de l’Atlantique à la recherche d’un avenir meilleur. Entre le 1er janvier et le 15 août, 22.304 migrants sont arrivés aux Canaries, contre 9.864 pour la même période de l’an dernier, soit une augmentation de 126%. Pour l’ensemble de l’Espagne, la hausse est de 66% (de 18.745 à 31.155).
    La Mauritanie et la Gambie sont le point de départ d’une grande partie des migrants. Le Sénégal, troisième et dernière étape de la tournée de M. Sanchez jusqu’à jeudi, en est un autre sur la côte ouest-africaine, entre la Mauritanie au nord et la Gambie au sud.
    Le chef du gouvernement socialiste, confronté à l’acuité du sujet en Espagne, a préconisé fermeté contre les filières et humanité vis-à-vis des migrants. Il a souligné « qu’il n’y a pas si longtemps encore, l’Espagne était aussi un pays de migrants ».
    « L’immigration n’est pas un problème, mais une nécessité qui s’accompagne de certains problèmes », a-t-il dit. En particulier, « nous devons lutter contre les mafias qui font le commerce d’êtres humains » et qui profitent « des conditions terribles et du désespoir de ceux qui ont recours à la migration irrégulière ».
    L’Espagne s’est engagée avec ses deux partenaires ouest-africains dans des déclarations conjointes à promouvoir « des migrations sûres, ordonnées et régulières » et à « garantir un traitement juste et humain des migrants ».Selon une source au sein de la présidence du gouvernement espagnol, la Mauritanie abrite quelque 200.000 réfugiés victimes de l’instabilité au Sahel, dont de très nombreux Maliens, qui sont des candidats potentiels à un départ vers les Canaries. Le projet pilote de « migration circulaire » avec la Mauritanie, d’une durée initiale d’un an, prévoit que l’Espagne communiquera des offres d’emploi à la Mauritanie qui sélectionnera des candidats. Ils passeront des entretiens et le cas échéant des tests, devront obtenir un visa et signer un contrat, et s’engager à retourner dans leur pays à la fin du contrat. Le mémorandum ne fournit pas de chiffre d’offres potentielles.
    Dans le domaine de la défense et la sécurité, « l’Espagne contribuera à hauteur d’un demi-million d’euros à une initiative de formation » en Mauritanie, pays charnière entre Afrique du Nord et Afrique subsaharienne qui se signale par sa stabilité dans une région troublée. L’Espagne lancera prochainement en Mauritanie un Institut Cervantes, institution de promotion linguistique et culturelle.
    L’Espagne « souhaite donner un nouvel élan à ses relations avec l’Afrique », a déclaré M. Sanchez en Gambie où il effectuait la première visite officielle d’un chef de gouvernement espagnol depuis l’établissement de relations bilatérales et où il a rendu visite à des agents de la Guardia Civil et de la Police espagnoles déployés sur le port de Banjul au nom de la coopération sur la migration et contre les trafics.Il a promis le lancement dans les prochaines semaines par l’Espagne d’une « nouvelle stratégie pour nos relations avec l’Afrique », indiquant que l’Afrique de l’Ouest et le Sahel seront considérés comme « région prioritaire ». Le président mauritanien a souligné le rôle de relais qu’il entend voir l’Espagne jouer auprès de l’Union européenne dans tous les domaines, y compris l’accueil de migrants légaux.

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  • Le premier ministre espagnol, Pedro Sanchez, en tournée en Afrique pour tenter d’endiguer l’immigration
    https://www.lemonde.fr/afrique/article/2024/08/27/le-premier-ministre-espagnol-pedro-sanchez-en-tournee-en-afrique-pour-tenter

    Le premier ministre espagnol, Pedro Sanchez, en tournée en Afrique pour tenter d’endiguer l’immigration
    Le gouvernement espagnol du socialiste Pedro Sanchez est confronté en cette rentrée à une hausse spectaculaire des arrivées de migrants clandestins, principalement dans l’archipel des Canaries, qui se sent abandonné par Madrid et l’Europe. Pas un jour ne passe sans que les services de secours signalent l’arrivée d’une embarcation de fortune transportant des dizaines de migrants dans l’une des îles des Canaries, situées au large des côtes nord-ouest du continent africain.
    A tel point que Pedro Sanchez a décidé d’effectuer, du mardi 27 au jeudi 29 août, une tournée dans trois pays d’Afrique de l’Ouest qui ont un rôle central dans ce domaine : la Mauritanie, la Gambie et le Sénégal. La Mauritanie est devenue depuis ces derniers mois le principal point de départ des migrants. Selon une source de la présidence du gouvernement espagnol, ce pays abrite actuellement quelque 200 000 réfugiés victimes de l’instabilité au Sahel, parmi lesquels de très nombreux Maliens, qui sont des candidats potentiels à un départ vers les Canaries.
    On ne connaît pas la valeur totale des accords qui seront signés avec ces pays – notamment la Mauritanie, où Pedro Sanchez s’était déjà rendu en février – pour les aider et les inciter à redoubler d’efforts afin d’empêcher ces départs.
    Le président du gouvernement régional des Canaries, Fernando Clavijo, a exhorté l’Union européenne (UE), vendredi, à prendre ses responsabilités « afin que les Canaries n’aient pas à supporter seules toute la pression migratoire de l’Europe », parce que ces migrants « arrivent en Europe, en Espagne, et pas seulement aux Canaries ». De fait, les Canaries, et plus généralement l’Espagne, ne sont souvent qu’une étape sur la route d’autres pays européens, au premier rang desquels se trouve la France.
    Entre le 1er janvier et le 15 août, 22 304 migrants sont arrivés aux Canaries, contre 9 864 pour la même période en 2023, soit une augmentation de 126 %. Pour l’ensemble de l’Espagne, la hausse est de 66 % (de 18 745 à 31 155). De plus, cette tendance à la hausse est appelée à s’accentuer d’ici à la fin de l’année en raison de l’amélioration attendue des conditions de navigation dans cette zone de l’Atlantique.
    Le chiffre sans précédent de 39 910 arrivées enregistré l’an dernier sera donc probablement pulvérisé, confirmant que cette route de l’Atlantique vers les Canaries est devenue la voie d’accès principale des migrants vers l’Espagne, malgré son extrême dangerosité, qui provoque chaque année la mort de milliers d’entre eux.
    L’arrivée des premiers migrants dans l’archipel remonte à août 1994. Mais les Canaries ne sont pas la seule région du sud de d’Espagne affectée par ce phénomène. La petite ville de Ceuta, une enclave espagnole située sur la côte nord du Maroc, enregistre également depuis quelques semaines une forte hausse des arrivées. Ceuta est l’une des deux seules frontières terrestres de l’UE avec le continent africain – l’autre étant Melilla, une autre enclave espagnole située plus à l’est.
    Pour ces régions, le problème le plus pressant est celui des migrants mineurs arrivant seuls, connus en Espagne sous le terme « MENA » (mineurs étrangers non accompagnés), leur situation ayant des implications de politique intérieure majeures. Car si les migrants adultes relèvent de la compétence financière de l’Etat central, ceux qui ont moins de 18 ans, en revanche, sont de la responsabilité exclusive des régions.
    Les régions espagnoles situées en première ligne sont donc complètement débordées face à l’explosion du nombre de migrants mineurs qu’elles doivent prendre en charge. Aux Canaries, le gouvernement régional doit actuellement subvenir aux besoins de 5 100 mineurs étrangers, alors que la capacité des centres d’accueil n’est que de 2 000 personnes. La situation est similaire à Ceuta.
    L’archipel des Canaries est « sur le point de s’effondrer », a lancé Fernando Clavijo dans une interview publiée lundi par le quotidien El Mundo, craignant « une catastrophe » cet automne et envisageant même que le nombre des arrivées puisse atteindre 50 000 cette année.
    Pour résoudre ce problème, le gouvernement de Pedro Sanchez a essayé de faire voter en juillet par le Parlement une modification de la loi sur l’immigration afin de donner au gouvernement central le droit de répartir les mineurs étrangers entre toutes les régions du pays. Mais le Parti populaire (droite), Vox (extrême droite) et le parti indépendantiste catalan de Carles Puigdemont, qui prônent un durcissement de la politique contre l’immigration clandestine, ont empêché toute discussion du texte.
    Pour l’heure, le gouvernement des Canaries est donc livré à lui-même et se sent abandonné face à un phénomène qui le dépasse et qui va encore s’aggraver. « On ne peut pas mettre des murs à l’océan », résume, fataliste, Fernando Clavijo dans l’interview à El Mundo.

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  • Émigration clandestine : La marine Sénégalaise intercepte 76 migrants dont 6 femmes et 7 mineures au large de Dakar
    https://www.dakaractu.com/Emigration-clandestine-La-marine-Senegalaise-intercepte-76-migrants-dont-

    Émigration clandestine : La marine Sénégalaise intercepte 76 migrants dont 6 femmes et 7 mineures au large de Dakar
    Les candidats à l’émigration irrégulière poursuivent leur aventure risquée vers l’Espagne à bord de pirogues. Aussi, l’Armée continue de faire son travail. En effet, le PHM WALO de la Marine sénégalaise a intercepté dans la soirée du 26 août une pirogue à 80 km au large de Dakar, avec 76 migrants dont 55 sénégalais, 7 gambiens, 11 guinéens, 2 maliens et 1 bissau-guinéen. Parmi eux, 6 femmes et 7 enfants", informe la Dirpa sur sa page X.

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  • Immigration irrégulière : Six jours après avoir quitté le Sénégal, 196 candidats sont arrivés en Espagne
    https://www.dakaractu.com/Immigration-irreguliere-Six-jours-apres-avoir-quitte-le-Senegal-196-candi

    Immigration irrégulière : Six jours après avoir quitté le Sénégal, 196 candidats sont arrivés en Espagne
    La vague d’immigration se poursuit par voie maritime et face aux multiples risques et incertitudes. En effet, 196 migrants ont quitté Mbour, il y a six jours. Ils sont arrivés ce dimanche au port d’El Hierro, aux Canaries, à bord de deux embarcations, selon l’agence de presse espagnole EFE. D’après cette dernière, les voyageurs clandestins étaient originaires du Mali, de la Mauritanie, du Sénégal et de la Gambie.
    La première pirogue est arrivée au port de La Restinga avec 175 migrants, dont 13 mineurs et 7 femmes à son bord. Dans la deuxième pirogue voyageaient 21 personnes d’origine subsaharienne, dont une femme. Ce qui porte, selon Les Échos qui est revenu sur le communiqué de l’agence de presse espagnole, le nombre à 196 migrants qui sont arrivés ce dimanche au port de La Restinga, El Hierro.
    D’après le récit des migrants aux membres du dispositif au port, ils auraient effectué un voyage de 6 jours depuis le port de Dakar, au Sénégal. Des personnes originaires de Gambie, du Cameroun et du Sénégal voyageaient à bord du bateau. Cinq personnes, dont une femme enceinte, ont dû être transférées à l’hopital insulaire Virgen de los Reyes. Les passagers des deux pirogues ont été transférés au Centre d’accueil temporaire pour étrangers (CATE), dans la ville de San Andrés, dans la municipalité de Valverde, où ils sont pris en charge par les membres du collectif d’Ong Corazón orange - Ebria Sonko » et resteront en garde-à-vue jusqu’à leur orientation vers d’autres services extérieurs à l’ile.

    #Covid-19#migrant#migration#senegal#gambie#cameroun#espagne#canarie#elhierro#sante#routemigratoire#migrationirreguliere

  • Le nombre de migrants clandestins arrivés dans les Canaries a fortement augmenté en 2024 par rapport à l’année dernière
    https://www.lemonde.fr/international/article/2024/08/19/le-nombre-de-migrants-clandestins-arrives-dans-les-canaries-a-fortement-augm

    Le nombre de migrants clandestins arrivés dans les Canaries a fortement augmenté en 2024 par rapport à l’année dernière
    Le Monde avec AFP
    En passant de près de 10 000 à plus de 22 000, le nombre de migrants clandestins arrivés dans l’archipel des Canaries entre le 1er janvier et le 15 août a plus que doublé par rapport à la même période l’an dernier, selon des chiffres publiés, lundi 19 août, par le ministère de l’intérieur espagnol.
    Cette question de l’immigration clandestine vers l’Europe et des moyens de la réduire dominera la visite du premier ministre espagnol, Pedro Sanchez, dans trois pays d’Afrique de l’Ouest – Mauritanie, Gambie et Sénégal – la semaine prochaine.
    La visite de M. Sanchez en Mauritanie sera sa deuxième en six mois. Il s’était rendu dans le pays en février avec la présidente de la Commission européenne, Ursula von der Leyen, qui avait alors annoncé une aide de 210 millions d’euros dans le cadre d’une coopération accrue avec Nouakchott.
    L’Espagne est l’une des principales portes d’entrée en Europe pour des milliers de migrants africains, la majorité d’entre eux choisissant la route maritime vers les îles Canaries, situées au large des côtes nord-ouest de l’Afrique.
    L’organisation non gouvernementale (ONG) espagnole Caminando Fronteras, qui vient en aide aux migrants, estime que plus de 5 000 d’entre eux ont péri en mer au cours des cinq premiers mois de l’année, soit une moyenne de 33 décès par jour, alors qu’ils tentaient de se rendre aux Canaries. Ce chiffre s’explique par l’extrême dangerosité de cette route maritime, en raison des courants très forts, alors que les migrants voyagent dans des embarcations de fortune en mauvais état et surchargées.
    Pour l’ensemble de l’Espagne, les chiffres du ministère de l’intérieur font état d’une hausse de 66,2 % du nombre total de migrants arrivés dans le pays par voie maritime ou terrestre entre le 1er janvier et le 15 août (de 18 745 à 31 155). Mais cette hausse s’explique presque uniquement par la situation des Canaries, puisque le nombre des arrivées dans la péninsule et aux Baléares a, pour sa part, diminué de 11 %.
    Les chiffres montrent aussi une hausse très importante du nombre de migrants arrivés à Ceuta – l’une des deux petites enclaves espagnoles situées sur le continent africain – par la voie terrestre, c’est-à-dire en franchissant la frontière avec le Maroc : leur nombre a presque triplé entre le 1er janvier et le 15 août par rapport à l’an dernier (de 587 à 1 605). Ceuta et l’autre enclave espagnole située en territoire marocain, Melilla, constituent les seules frontières terrestres de l’UE avec le continent africain et sont, à ce titre, soumises à une forte pression migratoire.

    #Covid-19#migrant#migration#espagne#canaries#mauritanie#gambie#senegal#routemigratoire#sante#maroc#migrationirreguliere

  • Canaries : près de 200 migrants sont arrivés à El Hierro dimanche - InfoMigrants
    https://www.infomigrants.net/fr/post/59215/canaries--pres-de-200-migrants-sont-arrives-a-el-hierro-dimanche

    Canaries : près de 200 migrants sont arrivés à El Hierro dimanche
    Par La rédaction Publié le : 19/08/2024
    Au total, ce sont 196 exilés qui sont arrivés au port d’El Hierro, aux Canaries, à bord de deux embarcations dimanche. Depuis le début de l’année, plus de 22 000 personnes ont atteint les îles espagnoles contre 9 800 l’année dernière sur la même période.
    Sur la route migratoire dangereuse des Canaries, les traversées ne réduisent pas. Dimanche 18 août, deux embarcations de fortune ont atteint les côtes espagnoles. Une première pirogue est arrivée par ses propres moyens au port de La Restinga avec 175 migrants, dont 13 mineurs et 7 femmes, à son bord.
    Selon leurs témoignages, ils ont fait un voyage de sept jours depuis le port de M’Bour, au Sénégal, rapporte l’agence de presse espagnole EFE. Les migrants étaient originaires du Mali, de la Mauritanie, du Sénégal et de la Gambie. Quelques heures plus tard, c’est une embarcation bien moins chargée qui est arrivée dans le port espagnol, escortée par les gardes-côte. Dans cette seconde embarcation, 21 personnes d’origine subsaharienne, dont une femme, voyageaient. Toujours selon EFE, les exilés des deux cayucos - pirogue régulièrement utilisée pour les traversées - ont été transférés au Centre d’accueil temporaire pour étrangers de San Andrés, dans la municipalité de Valverde. Ils y sont pris en charge par les membres du collectif d’ONG Corazón orange – Ebria Sonko et « resteront en garde à vue jusqu’à leur orientation vers d’autres ressources extérieures à l’île ».
    Fuyant les crises économiques ou politiques, les migrants, subsahariens majoritairement, sont de plus en plus nombreux à prendre la mer pour tenter de rejoindre l’Europe, notamment l’Espagne. Entre le 1er janvier et le 15 août 2024, 22 304 migrants sont arrivés aux Canaries contre 9 800 sur la même période l’année dernière (soit une hausse de 126 %), selon les autorités espagnoles.
    Face à cet afflux d’arrivées, les îles Canaries ne parviennent plus à assurer l’accueil des mineurs non accompagnés. Selon les autorités locales, près de 6 000 mineurs sont bloqués sur l’archipel espagnol. Alors que nombre d’entre eux vivent dans des centres saturés et insalubres, les régions en Espagne continentale refusent de les accueillir.
    Et si certains exilés parviennent à atteindre le sol espagnol, d’autres n’ont pas cette chance car cette route des Canaries est particulièrement meurtrière. Plus de 4 800 migrants sont morts en tentant de rejoindre les Canaries par la mer de janvier à mai, selon l’ONG espagnole Caminando Fronteras. Soit 33 décès par jour.
    Si par malheur, une embarcation dévie trop de sa trajectoire initiale le long des côtes africaines - à cause des forts courants marins - et se retrouve au large, c’est la mort assurée. Dans l’immensité de l’océan Atlantique, les pirogues n’ont presque aucune chance d’être retrouvées et les passagers sont condamnés à mourir de soif et de faim.Ce fut vraisemblablement le cas mardi 6 août. Une pirogue avec 14 cadavres a été retrouvée au large de la République dominicaine, en mer des Caraïbes et selon les premiers éléments retrouvés à bord, dont des documents d’identité mauritaniens et sénégalais, la pirogue avait pris la route des Canaries avant de dériver de l’autre côté de l’Atlantique.

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  • ÉMIGRATION IRREGULIÈRE : 250 MIGRANTS INTERPELLÉS À BAMBOUGAR (FOUNDIOUGNE)
    https://www.seneweb.com/news/Societe/emigration-irreguliere-250-migrants-inte_n_447828.html

    ÉMIGRATION IRREGULIÈRE : 250 MIGRANTS INTERPELLÉS À BAMBOUGAR (FOUNDIOUGNE)
    Par : rts - Seneweb.com | 12 août, 2024 à 11:08:43 | Lu 639 Fois |
    Près de 250 candidats à l’émigration clandestine ont été interpellés dimanche à Bambougar, une localité de la commune de Sokone dans la région de Fatick, alors qu’ils s’apprêtaient à embarquer pour l’Europe. Selon les informations du journal Le Soleil, la pirogue qui devait les transporter a été interceptée juste avant leur départ.
    D’autres sources médiatiques précisent que l’embarcation, soigneusement dissimulée sur une rive entourée d’algues, avait été stationnée sur place pendant plusieurs jours, en attente du moment propice pour le départ. Alertées par les autochtones, les forces de l’ordre sont intervenues, mais les convoyeurs ont pris la fuite avant leur arrivée.
    Les premiers éléments de l’enquête révèlent que la pirogue était principalement composée de jeunes, dont des femmes accompagnées de leurs enfants, tous originaires de localités environnantes telles que Sokone, Karang, Toubacouta, Djifer et Mbour. Parmi les personnes interpellées se trouvaient également des migrants de nationalité gambienne, venus tenter cette périlleuse odyssée.

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  • Une pirogue, contenant 14 cadavres originaires du Sénégal et de Mauritanie, retrouvée en République dominicaine - InfoMigrants
    https://www.infomigrants.net/fr/post/58971/une-pirogue-contenant-14-cadavres-originaires-du-senegal-et-de-maurita

    Une pirogue, contenant 14 cadavres originaires du Sénégal et de Mauritanie, retrouvée en République dominicaine
    Par La rédaction Publié le : 07/08/2024
    Une embarcation avec 14 corps « en état de décomposition avancée » à été découverte près des côtes de la République dominicaine, dans la mer des Caraïbes. Selon les premiers éléments retrouvés à bord, dont des documents d’identité mauritaniens et sénégalais, la pirogue avait pris la route des Canaries avant de dériver de l’autre côté de l’Atlantique. C’est un drame migratoire qui s’est joué à près de 6 000 kilomètres de son point d’arrivée programmé. Mardi 6 août, une pirogue avec 14 cadavres a été retrouvée au large de la République dominicaine, en mer des Caraïbes. Sur des photos diffusées dans la presse, on peut voir des blouses mortuaires blanches alignées sur une plage de Río San Juan, dans le nord du pays, aux côtés d’une pirogue en bois blanche, rouge et bleue.
    L’embarcation à la dérive a d’abord été repérée par un pêcheur à une trentaine de km de la côte, qui a prévenu les secours. Sur place, les sauveteurs découvrent les corps en « état de décomposition avancée », à l’état de squelettes, comme le montrent des photos publiées par la presse locale. Tous sont actuellement en cours de transfert à l’Institut national scientifique (INACIF) pour y être identifiés.
    D’après le représentant de la Défense civile de la province d’Espaillat, Víctor Alfonso Vázquez, les documents d’identité retrouvés à bord appartiennent à des ressortissants de la Mauritanie et du Sénégal, âgés de 24 à 33 ans. Des téléphones portables et objets personnels ont également été découverts, ainsi qu’un sac à dos « contenant des paquets d’une substance proche de la cocaïne ou de l’héroïne ». Saisis, ils ont été « remis à la Direction nationale de contrôle des drogues (DNCD) pour analyses », précise la Marine nationale dans un communiqué.
    Pour Helena Maleno, présidente de l’association Caminando Fronteras, l’origine des passagers atteste bien de la destination initiale qu’ils avaient envisagé : les îles Canaries, « la route migratoire la plus dangereuse au monde », s’insurge-t-elle sur X. Outre les documents d’identité retrouvés, ce sont les caractéristiques de l’embarcation - une pirogue en bois typique de l’Afrique de l’Ouest - qui penchent le plus pour cette hypothèse. Dans son communiqué, la Marine dominicaine décrit un « navire d’origine et de fabrication inconnues » dans la région. Elle a par ailleurs indiqué « poursuivre l’enquête sur cette découverte en collaboration avec le Ministère public pour déterminer les causes et l’origine de cette tragédie maritime d’origine étrangère ».
    Cette route des Canaries est particulièrement meurtrière. Si par malheur, une embarcation dévie trop de sa trajectoire initiale le long des côtes africaines - à cause des forts courants marins - et se retrouve au large, c’est la mort assurée. Dans l’immensité de l’océan Atlantique, les pirogues n’ont presqu’aucune chance d’être retrouvées. Les passagers sont condamnés à mourir de soif et de faim. Ce n’est pas la première fois qu’une embarcation destinée à rejoindre les Canaries, à l’ouest du Maroc, est retrouvée de l’autre côté de l’Atlantique. Mi-avril, neuf corps de migrants ont été retrouvés par des pêcheurs au large du Brésil à environ 6 000 km là aussi des côtes africaines. La pirogue avait pris la mer depuis les côtes mauritaniennes avec une vingtaine de passagers. Aucun d’eux n’a été retrouvé. « Nous avons retrouvé des documents indiquant que l’embarcation est partie de Mauritanie [...]. Sans aucun doute, le bateau est resté à la dérive pendant une longue période », avait indiqué à l’époque José Roberto Peres, chef de la police fédérale du Pará, où avait été découverte l’embarcation.
    Cette sommaire barque en bois de 13 mètres de long ne possédait ni moteur, ni voile, ni gouvernail. L’hypothèse la plus probable est donc que le bateau se soit fait emporter par un courant marin qui l’aurait dévié de son itinéraire. Les passagers seraient ensuite progressivement morts de soif.Ces candidats à l’exil qui risquent leur vie en mer fuient la pauvreté, le chômage ou l’absence de perspectives dans leurs pays. Ils embarquent clandestinement depuis la Mauritanie, le Sénégal ou la Gambie moyennant finances sur des pirogues ou des embarcations précaires, complètement inadaptées à de telles traversées. Conséquence, sur la route des Canaries, les naufrages sont fréquents. Début juillet, les corps de 89 personnes ont été retrouvés dans un grand bateau de pêche traditionnel au large de la Mauritanie.
    Mi-juin, les sauveteurs espagnols ont retrouvé six cadavres dans un canot à 800 km au large de l’île canarienne de Tenerife. Plus de 80 personnes sont toujours portées disparues après cette découverte. Le canot surchargé avait quitté Nouakchott, en Mauritanie, le 30 mai dernier. Au total, plus de 4 800 migrants ont péri au cours des cinq premiers mois de 2024 en tentant de rallier les Canaries, estime l’ONG espagnole Caminando Fronteras. Dans le même temps, près 21 500 personnes ont débarqué dans l’archipel jusqu’ici cette année, selon le ministère de l’Intérieur.

    #Covid-19#migration#migrant#senegal#mauritanie#gambie#atlantique#routemigratoire#mortalite#sante#migrationirreguliere#republiquedominicaine

  • Tunisie : plus de 4 100 migrants sont retournés « volontairement » dans leur pays via l’OIM - InfoMigrants
    https://www.infomigrants.net/fr/post/58832/tunisie--plus-de-4-100-migrants-sont-retournes-volontairement-dans-leu

    Tunisie : plus de 4 100 migrants sont retournés « volontairement » dans leur pays via l’OIM
    Par Leslie Carretero Publié le : 31/07/2024
    Depuis le début de l’année, l’Organisation internationale des migrations (OIM) a organisé le « retour volontaire » de plus de 4 100 migrants depuis la Tunisie vers leur pays d’origine, contre un peu plus de 2 500 pour l’ensemble de l’année 2023. Les violences de la part de la population et des autorités, les destructions quotidiennes de campements, les interceptions en mer et les expulsions de Subsahariens dans le désert expliquent cette forte hausse des retours.
    Mardi 23 juillet, 162 migrants burkinabé sont montés dans un avion depuis la Tunisie vers leur pays d’origine « en toute sécurité et dans la dignité », selon les mots de l’Organisation internationale des migrations (OIM). Ces exilés ont bénéficié du programme de retour volontaire de l’ONU. « Aujourd’hui marque un nouveau départ pour de nombreux migrants bloqués en Tunisie qui vont retrouver leurs proches », s’est félicitée sur Facebook l’agence onusienne en Tunisie.
    À l’instar de ces Burkinabés, plus de 4 000 migrants vivant en Tunisie sont rentrés dans leur pays via l’OIM depuis janvier. La majorité d’entre eux sont des hommes seuls, originaires de Gambie, du Burkina Faso et de Guinée, précise l’agence à InfoMigrants.
    Un chiffre en nette augmentation : sur l’ensemble de l’année 2023, 2 557 personnes ont profité du « retour volontaire » depuis la Tunisie, ce qui représentait déjà une hausse de 45 % par rapport à 2022 où 1 614 exilés avaient bénéficié de ce programme.
    Cette augmentation s’explique par la situation délétère en Tunisie pour les Subsahariens. En effet, depuis le discours raciste du président Kaïs Saïed en février 2023 accusant les Noirs d’être la source de violences et de crimes, les exilés sont constamment harcelés par la population et les autorités.L’été dernier, des milliers d’entre eux ont été raflés dans les rues et les appartements de Sfax, puis envoyés dans le désert à la frontière libyenne ou algérienne. Abandonnés au milieu de nulle part, sans eau ni nourriture sous une chaleur écrasante, une centaine d’entre eux sont morts de soif, d’après les associations locales d’aide aux migrants. La photo de Fati et de sa fille de cinq ans, gisant sur le sable, avait fait le tour des réseaux sociaux.
    Ces expulsions collectives, pourtant illégales au regard du droit international, ont perduré. En janvier, InfoMigrants a reçu les témoignages de plusieurs Subsahariens arrêtés à Sfax et envoyés dans la montagne, près de la frontière algérienne. « Nous étions complètement perdus. Nous avons rencontré un berger, qui nous a aidés. Il nous a indiqué la bonne route à suivre », expliquait Fatma, une Sierra-Léonaise. Son groupe a marché pendant cinq jours pour rejoindre la première ville algérienne. Pendant ce trajet, il a « un peu neigé » mais surtout il a plu. « Ce fut très dur. Mais personne de notre groupe n’est mort. C’est déjà ça…. Il n’y a eu que des malades. »
    En mai, des migrants faisaient à nouveau état à InfoMigrants d’une vague d’"arrestations générales". Les exilés racontaient être traqués partout : dans les cafés, dans les rues, dans les gares, dans les taxis, dans les commerces ou dans les appartements. « Ils vont dans les maisons, cassent les portes, confisquent les passeports, volent tout ce qu’ils trouvent - téléphones, effets personnels, argent… - frappent les gens avec des matraques et les embarquent dans des bus », relatait Salif, un Guinéen vivant à Sfax.
    Si certains exilés sont livrés à eux-mêmes à la frontière algérienne, d’autres sont directement transmis aux forces libyennes, révélait en décembre InfoMigrants. L’échange, entre les policiers tunisiens et les milices libyennes, se fait discrètement en plein désert."Le véhicule s’est arrêté au niveau d’une montagne de sable. De l’autre côté, c’est la Libye. Les Tunisiens sont montés sur la montagne pour annoncer leur présence. Cinq minutes après, on a entendu des klaxons venus d’en face. Les policiers ont alors braqué leur kalachnikov sur nous et nous ont dit : ‘Haya, haya’ [’allez-y’, en français, ndlr] en montrant la Libye. Tout le monde avait peur", témoignait un autre Guinéen.
    Les migrants sont ensuite envoyés dans les prisons libyennes, où ils risquent d’y subir des violences, des viols, de l’extorsion, des privations de nourriture… Pour en sortir, les exilés doivent payer une rançon de plusieurs centaines d’euros.Les arrestations en Tunisie sèment la panique au sein de la population migrante vivant dans le pays. Fatigués de ce climat de terreur, beaucoup préfèrent ainsi faire marche arrière, et mettre fin à leur rêve européen.
    Dans le cadre du programme de retour volontaire de l’OIM, les migrants sont accompagnés à leur arrivée chez eux. L’agence « fournit une assistance qui comprend le transport jusqu’à la destination finale, l’aide à l’hébergement si nécessaire, ainsi qu’une assistance à plus long terme par le biais d’un soutien à la réintégration », détaille-t-elle.Les anciens exilés, qui présentent un projet fiable, sont accompagnés financièrement dans leurs démarches et la création, par exemple, d’un commerce ou d’une entreprise.
    Mais pour certains, l’accès à cette aide relève du parcours du combattant. L’an dernier, Ibrahim, un Guinéen de retour chez lui après six ans en Libye, affirmait à InfoMigrants attendre depuis 10 mois l’aide financière promise par l’OIM pour financer son projet.
    « Démotivé », le jeune homme de 22 ans a décidé de reprendre la route de l’exil vers l’Europe. « J’ai essayé de rester au pays. J’avais beaucoup d’espoir, je voulais tenter de faire quelque chose en Guinée. Mais cela faisait trop longtemps que j’étais parti, la réintégration était difficile. Quand j’ai quitté mon pays en 2017, j’avais 14 ans. Je n’avais pas fini mes études et je n’avais pas de travail. Aujourd’hui, je ne vois pas comment refaire ma vie au pays, sans l’aide de l’OIM. Il n’y a aucune perspective là-bas »

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  • Lutte contre l’immigration clandestine : Une pirogue de 111 candidats arraisonnée par le Niani
    https://www.dakaractu.com/Lutte-contre-l-immigration-clandestine-Une-pirogue-de-111-candidats-arrai

    Lutte contre l’immigration clandestine : Une pirogue de 111 candidats arraisonnée par le Niani
    Plusieurs pirogues en partance pour l’Espagne ont été interceptées ces derniers jours par la Marine Nationale sénégalaise. Dans un post sur le réseau social X (ex Twitter), la Marine Nationale renseigne qu’ « une pirogue de migrants transportant 111 personnes dont 62 sénégalais, 22 gambiens et 20 guinéens, a été arraisonnée par le PHM NIANI dans la soirée du 29 juillet 2024, à 140 km au large de Dakar ». Rien que pour la journée du lundi 29 juillet, plus de 500 personnes, des candidats à l’immigration irrégulière ont été interpellés par la Marine Nationale entre la Langue de Barbarie à Saint-Louis et Dakar.

    #Covid-19#migrant#migration#senegal#migrationirreguliere#gambie#guinee#espagne#atlantique#routemigratoire#sante

  • Immigration Irrégulière : 189 candidats interpellés à la Langue de Barbarie (Saint-Louis)
    https://www.dakaractu.com/Immigration-Irreguliere-189-candidats-interpelles-a-la-Langue-de-Barbarie

    Immigration Irrégulière : 189 candidats interpellés à la Langue de Barbarie (Saint-Louis)
    La Marine Nationale a encore sévi. Elle a intercepté au sol des candidats à l’immigration irrégulière, ce lundi matin dans la presqu’île de la Langue de Barbarie, à Saint-Louis. « Le 29 juillet 2024, la Base navale nord a interpellé, au niveau de la Langue de Barbarie, 189 candidats à l’émigration irrégulière, majoritairement de nationalités sénégalaise et gambienne », renseigne le tweet.

    #Covid-19#migrant#migration#senegal#gambie#saintlouis#migrationirreguliere#routemigratoire#atlantique#sante

  • Une nouvelle pirogue avec 209 migrants interceptée au large du Sénégal - InfoMigrants
    https://www.infomigrants.net/fr/post/58780/une-nouvelle-pirogue-avec-209-migrants-interceptee-au-large-du-senegal

    Une nouvelle pirogue avec 209 migrants interceptée au large du Sénégal
    Par La rédaction Publié le : 29/07/2024
    L’armée sénégalaise a indiqué avoir intercepté vendredi une nouvelle pirogue de 209 migrants au large du Sénégal. Le bateau était parti quatre jours plus tôt de Gambie. La semaine dernière, une pirogue similaire avait déjà été interceptée par l’armée alors qu’elle tentait de rejoindre les Canaries.L’annonce est quasiment identique à celle de la semaine dernière. Vendredi 26 juillet, l’armée sénégalaise a intercepté une pirogue sur laquelle se trouvaient 209 migrants qui cherchaient à rejoindre l’archipel espagnol des Canaries. Le bateau a été saisi au large de Saint-Louis, dans le nord du Sénégal.
    Selon le service de communication des armées, la pirogue était partie de Bara, dans le nord de la Gambie, le 22 juillet. À bord se trouvaient 187 Gambiens, 15 Sénégalais, quatre Guinéens de Guinée Bissau, deux Maliens, et un Guinéen de Guinée Conakry.
    Les candidats au départ sont arrivés à Dakar vendredi après-midi « pour des vérifications et leurs identifications », a précisé l’armée sénégalaise. Cette interception est la dernière en date d’une longue série ces derniers mois. À peine une semaine plus tôt, l’armée sénégalaise avait déjà intercepté une pirogue de 202 personnes dans la localité de Lompoul, une zone de pêche dans le nord du pays.
    Cette nouvelle opération de l’armée survient également une semaine après un naufrage dans lequel au moins 25 personnes sont mortes au large de la Mauritanie. Début juillet, un autre naufrage meurtrier, également survenu au large de la Mauritanie, a fait, lui, au moins 89 morts et 70 disparus.La route de l’Atlantique, qui mène les migrants jusqu’aux îles Canaries, porte de l’Europe, est particulièrement dangereuse à cause de ses forts courants et parce que les bateaux sont souvent surchargés, et en mauvais état. Ils ne sont surtout pas aptes à de tels parcours de navigation et les passagers manquent généralement d’eau potable à bord pour affronter les multiples jours de traversée. Pourtant, cette route est de plus en plus empruntée, notamment à cause des multiples contrôles en Méditerranée. Plus de 5 000 personnes sont mortes en essayant de rejoindre l’Espagne par la mer sur les cinq premiers mois de l’année 2024, dont 4 800 vers les Canaries, soit 33 morts par jour, selon Caminando Fronteras, une ONG espagnole.

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