• Les villes indivisibles, Oulipo, éditions nous
    https://www.editions-nous.com/noel2020/059.html

    Les villes indivisibles reprennent la structure des Villes invisibles d’Italo Calvino (55 vignettes urbaines divisées en 11 familles), tout en mettant à jour ses catégories thématiques, afin d’interroger ce qui constitue la ville contemporaine et future : les ressources, l’aménagement, le travail, la maladie, la diversité, la coexistence délicate du monde naturel avec son homologue virtuel.

    Les membres de l’Oulipo ont dressé un tableau de 55 sujets actuels de recherche et de débat, en collaboration avec une équipe d’urbanistes et de climatologues sous l’égide du GIEC. Pour chacun, ils ont conçu et développé le portrait d’une ville dont ce sujet sert de moteur narratif. De cette démarche collective résulte une littérature de l’imaginaire documentée, un récit à facettes multiples, entre fiction et travelogue, entre spéculation et rêverie, entre utopie et dystopie. Les villes indivisibles présente une mosaïque de villes imaginaires — pour ne pas dire impossibles.

    Pour ériger ces Villes indivisibles — et rendre hommage à leur confrère #Italo_Calvino et à ses Villes invisibles — les membres de l’#Oulipo (OUvroir de LIttérature POtentielle) se sont penchés, sous forme fictionnelle, sur la ville dans ses grandes lignes et ses petits détails.

    premières pages
    https://www.editions-nous.com/pdf/oulipo_lesvillesindivisibles.pdf

    Les habitants sont invités à rester cloîtrés dans les immeubles, où l’air qu’ils respirent est filtré.

    #ville #littérature

  • Littérature numérique – Un site cartographie l’archipel saisissant d’#Italo_Calvino | 24 heures
    https://www.24heures.ch/un-site-cartographie-larchipel-saisissant-ditalo-calvino-168760427968

    Le voyage littéraire dont il est ici question débute en 1943, avec quelques écrits timides qu’on pourrait considérer comme autant de préludes à une première œuvre consistante : « Le Sentier des nids d’araignées ». Le périple se prolonge quarante-deux ans durant et à l’arrivée, 200 textes plus loin, une boucle s’achève avec la dernière signature d’Italo Calvino, posée sur « Un Roi à l’écoute », texte qui charpente une pièce musicale de Luciano Berio. Entre ses deux extrémités, le corpus de l’écrivain italien ressemble à un archipel saisissant où on croise des atolls et des îlots de toutes sortes. Les plus populaires sont connus sous nos latitudes aussi : la trilogie formée par « Le Vicomte pourfendu », « Le Baron perché » et « Le Chevalier inexistant » demeure aujourd’hui encore une borne lumineuse.

    #cartographie #littérature

    • #Atlante_Calvino

      Oggi Italo #Calvino avrebbe quasi cento anni. E di fronte alle profonde trasformazioni a cui la letteratura, la stampa, i mezzi di comunicazione e la ricerca stanno assistendo non sarebbe rimasto chiuso a difendere la cittadella umanistica assediata. Sarebbe uscito a vedere.

      La letteratura come l’ha pensata, praticata e modellata Calvino tra gli anni Quaranta e gli anni Ottanta del secolo scorso aveva soprattutto un fine: quello di tenere la mente aperta. Renderla abbastanza elastica non certo da capire tutta la complessità del mondo, ma almeno da misurarla. E trarne qualche conseguenza: la prima di queste è che abbiamo bisogno di storie, perché la nostra mente non si limiti a riprodurre se stessa, ma attraverso la narrazione si trasformi in un grande laboratorio di possibilità. Aperto al futuro, grazie alla molteplicità di sguardi con cui partecipa alla costruzione del passato.

      Il progetto finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero e intitolato Atlante Calvino: letteratura e visualizzazione ha scommesso sulla critica letteraria come esercizio intellettuale di apertura mentale e sperimentazione. Per tre anni (2017-2020) il progetto ha messo in contatto un’équipe letteraria dell’Unité d’italien dell’Université de Genève e il laboratorio di ricerca DensityDesign del Politecnico di Milano, specializzato in progetti di Digital Humanities e Data Visualization, con la collaborazione della casa editrice Mondadori, che detiene i diritti italiani dell’intera opera di Calvino.

      Le due anime del progetto, quella letteraria e quella del design dell’informazione, sono state chiamate a mescolarsi per trovare soluzioni efficaci e innovative intorno al caso esemplare dell’opera di Calvino: l’opportunità di mettere in contatto un oggetto letterario e analisi di sistemi complessi condotta tramite la visualizzazione è l’obiettivo principale di questa ricerca. Nato a Santiago de Las Vegas nel 1923 e morto a Siena nel 1985, Italo Calvino è uno dei più noti e studiati scrittori della letteratura italiana contemporanea. La statura internazionale della sua fama, insieme alla bibliografia critica ormai sterminata che lo riguarda e alla varietà sperimentale delle sue opere, lo rende un modello perfetto per una ricerca fondata sul contributo scientifico che la visualizzazione dei dati può fornire agli studi letterari.

      Il risultato del progetto è la piattaforma web in cui vi trovate, che offre la possibilità di esplorare l’opera narrativa dello scrittore da un nuovo punto di vista: vale a dire attraverso un certo numero di elaborazioni visuali, che corrispondono ad altrettante interrogazioni letterarie rivolte al corpus dei testi calviniani. L’unione tra la figura di un autore fondamentale della letteratura del XX secolo e un metodo di studio innovativo ambisce a offrire un valido esempio di ricerca nel campo delle Digital Humanities di seconda generazione, che contribuisca all’attuale esigenza di rinnovamento delle discipline letterarie. La qualità scientifica del progetto si sforza di combinarsi, in questo senso, con le sue qualità pedagogiche, estetiche e comunicative, al fine di proporre una nuova “narrazione visuale” dell’autore.

      https://atlantecalvino.unige.ch
      #visualisation #infographie

  • Three Principles of Architecture as Revealed by Italo Calvino’s ’Invisible Cities’ | ArchDaily
    http://www.archdaily.com/875409/three-principles-of-architecture-as-revealed-by-italo-calvinos-invisible-

    Ah, Invisible Cities. For many of us, Italo Calvino’s 1972 novel reserves a dear place in our libraries, architectural or otherwise, for its vivid recollections of cities and their curiosities, courtesy of a certain Marco Polo as he narrates to Kublai Khan. And while the book doesn’t specifically fit the bill in terms of conventional architectural writing, it resists an overall categorisation at all, instead superseding the distillation of the cities it contains into distinct boundaries and purposes.

    For though there is a certain kind of sensory appeal that is captured in the details of places, the real beauty of Invisible Cities lies in the masking of underlying notions of time, identity and language within these details – a feat that is skillfully accomplished by both Marco and Calvino. With this in mind, here are three of many such principles, as revealed by the layered narrative of Invisible Cities.
    Much of Invisible Cities’ charm can be attributed to the specificity of its writing, and as a result, its narration. Throughout the narrative, 55 versions of city life are described with enthralling character, the first of which is Diomira, “a city with sixty silver domes, bronze statues of all the gods, streets paved with lead, a crystal theatre, a golden cock that crows each morning on the tower.” Details such as these constitute the overall visual communication between Marco Polo and us, as we assume the role of Kublai Khan, contributing to the successful creation of fictional cities through typologies and artifacts. This demonstrates our inherent reliance on specific imagery to create understanding; a facet that is an integral part of architecture.