• L’ERG, le choix du libre
    https://www.domainepublic.net/L-ERG-le-choix-du-libre.html

    Peggy Pierrot, enseignante en Théorie des médias et de la communication, et préposée technique et logistique à l’Erg, a répondu à nos questions sur le télétravail, et sur le fonctionnement de l’Erg sous #Logiciels_Libres, et les raisons de ce choix collectif. Au programme : l’Erg, à l’épreuve des deux confinements ; l’autonomie du libre ; la nécessité de la formation ; une critique du mythe de l’immédiateté ; le choix du circuit court ; et enfin, la lutte contre (...) Logiciels Libres

  • « Ces derniers jours, nous voyons de nombreuses personnes, notamment sur les médias sociaux, enjoindre des vidéastes de renom (ou pas) à "passer à PeerTube". Cela ne nous met pas très à l’aise, et il faut que l’on vous explique pourquoi. »

    Un très bon article sur la dégafaïsation, la tension entre actions individuelles et problèmes politiques collectifs, les différentes formules d’hébergement (notamment pour la vidéo). Si vous mettez des vidéos en ligne, c’est un article à lire.

    https://framablog.org/2020/10/29/message-aux-youtubeurs-youtubeuses-et-surtout-a-celles-et-ceux-qui-aiment

    #YouTube #PeerTube #fédération

    • Très intéressant de manière générale quant à l’idée de #militer pour les #logiciels_libres.

      D’abord, Framasoft est une petite association d’éducation populaire aux enjeux du numérique. Nous défendons l’esprit critique et la liberté de choix. Nous pensons que les injonctions au changement induisent de la résistance au changement.

      Dit autrement, nous savons que les vidéastes sont des personnes douées d’intelligence et de capacités de veille. Il est peu probable qu’elles acceptent les contraintes de Youtube en s’en fichant complètement. Il est aussi peu probable qu’une personne ne leur ait pas déjà pointé l’existence d’alternatives (il n’y a pas que PeerTube, d’ailleurs). Bref, il est vraisemblable de penser que beaucoup de vidéastes sont dans un processus de réflexion (« Rester sur Youtube ? Partir ? Comment ? Pour aller où ? Avec quelle énergie ? Et qu’est-ce que je fais de l’existant ? de ma communauté ? », etc).

      Nous respectons pleinement ce processus, et nous vous encourageons à le respecter aussi. Peut-être que votre vidéaste préféré⋅e choisira d’expérimenter des alternatives (bien !), de quitter Youtube (bien !) ou même de rester sur Youtube (bien aussi ! C’est son choix, pas le vôtre, pas le nôtre).

      Par ailleurs, cela donne l’impression que vous êtes des « témoins de Framasoft » 😛 Je vous laisse vous mettre à la place du vidéaste qui reçoit son douzième tweet « Tu devrais essayer PeerTube ! » de la journée. C’est… Saoulant ! Et nous, cela nous place dans une situation un peu compliquée, où des personnes croient qu’on a lâché une armée de fidèles à leurs trousses pour les convertir au libre de gré ou de force par le harcèlement. Du coup, et c’est compréhensible, ces vidéastes ont une mauvaise image du libre avant même d’avoir essayé .

      Et donc #troll aussi.

    • Pour les livres c’est un poil plus compliqué, car ce n’est pas l’auteur (ni même l’éditeur) qui en décide, cf. https://www.actualitte.com/article/tribunes/bye-bye-amazon-il-en-va-de-la-responsabilite-de-chaque-editeur/103699

      ne pas vendre de livre sur Amazon. De prime abord ce choix paraît compliqué, car la majorité des éditeurs (dont nous faisons partie) n’a pas de lien direct avec la plateforme : ce sont en effet les diffuseurs-distributeurs qui négocient les conditions de vente avec leurs revendeurs, dont la majorité est constituée de librairies physiques, mais aussi d’Amazon, de Fnac.com, etc. (…)
      Il y a pourtant une solution assez simple qui permet de pallier cette situation et d’éviter que le diffuseur-distributeur ne soit confronté à un problème juridique de « refus de vente » dans le cas où un éditeur voudrait se passer de tel ou tel espace de ventes : le code-barre du livre. Comme l’a relevé avec sagacité notre confrère belge des éditions Vies parallèles, le fait de ne pas mettre le code-barre à l’extérieur du livre le rend inexploitable par (les robots d’) Amazon. Zones sensibles a donc décidé de placer ce code-barre en deuxième de couverture

    • PeerTube

      Vi parliamo un po’ oggi di questo interessante progetto open source 1, si chiama PeerTube e vuole essere l’alternativa decentralizzata a YouTube. Ne abbiamo infatti già parlato all’interno dell’articolo su YouTube e abbiamo tempo fa anche aperto un nostro canale sull’istanza gestita dal collettivo Devol sul dominio peertube.uno. Di recente abbiamo pubblicato anche qualche video-recensione e PeerTube è il nostro punto fermo di riferimento per tutto quello che riguarda la parte video del nostro sito.

      Prima di tutto: cos’è una istanza? Il nostro dizionario Nerd – Italiano è qui per voi, ma vi trascriviamo volentieri il significato di istanza: “In base al tipo di licenza il software libero può essere eseguito da più persone su server differenti. Significa che chiunque può tirare su un server e far girare questo software su qualsiasi indirizzo.“

      Come dicevamo PeerTube è un’alternativa decentralizzata e federata a YouTube. Utilizza inoltre la tecnologia P2P per ridurre il carico sui singoli server. Non spaventatevi per le parole complesse, come al solito vi spiegheremo tutto cercando di essere semplici e chiari.

      Decentralizzato e federato significa che chiunque può tirare su un server su qualunque dominio e far girare questo software. Ogni istanza avrà come al solito le sue funzionalità e le sue regole. In sostanza: su PeerTube.uno ci saranno determinate regole, su video.linux.it altre, su midi-les-animes.moe altre ancora. Tutti questi siti sono però interoperabili tra di loro: per iscrivervi a un canale o per commentare su uno di questi siti vi basterà un qualunque account del Fediverso, come ad esempio un account Mastodon.
      Video: cos’è PeerTube?

      https://peertube.uno/w/qDFZHUUHViLSPs59GQX36U?start=0s

      Utilizzare la tecnologia peer-to-peer, invece, vuol dire permettere agli utenti collegati alla piattaforma di inviare pezzi di video ad altri utenti utilizzando la propria banda. Proprio come funzionano i più famosi programmi di file sharing.

      Oltre a questo fa parte del Fediverso, è dunque compatibile con altri servizi come Mastodon, PixelFed, Funkwhale e tutti gli altri.

      PeerTube 3.0 e lo streaming

      Nella versione 3.0 di PeerTube, rilasciata agli inizi del 2021 2, è stato finalmente rilasciato anche lo streaming live. È stata una release molto importante perché lo streaming può aiutare PeerTube a tenere il passo con i colossi del web, come ad esempio Twich o lo stesso YouTube.

      Se siete curiosi di provarlo, una delle istanze già aggiornate alle versione 3.0 con attivo già lo streaming è questa qui.

      Su PeerTube ad oggi non si possono (per fortuna) inserire annunci pubblicitari prima o durante i video, c’è però la possibilità di inserire sul proprio canale e all’interno di ogni video, il tastino “supporta l’autore” dove saranno presenti tutti i metodi per supportare l’autore ad esempio con donazioni oppure acquistando dal suo negozio.
      Cerca i video con Sepia Search

      Esiste anche un motore di ricerca chiamato Sepia Search che permette di ricercare video all’interno di tutte le istanze di PeerTube. Lo potete utilizzare andando su sepiasearch.org. In alternativa potete provare ad utilizzare anche SimpleerTube, un progetto open source 3 che permette di cercare all’interno di tutte le istanze PeerTube e che permette anche di vedere qualunque video senza mai abilitare JavaScript. Sepia Search è decentralizzato e chiunque può crearne un’istanza. Questa ad esempio è quella italiana dei Devol.

      Ultima nota: grazie all’applicazione NewPipe, che già abbiamo conosciuto per poter vedere YouTube privatamente, è possibile cercare e guardare video di PeerTube su Android attraverso proprio il motore di ricerca SepiaSearch!
      Video: come cercare su PeerTube con NewPipe

      https://peertube.uno/w/9dTsafkZRZ8TswAX64Hxf4?start=0s

      Insomma a noi piace molto, è un’idea affascinante e funziona per ora davvero molto bene. L’unico difetto è che non si trovano molti video ma ovviamente questo non è colpa della piattaforma in sé ma del suo utilizzo. Più siamo, più carichiamo e più verrà utilizzato e più potrà essere considerata una vera alternativa a YouTube. A noi ogni tanto è capitato di chiedere a qualche influencer più o meno famoso di YouTube di portare i suoi video anche su PeerTube. Per ora non abbiamo mai ricevuto risposta, ma prima o poi qualcuno di curioso e interessato a questa nuova tecnologia siamo sicuri di incontrarlo!
      PeerTube su smartphone

      È anche possibile utilizzare PeerTube su smartphone. Lo si può fare usando direttamente i siti delle varie istanze tramite browser ad esempio. In alternativa esistono anche le applicazioni per Android. Potete provare ad esempio l’ottima TubeLab disponibile sia su F-Droid che su Google Play, creata dagli stessi autori di Fedilab.

      Esiste anche Thorium, anche questa disponibile sia su F-Droid che su Google Play (in beta).
      Peerchat

      Aggiungiamo infine che da qualche tempo esiste anche una chat open source 4 per i video di PeerTube. Si chiama Peerchat e potete cliccare qui per provarne un’istanza.

      https://www.lealternative.net/2021/05/26/peertube

  • #Philippe_Lévy : « L’#hôpital va s’effondrer comme une barre obsolète de banlieue »

    Dans une tribune au Parisien - Aujourd’hui en France, le professeur des universités Philippe Lévy « lance une #alerte de plus afin que le grand public perçoive les enjeux de ce qui est en train de se dérouler » à l’hôpital.

    « De tous les centres hospitalo-universitaires (#CHU) et de la majorité des #centres_hospitaliers généraux s’élève la même plainte. L’#épuisement du #personnel, la #perte_de_sens et — c’est nouveau — l’#insécurité_des_soins y sont décriés. L’#AP-HP est emblématique car c’est le plus grand établissement hospitalier d’Europe. Je souhaite par ces quelques lignes lancer une alerte de plus afin que le grand public perçoive les enjeux de ce qui est en train de se dérouler.

    Le personnel non médical — infirmier(e) s, aide-soignant(e) s, psychologues… — est écrasé en raison de #salaires de misère, de plannings sans cesse modifiés, de l’impossibilité de se loger à proximité des hôpitaux, de la destruction des équipes attachées à un service, ne permettant pas une #formation adéquate ni la #transmission_du_savoir ni la #solidarité. Les infirmières n’ont plus les moyens d’accomplir leurs tâches dans le temps imparti… On doit fermer des lits par secteurs entiers, restreignant les capacités d’accueil. Il n’y a plus d’assistantes sociales pour accompagner la prise en charge des patients précaires.

    Dans les hôpitaux, il manque des manipulateurs radio. L’AP-HP remplace les #secrétaires par des #logiciels qui font des courriers. Mais les secrétaires organisent le temps des médecins, sont capables de distinguer l’urgence de l’accessoire, de gérer l’angoisse… L’#encadrement ne contrôle plus le #soin. Il est saturé par la gestion des plannings, les glissements de tâches. L’AP-HP a été sévèrement touchée par la #réforme_des_pôles qui a détruit les #unités_fonctionnelles qu’étaient les #services autour du #chef_de_service. La création des #pôles a généré d’innombrables réunions, des mises en place d’#indicateurs de #performance. Les super #pôles_interhospitaliers ont été inventés avec un responsable médical et un #cadre_paramédical très éloignés des différents services et de leurs préoccupations. Les #super_pôles ont encore moins bien fonctionné que les pôles. Puis on a créé, sans plus de succès, les #départements_médico-universitaires. Les jeunes #médecins sont maintenus dans un état précaire pendant des années. Malgré des besoins évidents de titulaires, ils restent #contractuels et sont renouvelés (ou non) tous les six mois. Ce sont pourtant des bacs +10, responsables de vies humaines !

    Les rapports avec les directions sont de plus en plus difficiles. Elles ne sont plus au service des équipes médicales, c’est l’inverse. Il nous faut remplir des #objectifs, expliquer des déficits, signer des contrats qui n’engagent que le #corps_médical. Il y a à l’AP-HP un #administratif pour deux médecins…

    On le comprendra, le problème de l’hôpital ne se limite pas aux urgences. C’est être aveugle que de le croire, de le dire, voire de le clamer. Voilà, mesdames et messieurs les futurs usagers, rapidement brossé le paysage dévasté de ce qui est fait de l’#hôpital_public censé pourtant assurer les soins au plus haut niveau de tous, pauvres comme riches, et assurer la recherche d’excellence et la formation. Nous sommes à un #point_de_non-retour où l’hôpital public va s’effondrer comme une barre obsolète de banlieue sous le regard avide de l’#hospitalisation_privée. Le #corps_médical et paramédical ainsi que la population doivent dire stop et se lever. Plus que temps ! »❞

    http://www.leparisien.fr/societe/philippe-levy-l-hopital-va-s-effondrer-comme-une-barre-obsolete-de-banlie
    #effondrement #privatisation #macronisme #santé #hôpital_public #accès_aux_soins #soins #précarité #new_management_public #néo-libéralisation #services_publics

  • Linux Creator Linus Torvalds Disavows the ZFS Filesystem - The New Stack
    https://thenewstack.io/linux-creator-linus-torvalds-disavows-the-zfs-filesystem

    Linux creator and principal developer Linus Torvalds has come out against the ZFS filesystem. The timing of this cannot be ignored, as only recently ZFS has found its first official implementation within a major distribution release. Said release was Ubuntu 19.10, wherein the ZFS filesystem was touted as one of the main features of the latest iteration of Canonical’s take on Linux.

    In a forum posting, Torvalds wrote, “If somebody adds a kernel module like ZFS, they are on their own. I can’t maintain it, and I can not be bound by other people’s kernel changes.”

    If one only considers Torvalds’ post, it would be easy to conclude his issue with ZFS stems from potential licensing issues. “There is no way I can merge any of the ZFS efforts until I get an official letter from Oracle that is signed by their main legal counsel or preferably by Larry Ellison himself that says that yes, it’s ok to do so and treat the end result as GPL’d,” he wrote.

    The issue of licensing goes deeper. Consider that the ZFS on Linux port depends on two deprecated kernel functions, __kernel_fpu_begin() and __kernel_fpu_end(). The functions that replaced __kernel_fpu_begin() and __kernel_fpu_end() were deliberately released as GPL-only.

    So if Oracle has yet to sign off on ZFS being GPL’d, and two deprecated functions ZFS depends upon have been replaced by GPL-only functions, there’s a problem (even if it’s only of an ideological nature for the time being).

    But this isn’t all about the GPL. What started this issue was a complaint that the Linux kernel recently broke the out-of-tree ZFS module. To that, Torvalds said, “Note that ‘we don’t break users’ is literally about user-space applications, and about the kernel I maintain.” Torvalds then, once again, brings it back to a licensing issue by stating, “But considering Oracle’s litigious nature, and the questions over licensing, there’s no way I can feel safe in ever doing so.”

    There are other issues with ZFS. The biggest is that it breaks the OSI 7-layer model. To be specific, ZFS circumvents trust of the lower layers of the Open Systems Interconnection (OSI) model by using error correction of its own. Remember, the goal of the OSI 7-layer model is the interoperability of diverse communication systems with standard communication protocols. So you have an entire file system that shuns a model that Linux depends upon.

    To complicate matters, ZFS offers features found in few production-ready Linux file systems. The only file system that comes close is Btrfs, which has been often maligned as not being stable enough for production systems.

    In the end, Torvolds says, “Don’t use ZFS. It’s that simple. It was always more of a buzzword than anything else, I feel, and the licensing issues just make it a non-starter for me.” He adds a bit of specificity to his pronouncement by saying, “The benchmarks I’ve seen do not make ZFS look all that great. And as far as I can tell, it has no real maintenance behind it either anymore, so from a long-term stability standpoint, why would you ever want to use it in the first place?”

    As for Canonical’s take on this development? “In light of recent ZFS discussions, our customers and users tell us they want ZFS in Ubuntu since it has many desirable features that protect against data corruption, supports high storage capacities, offers efficient data compression, snapshots and copy-on-write clones to name just a few,” wrote Martin Wimpress, Canonical Engineering Director at Canonical, via email. “We will continue to work with our friends in the OpenZFS project to improve the ZFS story on Ubuntu.”

    One can only wonder what’s in store for the ZFS file system. Might Oracle re-license the code such that is becomes “friendly” with the mainline kernel? If not, chances are the standoff between Torvalds and ZFS will continue.

    #Linux #Logiciels_libres #Fight #GPL #Oracle

  • Gaël Duval, l’adepte de Linux qui veut libérer les smartphones
    https://www.lemonde.fr/pixels/article/2019/12/02/gael-duval-l-adepte-de-linux-qui-veut-liberer-les-smartphones_6021357_440899

    Ça fait toujours plaisir de voir un de ses anciens étudiants obtenir un portrait dans Le Monde. Ce que l’article ne dit pas, c’est que Gaël n’a pas découvert Linux dans sa chambre, mais bien à la fac de Caen, où l’OS avait été introduit par Jacques Madelaine et Jean Saquet.
    Mais Gaël a très vite maîtrisé les chose mieux que ses enseignants, en tout cas, largement mieux que moi, même si j’étais censé « encadrer » son mémoire. Un super travail dès l’époque pour délester les réseaux IP encombrés aux moments de pointe d’un prestataire (micro FAI) en utilisant le RNIS en roue de secours. Du load balancing de réseau ;-). C’est aussi un privilège d’enseignant de voir ses étudiants bien meilleurs que soi, mais pour autant d’arriver à échanger sur les fondamentaux de la liberté sur internet. Comme je n’étais pas vraiment très bon en informatique (je ne le suis d’ailleurs toujours pas), c’est un privilège que j’ai eu souvent, avec des tas d’étudiants qui m’intimidaient par leurs connaissances informatiques, mais avec qui je pouvais avoir des relations sur les enjeux de l’internet. La « culture numérique » avant l’heure.

    Portrait Face au duopole de Google et d’Apple sur les systèmes d’exploitation mobiles, ce Normand développe « /e/ », un système d’exploitation affranchi des Gafam.

    Pour rencontrer Gaël Duval, aucune adresse n’est spécifiée, aucun bureau, aucun espace de coworking. De son propre aveu, son lieu de travail, « c’est Internet ». Depuis son entrée à la fac dans les années 1990, toute la carrière de ce Normand de naissance s’est structurée autour de l’informatique. De ses premiers émois numériques, il a gardé des valeurs chères à de nombreux acteurs des débuts du Web : l’échange, l’accessibilité au plus grand nombre, la transparence.

    Des idéaux que l’on retrouve dans son dernier projet en date, « /e/ » (à prononcer « i »), un système d’exploitation (OS) pour mobile conçu pour garantir le respect de la vie privée de ses utilisateurs. Le but : proposer une solution de rechange solide aux deux systèmes d’exploitation pour mobile les plus utilisés au monde, Android (Google) et iOS (Apple), à l’heure où la défiance envers les grands empires du numérique ne cesse de gonfler.

    #Gael_Duval #Linux #Mandrake #/e/ #Logiciels_libres

  • Seenthis cité dans cet article : "Mastodon, Diaspora, PeerTube... : des alternatives « libres » face aux géants du Net et à leur monde orwellien"

    Réseau social original, Seenthis (« Vu ça » en français) a été lancé en France en 2011. Il s’apparente par certains aspects à Twitter, mais propose bien d’autres fonctionnalités. L’utilisateur peut y tenir un blog personnel constitué de billets courts, dans lesquels il recommande à ceux qui le suivent la lecture d’articles (comme ceux de Bastamag, par exemple).

    https://www.bastamag.net/Mastodon-Diaspora-PeerTube-Qwant-framasoft-logiciels-libres-open-street-ma

    #LogicielsLibres #Logiciels_Libres #MondeDuLibre #SeenThis

  • An Open Source License That Requires Users to Do No Harm | WIRED
    https://www.wired.com/story/open-source-license-requires-users-do-no-harm

    China uses facial recognition technology to track Uyghur Muslims. The US military uses drones to kill suspected terrorists—any nearby civilians. US Immigration and Customs Enforcement—which has locked children in cages near the Mexican border—relies on software for communications and coordination, like all modern organizations.

    Someone had to write the code that makes all of that possible. Increasingly, some developers are calling on their employers and the government to stop using their work in ways they believe are unethical. Google employees convinced the company to stop its drone footage analysis work and cancel plans to bid on a cloud computing contract with the Pentagon. Microsoft employees have protested the company’s work for ICE and the military, though with little success thus far.

    But it’s hard to stop a company or government from using software that it already has, especially if that software is open source. Last month, for example, programmer Seth Vargo deleted some of his open source code from online repositories to protest its potential use by ICE. But because open source code can be freely copied and distributed, his code was soon back online elsewhere.

    Coraline Ada Ehmke wants to give her fellow developers more control over how their software is used. Software released under her new “Hippocratic License” can be shared and modified for almost any purpose, with one big exception: "Individuals, corporations, governments, or other groups for systems or activities that actively and knowingly endanger, harm, or otherwise threaten the physical, mental, economic, or general well-being of individuals or groups in violation of the United Nations Universal Declaration of Human Rights.”

    #Logiciels_libres #Licence #Hippocratic_licence #Coraline_Ada_Ehmke

  • Statement on Gab’s fork of Mastodon - Official Mastodon Blog
    https://blog.joinmastodon.org/2019/07/statement-on-gabs-fork-of-mastodon

    Mastodon is completely opposed to Gab’s project and philosophy, which seeks to monetize and platform racist content while hiding behind the banner of free speech. Mastodon remains committed to standing up against hate speech; for example, our new server covenant means we only list servers on joinmastodon.org that are committed to active moderation against racism, sexism and transphobia. The Mastodon community does not approve of their attempt to hijack our infrastructure and has already taken steps to isolate Gab and keep hate speech off the fediverse.

    Mastodon champions a free API ecosystem and as such all Mastodon apps are created and maintained by independent developers. However, Tusky (Android) and Toot! (iOS) have blacklisted Gab’s domains from their login screens. Gab users will not be able to use these apps to access or post from Gab. We do not currently know if any other apps are doing the same. Mastodon itself allows instance owners to decide which domains to block. Most servers in the fediverse are already blocking the Gab domains and we have done the same at mastodon.social.

    In addition to the isolation Gab can expect from the fediverse, it is clear that their design choices offer users no incentive to choose their platform. By paywalling basic features that are freely available on Mastodon, Gab puts itself at a disadvantage compared to any Mastodon instance. Mastodon remains non commercially structured and all features are available to users freely from the start.

    #Modération #Mastodon #Détournement #Logiciels_libres

  • The Internet Relies on People Working for Free - OneZero
    https://onezero.medium.com/the-internet-relies-on-people-working-for-free-a79104a68bcc
    https://miro.medium.com/focal/1200/632/52/50/0*93mCYPVf551dbAQY

    But when software used by millions of people is maintained by a community of people, or a single person, all on a volunteer basis, sometimes things can go horribly wrong. The catastrophic Heartbleed bug of 2014, which compromised the security of hundreds of millions of sites, was caused by a problem in an open-source library called OpenSSL, which relied on a single full-time developer not making a mistake as they updated and changed that code, used by millions. Other times, developers grow bored and abandon their projects, which can be breached while they aren’t paying attention.

    It’s hard to demand that programmers who are working for free troubleshoot problems or continue to maintain software that they’ve lost interest in for whatever reason — though some companies certainly try. Not adequately maintaining these projects, on the other hand, makes the entire tech ecosystem weaker. So some open-source programmers are asking companies to pay, not for their code, but for their support services.

    Daniel Stenberg is one of those programmers. He created cURL, one of the world’s most popular open-source projects.

    #Logiciels_libres #cURL #Maintenance

  • Microsoft mit Gewinnsprung - Aktie auf Rekordhoch | Berliner Zeitung
    https://www.berliner-zeitung.de/ratgeber/digital/microsoft-mit-gewinnsprung---aktie-auf-rekordhoch-32880710

    On l’avait un peu pedu de vue, mais Microsoft continue à dominer.

    Microsoft baut seine Führung als wertvollstes börsennotiertes US-Unternehmen vor den Erzrivalen Apple und Amazon aus. Der Geschäftsbericht vom Vorabend hievte den Börsenwert zeitweise auf enorme 1,08 Billionen Dollar..de/ratgeber/digital/microsoft-mit-gewinnsprung---aktie-auf-rekordhoch-32880

    Dank boomender Cloud-Dienste läuft es bei Microsoft derzeit prächtig. Im letzten Geschäftsquartal (bis Ende Juni) schoss der Gewinn im Jahresvergleich um 49 Prozent auf 13,2 Milliarden US-Dollar (11,7 Mrd Euro) in die Höhe, wie Microsoft am Donnerstag mitteilte. Das lag zwar auch maßgeblich an einer Steuergutschrift über 2,6 Milliarden Dollar, doch auch das operative Ergebnis legte um starke 20 Prozent zu.

    Microsoft verdient weiter glänzend am lukrativen Cloud-Geschäft mit IT-Diensten im Internet. Beim Flaggschiff - der Azure-Plattform für Unternehmen - kletterte der Umsatz um 64 Prozent. Das ist zwar ein beeindruckender Wert, allerdings lag das Wachstum im Vorjahreszeitraum noch bei 89 Prozent und im Vorquartal bei 73 Prozent. Die Cloud-Dienste sind ein großer Teil des Erfolgsrezepts, mit dem Konzernchef Satya Nadella Microsoft seit seinem Amtsantritt 2014 zu einem kaum für möglich gehaltenen Comeback verholfen hat.

    Doch auch in vielen anderen Sparten brummt das Geschäft. Das 2016 übernommene Online-Karriereportal Linkedin erhöhte den Umsatz um ein Viertel. Microsofts Web-Version des Büroprogramms „Office 365” legte um starke 31 Prozent zu.

    Selbst das angestaubte Windows-Geschäft lief dank überraschend starker PC-Verkäufe gut. Einziger Schwachpunkt war die Gaming-Sparte mit der Spielkonsole Xbox. Insgesamt stiegen die Erlöse um 12 Prozent auf 33,7 Milliarden Dollar. Sowohl Gewinn als auch Umsatz lagen über den Erwartungen der Analysten.

    #affaires #monopoles #logiciels #gafam

  • Le « #deep_fake » : vers la fin de la vérité dans l’#image #numérique ?
    https://www.franceinter.fr/emissions/la-fenetre-de-la-porte/la-fenetre-de-la-porte-21-mai-2019

    Depuis quelques mois, on parle de plus en plus de ce qu’on appelle les "deep fakes". "Fake", c’est le "faux", le "trucage" et "deep" pour "#deep_learning", une de modalités de l’intelligence artificielle.

    De quoi s’agit-il ?

    Grâce aux progrès de l’intelligence artificielle - et plus particulièrement des réseaux de neurones - des programmes sont aujourd’hui capables d’utiliser des images existantes pour générer d’autres images. Ça signifie que vous pouvez animer un visage, lui donner des expressions, l’insérer dans une autre image.

    [...]

    [...] si [..] vous trafiquez à la fois le visage et la voix -, ça devient plus problématique : vous arrivez à produire une vidéo à peu près crédible dans laquelle Barack Obama tient des propos qu’il n’a jamais tenus.

    [...]

    A partir du moment où les #algorithmes ont à leur disposition suffisamment d’images et de discours existants, des #logiciels des plus faciles à manier et de plus en plus efficaces permettent de faire dire n’importe quoi à n’importe qui. C’est assez abyssal. 

    Jusqu’ici, la #vidéo faisait malgré tout office de preuve. Avec des outils comme ceux-là, ça risque de ne plus être le cas. On risque de voir apparaître plein de fausses déclarations, qui paraîtront très crédibles. C’est un problème.

    Mais, autre conséquence possible, quelqu’un qui aura été filmé en train de dire ou faire quelque chose de répréhensible ou de gênant pourra toujours, en l’absence d’autre source, crier au “deepfake”. 

    Peut-être qu’on s’inquiète pour rien ?

    Peut-être que les "deep fakes" resteront à jamais un gadget à usage plus ou moins de bon goût mais sans grande conséquence. C’est tout à fait possible. Le monde des technologies nous a habitués à se tromper d’inquiétude. Mais si elles se développent et sont utilisées à grande échelle pour créer de fausses déclarations d’hommes politiques, par exemple, on entrerait dans ce qu’un expert a désigné comme un monde de la “fake news sous stéroïde”. Parce que, aux dires des chercheurs, il n’est pas facile de déterminer techniquement si une image a été trafiquée par ce type de programmes (il faut créer des logiciels qui puissent détecter des défauts dans les mouvements des cils par exemple). Ce serait une guerre de programme informatique contre programme informatique, un fact checking technique. 

    Mais il pourrait y avoir une autre conséquence, d’ordre quasi philosophique : toute image circulant dans les réseaux deviendrait par essence suspecte, l’image numérique basculerait dans le monde du faux, de la fabrication, on n’y croirait plus du tout. 

    Elle tomberait dans un autre registre, celui de la #fiction, on regarderait les images qui circulent sur Internet comme on regarde des films de fiction. Le "deep fake" aurait tué l’idée même qu’il y ait une #vérité dans l’image numérique. On y chercherait autre chose. Ce serait étrange, ça inaugurerait une nouvelle ère du journalisme. Mais pas sûr que ce soit pire qu’aujourd’hui.

    #ia

  • Python’s creator thinks it has a diversity problem — Quartz
    https://qz.com/1624252/pythons-creator-thinks-it-has-a-diversity-problem

    In a rare interview with the programmer in October last year, which was recently published on YouTube, he was asked about the lack of diversity among the people working on open-source programming languages. He noted that it was an issue, and said that those who ignore it, because open-source projects are available for anyone to contribute, are not seeing the full picture.

    “It’s not just joining a project that’s the problem, it’s staying in the project, which means you have to feel comfortable exchanging emails and code reviews… with people that you don’t know personally but you communicate frequently with online,” he said. Van Rossum thinks that these exchanges can be difficult for women because of unconscious bias and male-driven cultural norms within open-source communities.

    “It’s not just about writing the code, but you have stand up for your code and defend your code, and there is a certain male attitude that is endemic in many projects where a woman would just not feel comfortable claiming that she is right,” he explained. “A guy who knows less than that woman might honestly believe [he is right], so they present a much more confident image.” In his experience, van Rossum sees incompetent men’s ideas gaining acceptance more often than merited because they are more forceful in how they present them.

    Van Rossum believes that the different attitudes of women and men in programming communities is due to wider societal problems that we need to fix from the bottom up. “I’ve always felt that feminism was right and we need to change the whole society,” he said. In the meantime, he feels a responsibility to act in the places he has influence, like in the Python community.

    He believes the key to making open-source communities more inclusive is establishing (and enforcing) codes of conduct and mentoring. Van Rossum says that he now mentors women and underrepresented minority programmers. “But white guys can forget it,” he said. “They are not the ones who need it most.” (In typical programmer speak, he calls mentoring a “completely distributed, democratic approach.”)

    Rather, he thinks it’s important that men are educated about their biases. “[There are] some guys who are super defensive when you tell about this shit, but the majority of guys just don’t know any better,” he said. “The first time I heard the term unconscious bias was maybe five years ago and it was an eye opener.” It’s changed him, and he thinks it could change others.

    #Python #Logiciels_libres #Genre #Féminisme #Programmation

  • À LA TÉLÉ - Le logiciel libre, un enjeu philosophique autant qu’un choix de société
    https://reporterre.net/A-LA-TELE-Le-logiciel-libre-un-enjeu-philosophique-autant-qu-un-choix-de

    Depuis la généralisation d’#Internet dans tous les domaines de la #société, la problématique des #logiciels_propriétaires, opposés aux #logiciels_libres, est devenue cruciale, quoique encore ignorée par la grande majorité des utilisateurs. Par définition, le logiciel libre peut être exploité, amélioré et distribué par tous. Or, la plupart des logiciels auxquels nous recourons quotidiennement sont dit « propriétaires » : leur code source appartient à de grandes entreprises, qui en tirent des bénéfices importants. Les #résistants de l’open source y voient ainsi un #enjeu_philosophique autant qu’un #choix_de_société : les nouvelles technologies devraient être contrôlées par leurs #utilisateurs, plutôt que de limiter leur #liberté à leur trouver des alternatives.

  • The Linux desktop is in trouble | ZDNet
    https://www.zdnet.com/article/the-linux-desktop-is-in-trouble

    Jason Hicks, Muffin maintainer and member of the Linux Mint team, observed on Reddit, as reported by Brian Fagioli:

    I also have a life outside open-source work, too. It’s not mentally sound to put the hours I’ve put into the compositor. I was only able to do what I could because I was unemployed in January. Now I’m working a job full time, and trying to keep up with bug fixes. I’ve been spending every night and weekend, basically every spare moment of my free time trying to fix things.

    There’s also been tension because we’re 1-2 months from a release. We’ve had contentious debate about input latency, effects of certain patches, and ways to measure all of this. Other team members are going through their own equally hard circumstances, and it’s an unfortunate amount of stress to occur all at once at the wrong times. We’re human at the end of the day. I wish these aspects didn’t leak into the blog post so much, so just wanted to vent and provide some context. If you take away anything from it, please try the PPA and report bugs. We need people looking for things that might get stuck in cinnamon 4.2.

    I’ve heard this before. There have been a lot of Linux desktop distros over the years. They tend to last for five or six years and then real life gets in the way of what’s almost always a volunteer effort. The programmers walk away, and the distro then all too often declines to be replaced by another.

    It is not easy building and supporting a Linux desktop. It comes with a lot of wear and tear on its developers with far too little reward. Mint is really a winner and I hope to see it around for many more years to come. But I worry over it.

    Looking ahead, I’d love to see a foundation bring together the Linux desktop community and have them hammer out out a common desktop for everyone. Yes, I know, I know. Many hardcore Linux users love have a variety of choices. The world is not made up of desktop Linux users. For the million or so of us, there are hundreds of millions who want an easy-to-use desktop that’s not Windows, doesn’t require buying a Mac, and comes with broad software and hardware support. Are you listening Linux Foundation?

    #Logiciels_libres #Linux #GUI #Economie

  • SPIP : Mise à jour CRITIQUE de sécurité
    https://www.domainepublic.net/SPIP-Mise-a-jour-CRITIQUE-de-securite.html

    Une faille CRITIQUE a été découverte récemment sous SPIP, permettant l’exécution de code arbitraire par les visiteurs identifiés. Elle touche les versions SPIP 3.1 ( inférieure à la 3.1.10) et les versions SPIP 3.2 ( inférieure à la 3.2.4) , et impacte tous les sites utilisant ces versions. Les versions SPIP 3.0 et antérieures ne sont pas concernées par ce problème. Il est impératif de mettre à jour votre site SPIP dès que possible. L’équipe remercie Guillaume Fahrner pour l’identification et le (...)

    #Logiciels_Libres

  • KEI letter to US DOJ, opposing IBM acquisition of Red Hat | Knowledge Ecology International
    https://www.keionline.org/30093

    Très intéressant sur les relations Logiciels libres et grandes entreprises. Utiliser le LL comme cheval de Troie pour renforcer des services spécifiques... brisant la confiance et la neutralité du libre. L’inverse de ce que décrit « Des routes et des ponts » sur les partenariats communs-privés.

    The following was sent to US DOJ today, to express KEI’s opposition to the IBM acquisition of Red Hat.

    13 March 2019

    Bindi R. Bhagat
    U.S. Department of Justice
    Antitrust Division
    Technology and Financial Services Section

    Dear Ms. Bhagat,

    Thank you for taking our call today, regarding the International Business Machines Corporation (IBM) effort to buy Red Hat, Inc. As discussed, Knowledge Ecology International (KEI) is opposed to IBM acquiring Red Hat.

    At present, Red Hat controls the most important Linux distribution for Internet and cloud servers.

    The important metrics in this area include, but are not limited to, the share of Internet traffic supported by Red Hat server installations, as well as the revenue that Red Hat realizes for maintaining and customizing Linux server software, compared to other Linux server distribution companies or organizations.

    Red Hat is an important contributor to the Linux kernel and to the code that is used in many elements in the broader GNU/Linux platform of free software programs that are used by server platforms, including the many non-Red Hat Linux distributions.

    IBM is proposing to pay a large premium for Red Hat. Prior to the acquisition offer, Red Hat was valued at approximately $20.5 billion. IBM is proposing to buy Red Hat for $34 billion, a premium of about 67 percent of the previous value.

    IBM could have invested in Red Hat stock at a much lower price, if the objective was simply to share in the expected profits of Red Hat, continuing its current business offerings. What IBM gains from its acquisition of Red Hat is control, and the ability to shape the direction of its software development efforts, to favor IBM’s own cloud services.

    Today Red Hat is considered a neutral partner for many companies offering or developing cloud services. If IBM acquires Red Hat, the trust in Red Hat will be eroded, and IBM will have powerful incentives to influence Red Hat’s software development efforts towards providing special functionality and benefits to IBM and the IBM cloud services, and even to degrade the functionality of services to companies that compete directly with IBM, or fail to buy services from IBM.

    The Department of Justice (DOJ) should consider the impact of the merger on the incentives that Red Hat will have, post merger, to undermine competition and degrade the benefits of a more level playing field, for this critical Internet resource and platform.

    Our concerns are shaped to some degree by the detrimental decision made by the DOJ in approving the Oracle acquisition of Sun Computer’s open source assets, including the MySQL database program. At the time, DOJ viewed the MySQL software as unimportant, because the revenues were small, relative to other database programs. Most users of MySQL did not pay any fees to use the software. Our organization, KEI, used MySQL to support our Joomla, Drupal and WordPress content management systems, and did not pay fees to Sun Computer, along with countless other businesses, non-profit organizations and individuals who also used the free version. We were concerned, at the time, that Oracle would degrade and slow the development of the capacities of MySQL, in order to protect Oracle’s very expensive proprietary database services. We believe that our concerns about Oracle have unfortunately been borne out, by the blunting of the rate of innovation and ambition for MySQL, the fact that Open Office (another program gained in the acquisition of Sun Computers) is no longer an important free software client for office productivity, and Oracle’s aggressive litigation over copyright and patent claims related to Java.

    The DOJ might consider conditions on the merger that would provide greater assurances that Red Hat will not be used to create an unlevel playing field that favors IBM’s own cloud services. We are willing to suggest such conditions, relating to governance, licensing and other issues. For example, the DOJ could require IBM to show how it will ensure the continued policy of ensuring that Red Hat’s patents are only used for defensive purposes. Conditions on this issue should be durable, and avoid predictable loopholes.

    IBM’s competitors and existing customers of Red Hat will have more informed suggestions as to specific conditions that would protect IBM’s competitors. But overall, the best decision would be to reject the merger, on the grounds that is is fundamentally designed to create an unlevel playing field.

    Red Hat is not just another technology company. It is one of the main reasons the Internet functions as well as it does.

    Sincerely,

    James Love
    Knowledge Ecology International (KEI)
    1621 Connecticut Avenue, Suite 500
    Washington, DC 20009
    https://keionline.org

    #Communs #Logiciels_libres #Red_Hat #IBM

  • Urgent, mobilisez-vous, contactez les député⋅e⋅s pour la priorité au logiciel libre dans l’éducation | April
    https://www.april.org/urgent-mobilisez-vous-contactez-les-depute-e-s-pour-la-priorite-au-logiciel-l

    L’examen en séance publique du projet de loi pour une école de la confiance va démarrer lundi 11 février 2019 à partir de 16h. Deux amendements déposés par les membres du groupe de la Gauche Démocrate et Républicaine (GDR) proposent que les logiciels mis à disposition des élèves dans le cadre du service public de l’enseignement soient en priorité des logiciels libres. L’April appelle chacun et chacune à contacter dès maintenant les député⋅e⋅s pour soutenir ces propositions. L’examen de ces amendements pourrait avoir lieu dès lundi 11 février ou mardi 12 février.

    #logiciels_libres #éducation_nationale

  • [Sponso] Microsoft Windows 10 Pro à seulement 10,39 € sur URcdkeys
    https://www.tomshardware.fr/2018/12/07/sponso-windows-10-pro-a-seulement-1125-e-sur-scdkey-2

    Sur le site URcdkeys, vous pouvez actuellement vous procurer - à très bon prix - des clés d’activation pour Microsoft Windows 10 Pro, le pack Office 2016 Pro, et bien d’autres #logiciels.

    #bons-plans