#Jonas-Tögel : #Guerre_cognitive - Les techniques de #manipulation les plus récentes comme genre d’#armes de l’#OTAN
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#Jonas-Tögel : – Neueste Manipulationstechniken als Waffengattung der #NATO
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L’ultima spiaggia dell’unione Europea
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Nel Nord della Francia tra Calais e Dunkirk centinaia di persone tentano ogni giorno di attraversare la manica e raggiungere le coste dell’Inghilterra L’articolo L’ultima spiaggia dell’unione Europea proviene da Scomodo.
L’ultima spiaggia dell’unione Europea
Nel Nord della Francia tra Calais e Dunkirk centinaia di persone tentano ogni giorno di attraversare la manica e raggiungere le coste dell’Inghilterra.
I fratelli di Mohamed hanno corso durante tutta la marcia e una volta arrivati di fronte alla spiaggia si sono precipitati verso le dune di sabbia per raccoglierne a manciate e gettarsele addosso. A pochi metri di distanza, poco più di 50 persone disposte a semicerchio, commemorano il loro fratello minore, Mohamed, morto a soli dieci mesi, e #Dina_Al_Shaddadi, entrambe vittime della frontiera tra Francia e Inghilterra. Sono state le famiglie dei due a organizzare una “marche blanche” a Calais (la città francese più prossima all’Inghilterra). Hanno chiesto ai partecipanti di vestirsi di nero e portare dei fiori, e così è stato fatto.
Mohamed è morto alla Caritas per un arresto cardiaco, un giorno dopo il rientro da un tentativo di attraversamento della frontiera. Dina invece è morta in mare.
Il 27 di luglio si era aperta una finestra di passaggio per tentare la traversata. Il vento era buono, il tempo pure e Dina Al Shaddadi e la sua famiglia avevano deciso di provare per la quinta volta. Dina e sua sorella, Nour, sono salite per prime sulla barca, erano sicure di avercela fatta, l’Inghilterra era a un passo. Il gommone ha cominciato in fretta a riempirsi di persone che pur non avendo comprato un biglietto sono salite. Nour e Dina sono state schiacciate dalla massa di persone accalcate sull’imbarcazione. Nour ha provato a richiamare l’attenzione, a suggerire a chi era con loro di chiamare i soccorsi, ha cercato di impedire che si avviasse il motore e si arrivasse al largo. Solo quando il volto di Dina è sbiancato e il collo è diventato blu le persone intorno a lei hanno capito che la situazione era grave e hanno chiamato il 112. Era troppo tardi.
Dalla Brexit il numero di persone che hanno tentato di attraversare per mare il confine è aumentato notevolmente, così come è cresciuto il numero di vittime. Non ci sono abbastanza barche per tutti, il viaggio ha un costo molto alto – si parla di duemila euro per un tragitto che per vie legali costerebbe 40£ – e chi non paga un biglietto ai “passeur” (i trafficanti) prova a saltare all’ultimo dentro la barca, come è successo a Dina e Nour, compromettendo la sicurezza di tutti, anche la propria.
Per contrastare gli “sbarchi irregolari” i governi di Francia e Inghilterra hanno avviato degli accordi bilaterali per bloccare le partenze dalle Coste francesi: il litorale di Calais è altamente militarizzato, il porto è circondato da filo spinato e le pattuglie della polizia monitorano le spiagge di Boulogne, Calais e Grand Synthe.
Di notte migranti e polizia giocano a nascondino: i primi si confondono nelle dune di sabbia e tra la vegetazione, quando non vedono uomini in divisa all’orizzonte corrono portando in alto il gommone, una volta entrati in acqua accendono il motore e salgono, molto velocemente, per partire e godere dell’immunità: la polizia in acqua non li può toccare.
Ma l’attenzione della polizia non riguarda soltanto la costa, tocca anche la città di Calais. Dopo lo smantellamento della giungla nel 2016, dove abitavano circa 10.000 persone, i campi si sono dispersi e frammentati in diversi luoghi della città. Ogni 48 ore almeno venti –ma spesso molti di più – uomini della Police Nationale in tenuta anti-sommossa operano degli sfratti nei campi: portano via alcune tende, al cui interno si trovano spesso i pochi averi di chi vive in quei rifugi di fortuna, a volte arrestano qualcuno, e poi passano al campo successivo.
Una mattina mentre la polizia sta sgomberando il campo cosiddetto “Unicorn”, accanto all’ospedale di Calais, Nassim (nome di fantasia) li guarda e dice: «Io ero come loro». Sua madre è siriana, suo padre turco, dopo il 2011 è scappato da Damasco, ha attraversato il confine ad Ovest ed è andato a vivere con la sua famiglia nella città natale del padre, vicino a Gaziantep nella Turchia dell’Est. Lì ha deciso di arruolarsi nell’esercito: «Ho cominciato il periodo di addestramento e mi hanno spedito a presidiare il confine con la Siria, ma non ho resistito, sono dovuto scappare via non potevo sopportare il modo in cui il corpo militare turco agiva su quel confine».
Così è andato via, ha attraversato l’Europa a piedi lungo la rotta balcanica per arrivare in Germania dove ha imparato il tedesco e ha cominciato un processo di integrazione. Dopo un anno il governo tedesco gli ha fatto sapere che la sua domanda d’asilo non era stata accettata, Nassim se n’è dovuto andare da un posto che aveva cominciato appena a chiamare casa per la terza volta.
È partito per Calais all’inizio di luglio, nel campo si annoia, dice che non c’è nulla da fare, vuole andare in Inghilterra e ricominciare la sua vita che è in pausa da mesi. Lui, a differenza di altri che arrivano a Calais e decidono di restare in Francia, è certo di dover partire. In poco più di un mese ha tentato sette volte la traversata senza mai riuscirci. A volte è colpa del tempo, quando piove o c’è troppo vento è bene non avventurarsi in mare; altre volte è stata la polizia a fermarlo. L’ultimo tentativo lo ha sfiancato, è tornato al campo stanco e insofferente, e nonostante di norma sfoderasse un inglese perfetto ha preferito usare Google traduttore per parlare con i volontari. Ha detto: «Sono troppo stanco per pensare». La polizia aveva sorpreso lui e altri compagni sulla spiaggia all’alba mentre trasportavano un gommone, che è stato subito confiscato, e in seguito alle proteste di alcuni di loro gli agenti della Police Nationale hanno usato gas e manganelli.
Quando il gruppo è tornato al campo si sono fatti vedere curare le ferite da alcuni studenti di medicina inglesi volontari a Calais, poi sono spariti nella boscaglia, dove avevano lasciato le tende. Alcuni le hanno trovate al loro posto, Nassim no. Ne aveva bisogno per riposarsi in vista del giorno successivo, quando avrebbe tentato di nuovo, l’Inghilterra per lui è l’unica soluzione.
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#mourir_aux_frontières #morts_aux_frontières #migrations #réfugiés #frontières #décès #Calais #France #Manche #marche_blanche #campement #Unicorn
Deux nouveaux migrants disparus dans la Manche - InfoMigrants
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Deux nouveaux migrants disparus dans la Manche
Par La rédaction Publié le : 09/09/2024
Deux migrants sont portés disparus dans la Manche après un incident en mer samedi. Ces exilés ont sauté à l’eau pour porter secours à une autre personne tombée dans la Manche, mais n’ont pas été retrouvés, contrairement à la première qui a pu être secourue par les forces françaises.
Les drames dans la Manche se succèdent. Samedi 7 septembre, deux personnes se sont noyées dans cette zone maritime en tentant d’atteindre le Royaume-Uni. Elles ont disparu en mer alors qu’elles voulaient venir en aide à un migrant tombé dans l’eau.
Retour sur les évènements. En début de matinée samedi, un exilé contacte le Cross (centre régional opérationnel de surveillance et de sauvetage) Gris-Nez pour signaler « qu’une personne est tombée à l’eau précédemment », indique la préfecture maritime de la Manche et de la Mer du Nord (Premar) dans un communiqué.
Les sauveteurs parviennent à localiser la personne, qui est « consciente », et la prennent en charge à bord de leur patrouilleur.
« En parallèle, 57 personnes présentes à bord de l’embarcation demandent assistance » auprès des forces françaises, précise le communiqué. Une quinzaine d’exilés du même canot refuse en revanche « l’assistance proposée par les moyens français et poursuivent leur route sous une surveillance adaptée ». En clair, les autorités continuent d’observer à distance l’embarcation et se tiennent prêtes à intervenir en cas d’accident.
En raison « des risques encourus par les migrants en cas d’actions contraignantes pour les obliger à embarquer sur les moyens de sauvetage de l’État (chute à la mer, choc thermique, trauma divers) », les sauveteurs n’interceptent jamais les migrants dans la Manche et ne les forcent pas à être secourus. L’opération se fait uniquement sur demande de personnes à bord du canot de migrants.
Une fois l’opération de sauvetage terminée, des personnes secourues ont informé les secours « que deux personnes » étaient « tombées à mer » pour « venir en aide à la première personne tombée à l’eau ».Des recherches sont alors menées par des moyens maritimes, aéronautiques et terrestres « pour tenter de retrouver d’autres éventuelles personnes à la mer », mais « les deux autres personnes signalées comme potentiellement tombées à l’eau n’ont pas pu être relocalisées et récupérées », a résumé la Premar.
Les opérations de recherche sont rapidement interrompues, et une enquête a été ouverte par le parquet de Boulogne-sur-Mer.
Quelques heures plus tard, en début d’après-midi, 65 exilés ont été secourus par les forces françaises après avoir demandé de l’aide. Ils ont ensuite été déposés au port de Dunkerque.Le même jour, d’autres départs ont été observés. Selon les données du Home office (équivalent du ministère de l’Intérieur), 357 personnes réparties dans six bateaux sont parvenues à atteindre les rives britanniques. Le lendemain aussi, deux embarcations, avec 55 personnes à bord, ont rejoint le Royaume-Uni.
#Covid-19#migrant#migration#royaumeuni#france#manche#routemigratoire#migrationirreguliere#sante#mortalite#dunkerque#boulognesurmer
Au #procès des folles
« Les violences sont déplacées dans le champs du #fantasme »
Victimes de violences physiques et psychologiques de la part de leurs ex conjoints, Anouk et Marie doivent être expertisées par des psychologues et psychiatres suite aux #démarches_juridiques qu’elles entament, au pénal et au civil. Elles racontent leurs expériences traumatisantes face à des expertes qui minimisent les faits, remettent en doute leurs paroles, symétrisent les comportements ou encore les accusent d’être hystériques et masochistes. Ces psys considèrent qu’Anouk et Marie « y sont sans doute pour quelque chose », compte tenu de leurs profils psychologiques.
De très nombreuses femmes vivent les mêmes expériences, source de nouveaux traumatismes, devant la justice, mais aussi dans les cabinets libéraux. Cet épisode décrypte le processus de #psychologisation de la violence (des victimes, mais aussi des agresseurs) qui permet de mieux l’occulter. Avec les analyses de psychologues et d’avocates qui tentent de faire changer ces pratiques.
▻https://www.arteradio.com/son/61684896/au_proces_des_folles
#justice #violence #procès_pénal #procès #traumatisme #masochisme #hystérie #occultation #invisibilisation #psychologie #anxiété #VSS #violences_sexuelles #expertise #peur #honte #répétition #larmes #humiliation #culturalisation #religion #histoire_familiale #hystérie #suspicion #intimité #expertise_psychologique #enquête_de_crédibilité #crédibilité #toute_puissance #traumatisme #post-traumatisme #consentement #colère #tristesse #témoignage #anxiété_généralisée #traumatisme_de_trahison #troubles_du_stress_post-traumatique (#TSPT) #subjectivité #psychanalyse #névrose #masochisme #analyses_paradoxales #présomption_de_masochisme #présomption #concepts #mise_en_scène #jeu #mensonge #manipulation #exagération #répétition #co-responsabilité #dépsychologisation #féminisme #violences_politiques #vulnérabilité #expertises_abusives #maltraitance_théorique #théorie #rite_de_domination #violences_conjugales #analyse_sociale #psychologisation_de_la_violence #patriarcat #domination #violence_systémique #féminicide #sorcière #pouvoir #relation_de_pouvoir #victimisation #violences_conjugales #crime_passionnel #circonstances_atténuantes #injustice #haine #haine_contre_les_femmes #amour #viol #immaturité #homme-système #empathie #désempathie #masculinité #masculinité_violente #violence_psychologique #humiliations #dérapage #déraillement #emprise_réciproque #reproduction_de_la_violence #émotions #récidive #intention #contexte #figure_paternelle #figure_maternelle #imaginaire #violence_maternelle #materophobie #mère_incenstueuse #parentalité_maternelle #parentalité_paternelle #dénigrement
ping @_kg_
Merci
Cette émission a fait un écho tremblant aux accusations et dénigrements de psychologues dont j’avais requis les compétences pour m’aider (croyais-je) alors que j’étais en soin pour un cancer du sein métastasé. La première, je n’ai pas ouvert la bouche que déjà elle me dit que je me suis assise de façon présomptueuse et un autre moment elle rit en me disant qu’elle voudrait bien voir mon enfant pour savoir comment il s’en sort d’avoir une mère comme moi. Une autre, à qui j’ai demandé d’agir en relais le temps des soins pour mon enfant qui débute ses études, et qui présente des phases dépressives suite à des maltraitances de son père, lui conseille d’aller vivre chez lui devenu SDF à 600km de là et me donne un rdv où j’apprends qu’il sera présent, refusant de m’entendre alors que c’est moi qui l’ai toujours payé. Tellement choquée que je pars en voir une autre pour lui demander si il est normal d’agir ainsi. Cette fois, en sortant, j’étais responsable du cancer qui m’avait fait perdre mon sein dû à des problèmes psys de maternité non résolu, j’allais détruire mon entourage, mon enfant également et j’avais juste envie de me suicider.
J’ai quand même repris trois mois plus tard un suivi par une psychologue de la clinique qui m’a cette fois réellement écoutée et aidée. Jamais eu le courage cependant de retourner voir les 3 autres pour dénoncer leur incompétence et leurs humiliations.
#psychologues #violences_psychologiques #maternophobie #courage_des_femmes
@vraiment merci du partage, en espérant que ça puisse aider, même si de manière infime.
Je me demandais : leur écrire, au moins ?
OpenAI, Maker of ChatGPT, Is Trying to Grow Up - The New York Times
▻https://www.nytimes.com/2024/09/03/technology/openai-chatgpt-revenue.html
Cade MetzMike Isaac
By Cade Metz and Mike Isaac
Reporting from San Francisco
Sept. 3, 2024
OpenAI, the often troubled standard-bearer of the tech industry’s push into artificial intelligence, is making substantial changes to its management team, and even how it is organized, as it courts investments from some of the wealthiest companies in the world.
Over the past several months, OpenAI, the maker of the online chatbot ChatGPT, has hired a who’s who of tech executives, disinformation experts and A.I. safety researchers. It has also added seven board members — including a four-star Army general who ran the National Security Agency — while revamping efforts to ensure that its A.I. technologies do not cause serious harm.
OpenAI is also in talks with investors such as Microsoft, Apple, Nvidia and the investment firm Thrive for a deal that would value it at $100 billion. And the company is considering changes to its corporate structure that would make it easier to attract investors.
The San Francisco start-up, after years of public conflict between management and some of its top researchers, is trying to look more like a no-nonsense company ready to lead the tech industry’s march into artificial intelligence. OpenAI is also trying to push last year’s high-profile fight over the management of Sam Altman, its chief executive, into the background.
Today, OpenAI has more than 1,700 employees, and 80 percent of them started after the release of ChatGPT in November 2022. Mr. Altman and other leaders have led the recruitment of executive hires, while the new chairman, Bret Taylor, a former Facebook executive, has overseen the expansion of the board.
“While start-ups must naturally evolve and adapt as their impact grows, we recognize OpenAI is navigating this transformation at an unprecedented pace,” Mr. Taylor said in a statement emailed to The New York Times. “Our board and the dedicated team at OpenAI remain focused on safely building A.I. that can solve hard problems for everyone.”
OpenAI is also driven by technologies that worry many A.I. researchers, including some OpenAI employees. They argue that these technologies could help spread disinformation, drive cyberattacks or even destroy humanity. That tension led to a blowup in November, when four board members, including the chief scientist and co-founder Ilya Sutskever, removed Mr. Altman.
After Mr. Altman reasserted his control, a cloud hung over the company. Dr. Sutskever had not returned to work.
La Manche, une frontière toujours aussi meurtrière pour les migrants
▻https://www.lemonde.fr/international/article/2024/09/06/la-manche-une-frontiere-toujours-aussi-meurtriere-pour-les-migrants_6305695_
La Manche, une frontière toujours aussi meurtrière pour les migrants
Par Service infographie
Depuis le début de l’année, les naufrages et les drames se succèdent dans la Manche : cinq personnes, dont deux adolescents, mortes en janvier ; une petite fille noyée dans un canal alors que l’embarcation sur laquelle elle se trouvait remontait vers la mer, en mars ; cinq migrants morts après avoir essayé de traverser la Manche à bord d’une embarcation chargée de 112 personnes, en avril ; six personnes mortes dans trois accidents distincts, en juillet…
Le 3 septembre, dix femmes et deux hommes, principalement érythréens, sont morts dans le naufrage de leur embarcation au large du cap Gris-Nez, portant à trente-sept le nombre de migrants ayant perdu la vie dans la traversée de la Manche depuis janvier. 2024 est ainsi devenue l’année la plus meurtrière depuis le début des traversées de ce bras de mer de 40 kilomètres à bord d’embarcations de fortune.
Comme le montrent les statistiques collectées par l’Organisation internationale pour les migrations, dans le cadre du Projet migrants disparus, les drames de la migration ne sont pas nouveaux dans ce secteur.Depuis 2014, au moins 280 migrants sont morts ou ont disparu en tentant de rejoindre les côtes britanniques depuis l’Europe continentale, et notamment depuis Calais. Un pic des morts avait été atteint en 2019, année précédant le Brexit, les passeurs faisant croire aux migrants qu’il serait impossible d’arriver au Royaume-Uni après sa sortie de l’Union européenne (UE), prévue le 31 janvier 2020.
Initialement, les décès étaient principalement imputables à des accidents : migrants tombés des camions dans lesquels ils cherchaient à se dissimuler ou encore percutés par des voitures sur la voie rapide menant au port des ferrys (d’où partent pour l’Angleterre au moins cinquante bateaux par jour, soit un transit quotidien de 5 000 à 6 000 camions) ou pour accéder au tunnel sous la Manche (vaste espace de 650 hectares, difficile à contrôler).
Le verrouillage croissant mis en place par les autorités françaises et britanniques pour empêcher l’accès à ces deux sites frontaliers a eu pour effet de dissuader les tentatives d’intrusion, passées de plus de 15 000 en 2016 à 127 en 2023.
Mais il a aussi poussé les exilés à tenter de plus en plus la traversée par voie maritime, à bord de petites embarcations : près de 136 000 personnes ont traversé la Manche sur des small boats à partir de la France, depuis que le Royaume-Uni a commencé à comptabiliser ces arrivées, en 2018.Des traversées particulièrement périlleuses qui, comme l’a rappelé le préfet maritime de la Manche et de la mer du Nord, à la suite du naufrage du 3 septembre, se déroulent dans l’une des zones maritimes « les plus fréquentées au monde, avec plus de 600 navires de commerce » par jour, « particulièrement dangereux y compris quand la mer semble belle » et où les conditions météorologiques sont d’ailleurs « souvent difficiles ».
La géographie des morts aux frontières a donc changé, se déplaçant en mer. Avant le naufrage du 3 septembre, l’accident le plus meurtrier s’était produit le 24 novembre 2021 : au moins vingt-sept migrants avaient péri dans le chavirement de leur embarcation, après de nombreux appels à l’aide ignorés par les secours français, qui n’étaient pas intervenus, attendant que le bateau passe dans les eaux britanniques.
Entre Londres et Paris, la question migratoire reste sensible, particulièrement depuis la sortie du Royaume-Uni de l’UE. En déplacement à Boulogne-sur-Mer (Pas-de-Calais), le 3 septembre, Gérald Darmanin, ministre de l’intérieur démissionnaire, a fustigé l’attrait pour le Royaume-Uni, « où on peut travailler sans des papiers et où on a peu de chance d’être expulsé » et réclamé un traité migratoire entre Londres et l’UE pour freiner les départs clandestins. Depuis le protocole de Sangatte de 1991, qui a mis en place les prémices d’une politique d’externalisation de la frontière britannique, et les accords du Touquet de 2003 et de Sandhurst de 2018, qui ont créé des bureaux de contrôles conjoints, la coopération entre Paris et Londres se concentre sur le volet sécuritaire, avec le transfert d’argent britannique à la France pour renforcer les contrôles à Calais. Conclu en novembre 2022, le dernier accord prévoit une augmentation de 40 % des agents français patrouillant la côte de la Manche en échange de près de 72 millions d’euros. Des travaux supplémentaires sont aussi en cours, financés par Londres, pour empêcher l’accès en amont du port de Calais et du tunnel dans une zone déjà largement verrouillée. Une politique qui n’a, jusqu’à présent, pas arrêté les morts à cette frontière.
#Covid-19#migrant#migration#france#royaumeuni#routemigratoire#mortalite#migrationirreguliere#externalisation#frontiere#sante#manche
Manche : Darmanin réclame un nouveau traité migratoire avec Londres, mais pourquoi ces partenariats sont-ils inefficaces ? - InfoMigrants
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Manche : Darmanin réclame un nouveau traité migratoire avec Londres, mais pourquoi ces partenariats sont-ils inefficaces ?
Par Charlotte Boitiaux Publié le : 04/09/2024
Pour la 4e fois depuis 2021, Paris réclame un nouveau traité migratoire pour mettre fin aux traversées clandestines des « small boats ». Gérald Darmanin qui s’est rendu à Boulogne-sur-Mer après le terrible naufrage de mardi, tente depuis son arrivée au gouvernement en 2020 de trouver une solution pour contrer les passeurs et dissuader les migrants de traverser la Manche. En vain.
Il est arrivé en urgence dans la soirée du mardi 3 septembre à Boulogne-sur-Mer. Le ministre français de l’Intérieur démissionnaire Gérald Darmanin est venu apporter son soutien aux services de secours français après le terrible naufrage le matin même qui a fait 12 morts, en majorité des personnes de nationalité érythréenne. Face au lourd bilan des victimes qui tentaient toutes de rejoindre les côtes anglaises, le chef de la place Beauvau a appelé dans la soirée à la signature d’un nouveau traité migratoire avec Londres. Avec, comme toujours la même finalité : mettre fin à ces départs clandestins.
Ce n’est pas la première fois que la France et son voisin britannique signent des partenariats sur l’épineux sujet migratoire. En mars 2023, un accord prévoyant le versement par les Britanniques à la France de plus de 500 millions d’euros sur quatre ans a été conclu entre les deux pays. L’enveloppe doit servir à stopper les départs en mer en militarisant davantage la frontière maritime, dans la région de Calais, notamment.
Des centaines d’agents de police supplémentaires ont ainsi été déployés sur les plages françaises et davantage de drones ont été fournis pour aider les forces terrestres. L’accord prévoit aussi l’installation et l’utilisation d’équipements de surveillance de haute technologie (jumelles, caméras thermiques...).
Mais, en dépit de ces forces en présence sur les plages françaises, la politique franco-britannique de dissuasion fonctionne peu, a reconnu Gérald Darmanin à mots feutrés, hier soir. Non seulement l’année 2024 est la plus meurtrière en ce qui concerne les décès en mer depuis l’apparition des « small boats », mais les départs ne cessent pas : depuis le début de l’année, 21 400 migrants ont atteint les côtes britanniques, selon le Home office. Un chiffre légèrement en hausse comparé à celui de 2023, sur la même période (21 000).
« Ce ne sont pas les dizaines de millions d’euros que nous négocions chaque année avec nos amis britanniques et qui ne payent qu’un tiers de ce que nous dépensons, nous », qui feront cesser les départs clandestins, a notamment lâché Gérald Darmanin. Le ministre démissionnaire admet même que retenir des gens contre leur gré sur le sol français est mission impossible. « Moins de 5% (des personnes qui veulent aller en Grande-Bretagne) demandent l’asile en France », a-t-il ajouté. « Ce que ces personnes veulent, c’est partir (…) Elle vont souvent rejoindre leur famille (…) et rien ne peut résister à ce désir de vivre avec sa famille ».
Le ministre français explique surtout le succès des traversées de la Manche suite à la sortie du Royaume-Uni de l’Union européenne (UE). « Les (migrants) tentent beaucoup d’aller en Grande-Bretagne parce qu’ils savent qu’ils sont sans doute non-expulsables du territoire britannique », a-t-il encore expliqué, hier, devant les caméras. Et c’est en partie vrai : le « Règlement Dublin » qui régit les expulsions de migrants entre les pays de l’UE ne s’applique pas outre Manche. On ne peut pas, en effet, renvoyer un migrant qui arrive au Royaume-Uni vers la France ou vers l’UE. « Il n’y a pas de politique d’immigration commune avec le reste de l’Union européenne (…) », a répété Gérald Darmanin.
Quelle solution donc pour empêcher les gens d’entreprendre des traversées meurtrières ? Pour le gouvernement français, la réponse est évidente : elle est européenne et pas française. « Nous voulons négocier, et c’est ce qui a été demandé par le président de la République à Boris Johnson il y a plus de deux ans : un traité migratoire européen », a insisté Gérald Darmanin face aux médias présents. « Le nouveau gouvernement britannique (de Keir Starmer, travailliste) a évoqué un ’reset’ avec l’UE (...) », a ajouté le ministre français qui l’attend avec impatience. Car si rien ne change, « nous n’arrêtons pas, malgré tous les efforts que font les policiers et les gendarmes », les traversées, a-t-il conclu.
Pour d’autres, comme l’élu local et maire de Portel Olivier Barbarin - cette petite commune collée à Boulogne où les corps des victimes ont été ramenés après le naufrage - la solution réside dans l’instauration de « voies légales » de passage dans la Manche. Martial Beyaert, le maire de Grande-Synthe, ville de départ de migrants propose lui, de « déplacer les services administratifs du Royaume-Uni » dans le nord de la France « pour qu’ils viennent traiter les demandes d’asile sur le sol français ». Côté ONG, mêmes arguments. On insiste depuis des années sur des voies de passages sûres et la création de lieux d’accueil. « La politique actuelle est complètement inefficace (....) et conduit à des incidents et à des drames (...) à répétition », s’indigne Charlotte Kwantes, de l’association d’aide aux migrants Utopia 56. Même son de cloche, outre-Manche. Le chef de l’association britannique Refugee Council, Enver Solomon, a appelé à « améliorer les accès légaux pour ceux qui cherchent à se mettre en sécurité », arrivant notamment d’Afghanistan, Syrie ou du Soudan.
Le sujet des traversées de migrants dans la Manche a toujours été un thème de discorde au sein même du Royaume-Uni, où les conservateurs restés longtemps au pouvoir avant l’arrivée de Keir Starmer cet été, ont toujours été pressés d’agir davantage.
Ainsi, depuis des années, des partenariats franco-britanniques ont été signés, des rencontres diplomatiques ont été organisées. Mais sans impact sur les traversées. En novembre 2022, un accord avait déjà été signé entre les deux pays. Une enveloppe de 72,2 millions d’euros avait été négocié pour couvrir les années 2022-2023. En contrepartie, Paris s’engageait à augmenter ses forces de sécurité de 100 policiers et gendarmes supplémentaires sur les plages d’où partent les migrants.
En 2021, les ministres britannique et français de l’Intérieur, à l’époque Priti Patel et Gérald Darmanin, s’étaient entretenus pour convenir d’une nouvelle batterie de mesures destinées à lutter contre l’immigration illégale dans la Manche. À cette époque, une enveloppe de 63 millions avait été versée par Londres à Paris. Gérald Darmanin avait également sollicité l’aide de Frontex, l’agence européenne des garde-frontières de l’UE, pour qu’elle intervienne dans la Manche. Cette dernière a cependant déclaré à InfoMigrants à l’été 2021 que sa contribution dans le nord de la France serait limitée au déploiement d’avions de surveillance de septembre à fin octobre 2021.
En novembre 2020, un accord avait permis un doublement des effectifs des patrouilles françaises « appuyées de drones et de radars permettant de repérer ceux qui tentent la traversée ». Sous le mandat de Boris Johnson, des mesures pour le moins farfelues avaient même été évoquées. Ainsi, en août 2020, Londres, visiblement prêt à tout pour stopper les arrivées, avait demandé à un ancien de la Royal Marine, Dan O’Mahoney de réfléchir à une solution qui rendrait la Manche « impraticable ». Ce dernier avait dévoilé au Sunday Telegraph une des méthodes qu’il envisageait de déployer pour mener à bien sa mission : l’utilisation de filets de pêche pour empêcher les canots de migrants de rejoindre les côtes de Douvres, en bloquant les hélices et ainsi immobiliser les embarcations. L’idée n’a pas fait d’émules.
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Au moins 20 644 traversées de migrants dans la Manche depuis janvier 2024
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Au moins 20 644 traversées de migrants dans la Manche depuis janvier 2024
Par Pierre Breteau
Au moins douze personnes, dont dix femmes, se sont noyées, mardi 3 septembre, et cinquante et une ont été secourues à quelques kilomètres des côtes de Boulogne-sur-Mer (Pas-de-Calais), alors qu’elles tentaient de traverser la Manche. Deux personnes sont toujours portées disparues. C’est le bilan le plus lourd enregistré dans la région depuis le naufrage du 24 novembre 2021, qui avait fait 21 morts.
Ces victimes s’ajoutent à la liste de ceux qui ont déjà perdu la vie en tentant de franchir la Manche. Selon les données du Home Office, le ministère de l’intérieur britannique, au moins 20 644 personnes ont déjà effectué la traversée en 2024 pour rejoindre le Royaume-Uni en partant de la France à bord de petits bateaux (small boats, en anglais). En 2023, ils avaient été 29 393 à faire le voyage. En 2022, année record, 45 755 personnes avaient tenté leur chance, malgré les périls encourus dans le Pas-de-Calais. Un pic avait été observé lors de la semaine du 29 août au 4 septembre, avec 3 721 migrants appréhendés. Ces pics correspondent généralement à des périodes présentant les conditions météorologiques optimales pour la saison, mais les franchissements sont désormais entrepris toute l’année, y compris durant les mois les plus froids.
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Naufrage dans la Manche : au moins douze morts près de Boulogne-sur-Mer, Gérald Darmanin réclame un « traité migratoire » entre Londres et l’UE
▻https://www.lemonde.fr/societe/article/2024/09/03/traversees-de-la-manche-plusieurs-morts-a-la-suite-du-naufrage-d-une-embarca
Naufrage dans la Manche : au moins douze morts près de Boulogne-sur-Mer, Gérald Darmanin réclame un « traité migratoire » entre Londres et l’UE
Le Monde avec AFP
Il s’agit du pire naufrage dans la Manche depuis le début de l’année 2024. Selon le dernier bilan provisoire, douze personnes sont mortes, deux sont portées disparues et plusieurs autres se sont blessées, mardi 3 septembre, dans le naufrage d’une embarcation de migrants près de Boulogne-sur-Mer, a fait savoir le ministre de l’intérieur démissionnaire, Gérald Darmanin.« Tous les services de l’Etat sont mobilisés pour retrouver les disparus et prendre en charge les victimes », a-t-il écrit sur X, faisant savoir qu’il se rendrait sur place, « auprès des élus et des secours ». Depuis Boulogne-sur-Mer, Gérald Darmanin a appelé en début de soirée à « rétablir une relation migratoire classique avec notre ami et voisin » britannique, par « un traité migratoire entre la Grande-Bretagne et l’Union européenne ».
Estimant que les victimes sont « sans doute des personnes de la Corne de l’Afrique », le ministre de l’intérieur démissionnaire a déclaré que ceux qui tentent la traversée de la Manche le font pour « rejoindre une famille, pour y travailler parfois dans des conditions qui ne sont pas acceptables en France ». Ces gens « veulent partir en Grande-Bretagne, et ce ne sont pas les dizaines de millions d’euros que nous négocions chaque année avec nos amis britanniques et qui ne payent qu’un tiers de ce que nous dépensons, nous », qui feront cesser les départs clandestins, a-t-il poursuivi.
Mardi après-midi, la préfecture maritime de la Manche a déclaré avoir pris en charge 65 naufragés, dont 12 ont été déclarés morts en mer. Plusieurs autres, dans un état grave, ont été hospitalisés. Un peu plus tôt, elle avait annoncé qu’au moins dix personnes étaient mortes lors de cette tentative de traversée de la Manche, après que leur embarcation clandestine s’est disloquée au large du cap Gris Nez, précisant qu’il s’agissait d’un bilan « provisoire ». Dix personnes récupérées par les secours au large de Wimereux (Pas-de-Calais) sont en « urgence absolue », a précisé la préfecture auprès de l’agence Reuters.
Un navire affrété par l’Etat, le Minck, avait repéré l’embarcation en difficulté – qui comptait plus de soixante personnes à son bord –, se portant à son secours dès que celle-ci s’est disloquée, a expliqué le lieutenant de vaisseau Etienne Baggio à l’Agence France-Presse (AFP). Outre le Minck, des hélicoptères des pompiers et de la marine, deux bateaux de pêcheurs et des navires militaires sont mobilisés pour l’opération, toujours en cours. Les recherches se poursuivent, tandis que les bateaux ayant pris en charge des victimes sont en train de les ramener à Boulogne-sur-Mer.
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La ministre de l’intérieur britannique, Yvette Cooper, a qualifié, mardi, la mort de ces migrants « d’affreuse et profondément tragique ». « Les gangs à l’origine de ce trafic effroyable et sans scrupules de vies humaines entassent de plus en plus de personnes sur des canots pneumatiques de moins en moins en état de naviguer, et les envoient dans la Manche même par très mauvais temps », a-t-elle déclaré dans un communiqué. Avant d’ajouter : « Rien ne les intéresse à part les profits qu’ils en tirent. »
Avec le naufrage de mardi, au moins 37 personnes ont perdu la vie dans ces traversées depuis janvier 2024, ce qui en fait l’année la plus meurtrière depuis le début du phénomène des bateaux de fortune sur la Manche. En 2021, 30 migrants avaient péri dans la Manche dont 27 dans un même naufrage, au mois de novembre.
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Selon les autorités britanniques, les traversées illégales de la Manche vers le Royaume-Uni ont atteint un nombre sans précédent au premier semestre 2024, recensant depuis janvier 21 615 migrants arrivés sur leur sol par ce moyen. En tout, près de 136 000 personnes ont traversé la Manche au départ de la France sur ces radeaux de fortunes, depuis que le Royaume-Uni a commencé à comptabiliser ces arrivées en 2018. Le phénomène s’est développé en réponse au verrouillage croissant du tunnel sous la Manche et du port de Calais pour enrayer les intrusions de migrants.
Les drames se sont notamment succédé depuis le début de l’été, alors que les traversées sur des bateaux de fortune ont été plus nombreuses, et les embarcations, toujours plus chargées. Entre le 12 et le 19 juillet, six migrants sont morts dans trois naufrages distincts, les embarcations étant surchargées : quatre le 12 juillet, une femme érythréenne le 17 juillet, puis un homme le 19. A la fin de juillet, une jeune femme de 21 ans est morte écrasée sous le poids d’autres passagers d’un canot surchargé, et deux autres migrants sont morts dans un naufrage le 11 août, au large de Calais.
Charlotte Kwantes, de l’association d’aide aux migrants Utopia 56, a dénoncé auprès de l’AFP une politique de « répression policière » sur le littoral français « complètement inefficace (…), qui conduit à des incidents et à des drames (…) à répétition », ajoutant : « Cela fait deux mois et demi qu’il y a quasiment toutes les semaines des morts dans la Manche. » Le directeur général de l’association britannique Refugee Council, Enver Solomon, a appelé à « améliorer les accès légaux pour ceux qui cherchent à se mettre en sécurité », arrivant notamment d’Afghanistan, de Syrie ou du Soudan. « Le renforcement des mesures de sécurité sur le littoral français a entraîné des traversées de plus en plus périlleuses, depuis des points de départ plus dangereux, dans des embarcations toujours plus fragiles et surchargées », a-t-il déploré. Arrivé au pouvoir au début de juillet, le nouveau premier ministre britannique, Keir Starmer, a annoncé vouloir accélérer le traitement des dossiers de demandeurs d’asile tout en durcissant la lutte contre les passeurs, afin de « renforcer » les frontières.
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Manche : 12 morts et deux disparus dans un naufrage au large de Boulogne-sur-Mer - InfoMigrants
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Manche : 12 morts et deux disparus dans un naufrage au large de Boulogne-sur-Mer
Par La rédaction Publié le : 03/09/2024
Selon le ministre de l’Intérieur démissionnaire Gérald Darmanin, 12 migrants sont morts mardi dans le naufrage de leur embarcation dans la Manche. Deux autres sont portés disparus. Plusieurs autres exilés sont en état d’urgence absolue. Une vaste opération de sauvetage est encore en cours au port du Portel, près de Boulogne-sur-Mer, pour tenter de retrouver d’éventuels rescapés.
Douze migrants sont morts mardi 3 septembre dans la Manche au large du Portel, près de Boulogne-sur-Mer, dans le nord de la France, a déclaré sur X le ministre de l’Intérieur démissionnaire, Gérald Darmanin, qui se rend sur place. Deux autres sont portés disparus.
L’embarcation, composée d’une soixantaine de personnes sans gilets de sauvetage, s’est disloquée quelques heures après leur départ de la plage d’Ambleteuse, à une dizaine de kilomètres au nord de Boulogne-sur-Mer. Des mineurs font partie des victimes.
Dès 11h30, un très large dispositif de secours a été déployé dans le secteur : des plongeurs, des camions de pompiers et du Samu, des véhicules de police. Un poste médical avancé a aussi été installé pour la prise en charge des victimes, ont constaté des journalistes de l’AFP, qui ont vu plusieurs sacs mortuaires.
La préfecture maritime de la Manche et de la Mer du Nord a indiqué avoir pris en charge 65 naufragés, dont 12 ont été déclarés décédés en mer, et plusieurs autres hospitalisés dans un état grave à terre.
Un navire affrété par la France, le Minck, avait repéré l’embarcation en détresse et s’est porté à son secours dès qu’elle s’est disloquée, a indiqué le lieutenant de Vaisseau Étienne Baggio à l’AFP.
« C’est un drame épouvantable, nous sommes tous dans la douleur et le deuil », a déclaré à InfoMigrants le maire du Portel, Olivier Barbarin. « On peut espérer que des accords soient trouvés pour permettre des voies légales de migration ».Charlotte Kwantes, de l’association d’aide aux migrants Utopia 56, a quant à elle dénoncé auprès de l’AFP une politique de répression policière sur le littoral français « complètement inefficace (....) qui conduit à des incidents et à des drames (...) à répétition ». « Ça fait deux mois et demi qu’il y a quasiment toutes les semaines des morts dans la Manche ».
Les drames se sont succédés depuis le début de l’été, lorsque les traversées de la Manche sur des bateaux de fortune se font particulièrement nombreuses, sur des embarcations toujours plus chargées.
Entre le 12 et le 19 juillet, six migrants sont morts dans trois naufrages distincts : quatre le 12 juillet, une femme érythréenne le 17, puis un homme le 19.Fin juillet, une jeune femme de 21 ans est morte écrasée sous le poids d’autres passagers d’un canot surchargé et deux autres migrants sont décédés dans un naufrage le 11 août, au large de Calais. L’année 2024 est la plus meurtrière dans cette zone maritime. Avec ce naufrage, au moins 37 personnes sont mortes dans la Manche en tentant de rallier l’Angleterre depuis janvier 2024, contre 12 en 2023. Le précédent record remonte à 2021 lorsque 27 migrants, d’une même embarcation, avaient péri en mer.
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Nahost in Berlin : Das rote Dreieck in Kreuzberg und Böller in Neukölln
▻https://www.berliner-zeitung.de/mensch-metropole/nahost-in-berlin-das-rote-dreieck-in-kreuzberg-und-boeller-in-neuko
Le journal nous informe sur les crimes dites antisemites de la semaine à Berlin. L’auteur ne mentionne pas que ce samedi soir la police a bloqué des rues et la circulation des S-Bahn de manière que d’énormes bouchons et retards de bus et de trains se produisent jusque dans les beaux quartiers de la banlieue sud-ouest Lichterfelde/Zehlendorf . Pour un trajet qui dure normalement 20 minutes on a eu besoin d’une heure de plus. L’article nous apprend que c’était à cause d’un attroupement de jeunes immigrés arabes à Neukölln. Le périmètre des perturbations s’étendait donc à 13 kilomètres du lieu des manifestations. C’est disproportionné et absurde.
J’anticipe avec inquiétude ce qui se passera lors de véritables problèmes et émeutes. Heureuses seront les personnes qui pourront se déplacer indépendamment des transports en commun et de la circulation automobile.
31.8.2024 von Andreas Kopietz - In der zurückliegenden Woche ging es in Berlin wieder brutal zu. Unser Crime-Reporter zieht Bilanz. Der kriminelle Wochenrückblick.
Kriminalität, das sind nicht nur Mord, Messerangriffe oder Handtaschenraub. Die zurückliegende kriminelle Woche wollen wir mal unter einem anderen Aspekt beleuchten – dem der politisch motivierten Kriminalität. Seit dem 7. Oktober, als die Hamas in Israel einen Massenmord verübte und den Krieg auslöste, vergeht auch in europäischen Städten kein Tag ohne antisemitische Attacken: Farbanschläge, Bedrohungen, körperliche Angriffe.
Sonnabends und mittwochs machen Menschen in Berlin von ihrem Grundrecht Gebrauch, gegen die Politik Israels und deutsche Waffenlieferungen dorthin zu demonstrieren. Wenn es nur dabei bliebe, wäre alles bestens. Bleibt es aber nicht. Samstagabend zogen Hunderte bei einer sogenannten propalästinensischen Demo durch Mitte und brüllten „From the river to the sea“, was als Forderung zur Auslöschung des jüdischen Staates zu verstehen und daher eine verbotene Losung ist. Die Polizei stoppte den Aufzug. Polizisten wurden angegriffen, es gab weitere volksverhetzende Ausrufe. Später, am Herrmannplatz in Neukölln, rottete sich ein Mob aus vornehmlich arabischstämmigen Jugendlichen zusammen und bewarf die Polizei mit Böllern.
In der Nacht zum Dienstag gab es einen Farbanschlag auf das Gebäude des Tagesspiegels am Askanischen Platz in Kreuzberg. Jemand hatte auf ein Rolltor das rote Hamas-Dreieck und den Spruch „German Media Kills“ gesprüht. Die Hamas markiert mit dem Dreieck ihre Feinde. Man findet es auch an Berliner Wohnhäusern mit jüdischen Bewohnern.
Am Mittwoch sah eine Frau in der Rosenstraße in Mitte, dass dort das Denkmal beschmiert wurde. Es erinnert an den Protest hunderter Frauen gegen die Verhaftung ihrer jüdischen Ehemänner 1943. Jemand hatte die Parole „Jews are committing genocide“ auf den Sandstein gesprüht, auf Deutsch: „Juden verüben Genozid“.
Abends gab es am Winterfeldtplatz in Schöneberg wieder eine israelfeindliche Kundgebung. Die üblichen Sprechchöre waren zu hören. Darunter uralt-linke Sprüche wie: „Deutsche Waffen, deutsches Geld, morden mit in aller Welt“ oder: „Hoch die internationale Solidarität!“ Die sind nicht verfassungsfeindlich. Hass und Volksverhetzung gehen derweil im Internet weiter.
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Heureuses seront les personnes qui pourront se déplacer indépendamment des transports en commun et de la circulation automobile.
de mémoire Berlin est une des villes où le vélo est une option facile et bien organisée :-)
Au fait c’était une coincidence avec des accidents de la route qui ont transformé le sud-ouest Berlin dans un chaos bouchonné à ce moment. Ce constat ne change rien au problème des interventions policières contre les citoyens aux opinions hérétiques.
“Attività di polizia”: la finzione del Viminale per celare i luoghi di sbarco dal Mediterraneo
Mentre rivendica come un successo il calo degli sbarchi via mare nei primi sette mesi del 2024, il governo dichiara inaccessibili le informazioni precise sulle singole località di arrivo. Divulgarle favorirebbe i trafficanti: una scusa per giustificare l’ennesima mancanza di trasparenza nei confronti dell’opinione pubblica.
“Sui migranti i dati parlano chiaro”, ripete il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, rivendicando il “risultato” del calo degli sbarchi in Italia nei primi sette mesi del 2024 (migliaia di persone continuano a soffrire lontano dai nostri occhi). I dati diffusi dal Viminale nel dossier ferragostano hanno avuto grande eco sulla stampa e sui telegiornali: 33.480 gli arrivi via mare al 31 luglio di quest’anno contro gli 88.939 dello stesso periodo del 2023 (l’ormai famoso “-62,4%”), o i 41.435 dei sette mesi del 2022 (-19,2%).
Il ministero quasi gongola quando scrive che “a fronte della riduzione dei flussi migratori, pari al 64% nel Mediterraneo centrale, e al 75% lungo la rotta balcanica, si rileva un parallelo aumento degli arrivi lungo le rotte del Mediterraneo occidentale e di quello orientale che hanno interessato, nello specifico, Spagna e Grecia”. Nessuna remora a indicare esplicitamente, non si sa bene sulla base di quale fonte, le “partenze di migranti irregolari bloccate da Libia e Tunisia”: 12.548 nei primi sette mesi dell’anno dalle “autorità” di Tripoli (quando furono 17.025 in tutto il 2023) e 46.030 da quelle tunisine (quando lo scorso anno in tutto furono in teoria 76.321). È la rassegna dei numeri a caso.
Lo stesso Piantedosi, intervistato da La Stampa il 31 dicembre 2023, aveva riferito infatti che “la collaborazione con le autorità tunisine e libiche” aveva “consentito di bloccare molte decine di migliaia di altri arrivi”, fornendo il dato apparentemente al capello di “121.883” (è una tecnica per far la figura di quello analitico e inattaccabile). Ma come? Nell’ultimo dossier di Ferragosto i “bloccati” da Libia e Tunisia nel 2023 sono diventati 93.346, ne mancano 28.537. Chi ha tirato a indovinare? Dove sono finite quelle persone? Sono fake news adesso o lo erano allora?
Tutte domande che non meritano una risposta. La retorica di questi anni sul Mediterraneo e sui confini chiusi punta esattamente a incanalare il dibattito in un vicolo cieco, stordente e incomprensibile. Una domanda che merita una risposta, invece, ci sarebbe.
Nessuno ha incredibilmente chiesto al ministro una cosa semplice: dove sono sbarcate di preciso queste 33.480 persone (prima che numeri) giunte via mare dal primo gennaio al 31 luglio? Da tempo il Viminale non riporta più questa informazione nel proprio cruscotto statistico pubblico (giornaliero o bisettimanale) e tocca chiederne conto attraverso la laboriosa procedura dell’accesso civico generalizzato. Riluttante, il ministero aveva sempre fornito il dato, distinguendo per mesi, località e numero di arrivi. Questo permetteva, a posteriori e con tutti i limiti del caso, di avere un po’ più chiare alcune dinamiche, soprattutto distorte, com’è stata quella nel 2023 di creare ad arte l’emergenza Lampedusa, concentrando sulla piccola isola quasi 110mila dei 157mila sbarchi complessivi.
Ma da quest’estate c’è una novità: il Viminale ha fatto sapere ad Altreconomia di non voler più rendere note all’opinione pubblica le località di arrivo dei naufraghi, tanto meno quelle dei cosiddetti “rintracciati a terra”. Preferisce stare sul vago, indicando meramente la Regione di approdo. Tipo “Sicilia”, come se Lampedusa fosse uguale a Palermo. La motivazione che ci ha comunicato il direttore reggente della Direzione centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere del Viminale, Claudio Galzerano, è che si tratterebbe di informazioni “non ostensibili” in quanto “strettamente connesse ad attività di polizia e, più propriamente, al sistema nazionale di sorveglianza marittima”. Divulgarle le renderebbe “conoscibili e utilizzabili anche da parte di soggetti coinvolti nel traffico di esseri umani”, ostacolando così “la conduzione di indagini sui reati e il loro perseguimento”.
Peccato che a gennaio 2024, non dieci anni fa, lo stesso ministero, e lo stesso Galzerano, queste informazioni le divulgava senza il patema di aiutare fantomatici scafisti. Poi deve essere successo qualcosa, prettamente politico e che nulla c’entra con le leggi che dovrebbero governare la trasparenza della Pubblica amministrazione. Sui migranti, non ce ne voglia il ministro, i dati non parlano affatto chiaro.
▻https://altreconomia.it/attivita-di-polizia-la-finzione-del-viminale-per-celare-i-luoghi-di-sba
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Nord de la France : 33 migrants, en partance vers l’Angleterre, piégés par la marée - InfoMigrants
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Nord de la France : 33 migrants, en partance vers l’Angleterre, piégés par la marée
Par La rédaction Publié le : 30/08/2024
Trente-trois migrants qui tentaient de monter dans un canot pour traverser la Manche près du Touquet ont été piégés par la marée vendredi matin. Les exilés n’ont pas pu monter dans l’embarcation, déjà surchargée à son arrivée sur la plage.
La scène aurait pu virer au drame. Vendredi 30 août vers 7h du matin, 33 migrants, originaires du Soudan, d’Irak et de Syrie, ont failli rester bloqués dans l’eau. Les exilés, qui attendaient leur « taxi boat » sur la plage de Stella, près du Touquet (dans le nord de la France), se sont retrouvés piégés par la marée au moment de monter dans l’embarcation.
Ils n’ont pas pu prendre place dans le canot, arrivé déjà surchargé sur la plage, indique le quotidien local Les Échos du Touquet.
Les gendarmes affectés à la lutte contre l’immigration clandestine (LIC) sont intervenus pour secourir les naufragés, avant la venue d’une quinzaine de pompiers. Ces derniers ont aussi effectué des recherches dans la zone pour s’assurer qu’aucune personne ne soit en danger au large. Le phénomène des « taxi boats » est en pleine expansion ces dernières années dans le nord de la France. Pour tromper la vigilance des policiers déployés en nombre le long du littoral, les passeurs font partir les bateaux pneumatiques plus au sud, avec quelques personnes seulement à bord. Ils mettent dans un premier temps le cap au nord, vers les plages plus proches de Calais, où se cachent les passagers ayant payé pour la traversée. Ceux-ci se jettent alors à l’eau pour embarquer. Selon le droit maritime, les policiers ne peuvent pas interpeller les embarcations déjà en mer.
Cette méthode peut mettre en danger les exilés, qui attendent les embarcations dans l’eau, parfois jusqu’au torse. Ils risquent « la noyade, l’hypothermie ou l’enlisement dans les vasières », avait alerté l’été dernier la préfecture du Pas-de-Calais. Si les autorités françaises enregistrent davantage de tentatives de départs près du Touquet ces dernières années, les exilés restent plus nombreux à essayer de rejoindre le Royaume-Uni depuis les plages du nord. Jeudi, les forces françaises ont procédé au sauvetage de 77 migrants au large de Dunkerque, signale la préfecture de la Manche et de la mer du Nord (Premar) dans un communiqué. À son arrivée sur zone, l’équipage d’un patrouilleur de la Marine nationale « constate que l’embarcation est en train de se disloquer et que les personnes présentes à bord de l’embarcation demandent une assistance d’urgence », précise le document. « Les personnes secourues ont ensuite été déposées à quai à Calais (62) et été prises en charge par les secours terrestres et la police aux frontières ».Alors qu’aucune traversée n’a été enregistrée pendant sept jours en raison des mauvaises conditions météorologiques, les tentatives ont repris en début de semaine. Ainsi, mardi et mercredi, plus de 1 100 migrants sont parvenus à atteindre l’Angleterre via la Manche. Et au total depuis janvier, ils sont plus de 20 000 à être arrivés sur le sol britannique, soit une hausse de 18% par rapport à la même période l’an dernier
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Plus de 1 100 migrants traversent la Manche en deux jours - InfoMigrants
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Plus de 1 100 migrants traversent la Manche en deux jours
Par La rédaction Publié le : 29/08/2024
Mardi et mercredi, 1 139 migrants sont parvenus à atteindre les côtes britanniques en traversant la Manche, après une semaine d’accalmie. En raison de vents violents, les exilés n’ont pas tenté pendant plusieurs jours la dangereuse traversée. Au total depuis janvier, plus de 20 000 personnes ont rejoint l’Angleterre.
Après une semaine d’accalmie, les traversées de la Manche ont repris à un rythme important ces dernières heures. En seulement deux jours, 1 139 migrants ont atteint les rives britanniques après avoir quitté les côtes françaises, selon les chiffres du Home Office (équivalent du ministère de l’Intérieur).
Mardi 27 août, ce sont 525 exilés, sur huit canots, qui ont été pris en charge en mer par les forces anglaises et déposés à Douvres. Le lendemain, mercredi, 614 autres personnes, réparties sur 10 bateaux, ont été secourues dans la Manche par la Border Force et ramenées sur le sol britannique.
Ce nombre élevé des départs s’explique par l’amélioration des conditions météorologiques. Pendant une semaine, aucune embarcation n’a pris la mer depuis les côtes françaises, en raison de vents violents pouvant faire dériver et tanguer les canots surchargés et souvent précaires.Les humanitaires s’attendaient d’ailleurs à une recrudescence des tentatives de traversées. « Depuis hier soir [lundi 26 août, ndlr], la météo dans la Manche s’est calmée. Plus de 1 000 personnes sont présentes sur le littoral. Faute de voies de passages sûres, elles vont risquer leur vie à bord d’embarcation gonflables surchargées, espérant rejoindre l’Angleterre », avait prédit Utopia 56 sur le réseau social X.
D’autres migrants ont aussi essayé d’atteindre le Royaume-Uni mais en partant de plus bas. Dans la nuit de lundi à mardi, les autorités françaises ont interpellé dans la région de Dieppe (à près de 200 km au sud de Calais) 58 personnes, dont neuf mineurs.
Depuis plusieurs mois, les départs d’embarcations se font de plus en plus loin des côtes anglaises. « Si avant, les migrants mettaient six ou huit heures pour aller de Calais à Douvres, désormais ils partent de Berck, du Touquet... [dans la Somme, ndlr] Ils doivent donc doubler voire tripler ce temps de trajet en mer », s’était inquiétée Salomé Bahri de l’association Utopia 56, auprès d’InfoMigrants.
En 2021, pour la première fois, une embarcation avait fait naufrage et avait été secourue au large des plages de Quend. Un événement resté très rare.
Mais désormais, la pression exercée par les forces de l’ordre pousse les exilés à chercher d’autres voies de passage, notamment dans la Somme. Le 14 août, 66 migrants ont été interpellés à Quend, à près de 100 km de Calais. Le groupe se dirigeait vers les plages pour une traversée, selon France Bleu, quand les exilés ont été interceptés par les militaires de l’opération Poséidon, des réservistes spécialisés dans la lutte contre l’immigration clandestine.
Le 4 juin 2024, 31 migrants ont été arrêtés sur une plage de Cayeux-sur-Mer, en Baie de Somme, alors qu’ils tentaient de mettre un bateau à l’eau à destination des côtes anglaises. Un peu plus tôt, un autre groupe de 42 personnes a été découvert à l’intérieur d’un fourgon sur une route départementale, toujours en Baie de Somme.
De cette région jusqu’au littoral de Dunkerque, des milliers de migrants continuent, malgré les effectifs policiers déployés à cet endroit, à prendre la mer pour l’Angleterre. Depuis le début de l’année, plus de 20 000 personnes ont traversé la Manche depuis les côtes françaises, soit une hausse de 18% par rapport à la même période l’an dernier. Les naufrages sont également nombreux. Au moins 25 exilés sont morts en tentant d’atteindre l’Angleterre depuis janvier, contre 12 en 2023. Pour l’instant, l’année 2021 reste la plus meurtrière avec 27 décès dans la zone.
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Traversée de la Manche : une soixantaine de migrants interceptés vers Dieppe, à plus de 100 km des côtes anglaises - InfoMigrants
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Traversée de la Manche : une soixantaine de migrants interceptés vers Dieppe, à plus de 100 km des côtes anglaises
Par La rédaction Publié le : 28/08/2024
Cinquante-huit migrants dont neuf mineurs ont été interpellés en Seine-Maritime, dans la région de Dieppe, à plus de 130 km des côtes anglaises, dans la nuit de lundi à mardi. Les tentatives de traversées de la Manche se décalent toujours plus au sud pour éviter les contrôles de police déployés en nombre sur le littoral calaisien.
Cinquante-huit migrants, dont neuf mineurs, ont été « repérés et pris en charge » par les forces de l’ordre en Seine-Maritime dans la nuit de lundi 26 au mardi 27 août, au cours de trois interventions, peut-on lire dans un communiqué de la préfecture.
Un premier groupe de 29 migrants a été retrouvé dans un camion au terme d’une « opération de patrouille et de surveillance menée par les forces de l’ordre » sur le territoire de la commune de Grèges, près de Dieppe, ville balnéaire bordant la Manche. « Vers 3h du matin, on m’a réveillé et demandé si j’avais une salle » pour les loger, a expliqué à l’AFP le maire de Grèges, Bertrand Arent. L’édile a fourni de « l’eau et des biscuits » aux exilés de nationalité afghane, érythréenne et irakienne.
« Ils ont été retrouvés dans un gros camion qui avait un frigo mais qui n’était pas un camion frigorifique », a précisé le maire, démentant des informations données par la presse locale.Au cours de la même nuit, « cinq autres migrants (dont deux mineurs) ont été identifiés à Dieppe », a encore indiqué la préfecture de Seine-Maritime. L’un d’eux a été placé en garde à vue sur décision du parquet de Dieppe, a-t-elle précisé.
Mardi, dans la matinée, « aux alentours de 10h30 », un dernier groupe de 24 migrants (dont cinq enfants) a également été repéré par la gendarmerie nationale à Longroy, en limite du département de la Somme", a ajouté la préfecture. Des patrouilles locales « (vont) être renforcées ».
En mai, 66 migrants, dont des femmes et des enfants, qui tentaient de traverser la Manche sur une embarcation, avaient déjà été secourus et amenés à Dieppe.
Dieppe se trouve à plus de 130 km des côtes anglaises (contre 30 km depuis Calais) : les départs en mer des migrants se décalent donc de plus en plus au sud. Le but : contourner les patrouilles de police, déployées en nombre le long du littoral nord.Mais ces tentatives de traversée sont risquées - et jusque là plutôt rares - car la région de Dieppe est bordée de falaises, compliquant les mises à l’eau des canots. Certains exilés tentent donc de rallier l’Angleterre en se cachant dans des ferrys. « (Partir d’aussi loin), ce n’est pas le plus près, évidemment », avait reconnu Marc Véran, préfet maritime de la Manche et de la mer du Nord, lors d’une conférence de presse en 2023. « C’est plus difficile d’atteindre la Grande-Bretagne. Les migrants essayent donc de monter dans des ferrys », à bord de camions depuis des villes comme Dieppe ou Ouistreham.
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Qu’est-ce que l’IA ? Illusions numériques, fausses promesses et rééducation de masse Brandon Smith − Alt-Market
Au cours des cinq dernières années, le concept d’intelligence artificielle a fait l’objet d’une grande fanfare, à tel point que sa primauté est considérée dans les médias comme une évidence. L’idée que les algorithmes peuvent “penser” est devenue un mythe omniprésent, un fantasme de science-fiction qui prend vie. La réalité est beaucoup moins impressionnante…
Les globalistes du Forum économique mondial et d’autres institutions élitistes nous répètent sans cesse que l’IA est le catalyseur de la “quatrième révolution industrielle“, une singularité technologique censée changer à jamais tous les aspects de notre société. J’attends toujours le moment où l’IA fera quelque chose de significatif en termes d’avancement des connaissances humaines ou d’amélioration de nos vies. Ce moment n’arrive jamais. En fait, les globalistes ne cessent de déplacer les poteaux d’affichage de ce qu’est réellement l’IA.
En d’autres termes, l’IA telle qu’elle existe aujourd’hui n’est rien de plus qu’un algorithme sans cervelle, et ce n’est donc pas de l’IA. Mais si tous les aspects de notre monde sont conçus autour d’infrastructures numériques et que l’on apprend à la population à avoir une foi aveugle dans l’ “infaillibilité” des algorithmes, alors nous finirons par devenir les dieux robots que les globalistes appellent de leurs vœux. En d’autres termes, la domination de l’IA n’est possible que si tout le monde CROIT que l’IA est légitime. Harari admet essentiellement cet agenda dans le discours ci-dessus.
L’attrait de l’IA pour le commun des mortels réside dans la promesse de se libérer de tout souci ou de toute responsabilité. Comme tous les narcissiques, l’élite globaliste aime simuler l’avenir et acheter la conformité populaire en promettant des récompenses qui ne viendront jamais.
Oui, les algorithmes sont actuellement utilisés pour aider les profanes à faire des choses qu’ils ne pouvaient pas faire auparavant, comme construire des sites web, réviser des dissertations, tricher aux examens universitaires, créer de mauvaises œuvres d’art et du contenu vidéo, etc. Les applications utiles sont rares. Par exemple, l’affirmation selon laquelle l’IA “révolutionne” le diagnostic et le traitement médicaux est tirée par les cheveux. Les États-Unis, le pays qui a sans doute le plus accès aux outils d’IA, souffrent également d’une baisse de l’espérance de vie. Nous savons qu’il ne s’agit pas de la Covid, car le virus a un taux de survie moyen de 99,8 %. On pourrait penser que si l’IA est si puissante dans sa capacité à identifier et à traiter les maladies, l’Américain moyen vivrait plus longtemps.
Il n’existe aucune preuve d’un avantage unique de l’IA à une échelle sociale plus large. Tout au plus, il semble qu’elle permette de supprimer des emplois de développeurs web et d’employés de McDonald’s au “Drive” . L’idée globaliste selon laquelle l’IA va créer une renaissance robotique de l’art, de la musique, de la littérature et de la découverte scientifique est totalement absurde. L’IA s’est avérée n’être rien de plus qu’un outil de commodité médiocre, mais c’est en fait la raison pour laquelle elle est si dangereuse.
Je soupçonne le WEF d’avoir changé ses idées sur ce que l’IA devrait être parce qu’elle ne répond pas aux aspirations délirantes qu’il avait à l’origine pour elle. Ils attendaient qu’un logiciel prenne vie et commence à leur donner des informations sur les mécanismes de l’univers, et ils commencent à se rendre compte que cela n’arrivera jamais. Au lieu de cela, les élitistes se concentrent de plus en plus sur la fusion du monde humain et du monde numérique. Ils veulent fabriquer la nécessité de l’IA parce que la dépendance de l’homme à l’égard de la technologie sert les objectifs de la centralisation.
Mais à quoi cela ressemblerait-il en réalité ? Eh bien, il faut que la population continue à devenir plus stupide tandis que l’IA s’intègre de plus en plus à la société.
Par exemple, il est aujourd’hui largement admis qu’une formation universitaire n’est pas un gage d’intelligence ou de compétence. Des millions de diplômés entrant sur le marché du travail aujourd’hui font preuve d’un niveau d’incompétence déconcertant. Cela s’explique en partie par le fait que les enseignants sont moins compétents, qu’ils ont des préjugés idéologiques et que le programme d’études moyen s’est dégradé. Mais nous devons aussi commencer à prendre en compte le nombre d’enfants qui suivent leur scolarité en utilisant ChatGPT et d’autres outils de triche.
Ils n’ont pas besoin d’apprendre quoi que ce soit, l’algorithme et la caméra de leur téléphone portable font tout pour eux. Cette tendance est inquiétante, car les êtres humains ont tendance à emprunter le chemin le plus facile dans tous les aspects de la survie. La plupart des gens ont cessé d’apprendre à cultiver leur nourriture parce que l’agriculture industrielle le fait pour nous. Ils ont cessé d’apprendre à chasser parce qu’il y a des abattoirs et des camions frigorifiques.
Aujourd’hui, de nombreux Zennials sont incapables de se faire à manger parce qu’ils peuvent recevoir des plats à emporter à leur porte à tout moment. Ils ne parlent presque plus au téléphone et ne créent plus de communautés physiques parce que les textos et les médias sociaux sont devenus les intermédiaires de l’interaction humaine.
Oui, tout est “plus facile” , mais cela ne veut pas dire que tout est mieux.
Ma grande crainte – L’avenir que je vois se profiler est un avenir dans lequel les êtres humains ne prennent plus la peine de penser. L’IA pourrait être considérée comme l’ultime accumulation de connaissances humaines ; une bibliothèque massive ou un cerveau numérique qui effectue toutes les recherches et réfléchit à votre place. Pourquoi apprendre quoi que ce soit quand l’IA “sait tout” ? Mais c’est un mensonge.
L’IA ne sait pas tout ; elle ne sait que ce que ses programmeurs veulent qu’elle sache. Elle ne vous donne que les informations que ses programmeurs veulent que vous ayez. Les globalistes l’ont bien compris et ils sentent bien le pouvoir qu’ils auront si l’IA devient une plateforme éducative de premier plan. Ils y voient un moyen d’inciter les gens à abandonner le développement personnel et la pensée individuelle.
Voyez les choses sous cet angle : Si tout le monde commence à se tourner vers l’IA pour obtenir des réponses à toutes ses questions, alors tout le monde recevra exactement les mêmes réponses et arrivera exactement aux mêmes conclusions. Tout ce que l’IA a à faire, c’est de censurer activement toute information qui contredit le récit officiel.
Nous avons eu un aperçu de cette situation orwellienne lors de la pandémie de Covid, lorsque des entreprises de haute technologie comme Google ont utilisé des algorithmes pour enterrer toutes les données qui prouvaient que la crise Covid n’était pas la menace que les autorités gouvernementales prétendaient qu’elle représentait. Pendant au moins trois ans, il était impossible d’aller sur YouTube et de trouver des informations alternatives sur le virus ou les vaccins. L’algorithme a obligé tout le monde à passer au crible une longue liste de sources officielles, dont beaucoup véhiculent des mensonges flagrants sur le masquage, la distanciation sociale, le taux de mortalité dû à la crise Covid et la sécurité des vaccins.
Le pouvoir en place n’a même pas besoin de censurer ou de supprimer directement les informations qu’il n’aime pas. Il leur suffit de laisser l’algorithme dicter les résultats de recherche et d’enterrer la vérité à la page 10 000, là où personne ne la cherchera.
Quel serait l’impact sur le citoyen moyen ? Supposons que l’IA soit programmée pour dicter le discours scientifique. Que se passerait-il si l’IA disait que le changement climatique provoqué par l’homme est une réalité indéniable et que “la science est établie” , sans jamais présenter la montagne de preuves contraires ? Personne ne cherchera les vraies données parce que l’IA les rendra impossibles à trouver. Tout le monde supposera que l’IA leur dit tout ce qu’il y a à savoir sur le sujet, mais il y a pire encore…
De nombreux lecteurs se souviendront peut-être qu’il y a quelques mois, le système d’IA “Gemini” de Google a été programmé pour imposer l’IED à ses utilisateurs ▻https://www.theverge.com/2024/2/21/24079371/google-ai-gemini-generative-inaccurate-historical . Chaque fois qu’une personne demandait à l’IA de créer une image historique, l’algorithme rendait tout le monde noir ou brun et souvent féminin. Les représentations d’hommes blancs étaient étrangement rares, malgré l’exactitude historique. Cela signifie des images sans fin de Highlanders noirs et bruns en Écosse, de Pères fondateurs noirs en Amérique, de papes catholiques féminins, de chevaliers asiatiques dans l’Europe médiévale, et même, ce qui est hilarant, de nazis noirs dans l’Allemagne de la Seconde Guerre mondiale.
Les développeurs d’IA affirment souvent qu’une fois l’IA créée, ils ne contrôlent plus vraiment ce qu’elle fait et comment elle se développe. L’incident “Gemini” prouve que c’est un mensonge. L’IA peut définitivement être contrôlée, ou du moins modelée par le codage pour promouvoir la propagande que les programmeurs veulent qu’elle promeuve. Il n’existe pas d’IA autonome ; il y a toujours un agenda.
En résumé, les globalistes souhaitent la prolifération de l’IA parce qu’ils savent que les gens sont paresseux et qu’ils utiliseront le système comme substitut à la recherche individuelle. Si cela se produit à grande échelle, l’IA pourrait être utilisée pour réécrire tous les aspects de l’histoire, corrompre les racines mêmes de la science et des mathématiques et transformer la population en un esprit de ruche baveux ; une écume bourdonnante de drones décérébrés consommant chaque proclamation de l’algorithme comme si elle était sacro-sainte.
En ce sens, Yuval Harari a raison. L’IA n’a pas besoin de devenir sensible ou d’utiliser une armée de robots tueurs pour faire beaucoup de mal à l’humanité. Il lui suffit d’être suffisamment pratique pour que nous n’ayons plus envie de penser par nous-mêmes. Comme le “Grand et Puissant” OZ qui se cache derrière un rideau numérique, vous pensez acquérir des connaissances auprès d’un magicien alors que vous êtes en réalité manipulés par des vendeurs d’huile de serpent globalistes.
Traduit par Hervé pour le Saker Francophone
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Source et liens : ▻https://lesakerfrancophone.fr/quest-ce-que-lia-illusions-numeriques-fausses-promesses-et-reeduc
Élections piétinées : que faire contre le cordon bourgeois ?
▻https://www.frustrationmagazine.fr/cordon-bourgeois-elections
En juin dernier, les Belges ont élu leurs députés. Dans un pays divisé entre flamands et wallons, une diversité de partis représentants à la fois des intérêts régionaux et des idéaux politiques sont présents au Parlement, de telle sorte que la composition d’une coalition gouvernementale peut prendre du temps. C’est pourquoi le roi désigne un formateur de gouvernement, généralement le leader du parti arrivé en tête (qui n’est jamais majoritaire vu le mode de scrutin proportionnel). Celui-ci doit tenter de former une coalition qui tienne la route et, s’il n’y parvient pas, il passe la main au suivant, le plus souvent la seconde force politique représentée, jusqu’à ce qu’un gouvernement soit formé.
En Belgique comme partout en Europe, on désigne un formateur de gouvernement, généralement le leader du parti arrivé en tête (qui n’est jamais majoritaire vu le mode de scrutin proportionnel). Celui-ci doit tenter de former une coalition qui tienne la route et, s’il n’y parvient pas, il passe la main au suivant
C’est ainsi que les choses se passent dans la plupart des pays d’Europe (Grèce, Allemagne, Espagne…). La vie politique belge a toutefois une originalité : un système de cordon sanitaire engage les partis à ne jamais composer de gouvernement avec l’extrême-droite. Montée au début des années 90, cette pratique repose sur un constat simple : les partis d’extrême-droite ont des idées communes avec l’envahisseur nazi, ce qui justifie leur mise au ban. Cette mise au ban se fait aussi sur le plan médiatique : on invite pas ou peu les politiciens d’extrême-droite et on les traite différemment. Par conséquent, l’extrême-droite progresse en Belgique mais plus lentement, en particulier en Wallonie, que dans le reste de l’Europe.
3 arguments erronés pour justifier la mise à l’écart de Lucie Castets
Revenons en France : le cordon sanitaire à l’extrême-droite n’existe pas, bien au contraire. Le président de la République a décidé la tenue d’élections législatives au moment où l’extrême-droite était au plus haut. La plupart des médias ont aussitôt décrit sa victoire comme inéluctable, à grand renfort de sondages qui se sont tous avérés complètement mensongers. Au terme d’une campagne électorale où a eu lieu une alliance inédite de la gauche d’une part et une mobilisation citoyenne d’une grande ampleur d’autre part, les élections ont placé l’Assemblée nationale dans une situation comparable à la plupart des parlements d’Europe : aucun groupe ou alliance n’a de majorité absolue mais un groupe est bel et bien en tête, le Nouveau Front Populaire donc. Tout le monde s’était trompé, à commencer par le Président qui voulait le RN au pouvoir mais également tous les instituts de sondages et tous les éditorialistes.
“ La Constitution ne précise pas que le Président doit nommer un premier ministre issu du groupe arrivé en tête, il fait ce qu’il veut ”. Oui mais jusqu’à présent, c’est toujours ce qu’il s’est passé, c’est ce qu’il se passe dans tous les régimes dits démocratiques ailleurs dans le monde, et c’est la chose la plus légitime à faire d’un point de vue démocratique...
“Pour Emmanuel Macron et les siens, il est simplement inenvisageable de nommer un gouvernement qui remettrait en cause la « mère des réformes », celle des retraites” nous dit Le Monde. Le vrai barrage est là :
2/La situation est la suivante : le Président ne respecte pas les élections qu’il a lui-même déclenchées, car il espérait un résultat différent. La majeure partie des forces politiques et tous les grands médias couvrent cette manœuvre digne de Vladimir Poutine.
3/Les choses sont désormais très claires : le système politique français et sa classe dominante ont conçu un système démocratique d’apparence où il est uniquement possible de choisir entre les options qui ont sa préférence.
4/Actuellement : la droite antisociale et colonialiste ou bien l’extrême-droite antisociale et raciste. Toute autre option qui remettrait en cause les conditions de la prospérité des possédants – régime fiscal préférentiel et détournement d’argent public – doit être rayée du menu.
5/C’est le #cordon-bourgeois : un système politique et médiatique tacite, instinctivement partagé par les membres et sous-membres de la classe dominante, qui vise à empêcher l’accession au pouvoir de toute option contraire à leurs intérêts, même lorsque cette option est modérée.
6/Face au cordon bourgeois, pas de victoire électorale possible. Le cordon bourgeois – qui est également construit au niveau des institutions européennes – a déjà agi contre nos votes en 2005 en contournant le "Non" français, hollandais et irlandais au TCE.
7/Face au cordon bourgeois, il ne sert à rien d’être “crédible”, poli, lisse : Lucie Castets l’était et cela n’a tout de même pas fonctionné.
Face au cordon bourgeois, il faut cesser d’être naïf et de croire qu’on vit dans un système démocratique.
8/Le cordon bourgeois ne craint que la force qu’on lui opposera. Et, hélas, gagner une élection ne donne pas suffisamment de force, surtout quand celui qui est le “garant des institutions” est Macron et ceux qui commentent le jeu sont nos grands médias de milliardaires
9/Où trouver la force à opposer au cordon bourgeois ? En consacrant toute leur énergie aux échéances électorales plutôt qu’à l’organisation concrète de la société (par des réseaux d’entraide, des loisirs, des mécanismes qui donnent de la force aux classes dominées).
10/les partis de gauche sont dans l’impossibilité de lancement un mouvement social capable d’agir sur d’autres leviers – la production économique, les réseaux de transport etc. Dans le partage des tâches entre syndicats et partis de gauche, c’est aux premiers de faire ce travail.
11/Malheureusement, le cordon bourgeois, en France, a aussi durablement neutralisé la puissance des syndicats. En amont, en criminalisant l’action syndicale et en rendant le syndicalisme épuisant et inoffensif dans les entreprises.
12/En aval, en intégrant une partie des leaders syndicaux dans son univers (les dirigeants de la CFDT sont ainsi systématiquement récompensés par des postes dans la bonne société une fois leur mandat terminé tandis que Bernard Thibaut, ex-CGT, est venu blanchir les JO).
13/Mieux vaut tard que jamais, Sophie Binet (CGT) a annoncé une mobilisation nationale pour septembre-octobre. C’est un début, des dates dans nos agendas, mais on sait que ça ne suffira pas.
14/Alors que faire ? Pour exercer de la force, il faut, nous l’avons dit ici à de nombreuses reprises, constituer des structures qui peuvent, localement et nationalement, organiser la population pour arracher des victoires.
15/Nous avons déjà évoqué des réseaux locaux de résistance à l’extrême-droite, très ouverts, très accessibles, très souples dans leur fonctionnement et qui ne s’interdisent aucun mode d’action (entraide, actions directes, discussions et actions sur le lieu de travail etc.).
16/Si on ne peut plus compter sur les élections pour obtenir du changement, alors il va falloir changer de tactique si nous voulons un jour obtenir autre chose que du mépris, de la déception et de la violence sociale.
▻https://threadreaderapp.com/thread/1828037858457772430.html
ce soir, LFI appelle à marcher dans la rue :
▻https://piaille.fr/@nouveaufrontpopulaire/113029760508580800
Et comme un malheur n’arrive jamais seul, ce grand « happening » de rentrée aura lieu un samedi. Y sont-y pas mignons, tous ces gens « d’extrême_gauche » ?
« Nous ne faisons pas de politique. » J’ai vraiment beaucoup de mal avec cette posture des syndicats en France dans la mesure où ils en font (s’occupent des questions sociales). Ils ne présentent juste pas de candidats aux élections non syndicales.
« On ne comprend pas : l’abrogation de Parcoursup, mesure éducative phare du NFP, a été plébiscitée dans les urnes.
Il ne faut pas demander son abrogation puisque les gens ont voté pour.
Il faut réclamer Lucie Castets à Matignon pour appliquer la suppression de Parcoursup.
Point ! »
« Nous demandons l’abrogation de Parcoursup » Gwenaël Le Paih du Snes-Fsu Rennes #rentreescolaire
Les électeurs de Gauche ne peuvent pas continuer à revendiquer ce qu’ils ont obtenu le 7 juillet par les urnes.
Macron doit nommer Lucie Castets.
Il n’y a pas d’alternative à la démocratie et l’expression du suffrage universel.
Non au suffrage censitaire des macronistes.
Y a quand même un truc qu’il ne faudrait pas oublier, c’est que le fascisme n’a jamais pris le pouvoir par effraction. Il a juste attendu que le concierge lui remette « gentiment » les clés.
Revenons en France : le cordon sanitaire à l’extrême-droite n’existe pas, bien au contraire. Le président de la République a décidé la tenue d’élections législatives au moment où l’extrême-droite était au plus haut. La plupart des médias ont aussitôt décrit sa victoire comme inéluctable, à grand renfort de sondages qui se sont tous révélés complètement mensongers.
On a bien le « cordon bourgeois » qui tente de criminaliser tout ce qui peut vaguement ralentir leur curée.
Les #femmes, du foyer aux révolutions féministes (6/10) : 1971, les #femmes voteront
▻https://img.rts.ch/articles/2024/image/32v9oe-28540994.image
En #1971, les femmes obtiennent le #droit_de_vote en Suisse. Comment comprendre ce changement soudain après tant de résistances, de sourde-oreille et de passivité du législatif ? Il faut regarder à la fois à l’extérieur et à l’intérieur de la Suisse les pressions conjointes qui s’assemblent pour rendre possible ce droit refusé jusque-là. Les différentes manières de se penser femme et féministe s’expriment. La victoire permet l’émergence des nuances qui se taisaient encore.
▻https://www.rts.ch/audio-podcast/2024/audio/les-femmes-du-foyer-aux-revolutions-feministes-6-10-1971-les-femmes-voteront-285
#Suisse #histoire_vivante #podcast #audio
#suffrage_féminin #féminisme #anti-féminisme #Suzanne_Besson #Ligue_vaudoise_féministe_antisuffragiste #histoire #xénophobie #conseil_de_l'Europe #marche_sur_Berne #marche_à_Berne #manifestation #lutte #groupe_de_travail_de_la_famille
Suzanne Besson
14.2.1885 à Niédens (comm. Yvonand), 17.7.1957 à Villeneuve (VD), prot., de Chapelle-sur-Moudon et Yvonand. Fille d’Elie, agriculteur, et de Caroline Potterat. Célibataire. Journaliste. B. organisa en 1919 à Lausanne la première assemblée de femmes opposées au suffrage féminin, mit sur pied et présida une éphémère Ligue vaudoise féministe antisuffragiste, fonda en 1920, sur le plan national, la Ligue suisse des Femmes patriotes, qui se distingua par son intense propagande contre le suffrage féminin. Elle a publié sous le pseudonyme de Céréalis de courtes œuvres littéraires.
Sinti in der DDR: Gleichgestellt und unsichtbar
▻https://www.mdr.de/geschichte/ddr/alltag/sinti-roma-diskriminierung-voelkermord-holocaust-porajmos-100.html
20.8.2022 vin Adrian Oeser - In der DDR lebten nach dem Krieg etwa 600 Sinti. Während sie im Westen auch nach dem Porajmos – dem nationalsozialistischen Völkermord – weiter diskriminiert wurden, sollten sie im sozialistischen Staat als Bürger gleichgestellt sein. Doch das entsprach nur teilweise der Realität. In der DDR wusste man nur wenig über diese Minderheit. Erst seit kurzem beginnen Sinti aus der DDR, öffentlich über ihre Geschichte zu sprechen.
Als 1989 die Mauer fällt, ist Melanie Joschla Weiß - so ihr vollständiger Name - gerade bei den Thälmannpionieren. In ihrem Zeugnis heißt es, sie sei „immer hilfsbereit und solidarisch“. Dass sie Sinteza ist, weiß sie. Was das eigentlich heißt, weiß sie nicht.
Ich wusste nur, wir sprechen eine andere Sprache zu Hause und ich habe eine andere Hautfarbe. Sonst haben wir dasselbe getan wie alle anderen auch. Wir haben die DDR-Nahrung gegessen. Wir haben Schwarz-Weiß-Fernsehen geschaut. Wir haben uns drei Stunden für Bananen angestellt. Also nichts, was irgendwie von der Mehrheitsgesellschaft unterscheidet.
Heute will Melanie Joschla Weiß die eigene Familiengeschichte besser kennenlernen. Auch, um sich der Geschichte der Sinti in der DDR bewusst zu werden.
Es ist ein weißer Fleck, denn wie Sinti in der DDR lebten und wie sie vom Staat behandelt wurden, ist wenig bekannt. Und das Bild, das in der DDR von Sinti vermittelt wurde, war ein Romanhaftes.
Ede und Unku – Schullektüre in der DDR
Im Berlin von 1929 lernen sich auf einem Rummelplatz die Kinder Ede und Unku kennen. Es ist der Beginn einer ungewöhnlichen Freundschaft zwischen einem Arbeiterjungen und einer Sinteza. Gegen viele Widerstände halten Ede und Unku zusammen. Die Familie von Unku versteckt gar den Vater von Edes bestem Freund, einen Kommunisten, der illegal einen Streik organisiert hat. Die kommunistische Autorin Grete Weiskopf hält die Geschichte dieser Freundschaft in einem Roman fest.
Nach dem Zweiten Weltkrieg kennt in der DDR jedes Kind das Buch „Ede und Unku“, es ist Pflichtlektüre in der Schule. Mit vielen Klassenkampfparolen passt es gut ins Selbstbild des sozialistischen Staates.
Veronika Weiß wird 1963 in Erfurt geboren. Auch sie liest Ede und Unku in der Schule. Einige Wörter sind in ihrer zweiten Muttersprache, dem Romanes, geschrieben.
Da wollte die Lehrerin wissen, was die bedeuten. Und das habe ich als Kind dann übersetzt. Und das war so interessant, das war so freudig für uns, dass es sowas überhaupt gibt.
In der DDR leben nach dem Krieg etwa 600 Sinti. In der Öffentlichkeit sind sie wenig präsent. Sie sollen, wie alle DDR-Bürger, ihren Dienst für den Staat leisten, im Betrieb, beim Militär. Sie sind gleichgestellt, aber auch unsichtbar.
Als ich 1979 die Lehre begonnen habe als Verkäuferin - damals hieß es ’Waren des täglichen Bedarfs’ - die haben nur immer gesagt ’Du siehst so südländisch aus.’ Und dann hab ich gesagt: ’Ich bin von dem Volk der Sinti und Roma.’ Und da wurde nie drüber diskutiert. Sie haben sich nicht interessiert für unser Volk.
Der Völkermord an den Sinti und Roma – Unkus wahre Geschichte
Auch die Verfolgungsgeschichte von Unku ist in der DDR kein Thema. Erna Lauenburger, wie Unku mit bürgerlichem Namen heißt, wird mit ihren zwei Töchtern in Auschwitz ermordet. Von den etwa 20.000 deutschen Sinti und Roma überleben nur etwa 5.000 den Völkermord, viele von ihnen zwangssterilisiert. Die Schätzung der Gesamtzahl der ermordeten Sinti und Roma beläuft sich auf bis zu 500.000 Opfer.
Neuer Abschnitt
Nach der Befreiung versuchen viele Sinti und Roma, in ihre Heimatorte zurückzukehren. Die Familie von Manolito Steinbach lebt nach 1945 in West-Berlin. Sie wollen unsichtbar bleiben, nicht als Sinti auffallen. Schon als kleiner Junge lernt Manolito Steinbach die Geschichte seiner Verwandten Unku kennen.
Das war schon schrecklich, sowas zu hören, als Kind, als Jugendlicher. Das kann man gar nicht mit Worten beschreiben. Schrecklich. Aber man behält seine Verwandtschaft, seine Toten, in Erinnerung, weil das ja irgendwie ein Teil von dir selbst ist.
Bis heute hält Manolito Steinbach die Erinnerung an Unku wach. Sein Cousin hat sogar ein Buch über ihre Geschichte geschrieben. „Ede und Unku – Die wahre Geschichte“ lautet der Titel.
Sinti in der DDR – als Verfolgtengruppe anerkannt
In der Bundesrepublik wird der Massenmord an den Sinti und Roma erst 1982 als Völkermord anerkannt. In der DDR gelten Sinti von Anfang an als Verfolgtengruppe. Die Erfahrungen der Überlebenden sind auch in der Familie von Veronika Weiß präsent. Ihr Großvater wurde in Mauthausen ermordet, seine Frau überlebte mit ihren Kindern versteckt im Wald. In der DDR wird Veronika Weiß‘ Großmutter als Verfolgte des Naziregimes anerkannt, bekommt finanzielle Unterstützung und empfindet gesellschaftliche Anerkennung. Dafür ist ihre Enkelin bis heute dankbar.
Ich muss ganz ehrlich sagen, ich bin ein DDR-Mädchen und ich werde es auch immer bleiben. Ich hatte keine Schwierigkeiten, es gab hier keine Rassendiskriminierung und wir sind auch vom Staat anerkannt worden.
Trotz der offiziellen Anerkennung von 117 Sinti als Verfolgte des Naziregimes (VdN) bis 1966, bleiben die Geschichten der Opfer ungehört. Im Vordergrund steht in der DDR die Erinnerung an antifaschistische Kämpfer. So wird auch nicht sichtbar, wie stark die Verfolgungserfahrung bis in die Nachkriegszeit wirkt. In der NS-Zeit wurden Sinti vom Bildungssystem ausgeschlossen, einige können weder lesen noch schreiben. Eine spezielle Förderung für sie gibt es nicht. Und auch in der DDR wird Sinti eine Entschädigung immer wieder versagt, weil die Nazis sie als „Asoziale“ kategorisierten und dies von den DDR-Behörden nicht hinterfragt wird. Viele kämpfen vergeblich um Anerkennung ihrer Verfolgungserfahrung.
Neuer Abschnitt
Diskriminierung auch im sozialistischen Deutschland
Die DDR soll ein antifaschistischer Staat sein, in dem es keine Diskriminierung gibt. Doch für Sinti werden trotzdem Sonderregeln erlassen, etwa in Entschädigungsfragen. So können Sinti nur dann einen Antrag stellen, wenn sie einen Arbeitsplatz nachweisen können. Diese Regel gilt für keine andere Bevölkerungsgruppe. Besonders schwerwiegend ist sie, da Sinti häufig den Gewerbeschein verweigert bekommen und so in die Arbeitslosigkeit getrieben werden.
In der Beschuldigtenkartei der Stasi werden Sinti rassistisch als „Zigeuner“ kategorisiert und das gesellschaftliche Bild von ihnen ist oft von Klischees geprägt. Aber es gibt auch andere Beispiele: Bambino Weiß etwa, Veronika Weiß‘ Bruder, wird bei der NVA von einem Vorgesetzten beleidigt. In der Folge wird dieser degradiert und muss sich entschuldigen.
Dieser Oberfeldwebel wurde dann wegen ’eines schweren Vorkommnisses’ zum Feldwebel degradiert. Das war mir zuwider. Ich hätte gesagt, er entschuldigt sich und gut ist es.
Der Mauerfall: für Sinti und Roma ein Schock
Veronika Weiß ist in der DDR auch beruflich erfolgreich, arbeitet sich bis zur Chefsekretärin bei Umformtechnik hoch. Im Westen bleibt ein beruflicher Aufstieg den meisten Sinti und Roma verwehrt – zumal, wenn sie sagen, dass sie zur Minderheit gehören. Bei Veronika Weiß wissen es die Kollegen, in der DDR fühlt sie sich sicher. Der Fall der Berliner Mauer ist ein Schock für sie.
Die Grenze ist weg! Das gibt es nicht! Dann musste ich erstmal zwei, drei Zigaretten rauchen. Das war für mich die Wende. Das war schlimm, irgendwie. So, jetzt ist alles weg. Und dann sind wir halt dann so rein gewachsen.
Neues Selbstbewusstsein
Ihre Tochter Melanie Joschla Weiß zieht im Erwachsenenalter nach Berlin und wird Theaterschauspielerin.
Meine Motivation für das Theaterspielen war es, gesehen zu werden. Mir ist es ein Anliegen, dass wir unsere Stimmen nach Außen bringen und unsere Geschichte weitererzählen. Es gibt hier ein starkes kulturelles Erbe, was es wiederzuentdecken gibt. Das betrifft auch die Perspektiven aus Ostdeutschland. Dieses Erbe zugänglich zu machen, macht auch die Welt ein Stück reicher.
Mit anderen Sintizze und Romnja gründet sie das Romnjapower-Theaterkollektiv. In ihrem aktuellen Stück, das am Berliner Grips-Theater entstanden ist, verarbeiten sie die Geschichte von Rita Prigmore und ihrer Zwillingsschwester Rolanda, die in den 1940er-Jahren Opfer medizinischer Experimente wurden. Gleichzeitig geht das Stück auch auf die Suche nach Perspektiven auf eine bessere Zukunft.
Dieses Thema im Programm: MDR THÜRINGEN | MDR THÜRINGENJOURNAL | 02. August 2022 | 19:00 Uhr
Zeynep Tufekci - The Problem Is Not A.I. It’s the Disbelief Created by Trump. - The New York Times
▻https://www.nytimes.com/live/2024/08/07/opinion/thepoint#the-problem-is-not-ai-its-the-disbelief-created-by-trump
Zeynep Tufekci
Aug. 12, 2024, 1:57 p.m. ETAug. 12, 2024
The Problem Is Not A.I. It’s the Disbelief Created by Trump.
Current artificial intelligence technologies have become surprisingly good at creating realistic images and video, unleashing fears that fake images can be used for political and election manipulation.
Well, yes and no.
Fake A.I. imagery is a challenging problem, and not simply because it looks realistic. The key issue is that these images muddy the waters of credibility for everyone while providing a handy excuse for political operatives willing to lie to their supporters already eager to believe the lie.
Take Donald Trump’s social media post on Sunday in which he accused Kamala Harris’s campaign of manipulating an image to make her crowd seem bigger at a Detroit airplane hangar last week.
“Has anyone noticed that Kamala CHEATED at the airport?” he wrote. “There was nobody at the plane, and she ‘A.I.’d’ it, and showed a massive ‘crowd’ of so-called followers, BUT THEY DIDN’T EXIST!”
How do we know an image is real in this day and age? An average person can no longer be certain of the authenticity of images or, increasingly, even videos through individual sleuthing. The A.I. is that good and is getting better. (That’s why the classic media literacy advice — do your own research — doesn’t work anymore.)
This makes it difficult to know what to believe, except through a key mechanism: trusting sources and trusting that they have either taken the image or video themselves or carefully vetted it as authentic.
That’s how we know that the crowd waiting for Harris was real, because there are pictures from photo agencies like Getty, as well as images and reports from multiple other news organizations that were on the tarmac, that match the circulating social media photos that caught Trump’s ire. We know that credible news organizations and photo agencies have very strict rules about images and videos. But that, in turn, requires trusting the photo agency or other media source furnishing the image or video.
While this made-up falsity by Trump & other right-wing provocateurs are posted/viewed by millions, here is video taken by @NnamEgwuon of the Michigan rally — not that this needs to be proven true: pic.twitter.com/Ul1IdyJ0RW ▻https://t.co/MhJYG4As9e
— Vaughn Hillyard (@VaughnHillyard) August 11, 2024
It’s no accident that Trump has made it a habit to portray credible news organizations as untrustworthy liars, and many of his supporters seem to have internalized that message they were open to in the first place.
Once trust is lost and all credibility is questioned, the lie doesn’t have to be high quality. It doesn’t have to be supported by highly realistic fake A.I. It doesn’t have to be so easily disprovable. To work, the lie just needs a willing purveyor and an eager audience. The A.I., then, is but a fig leaf.
#Intelligence_artificielle #Images #Crédibilité #Fake_news #Manipulation #Sources_crédibles
Zotero hacks : reliably setup unlimited storage for you personal academic library
About this tutorial
In summer 2024, Zotero had a major update to version 7. The update affected some of the setup routines that I outlined ages ago in the Zotero hacks post. The recipe laid out in that old post helped me painlessly update, move, and maintain my Zotero library for more than a decade; and judging by feedback it did so for many dozens of my friends, colleagues, and just occasional people who found the tutorial useful. It became easily the most viewed post in my blog. Now, with the recent update of Zotero, I decided to update the tutorial as well, but I’m keeping the old post untouched in case someone needs the routine that worked reliably for ages.
The essence of the tutorial stays the same – it shows how to organize a personal academic library of unlimited size for free. Here I only slightly update some steps of the setup, refresh the screenshots, and provide occasional comments from 20241.
▻https://ikashnitsky.phd/2024/zotero7
En ce qui me concerne, je ne sauvegarde pas les pdf directement dans zotero... je les range dans UN SEUL dossier à part dans mon disque dur... mais vue l’évolution de zotero, peut-être que maintenant ça vaudrait la peine de le faire. Mon problème c’était que, avec presque 10’000 références sauvegardées dans ma base de données (sans mettre aucun document joint)... eh bhein, j’avais déjà explosé mon quota gratuit de stockage (du coup, je paie)
et pour éditer le #style des et de la #bibliographie_finale :
Editing a Citation Style Sheet for Zotero
▻https://www.youtube.com/watch?v=AGMDDuGfTlw
avec :
▻https://editor.citationstyles.org
#CSL
Manche : 50 migrants secourus lors d’une nouvelle opération en mer - InfoMigrants
▻https://www.infomigrants.net/fr/post/59118/manche--50-migrants-secourus-lors-dune-nouvelle-operation-en-mer
Manche : 50 migrants secourus lors d’une nouvelle opération en mer
Par La rédaction Publié le : 14/08/2024
Cinquante migrants ont été secourus mardi par les services de secours français. Une nouvelle opération qui survient après deux jours de forte activité dans la Manche. La semaine passée, 1 172 migrants sont arrivés au Royaume-Uni, selon le ministère de l’Intérieur britannique.
Les opérations de sauvetages d’embarcations de migrants sont quotidiennes ces derniers jours dans la Manche. Mardi 13 août, dans la matinée, le centre régional opérationnel de surveillance et de sauvetage (Cross) Gris-Nez a été informé de la présence d’une embarcation de migrants en difficulté au large de Malo-les-Bains (Nord), tout près de Dunkerque, rapporte mercredi un communiqué de la préfecture de maritime de la Manche et de la mer du Nord (Premar).
« Le Cross engage alors le navire de sauvetage Minck affrété par l’État pour relocaliser l’embarcation et vérifier la situation sur zone. Une fois le Minck sur place, les personnes présentes à bord de l’embarcation demandent assistance. L’équipage met alors à l’eau son semi-rigide et récupère à bord les 50 personnes. Les personnes secourues ont ensuite été déposées à quai à Dunkerque et prises en charge par les secours terrestres et la police aux frontières », détaille la préfecture.
La veille, lundi, 98 exilés avaient été secourus par le Minck dans la même zone au cours de deux opérations de sauvetage, également coordonnées par le Cross Gris-Nez. Mais certains des migrants avaient souhaité - comme cela arrive souvent - poursuivre leur route vers le Royaume-Uni, plutôt que de bénéficier de l’assistance des secours français.
Dans le même temps, lundi, une opération policière menée plus bas le long du littoral, à Quend, dans les Hauts-de-France, avait mené à l’interpellation de 66 migrants, dont un enfant, selon France Bleu. Le groupe se dirigeait vers les plages pour une traversée, selon la radio locale, quand les exilés ont été interceptés par les militaires de l’opération Poséidon, des réservistes spécialisés dans la lutte contre l’immigration clandestine. Pourtant, aucun matériel ni bateau n’a été découvert.
Ces opérations sont intervenues au lendemain d’une dramatique journée dans la région. Dimanche, deux personnes sont décédées lors de traversées de la Manche. Un premier cadavre a été retrouvé dans l’eau lors d’une opération de secours auprès d’une embarcation en détresse. Le second a été découvert lors d’un autre sauvetage. « Le canot Notre-Dame-de-Risban de la SNSM [a] récupér[é] 4 personnes dont une inanimée puis les [a] dépos[é]es à quai au port de Calais [...] Malgré les gestes prodigués par les secouristes, la personne inconsciente n’a pas pu être réanimée », indique la préfecture.
Ces deux nouveaux décès portent à 25 le nombre total de victimes dans la Manche depuis le début de l’année, contre 12 en 2023. Pour l’instant, l’année 2021 reste la plus meurtrière avec 27 décès dans la zone. Et cette tendance inquiète fortement la police française. « On a un risque qui a été démultiplié et on l’explique exclusivement par le mode opératoire des passeurs qui surchargent les embarcations. On est passé d’une moyenne de 35 passagers en 2022, à 40-45 en 2023, et plus de 50 depuis le début de l’année », expliquait récemment à InfoMigrants Mathilde Potel, commissaire adjointe chargée de l’état-major zonal de la lutte contre l’immigration irrégulière dans le nord de la France.
« On a des gens qui peuvent connaître des phénomènes de panique et mourir par étouffement. Aujourd’hui, on ne meurt plus uniquement de noyade mais par la seule présence des autres personnes. Notre grosse inquiétude, c’est que plus on met de gens dans une embarcation, plus on a de risques », ajoutait-elle.
Malgré les dangers de cette traversée, les exilés qui souhaitent quitter les côtes françaises pour rejoindre le Royaume-Uni sont toujours nombreux. Ils profitent notamment de conditions plus clémentes apportées par la météo estivale. Rien que dimanche, 700 personnes ont atteint les côtes anglaises à bord d’embarcations de fortune. La semaine passée, les exilés ont profité d’une bonne fenêtre météo pour tenter un maximum de passages au Royaume-Uni. Selon les statistiques du ministère de l’Intérieur britannique, 1 172 migrants sont arrivés sur le sol britannique dans 20 embarcations différentes.
Depuis le début de l’année, 18 467 migrants ont rejoint les côtes anglaises. Un nombre en hausse par rapport à la même période l’année dernière puisque 16 679 personnes avaient effectué la traversée entre le 1er janvier et le 12 août 2023.
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Deux migrants meurent au large de Calais lors d’une traversée de la Manche
▻https://www.lemonde.fr/societe/article/2024/08/11/deux-migrants-meurent-au-large-de-calais-lors-d-une-traversee-de-la-manche_6
Deux migrants meurent au large de Calais lors d’une traversée de la Manche
Deux migrants sont morts, dimanche 11 août, au large de Calais, portant à neuf le nombre de décès lors de tentatives de traversée de la Manche en un mois. Cinquante-trois migrants ont été secourus mais deux autres n’ont pu être réanimés, l’un déclaré mort au port de Calais (Pas-de-Calais), l’autre à l’hôpital de Boulogne-sur-Mer, ajoute la préfecture maritime (Prémar).
Dimanche « en début de matinée », une embarcation s’est signalée « en difficulté avec des personnes à l’eau (…) au large de Calais », a précisé la préfecture de la Manche et de la mer du Nord dans un communiqué. Parmi la centaine de migrants secourus entre cette intervention et une autre, tous débarqués au port de Calais, « cinq [sont] en urgence relative », a souligné Jacques Billant, le préfet du Pas-de-Calais, lors d’un point presse à Calais.
Le procureur de Boulogne-sur-Mer, Guirec Le Bras, a annoncé l’ouverture d’une enquête « des chefs d’aide à étrangers en situation irrégulière en bande organisée aggravée par la circonstance de risque de mort et d’infirmité, crime, et d’association de malfaiteurs en bande organisée, mise en danger de la vie d’autrui, délits ». Aucune interpellation n’avait eu lieu dimanche en milieu d’après-midi.Ces dernières semaines, les drames se sont enchaînés au large des côtes françaises, avec sept morts dans des tentatives de traversées en juillet, les traversées de la Manche sur des bateaux de fortune étant particulièrement nombreuses l’été. Ces morts surviennent lors de tentatives de rejoindre l’Angleterre, secouée ces derniers jours par des violences durant des manifestations anti-immigration et antimusulmans.
Entre le 12 et le 19 juillet, six migrants sont morts dans trois naufrages distincts : quatre, le 12 juillet, une femme érythréenne, le 17, puis un homme, le 19. Le 28 juillet, Dina, une femme « bidoun » – une minorité apatride du Koweït – âgée de 21 ans, est morte écrasée dans le canot qui devait l’emmener vers l’Angleterre. A chaque fois, les embarcations étaient très chargées. Le nombre de personnes à bord atteignait 86 le 19 juillet.
Sur l’ensemble de l’année 2023, douze migrants étaient morts en tentant de gagner l’Angleterre par la mer, selon le bilan de la Prémar. Un bilan humain déjà largement dépassé en 2024, avec vingt-cinq morts depuis janvier, a précisé le préfet du Pas-de-Calais.Ces traversées se font souvent « sans gilets de sauvetage », à bord d’« embarcations de très mauvaise qualité car sous-gonflées et souvent sans plancher (…), sous-motorisées », a-t-il regretté. « Cette frontière tue dans le plus grand des silences », a réagi sur X l’association L’Auberge des migrants.
Selon un comptage de l’Agence France-Presse à partir des chiffres des autorités britanniques, au 8 août, 17 639 personnes avaient effectué la traversée depuis le début de l’année sur des « small boats », nom donné à ces petites embarcations, un chiffre quasi équivalant à celui enregistré sur la même période lors de l’année record de 2022.
La France et le Royaume-Uni tentent, depuis des années, d’enrayer ces tentatives de traversées de la Manche sur des canots pneumatiques. Le président français, Emmanuel Macron, et le nouveau premier ministre britannique, Keir Starmer, se sont engagés mi-juillet à « renforcer leur coopération en matière de migration irrégulière », en marge d’un sommet avec quarante dirigeants européens.A peine arrivé au pouvoir début juillet, M. Starmer a confirmé l’abandon du projet controversé d’expulser des migrants au Rwanda, lancé en 2022 par les conservateurs alors au pouvoir mais jamais concrétisé. A la place, il a annoncé vouloir accélérer le traitement des dossiers de demandeurs d’asile tout en durcissant la lutte contre les passeurs pour « renforcer » les frontières.
Selon Jacques Billant, « depuis début 2024, ce sont plus de 350 interpellations qui ont été opérées et plus de quinze filières de passeurs qui ont été démantelées ».Keir Starmer a dû faire face, ces derniers jours, à de violentes émeutes d’extrême droite, qui ont secoué le Royaume-Uni pendant une semaine à la suite du meurtre de trois fillettes le 29 juillet, sur fond de rumeurs en ligne en partie démenties décrivant le suspect de l’attaque comme un demandeur d’asile musulman. Il s’agit en fait d’un adolescent de 17 ans né à Cardiff dont les parents, selon des médias, sont originaires du Rwanda.
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Angleterre : antifas vs émeutes racistes - Le député insoumis Raphaël Arnault témoigne
▻https://www.lemediatv.fr/emissions/2024/angleterre-antifas-vs-emeutes-racistes-le-depute-insoumis-raphael-arnault-
Entretien d’Actu avec Raphaël Arnault, député de la 1ère circonscription du Vaucluse et cofondateur de la Jeune Garde.