• Tecnologie per il controllo delle frontiere in Italia: identificazione, riconoscimento facciale e finanziamenti europei


    Executive summary

    L’utilizzo documentato di un sistema di riconoscimento facciale da parte dell’amministrazione comunale di Como o da parte della Polizia di Stato italiana ha aperto anche in Italia il dibattito su una tecnologia che all’estero, già da tempo, si critica per la sua inaccuratezza algoritmica e per la poca trasparenza. Un tema sicuramente preoccupante per tutti ma che certamente assume caratteristiche ancor più pericolose quando interessa gruppi o individui particolarmente vulnerabili come migranti, rifugiati e richiedenti asilo. In questo caso i dati e le informazioni sono processati da parte di agenzie governative a fini di sorveglianza e di controllo, con tutele assai minori rispetto ai cittadini europei ed italiani. Ciò comporta un grande rischio per queste persone poiché le procedure di identificazione al loro arrivo in Italia, effettuate all’interno degli hotspot, rischiano di essere un’arma a doppio taglio per la loro permanenza nel nostro Paese (o in Europa), determinando uno stato di sorveglianza continuativa a causa della loro condizione. Ancora una volta alcune categorie di persone sono costrette ad essere “banco di prova” per la sperimentazione di dispositivi di controllo e sorveglianza, a dimostrazione che esistono e si reiterano rapporti di potere anche attraverso la tecnologia, portando alla creazione di due categorie distinte: chi sorveglia e chi è sorvegliato.

    Da questa ricerca emerge che le procedure di identificazione e categorizzazione dei migranti, rifugiati o richiedenti asilo fanno ampio utilizzo di dati biometrici—la polizia italiana raccoglie sia le impronte digitali che la foto del loro volto—ma non è sempre facile comprendere in che modo vengano applicate. Nel momento in cui viene effettuata l’identificazione, le categorie sopra citate hanno ben poche possibilità di conoscere appieno il percorso che faranno i loro dati personali e biometrici, nonché di opporsi al peso che poi questo flusso di informazioni avrà sulla loro condizione in Italia e in tutta l’Unione Europea. Quest’ultima, infatti, promuove da alcuni anni la necessità di favorire l’identificazione dei migranti, stranieri e richiedenti asilo attraverso un massiccio utilizzo di tecnologie: a partire dal mare, pattugliato con navi e velivoli a pilotaggio remoto che “scannerizzano” i migranti in arrivo; fino all’approdo sulla terraferma, dove oltre all’imposizione dell’identificazione e del fotosegnalamento i migranti hanno rischiato di vedersi puntata addosso una videocamera “intelligente”.

    Ampio spazio è lasciato alla trattazione di come lo stato italiano utilizzi la tecnologia del riconoscimento facciale già da alcuni anni, senza che organizzazioni indipendenti o professionisti possano controllare il suo operato. Oltre alla mancata trasparenza degli algoritmi che lo fanno funzionare, infatti, non sono disponibili informazioni chiare sul numero di persone effettivamente comprese all’interno del database che viene utilizzato proprio per realizzare le corrispondenze tra volti, AFIS (acronimo di Automated Fingerprint Identification System).

    Nelle intenzioni della polizia italiana, infatti, c’era l’impiego di un sistema di riconoscimento facciale, SARI Real-Time, per riconoscere in tempo reale l’identità delle persone a bordo di un’imbarcazione durante le fasi di sbarco sulle coste italiane. Il sistema SARI Real-Time, acquistato originariamente per l’utilizzo durante manifestazioni ed eventi pubblici, è stato reso inutilizzabile a seguito della pronuncia negativa del Garante della Privacy: rischierebbe di introdurre una sorveglianza di massa ingiustificata. La decisione del Garante tutela quindi non solo coloro che vivono nel nostro paese ma anche chi, in una situazione di estrema vulnerabilità, arriva sulle nostre coste dopo un viaggio interminabile e si vede sottoposto a un controllo sproporzionato ancor prima di ricevere supporto medico e valutazione dello status legale.

    Come Centro Hermes per la Trasparenza e i Diritti Umani Digitali dal 2011 ci interroghiamo sul funzionamento e sullo scopo delle innovazioni in campo tecnologico, analizzandole non solo da un punto di vista tecnico ma anche attraverso la lente dei diritti umani digitali. Negli ultimi anni la datificazione della società attraverso la raccolta indiscriminata di dati personali e l’estrazione di informazioni (e di valore) relative al comportamento e alle attività svolte da ognuno di noi sono il tema centrale di ricerca, analisi e advocacy dell’associazione. Siamo convinti infatti che vada messa in dubbio non solo la tecnologia digitale creata al presunto scopo di favorire il progresso o di dare una risposta oggettiva a fenomeni sociali complessi, ma anche il concetto di tecnologia come neutra e con pressoché simili ripercussioni su tutti gli individui della società. È importante a nostro parere che qualunque discorso sulla tecnologia racchiuda in sé una più ampia riflessione politica e sociologica, che cerchi di cogliere la differenza tra chi agisce la tecnologia e chi la subisce.

    Principali risultati:

    https://protecht.hermescenter.org
    #rapport #Hermes #frontières #Italie #reconnaissance_faciale #réfugiés #asile #migrations #contrôles_frontaliers #identification #financements_européens #technologie #complexe_militaro-industriel #Côme #surveillance #biométrie #données_biométriques #catégorisation #photos #empreintes_digitales #AFIS #algorythmes #Automated_Fingerprint_Identification_System #SARI_Real-Time #database #base_de_données

    sur la mise en place de reconnaissance faciale à Côme:
    https://seenthis.net/messages/859963

    ping @etraces

    • Il casellario delle identità AFIS: una banca dati discriminatoria usata dalle forze di polizia

      AFIS è un database nel quale sono raccolti i dati (impronte digitali e foto) di persone italiane e straniere sottoposte a procedimenti penali e dei soli cittadini non europei nell’ambito delle procedure amministrative di rinnovo e conversione del permesso di soggiorno.

      In applicazione di un decreto del Ministero dell’Interno del 24 maggio 2017, i dati amministrativi dei cittadini e delle cittadine extra UE vengono inseriti, confrontati e trattati come dati di polizia per il solo fatto di appartenere a persone straniere, con l’ulteriore paradosso che questi dati non vengono cancellati neanche quando le stesse ottengono la cittadinanza italiana.
      Potere di accesso ai dati degli stranieri senza motivazione?

      ASGI, dopo una serie di accessi agli atti e di accessi civici generalizzati al Ministero dell’Interno, ha rilevato che:

      i cittadini stranieri non possono cancellare i loro dati se non dopo 20 anni dal loro inserimento anche se nel frattempo la loro condizione giuridica è mutata, i loro dati sono verificati e trattati con pochissime limitazioni e da un alto numero di autorità amministrative.

      – I dati delle persone straniere sono confrontati sistematicamente con migliaia di altri dati senza motivazioni specifiche al fine di essere utilizzati per finalità di polizia ed indagine.

      - In particolare i confronti delle foto sono esposti ad un alto tasso di errori a causa della mancanza di un algoritmo in grado di mettere a confronto immagini di cittadini con la pelle di colore scuro.

      - I dati contenuti in AFIS appartenenti a cittadini con la cittadinanza non europea sono la netta maggioranza.

      Diversità di trattamento per milioni di persone

      La Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, ha precisato il numero dei dati in loro possesso.

      “il numero di cartellini fotosegnaletici acquisiti e conservati all’interno della banca dati del Casellario Centrale d’Identità del Servizio Polizia Scientifica (AFIS), corrispondenti a cittadini di paesi terzi, con specifica indicazione: Cartellini acquisiti a soggetti che hanno dichiarato nazionalità: A) di paese terzo dell’Unione Europea 13.516.259, B) di stato membro dell’Unione Europea (Italia esclusa) 1.654.917, C) italiana 3.289.196. I dati sono riferiti al 28 luglio 2022”.

      Infatti, i cittadini stranieri sono foto segnalati diverse volte nell’arco della loro permanenza in Italia: al momento del loro arrivo sul territorio, nei casi di rinnovo, rilascio, conversione del titolo di soggiorno e tutte le volte che vengono foto segnalati, i loro dati confluiscono nella banca dati del Casellario AFIS.

      Per i cittadini italiani non funziona allo stesso modo: i dati di questi ultimi, rilasciati in occasione dell’ identificazione per finalità amministrative (es. per il rilascio del passaporto o della carta d’identità), sono conservati in registri appositi e non confluiscono nella banca dati AFIS (né possono essere in alcun modo utilizzati per scopi di indagine o altre finalità di polizia).
      Causa antidiscriminatoria

      ASGI, insieme all’Associazione Progetto Diritti ONLUS e due cittadini stranieri naturalizzati italiani, ha presentato un ricorso al Tribunale civile di Roma chiedendo l’accertamento del carattere discriminatorio del comportamento del Ministero dell’Interno, consistente nella conservazione e nel trattamento dei dati riguardanti i cittadini stranieri (raccolti in occasione delle pratiche amministrative di rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno) all’interno di una banca dati di polizia utilizzata per la repressione dei reati. La conservazione e il trattamento di dati sensibili non può essere differenziata in ragione della nazionalità, salvo una espressa disposizione di legge, avendo i cittadini stranieri diritto alla parità di trattamento nei diritti civili rispetto agli italiani.

      Inoltre, la raccolta di dati biometrici, anche se dovesse ritenersi effettuata per finalità di polizia o per interesse pubblico, deve essere regolata – secondo la disciplina italiana e euro-unitaria – da leggi o da regolamenti che disciplinino il trattamento alla luce della specifica funzione perseguita e che tutelino i diritti dei titolari, mentre nella situazione contestata la raccolta e l’inserimento in banca dati di polizia avviene in via di fatto, in assenza di un espresso e motivato atto normativo.

      Tra le richieste che i ricorrenti hanno formulato al giudice, vi è la cancellazione dalla banca dati AFIS di tutti i dati appartenenti ai cittadini di Paesi non UE identificati per finalità di rilascio, rinnovo o conversione del permesso di soggiorno, nonché la cancellazione dei dati appartenenti ai cittadini stranieri naturalizzati italiani e la modifica del decreto ministeriale del 2017 che ha previsto l’obbligo di inserimento di tali dati in AFIS.

      Infine, i ricorrenti ritengono che l’ attuale trattamento illegittimo possa essere superato solo laddove il Ministero adotti un apposito e separato registro in cui siano conservati esclusivamente i dati dei cittadini stranieri raccolti all’atto del loro fotosegnalamento per il rinnovo e la conversione del titolo di soggiorno, con conseguente cancellazione del registro AFIS dei dati di cittadini extra-UE raccolti per finalità amministrative e pertanto anche dei dati dei ricorrenti.

      https://www.asgi.it/discriminazioni/casellario-afis-una-banca-dati-discriminatoria-forze-di-polizia

  • Fossil fuel giant #Shell and EU maritime authorities accused of complicity in Mediterranean refugee ‘pullback’

    Banksy-funded rescue ship #Louise_Michel carries 31 refugees as Tunisian Navy sends 70 to its ‘unsafe’ country

    EUROPEAN maritime authorities and fossil fuel giant Shell were accused of complicity in the sending of about 70 refugees to an unsafe country today.

    Civilian rescuers on board the Louise Michel, a rescue ship part-funded by the elusive British artist Banksy, saved the lives of about 101 people within Malta‘s search-and-rescue (SAR) zone in the central Mediterranean on Monday night.

    It was the Seabird, a reconnaissance plane operated by rescuers Sea-Watch, that first spotted the refugees in distress, and passed their position onto the Louise Michael.

    The Louise Michel’s crew managed to bring 31 refugees aboard their vessel, but the remaining 70 or so others climbed onto the nearby Miskar offshore gas platform, which Shell operates on behalf of the Tunisian government.

    The Louise Michel warned on social media this morning that the refugees on the platform had been waiting there for over 14 hours and that the Maltese authorities, who are legally responsible for coordinating their rescue, were refusing to communicate.

    The Tunisian navy arrived on scene later in the afternoon and took the 70 refugees from the platform to Tunisia, a move Louise Michel and many of the other NGO refugee rescuers condemned as a “#pullback,” the unlawful return of refugees to an unsafe place.

    “We witnessed an illegal pullback of around 70 people by several Tunisian Navy vessels from the Shell platform,” a crew member aboard the Louise Michel told The Civil Fleet today.

    “We strongly condemn this violation of human rights and maritime law of which European authorities and Shell are complicit in.”

    Jacob Berkson, an activist with the distress hotline organisation Alarm Phone, described the Tunisian and Maltese authorities’ actions as an “egregious breach” of the refugee conventions.

    “It is to be hoped that they [the refugees] have not been returned to the hell of Libya, but nor can Tunisia be assumed to be a safe third country. It was on Malta to rescue these people,” Mr Berkman told The Civil Fleet today.

    “In any sane world, the Armed Forces of Malta would intervene swiftly and professionally to rescue people in distress, irrespective of why they took to sea in the first place.

    “Of course, in any sane world, it would be rare that people seeking refuge needed rescuing because they would be travelling on a well maintained, commercial vessel to a country of their choice.”

    Shell’s Tunisian arm said: “[We] can confirm that on January 3 2022 at 8pm (Tunis time), a boat carrying people reached our offshore platform. They were assisted and provided with water, food and dry clothes.

    “Shell had informed the Tunisian authorities and worked closely with them to ensure the safety of people on board the boat. They have since been safely transferred to the Tunisian navy vessel on January 4.”

    https://thecivilfleet.wordpress.com/2022/01/04/fossil-fuel-giant-shell-and-eu-maritime-authorities-accused

    #pull-backs #réfugiés #asile #migrations #Méditerranée #Shell #Plate-forme_pétrolière #plateforme_pétrolière #mer_Méditerranée #Tunisie #SAR

    j’ajoute aussi #push-backs #refoulements —> même si techniquement il s’agit de pull-backs, mais pour avoir plus de chances de le retrouver dans le futur...

  • 16.12.2021: Minister of the Interior of the Republic of Croatia boasted of new equipment worth about 2 million euros

    MUP je preuzeo 70 specijaliziranih vozila za teško pristupačne terene, financiranih iz EU fondova u vrijednosti 14.560.000 KN. Namijenjena su radu granične policije te će biti raspoređena u 10 policijskih uprava.

    https://www.facebook.com/DavorBozinovicMUP/posts/338639148073450

    #frontières #militarisation_des_frontières #Croatie #asile #migrations #réfugiés #complexe_militaro-industriel #Balkans #route_des_Balkans

    ping @isskein @karine4

  • Government spent £700k on company advising Afghans not to flee before Taliban takeover

    Exclusive: Company convinced Afghans to ‘avoid potentially deadly encounters on the journey to Europe’ months before the Taliban takeover.

    The government has given more than £700,000 to a company that advised Afghans not to flee the country before the Taliban takeover.

    An investigation by The Independent revealed that the Home Office has handed the “migration behaviour change” firm at least £702,000 since 2016, and it may have been given even more money by the Foreign Office during the same period.

    Despite the funding, Seefar’s name has never been mentioned in the Houses of Parliament, and the Home Office has refused to detail the work it commissioned.

    The government said it “makes no apology” and wanted to highlight the risks of irregular journeys using people-smugglers.

    #Seefar is behind multilingual websites including “On The Move” and “The Migrant Project”, which claim to “enable migrants and potential migrants to make informed decisions”.

    Earlier this year, the Hong Kong-based company said it had conducted a “migration communications campaign in Afghanistan” between February and December 2020.

    A press release said it had “successfully resulted in more than half of consultees making safer and more informed migration decisions, and avoiding potentially deadly encounters on the journey to Europe”.

    An unknown number of people left trapped in Afghanistan after the end of Britain’s evacuation operation in August have been murdered by the Taliban, and a promised scheme to resettle 20,000 refugees has not yet started.

    Seefar said it used “unbranded media outreach” to influence Afghans who wanted to flee before the takeover, and advised European governments not to publicly link themselves with such campaigns.

    “You should not brand your campaign with the name of the donors [such as governments] and/or international organisations if possible. Instead, your campaign will benefit from a standalone brand that is trusted in the communities,” said a “best practice” document published earlier this year.

    The government is due to give Seefar up to £500,000 more public money under a contract for a new “organised immigration crime deterrence and influencing communications strategy”.

    A public record of the deal, published in March, said it “includes proposals to deter migrants and signposting migrants to credible alternatives … through a multilingual website and telephone service”.

    The document gave the contract’s value as £500,000, but said the number was a “ceiling figure” rather than a committed spend.

    In August, Seefar was awarded a separate three-year contract to provide a “training provision framework”, for a department that “delivers strategic capability development programmes overseas on behalf of the Home Office”.

    Different companies have been given responsibility for different areas, and Seefar was handed the “borders, migration and asylum” section. The value of the contract has not been publicly disclosed.

    Appearing to pose as non-profit organisations, Seefar’s websites focus on “the risks of irregular migration” and encourage people to use “safe and legal alternatives” – without giving details of how to claim asylum or apply for resettlement in the UK.

    “You have a choice,” reads the On The Move website. “Don’t risk your life and waste hard-earned money trying to reach the UK.”

    The Home Office paid Facebook and Instagram over £23,000 for targeted adverts linking to the website between last December and April, as part of a campaign aiming to dissuade migrants from attempting Channel crossings.

    On The Move discloses no link to the British government in its “about us” section, which reads: “On The Move provides migrants in transit with free, reliable and important migration information. Reliable and trustworthy information on migration is very difficult to find.”

    Seefar’s company website lists supporters including the governments of Britain, Germany, Australia and the Netherlands, along with the European Commission.

    The company was founded in 2014 and describes itself as “a recognised leader in understanding migration behaviour change”, with “extensive experience developing and deploying innovative monitoring and evaluation approaches for irregular migration communication campaigns”.

    A Seefar booklet aimed at potential customers listed services including “Scripting lines for politicians to deliver, providing information and counselling face to face, over the phone or online, unacknowledged support to news media and documentary makers” and “advertising on billboards, television, radio or the internet”.

    Public Home Office spending records list 12 separate payments and grants to Seefar between 2016 and 2018, of up to £120,000 each, but do not detail what they were for.

    They are listed as from the Home Office’s “capability and resources group”, or for “advertising, media and publicity”.

    Tim Naor Hilton, the chief executive of Refugee Action, said: “We have seen this year the tragic consequences of what happens when ministers waste money on a hostile policy of trying to keep people out, rather than keep people safe.

    “The government must spend less time on these murky schemes and more on creating effective safe routes for refugees to claim asylum here.”

    The Home Office said it has robust processes in place to check projects are good value for money, and that spending records are published in accordance with regulations.

    A spokesperson added: “While lives are at risk, we make no apology for using every possible tool at our disposal to provide potentially lifesaving information to migrants.

    “Last month’s tragedy is a devastating reminder of the dangers of Channel crossings. Highlighting the threats of these deadly journeys is vitally important in making clear that people risk their lives if they turn to people-smugglers.

    https://www.independent.co.uk/news/uk/home-news/afghan-asylum-seekers-uk-websites-seefar-b1981905.html

    #propagande #migrations #dissuasion #asile #migrations #Afghanistan

    ping @karine4 @isskein

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    ajouté à la métaliste de #campagnes de #dissuasion à l’#émigration (même si cet événement est un peu différent, car il est organisé en soutien aux troupes qui « gardent la frontière ») :
    https://seenthis.net/messages/763551

  • Migrants risk life and limb crossing snow-choked Alpine passes

    Ill-equipped families suffer frostbite and worse as they walk past wealthy skiers in the mountains between Italy and France, writes Tom Kington.

    About 1,200 migrants have risked their lives every month this winter crossing the snowy Alpine peaks from Italy into France. It’s a perilous journey that kills some and maims others, but emboldens those survivors who are heading for the Channel.

    The numbers braving the eight-hour trek across the border from Claviere and Bardonecchia are higher than in 2020 and 2019, suggesting that the known death toll of six over the past four years could rise in coming weeks.

    (#paywall)

    https://www.thetimes.co.uk/article/migrants-risk-life-and-limb-crossing-snow-choked-alpine-passes-qq0vpm5j0
    #frontières #asile #migrations #réfugiés #Alpes #Montgenèvre #Briançon #Briançonnais #montagne #hiver #frontière_sud-alpine #Hautes-Alpes
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    ajouté à cette métaliste :
    https://seenthis.net/messages/733721

    Et plus précisément ici :
    https://seenthis.net/messages/733721#message930101

  • Le #Nigeria vide les camps de déplacés de #Maiduguri

    Ces réfugiés avaient fui les exactions de #Boko_Haram, mais le gouverneur de l’Etat de #Borno les presse aujourd’hui de revenir sur leurs terres, malgré le risque humanitaire et la présence du groupe #Etat_islamique en Afrique de l’Ouest.

    Un silence de plomb est tombé sur le camp de déplacés de #Bakassi. Il ne reste presque rien de ce gros village de fortune qui abritait, il y a encore quelques semaines, plus de 41 800 déplacés, à la sortie de la grande ville de Maiduguri, chef-lieu de l’Etat de Borno, dans le nord-est du Nigeria. Les tentes et les abris de tôle ont disparu, la clinique a fermé ses portes et les enclos de terre se sont vidés de leurs bêtes.

    Pendant sept ans, des dizaines de communautés fuyant les exactions des djihadistes de Boko Haram se sont réfugiées sur ce terrain, initialement occupé par des logements de fonction, aujourd’hui à l’abandon. Mais, le 19 novembre, les déplacés de Bakassi ont été réveillés au beau milieu de la nuit par une délégation officielle, venue leur annoncer qu’ils avaient onze jours pour plier bagage et reprendre le chemin de leurs champs.

    Dans les heures qui ont suivi, #Babagana_Zulum, le gouverneur de l’Etat de Borno, a supervisé en personne l’attribution d’une #aide_alimentaire et financière à chaque chef de famille présent : 100 000 nairas (215 euros) ont été versés pour les hommes et 50 000 nairas (107 euros) pour les femmes, ainsi qu’un sac de riz de 25 kilos, un carton de nouilles et cinq litres d’huile de friture. Une aide censée leur permettre de tenir trois mois, le temps de reprendre la culture de leurs terres ou de trouver un autre lieu de vie, à Maiduguri ou à proximité de leur terre d’origine.

    Le #plan_de_développement établi par les autorités indique qu’au moins 50 % des déplacés de l’Etat de Borno devront avoir quitté les camps d’ici à l’année prochaine et que tous les camps de l’Etat devront avoir fermé leurs portes d’ici à 2026. Pour l’heure, le gouverneur a ordonné la fermeture des #camps_officiels situés autour de la ville de Maiduguri, afin de pousser les populations vers l’#autonomie_alimentaire. Quatre camps, abritant environ 86 000 personnes, ont déjà fermé ; cinq autres, accueillant plus de 140 000 personnes, doivent suivre.

    Abus subis par les réfugiés

    Le gouvernement local, qui assure qu’il « ne déplace personne de force », a justifié sa décision en pointant notamment les #abus que les réfugiés subissent dans ces espaces surpeuplés, où ils sont victimes de #violences_sexuelles et à la merci des détournements de l’aide alimentaire d’urgence. Mais les moyens déployés pour vider les camps ne sont pas à la hauteur des besoins.

    « Pendant la distribution de l’aide au départ, les autorités ont demandé à tous les hommes célibataires de s’éloigner. Beaucoup de gens de mon âge n’ont rien reçu du tout », assure Dahirou Moussa Mohammed. Ce paysan de 25 ans a passé un peu plus d’un an dans le camp après avoir fui les territoires occupés par Boko Haram, où il dit avoir été emmené de force après l’invasion de son village par les djihadistes en 2014.

    Depuis que Bakassi a fermé ses portes, Dahirou s’est installé sur une dalle de béton nu, à quelques mètres seulement du mur d’enceinte désormais surveillé par des gardes armés. « Nous avons récupéré la toile de nos tentes, les structures en bois et les tôles de la toiture, et nous les avons déplacées ici », explique le jeune homme.

    Dans un communiqué publié le 21 décembre, l’organisation Human Rights Watch regrette le manque « de consultations pour préparer les déplacés à rentrer chez eux ou pour les informer des alternatives possibles » et rappelle qu’on ignore tout du sort de 90 % des personnes ayant quitté Bakassi fin novembre. « Les déplacements multiples risquent d’accroître les besoins dans des zones où la présence humanitaire est déjà limitée. Cela est particulièrement préoccupant, compte tenu des indicateurs d’#insécurité_alimentaire dans la région », note, de son côté, la coalition d’ONG internationales Forum Nigeria.

    2,4 millions de personnes menacées par la #faim

    Selon un rapport des Nations unies datant du mois d’octobre, 2,4 millions de personnes sont menacées par la faim dans le Borno, ravagé par douze années de conflit. L’inquiétude des ONG est encore montée d’un cran avec la publication d’une lettre officielle datée du 6 décembre, interdisant expressément les #distributions_alimentaires dans les communautés récemment réinstallées.

    « La création délibérée de besoins par les humanitaires ne sera pas acceptée. (…) Laissons les gens renforcer leur #résilience », a insisté le gouverneur lors d’une réunion à huis clos avec les ONG, le 21 décembre. Il les accuse de rendre les populations dépendantes de l’#aide_humanitaire sans leur proposer de solutions de développement à long terme, afin de continuer à profiter de la crise.

    Même si le projet de fermeture des camps de Maiduguri a été évoqué à de multiples reprises par les dirigeants du Borno ces dernières années, la mise à exécution de ce plan par le gouverneur Babagana Zulum a surpris tout le monde. « Les gens ont besoin de retrouver leurs terres et on comprend bien ça, sauf que le processus actuel est extrêmement discutable », s’alarme la responsable d’une ONG internationale, qui préfère garder l’anonymat étant donné le climat de défiance qui règne actuellement dans le Borno. « On ne sait même pas comment ils vont rentrer chez eux, vu la dangerosité du voyage, et nous n’avons aucun moyen de les accompagner », regrette-t-elle.

    « Il faut que le gouvernement local reconnaisse que la situation sécuritaire ne permet pas ces retours, pour l’instant. Dans le contexte actuel, j’ai bien peur que les déplacés ne soient poussés dans les bras des insurgés », appuie un humanitaire nigérian qui travaille pour une autre organisation internationale.

    C’est par crainte des violences que Binetou Moussa a choisi de ne pas prendre le chemin du retour. « Ceux qui ont tenté de rejoindre notre village d’Agapalawa ont vite abandonné. Il n’y a plus rien là-bas et il paraît qu’on entend chaque jour des coups de feu dans la brousse. Je ne veux plus jamais revivre ça ! », justifie la vieille femme, qui garde en elle le souvenir terrifiant de sa longue fuite à pied jusqu’à Maiduguri, il y a sept ans.

    Faute d’avoir pu rejoindre leur village, beaucoup de déplacés de Bakassi ont finalement échoué à #Pulka ou #Gwoza, à plus de 100 kilomètres au sud-est de la capitale régionale. « Ils dorment dehors, sur le marché, et ils n’ont même plus assez d’argent pour revenir ici ! », gronde Binetou, en tordant ses mains décharnées. Dans ces villes secondaires sécurisées par l’armée, la menace d’une attaque demeure omniprésente au-delà des tranchées creusées à la pelleteuse pour prévenir l’intrusion de djihadistes. Une situation qui limite les perspectives agricoles des rapatriés.

    Attaques probables

    Le groupe Etat islamique en Afrique de l’Ouest (Iswap) est effectivement actif dans certaines zones de réinstallation. « L’armée contrôle bien les villes secondaires à travers tout le Borno, mais ils ne tiennent pas pour autant les campagnes, souligne Vincent Foucher, chercheur au CNRS. L’Iswap fait un travail de fond [dans certaines zones rurales] avec des patrouilles pour prélever des taxes, contrôler les gens et même rendre la justice au sein des communautés. »

    Et bien que l’organisation Etat islamique se montre plus pacifique dans ses rapports aux civils que ne l’était Abubakar Shekau – le chef historique de Boko Haram, disparu en mai 2021 au cours d’affrontements entre factions djihadistes rivales –, les risques encourus par les populations non affiliées sont bien réels. « Si on renvoie des gens dans les villes secondaires, l’#Iswap pourrait bien les attaquer », prévient Vincent Foucher. Sans oublier les civils « partis travailler dans les territoires contrôlés par l’Iswap et qui ont été victimes des bombardements de l’armée ».

    Dans un rapport publié le 15 décembre, Amnesty International évoque les attaques qui ont ciblé des personnes rapatriées au cours de l’année 2021 à Agiri, New Marte et Shuwari. L’ONG ajoute que « certains ont été forcés [par les militaires] à rester dans les zones de réinstallation, malgré l’escalade de la violence ». D’un point de vue politique, la fermeture des camps serait un moyen de reconquérir des territoires et même de tenter de mettre un point final à un conflit de douze années. Même si cela revient, selon les termes de Vincent Foucher, à « laisser des gens avec peu de mobilité, encerclés par les djihadistes et forcés de cohabiter avec une armée sous pression ».

    https://www.lemonde.fr/afrique/article/2021/12/30/au-nigeria-la-fermeture-des-camps-de-deplaces-jette-des-milliers-de-personne

    #réfugiés #déplacés_internes #migrations #camps_de_réfugiés #fermeture #renvois #retour_au_pays (tag que j’utilise pour les réfugiés et pas les déplacés internes, en général, mais ça permettra de retrouver l’article, si besoin)

  • #Frontex, une agence européenne hors de contrôle

    Alors que pendant des années les critiques des ONG ont été ignorées, Frontex est aujourd’hui sur la sellette. Depuis son entrée en fonction en 2005, l’agence de garde-frontières et de garde-côtes européens a joué un rôle grandissant dans la mise en œuvre de la politique migratoire sécuritaire de l’Union européenne (UE). Longtemps adoubée par les institutions européennes qui n’ont cessé depuis 15 ans de renforcer ses compétences en matière de contrôle et d’expulsions, et son budget (passé de 5 à 543 millions €), elle est à partir de 2020 pour la première fois publiquement questionnée sur ses activités et sa gouvernance (Commission et Parlement européens, Médiatrice de l’UE, OLAF), et en partie lâchée par ses soutiens.

    L’agence est en effet accusée de violations répétées des droits, et notamment de #refoulements aux frontières européennes (ONG et médias internationaux), de manquements à ses obligations réglementaires, de dysfonctionnements internes, voire d’inefficacité (Cour des comptes).

    Si les médias se sont fait le relais des défenseur·euse·s des droits, qui dénoncent depuis plus de dix ans le mandat de Frontex attentatoire aux droits fondamentaux des exilé·e·s, son #opacité, son #autonomie sans contrôle, et son #impunité structurelle, son évolution délétère est pointée du doigt jusque dans ses propres rangs, l’ancien directeur adjoint de l’agence ayant déclaré « être profondément préoccupé par l’atteinte à la réputation de l’agence, sa décision d’armer des agents et son incapacité à empêcher l’extrême droite d’infiltrer ses rangs, dans un contexte de mouvements anti-migrants à travers l’Europe ».

    Les années écoulées ont largement démontré la dangerosité d’une agence hors de contrôle et hors-la-loi, emblème de la politique européenne d’ultra-sécurisation des frontières et de la guerre aux migrant·e·s.

    Frontex n’est pas réformable, seule sa suppression pourrait inaugurer une nouvelle ère dans laquelle l’attachement aux #droits_fondamentaux ne serait pas un simple artifice rhétorique.

    https://migreurop.org/article3075.html

    #Migreurop
    #asile #migrations #réfugiés #frontières #contrôles_frontaliers #droits_humains

  • 23.12.2016 Migrante travolto dal treno a #Latte di Ventimiglia : muore sul colpo

    L’uomo al momento dell’impatto si trovava sui binari ed era diretto in Costa Azzurra.

    Ennesimo dramma dell’immigrazione questa sera sulla linea ferroviaria Ventimiglia – Cannes all’altezza di Latte, ancora in territorio italiano.

    Un migrante di circa 25 anni è stato investito da un treno in corsa composto da un locomotore e tre carrozze. Lo straniero, al momento dell’arrivo del convoglio, si trovava sui binari e probabilmente stava camminando verso la Francia. Era vestito con jeans e giubbotto. Con sé aveva uno zainetto contenente pochi oggetti.

    Con lui forse c’erano altri compagni di sventura, tanto che gli inquirenti cercano di ricostruire nel dettaglio la disgrazia.

    L’impatto col locomotore è stato violentissimo tanto che per il migrante non c’è stato nulla da fare. Lo straniero è morto sul colpo. A dare l’allarme è stato il macchinista. Poco dopo si sono precipitati vigili del fuoco e militi della Croce Rossa Italiana, Croce Verde Inutili i soccorsi pur tempestivi.

    La linea ferroviaria è rimasta bloccata e il treno numero “86060”, partito alle 20.33 da Ventimiglia e diretto a St. Raphael è rimasta fermo per i rilievi del caso, oltre all’arrivo di un sostituto macchinista come prescrive il regolamento Sncf in casi di incidente.

    Dopo il sopralluogo dei carabinieri è arrivata la polizia che, coadiuvata dalla scientifica, ricostruirà la dinamica della tragedia. Anche i binari, dopo le autostrade, dunque, si dimostrano triste scenario in cui persone perdono la vita per cercare di raggiungere la Francia. Già altre volte il personale viaggiante aveva segnalato la presenza di persone sui binari soprattutto di notte che avrebbero rischiato di essere travolte da treni in corsa che viaggiano tra la Riviera e la Costa Azzurra.

    https://www.riviera24.it/2016/12/migrante-travolto-dal-treno-a-latte-muore-sul-colpo-243543

    –-> événement qui date de 2016, sauvegardé ici pour des raisons d’archivage

    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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    ajouté au fil de discussion sur les morts à la frontière de Vintimille :
    https://seenthis.net/messages/784767

    lui-même ajouté à la métaliste sur les morts aux frontières alpines :
    https://seenthis.net/messages/758646

    • 23 décembre 2016 un jeune Algérien de 25 ans. Identité inconnue

      Mort en traversant la voie ferrée sur la ligne Vintimille- Cannes.

      L’accident s’est produit à 20h 30 tout près de la frontière franco-italienne. Le jeune homme était arrivé à 17h30, au centre de la Croix Rouge. Il n’avait pas de papier sur lui mais portait un badge avec sa photo.

      http://roya06.unblog.fr/2017/04/08/hommage-funebre-aux-refugies-tues-par-la-frontiere-cercle-de-silence-2

    • Travolto da un treno, migrante muore a Ventimiglia

      Tragedia in serata sulla linea ferroviaria Ventimiglia-Cannes: un uomo, molto probabilmente un migrante, è stato travolto e ucciso mentre stava attraversando i binari all’altezza della galleria #Mortola, nella frazione di Latte, diretto verso il confine con la Francia.

      Sul posto, oltre ai soccorritori, che hanno tentato inutilmente di salvare la vita all’uomo, sono arrivati i carabinieri e gli agenti della polizia Ferroviaria per ricostruire la dinamica dell’incidente e cercare di risalire all’identità della vittima.

      https://www.ilsecoloxix.it/imperia/2016/12/23/news/travolto-da-un-treno-migrante-muore-a-ventimiglia-1.31336944

    • Ventimiglia, giovane migrante muore travolto dal treno

      Stava costeggiando la ferrovia nella frazione Latte per arrivare in Francia. Nei mesi scorsi tre persone erano state travolte sull’autostrada.

      E’ un algerino di circa 25 anni, il cui nome è ancora in fase di accertamento, il migrante travolto e ucciso da un treno delle linee francesi a Ventimiglia mentre cercava di raggiungere la Francia costeggiando la ferrovia. Il giovane si era registrato, intorno alle 17.30 di ieri, al centro di accoglienza del Parco Roja di Ventimiglia e dopo aver cenato si è allontanato con una trentina di migranti di nazionalità diverse per tentare di espatriare.
      Assieme al gruppo di persone aveva appena imboccato la ferrovia, ma non si è accorto dell’arrivo del convoglio e è stato investito. In queste ore, gli operatori della Croce Rossa che gestiscono il centro stanno cercando di mettersi in contatto con un parente della vittima che si trova a Milano, per concludere assieme alla polizia le procedure di identificazione e iniziare quelle di rimpatrio della salma. Al centro di accoglienza di Ventimiglia ci sono alcuni amici della vittima che stanno contribuendo al riconoscimento.
      Lo scorso anno erano stati registrati alcuni investimenti in territorio francese, mentre dall’estate a oggi sono tre i migranti morti sull’autostrada al confine tra Italia e Francia, dove da qualche tempo si può leggere un’avvertenza: «Possibili pedoni, prudenza». Il vescovo di Ventimiglia monsignor Suetta, celebrando il rito funebre per Milet Tesfamariam Bouhlel, la diciassettenne eritrea travolta da un tir a ottobre, aveva parlato di «vittime della frontiera».

      https://genova.repubblica.it/cronaca/2016/12/23/news/ventimiglia_giovane_migrante_muore_travolto_dal_treno-154774225

    • A la frontière italienne, des cheminots résistent à la « chasse aux migrants »

      Le rétablissement des contrôles à la frontière italienne tue : cinq morts depuis août 2016, dont un sur la voie ferrée allant de Vintimille à Nice. Dans deux notes, la SNCF demande aux cheminots de la région Paca de signaler les « groupes » de migrants à bord des trains. Et de réacheminer en Italie les migrants arrêtés dans la journée. Plusieurs agents refusent cette « délation » et cette « chasse aux migrants ».

      Le 23 décembre 2016, dans le secteur de Latte un peu après Vintimille (Italie), un train régional circulant vers Nice heurte un groupe de migrants cheminant vers la France sur la voie ferrée. Un jeune homme, sans papiers d’identité, est projeté sur le ballast et tué sur le coup. Ses compagnons s’enfuient avant l’arrivée des secours et de la police ferroviaire. Il est 20 h 38, l’accident a lieu au point kilométrique 255,4, tout près de la frontière franco-italienne. D’après La Reppublica, la victime est un Algérien d’environ 25 ans.
      En tongs, Chérif, un Ivoirien de 28 ans, s’éloigne du centre-ville de Vintimille où « il y a trop de policiers » avant de tenter de se rendre en France de nuit en suivant la voie ferrée. © LF
      Pour la SNCF, cette mort est répertoriée à la fois comme un accident de personne et un accident du travail, car le conducteur du TER, traumatisé, est placé en arrêt de travail. C’est le cinquième accident impliquant des migrants – et le premier mortel – enregistré sur la ligne Vintimille-Menton depuis début août 2016.

      Le 5 août 2016, un jeune Soudanais de 27 ans est grièvement blessé par un train français dans le dernier tunnel côté italien. Souffrant d’un trauma crânien, il est évacué par hélicoptère à l’hôpital San Martino de Gênes. « Alors que je circulais avec le train aux abords d’un poste frontière, j’ai aperçu trois individus sur la voie, j’ai percuté l’un d’eux », relate le conducteur du train dans le registre de la SNCF. À l’arrivée des secours, les deux autres personnes ont disparu.

      Le 11 août, côté français, un Soudanais saute en pleine nuit d’un pont ferroviaire, vraisemblablement pour échapper à une patrouille militaire. Il serait toujours hospitalisé, entre la vie et la mort. « Une enquête judiciaire avait été initiée qui n’est pas achevée à ce jour mais dont il résulte des premiers éléments que la personne avait voulu éviter de croiser une patrouille du dispositif Sentinelle qui approchait, explique le procureur de Nice Jean-Michel Prêtre. Elle serait alors sortie des voies sans avoir réalisé dans l’obscurité qu’elle pouvait se trouver au niveau d’un pont. » Comme il a eu lieu côté français à la différence des précédents, c’est le seul accident grave enregistré par la justice française.

      Le 31 août, un conducteur français signale un accident de personne côté italien et le trafic est interrompu sur la ligne. Selon la presse italienne, son TER a « frôlé » un groupe de trois ou quatre migrants dans la zone de Vintimille. Ayant ressenti un heurt, le conducteur a alerté les secours et la police italienne. À leur arrivée, une fois de plus, ils ne trouvent personne.

      Le 1er octobre 2016, à 22 h 20, un conducteur français ressent un heurt juste avant de desservir la gare de Menton-Garavan, le premier arrêt côté français. Il fait nuit. Après des recherches, le conducteur voit des personnes s’enfuir, mais ne trouve ni blessé, ni défunt.

      En cas d’accident de personne, la procédure est toujours la même à la SNCF. Le conducteur du train doit s’arrêter, descendre inspecter les rails et prévenir le poste de régulation qui arrête la circulation, le temps que la police et les secours interviennent. Selon Cyrille Poggi, représentant du personnel conducteur CGT pour les Alpes-Maritimes et le Var, cette ligne Vintimille-Nice est devenue la hantise des « mécanos ». « Ils sont traumatisés car il y a beaucoup d’accidents de personne à cause des réfugiés dans les tunnels, explique le syndicaliste âgé de 37 ans. La ligne est tortueuse, avec des tunnels pas éclairés, une mauvaise visibilité. Un train met 300 à 800 mètres à s’arrêter. Des roues en métal sur un rail en métal, ça freine très mal. Souvent, les accidents se passent la nuit : les réfugiés transitent en groupe et on ne retrouve pas les corps. » Après un accident, un autre conducteur doit impérativement venir relever le premier, « ce qui impacte la productivité pour la SNCF, c’est pourquoi la direction veut remettre en place le sifflement dans les tunnels ».

      « Nous circulons toujours avec le risque de heurter des gens, redoute un contrôleur, sous couvert d’anonymat. Les conducteurs surtout sont soumis à un stress quand ils franchissent les tunnels. À chaque trajet, nous croisons du monde, plutôt très tôt ou en fin de journée. » Au point que les « mécanos » ont pris pour habitude de « klaxonner systématiquement dans les tunnels de leur propre initiative, car ça fait des années que cela dure ». Depuis le printemps 2011 plus précisément, et les révolutions arabes qui ont transformé Vintimille en porte d’entrée de la France pour des milliers de Tunisiens. Un autre conducteur, entré à la SNCF en 1998, se souvient avoir toujours entendu parler d’accidents avec des migrants dans cette zone. « À l’époque, on les appelait des clandestins, mais aujourd’hui ça c’est accentué, dit-il. C’est très dangereux : ils marchent au milieu de la voie sur les traverses, car c’est plus facile que sur les bords en pente avec les cailloux. Ils ne sont pas habitués à la vitesse de nos trains. D’autant qu’ils ignorent, comme beaucoup de Français, qu’un train on ne l’entend pas arriver et que ça ne s’arrête pas en quelques minutes. »

      De Vintimille, deux lignes rejoignent la France : la plus empruntée passe par Menton et la côte, l’autre par les montagnes et la vallée de la Roya. Depuis le rétablissement des contrôles aux frontières en novembre 2015 par la France, les agents qui travaillent sur ces deux lignes croisent quotidiennement des migrants marchant le long des voies pour éviter les contrôles policiers à bord des trains. « Avant, plein de migrants passaient à Menton, Sospel et Tende, constate un guichetier. Maintenant, nous ne les voyons plus aux guichets, ils marchent sur les voies. »

      Il arrive cependant encore que certains se perdent et se retrouvent à proximité des gares. « En allant chercher la rame pour le premier train à Breil-sur-Roya, cela nous arrive de marcher sur quelqu’un qui a dormi près des rames dehors, dit un conducteur. Il commence à faire sacrément froid, il va y avoir des drames. » C’était un soir de la fin septembre. Un agent SNCF trouve sur le quai à Breil-sur-Roya « un jeune migrant apeuré et affamé ». « Il commençait à faire froid », explique l’agent, qui a hébergé le « gamin »une nuit au foyer local SNCF, puis l’a caché dans le local de conduite du premier train pour Nice.

      Pour échapper aux contrôles, les candidats au passage se dissimulent également sous les sièges ou dans la locomotive de queue quand le conducteur a oublié de fermer la fenêtre. « Sur la ligne venant de Breil-sur-Roya, on sent la détresse, il y en a de 14 ou 15 ans, raconte ce contrôleur, agacé par leur présence. Ils se cachent dans des zones dangereuses : les tableaux électriques, les soufflets, les armoires à matériel. Ce n’est plus gérable. » Le 21 décembre 2016, dans un train pour Nice, deux jeunes migrants nigérians n’ont dû leur salut qu’à une patrouille de la police ferroviaire italienne en gare de Vintimille. L’attention des policiers italiens a été attirée par de faibles coups provenant d’une armoire électrique, relate la presse italienne. À l’intérieur de cet espace exigu, les fonctionnaires ont découvert deux jeunes hommes, l’un évanoui, l’autre épuisé et très faible. Le passeur, qui leur aurait fait miroiter un passage en France contre 150 euros, les avait ensuite enfermés dans ce placard. « Tous les passeurs sont équipés de clefs de berne (carrées) qui ouvrent les cabines et les armoires », assure un agent SNCF.

      Sans avoir vécu d’accident aussi tragique, plusieurs agents refusent de participer à ce qu’ils appellent « une chasse aux migrants » et dénoncent l’ambiguïté de la SNCF à ce sujet. « Nous nous battons pour que la SNCF arrête de collaborer à la chasse aux migrants, dit Najim Abdelkader, 36 ans, secrétaire CGT cheminots du secteur de Nice. Malheureusement la SNCF a mis à disposition de la préfecture des locaux (d’anciens appartements loués à des cheminots) à Menton-Garavan pour le refoulement des réfugiés. Et dans les trains, les CRS fouillent les placards techniques et les toilettes, c’est donc que la SNCF leur a fourni nos clefs. »

      Nous nous sommes procuré une note de service interne à l’établissement public intitulée « Mesures sûreté pour s’adapter au contexte migratoire ». Non datée et diffusée en région Provence-Alpes-Côte d’Azur, celle-ci incite les chefs d’escale et les contrôleurs à signaler au Poste de commande national sûreté (PCNS) la présence de « groupes en gare prenant le train » ou « à bord » « afin de pouvoir localiser les événements et permettre à la SNCF de travailler en coordination avec les services de l’État et les associations ».La note indique également qu’après une « réunion de crise » le 26 juillet 2016, associant la direction de la sûreté de la SNCF, la Direction départementale des territoires, la Suge et la police aux frontières, ont été décidés « le renforcement de la présence des autorités dans les gares et les trains en fonction des remontées de la SNCF » et l’« organisation d’opérations coup de poing ». Ce qui semble quelque peu étranger à la mission première de l’établissement public, chargé par la loi du 4 août 2014 de concourir au « service public ferroviaire et à la solidarité nationale ainsi qu’au développement du transport ferroviaire, dans un souci de développement durable ».

      « On nous demande de signaler tout groupe de migrants, c’est de la délation », estime un contrôleur de la région Paca, sous couvert d’anonymat. Selon la loi, c’est uniquement en cas de fraude qu’un contrôleur peut « exiger la production d’un document d’identité ».Si le fraudeur n’a aucun papier sur lui, les agents peuvent prévenir un officier de police judiciaire (OPJ) et retenir le contrevenant jusqu’à l’arrivée de cet officier. Beaucoup des migrants venant d’Italie voyageant avec des billets, certains agents remarquent qu’ils n’ont pas à leur demander leurs papiers d’identité, encore moins à les signaler au Poste de commande national sûreté. « Nous ne faisons pas de contrôle au faciès. Ce n’est pas “Tiens, deux Blacks, on va leur demander leur billet”, c’est lors du contrôle de tout le train qu’on tombe éventuellement dessus », affirme Najim Abdelkader.

      « Est-ce que tu en as ? »

      À Menton-Garavan, premier arrêt côté français, les CRS et gendarmes mobiles sont en gare du premier au dernier train, de 5 heures du matin à minuit. Ce déploiement policier agace le syndicaliste qui souligne qu’en 2011, à la suite d’une vague d’agressions, la CGT cheminots avait demandé en vain plus de renforts policiers. « Et aujourd’hui les autorités trouvent un nombre incalculable de CRS pour chasser des réfugiés de notre pays ! »

      Pour faciliter les contrôles policiers, la SNCF a modifié ses horaires, allongeant l’arrêt en gare de Menton-Garavan et ajoutant une halte pour les TGV partant de Vintimille. « Les associations d’usagers criaient à cause des retards », explique un agent. Les contrôles continuent cependant de s’effectuer de façon discriminatoire, malgré la condamnation définitive de l’État français en novembre 2016. « Un contrôle d’identité fondé sur des caractéristiques physiques associées à une origine réelle ou supposée, sans aucune justification objective préalable, est discriminatoire : il s’agit d’une faute lourde qui engage la responsabilité de l’État », avait rappelé à cette occasion la Cour de cassation.

      Mais à Menton-Garavan, il est matériellement impossible aux CRS et gendarmes mobiles de contrôler en quelques minutes une soixantaine de passagers, voire le triple le vendredi, jour de marché à Vintimille. « Les CRS demandent rarement les papiers à tout le monde, c’est au faciès, confirme Nadjim Abdlekader. À Vintimille, les patrouilles franco-italiennes filtrent sur le quai. Ils ne laissent monter que les passagers de couleur blanche et demandent leurs papiers aux bronzés. » Le délégué syndical explique avoir été lui-même contrôlé alors qu’il accompagnait en civil dans le train des jeunes qui passaient l’examen de contrôleur. « À Menton-Garavan, un fonctionnaire de police m’a demandé mes papiers, pas aux gens autour. » « Même des collègues en uniforme, arabes ou noirs, sont contrôlés, relate de son côté Cyrille Poggi. Parfois, les policiers contrôlent plusieurs fois des mecs connus juste pour leur faire sentir qu’ils ne sont pas bienvenus. Le fait que cette situation dure, ça se banalise, ça fait sauter des barrières chez les forces de l’ordre. »

      Les agents SNCF sont directement sollicités par les forces de l’ordre. Le représentant syndical, également conducteur, décrit : « Les policiers viennent nous demander : “Est-ce que tu en as ? – De quoi tu parles ? Moi je ne sais pas reconnaître une personne en situation irrégulière.” Les policiers nous montrent le visage pour dire noir. Ils m’ont aussi déjà demandé mes clefs de service pour ouvrir une cabine. » Un contrôleur relate les mêmes scènes : « Moi, les gendarmes me demandent : “Vous en avez vu ?” Je reste neutre car, au bout d’un moment, on a l’impression de faire de la délation. Ces gens-là essaient de fuir un pays en guerre. » Avec le temps, ces contrôles discriminatoires deviennent « routiniers ». « On s’y est habitué, dit un cheminot. Ça s’est banalisé. On sait qu’à Vintimille, les policiers italiens et français sur le quai vont filtrer les voyageurs et qu’à Menton-Garavan, les CRS vont fouiller le train et quand ils auront fini, ils nous donneront l’autorisation de repartir. Que peut-on faire ? Notre direction nous a bien fait comprendre qu’il ne fallait pas faire passer de gens et que nous nous exposions à des sanctions. D’autant que nous sommes dans une région de droite et que ça se ressent aussi chez les cheminots. Nous avons quelques agents qui sont de zélés délateurs. Le cheminot est un citoyen comme un autre, il regarde TF1 et a des problèmes de pouvoir d’achat... »

      Parfois, racontent plusieurs agents, ce sont les usagers eux-mêmes qui dénoncent des migrants : « Ils sont en dessous du siège ! » « Ça se retourne parfois contre eux, dit en riant un conducteur. Ça m’est arrivé une fois qu’un client appelle les CRS en disant que certains étaient encore cachés, qu’il avait travaillé en Afrique et savait que c’étaient des voleurs, qu’ils venaient en France pour vendre de la drogue, etc. Le CRS lui a demandé de quel droit il faisait ça, comment il savait qu’il s’agissait de clandestins, et s’il avait lui-même ses papiers. Il a fini sur le quai, car le contrôleur s’est aperçu que ce client n’avait pas de titre de transport et l’a invité à descendre ! »

      Mais parfois, le contrôle dérape. Fin août, Cyrille Poggi affirme ainsi avoir assisté à une scène très violente avec sortie d’arme à Sospel. « Il y avait énormément de réfugiés dans le train, les deux gendarmes voulaient que je ferme les portes, dit-il. Ils voulaient bloquer des réfugiés dans le train en attendant des renforts. Mais ce n’est pas notre travail, j’ai refusé. Ils ont appelé le PC de la SNCF pour changer la signalisation et m’empêcher de partir. Les réfugiés qui avaient des baskets sont partis en courant, ceux en tongs ou pieds nus sont restés bloqués. Un gendarme a fait usage du Taser. Le plus gradé, à bout, a fait des sommations, et j’ai cru qu’il allait tirer. Alors que les réfugiés n’étaient pas menaçants, au contraire, ils voulaient s’enfuir ! » Une autre fois, « sur le premier train partant à 4 h 53 de Vintimille », relate-t-il, à Menton-Garavan des gendarmes ont demandé à voyager dans sa cabine pour pouvoir bloquer les portes à un arrêt suivant. « Ils voulaient qu’à Beaulieu-sur-Mer [juste avant Nice – ndlr], j’enferme les passagers et que leurs renforts montent par ma cabine pour coincer les réfugiés dans le train. Mais pour monter en cabine, il faut une autorisation spéciale, les conducteurs ont besoin de concentration. »

      À Menton-Garavan, plutôt que de faire réadmettre en Italie les étrangers arrêtés, les forces de l’ordre les remettent désormais directement dans le dernier train en direction inverse, pour Vintimille. Sans plus de formalité, ni de billet, par groupes d’une trentaine de personnes. Pour vaincre les réticences de ses agents, la SNCF a affiché en salle des contrôleurs à Nice une note rappelant l’obligation légale des transporteurs à « prendre en charge les personnes qui nous sont confiées ». Le code des étrangers prévoit en effet que lorsqu’un étranger non européen se voit refuser l’entrée en France, « l’entreprise ferroviaire qui l’a acheminé est tenue, à la requête des autorités (…), de mettre à disposition de ces autorités des places permettant le réacheminement de cet étranger au-delà de la frontière française ».

      « Il s’agit souvent de familles avec bébé qui se retrouvent à dormir en gare de Vintimille, dit Najim Abdelkader. De plus en plus de conducteurs refusent de les prendre. Ce qui a causé quelques altercations des plus courageux avec les CRS. » Un agent a accepté de nous raconter une de ces confrontations. « En septembre, à Menton-Garavan dans le sens Nice-Vintimille, cinq CRS ont essayé de me remettre un groupe d’une quinzaine de migrants, dont au moins dix mineurs, explique-t-il sous couvert d’anonymat. Je refuse, car ce sont des mineurs isolés. Les CRS me disent qu’il y a leurs parents. Je demande les papiers le prouvant. J’ai fait le départ de mon train. Au retour les CRS m’attendaient énervés, ils ont sortis leurs portables et m’ont pris en photo et filmé. “Qui vous a donné l’autorisation de repartir ?” Moi ça me rappelle 39-45, ces méthodes. »

      Selon la loi française, tout mineur non accompagné doit être pris en charge par la police et placé dans un foyer par l’aide sociale à l’enfance (ASE) du département concerné. Mais la préfecture des Alpes-Maritimes prétexte du rétablissement des contrôles aux frontières pour leur refuser cette protection. L’argutie est la suivante : lorsque les mineurs sont contrôlés sur un des treize points de passage autorisés (PPA) des Alpes-Maritimes, comme la gare de Menton-Garavan ou celle de Sospel, ces étrangers sont considérés comme “non entrés” en France et donc “non admis”. « Les CRS me disent que ça [la protection des mineurs non accompagnés – ndlr], c’est pour la France, pas la frontière, relate l’agent déjà cité. Mais Menton-Garavan, c’est une gare française ! »

      Après Menton-Garavan, les contrôles deviennent aléatoires. Certains migrants, ayant payé un billet jusqu’à Paris, se font interpeller à Cannes et retenteront leur chance dans un prochain train ou le long des voies. D’autres parviennent à rejoindre la gare de Marseille Saint-Charles où on les croise, errant par petits groupes, sans bagage. Les moins fortunés empruntent les bus Macron, une clientèle que l’ancien ministre de l’économie, promoteur de la libéralisation des bus longue distance, n’avait sans doute pas anticipée. Un guichetier, habitué à ces clients, leur conseille en anglais de s’éloigner de la gare en attendant le départ de leur bus de nuit, afin d’éviter les contrôles policiers.

      « Dans le TGV pour Paris, la majorité des réfugiés ont des billets, parfois à 180 euros en première classe, quand la seconde est pleine, dit Najim Abdlekader. S’ils n’ont pas de billet, nous essayons d’avoir leur identité, ils ont parfois des lettres d’association demandant aux contrôleurs d’être bienveillants à leur égard. » En l’absence de papiers d’identité, les agents sont censés alerter un OPJ, qui montera au premier arrêt ou attendra sur le quai à l’arrivée à Paris. Mais débordés par l’état d’urgence, les policiers ne se déplacent plus. « La plupart des contrôleurs ne le font pas, il y a plutôt une solidarité qu’une chasse à l’homme, assure le syndicaliste. Souvent, les collègues donnent une bouteille d’eau ou paient un sandwich dans le TGV. Beaucoup ont conscience qu’ils fuient la mort et de ce qui leur est déjà arrivé. »

      Dans un TGV pour Paris, on croise ainsi un contrôleur apportant une bouteille d’eau à deux jeunes Soudanais, de 16 et 24 ans, sans billets. Les voyageurs ont marché de Vintimille à Nice et n’ont pas dormi « depuis quatre nuits ». « Un voyageur sans billet, c’est toujours problématique, souligne le contrôleur en question. Mais ils sont toujours très propres, très polis et calmes. Même quand nous devons leur demander de descendre à Avignon, ils ne font jamais d’histoire."

      http://www.le-chiffon-rouge-morlaix.fr/2017/01/a-la-frontiere-italienne-les-cheminots-resistent-a-la-chass

  • 22.11.2016 un jeune Nigérian de 23 ans Alimonu Kingsley

    Mort emporté par la crue du fleuve la Roya. Avec d’autres, il avait quitté la structure de Caritas en Italie, dans l’espoir d’arriver en France. Il avait cherché refuge sous un pont.

    http://roya06.unblog.fr/2017/04/08/hommage-funebre-aux-refugies-tues-par-la-frontiere-cercle-de-silence-2

    –-> événement qui date de 2016, sauvegardé ici pour des raisons d’archivage

    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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    • Ventimiglia: proseguono le ricerche del migrante disperso da questa mattina sul fiume Roja

      Quanto accaduto stamane, infatti, conferma i problemi che si vengono a creare per la massiccia presenza di migranti che, quando non trovano spazio nei luoghi di accoglienza (al Parco Roja ed alla chiesa di Sant’Antonio) si ‘inventano’ rifugi e luoghi dove poter trascorrere la notte.

      E’ stata una mattinata che dimostra quanto sia sempre più drammatica la situazione dei migranti nella città di Ventimiglia. Anche se l’Amministrazione comunale, la Croce Rossa, la Caritas e le associazioni sul territorio continuano a lavorare alacremente per cercare di ridurre al minimo i disagi dei profughi ed anche dei residenti, purtroppo ci sono sempre casi di emergenza.

      Quanto accaduto stamane, infatti, conferma i problemi che si vengono a creare per la massiccia presenza di migranti che, quando non trovano spazio nei luoghi di accoglienza (al Parco Roja ed alla chiesa di Sant’Antonio) si ‘inventano’ rifugi e luoghi dove poter trascorrere la notte. E’ quanto accaduto proprio oggi, sotto il ponte dell’autostrada che congiunge alla barriera di confine, sul fiume Roja. Cinque migranti, tre uomini e due donne, si erano rifugiati in una piccola tenda, per sfuggire dalla pioggia che, da domenica pomeriggio cade incessantemente. Ma non hanno fatto i conti con la forza del fiume che si è ingrossato proprio per le precipitazioni ed oggi alcuni passanti hanno dato l’allarme.

      Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia Municipale, i Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia, i tecnici della Autofiori e la Protezione Civile. Per poter raggiungere i 5 migranti è stata fatta portare dai responsabili della A10 una pedana che viene utilizzata a ‘sbalzo’ per gli interventi esterni alle carreggiate. Intanto, sul cavalcavia sotto il ponte sono anche arrivati gli altri soccorritori e pure il Sindaco della città di confine, Enrico Ioculano.

      Verso le 10.30, improvvisamente, due dei migranti hanno deciso di gettarsi in acqua (come si può vedere nelle immagini). Nel frattempo l’elicottero dei Vigili del Fuoco, che era appena arrivato, si è messo a scandagliare dall’alto il letto del Roja e, pochi minuti dopo uno dei due migranti è stato trovato, in un cespuglio sul greto. Gli altri tre rimasti sono stati tratti in salvo dal Saf dei Vigili del Fuoco e portati sulla carreggiata dell’autostrada per essere caricati sulle ambulanze e quindi in ospedale.

      Sul greto ed alla foce del Roja sono scattate le ricerche dell’uomo, sempre con l’ausilio dei Vigili del Fuoco, che hanno fatto arrivare i loro sommozzatori, ma anche con le altre forze dell’ordine e la Guardia Costiera. I pompieri stanno controllando insieme agli uomini della Capitaneria, con le moto d’acqua mentre l’elicottero continua a controllare il letto del fiume dall’alto. Per ora, purtroppo dell’uomo nessuna traccia.

      L’ipotesi più terribile e che, ovviamente, sia stato risucchiato dai vortici del fiume e che sia annegato, ma i soccorritori sperano sia riuscito ad aggrapparsi a qualche ramo ed è per questo che stanno battendo, palmo a palmo, tutta la zona. Un’altra ipotesi è quella che l’uomo sia riuscito a guadagnare rapidamente la riva e che sia fuggito. Le ricerche proseguiranno per tutta la giornata.

      https://www.sanremonews.it/2016/11/22/mobile/leggi-notizia/argomenti/cronaca/articolo/ventimiglia-proseguono-le-ricerche-del-migrante-disperso-da-questa-matti

    • Ventimiglia, migrante disperso nel Roja in piena

      Salvati altri quattro stranieri bloccati su un pilone dall’ondata di piena del fiume, in corso le ricerche


      Proseguono le operazioni di soccorso dei migranti rimasti bloccati sotto il ponte del fiume a Ventimiglia per via della piena del Roja. Il 115 ha soccorso quattro migranti due uomini e due donne, mentre un quinto risulta disperso ed a riguardo è stato anche allertato l’elisoccorso e una squadra di sommozzatori che si trova alla foce del Roja per recuperare il corpo del migrante trascinato via dalla corrente.

      Il gruppetto di migranti aveva cercato riparo per la notte per via delle forti piogge, sotto il cavalcavia che conduce sulla strada statale 20 del Tenda, rimanendo bloccati dalla piena del fiume.Sul posto è presente, oltre alle forze dell’ordine ed ai soccorritori, anche il sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano che per più volte ha urlato ai migranti di non gettarsi in acqua.

      Sull’estremo ponente della Liguria ci sono state forti piogge nella nottata; fino alle 15 l’allerta è gialla, ed è stata prorogata sino alla stessa ora di domani mentre resta arancione, sempre fino a domani pomeriggio, su Genova e il savonese, dove però si registrano solo allagamenti e pochi danni: due le case evacuate alle spalle del quartiere di Voltri, una terza sgomberata dopo che un fulmine ha incendiato la lavatrice.

      https://genova.repubblica.it/cronaca/2016/11/22/news/ventimiglia_migrante_disperso_sul_greto_del_roja_in_piena-15253401

  • 21.10.2016 Un jeune migrant tué sur l’autoroute près de Menton

    C’est l’une des routes d’entrée vers la France et l’espoir d’un monde meilleur. Un jeune migrant d’origine africaine a été tué samedi dans la nuit sur l’autoroute A8 à proximité de Menton (Alpes-Maritimes) après avoir été percuté par une voiture et être tombé d’un viaduc, selon Nice-Matin. C’est le troisième à mourir sur cet axe rapide depuis début septembre.

    Projeté par-dessus le parapet

    L’identité de la victime n’a pas encore pu être établie et l’enquête a été confiée à la gendarmerie. L’accident s’est produit vers une heure du matin lorsqu’une automobiliste se dirigeant vers l’Italie a percuté la personne au sortir d’un tunnel, avant le viaduc de Sainte-Agnès. Le jeune homme a été projeté par dessus le parapet et son corps, retrouvé par les secours en contrebas.

    Selon les gendarmes, plusieurs personnes avaient déjà été signalées en début de nuit sur cette portion d’autoroute empruntée par les migrants pour passer clandestinement d’Italie en France, certaines ayant été récupérées et emmenées au poste de la police aux frontières.

    En septembre dernier, ce même viaduc avait déjà été le lieu d’un accident mortel lorsqu’un migrant, à la vue d’une patrouille de gendarmerie, avait sauté sans voir le vide en dessous. Plus récemment, le 7 octobre, une jeune Erythréenne de 17 ans avait été tuée sur la même autoroute, mais côté italien, après avoir été percutée par un poids lourd.

    https://www.leparisien.fr/faits-divers/un-jeune-migrant-tue-sur-l-autoroute-pres-de-menton-22-10-2016-6240525.ph

    –-> événement qui date de 2016, sauvegardé ici pour des raisons d’archivage

    –-> selon cette source c’est le 22.10.2016 :

    Another fatality reported in 2016, on October 22, involved a foreigner who was run over by a car as he was crossing the A8 highway in Menton.

    https://www.infomigrants.net/en/post/34723/young-migrant-electrocuted-on-train-roof-near-italyfrance-border

    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

    –—

    ajouté au fil de discussion sur les morts à la frontière de Vintimille :
    https://seenthis.net/messages/784767

    lui-même ajouté à la métaliste sur les morts aux frontières alpines :
    https://seenthis.net/messages/758646

    • Ventimiglia, ricostruite grazie al supporto della CRI le ultime ore di vita di Alì, l’ultima vittima della frontiera

      Fondamentale l’assistenza e l’opera di mediazione dei volontari della Croce Rossa presenti al Parco Roja

      Ventimiglia. Si chiamava Alì Ahmad e aveva 18 anni. E’ morto falciato da un furgoncino e poi sbalzato nella scarpata sottostante mentre tentava di attraversare l’autostrada a piedi all’altezza del viadotto di Saint Agnès, così come aveva fatto, prima di lui, la sedicenne eritrea Milet Tesfamariam. Alì e Milet sono due dei tanti giovani che ogni giorno sfidano la morte per raggiungere la Francia. Loro, però, la sfida non l’hanno vinta.

      Da Lampedusa, dove era sbarcato insieme ad un gruppo di amici sudanesi come lui, era arrivato a Ventimiglia il 30 settembre, quando aveva raggiunto il Parco Roja. E’ questo quanto ricostruito dal centro di cooperazione Italia-Francia insieme con le autorità francesi e con il supporto fondamentale della Croce Rossa. E’ stata proprio la prefettura di Nizza a chiedere l’aiuto della CRI che gestisce il campo di accoglienza nella città di confine. Qui sono stati accompagnati i tre amici del giovane sudanese che si trovavano con lui in autostrada al momento della tragedia. E, sempre al Parco Roja, è stato accompagnato un altro giovane sudanese, che ha dichiarato di essere cugino di Alì Ahmad e che, in questi giorni, era ospite del campo di Como.

      La polizia francese si è avvalsa del mediatore culturale della Croce Rossa e della professionalità del responsabile del centro di accoglienza Valter Muscatello per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente interrogando i tre amici che si trovavano con la vittima al momento del sinistro la notte tra il 21 e il 22 ottobre scorso.

      Ora che è stata fatta chiarezza sull’incidente e che la vittima ha finalmente un nome, si provvederà al rimpatrio della salma. E’ stato infatti contattato il consolato del Sudan a Parigi che si farà carico di rimpatriare la salma del giovane. La Croce Rossa si è fatta portavoce delle richieste degli amici di Alì, chiedendo alle autorità francesi di rispettare il rito musulmano: la salma verrà lavata e avvolta in un telo bianco prima di essere adagiata in una cassa. Volontà, questa, che la procura di Nizza si è fatta carico di rispettare.

      https://www.riviera24.it/2016/10/ventimiglia-ricostruite-grazie-al-supporto-della-cri-le-ultime-ore-di-vita

  • 06.09.2016 Vintimille-Menton. Mortelle frontière

    Début septembre, un jeune exilé a été retrouvé mort sous un viaduc aux abords de #Menton. La pression policière pourrait en être à l’origine.

    Personne ne connaît son nom. Personne ne portera la funeste nouvelle à ses parents, de l’autre côté de la Méditerranée. Il est tombé, dans la nuit du 5 au 6 septembre, d’un pont autoroutier à la hauteur du village de #Saint_Agnés, à la sortie de Menton, et ne s’est jamais relevé. Pour les autorités, c’est un migrant « d’origine africaine ». Pour des dizaines de personnes indignées, c’est un homme dont la mort symbolise les conséquences de la pression policière grandissante, à la frontière franco-italienne, pour barrer la route aux réfugiés.

    « Fuyant sans doute une patrouille de la gendarmerie, il a été trouvé mort sous le viaduc », indique le communiqué appelant à se rassembler en sa mémoire, le 18 septembre. La préfecture refuse de faire tout commentaire sur les circonstance du drame : « L’enquête est en cours. » En tout cas, ce soir-là, des policiers ont donné l’alerte après avoir vu une personne sauter du pont.

    Les témoignages évoquant des exilés marchant, perdus, sur l’autoroute et des contrôles parfois musclés sont légion. Un autre jeune, soudanais, est actuellement entre la vie et la mort à la suite d’une chute dans la même zone et dans des conditions similaires. Et le procureur de la République juge « incroyable que l’on n’ait pas plus d’accidents ».

    L’#A8 coupe en six endroits la route de #Saint-Agnès. Selon une source anonyme de la Croix-Rouge, le jeune exilé décédé serait tombé au niveau du premier croisement, juste après l’entrée d’autoroute de Menton. Au pied de l’immense pylône de béton, une pente abrupte, plantée de buissons et de ronces, est jonchée d’habits et de chaussures abandonnés. Difficilement accessible, l’endroit est indiscutablement un lieu de passage.
    « Un véritable black-out a été instauré par les autorités ! »

    Mais plus étonnants sont ces mètres de rubalise sur lesquels est inscrit « Polizia Municipale ». Déchiquetés en dizaine de morceaux, ils s’éparpillent dans les fourrés trop peu épais pour amortir la chute mortelle du jeune Africain. Qu’est venue faire une police municipale italienne à plusieurs kilomètres de la frontière, sous un pont autoroutier ?

    « Un véritable black-out a été instauré par les autorités ! s’indigne Martine Landry, responsable d’Amnesty International dans les Alpes-Maritimes. Depuis le renvoi, par l’Italie, de quarante-huit Soudanais à Khartoum, les réfugiés ont peur de la police et veulent rapidement passer la frontière, quitte à prendre des risques encore plus importants. »

    À Vintimille, depuis le début de l’été, les autorités pourchassent quotidiennement les exilés afin de les faire monter dans des bus en direction du sud de l’Italie. Au mois d’août, par ailleurs, deux cents réfugiés ont forcé les barrages aux postes frontières de Menton. « Ce jour-là, on a assisté à de véritables scènes de chasse à l’homme, reprend Martine Landry. La police courait au milieu des touristes en criant : “Arrêtez-les !” »

    Durant l’été, la tension est indéniablement montée d’un cran entre policiers et réfugiés, des deux côtés de la frontière.

    Quotidiennement, exilés et citoyens solidaires en témoignent. Dans l’église Sant’Antonio di Padova, sur les rives de la Roya, des familles sont mises à l’abri. Dans la cour, Micky, un jeune Érythréen au regard doux, se lève difficilement de son banc. Il a la jambe plâtrée et se déplace avec des béquilles. « J’ai passé la frontière par les montagnes, raconte-t-il, fataliste. Des policiers se sont mis à me courir après. À un moment, j’ai sauté. J’ai fait une chute de cinq à six mètres. Ils m’ont laissé là et sont repartis. Moi, je me suis endormi. » À son réveil, le lendemain, Micky a choisi de rebrousser chemin jusqu’au poste frontière pour demander de l’aide. Il a été conduit à l’hôpital, puis orienté vers l’église. « Je suis parti pour fuir la guerre au Darfour, explique Adam, un Soudanais plus âgé. Et on apprend que des gens peuvent mourir ici poursuivis par la police ! Bien sûr qu’on a peur… J’espère passer en France le plus vite possible. »

    Autre exemple de l’acharnement policier à l’œuvre dans la région : lundi 19 septembre, un groupe de femmes arrive chez Hubert. C’est un militant associatif français qui accueille régulièrement chez lui, à Tourrettes-sur-Loup, des exilés ayant franchi la frontière grâce aux réseaux de solidarité. Une des jeunes femmes fait un malaise. Hubert appelle les pompiers qui se déplacent mais refusent de la prendre en charge parce qu’elle n’a pas de papiers. Ils repartent. Deux policiers sonnent alors à la porte. Ils constatent que vingt-cinq personnes sont hébergées dans la maison. Ce n’est pas une surprise. Le lieu a déjà fait l’objet de plusieurs reportages dans la presse locale et nationale. Le lendemain, trente policiers armés investissent l’endroit. La plupart des réfugiés parviennent à s’enfuir dans les bois avoisinants. Hubert est placé en garde à vue et neuf personnes sont interpellées, dont la jeune exilée malade. Tous ont été illégalement reconduits en Italie et placés dans des bus en direction des hotspots du sud du pays. Lundi, encore, douze mineurs sont parvenus, depuis Vintimille, à rejoindre en groupe la commune de Breil-sur-Roya, en France. « Des militaires armés leur ont couru après dans les rues et jusque sur les voies de chemin de fer », explique Nathalie, une habitante du village. Les jeunes ont finalement échappé aux soldats en se réfugiant derrière des rochers aux abords des rails. Ils ont ensuite été pris en charge par la population, qui a décidé de les protéger. Celui qui est tombé, dans l’anonymat, sous le viaduc de Saint Agnés est mort de n’avoir pas eu cette chance.

    https://www.humanite.fr/vintimille-menton-mortelle-frontiere-616750
    –-> événement qui date de 2016, sauvegardé ici pour des raisons d’archivage

    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

    –—

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    • Menton : Un jeune migrant retrouvé mort sous un viaduc d’autoroute

      Il a trouvé la mort sous un viaduc autoroutier. Le corps d’un migrant a été découvert près de . « On n’a pas l’identité, c’est un jeune, d’origine africaine, précise la gendarmerie départementale. L’enquête de l’inspection générale de la gendarmerie nationale doit déterminer ce qui s’est réellement passé et notamment si le jeune a eu peur en voyant la patrouille et a sauté. »

      Dans la nuit de lundi à mardi, vers trois heures, des gendarmes, escortant des étrangers en situation irrégulière, ont aperçu trois migrants marchant sur l’autoroute et ils ont eu l’impression que l’un d’eux enjambait le parapet, selon . Son corps a été retrouvé après des recherches menées à l’aube sous le viaduc de Sainte-Agnès, le plus haut village littoral d’Europe.

      Depuis le début de l’année, 18.662 migrants interpellés

      Une enquête similaire est ouverte pour un Soudanais hospitalisé entre la vie et la mort depuis des semaines après une chute de plusieurs mètres. Il avait paniqué et sauté d’un pont ferré à la vue d’une patrouille, selon le parquet de .

      Depuis le début de l’année, 18.662 migrants ont été interpellés dans les Alpes-Maritimes (+8 % sur un an) et refoulés vers l’Italie qui les réadmet plus facilement depuis le rétablissement de la frontière après les attentats parisiens du 13 novembre 2015.

      « Les conditions sont parfois sordides »

      Ces étrangers fuyant surtout des pays africains instables, Soudan, Erythrée, Comores mais aussi la Syrie en guerre et l’Afghanistan, tentent de plus en plus souvent le passage par les montagnes.

      « Les conditions sont parfois sordides, avec des gens entassés, trimballés, jetés sur l’autoroute A8, laissés sous un tunnel ferroviaire. C’est incroyable que l’on n’ait pas plus d’accident », s’était ému lundi le procureur Jean-Michel Prêtre.

      https://www.20minutes.fr/nice/1921323-20160908-menton-jeune-migrant-retrouve-mort-sous-viaduc-autoroute

    • Le corps d’un jeune homme retrouvé sous le viaduc de Sainte-Agnès

      Il n’avait aucun papier sur lui. Une enquête, confiée à l’inspection générale de la gendarmerie nationale, est en cours pour déterminer l’identité de l’individu retrouvé mort ainsi que pour préciser les circonstances du drame.

      Le corps d’un homme mort a été retrouvé hier matin sous le viaduc de Sainte-Agnès près de Menton. Il s’agirait d’un migrant qui aurait fait une chute mortelle.

      Selon le procureur de la République de Nice, Jean-Michel Prêtre, c’est une équipe de gendarmes mobiles qui a donné l’alerte.

      Dans la nuit de lundi à mardi, vers 3 heures du matin, alors qu’ils ramenaient des étrangers en situation irrégulière dans les locaux de la Police aux frontières à Menton, les militaires ont aperçu un groupe de trois personnes marchant sur l’autoroute.

      À ce moment-là, ils ont eu le sentiment que l’une des personnes passait au-dessus du parapet de l’autoroute.

      Au lever du jour, mardi matin, les recherches effectuées par les gendarmes dans ce secteur escarpé et difficile d’accès ont amené à la découverte du corps d’une personne.

      (#paywall)

      https://www.nicematin.com/vie-locale/le-corps-dun-jeune-homme-retrouve-sous-le-viaduc-de-sainte-agnes-76505

  • 11.02.2021, Rachid

    Soutien pour Rachid, jeune homme exilé de 23 ans décédé à la frontière franco-italienne

    Le 1er Février dernier, Rachid, un jeune marocain de 23 ans que notre association avait suivi dans son parcours, a disparu en tentant de passer la frontière entre la France et l’Italie pour la énième fois. Ses amis ont eu de ses nouvelles 5 jours plus tard, il se trouvait dans le coma dans un hôpital italien. Après 2 lourdes opérations, Rachid est décédé le jeudi 11 février 2021.

    Toute sa famille étant restée au Maroc, des procédures ont été engagées pour organiser le rapatriement de son corps. Covid étant, il a fallu qu’il passe par la France avant de pouvoir rentrer au Maroc, engendrant des frais à la hauteur de 3800€.

    Diverses initiatives ont émergé pour collecter des fonds afin de venir en aide à la famille de Rachid et les soutenir dans ce moment difficile. Des ventes de gâteaux et des événements ont notamment été organisés mais la somme reste élevée, c’est pourquoi j’organise cette cagnotte. J’en appelle ainsi à votre générosité pour prendre part à cette initiative, il n’y a pas de petit montant, chaque soutien compte.

    https://www.leetchi.com/c/appel-a-soutien-pour-rachid-jeune-refugie-de-23-ans-decede-a-la-frontiere-f

    –-> événement qui date de février 2021, sauvegardé ici pour des raisons d’archivage

    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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  • 03.06.2021 Tragedia a Ventimiglia, migrante muore annegato

    É accaduto nei pressi dello stabilimento Sirena in passeggiata Oberdan.

    Dramma nel pomeriggio nella città di confine dove un migrante è annegato nello specchio acqueo antistante il ristorante Sirena, in passeggiata Oberdan, a Ventimiglia.

    Secondo una prima ricostruzione il giovane straniero si trovava in acqua per lavarsi, o semplicemente per rinfrescarsi, quando sarebbe scivolato dalla battigia, finendo nella parte in cui il fondale è più profondo. Poi, spinto dalla corrente del fiume Roja, che sfocia a pochi metri dal luogo della tragedia, è stato trascinato al largo. Insieme a lui c’era un altro giovane straniero, che forse ha tentato di aiutare l’amico rischiando anch’esso la vita.

    I due giovani sono stati visti in difficoltà dal bagnino del vicino stabilimento balneare, che è subito accorso per recuperarli e riportarli sulla spiaggia. Ma solo uno dei due giovani è stato salvato. Per l’altro migrante, nonostante i tentativi di rianimazione da parte del bagnino, non c’è stato nulla da fare.

    https://www.riviera24.it/2021/06/tragedia-a-ventimiglia-migrante-muore-annegato-696411

    –-> événement qui date de juin 2021, sauvegardé ici pour des raisons d’archivage

    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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  • 20.10.2020 Ventimiglia, migrante disperso al #Passo_della_Morte : interrotte le ricerche

    Erano in corso dal pomeriggio di domenica .

    Sono state interrotte ieri sera, dopo 24 ore di infruttuosi tentativi, le ricerche del migrante che si sarebbe perso al Passo della morte nel tentativo di raggiungere la Francia.

    I vigili del fuoco erano stati allertati nel pomeriggio di domenica a seguito delle segnalazioni da parte di alcuni cittadini che avevano raccolto le testimonianze di due compagni del giovane che erano riusciti a tornare indietro. Era stato utilizzato anche un drone con telecamera termica per proseguire le attività anche dopo il tramonto.

    Non essendosi trovata traccia del ragazzo la prefettura, dopo 24 ore, ha deciso di interrompere le ricerche.

    https://www.riviera24.it/2020/10/ventimiglia-migrante-disperso-al-passo-della-morte-interrotte-le-ricerche-

    –-> événement qui date de 2020, sauvegardé ici pour des raisons d’archivage

    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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  • 08.10.2020 Ventimiglia, migrante in fuga si aggrappa al pantografo e muore folgorato

    Un migrante ieri sera è rimasto folgorato mentre cercava di raggiungere la Francia a bordo di un treno. Si era aggrappato al pantografo, il telaio che collega la motrice ai cavi dell’alta tensione. Le operazioni di recupero della salma e l’intervento del medico legale hanno richiesto molte ore. La circolazione sulla linea ferroviaria Ventimiglia-Nizza, interrotta dalle 19.30 circa di ieri, è stata ripristinata verso le 2 della scorsa notte.

    https://www.ilsecoloxix.it/imperia/2020/10/09/news/migrante-in-fuga-si-aggrappa-al-pantografo-e-muore-folgorato-1.39398760

    –-> événement qui date de 2020, sauvegardé ici pour des raisons d’archivage

    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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  • 29.05.2019, #Osakpolor_Morogie

    Il 29 maggio 2019, durante una rissa scoppiata in spiaggia tra alcune persone di origine non europea, un uomo finisce in mare nei pressi della foce del fiume Roya. In quel tratto di litorale, dove le onde incontrano le acque dolci del fiume, si generano mulinelli e forti correnti: restare a galla è un tentativo disperato. L’uomo è sparito tra i flutti e nonostante le ricerche durate due giorni non è stato ripescato vivo né è stato ritrovato il corpo: si pensava che le correnti lo avessero trascinato in Francia.

    Il 31 maggio i giornali riportano la notizia del fermo in zona stazione di un diciannovenne di origine nigeriana: un poliziotto lo riconosce come una delle tre persone avvistate sulla spiaggia durante la rissa che ha causato l’incidente. Non si sa se abbia fornito ulteriori informazioni per dare un nome e un pezzo di storia all’uomo trascinato via dal mare. Veniamo però a sapere che il diciannovenne fermato è un migrante con richiesta d’asilo in Francia e con espulsione dall’Italia, che è stato fermato come uno dei responsabili della rissa, che è stato processato per direttissima per inottemperanza all’ordine di espulsione del questore di Imperia, che è stato trasferito in Francia e che da qui dovrebbe essere infine espulso (cioè rimpatriato? Sulla base della presunta responsabilità per l’incidente? Sulla base di qualcosa che ha commesso in Francia? Sulla base degli accordi di rimpatrio con la Nigeria? Interrogativi senza risposta). Game-over, anche per lui. E game-over anche per l’altro uomo di 24 anni di origine siriana di cui, nello stesso articolo di giornale, apprendiamo di sfuggita che gli tocca la medesima sorte: espulsione.

    –-> événement qui date de 2019, sauvegardé ici pour des raisons d’archivage

    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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    • Migrante linciato e preso a bastonate morì annegato nel Roya: tre giovani nigeriani indagati per omicidio preterintenzionale dal gup di Imperia

      I fatti risalgono al 29 maggio del 2019 e sono avvenuti a Ventimiglia. La vittima è Osakpolor Omoregie che per sfuggire al pestaggio del gruppo si gettò nel fiume. I tre, accusati anche di lesioni aggravate e minacce, compariranno in udienza preliminare

      Compariranno il 18 gennaio davanti al gup di Imperia, Anna Bonsignorio, i tre giovani nigeriani accusati dell’omicidio preterintenzionale di un connazionale. In udienza preliminare, dopo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Paola Marrali, sono finiti Juniro Iyoha, 23 anni, difeso dall’avvocato Alberto Pezzini, Fortune Nworji, 28enne assistito dall’avvocato Elena Pezzetta, e Osa Osemwengie, 28 anni difeso dal legale Simona Costantini. Quest’ultimo imputato risulta irreperibile e l’ufficio di Procura ne ha ordinato le ricerche.

      I fatti risalgono al 29 maggio del 2019 e sono avvenuti a Ventimiglia. La vittima è Osakpolor Omoregie, anche lui giovane nigeriano, morto annegato nelle acque del Roya. Il fratello, rappresentato dall’avvocato Marco Bosio, è pronto a costituirsi parte civile.

      Stando alle indagini compiute dalle forze dell’ordine i tre indagati in concorso fra loro «e con almeno altre due persone non identificate», è riportato negli atti, sono accusati di aver prima colpito ripetutamente la vittima con un bastone e di averlo lanciato con pietre e cocci di vetro. Il gruppo poi, avrebbe inseguito il ragazzo che per sfuggire ai presunti aggressori «non avendo altra via di fuga» si gettò nel Roya e morì annegato. Durante l’inseguimento, come riferito da alcuni testimoni, i tre gridarono alla vittima «fuck you, come here» nel tentativo di riacciuffarlo.

      Oltre all’omicidio preterintenzionale i tre dovranno rispondere anche dei reati di lesioni aggravate e minacce. All’esito dell’autopsia infatti furono rinvenuti sul corpo martoriato della vittima contusioni varie e anche «una tumefazione sovraorbitaria sinistra». Traumi questi che indicarono un violentissimo pestaggio. Pestaggio da cui il giovane nigeriano ha cercato in tutti i modi di sfuggire, ma che fu il prologo della tragedia, l’ennesima che vede quale protagonista sfortunato un ragazzo extracomunitario giunto a Ventimiglia e inghiottito dal ghetto del Roya.

      https://www.sanremonews.it/2022/11/16/leggi-notizia/argomenti/cronaca/articolo/migrante-linciato-e-preso-a-bastonate-mori-annegato-nel-roya-tre-giovani

    • Migrante linciato e preso a bastonate morì annegato nel Roya, i tre imputati nigeriani non si trovano: il gup ordina le ricerche

      La vittima è Osakpolor Omoregie che per sfuggire al pestaggio del gruppo si gettò nel fiume. I tre, che non hanno conoscenza del processo a loro carico, sono accusati di omicidio preterintenzionale, lesioni aggravate e minacce.

      (#paywall)
      https://www.sanremonews.it/2023/01/18/leggi-notizia/argomenti/cronaca/articolo/migrante-linciato-e-preso-a-bastonate-mori-annegato-nel-roya-i-tre-niger

  • 09.09.2018 Ventimiglia, cadavere recuperato in mare vicino al porto : è di un migrante

    A dare l’allarme è stato il bagnino di un vicino stabilimento balneare

    Il corpo senza vita di un migrante, probabilmente di origine nordafricana, è stato recuperato ieri pomeriggio dalla Capitaneria di Porto sulla parte esterna della diga foranea del costruendo porto di Ventimiglia. Il cadavere si trovava incagliato tra gli scogli a circa 3 metri di profondità.

    Il migrante, di cui al momento non si conosce ancora l’identità, sarebbe morto annegato, probabilmente dopo una caduta dalla diga. Al momento è esclusa l’ipotesi di morte violenta. Sulla base di una prima ispezione del corpo, compiuta ieri dal medico legale, il pm ha infatti liberato la salma, ritenendo più probabile che il migrante sia scivolato in acqua accidentalmente.

    A dare l’allarme è stato il bagnino di un vicino stabilimento balneare che, a bordo di una piccola imbarcazione, ha avvistato il corpo sul fondale intorno alle 13 di ieri e avvertito la capitaneria. Quando il cadavere è stato recuperato, era ancora in rigor mortis: segno che il decesso era avvenuto da poco tempo. La vittima indossava ancora i vestiti, ma non aveva documenti. Il corpo si trova ora all’obitorio di Bordighera.

    https://www.riviera24.it/2018/09/ventimiglia-cadavere-recuperato-in-mare-vicino-al-porto-e-di-un-migrante-5

    –-> événement qui date de 2018, sauvegardé ici pour des raisons d’archivage

    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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  • juin 2018 (quelques jours avant le 21.06.2018) Migrante muore nel mare di Ventimiglia

    Il corpo senza vita notato da alcuni passanti sulla spiaggia.

    Il corpo senza vita di un migrante di circa 35 anni è stato rinvenuto in serata sulla riva del mare a Ventimiglia, precisamente sul lungomane all’altezza di via Tacito, in un tratto di litorale destinato a spiaggia libera, dove da qualche giorno sono tornati a bivaccare decine di giovani che intendono sconfinare in Francia.
    Secondo le prime notizie dovrebbe trattarsi di un africano che probabilmente avrebbe avuto un malore mentre faceva il bagno o che sarebbe affogato poichè non sapeva nuotare.
    Sono tutte ipotesi sulle quali lavorano i carabinieri e la Guardia Costiera, intervenuti sul posto insieme al medico legale.

    https://genova.repubblica.it/cronaca/2018/06/21/news/migrante_muore_nel_mare_di_ventimiglia-199661940

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    • Ventimiglia, migrante morto rinvenuto in riva al mare

      Probabilmente la causa del decesso è l’annegamento

      Il mare restituisce il cadavere di un migrante.

      Un africano di circa 35 anni è stato rinvenuto da alcuni passanti, verso le 20, morto sulla riva davanti il lungomare, all’altezza dell’incrocio con via Tacito.

      Sul posto sono intervenuti i militari dell’Arma e della Guardia Costiera.

      Ad accorgersi del corpo, in acqua da qualche giorno visto lo stato di decomposizione del viso, sono stati alcuni bagnanti che hanno recuperato la salma e l’hanno portata a riva, allertando il 112.

      Il cadavere dell’uomo, con ancora indosso i pantaloni di una tuta, una giacca e le scarpe, non presenta segni di violenza. Lo straniero potrebbe essere caduto in mare dove ha trovato la morte. Non aveva documenti con sé.

      Il corpo è a disposizione dell’autorità giudiziaria.

      https://www.riviera24.it/2018/06/ventimiglia-migrante-morto-rivenuto-in-riva-al-mare-563832

  • 14.01.2018 Migrante folgorato sul tetto di un treno

    Cadavere carbonizzato trovato all’arrivo in stazione a Mentone

    Un migrante è stato trovato semi carbonizzato sul tetto del locomotore di un treno francese della compagnia Sncf all’arrivo in stazione a Mentone (Francia), dopo aver fatto sosta anche a Ventimiglia.

    La scoperta è avvenuta questa mattina.

    Per consentire i rilievi del caso l’autorità giudiziaria transalpina ha deciso di sospendere la circolazione ferroviaria per circa due ore. E’ probabile che la vittima sia salita sul treno in Italia con l’intento di arrivare il Francia e che per evitare di essere sbalzato durante il viaggio si sia aggrappato al pantografo che trasmette energia elettrica al treno, rimanendo folgorato.
    Dall’inizio del 2017 ad oggi questo è il quinto caso di migranti che muoiono così nel tentativo di superare il confine francese a Ventimiglia. Il primo caso si è registrato il 17 febbraio, il morto venne scoperto a Cannes. La seconda morte avviene il 19 maggio, la terza il 23 maggio, la quarta il 27 agosto. Il 15 maggio, invece, un migrante folgorato si salvò.


    https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2018/01/14/migrante-folgorato-sul-tetto-di-un-treno_6181cc40-dca3-4bc4-a6b1-4256ee223478.h

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    • Ventimiglia, migrante muore folgorato sul tetto di un treno mentre cerca di andare in Francia

      Il corpo di un uomo è stato ritrovato semi-folgorato sul tetto di un treno, nei pressi della stazione ferroviaria di Mentone, in Francia, a poca distanza dal confine italiano. Il convoglio era partito da Ventimiglia.

      L’incidente mortale è avvenuto questa mattina intono alle 9. Secondo una prima ricostruzione si tratterebbe di un migrante che avrebbe cercato di passare il confine aggrappandosi al pantografo che trasmette energia elettrica al treno, rimanendo folgorato.

      Il convoglio francese, della società Sncf, era partito da Ventimiglia in direzione della Francia. Per permettere lo svolgimento dei rilievi la circolazione ferroviaria è stata sospesa per circa due ore. Dall’inizio del 2017 ad oggi questo è il quinto caso di migranti che muoiono così nel tentativo di superare il confine francese a Ventimiglia. Il primo caso si è registrato il 17 febbraio, il morto venne scoperto a Cannes. La seconda morte avviene il 19 maggio, la terza il 23 maggio, la quarta il 27 agosto. Il 15 maggio, invece, un migrante folgorato si salvò.

      https://genova.repubblica.it/cronaca/2018/01/14/news/migrante_folgorato_tetto_treno-186497792

    • Un migrant mort électrocuté en gare de Menton

      Ce dimanche matin vers 7h, le corps brûlé d’un migrant d’origine gambienne a été retrouvé sur le toit d’un train. Le jeune homme de 28 ans s’est électrocuté en grimpant sur le toit pour traverser la frontière franco-italienne.

      Triste découverte ce dimanche matin vers 7h en gare de Menton. Le corps d’un migrant en feu a été aperçu sur le toit d’un train en provenance de Vintimille. Le conducteur du train et des voyageurs ont été alertés par plusieurs détonations.

      La victime, un migrant originaire de Gambie, âgé d’une trentaine d’années était allongée sur le dos sur la catenaire. Il a été électrocuté. Son téléphone portable, retrouvé par les policiers montre des messages indiquant son intention de rejoindre les Alpes-Maritimes depuis l’Italie.

      https://www.francebleu.fr/infos/faits-divers-justice/un-corps-en-feu-retrouve-en-gare-de-menton-1515920251

  • 27.12.2017 Un jeune migrant retrouvé mort près de #Roquebrune-Cap-Martin

    Ce mercredi matin vers 9 heures, le corps sans vie d’un jeune Africain a été retrouvé sur un talus de l’autoroute A8 près de Roquebrune-Cap-Martin.

    Un jeune homme d’une vingtaine d’années a été découvert ce mercredi matin vers 9 heures sur un talus de l’autoroute A8 près de la sortie Sud de Roquebrune-Cap-Martin. Il s’agirait du corps d’un migrant d’origine africaine. Le jeune homme aurait succombé à une chute d’après les gendarmes des Alpes-Maritimes.

    Il dormait visiblement dans une cabane abandonnée surplombant l’autoroute. Il aurait glissé à cause de la pluie et se serait cogné la tête. Son corps a ensuite dévalé jusqu’au talus de l’A8. Il a été vu par des employés de l’autoroute.
    Retrouvé pieds nus avec son petit carnet de bord

    Le jeune homme était pieds nus avec son duvet et un petit carnet de bord écrit en anglais où visiblement, il retraçait son périple pour venir en Europe. Il venait probablement de Vintimille en Italie et tentait de regagner la France. Une autopsie doit être pratiquée.

    https://www.francebleu.fr/infos/faits-divers-justice/un-jeune-migrant-retrouve-mort-pres-de-roquebrune-cap-martin-1514374029

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    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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    • E’ di un giovane migrante il corpo ritrovato sull’A8 a Roquebrune: ennesima vittima del confine

      Aumenta il numero di migranti morti nel tentativo di raggiungere la Francia.

      E’ di un giovane migrante il corpo senza vita trovato ieri sull’A8 all’altezza del comune francese di Roquebrune. Lo straniero, che potrebbe avere 20 anni, sarebbe morto in seguito ad una caduta. Lo riporta France 3.
      Il giovane aveva trovato rifugio in una baracca, a strapiombo sull’autostrada, dove dormiva in un sacco a pelo. Forse nel sonno, il migrante è precipitato nel vuoto, morendo sul corso.

      Lo hanno trovato così, avvolto nella coperta e a piedi nudi, con un piccolo quaderno nel quale annotava piccoli aneddoti quotidiani.

      https://www.francebleu.fr/infos/faits-divers-justice/un-jeune-migrant-retrouve-mort-pres-de-roquebrune-cap-martin-1514374029

    • #Roquebrune-Cap-Martin : un migrant retrouvé mort au bord de l’A8 après une chute

      Un migrant âgé d’une vingtaine d’années a été trouvé mort ce mercredi au bord de l’autouroute A8. Son corps a été découvert au niveau de la commune de Roquebrune-Cap-Martin. Le jeune homme aurait été victime d’une chute.
      Un jeune migrant a été trouvé mort ce mercredi sur un talus de l’autoroute A8, qui relie la France à l’Italie, au niveau de Roquebrune-Cap-Martin. L’homme, d’une vingtaine d’années et d’origine africaine, aurait été victime d’une chute alors qu’il dormait dans une cabane, située en surplomb de l’autoroute.

      Son corps a été découvert par les patrouilleurs de la société d’autoroute, et doit faire l’objet d’une autopsie selon la gendarmerie des Alpes-Maritimes. Le jeune homme a été trouvé pieds nus, dans son duvet, et avec un petit carnet dans lequel il notait les anecdotes de son quotidien.

      Au moins quinze migrants sont morts depuis septembre 2016 dans les Alpes-Maritimes, selon un décompte de l’AFP.

      https://france3-regions.francetvinfo.fr/provence-alpes-cote-d-azur/alpes-maritimes/menton/roquebrune-cap-martin-migrant-retrouve-mort-au-bord-a8-

    • E’ di un giovane migrante il corpo ritrovato sull’A8 a Roquebrune: ennesima vittima del confine

      E’ di un giovane migrante il corpo senza vita trovato ieri sull’A8 all’altezza del comune francese di Roquebrune. Lo straniero, che potrebbe avere 20 anni, sarebbe morto in seguito ad una caduta. Lo riporta France 3.
      Il giovane aveva trovato rifugio in una baracca, a strapiombo sull’autostrada, dove dormiva in un sacco a pelo. Forse nel sonno, il migrante è precipitato nel vuoto, morendo sul corso.

      Lo hanno trovato così, avvolto nella coperta e a piedi nudi, con un piccolo quaderno nel quale annotava piccoli aneddoti quotidiani.

      https://www.riviera24.it/2017/12/e-di-un-giovane-migrante-il-corpo-ritrovato-sulla8-a-roquebrune-ennesima-v

  • 26.08.2017 Migrante trovato morto folgorato sul treno Ventimiglia-Marsiglia

    Il giovane, 25 anni, è stato trovato arso vivo nella cabina elettrica. La Polizia francese ha trovato altri due profughi nascosti accanto al cadavere

    Ennesima tragedia della disperazione tra Italia e Francia. Un migrante di 25 anni è stato trovato folgorato e arso vivo in una cabina elettrica di un treno partito da Ventimiglia e diretto a Marsiglia. Il corpo carbonizzato dell’uomo è stato trovato alle 17,25 quando il convoglio regionale delle ferrovie francesi (Sncf) si è fermato alla stazione di #Cannes-#La_Bocca.

    Nell’angusto spazio della cabina elettrica sul treno la polizia ha trovato altri due migranti nascosti accanto al cadavere della vittima. A maggio altri due migranti morirono nelle medesime circostanze sempre sullo stesso convoglio.

    https://www.repubblica.it/cronaca/2017/08/27/news/migrante_trovato_morto_folgorato_sul_treno_ventimiglia-sanremo-173962840

    –-> événement qui date de 2017, sauvegardé ici pour des raisons d’archivage

    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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    • Alpes-Maritimes : un migrant meurt en se cachant à bord d’un train en provenance d’Italie

      Il s’agit du troisième migrant retrouvé décédé dans une armoire électrique en gare de Cannes depuis le début de l’année.

      Un migrant, qui se cachait dans l’armoire électrique d’un train en provenance de la ville italienne de Vintimille, a été retrouvé samedi mort, électrocuté, vers 17h en gare de Cannes La Bocca (Alpes-Maritimes), a révélé Nice-Matin.

      La victime, dont la nationalité n’a pas été indiquée, a été électrocutée après s’être cachée dans ce local pour déjouer les contrôles aux frontières qui sont systématiques en gare de Menton, la première après la frontière. Les 300 passagers qui avaient pris place à bord de ce TER assurant la liaison Vintimille-Marseille ont été transbordés sur un TGV. Le trafic a été suspendu le temps de l’intervention de la police et des pompiers.

      Il s’agit du troisième migrant (https://www.leparisien.fr/faits-divers/cannes-un-migrant-trouve-mort-dans-un-train-en-provenance-d-italie-20-05-) retrouvé décédé dans une armoire électrique en gare de Cannes La Bocca depuis le début de 2017. Au total, depuis début 2016, sur la ligne de TER reliant Vintimille à la France, six migrants sont morts et deux autres ont été blessés par électrocution, soit dans les armoires électriques, soit sur les toits des trains.

      La SNCF indique avoir mis en oeuvre un dispositif d’information pour les migrants en gare de Vintimille pour les prévenir de ces dangers et tenter d’éviter de tels drames.

      https://www.leparisien.fr/faits-divers/alpes-maritimes-un-migrant-cache-dans-un-train-en-provenance-d-italie-ret

    • Un migrant meurt en se cachant à bord d’un train en provenance d’Italie

      Un migrant, qui se cachait dans l’armoire électrique d’un train en provenance de la ville italienne de Vintimille a été retrouvé ce samedi 26 août mort, électrocuté. Il s’agit du troisième migrant retrouvé décédé dans une armoire électrique en gare de Cannes La Bocca depuis le début de 2017.

      Le corps a été retrouvé aux alentours de 17H00 en gare de Cannes La Bocca dans,les Alpes-Maritimes, a précisé un porte-parole de l’entreprise publique, confirmant une information de Nice-Matin.

      La victime, dont la nationalité n’a pas été indiquée, a été électrocutée après s’être cachée dans ce local pour déjouer les contrôles aux frontières qui sont systématiques en gare de Menton, la première après la frontière.

      Les 300 passagers qui avaient pris place à bord de ce TER assurant la liaison Vintimille-Marseille ont été transbordés sur un TGV. Le trafic a été suspendu le temps de l’intervention de la police et des pompiers.

      6 migrants sont morts et 2 autres ont été blessés par électrocution

      Il s’agit du troisième migrant retrouvé décédé dans une armoire électrique en gare de Cannes La Bocca depuis le début de 2017.

      Au total, depuis début 2016, sur la ligne de TER reliant Vintimille à la France, six migrants sont morts et deux autres ont été blessés par électrocution, soit dans les armoires électriques, soit sur les toits des trains.

      La SNCF indique avoir mis en oeuvre un dispositif d’information pour les migrants en gare de Vintimille pour les prévenir de ces dangers et tenter d’éviter de tels
      drames.

      https://france3-regions.francetvinfo.fr/provence-alpes-cote-d-azur/alpes-maritimes/cannes/migrant-meurt-se-cachant-bord-train-provenance-italie-1

  • 16.08.2017 Migrante travolto da treno a Ventimiglia

    Iracheno di 36 anni, stava andando a piedi verso la Francia.

    Un migrante iracheno di 36 anni è morto investito da un treno all’imboccatura della galleria di zona #Peglia a Ventimiglia.

    La linea ferroviaria con la Francia è interrotta dalle 18 circa.

    L’uomo è stato travolto dal treno in direzione Francia. Sul posto è presente il personale sanitario del 118 con la polizia ferroviaria.

    https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2017/08/16/migrante-travolto-da-treno-a-ventimiglia_bd6dd510-7661-4157-bc6b-7924dc5b51ab.h

    –-> événement qui date de 2017, sauvegardé ici pour des raisons d’archivage

    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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  • 12.07.2017 Ventimiglia, tragedia sull’#Aurelia a #Latte : morto migrante travolto da un camion

    Un migrante è rimasto ucciso nel primo pomeriggio di oggi , sulla tstrada statale Aurelia, all’altezza della frazione di Latte. Per una dinamica ancora da chiarire, lo straniero è stato travolto da un camion che trasportava terra.

    L’uomo sarebbe morto sul colpo. Sul posto, tempestivamente quanto inutilmente, sono intervenuti i soccorsi del 118, rappresentati dall’automedica e un’ambulanza della Croce Rossa.

    https://www.riviera24.it/2017/07/ventimiglia-tragedia-sullaurelia-a-latte-morto-migrante-travolto-da-un-cam

    –-> événement qui date de 2017, sauvegardé ici pour des raisons d’archivage

    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

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    • Ventimiglia, è un 23enne del Gambia il ragazzo investito da una betoniera. Tra le ipotesi: fatalità e suicidio

      Sarebbe un 23enne originario del Gambia e regolare in Italia, il migrante morto nel primo pomeriggio di oggi sulla strada statale Aurelia, all’altezza della frazione di Latte, dove è stato investito da un’autobetoniera.
      A quanto si apprende in seguito agli accertamenti condotti dagli agenti del commissariato di Ventimiglia, il ragazzo sarebbe stato appena respinto dalla Francia, paese che aveva provato a raggiungere per l’ennesima volta. Gli sarebbero mancati, però, i documenti per l’espatrio: per questo la Francia lo aveva respinto e riportato al confine italo-francese di ponte San Luigi per la riammissione.

      Tornando a Ventimiglia a piedi, il giovane ha però trovato la morte. Quello che sia successo esattamente ancora non si conosce: sarà la polizia stradale che dovrà ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente costato la vita al 23enne straniero, morto sul colpo a seguito delle gravi lesioni riportate tra cui un gravissimo trauma cranico. Al momento le ipotesi sono due: potrebbe trattarsi di un fatale investimento, visto che l’uomo camminava a bordo del marciapiede e dunque potrebbe essere stato urtato e “agganciato” dalla betoniera che viaggiava verso Ventimiglia, oppure il giovane potrebbe essersi volutamente lanciato sotto il mezzo. Quest’ultima versione sarebbe stata confermata sia dall’autista dell’autobetoniera che da una donna che si trovava sul luogo dell’incidente insieme al suo bambino nel momento dell’accaduto.

      https://www.liguria24.it/2017/07/12/ventimiglia-e-un-23enne-del-gambia-il-ragazzo-investito-da-una-betoniera-tra-le-ipotesi-fatalita-e-suicidio/74397

    • Ancora un migrante morto al confine con la Francia

      Ventimiglia, attraversava la strada, travolto da un camion. Era stato appena riammesso in Italia

      Aveva 23 anni il giovane originario del Gambia, il ragazzo morto questo pomeriggio lungo il tratto della Strada Statale Aurelia in frazione Latte di Ventimiglia investito da un’autobetoniera. Dagli accertamenti condotti dagli agenti del commissariato di Ventimiglia, il giovaneera regolare in Italia e proprio quest’oggi era stato riammesso dalla Francia all’Italia perchè non in regola con i documenti per l’espatrio, trovando così la morte a pochi chilometri dal confine. Per quanto riguarda l’esatta ricostruzione della dinamica del tragico incidente, è affidata alla polizia stradale di Imperia che dovrà cercare di capire se si tratta di un fatale investimento, visto che l’uomo camminava a bordo del marciapiede venendo urtato lateralmente o se si sia volontariamente buttato sotto il mezzo pesante, come asserito da una testimone e dall’autista stesso dell’autobetoniera. Le indagini sono in corso ed è al vaglio degli inquirenti se verrà effettuata l’autopsia sul corpo del giovane africano.

      https://genova.repubblica.it/cronaca/2017/07/12/news/ancora_un_migrante_morto_al_confine_con_la_francia-170629581

    • Ventimiglia, è un 23enne del Gambia il ragazzo investito da un’autobetoniera. Tra le ipotesi: fatalità o suicidio

      Sarebbe un 23enne originario del Gambia e regolare in Italia, il migrante morto nel primo pomeriggio di oggi sulla strada statale Aurelia, all’altezza della frazione di Latte, dove è stato investito da un’autobetoniera.
      A quanto si apprende in seguito agli accertamenti condotti dagli agenti del commissariato di Ventimiglia, il ragazzo sarebbe stato appena respinto dalla Francia, paese che aveva provato a raggiungere per l’ennesima volta. Gli sarebbero mancati, però, i documenti per l’espatrio: per questo la Francia lo aveva respinto e riportato al confine italo-francese di ponte San Luigi per la riammissione.

      Tornando a Ventimiglia a piedi, il giovane ha però trovato la morte. Quello che sia successo esattamente ancora non si conosce: sarà la polizia stradale che dovrà ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente costato la vita al 23enne straniero, morto sul colpo a seguito delle gravi lesioni riportate tra cui un gravissimo trauma cranico. Al momento le ipotesi sono due: potrebbe trattarsi di un fatale investimento, visto che l’uomo camminava a bordo del marciapiede e dunque potrebbe essere stato urtato e “agganciato” dalla betoniera che viaggiava verso Ventimiglia, oppure il giovane potrebbe essersi volutamente lanciato sotto il mezzo. Quest’ultima versione sarebbe stata confermata sia dall’autista dell’autobetoniera che da una donna che si trovava sul luogo dell’incidente insieme al suo bambino nel momento dell’accaduto.

      Le indagini sono in corso, per appurare l’esatta identità della vittima in base agli esami dattiloscopici. La salma dell’africano è a disposizione dell’autorità giudiziaria che potrebbe disporre l’autopsia per avere ulteriori elementi utili a ricostruire la dinamica dell’incidente mortale. La betoniera è sotto sequestro.

      https://www.riviera24.it/2017/07/ventimiglia-e-un-23enne-del-gambia-il-ragazzo-investito-da-una-betoniera-t

    • Ventimiglia, tragico incidente a Latte: conclusi i rilievi della scientifica, sempre più probabile l’ipotesi di un suicidio

      Sono conclusi i rilievi della polizia scientifica che ieri ha lavorato a lungo nella frazione di Latte, sulla strada statale Aurelia, per ricostruire la dinamica dell’incidente in cui ha perso la vita un 23enne originario del Gambia, regolare in Italia, paese nel quale era appena stato riammesso dopo essere stato respinto, poche ore prima, dalla Francia.
      Il giovane è morto sotto le ruote di un’autobetoniera, all’altezza del civico 14. Indagato per omicidio colposo l’autista del mezzo pesante, un 36enne di Ventimiglia: “Un atto dovuto”, ha spiegato il comandate della polizia stradale Gianfranco Crocco, “Per consentire il proseguo delle indagini”. Il 36enne, sotto shock per l’accaduto, è stato sottoposto ad alcol test, che ha dato esito negativo. Posta sotto sequestro l’autobetoniera di sua proprietà.

      Al momento l’ipotesi più accreditata è quella che il giovane straniero abbia volutamente lasciato il marciapiede sul quale camminava, diretto in Italia, e si sia buttato sotto le ruote del camion, che viaggiava in direzione Ventimiglia. Un gesto estremo, alla base del quale ci potrebbe essere la disperazione di vedersi rifiutato, magari per l’ennesima volta, dalla Francia.
      A testimoniare l’accaduto, c’è una donna che al momento della tragedia transitava a piedi su quello stesso marciapiede dal quale il ragazzo si è lanciato in strada. La testimone ha dichiarato di aver visto il giovane buttarsi sotto il mezzo, come se il suo intento fosse proprio quello di suicidarsi.

      Al momento, però, tutte le ipotesi sono al vaglio della polizia stradale che conduce le indagini, coordinate dal pm Barbara Bresci. Non si può ancora escludere che il giovane abbia accusato un malore o che si sia trattato, invece, di una tragica fatalità.

      La salma dell’africano resta a disposizione dell’autorità giudiziaria che potrebbe disporre l’autopsia per avere ulteriori elementi utili a ricostruire la dinamica dell’incidente mortale.

      https://www.riviera24.it/2017/07/ventimiglia-tragico-incidente-a-latte-conclusi-i-rilievi-della-scientifica

  • 21.03.2017, #Abderazake_Jahyea
    Un migrant se tue après avoir chuté d’une falaise sur un sentier abrupt

    Mardi midi, le cadavre d’un migrant a été retrouvé au niveau du « #Pas_de_la_mort », un sentier abrupt, situé à la frontière entre Menton et le village italien de #Grimaldi.

    https://www.nicematin.com/index.php/faits-divers/un-migrant-se-tue-apres-avoir-chute-dune-falaise-sur-un-sentier-abrupt-12

    –-> événement qui date de 2017, sauvegardé ici pour des raisons d’archivage

    #Vintimille #asile #migrations #réfugiés #morts #mourir_aux_frontières #frontière_sud-alpine #France #Italie

    –—

    ajouté au fil de discussion sur les morts à la frontière de Vintimille :
    https://seenthis.net/messages/784767

    lui-même ajouté à la métaliste sur les morts aux frontières alpines :
    https://seenthis.net/messages/758646