• L’Inexploré - Pierre Legendre
    https://www.youtube.com/watch?v=8zkdFbCeRLU

    Pierre Legendre, à l’écart du brouhaha médiatique et des idéologies à la mode, a tracé patiemment, sur plus de soixante ans, le chemin de l’anthropologie dogmatique. Il est revenu, en la maison qui l’a accueilli dans ses premières années d’étude des manuscrits médiévaux, l’École des chartes, pour livrer « à la jeunesse désireuse des lois » le suc de son labeur.

    Dans le droit fil de « De la Société comme texte » (2001) et en résonance avec ses conférences données au Japon en 2004 « Ce que l’Occident ne voit pas de l’Occident », dans un style dépouillé, Pierre Legendre découvre ce qui fait tenir debout, enlacés, l’humain et la société. Quel meilleur guide que Piero della Francesca pour ouvrir nos yeux à l’invisible ?

    https://arsdogmatica.com

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  • La valle che accoglie

    Viaggio nella più antica chiesa protestante italiana, minoranza un tempo perseguitata, che oggi è in prima linea nell’accoglienza dei migranti e nelle battaglie per i diritti delle donne e delle coppie omosessuali.

    Un corteo composto esce da un edificio giallo e bianco in stile inglese: religiosi e delegati marciano in silenzio. Davanti al gruppo, alcuni indossano delle toghe nere, gli abiti lunghi dei pastori; al collo le facciole, dei fiocchi bianchi, nonostante le temperature proibitive che stanno colpendo le Alpi e le prealpi italiane alla fine di agosto. Il corteo attraversa il giardino, poi la strada, quindi svolta per entrare in un altro edificio che ricorda una chiesa anglicana: il tempio di Torre Pellice, dove si svolgerà il rito che aprirà il sinodo annuale della più antica chiesa protestante italiana, la chiesa valdese, che è anche la più progressista del paese.

    Non è possibile sapere di cosa esattamente discuterà il sinodo prima che cominci, perché perfino l’ordine del giorno è deciso dai 180 delegati che da tutta Italia sono arrivati a Torre Pellice, una cittadina a 55 chilometri da Torino. “Abbiamo una maniera di decidere le cose molto democratica”, spiega la pastora e teologa Daniela Di Carlo, che si definisce “femminista, antispecista, ecologista” e cita più volte la femminista statunitense Donna Haraway e il filosofo spagnolo Paul B. Preciado.

    Un ruolo centrale

    È arrivata nella val Pellice da Milano, la città di cui è la guida spirituale per le chiese protestanti e responsabile dei rapporti con le altre religioni. “Al sinodo dei valdesi non partecipa solo il clero: dei 180 delegati solo novanta sono pastori, gli altri novanta sono fedeli, che sono eletti localmente dalle diverse chiese. Questo significa che l’assemblea può ribaltare i pronostici e non si può mai davvero prevedere quello che succederà durante la riunione. Se non si è d’accordo su qualcosa, si va avanti a discutere a oltranza”, assicura la pastora, seduta nella stanza rossa della Casa valdese, la sede della chiesa valdese e della sala del sinodo, circondata dai quadri che rappresentano i benefattori della chiesa.

    I valdesi hanno consacrato la prima pastora nel 1967 in un paese in cui la chiesa cattolica, che è maggioritaria, non riconosce il sacerdozio femminile. Di Carlo studiava architettura all’università, ma poi ha deciso di dedicare la sua vita alla chiesa negli anni ottanta, dopo un’esperienza di volontariato durante il terremoto in Irpinia. “Mi interessavano più le persone delle case”, scherza. “Nel Vangelo Gesù ha affidato alle donne l’annuncio della sua resurrezione, voleva per le donne un ruolo centrale”, continua.

    “Quando Gesù incontra le sorelle di Lazzaro, Marta e Maria, è molto chiaro. Marta si lamenta perché la sorella Maria si è messa ad ascoltare le sue parole, invece di aiutarla nelle faccende domestiche, ma Gesù le risponde di lasciarla stare, perché Maria si è seduta ‘nella parte buona, che non le sarà tolta’”, continua Di Carlo, secondo cui la possibilità di diventare pastore per le donne era presente già agli albori della chiesa valdese, addirittura prima che questa aderisse alla riforma protestante nel cinquecento, per essere prima abolita, quindi ripristinata nella seconda metà del novecento. Come guida spirituale della sua comunità non si sente discriminata in quanto donna. “Tranne nei casi in cui partecipo alle cerimonie ecumeniche, specialmente nel rito ortodosso ci sono molti limiti che ancora escludono le donne dalla liturgia”, spiega.

    I valdesi sono stati i primi a benedire le unioni tra persone dello stesso sesso e nel sinodo di quest’anno potrebbero discutere della gestazione per altri (gpa), una pratica riproduttiva che divide anche le femministe e per cui il governo italiano guidato da Giorgia Meloni ha proposto addirittura l’istituzione del “reato universale”. “Abbiamo affidato a una commissione l’indagine sul tema e ne dovremmo discutere. Potrebbero esserci delle divisioni, come avvenne al tempo del riconoscimento delle unioni civili, ma si troverà un accordo”, assicura Di Carlo. Nel sinodo di quest’anno si discuterà anche della mancata presa di distanza dal fascismo nel sinodo del 1943, che si svolse dal 6 al 10 settembre durante i giorni dell’armistizio dell’8 settembre. Nel sinodo, ancora oggi, alcuni vorrebbero che si chiedesse perdono per non aver preso una decisione netta in quell’occasione.

    “Noi siamo una chiesa che include: siamo impegnati contro l’omotransfobia, contro il razzismo, contro la violenza sulle donne”, continua. “Per noi Gesù è inclusione, è accoglienza. Crediamo in un Dio che è diventato uomo per amare e accogliere e la nostra missione è provare a essere come lui”, sottolinea. Proprio per questo motivo, racconta, le capita di incontrare nella chiesa di Milano persone che si convertono al protestantesimo, perché non si sentono accolte in altre chiese: “Arrivano da noi perché sono divorziati, oppure sono omosessuali e non si sentono accettati in altri contesti, ma sono religiosi e vogliono trovare un posto in cui possano esserlo insieme con gli altri”, conclude.

    L’Europa dei valdesi

    I valdesi prendono il loro nome da un mercante di tessuti del dodicesimo secolo chiamato Valdo, che viveva a Lione ed era diventato estremamente ricco con l’usura. “La sua storia è simile a quella di Francesco di Assisi”, assicura Davide Rosso, direttore della fondazione Centro culturale valdese, mentre fa strada, camminando su un sentiero nel villaggio di Angrogna, un paese di montagna a pochi chilometri da Torre Pellice, che nel cinquecento era diventato il centro più esteso nelle valli valdesi.

    Ad Angrogna è conservata una grotta, che è possibile visitare, in cui i valdesi delle origini si riunivano per celebrare il rito domenicale o si nascondevano quando erano perseguitati, la Gheisa d’la tana (la chiesta della tana). “Oggi è possibile visitare questi luoghi a piedi, perché sono stati riconosciuti come percorso turistico dal Consiglio europeo, che li considera costitutivi della storia europea”, spiega Rosso. Nel 2015 papa Francesco ha visitato per la prima volta un tempio valdese a Torino e ha chiesto perdono per le persecuzioni contro i valdesi, condotte dai cattolici nel corso dei secoli. In quell’occasione è stata Alessandra Trotta, moderatrice della Tavola valdese originaria di Palermo, a dare la benedizione finale a cui ha partecipato anche Bergoglio.

    All’inizio i valdesi, chiamati i “poveri di Lione”, furono tollerati dalle gerarchie ecclesiastiche romane: nel 1180 Valdo rinunciò a tutte le sue ricchezze, distribuì i beni ai poveri e cominciò a predicare e a mendicare. Quando gli chiedevano perché lo avesse fatto, rispondeva: “Se vi fosse dato di vedere e credere i tormenti futuri che ho visto e in cui credo, forse anche voi vi comportereste in modo simile”. Da subito ebbe dei seguaci che, come lui, abbandonavano le ricchezze e la vita mondana, per farsi poveri. Inizialmente erano appoggiati dal vescovo di Lione, ma poi furono scomunicati nel 1184 dal papa Lucio III, perché avevano la “presunzione” di predicare in pubblico pur non essendo consacrati e furono considerati eretici dalla chiesa di Roma.

    Molti valdesi dovettero fuggire dalle persecuzioni e si rifugiarono nelle valli delle alpi Cozie, tra l’Italia e la Francia. Quel territorio diventò una base del movimento religioso, durante secoli di pericoli. Nel sinodo valdese del 1532 proprio ad Angrogna la chiesa aderì alla riforma protestante. “Questo diede ai valdesi un appoggio importante dal punto di vista internazionale e anche una maggiore solidità dal punto di vista teologico”, spiega Rosso, mentre mostra il monumento di Chanforan, un obelisco eretto nei campi di Angrogna, che ricorda il luogo in cui si svolse quel sinodo.

    “In quel momento si decise di tradurre la Bibbia in francese e la traduzione fu affidata a Olivetano, con un grande sforzo economico da parte dei valdesi”, racconta Rosso. Con l’adesione alla riforma, i valdesi vennero allo scoperto e cominciarono a costruire anche dei templi, ma questo favorì le persecuzioni nei loro confronti da parte dei Savoia, spesso per ragioni meramente economiche e politiche.

    “Il seicento è stato un secolo particolarmente difficile: nel 1655 il duca di Savoia condusse una campagna, che aveva come obiettivo lo sterminio dei valdesi”, spiega Davide Rosso, mentre cammina tra le stradine di montagna in una giornata caldissima di agosto. “Le loro case furono distrutte, le persone massacrate o imprigionate e i loro beni confiscati. Molti furono costretti a fuggire in Svizzera o in Francia”. Della questione si occuparono anche i britannici Oliver Cromwell, lord protettore del Commonwealth, e il ministro degli affari esteri, il poeta John Milton, che inviò una serie di lettere ai sovrani e ai governi europei per chiedere che si interessassero della causa valdese.

    Cromwell scrisse addirittura al re di Francia, Luigi XIV, minacciando di interrompere le trattative di amicizia in corso con il Regno Unito, se il re francese non avesse fatto pressione sui Savoia per far ottenere ai valdesi la libertà di culto. Ma solo nel 1848 il re Carlo Alberto di Savoia concesse i diritti civili e politici al gruppo. “Tuttavia la libertà di culto vera e propria è arrivata solo nel 1984, con la firma delle intese con lo stato italiano, anche se era già prevista in teoria dall’articolo 8 della costituzione”, spiega Rosso. Fu la prima intesa di questo tipo firmata in Italia con una minoranza religiosa.

    Per lo storico valdese è importante comprendere i legami dei valdesi con le altre chiese protestanti e i loro rapporti internazionali che gli hanno permesso di sopravvivere pur essendo una minoranza perseguitata. Non è un caso, dice Rosso, che “Altiero Spinelli abbia pronunciato a Torre Pellice il suo primo discorso europeista, dopo la scrittura del manifesto di Ventotene”. Il teorico del federalismo europeo era sfollato a Torre Pellice, a casa di una famiglia valdese di Milano, e Rosso sostiene che in parte sia stato influenzato dall’atmosfera cosmopolita di queste valli.

    “Per decenni i valdesi non hanno potuto studiare, frequentare le scuole pubbliche, perché non avevano diritti civili, quindi era normale per loro trasferirsi in altri paesi europei per studiare. Parlavano almeno tre lingue. Per sopravvivere hanno dovuto emigrare, spostarsi. Ma questo li ha resi poliglotti e gli ha permesso di sviluppare uno spirito europeo. Poi l’idea della federazione è tipica del protestantesimo: le chiese protestanti sono sorelle”, continua Rosso, che accompagnerà il presidente della repubblica italiana Sergio Mattarella nel suo viaggio a Torre Pellice, il 31 agosto. In quell’occasione sarà commemorato il discorso di Spinelli sull’Europa. “È interessante guardare alle elezioni europee del prossimo anno e a quel che rimane del progetto europeo da queste valli”, conclude Rosso.

    Dall’Afghanistan alla val Pellice

    Parwana Kebrit apre la porta di un appartamento luminoso al primo piano di un palazzo che ha le porte di ferro battuto. C’è molto caldo, ma l’interno della casa di Kebrit è fresco e in ombra. La donna è arrivata nella val Pellice cinque mesi fa dal Pakistan, insieme al marito Jawan, con un corridoio umanitario. Originaria di un piccolo paese dell’Afghanistan si è rifugiata in Pakistan per la prima volta nel 2001, insieme alla sua famiglia di origine.

    “È lì che io e le mie sorelle siamo andate a scuola per la prima volta, in Afghanistan la maggior parte delle ragazze non poteva studiare. E al di là dei taliban, il 90 per cento degli afgani pensa che per le donne non sia giusto studiare”, racconta. Poi con la famiglia è tornata a Kabul, dove ha frequentato l’università ed è diventata un’attivista per i diritti delle donne. Ma con il ritorno dei taliban nella capitale afgana nell’agosto del 2021, Kebrit e il marito sono stati costretti a scappare di nuovo. “Per noi non era sicuro rimanere nel paese”, racconta.

    Dal Pakistan è arrivata in Piemonte, accolta dalla Diaconia valdese, che la sta aiutando a riprendere gli studi e a imparare l’italiano, oltre che a farsi riconoscere i titoli di studio del paese di origine. Ha una grande passione per il disegno e la pittura e mostra orgogliosa i suoi quadri, esposti uno vicino all’altro. Uno di questi, l’unico dipinto con i colori a olio, l’ha portato con sé nel viaggio dal Pakistan. Mostra delle donne afgane con i pugni alzati che marciano tenendo una bandiera e schiacciano degli uomini. “Sono le donne che combattono per i loro diritti”, spiega. In un disegno che ha realizzato in Italia, invece, si vedono sei gabbie con dentro degli uccelli, una delle gabbie è rossa ed è aperta, l’uccello è volato via. Nel quadro successivo l’uccello rosso vola dopo essersi liberato. Parwana Kebrit si sente così, finalmente libera. La sua intenzione ora è quella di continuare a studiare. Il suo inglese è fluente e i suoi occhi brillano di fiducia.

    “Amo l’Italia, sono stati tutti gentili e disponibili con noi. Voglio rimanere qui”, assicura. Dal 2016 i valdesi sono promotori, insieme alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia e alla comunità di sant’Egidio dei cosiddetti corridoi umanitari, dei ponti aerei che hanno permesso di portare legalmente in Italia 4.244 rifugiati dall’Afghanistan, dal Libano e dalla Libia, in accordo con lo stato italiano. Nove persone arrivate in Italia con i corridoi umanitari sono al momento ospitati nella val Pellice, grazie alla Diaconia valdese. “Si tratta di due famiglie afgane”, spiega Alice Squillace, responsabile dell’accoglienza per la Diaconia. La famiglia di Kebrit e quella di Abdul Mutaleb Hamed, un medico afgano che lavorava con un’ong italiana, il Cospe. “Lavoriamo molto sulla loro inclusione e il rapporto con la comunità ospitante”, assicura. E negli anni non ci sono mai stati grandi problemi.

    “In questo momento in cui si torna a parlare di emergenza migranti in Italia (sono stati superati i centomila arrivi nel 2023, ndr), ci sembra che tutto sia strumentale. Guardare per esempio all’esperienza dei corridoi umanitari mostra che lavorare in maniera umana con piccoli gruppi di persone non produce mai situazioni difficili o ingestibili”, conclude. “Siamo stati rifugiati come valdesi in Svizzera e in Germania e sappiamo quali siano le sofferenze del viaggio e della cattiva accoglienza”, assicura Francesco Sciotto, pastore della chiesa valdese di Messina e presidente della Diaconia valdese, seduto ai tavolini del bar, allestito dalla chiesa valdese durante il sinodo, nel giardino del quartier generale di Torre Pellice. “Per questo i valdesi sono particolarmente impegnati nell’accoglienza e per questo vogliono evitare che altri subiscano le conseguenze di una cattiva accoglienza”.

    Oggi in Italia vivono circa ventimila valdesi e la maggioranza è concentrata nelle tre valli del Piemonte: la val Chisone, la valle Germanasca e la val Pellice. “Come tutte le chiese, anche i valdesi hanno una crisi di fedeli e di vocazioni. Sono sempre di meno i ragazzi e le ragazze che decidono di diventare pastori”, racconta Michel Charbonnier, pastore di Torre Pellice.

    “È una crisi che in larga parte dipende dalla secolarizzazione e che noi vediamo di più in queste valli che nelle chiese delle città in giro per l’Italia”. Secondo Charbonnier, in val Pellice molte persone di famiglia valdese hanno smesso di frequentare la chiesa, ma è un processo che va avanti da decenni.

    “Ne parleremo anche nel sinodo. Ma per certi versi per i valdesi questo è un problema meno urgente che per altre chiese: per noi infatti tutti possono predicare e siamo abituati a essere in pochi”. La chiesa è molto più impegnata nelle questioni di tipo sociale che nelle questioni meramente religiose. “Fermo restando la separazione netta tra lo stato e la chiesa in cui crediamo”, conclude Charbonnier. “Sappiamo che si può incidere, anche se siamo in pochi”.

    https://www.internazionale.it/essenziale/notizie/annalisa-camilli/2023/08/24/valdesi-sinodo-torre-pellice

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  • Quand les trafiquants de drogue évangéliques utilisent la religion dans la lutte pour les territoires à Rio Leticia Mori rouleau - BBC News, Brésil

    Les trafiquants de drogue qui dominent les favelas de Parada de Lucas, Vigário Geral et trois autres communautés de la zone nord de Rio de Janeiro ont choisi des références bibliques comme principaux symboles.

    La faction s’appelle le « gang (tropa) d’Aaron » - une figure chrétienne, le frère de Moïse. L’étoile de David était déployée sur les murs et les drapeaux à l’entrée des favelas, et est même affichée en néon au-dessus d’un réservoir d’eau dans la communauté de Cidade Alta.

    Le territoire a été nommé, selon la police, le « complexe d’Israël » par le chef du gang - une référence à la « terre promise » pour le « peuple de Dieu » dans la Bible.


    Le groupe criminel a d’abord commandé le trafic de drogue à Parada de Lucas et a étendu son domaine aux communautés voisines. Aujourd’hui, Tropa contrôle le trafic de drogue dans les favelas de Cidade Alta, Pica-pau, Cinco Bocas et Vigário Geral, selon les centres de recherche de la police et de la sécurité publique.

    "Le terme de néo-pentecôtisme a été utilisé par plusieurs chercheurs qui analysent le phénomène des trafiquants de drogue qui s’approprient, de manière explicite et ouverte, les religions néo-pentecôtistes, y compris dans leurs activités criminelles", explique la politologue Kristina Hinz, chercheuse à du Laboratoire d’analyse de la violence de l’UERJ (Université d’État de Rio de Janeiro) et doctorante à l’Université libre de Berlin.

    C’est-à-dire qu’en plus de la conversion personnelle, la religion joue également un rôle stratégique dans le maintien du pouvoir et dans les conflits territoriaux, selon les chercheurs.

    La communauté évangélique traditionnelle rejette fermement l’idée qu’un trafiquant de drogue puisse être évangélique.

    "Un pasteur sérieux n’acceptera pas que quelque chose d’illégal dans la loi humaine et d’immoral soit associé au Christ", déclare le pasteur Carlos Alberto, qui a travaillé comme pasteur dans la favela Cidade de Deus pendant 17 ans et avant cela, il l’était lui-même trafiquant de drogue. "Le pasteur doit montrer qu’il peut se repentir, mais pour être accepté comme évangélique, il doit abandonner tout ce qui est contraire aux principes bibliques, moraux et éthiques."

    Cependant, les trafiquants de drogue considérés comme faisant partie du néo-pentecôtisme se déclarent non seulement membres de la religion, mais mènent aussi une vie religieuse, soulignent les chercheurs.

    Le chef du trafic de drogue dans le Complexe Israël est la cible, par exemple, de 20 mandats d’arrêt pour meurtre, torture, trafic, vol et recel de cadavre. Parallèlement, il se déclare évangélique, répand des références religieuses dans toute la région et a des amis pasteurs, selon la police.

    "Ce sont des trafiquants de drogue qui participent à la fois à la ’vie du crime’ et à la vie religieuse évangélique, allant aux offices, payant leurs dîmes et même payant des présentations d’artistes gospel dans la communauté", explique Kristina Hinz.

    Cette influence des religions sur la dynamique du pouvoir du trafic de drogue a toujours existé, disent les chercheurs, et n’est pas unique au protestantisme. Mais la conversion des trafiquants de drogue au pentecôtisme est un phénomène avec ses propres caractéristiques, dans un pays qui est en passe d’avoir une majorité évangélique dans la prochaine décennie.

    Source et suite : https://www.bbc.com/afrique/articles/cy7p1wxed3lo

    #religion #évangélisme #protestantisme #religions #églises_évangéliques #églises #évangélistes #drogue #drogues #société #violence #addiction

  • Le Business du bonheur

    De la légendaire Lise Bourbeau à la reine du rangement Marie Kondo, en passant par la star du développement personnel Tony Robbins, le bonheur est une industrie qui fait des millionnaires. C’est aussi une idéologie : le culte de l’optimisme, de la résilience et de la performance individuelle. Mais alors que la consommation d’antidépresseurs ne cesse d’augmenter et que les burn-out se multiplient dans nos sociétés, que cache cette obsession contemporaine pour le bonheur ?

    https://www.film-documentaire.fr/4DACTION/w_fiche_film/66144
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  • Je viens de livrer un mini-site dont je suis super-content : 1622, Montpellier assiégé - Les 50 jours qui ont changé l’histoire de la ville
    https://musee.info/1622-Montpellier-assiege

    Je l’ai réalisé à la demande des Archives municipales de Montpellier, pour commémorer les 400 ans du siège de Montpellier par les troupes de Louis XIII. Sujet drôlement intéressant, et le mini-site regorge d’informations et des documents. (Tu peux y aller, c’est moult instructif.)

    Pour répondre à cette demande, j’ai donc proposé de réaliser cela avec ma propre plateforme « musee.info », initialement développée pour le site Fabre dans mon canapé du musée Fabre, le tout sous #SPIP :
    https://musee.info/Musee-Fabre
    et que j’ai désormais transformé en plateforme ouverte à d’autres clients.

    Le mini-site 1622, Montpellier assiégé est découpé en 7 séquences, largement constituées de formes longues. Parmi les formats plus originaux, il y a :
    – une visite guidée dans Montpellier vers 1550 au travers d’une gravure d’époque :
    https://musee.info/Montpellier-vers-1550
    – une carte animée des campagnes de Louis XIII contre les insurrections protestantes :
    https://musee.info/Les-campagnes-de-Louis-XIII-619
    – un plan interactif de Montpellier pendant le siège :
    https://musee.info/Plan-au-vray-de-la-ville-de-Montpellier
    – un plan interactif des armées en présence :
    https://musee.info/La-vraye-representation-du-siege
    – une chronologie du siège (jusqu’à 1100 coups de canon en une seule journée) :
    https://musee.info/Les-50-jours-du-siege

    Il y a aussi quelques gravures animées dans les formes longues. Le Harlan ou pourquoi on a de si belles places pour les terrasses des restaus dans le centre-ville. Et des gens avec leur tête dans un rond qui tourne sur lui-même, parce que pourquoi pas :
    https://musee.info/Les-acteurs-du-siege

    #shameless_autopromo #protestantisme #histoire #Montpellier

  • Podcast audio Au terrible temps des sorcières RTS - Histoire Vivante

    Comment en est-on venu, en Suisse, à tuer en toute légalité des milliers de personnes pour des crimes imaginaires ? Dans le podcast "Au terrible temps des sorcières", fruit d’une enquête de plus de trois ans, Cyril Dépraz, journaliste à la RTS, revient sur cette page très sombre de notre histoire qui a débuté en Valais, au XVème siècle.

    C’est en Suisse que la chasse aux sorcières a été la plus féroce, bien plus qu’en France ou qu’en Italie. Durant 250 ans, des femmes, des hommes et parfois même des enfants ont été exécutés après avoir été jugés coupables du crime de sorcellerie. Un crime imaginaire puisque les aveux étaient extorqués sous la torture.


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    C’est entre 1580 et 1650 que la chasse aux sorcières connaît son apogée en Suisse. A Chillon, dans la seule année 1600, le bailli Nicolas de Watteville fait exécuter 40 personnes, dont 35 femmes. A Cossonay, on brûle deux et parfois trois sorcières à la fois pour économiser les frais de bourreau et de bois. A Fribourg, un sorcier sur dix est un enfant.
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    Série documentaire : Cyril Dépraz, Réalisation : Didier Rossat, Production : Magali Philip et Grégoire Molle, Article web : Hélène Krähenbühl

    Ils tuaient aussi des enfants (1/9)
    La Suisse a connu l’une des chasses aux sorcières les plus féroces d’Europe : proportionnellement à la population de l’époque, on y a brûlé dix fois plus de sorcières et sorciers qu’en France, et cent fois plus qu’en Italie. Parmi elles et eux, des femmes, des hommes, et parfois même des enfants.
    https://www.rts.ch/audio-podcast/2022/audio/ils-tuaient-aussi-des-enfants-1-9-25832223.html

    Le Valais s’enflamme (2/9)
    La chasse aux sorcières, c’est la conviction effrayée qu’une société secrète de plusieurs centaines d’individus menacerait les populations en usant de moyens maléfiques. La gravité du danger pousse les autorités civiles et religieuses à une traque sans pitié des sorcières et des sorciers. En Suisse, la chasse débute en Valais, dans la première moitié du XVe siècle.
    https://www.rts.ch/audio-podcast/2022/audio/le-valais-s-enflamme-2-9-25832221.html

    Rumeurs, tortures et bûchers (3/9)
    Chaque affaire de sorcellerie commence par des rumeurs et des dénonciations. Mais pour pouvoir condamner un.e prévenu.e, il est essentiel qu’il ou elle avoue son crime devant un tribunal. Tous les moyens sont bons pour y parvenir et les juges mettent en place une machine judiciaire implacable qui s’appuie principalement sur la torture.
    https://www.rts.ch/audio-podcast/2022/audio/rumeurs-tortures-et-buchers-3-9-25832222.html

    Au coeur du sabbat (4/9)
    Lors des procès, les juges cherchent à faire avouer aux sorcières et aux sorciers leur participation à des sabbats, rencontres secrètes et diaboliques… et totalement imaginaires. Les juges exigent de nombreux détails sur les horreurs qui s’y passeraient et dans quels endroits précis elles se dérouleraient. Ces lieux existent toujours aujourd’hui.
    https://www.rts.ch/audio-podcast/2022/audio/au-coeur-du-sabbat-4-9-25832226.html

    Les voleuses de pénis (5/9)
    Le début de la chasse aux sorcières cible autant les hommes que les femmes. Ce n’est que progressivement que la traque va se féminiser. Comment un livre paru en 1486 a-t-il contribué à ce que les femmes soient visées en grande majorité ?
    https://www.rts.ch/audio-podcast/2022/audio/les-voleuses-de-penis-5-9-25832227.html

    La marque du diable (6/9)
    Avec les progrès de la science, les autorités cherchent une preuve tangible et irréfutable du pacte des sorcières et des sorciers avec Satan. Cette preuve, les juges vont la trouver sur le corps même des accusé.e.s : c’est la « marque du diable ».
    https://www.rts.ch/audio-podcast/2022/audio/la-marque-du-diable-6-9-25832225.html

    Terreur à Gollion (7/9)
    Dans le Pays de Vaud, des centaines de bûchers embrasent les campagnes et les villages. Gollion (200 habitant.e.s) a connu une chasse aux sorcières particulièrement meurtrière, qui a décimé 10% de la population du village en moins de vingt ans.
    https://www.rts.ch/audio-podcast/2022/audio/terreur-a-gollion-7-9-25832224.html

    Et les bûchers s’éteignent (8/9)
    De rares voix ont essayé de s’opposer à la chasse aux sorcières, souvent au péril de leur vie. Et puis, petit à petit, suite à des plaintes, les procès se raréfient, les sorciers et sorcières aussi.
    https://www.rts.ch/audio-podcast/2022/audio/et-les-buchers-s-eteignent-8-9-25832228.html

    L’énigme du mal (9/9)
    La chasse aux sorcières a fait 100’000 morts en Europe. Toutes et tous, victimes innocentes d’une machine judiciaire qui a elle-même créé son ennemi. Comment un tel phénomène, unique dans l’histoire du monde, a-t-il pu surgir et perdurer durant 250 ans ? Comment expliquer ce surgissement de haine, dans toutes les couches sociales ?
    https://www.rts.ch/audio-podcast/2022/audio/l-enigme-du-mal-9-9-25832229.html

    #Suisse #histoire #sorcières #radio #chasse_aux_sorcières #audio #femmes #enfants #buchers #religion #tortures #protestantisme

  • RELIGION ET RÉVOLUTION SOCIALE : THOMAS MÜNTZER ET LA GUERRE DES PAYSANS | J. CHAPOUTOT, É. VUILLARD
    https://www.youtube.com/watch?v=N6aZ56SCdyg

    Le religieux peut-il soutenir des combats politiques pour l’égalité ? Bien avant la théologie de la libération, l’histoire de Thomas Müntzer et de la guerre des paysans en offre un exemple, dont le marxisme a dès les origines tiré des réflexions importantes. Les Presses Universitaires de Lyon rééditent les écrits de Thomas Müntzer, dans une traduction et avec une préface du germaniste de l’Université de Lyon Joël Lefevre (https://presses.univ-lyon2.fr/product/show/thomas-muntzer-14901525-christianisme-et-revolution/932), tandis que les Éditions sociales rééditent le célèbre ouvrage de Friedrich Engels, « La guerre des paysans en Allemagne », avec une préface de l’historienne Rachel Renault (https://editionssociales.fr/catalogue/la-guerre-des-paysans-en-allemagne).

    C’est l’occasion pour La Grande H., l’émission d’histoire du Média, de recevoir les préfaciers de ces deux livres, Johann Chapoutot, historien du nazisme mais aussi plus largement de la culture germanique, et Éric Vuillard, écrivain, prix Goncourt 2017, auteur, notamment, d’un récit centré sur l’histoire de Müntzer et des paysans allemands en révolte au début du XVIe s., « La guerre des Pauvres » (Actes Sud, 2020).

    Avec une question aussi vieille que la gauche et plus que jamais d’actualité : comment le religieux, que l’histoire de l’Église catholique et la tradition française nous font surtout voir comme soutien des dominations sociales, peut-il donner forme aux combats politiques pour la justice, nourrir les résistances et les luttes pour un ordre meilleur ?

  • Macron défend la « riche cohabitation » entre la #raison et la religion, permise grâce à la laïcité

    Le président de la République détaille dans L’Express les nombreuses « #continuités » qu’il décèle entre « #Dieu et la science ».

    C’est l’un des sujets sur lesquels le mystère demeure. Quel est le véritable rapport d’Emmanuel Macron au #spirituel ? Élevé dans un établissement jésuite de Picardie - à sa demande -, avant de multiplier ensuite les grandes écoles et les diplômes dans la capitale, le président de la République est-il un cartésien rationnel, ou un croyant qui se fait violence ? Pense-t-il qu’il faut « réparer » le lien entre l’Église et l’État qui « s’est abîmé », ou considère-t-il que les questions de mœurs - religieuses - ne sont « pas (s)on affaire » ?

    Pour répondre à toutes ces questions, L’Express a recueilli un texte du chef de l’État, publié ce mardi, jour de son quarante-quatrième anniversaire. Dans l’hebdomadaire, le locataire de l’Élysée débute par un éloge de la science dont, « jamais, sans doute, l’humanité » n’aura « autant eu besoin » qu’aujourd’hui. À la fois pour faire face à la pandémie, bien sûr, mais aussi pour affronter les bouleversements écologiques et environnementaux, ou encore pour permettre les innovations indispensables au progrès.

    L’#égalité des droits en dignité, nouvelle égalité des hommes devant Dieu ?

    « Et Dieu dans tout ça ? », interroge ensuite Emmanuel Macron. « Contrairement à ce que l’interprétation toute voltairienne des #Lumières françaises a longtemps imposé comme grille de lecture, ce programme de développement de l’#esprit_scientifique ne s’oppose en rien à l’expression des religions », estime le président de la République, rappelant « qu’il ne s’agit pas d’imposer un #positivisme_forcené, une #religion_de_la_science qui se substituerait à toutes les interprétations du monde ».

    À l’échelle de l’Europe, de nombreuses « continuités entre Dieu et la science, (entre) religion et raison », apparaissent ainsi aux yeux d’Emmanuel Macron. « L’égalité des droits de l’homme en #dignité et en #droits n’a-t-elle pas été préparée par l’égalité des hommes devant Dieu pensée par le #christianisme ? De même l’#esprit_critique défendu par les Lumières n’a-t-il pas été précédé par le rapport individuel au texte sacré défendu par le #protestantisme ? », feint-il d’interroger pour appuyer sa thèse.

    « Séparer l’#ordre_temporel de l’#ordre_spirituel »

    S’inspirant ensuite tour à tour de l’écrivain humaniste de la Renaissance Rabelais, du « penseur anglais Tom McLeish », ou encore du « grand Jürgen Habermas », Emmanuel Macron termine sa démonstration en citant Aristide Briand, célèbre porteur de la loi de 1905 sur la séparation des Églises et de l’État. « C’est en étant fidèle à (son) esprit, en suivant le chemin de concorde qu’il traçait que la France continuera à être une nation infiniment rationnelle et résolument spirituelle », estime le chef de l’État.

    Défenseur de la « riche cohabitation » - qui existe selon lui « en chacun de nous » - entre « aspiration à la raison et besoin de #transcendance », Emmanuel Macron affirme que « oui, la science et Dieu, la raison et la religion peuvent vivre côte à côte, parfois même se nourrir ». Ce que, d’ailleurs, il juge « même souhaitable ». Le tout, insiste-t-il cependant, grâce à au « cadre unique » de la laïcité, une « belle idée » dont la France dispose depuis un siècle. Et qui, en « séparant l’ordre temporel de l’ordre spirituel, rend (cela) possible ».

    https://www.lefigaro.fr/politique/macron-defend-la-riche-cohabitation-entre-la-raison-et-la-religion-permise-

    #Macron #Emmanuel_Macron #laïcité #religion #science

    • EXCLUSIF. Emmanuel Macron : «Ce en quoi je crois»

      Le chef de l’Etat expose sa vision de l’articulation entre rationalité et religion. L’une et l’autre peuvent se nourrir. « Cela est même souhaitable », écrit-il. Inattendu.

      Parce qu’il avait prévenu dès la campagne de 2017 - « Je ne sépare pas Dieu du reste » (confidence soufflée au JDD) -, nous avons eu envie de demander au chef de l’Etat : rationalité et spiritualité peuvent-elles, doivent-elles, vivre ensemble dans la France de 2022 ? Après une épidémie qui a mis la raison des uns sens dessus dessous, qui a vu la parole scientifique reléguée par les autres au rang de croyance en laquelle il est possible de ne pas avoir foi, Emmanuel Macron érige-t-il un mur entre science et religion ? Lui qui dans le passé n’a pas hésité à évoquer l’existence d’"une transcendance" le formule clairement dans le texte qu’il a écrit pour L’Express : « Aspiration à la raison et besoin de transcendance cohabitent en chacun de nous. »

      Cette certitude ne lui fait pas perdre de vue le nécessaire combat pour que « la science demeure un idéal et une méthode ». Inquiet de constater notamment la montée de l’intégrisme religieux, le président refait ici l’éloge de la laïcité, qui seule rend possible cette « cohabitation » en laquelle il croit de la rationalité et de la spiritualité.

      La pandémie que nous traversons en est l’exemple le plus prégnant. Sans la science qui, avec le conseil scientifique, les sociétés savantes, les médecins et les chercheurs du monde entier, a éclairé chacun de nos choix depuis le premier jour, nous aurions à déplorer beaucoup plus de décès. Sans la science qui, en quelques mois, a su inventer un vaccin, le produire et le distribuer, le monde continuerait de vivre au ralenti, de confinements en confinements, de drames en drames.

      La résolution du défi du siècle, le réchauffement climatique, est également indissociable de la science. A la fois pour comprendre la mécanique de ce phénomène, ce à quoi s’attellent régulièrement les milliers de scientifiques du Groupement international d’experts sur le climat. Et pour élaborer les solutions qui, énergies propres, stockage de carbone, matériaux biosourcés ou solutions agroécologiques, nous permettront de concilier développement humain et réduction des émissions de gaz à effet de serre, progrès et écologie.

      La science enfin se trouve au fondement des innovations qui changent et vont changer nos vies, elle est le moteur du progrès. Numérique, véhicules électriques, nouveau spatial : l’ensemble des produits et services qui façonnent notre époque de même que les révolutions qui, assises sur le quantique ou l’intelligence artificielle, feront la décennie sont marqués par une empreinte scientifique forte.

      Cette part croissante de la science dans le cours du monde exige des grandes puissances qu’elles investissent massivement dans ceux qui, chercheurs, techniciens, innovateurs, sont les artisans de la recherche et de l’innovation.

      Les acteurs privés bien sûr s’engagent qui, pour les plus importants, assument d’explorer des voies qui ne trouveront pas toujours d’issue marchande. Mais c’est d’abord à la sphère publique que revient la mission de constituer un terreau favorable à l’excellence scientifique.

      Depuis cinq ans, la France qui, de Louis Pasteur à Pierre et Marie Curie, se distingue par une tradition hors norme confirmée par les récents prix Nobel et médaille Fields obtenus par ses ressortissants, renoue avec une stratégie d’investissement massif dans ce domaine. La loi de programmation pour la recherche, dotée de 25 milliards d’euros sur dix ans, scelle un effort inédit pour rattraper le retard pris et permettre la montée en gamme de nos universités et de nos laboratoires de recherche. Nous avons aussi, dès 2017 puis à la faveur de France relance et de France 2030, acté de grandes ambitions pour l’intelligence artificielle, le quantique ou encore la santé.

      Au niveau européen, notre pays a été à l’initiative pour que le programme-cadre de recherche et développement de la Commission se dote d’un budget à la hauteur des enjeux - près de 100 milliards d’euros - et consente enfin un effort pour la recherche fondamentale et les jeunes chercheurs.

      Il ne s’agit toutefois là que d’un début, un rattrapage et une indispensable modernisation qui nous permettent plus d’ambition de changement et d’investissement pour l’avenir.

      Mais l’enjeu n’est pas seulement budgétaire, il est culturel. Car, parallèlement à l’augmentation du besoin de science, la remise en cause du discours scientifique n’a cessé de se développer dans nos sociétés.

      Le complotisme gagne du terrain et prend des formes de plus en plus extrêmes, comme en témoigne l’emprise croissante de la mouvance QAnon.

      L’intégrisme religieux, et ses explications totalisantes qui privilégient la foi sur la raison, la croyance sur le savoir et excluent le doute constructif, devient de plus en plus prégnant.

      L’avènement de l’ère du « tout-se-vaut » disqualifie chaque jour un peu plus l’autorité du chercheur, dont la parole est mise au même niveau que celle des commentateurs.

      En même temps que nous nous donnons les moyens d’atteindre l’excellence scientifique, il est donc nécessaire d’agir pour que la science demeure un idéal et une méthode, que le « vrai » retrouve ce statut d’"évidence lumineuse" que décrivait Descartes.

      Voilà pourquoi j’ai lancé le 29 septembre 2021 la commission les Lumières à l’ère numérique. Présidé par le sociologue Gérald Bronner, ce collectif de 14 experts reconnus formulera des propositions pour faire reculer le complotisme et éviter que le flux informationnel auquel chacun est confronté ne présente des faits orthogonaux à ce qui dit le consensus scientifique, ce qui est trop souvent le cas.

      Voilà pourquoi aussi la nation tout entière doit se mobiliser pour opposer au complotisme le raisonnement éclairé, au relativisme la culture des faits et la reconnaissance de l’autorité scientifique, à l’intégrisme une République ferme dans sa défense, forte de ses valeurs, nourrie par ses débats. Gaston Bachelard définissait « l’esprit scientifique » comme la faculté à « se défaire de l’expérience commune » et à accéder à cette idée que « rien ne va de soi, rien n’est donné, tout est construit ». Il nous faut faire de la formation à l’esprit scientifique dès le cycle primaire. L’école en effet ne saurait seulement instruire. Elle doit faire des républicains, c’est-à-dire forger des êtres informés et libres. Citoyens. Ce sera là un grand défi des années à venir.

      Et Dieu dans tout ça ? Contrairement à ce que l’interprétation toute voltairienne des Lumières françaises a longtemps imposé comme grille de lecture, ce programme de développement de l’esprit scientifique ne s’oppose en rien à l’expression des religions.

      D’une part parce qu’il ne s’agit pas d’imposer un positivisme forcené, une religion de la science qui se substituerait à toutes les interprétations du monde. Comme l’a si bien résumé Rabelais, la science ne vaut en effet que lorsqu’elle est éclairée et guidée par les sciences humaines, la philosophie, le politique et s’inscrit dans un débat démocratique visant à construire l’intérêt général.

      Dieu et la science ne s’opposent pas ensuite parce que la croyance en l’un est souvent allée historiquement avec le développement de l’autre. Les travaux sont anciens qui ont montré combien l’islam avait nourri une tradition d’algèbre, d’astronomie et de médecine puissante. Plus récemment, le penseur anglais Tom McLeish a fait état des apports réciproques entre développement de la science et développement du fait religieux lors de la petite Renaissance du XIIIe siècle - un évêque anglais aurait même eu l’intuition du big bang. Dans son dernier ouvrage, le grand Jürgen Habermas a montré comment la philosophie grecque a pu se nourrir du religieux, et notamment de la rupture avec les mythes à l’âge coaxial (de 800 à 200 av. J.-C.).

      Au-delà, je crois profondément qu’il peut exister des continuités entre Dieu et la science, religion et raison. Regardons notre Europe ! L’égalité des droits de l’homme en dignité et en droits n’a-t-elle pas été préparée par l’égalité des hommes devant Dieu pensée par le christianisme ? De même l’esprit critique défendu par les Lumières n’a-t-il pas été précédé par le rapport individuel au texte sacré défendu par le protestantisme ?

      Oui, la science et Dieu, la raison et la religion peuvent donc vivre côte à côte, parfois même se nourrir. Cela est même souhaitable tant aspiration à la raison et besoin de transcendance cohabitent en chacun de nous.

      Nous avons, en France, un cadre unique qui, séparant l’ordre temporel de l’ordre spirituel, rend possible cette riche cohabitation : la laïcité. Artisan de cette belle idée, Aristide Briand disait : « Il fallait que la séparation ne donnât pas le signal de luttes confessionnelles ; il fallait que la loi se montrât respectueuse de toutes les croyances et leur laissât la faculté de s’exprimer librement. »

      C’est en étant fidèle à l’esprit de Briand, en suivant le chemin de concorde qu’il traçait que la France continuera à être une nation infiniment rationnelle et résolument spirituelle.

      Nation de citoyens libres de critiquer et libres de croire.

      https://www.lexpress.fr/actualite/politique/exclusif-emmanuel-macron-ce-en-quoi-je-crois_2164676.html

      déjà signalé par @arno ici:
      https://seenthis.net/messages/940839

  • Lachgeschichten: Pfarrerin radikalisiert sich und Opfer wird die NPD | Colorful Germany
    https://colorful-germany.de/lachgeschichten-pfarrerin-radikalisiert-sich-und-opfer-wird-die-npd

    Der Skandal ist, dass die neofaschistische NPD direkt vor dem Gemeindehaus der evangelischen Kirche Storkower Land ein Wahlplakat aufhängte, dass den Reformator Martin Luther zeigt und dazu die ihm untergeschobene Behauptung: »Ich würde NPD wählen. Ich könnte nicht anders.«

    Das wurde in Storkow nicht einfach stehengelassen. Jemand hat groß auf das Plakat geschrieben: »Garantiert nicht. Buuuh«. Daraus nun versucht die NPD ihrerseits, einen Skandal zu machen. Klaus Beier, NPD-Kreistagsabgeordneter in Oder-Spree, glaubt zu wissen, wer dahintersteckt. Bereits am 28. April soll Pfarrerin Judith Kierschke auf eine Leiter gestiegen sein und das getan haben. Bekannt geworden sei dies, weil sich Kierschke von Passanten fotografieren ließ, die die Bilder verbreiteten. Die Fotos, die den Vorwurf beweisen sollen, zeigen eine blonde Frau, die an dem Laternenmast mit dem NPD-Plakat auf einer Leiter steht. Ob sie etwas auf das Plakat malt, ist dabei allerdings nicht zu sehen.

    Die NPD sei gewöhnt, »dass junge, von Anti-Rechts-Initiativen aufgewiegelte Menschen unsere Wahlwerbeträger beschädigen«, poltert Beier am Montag. »Dass jedoch Geistliche selbst Hand anlegen, ist eine neue Qualität und zeigt die Verrohung der politischen Auseinandersetzung in Deutschland.« Beier hat bei der Polizei Strafanzeige gegen Kierschke erstattet. Die Pfarrerin bestätigt, dass eine Anzeige gegen sie vorliegt. Zum Vorwurf selbst will sie sich nicht äußern. Sie bekennt jedoch freimütig, dass sie sich sehr geärgert hat über solche Plakate ausgerechnet noch vor dem Gemeindehaus und vor der gegenüberliegenden Kirche. »Es ist unverschämt, dass so etwas aufgehängt wird.«

    Im Schaukasten der Kirchengemeinde, das gibt Kierschke zu, hat sie auf die Plakate reagiert, indem auch sie Martin Luther etwas in den Mund legte – eine Klarstellung: »Es gibt 95 Thesen, warum ich nicht NPD wählen würde.«

    • D’après de fiable sources M.L. fut autant antisemite que la majorité du clergé de son époque. Il a amplifé la portée de l’antisemitisme à travers ses propres textes et ses traductions des texte bibliques grèques . Vouloir sauver Luther du reproche de l’antisemitisme constitue à mon avis une grave erreur.

      Il la mérite bien, sa place parmi les héros culturels de l’extrême droite allemande, peu importe si on regarde ses propres affirmations ou l’image surdimensionné qu’on lui a octroyé au royaume de Prusse et dans le deuxième Reich allemand. Après 1933 les « Deutsche Christen » obtinrent cause des quelques pacifistes et personnes humaines au sein du protestantisme jusqu’à ce que les troupes soviétiques obligent ces forces obscures à se cacher pendant quelques années.

      Depuis sa fondation le clergé et les représentants laïques de l’église protestante se comportaient dans leur vaste majorité d’une manière aussi antisemite et inhumaine que leurs confrères catholiques. Pour le démontrer je n’ai même pas besoin de rentrer dans les détails de leur liaison intime avec le régime nazi, il suffit que je me souvienne des méthodes pédagogiques destructrices pratiquées dans mon école primaire protestante. On y travaillait d’après le principe que pour ne pas se laisser submerger par la foule d’enfants il en falaitt sélectionner certains contre qui on dressait la majorité afin d’en faire des collaborateurs de l’instituteur présent. Depuis je cultive un mépris raisonnable contre ces énergumènes issus d’un système d’oppression typique pour toute religion d’état.

      Puisque je me ne trouve ni à Jérusalem ni à La Mecque mais à une centaine de kilomètres seulement de Wittenberg ce sont les méfaits de la religion protestante et de ses adeptes qui m’intriguent.

      L’Allemagne n’est pas un état laïque. Il conserve des références bibliques dans sa constitution, ce qui fait de chaque athé un potentiel ennemi d’état. Ce constat confirme l’existence de la trinité constituée par le capitalisme, l’état bourgeois et sa religion. Voilà pourquoi les socialistes religieux sont des gens bien gentils qui ne verront jamais le pays de leur utopie.

      Lutherstadt Wittenberg
      https://www.openstreetmap.org/relation/1060610

      Lutherstadt Wittenberg – Wikipedia
      https://de.wikipedia.org/wiki/Lutherstadt_Wittenberg

      Wittenberg, seit 1938 amtlich Lutherstadt Wittenberg, ist eine Stadt im östlichen Teil des Landes Sachsen-Anhalt und Sitz des Landkreises Wittenberg. Sie liegt an der Elbe ..., knapp 100 Kilometer südwestlich von der Bundeshauptstadt Berlin
      ...
      Herausragende Bedeutung erlangte Wittenberg als eines der wichtigsten deutschen Zentren politischer, kulturgeschichtlicher und künstlerischer Bestrebungen im 16. Jahrhundert: Die Stadtkirche St. Marien, die Schlosskirche, das Lutherhaus und das Melanchthonhaus gehören seit 1996 zum UNESCO-Welterbe.

      Martin Luther und die Juden
      https://de.wikipedia.org/wiki/Martin_Luther_und_die_Juden

      #Allemagne #religion #protestantisme #fascisme #antisemitisme

  • Kirchenrecht – Wikipedia
    https://de.wikipedia.org/wiki/Kirchenrecht#Bedeutung_f%C3%BCr_die_evangelischen_Kirchen

    L’église protestante est fondé sur le principe de l’égalité de ses membres, les croyants. Pourtant il y a de petits et grands chefs dont les compétences et obligations sont décrites dans des lois propres aux églises. L’expérience du nazisme allemand a motivé les églises à insister sur le droit de se donner ses propres lois indépendantes de celles de l’état souverain.

    Cet argument est essentiel dans la lutte contre l’idée d’un état laïque en Allemagne. La dialectique n’étant pas une chasse gardée des marxistes les églises allemandes luttent contre la séparation de l’état et l’église. Ce n’est pas étonnant vu que le status quo fait des églises allemandes les plus riches du monde.

    Dem Kirchenrecht kommt neben diesem inhaltlich bestimmten Kirchenbegriff (Bibel – Beisammensein – Brotbrechen – Beten) eine der katholischen Kirche vergleichbare Bedeutung daher nicht zu: „(…) es ist nicht zur wahren Einheit der christlichen Kirche nötig, dass überall die gleichen, von den Menschen eingesetzten Zeremonien eingehalten werden“ (Art. 7 CA).

    Damit stellt sich für die evangelische Kirche aber die Frage des Verhältnisses der rechtlich existierenden Kirche zur „geistigen“ Kirche. Abhängig vom jeweiligen Kirchenverständnis wurde in der evangelischen Kirche die Existenz von Kirchenrecht sogar vollkommen geleugnet (Rudolph Sohm: „Das Kirchenrecht steht mit dem Wesen der Kirche im Widerspruch.“ (1892)). Dem liegt die Vorstellung zu Grunde, Recht könne überhaupt nur vom Staat gesetzt werden. Diese Ansicht gab die kirchlichen Strukturen freilich völlig dem staatlichen Zugriff preis. Gleichwohl hat 1649 Benedikt Carpzov der Jüngere ein kodifiziertes Kirchenrecht geschaffen, das erste einer protestantischen Kirche überhaupt.[4]

    Diese Ansicht wurde dann auch in der Erfahrung des Kirchenkampfes des Dritten Reiches dahingehend überwunden, dass die Notwendigkeit vom Staat unabhängiger Kirchenordnungen erkannt wurde (Barmer Theologische Erklärung) – der Kirche als Gemeinschaft konnte es eben doch nicht egal sein, wer ihre rechtlichen Strukturen lenkte (Nr. 3: „Wir verwerfen die falsche Lehre, als dürfe die Kirche die Gestalt (…) ihrer Ordnung ihrem Belieben oder dem Wechsel der jeweils herrschenden weltanschaulichen und politischen Überzeugung überlassen.“; Nr. 4: „Wir verwerfen die falsche Lehre, als könne und dürfe sich die Kirche abseits von diesem Dienst besondere, mit Herrschaftsbefugnissen ausgestattete Führer geben und geben lassen.“). Eine kirchenlegitimierende Bedeutung hat das Kirchenrecht in der evangelischen Kirche aber dadurch nicht erlangt.

    Kirchenordnung (KO) - Kirchenrecht Online-Nachschlagewerk
    https://www.kirchenrecht-ekir.de/document/3060#s10000159

    Dritter Abschnitt
    Die Superintendentin, der Superintendent
    Artikel 120107
    ( 1 ) Die Superintendentin oder der Superintendent

    trägt Verantwortung für die Leitung des Kirchenkreises;
    führt den Vorsitz der Kreissynode und des Kreissynodalvorstandes;
    vertritt den Kirchenkreis in der Öffentlichkeit;
    berichtet jährlich auf einer Tagung der Kreissynode über ihre oder seine Tätigkeit sowie alle wichtigen Ereignisse des kirchlichen Lebens im Kirchenkreis;
    sorgt für die Ausführung der Beschlüsse der Kreissynode und des Kreissynodalvorstandes;
    ist verantwortlich für die Arbeit der kreiskirchlichen Einrichtungen und Dienste und sorgt dafür, dass sie im Geiste des Evangeliums geführt werden und zweckmäßig organisiert sind;
    führt Aufsicht über die Kirchengemeinden und Presbyterien, die Verbände und ihre Organe;
    sorgt für die Ausführung der Anordnungen der Kirchenleitung im Kirchenkreis und berichtet der Kirchenleitung über wichtige Vorgänge im Kirchenkreis;
    führt die Dienst- und Fachaufsicht über die Verwaltungsleitung der gemeinsamen Verwaltung.

    ( 2 ) Der gesamte Schriftverkehr zwischen den Kirchengemeinden, den Verbänden, den Mitarbeitenden im Kirchenkreis und der Kirchenleitung geht über die Superintendentin oder den Superintendenten.
    ( 3 ) Sie oder er kann sich jederzeit über Angelegenheiten von Kirchengemeinden und Verbänden unterrichten lassen.
    ( 4 ) Zur Erledigung der Verwaltungsaufgaben steht der Superintendentin oder dem Superintendenten die gemeinsame Verwaltung zur Verfügung. Das Nähere regelt ein Kirchengesetz108.
    Artikel 121109
    ( 1 ) Die Superintendentin oder der Superintendent hat unbeschadet der Aufgaben und Rechte anderer den Auftrag, über die lautere Verkündigung des Evangeliums und über die darauf beruhende Ausrichtung des Dienstes der Mitarbeitenden im Kirchenkreis zu wachen. Sie oder er achtet auf das gesamte kirchliche Leben innerhalb des Kirchenkreises und die Einhaltung der kirchlichen Ordnung.
    ( 2 ) Ihr oder ihm obliegt die Seelsorge und Beratung der Ordinierten und sowie der Vikarinnen und Vikare im Kirchenkreis. Sie oder er soll ihnen helfen, ihr persönliches Leben und ihren Dienst gewissenhaft unter das Wort Gottes zu stellen und an ihrer Fortbildung ständig weiterzuarbeiten. Sie oder er berät und fördert die Studentinnen und Studenten der Theologie im Kirchenkreis.
    ( 3 ) Die Superintendentin oder der Superintendent führt die Aufsicht unbeschadet der Aufgaben und Rechte anderer über alle Mitarbeitenden im Kirchenkreis. Werden bei den Mitarbeitenden in ihrem Dienst Mängel, Nachlässigkeiten oder Konflikte bekannt oder gibt es sonst begründete Beschwerden, so soll sie oder er zur Abstellung der Mängel mahnen und für Abhilfe sorgen. Wenn diese Möglichkeiten erschöpft sind und der Tatbestand einer ernsten dienstlichen Verfehlung angenommen werden kann, berichtet sie oder er der Kirchenleitung und ordnet gebotene vorläufige Maßnahmen an.
    ( 4 ) Sofern ein Verband kirchenkreisübergreifend gebildet wird, muss durch Satzung festgelegt werden, welche Superintendentin oder welcher Superintendent die Aufgaben und Rechte gemäß Absätze 1 bis 3 wahrnimmt.
    Artikel 122
    Zu den weiteren Aufgaben der Superintendentin oder des Superintendenten gehören

    die Durchführung der Ordination, die Leitung der Pfarrwahl, die Einführung der Pfarrerinnen und Pfarrer,
    die Leitung der Kirchenvisitation in den Kirchengemeinden,
    die Regelung der Vertretung bei einer Vakanz.

    Artikel 123
    ( 1 ) Die Superintendentin oder der Superintendent versammelt regelmäßig die im Bereich des Kirchenkreises tätigen Pfarrerinnen und Pfarrer, Pastorinnen und Pastoren, Gemeindemissionarinnen und Gemeindemissionare sowie die Vikarinnen und Vikare zum Pfarrkonvent.
    ( 2 ) Die Superintendentin oder der Superintendent sorgt dafür, dass die anderen Mitarbeitenden in ihrem Amt unterstützt und begleitet werden.
    Artikel 124110
    ( 1 ) Die Superintendentin oder der Superintendent nimmt das Amt im Nebenamt wahr und bleibt Inhaberin ihrer oder Inhaber seiner Pfarrstelle. Sie oder er ist in den pfarramtlichen Pflichten zu entlasten.
    ( 2 ) Die Kirchenleitung kann auf Antrag der Kreissynode beschließen, dass eine kreiskirchliche Pfarrstelle zur Wahrnehmung des Amtes der Superintendentin oder des Superintendenten im Hauptamt errichtet wird. Das Nähere regelt ein Kirchengesetz111.
    Artikel 125
    Das weitere Verfahren für die Organe des Kirchenkreises wird durch Kirchengesetz112 geregelt.

    #religion #église #protestantisme #droit

  • En Allemagne, deux gynécologues face à la justice pour « publicité pour l’IVG »
    https://www.liberation.fr/planete/2019/06/14/en-allemagne-deux-gynecologues-face-a-la-justice-pour-publicite-pour-l-iv

    « Une IVG médicamenteuse et sans drogues anesthésiantes est également pratiquée par la Dr Gaber. » Ces mots ont mené Bettina Gaber devant la justice. Ce vendredi, cette gynécologue berlinoise comparaît devant le tribunal de première instance du Tiergarten, à Berlin, pour « publicité pour l’IVG ». Elle est accusée, ainsi que sa collègue Verena Weyer avec qui elle partage son cabinet, d’avoir détaillé sur son site internet les méthodes avec lesquelles elle pratique l’avortement. Or, en Allemagne, c’est interdit. Elle tombe sous le coup du paragraphe 219a du Code pénal allemand, qui réprime toute « publicité pour l’IVG », et risque une forte amende.

    Ce n’est pas la première fois qu’une gynécologue est poursuivie pour un tel motif ; mais c’est la première fois depuis que la loi a été légèrement assouplie, en février. Jusqu’ici, le paragraphe 219a du code pénal – relique de l’ère nazie datant de 1933 afin de criminaliser les médecins juifs et communistes – interdisait toute mention de l’IVG sur un site professionnel. Les médecins étaient susceptibles d’être poursuivis pour l’avoir simplement écrit sur leur site. C’est ce qui est arrivé à Kristina Hänel, de Gießen (Hesse), condamnée à 6 000 euros d’amende en 2017. Son cas, très médiatisé, a fini par entraîner un large débat en Allemagne. Des voix en faveur d’un assouplissement de la loi – voire de sa suppression – se sont fait entendre.

    À lire aussi En Allemagne, l’IVG est un chemin de croix

    C’est ainsi qu’une légère refonte du texte, votée par la grande coalition au pouvoir (CDU-SPD) a été décidée en février. Les professionnels de santé sont désormais autorisés à annoncer qu’ils pratiquent des IVG. Mais pas à en détailler les méthodes, que les patientes peuvent découvrir sur une liste établie par l’Ordre fédéral des médecins – qui n’est toujours pas disponible, quatre mois après le vote du texte. « De toute manière, explique la gynécologue berlinoise Jutta Pliefke, membre de Pro Familia, le Planning familial allemand, il semble peu réaliste d’avoir recours à ce genre de listes. De nombreux docteurs ne souhaitent pas y figurer, de peur de devenir la cible de militants anti-IVG. Et puis, comment la tenir à jour correctement ? »
    Les Verts, Die Linke et le FDP demandent la suppression de l’article 219a

    « Je ne connais pas un seul collègue qui écrive maintenant sur son site qu’il pratique des IVG, a expliqué Bettina Gaber à Die Zeit. Je ne crois pas non plus que beaucoup de collègues voudront être sur la liste de l’Ordre des médecins. Parce qu’ils se sentent toujours criminalisés. » La réforme reste contestée par les Verts, Die Linke et les Libéraux du FDP, qui demandent la suppression pure et simple du texte. « Le cas de Bettina Gaber montre bien que même après la réforme de la loi, les gynécologues continuent d’être poursuivis », dit Kate Cahoon, du Collectif pour l’autodétermination sexuelle (Bündnis für sexuelle Selbstbestimmung), représentant plusieurs associations prochoix.

    De manière générale en Allemagne, pays conservateur et sous forte influence de l’Eglise, l’IVG est difficile d’accès. Dans son livre témoignage intitulé le Politique est privé, Journal d’une médecine avorteuse (1), Kristina Hänel évoque les nombreuses lettres qu’elle a reçues. Notamment celle d’une jeune femme tombée enceinte sous stérilet. « J’habite dans le sud de la Bavière, explique la jeune femme, et la doctoresse de l’hôpital qui a confirmé la grossesse n’a pas voulu entendre que j’envisageais un avortement. La seule information qu’elle m’a donnée est qu’une telle intervention ne serait effectuée ni dans cet hôpital, ni ailleurs dans la région, et que je devrais me rendre "à Salzbourg ou quelque chose dans le genre". Le prix de l’avortement est d’environ 800 euros et bien entendu, cet acte n’est couvert par aucune compagnie d’assurance maladie allemande. »

    En Allemagne, l’acte est dépénalisé, mais toujours criminalisé – en vertu du paragraphe 218, que les prochoix veulent également voir disparaître. « L’IVG n’a rien à faire dans le code pénal aux côtés du meurtre et de l’infanticide », dit la gynécologue Jutta Pliefke.
    Des gynécologues traqués par des militants anti-IVG

    L’IVG ne se pratique que sous certaines conditions : après un délai légal de réflexion et après avoir demandé conseil dans un centre spécialisé agréé (ou l’entretien se doit, selon la loi, de « servir la protection de la vie non (encore) née ») ; en cas de menace pour la vie de la mère ; à la suite d’un viol. L’acte n’est remboursé que dans très peu de cas. Et cela ne risque pas de changer avec Jens Spahn (CDU) – qui ne cache pas sa profonde hostilité à l’avortement – à la tête du ministère fédéral de la Santé, et qui a annoncé ces derniers temps financer une étude sur « les conséquences psychologiques de l’IVG ».

    Dans ce contexte, de moins en moins de médecins osent pratiquer cet acte. « Les pressions à leur égard ont augmenté », dit Jutta Pliefke. Ils sont traqués par les militants antiavortement. Deux d’entre eux, Yannic Hendricks et Klaus Günter Annen, se sont fait une spécialité d’éplucher leurs sites internet afin de les épingler en vertu du fameux paragraphe 219a. C’est ce qui est arrivé à Bettina Gaber et à Kristina Hänel.

    Les noms des médecins avorteurs sont listés sur un site appelé « Babycaust », contraction de « Baby » et « Holocauste ». Les deux hommes noient les gynécologues sous les fax insultants, les traitent de tueurs d’enfants. Mais leur arme la plus efficace est sans doute ce paragraphe 219a. Car elle touche au portefeuille et épuise les médecins, forcés de se lancer dans une longue et fastidieuse procédure judiciaire. D’autant qu’en Allemagne, contrairement à la France, le délit d’entrave à l’IVG n’existe pas.

    Ainsi, pour de plus en plus de médecins, pratiquer l’IVG devient un acte militant. « Bien des gynécologues ont fini par se politiser depuis l’affaire Hänel », commente Kate Cahoon. C’est ainsi que le procureur a proposé à Bettina Gaber d’abandonner les poursuites si elle enlevait de son site la phrase concernant sa pratique de l’IVG. Elle a refusé, expliquant à Die Zeit : « Je me suis rendue compte que c’était aussi une bataille féministe. »

    (1) Das Politische ist persönlich. Tagebuch einer Abtreibungsärztin (« Le politique est privé, Journal d’une médecine avorteuse), Argument Verlag, 2019, non traduit en français.
    Johanna Luyssen correspondante à Berlin

    Pas le droit d’informer sur l’IVG, harcelement judiciaire des médecin·es et restrictions de l’IVG, dans ce pays où les mères sont traitées de corbeau si elles ont un emploi et où chaque homme est un putier en puissance qui peu aller défoncer des femmes et filles pauvres au forfait et sans capote si l’envie lui prend.

    #ivg #contraception #contrôle_des_femmes #hétérosexualité #nazisme #grossesses_forcées #viol_géstatif #domination_masculine #catholicisme #protestantisme #religion #natalisme #féminicide #proxenetisme #prostitution #culture_du_viol #hommerie #sexisme #misogynie #guerre_aux_pauvres #guerre_aux_femmes #femmes

    • La loi sur le pantalon a été abrogée sous Hollande @sandburg et par rapport à l’IVG en Allemagne l’article ci-dessus dit que l’IVG reste criminalisé, que les medecin·es sont harcelés judiciairement et que l’IVG n’est pas remboursé sauf en cas de viol reconnu par les tribunaux, autant dire jamais (quel délais pour un procès pour viol par rapport à une grossesse et le délais d’IVG ? ). Il me semble que ca indique que c’est pas pareil que la loi sur le pantalon. Si tu as d’autres sources qui indiquent autre chose je les veux bien mais pour le moment ce qu’indique cet article est particulièrement grave pour les femmes. La comparaison entre des grossesses forcées et le porte du pantalon c’est pas pertinant. Enfin si ces lois sur le pantalon sont tombées aujourd’hui en désuétude, c’etait des lois qui ont été appliquées par le passé et les femmes se sont battues pour ce droit au port du pantalon. Elles se battent encore car les entreprises leur imposent souvent des tenues de travail sexuées et invalidantes type talons haut, jupe, maquillage... sans parler du dress code des milliers de bordel allemands qui doit pas autorisé beaucoup de pantalons aux femmes. N’oublions pas non plus les hommes dans l’espace publique qui imposent aussi toujours de lourdes restrictions sur le code vestimentaire des femmes et des filles par leur harcelement massif, pareil à l’école, pareil à la maison où pères, frères et maris font la loi du dress code féminin. Oui on l’applique la loi sur le pantalon, c’est une loi sans tribunaux, sans avocats, les hommes étant toujours considéré comme les maîtres des femmes, ils sont autorisés à juger et à exécuter leur sentence en toute tranquillité. La police et les juges demandent toujours aux victimes féminines de violences sexuelles comment elles étaient habillées. C’est bien la manifestation qu’il y a toujours de lourdes restrictions sur les vetements autorisés aux femmes.

    • Même si c’etait reconnu, combien de temps pour obtenir une sentence de viol et quel délais autorisé pour une IVG ? Si c’est comme en France, l’IVG pour les femmes ayant subit un viol (par surprise ou autre technique), serait autorisé au mieux 3 ou 4 ans après la naissance...

  • Collège Cévenol du Chambon-Sur-Lignon, la catharsis (1/2) : Des affinités très électives
    https://www.franceculture.fr/emissions/une-histoire-particuliere-un-recit-documentaire-en-deux-parties/college-cevenol-du-chambon-sur-lignon-la-catharsis-12-puits-de-memoire

    http://media.radiofrance-podcast.net/podcast09/16408-19.01.2019-ITEMA_21955851-0.mp3?track=false

    1er épisode : Un puits de mémoire

    Avec 10 000 m2 de bâtiments, l’établissement - premier internat mixte de France - a accueilli jusqu’à 600 élèves. Les profs ? De toutes les « couleurs », confessions et origines. Certaines années, on a compté jusqu’à 45 nationalités différentes.
    A l’évocation de ce lieu, c’est l’unanimité chez tous ceux qui ont vécu l’expérience : « on y apprit, bâti les fondements de nos personnalités, ri, grandi et su qui nous étions ici… Nos plus belles années. » Tous saluent la noblesse du projet porté par cet établissement, la belle utopie qu’il avait mise en œuvre. Génération après génération, le mythe a fini par se confondre avec la réalité.

    #protestantisme #Haute_Loire #CollègeCévenol #ChambonSurLignon #FranceCulture #audio #radio #documentaire

  • Clitoris : pourquoi avoir attendu 2017 pour le représenter dans les manuels scolaires ?
    https://www.franceculture.fr/societe/clitoris-pourquoi-avoir-attendu-2017-pour-le-representer-dans-les-manu

    Pour la première fois, le #clitoris a été correctement dessiné dans le nouveau livre de SVT des éditions Magnard, destiné à entrer dans le cartable des collégiens à la rentrée prochaine. Avec sa double arche interne de 10 cm de long. Cette représentation vient briser un tabou anatomique de longue date. Pourtant, les premières représentations anatomiques correctes du clitoris remontent à 1600... Retour sur l’histoire et les raisons de cette longue #omerta.

    #femmes #anatomie #sexualité #sexologie #plaisir #masturbation_réciproque #orgasme #Freud #protestantisme

    • Grâce à seenthis, j’ai appris qu’il manque un bout dans cette histoire, discutée aussi ici :
      https://seenthis.net/messages/542035

      C’est certes Freud qui a popularisé ce mépris du clitoris vs. le vagin, mais il avait piqué cette idée à un marin français du XIXème siècle, médecin amateur, Pierre Garnier :

      #Sylvie_Chaperon, « « Le trône des plaisirs et des voluptés » : anatomie politique du clitoris, de l’Antiquité à la fin du xixe siècle », Cahiers d’histoire. Revue d’histoire critique, 118:41-60 (2012).
      https://seenthis.net/messages/389255

      Contrairement à ce qu’affirme Thomas Laqueur, Freud n’est pas le premier à s’opposer radicalement à la tradition triséculaire du clitoris comme siège du plaisir. Il ne fait que reprendre à son compte des conceptions formulées dans les années 1880.

      En France, Pierre Garnier est le premier médecin à se livrer à une sape consciencieuse de ce qu’il nomme la « doctrine de la toute puissance du clitoris ». Ce dernier a tellement été oublié de l’historiographie qu’il a été systématiquement confondu avec le médecin homonyme plus connu, Paul Garnier.

      Pierre Garnier n’est pas un anatomiste, il n’a jamais réalisé une seule dissection. Après une carrière dans la marine marchande, il devient sur le tard un spécialiste des troubles de la sexualité qui s’appuie, du moins le prétend-il, sur des centaines d’observations personnelles. C’est aussi un vulgarisateur prolixe : il publie près de dix opus aux titres aguicheurs qui se répètent mutuellement et se vendent très bien.

      De livre en livre, il réhabilite le vagin comme organe sensoriel et tend à diviser les femmes en deux catégories. C’est dans le vagin que « s’élabore toute la sensation progressivement accrue et de là aussi, [que] s’élance l’irradiation terminale du spasme vénérien sans que le clitoris paraisse y prendre aucune part ». Inversement, « faire de cet organe minuscule, véritable bouton insensible, le plus souvent tant qu’il n’a pas été touché, ébranlé artificiellement, le foyer érogène le plus actif, c’est accuser implicitement toutes les filles d’onanisme antérieur ou de libertinage plus tard ». Les tenants de cette thèse auraient « surtout vécu avec des femmes galantes, qui connaissent et emploient de préférence ce rudiment de l’amour » (1889).

      Cette dualité orgasmique sera reprise ensuite par bien des auteurs, avec ou sans les jugements moraux afférents. À la fin du XIX e siècle, l’opinion médicale dominante est que la majorité des femmes se désintéressent du coït. « La frigidité est tellement fréquente chez la femme, qu’elle peut à peine être considérée comme un état morbide », résume par exemple Auguste Lutaud, médecin adjoint à Saint-Lazare puis à Lourcine.

      #historicisation #histoire #femmes #Odile_Buisson #Pierre_Garnier #plaisir #vaginal #clitoridien

  • L’Église face aux régimes politiques de l’entre-deux-guerres l’academie.tv - Anne MORELLI - 24 Novembre 2016

    Les régimes honnis et les régimes soutenus (2/2) _

    https://soundcloud.com/beacademy/les-regimes-honnis-et-les-regimes-soutenus

    On pense souvent que l’Église catholique est politiquement neutre. C’est absolument faux pour différentes périodes de l’histoire. Dans ce cours-conférence, nous nous attacherons à montrer que, pendant l’entre-deux-guerres, l’Eglise a eu une attitude absolument différente envers les deux régimes qu’il est convenu aujourd’hui d’appeler « totalitaires » : le communisme et le( s ) fascisme( s ). L’Église a généralement adopté une opposition radicale face au premier mais une attitude bienveillante face au second. Cette position, généralisée dans toute l’Europe, a eu des conséquences qu’il faut évaluer jusqu’à la Seconde Guerre mondiale et ses suites.

    #Histoire #religion #catholicisme #protestantisme #fascisme #luther #hitler #pape #pie_XI #pie_XII #audio #vidéo #Théquie #audio #vidéo #Anne_Morelli #Autriche #église #salazar #Portugal #secret_de_fatima #Autriche #dolfuss #Espagne #franco #corporation #corporatisme #Syndicats #Tchécoslovaquie

  • Friedrich Nietzsche et la cruauté de la relation créanciers débiteurs dans la généalogie de la morale
    http://www.lesauterhin.eu/friedrich-nietzsche-et-la-cruaute-de-la-relation-creanciers-debiteurs-da

    L’accord européen sur la Grèce est un tel défi au bon sens qu’il fait vaciller la raison. Vite un bouc émissaire ! Tiens un casque à pointe qui passe ! Il tombe bien celui-là… Brouillage de l’esprit. Source : Le SauteRhin

    • C’est vrai que l’explication religieuse a ses limites, mais... y a pas un livre qui s’appelle « l’éthique protestante et l’esprit du capitalisme » ? Et si Nietzsche prend les Juifs comme point de départ du renversement des valeurs ("les derniers seront les premiers"), la fameuse victoire des esclaves sur les seigneurs, j’ai toujours eu l’impression que cette vision « chronologique » (généalogique en fait) avait des limites. Que les Juifs, comme premiers monothéistes, soient responsables « généalogiquement » de la prise de pouvoir de cette saloperie de morale monothéiste, franchement, je sais pas trop (et à vrai dire, on s’en fout de qui a commencé)... L’impression que le père Nietzche visait plutôt à détruire son propre protestantisme de fils de pasteur en s’attaquant à ça... Sans oublier le contexte anti-sémite du moment...

      Et puis, franchement, à part le délire religieux, je ne vois comment on peut encore croire à un tel programme :

      Efficient governments that can pay their bills are an essential precondition for economic growth. Only then can thy (sic) provide a good regulatory framework for businesses and ensure that their citizens enjoy essentials like a good education.

      http://seenthis.net/messages/392338

      #religion #monothéisme #protestantisme #morale #valeurs

    • Hum ! Vous récusez l’explication par l’éthique du protestantisme, mais vous convoquez Nietzsche – dont l’analyse est certes éclairante – et les mânes des anciens germains pour expliquer la politique du capitalisme allemand aujourd’hui. Faut-il rappeler qu’en Grèce antique, comme à Rome, une dette non remboursée conduisait à l’esclavage ? La démocratie athénienne a été fondée sur l’annulation de cette règle et les succès politiques de César ne s’explique pas seulement par ses talents militaires, mais aussi parce que l’annulation des dettes figurait à son programme. Plus prés de nous, la compagnie des Indes anglaises, puis les banques françaises et hollandaises ont utilisé l’arme de la dette pour constituer leur empire colonial. Ex : la Tunisie, l’Egypte, Bali… Ce qui est plus difficile à admettre, mais qui n’aurait certainement pas étonné Nietzsche, c’est que l’impérialisme allemand soit en train de se construire aujourd’hui un empire colonial au sein de l’Europe, réalisant par la dette ce qu’il n’a pas réussi par les armes. Chocking, isn’t ?

      http://www.lesauterhin.eu/friedrich-nietzsche-et-la-cruaute-de-la-relation-creanciers-debiteurs-dans-la-genealogie-de-la-morale/#comment-660

    • En y repensant, pour moi, l’étymologie, c’est comme l’astrologie et en fait, c’est un article d’astrologue ce truc.

      La focalisation exclusive sur la dette ne fait que renforcer son pouvoir sur les esprits.

      hahaha... Nan mais oh ? Comme si on avait choisit d’apprendre ce que sont des swaps à la vanille ? Comme si on était jouasse de se taper Nietzsche et Lazarato pour comprendre cette merde de rapport de dette ? On focalise pas mon gars, simplement tes « oikos » et tes « nomos » bidons, qui voudraient nous rappeler à une saine économie bien familiale, ça nous fait une belle jambe...

      la focalisation sur l’Allemagne seule responsable de …à peu près tout, ne fait que renforcer son pouvoir sans même qu’elle ait à chercher l’hégémonie,

      mouahaha, c’est vrai ça tiens, en fait, c’est tout de notre faute #intériorisation...

      Moi je soupçonne ce saute-rhin de #protestantisme_radical, voilà c’est dit.

      #'nimportequoicetrucenfait

  • Greece : Why Piketty is wrong - Wirtschaft - Süddeutsche.de
    http://www.sueddeutsche.de/wirtschaft/greece-why-piketty-is-wrong-1.2577830

    Efficient governments that can pay their bills are an essential precondition for economic growth. Only then can thy (sic) provide a good regulatory framework for businesses and ensure that their citizens enjoy essentials like a good education.

    #protestantisme_radical... Que dire, à #Ludger_Schuknechtce, le chef économiste si bienveillant de #Schaüble... Va mourir ? (et la conclusion philhellène à vomir...)

  • L’implantation progressive des #églises #évangélistes dans le monde #musulman - Les clés du #Moyen-Orient
    http://www.lesclesdumoyenorient.com/L-implantation-progressive-des.html

    Depuis plus d’une vingtaine d’années, on constate l’essor des églises évangélistes dans le monde musulman. Les mouvements baptistes, méthodistes, pentecôtistes qui se sont développés aux Etats-Unis connaissent un succès croissant en terre musulmane, tout comme partout dans le monde. Ces mouvements, connus pour leurs campagnes d’#évangélisation proches du #prosélytisme, demeurent très minoritaires dans la région, mais inquiètent nombre de gouvernants.

    Les évangélistes visent tout particulièrement les communautés musulmanes et non-arabes. En usant d’un dialogue #anti-arabe, les évangélistes parviennent à convaincre et à convertir. Ainsi, on recense un grand nombre de conversions au christianisme évangélique dans les régions berbères et kabyles au Maghreb, mais aussi chez les communautés kurdes (au Maroc, en Algérie, au Liban, en Irak, en Syrie ou en Iran).

    Les missionnaires évangélistes, envoyés par des églises évangélistes du monde entier sont très actifs. Ils peuvent s’appuyer sur les médias internet ou télévisés en arabe, comme la radio El Mahabba, la chaîne télévisée Al Hayat ou Miracle Channel qui diffusent largement la pensée évangéliste au Maghreb et au Moyen-Orient.

    Les évangélistes ne cherchent pas à convertir les musulmans en particulier, les chrétiens de la région sont donc eux aussi visés. Les communautés chrétiennes traditionnelles implantées en Syrie, au Liban, en Irak ou en Iran depuis des siècles rapportent de nombreuses conversions récentes de leurs fidèles vers le #protestantisme évangéliste, considéré comme plus moderne et dynamique par les fidèles.

    L’#évangélisme est mal compris dans des pays où l’islam est très souvent la religion d’Etat. Le prosélytisme actif mené par les églises évangélistes à l’attention des musulmans a surpris et inquiété les pouvoirs publics de la région, qui ont tendance à interdire et sanctionner l’action de ces nouveaux missionnaires.

    Via Karim Bittar

  • Intéressant article du Monde sur les relations entre les #Églises / #religions monothéistes par rapport à la #finance :

    La crise économique de 2008 a obligé les grandes religions monothéistes à préciser leur position par rapport à la finance, un point de vue pas toujours cohérent avec la façon dont elles gèrent leurs propres affaires.

    http://www.lemonde.fr/les-decodeurs/article/2014/07/25/comment-les-religions-font-le-menage-dans-leurs-finances_4454671_4355770.htm

    #Vatican #Consistoire #juif #catholicisme #protestantisme #islam #oir #banque

  • Le rêve américain : créateur d’inégalités | L’Actu du pouvoir
    http://www.actudupouvoir.fr/le-reve-americain-createur-dinegalites

    Les inégalités sont devenues tellement fortes aux Etats-Unis que Barack Obama, après les préoccupations déjà exprimées à Davos par les grands de ce monde économique, a décidé de prendre à bras le corps la question. Pourra-t-il inverser la courbe des inégalités ou le rêve va-t-il se transformer en cauchemar ?
    L’égalité des chances malmenée


    Carol Graham, professeur à l’université du Maryland, soulignait dans un article paru en septembre dernier la question de la justice sociale au sein de la problématique du rêve américain : « lorsque les inégalités sont uniquement perçues comme un juste retour des choses compte tenu des efforts individuels fournis, elles peuvent constituer un signal constructif en direction d’opportunités futures ». Plus récemment, suite au discours sur l’état de l’Union, une républicaine déclarait : « Le président parle beaucoup des inégalités de revenus. Mais le vrai écart auquel nous sommes confrontés aujourd’hui est celui des opportunités ».

    Les inégalités sont supportées outre-Atlantique tant que l’égalité des chances subsiste. En cela, on ne peut pas dire qu’il y ait une différence quelconque entre la vision américaine et la vision française des inégalités. Mais quelle chance y a-t-il pour qu’un enfant d’ouvrier ou d’employé de bureau gravisse l’échelle sociale ? Et en quoi cela représente-t-il une opportunité ?

    La réponse à la première question demande de prendre en compte deux facteurs : le premier, psychologique, est relatif au lien de l’enfant avec ses parents ainsi que de l’ambition de ces derniers pour leur progéniture. Le second, matériel, concerne le budget de la scolarité supérieure. Aujourd’hui, que ce soit aux Etats-Unis ou en France, avoir accès à un bac+5 sans lequel aucun poste à responsabilités ne peut s’envisager à court-terme demande des ressources importantes aux parents. Si jamais les parents ne se sacrifient pas, alors l’échelle sociale ne sera pas gravie par le chérubin. Qui aujourd’hui peut sans diplôme créer son entreprise et la développer suffisamment pour devenir riche ?

    La seconde question pointe du doigt un élément portant à controverse : réussite = argent. Les Etats-Unis divergent profondément d’avec l’Europe concernant l’attachement à la religion. L’esprit des lumières n’a pas imprimé les consciences comme il le fit sur le vieux continent. Les explications de Max Weber dans L’éthique protestante et l’esprit du capitalisme s’appliquent donc particulièrement à ce peuple : la récompense financière dans une optique calviniste permet de s’assurer du salut d’une part, d’agir à la gloire de Dieu d’autre part. Mais l’accumulation s’effectue de manière ascétique, pas dans un but de profiter de cet argent sur terre.....

    #Société
    #États-Unis
    #inégalité
    #protestantisme

  • L’avortement n’est pas une affaire privée | Fédération des Églises protestantes de Suisse FEPS
    http://www.kirchenbund.ch/fr/communiques-fr/2014/l-avortement-n-est-pas-une-affaire-priv-e

    Pour la Fédération des Eglises protestantes de Suisse (FEPS), l’avortement n’est pas une affaire privée, c’est une affaire de société. La FEPS rejette donc l’initiative populaire « Financer l’avortement est une affaire privée », en votation le 9 février 2014, qui demande de supprimer la prise en charge par l’assurance maladie des coûts d’une interruption de grossesse.

    #ivg #foi #protestantisme

  • Les protestants évangéliques au Liban | Les carnets de l’Ifpo
    http://ifpo.hypotheses.org/2879
    en écho au billet de @nidal http://seenthis.net/messages/144988, une présentation du travail de Fatiha Kaoues

    Le protestantisme au Liban trouve ses origines dans l’activité évangélique entreprise, au xixe siècle, par des missionnaires réformés venus d’Amérique du Nord et d’Angleterre[2]. Ils furent en 1848 à Beyrouth à l’origine de la première congrégation protestante arabophone au Moyen-Orient : l’Église évangélique libanaise. Aujourd’hui, cette dernière est supplantée par une famille du protestantisme, que l’on dit évangélique et particulièrement pentecôtiste et qui multiplie à Beyrouth, notamment dans les quartiers populaires de Sinn el-Fil, Nabaa et Bourj Hammoud, les implantations d’églises.

    #protestantisme
    #évangélisme
    #Liban

  • Goodbye Hollande !
    http://www.marianne.net/Goodbye-Hollande _a228622.html

    L’Allemagne, nation suicidaire...J’ai souvenir que Heiner Müller tenait des propos semblables dans ses derniers entretiens.

    Nos socialistes veulent croire que le retour des sociaux-démocrates allemands au pouvoir ferait une grosse différence. Karine Berger m’avait déjà fait le coup avant la présidentielle, durant un débat devant une section socialiste. Mais les réformes les plus dures en Allemagne ont été faites par Schröder ! La social-démocratie allemande, historiquement et géographiquement, est dans la continuité du protestantisme, donc du nationalisme. Avec eux, ce serait pire. Donc évidemment, l’Allemagne est le problème. Les politiques français, si durs avec leur population et leurs PME,en sont au stade Bisounours sur l’amitié franco-allemande.

    Mais l’Allemagne, qui a déjà foutu en l’air deux fois le continent, est l’un des hauts lieux de l’irrationalité humaine. Ses performances économiques « exceptionnelles » sont la preuve de ce qu’elle est toujours exceptionnelle. L’Allemagne, c’est une culture immense, mais terrible parce que déséquilibrée, perdant de vue la complexité de l’existence humaine. Son obstination à imposer l’austérité, qui fait de l’Europe le trou noir de l’économie mondiale, nous impose une question : l’Europe ne serait-elle pas, depuis le début du XXe siècle, ce continent qui se suicide à intervalles réguliers sous direction allemande.

    #Allemagne #protestantisme #François_Hollande #PS #SPD #banques #dette #Europe