• Le “#navi_quarantena” sono costate più di 130 milioni di euro in due anni

    Tra l’aprile 2020 e il giugno 2022 almeno 56mila persone sono transitate dalle imbarcazioni messe a disposizione da operatori privati su volere del governo, per una spesa pro-capite di 220 euro al giorno. Dati inediti evidenziano un esborso pubblico molto più elevato di quanto avrebbe richiesto una più dignitosa accoglienza a terra

    Le “navi quarantena” utilizzate per oltre due anni dal governo italiano per l’isolamento preventivo dei richiedenti asilo arrivati sulle coste italiane durante l’emergenza sanitaria sono costate, in totale, quasi 132 milioni di euro: 220 euro a persona al giorno. “Una follia fuori da ogni logica, un simile costo è più di quattro volte quello che si sarebbe speso utilizzando soluzioni residenziali a terra. Un paradosso, considerando che oggi si grida all’emergenza ma si continua a spendere pochissimo per creare un sistema d’accoglienza dignitoso”, spiega Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio italiano solidarietà di Trieste (Ics) e membro dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi).

    L’86% di quanto speso è andato a Grandi navi veloci Spa, la principale azienda che ha fornito le navi, ma il conto potrebbe essere parziale: dai documenti consultati da Altreconomia non è chiaro se la rendicontazione dei soggetti coinvolti sia già conclusa. Quel che è certo è che vanno aggiunti a questa cifra almeno 420mila euro per i costi sostenuti per la Raffaele Rubattino, proprietà della Compagnia italiana navigazione Spa, per l’accoglienza di 180 profughi tra il 17 aprile e il 5 maggio 2020.

    Ma andiamo con ordine. Nel pieno della pandemia da Covid-19, con il lockdown nazionale proclamato il 9 marzo 2020, un doppio decreto istituisce il sistema delle cosiddette “navi quarantena”: da un lato, il 7 aprile 2020 un decreto interministeriale emanato dai ministeri dell’Interno, della Salute e delle Infrastrutture stabilisce che, per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, i porti italiani non potevano essere considerati “luoghi sicuri” per lo sbarco dei migranti; dall’altro cinque giorni dopo, il 12 aprile, la Protezione civile affida al Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno la gestione dell’isolamento e della quarantena dei cittadini stranieri soccorsi o arrivati autonomamente via mare. È sulla base di questo decreto che il Viminale, insieme alla Croce rossa italiana, viene autorizzato a utilizzare navi per lo svolgimento della sorveglianza sanitaria “con riferimento alle persone soccorse in mare e per le quali non è possibile indicare il “Place of Safety” (luogo sicuro)”. Quelle, quindi, non sbarcate autonomamente. Comincia così la stagione delle navi quarantena: tra il 17 aprile e il 5 maggio 183 persone vengono “ospitate”, come detto, sulla nave Rubattino seguita dal traghetto Moby Zaza (attivo dal 12 maggio), che può ospitare fino a 250 persone appartenente anche esso alla Compagnia di navigazione italiana. Sarà poi Grandi navi veloci, successivamente, a fornire quasi tutti i servizi.

    Traghetti su cui, in totale, dal 17 aprile 2020 al 7 giugno 2022 secondo i dati forniti ad Altreconomia dall’ufficio del Garante nazionale delle persone private della libertà personale, sono salite in totale 56.007 persone, per una permanenza media nel 2021 e 2022 di 10,7 giorni. Considerando un costo totale di 132 milioni di euro significa quindi più di 2.300 euro a persona e 220 al giorno.

    “Ipotizziamo di aumentare da 30 a 50 euro il costo pro-capite pro-die per l’accoglienza di queste persone in strutture residenziali sul territorio -osserva Schiavone-. Aumentiamo la diaria perché consideriamo l’oggettiva situazione di emergenza sanitaria che alza i costi. Ebbene, anche così facendo e considerando che comunque la spesa totale potrebbe essere al ribasso significa un costo quattro volte più alto. È irragionevole”. Di questi soldi, ricavati da Altreconomia dai giustificativi di pagamento dei servizi effettuati dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, in seno al ministero dell’Interno, come detto 113 milioni sono stati destinati a Grandi navi veloci (tra nave, carburante e personale), quasi sei milioni a Moby Zaza e poco più di 12 alla Croce rossa italiana (Cri) che assisteva le persone trattenute sulle navi. La stessa Croce rossa a gennaio 2022 aveva minacciato di non garantire più il servizio a seguito del ripetuto superamento del periodo massimo di permanenza sulla nave -10 giorni- per almeno mille persone e che, anche per questo motivo, aveva preoccupato tra gli altri l’Asgi che in un dettagliato report aveva pubblicato le sue perplessità sui rischi di un simile sistema.

    “L’accoglienza a terra avrebbe evitato note criticità logistiche, violazioni di alcune procedure e soprattutto, da un punto di vista strettamente economico avrebbe fatto risparmiare il ministero e aiutato, per esempio, albergatori in difficoltà che si sono trovati a dover chiudere le proprie attività. Chi non avrebbe accettato le accoglienze a 50 euro? Di certo, nessuno, ai 220 costati per le navi”. E forse si sarebbero anche evitate le morti di Bilal, ragazzo tunisino di 22 anni che si è suicidato dalla Moby Zaza a maggio 2020; Abou Diakite, 15 anni, nato in Costa d’Avorio e deceduto nell’ospedale di Palermo dopo essere stato trasportato d’urgenza dalla Gnv Allegra; Giorgio Carducci, psicologo volontario di 47 anni stroncato da un arresto cardiaco. E poi Abdallah Said deceduto a settembre 2020 all’ospedale di Catania dopo due settimane di permanenza sulla Gnv Azzurra.

    Abbiamo chiesto a Croce rossa italiana se era già terminata la rendicontazione delle spese effettuate ma non abbiamo ricevuto risposta nel merito. Il periodo di riferimento dei pagamenti effettuati va dall’ottobre 2020 al 24 febbraio 2023. Mancano però le informazioni del primo trimestre del 2021 che hanno una tabella “vuota”: non è chiaro se perché non sono state effettuati pagamenti o per un errore di caricamento.

    Un capitolo chiuso che ha ancora molto da “insegnare” anche per il presente. “Evidenzia come non ci sia nessun tipo di ragionata pianificazione che consenta di trovare delle soluzioni adeguate anche in contesti straordinari, come è indubbiamente stato il Covid-19, ma sulla base di criteri e paletti di ragionevolezza -conclude Schiavone-. Passiamo dalla spesa folle fatta con le navi quarantena al rifiuto attuale di adeguare e prevedere un corrispettivo pro die-pro capite dignitoso per l’accoglienza nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) con la conseguenza che le gare vanno deserte perché le condizioni sono economicamente insostenibili. La stessa amministrazione, certo con tempi diversi e governi, sembra non abbia nessun parametro logico su come operare in emergenza, su cosa e quanto sia ragionevole spendere per conseguire gli obiettivi pubblici. Tutto sembra invece avvenire in modo molto casuale in contrasto con il principio di efficienza che deve guidare l’operato della pubblica amministrazione”.

    https://altreconomia.it/le-navi-quarantena-sono-costate-piu-di-130-milioni-di-euro-in-due-anni
    #budget #coût #asile #migrations #réfugiés #Italie #privatisation #covid #Grandi_navi_veloci #navires #bateaux #Raffaele_Rubattino #Compagnia_italiana_navigazione #lockdown #confinement #isolement #quarantaine #Place_of_Safety #Rubattino #Moby_Zaza #ferry #Croce_rossa_italiana #croce_rossa #hébergement #accueil #GNV

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    voir aussi ce fil de discussion:
    Rights in route. The “#quarantine_ships” between risks and criticisms
    https://seenthis.net/messages/866072

  • “ Lockdown files ” : Un cynisme meurtrier Sandrine pour BAM !

    Le Royaume-Uni est sous le choc après la divulgation par The Telegraph des "Lockdown Files" : 100 000 messages WhatsApp échangés entre Boris Johnson, Matt Hancock, ancien secrétaire d’état à la Santé, Simon Case, secrétaire du cabinet, et d’autres fonctionnaires depuis le début de la pandémie de Covid-19 en 2020.
    BAM ! a décodé pour vous le Telegraph.

    C’est grâce à la journaliste indépendante Isabel Oakeshott que ces révélations aussi fracassantes qu’indigestes ont vu le jour. En 2021, elle avait coécrit le livre "Pandemic Diaries" (Journal de la pandémie) avec Matt Hancock, qui avait dû démissionner de son poste de secrétaire à la Santé à la suite d’un scandale extra-conjugal faisant les choux gras des sujets de feu la Reine Elizabeth.


    C’est lors de la rédaction de ce livre que l’ancien secrétaire à la Santé avait partagé avec elle plus de 100 000 messages WhatsApp échangés depuis le début de la crise du Covid-19 en 2020. Malgré une clause de confidentialité, la journaliste, connue pour ses positions anti-confinement et outrée par les exactions intéressées et infondées de la gouvernance sanitaire britannique, a décidé de divulguer ces échanges au Telegraph.


    Depuis fin février 2023, le journal les publie au goutte à goutte sur un site spécialement dédié aux "dossiers du confinement"[1].
Isabel Oakeshott, taxée de “haute trahison” par le principal intéressé ainsi que par une partie du monde journalistique, déclare avoir dévoilé ces messages “dans l’intérêt général” soutenant que l’on ne pouvait attendre plus longtemps pour avoir des réponses[2].

    Ce qui ressort des dossiers

    Le plan de Matt Hancock était “de foutre la trouille à tout le monde" !


    
source Matt Hancock’s plan to ‘frighten the pants off everyone’ about Covid https://www.telegraph.co.uk/news/2023/03/04/project-fear-covid-lockdown-files-matt-hancock-whatsapp
    Instauration de la peur et de la culpabilité pour immobiliser des millions de citoyens britanniques.
On y découvre une instrumentalisation de la science qui a été déviée à des fins d’intérêts purement politiques par la manipulation et l’exagération des données sur le nombre de tests et de décès liés au Covid-19 afin de justifier des mesures de confinement strictes.

    Mais le ministre de la santé de l’époque n’était pas le seul à vouloir effrayer le public pour qu’il se conforme aux mesures. Les messages WhatsApp consultés par le Telegraph montrent que plusieurs membres de l’équipe de M. Hancock se sont engagés dans une sorte de "projet peur", dans lequel ils évoquent la manière d’utiliser "la peur et la culpabilité"[3].


    Les exemples de manipulation psychologique ne manquent pas :
    • “Quand est ce qu’on déploie le nouveau variant ?” Matt Hancock voulait effrayer tout le monde avec le variant anglais quelques jours avant Noël 2021, sacro-sainte période où les mesures strictes de confinement auraient dû être levées pour permettre aux britanniques de se retrouver, comme l’avait promis Boris Johnson.
    • Dans cet échange avec un fonctionnaire, Damon Poole, le conseiller en communication de M. Hancock, a déclaré que ne pas publier les données pourrait "être utile", car cela renforcerait le récit selon lequel "les choses vont vraiment mal"...
    • On peut lire, toujours dans le Telegraph, que "... le secrétaire du Cabinet Simon Case a suggéré en janvier 2021 que le facteur "peurs" serait "vital" pour arrêter la propagation du virus.”
    • Matt Hancock insistait auprès de la presse pour publier l’étude la plus inquiétante parmi les trois qu’il avait reçues concernant la propagation des infections, alors que les deux autres apportaient des nouvelles rassurantes.
    • Il apparaît également que l’ex-secrétaire à la santé aurait envisagé de menacer un député conservateur de bloquer les subventions pour son projet de centre destiné à aider des handicapés s’il s’opposait à une nouvelle loi de restrictions sanitaires[4].
    
Cette politique mise en œuvre par Matt Hancock avait pour objectif de justifier que les mesures liberticides qu’il avait imposées depuis le début de la crise en 2020 étaient pertinentes et qu’il n’avait pas commis d’erreur dans ses décisions.

    Responsabilité des causes de mortalité dans les maison de repos
    D’après le Telegraph, en début de pandémie, la décision de Matt Hancock, allant à l’encontre de l’avis de Chris Whitty, conseiller médical en chef pour le Royaume-Uni, de ne pas effectuer systématiquement des tests sur toutes les admissions en maisons de retraite aurait contribué à une propagation dramatique du Covid parmi les personnes âgées. Cela serait l’une des cause de la hausse rapide de la mortalité en Angleterre[5].

    Obligation du port du masque dans les écoles, juste pour ne pas crisper le gouvernement écossais…
    Alors que le débat suscitait de vives controverses et que Chris Whitty n’avait pas jugé nécessaire d’imposer la mesure dans les collèges et lycées, Boris Johnson a néanmoins décidé de la rendre obligatoire à la rentrée 2020. Ce choix a été fait principalement pour ne pas heurter Nicola Sturgeon, la Première ministre écossaise[6].

    Refus de suivre les conseils scientifiques
    Les dossiers de Lockdown révèlent également que Chris Whitty ne considérait pas le Covid comme suffisamment mortel pour justifier l’accélération des vaccinations, même pour les personnes âgées[7].
    
Toujours d’après le Telegraph, Boris Johnson aurait également suggéré à Chris Whitty de confiner uniquement les personnes âgées de 65 ans et plus, après avoir lu un article à ce sujet dans "The Spectator", un magazine hebdomadaire britannique[8].


    Au fil de ces nombreuses discussions, il ressort que Boris Johnson changeait fréquemment d’avis concernant le confinement, allant jusqu’à le qualifier d’"absurdité" avant de finalement l’instaurer quelques jours plus tard !

    D’après le Telegraph, son ancien conseiller Dominic Cummings l’aurait même surnommé "le caddie" en raison de sa tendance à "osciller d’un côté à l’autre du couloir"[9].

    On ne peut terminer cette liste malheureusement non exhaustive sans dénoncer le cynisme des dirigeants britanniques quand ils se moquent ouvertement des syndicats des enseignants qu’ils taxent de “bande de fainéants” ou encore quand ils trouvent “hilarant“ que les passagers de 1ère classe se retrouvent dans “ des boîtes à chaussures “ lors de leur mise en quarantaine dans les hôtels. [10]

    L’utilisation de la peur pour contrôler les comportements lors de la crise Covid était "totalitaire", admettent les scientifiques
    Les membres du groupe scientifique sur le comportement en cas de pandémie de grippe regrettent les méthodes "contraires à l’éthique"[11].
Les ministres et les fonctionnaires à l’origine des fermetures étaient parfaitement conscients de la possibilité - puis de la réalité - des dommages collatéraux causés à des millions d’êtres humains lorsqu’ils ont poursuivi cette politique controversée. Ce, malgré les avertissements indiquant que les conséquences de cette mesure pourraient être plus graves que le problème qu’elle visait à résoudre[12].

    Concernant le "confinement", dès décembre 2020, l’American Institute for Economic Research (AER) publiait un article intitulé "Les confinements ne contrôlent pas le coronavirus, une évidence". Cet article présentait la synthèse de 35 études internationales réalisée par l’ingénieur en analyse de données, Ivor Cummins.
En voici un extrait : “[…] mais la question est de savoir s’ils ont été efficaces ou non pour contrôler le virus d’une manière scientifiquement vérifiable. Selon diverses études, la réponse est non en raison de mauvaises données, pas de corrélations, pas de démonstration causale, d’exceptions anormales, et plus encore. Il n’y a pas de relation entre les confinements et le contrôle des virus.”[13] 

Relevons encore que très récemment, le ministre allemand de la santé, pourtant pro-confinement Karl Lauterbach, a déclaré ”Nous sommes allés trop loin avec les restrictions liées au covid” et a qualifié de “grosse erreur“, la fermeture des écoles.[14]


    On découvre également dans un article du Blick de ce 16 mars[15] que Daniel Koch, médecin suisse, directeur de 2008 à 2020 de la division « Maladies transmissibles » de l’Office fédéral de la santé publique suisse a dit regretter le confinement des maisons de retraite et la fermeture des frontières. Il estime cependant que le lockdown de 2020 était une décision inévitable à cause de la pression des pays étrangers.

    Il confie également au journal hellénique : "Nous voulions en fait laisser les écoles ouvertes, mais lorsque la France a fermé les siennes, il est vite apparu que nous devions suivre », Les fermetures n’étaient pas absolument nécessaires d’un point de vue épidémiologique, « mais elles permettaient bien sûr d’envoyer un message fort »."

    Quand on connaît les énormes dégâts à court et long terme du confinement sur l’être humain et partant sur toute la société, ces échanges calculés et fallacieux posent question sur la légitimité pour ces décideurs à être aux postes qu’ils occupent.

    On peut imaginer que de telles manipulations ne soient pas uniquement le fait du Royaume-Uni puisque la Belgique ou la France ont imposé les mêmes mesures liberticides (voire pires). Malheureusement ces pays n’ont pas la chance d’avoir une Isabel Oakeshott parmi leurs journalistes…

    Une enquête sur les dysfonctionnements de la gestion britannique de la pandémie est en cours… mais comme l’a très justement écrit Albert Brie : “En politique, s’expliquer c’est mentir mais en beaucoup plus de mots”.

    Gageons que, des plus jeunes aux plus âgés, de ceux qui exercent des métiers considérés comme non essentiels aux victimes de violences conjugales ou sexuelles, des parents d’enfants en soins psychiatriques aux tenanciers de commerces en faillite, tous en liront les résultats avec beaucoup d’attention.

    Source : https://bam.news/politique/europe/lockdown-files-un-cynisme-meurtrier-lockdown-files-un-cynisme-meurtrier
    Les liens sont dans l’article original

    [1] The Lockdown Files.

    [2] I had to release Matt Hancock’s Covid WhatsApp messages to avoid a whitewash
    
[3] State of fear : how ministers ‘used covert tactics’ to keep scared public at home

    [4] Matt Hancock discussed plan to block centre for disabled children if MP opposed lockdown | Politics | News | Express.co.uk

    [5] The Lockdown Files : Matt Hancock rejected expert advice on care home testing, WhatsApp messages reveal

    [6] Face masks introduced in English secondary schools to avoid ‘argument’ with Sturgeon

    [7] Covid not deadly enough to fast-track vaccines, Chris Whitty advised ministers
    
[8] JIM.fr - « Lockdown Files » : ces conversations embarrassantes du gouvernement britannique autour de la pandémie
    
[9] Leak reveals how Boris Johnson veered from lockdown sceptic to zealot
    
[10] The Lockdown Files : 10 things we’ve learned so far

    [11] Use of fear to control behaviour in Covid crisis was ‘totalitarian’, admit scientists
    
[12] How ministers were warned lockdowns could be worse than Covid itself
    
[13] Lockdowns Do Not Control the Coronavirus : The Evidence | AIER
    
[14] We went too far with Covid restrictions, says Germany’s pro-lockdown minister
    
[15] Coronavirus : Daniel Koch regrette la fermeture des maisons de retraite

    #confinement #enfermement #violence #manipulation #covid #sante #coronavirus #santé #pandémie #vaccination #covid #quarantaine

  • Face à l’épidémie de Covid-19 en Chine, l’Inde impose des tests PCR à la plupart des voyageurs venant d’Asie
    https://www.lemonde.fr/international/article/2022/12/27/face-a-l-epidemie-de-covid-19-en-chine-l-inde-impose-des-tests-pcr-a-la-plup

    Face à l’épidémie de Covid-19 en Chine, l’Inde impose des tests PCR à la plupart des voyageurs venant d’Asie
    A un an et demi des élections générales et alors que le pays a pris la présidence du G20, le premier ministre, Narendra Modi, veut à tout prix éviter une nouvelle catastrophe sanitaire.
    Par Sophie Landrin(New Delhi, correspondante)
    Publié aujourd’hui à 10h12, mis à jour à 10h25
    Peur d’une nouvelle catastrophe sanitaire ou excès de zèle ? L’Inde, qui avait lamentablement géré la deuxième vague de Covid-19 au printemps 2021, responsable de plus de 4,7 millions de morts selon l’Organisation mondiale de la santé, a réagi au quart de tour face à la propagation spectaculaire du variant Omicron en Chine. Le gouvernement a imposé, depuis samedi 24 décembre, des tests PCR pour les voyageurs venant de Chine, mais également de Thaïlande, du Japon, de Corée du Sud et de Singapour, où l’épidémie n’a pourtant pas flambé. Ils devront également remplir un formulaire avant de prendre l’avion, une procédure qui n’a jamais prouvé son efficacité durant les épisodes précédents. Pour les autres vols internationaux, des tests aléatoires sont désormais effectués à l’arrivée sur 2 % des passagers. Les cas positifs seront mis en quarantaine. Des caméras thermiques sont censées contrôler la température de tous les passagers. L’Inde enregistre officiellement autour de 300 nouveaux cas par jour, mais ces chiffres ne veulent plus dire grand-chose. La plupart des gens ne se font plus tester ou pratiquent des autotests dont les résultats ne sont pas rapportés. Le ministre de la santé, Mansukh Mandaviya, a demandé aux gouvernements régionaux de renforcer la surveillance des nouveaux variants et d’envoyer les échantillons de tous les cas positifs aux laboratoires de séquençage du génome. Les hôpitaux devaient être soumis, mardi 27 décembre, à des exercices pour évaluer leur préparation et leur équipement en lits et surtout en oxygène, qui avait dramatiquement fait défaut en 2021.
    Plusieurs Etats ont également édicté leurs propres restrictions : les touristes étrangers qui veulent visiter le Taj Mahal, à Agra, dans l’Uttar Pradesh, devront présenter un test négatif. A New Delhi, le chef du gouvernement a décidé de réquisitionner des professeurs des écoles publiques, en vacances, pour les déployer dans l’aéroport du 31 décembre au 15 janvier. Il leur demande de veiller à ce que les passagers arrivant de l’étranger adoptent « un comportement approprié ». Le syndicat des enseignants est vent debout contre cet ordre, qualifié d’« humiliation » et de « harcèlement ». Le Karnataka a pour sa part restreint les festivités de fin d’année, qui devront se terminer avant 1 heure du matin.
    Le premier ministre, Narendra Modi, arbore désormais un masque en public, comme ses ministres, mais son port n’a pas été rendu obligatoire. Il est seulement conseillé, à l’instar de la vaccination. En édictant ces nouvelles règles, le gouvernement espère gêner la progression de Rahul Gandhi, son principal opposant, qui s’est lancé dans une marche à travers tout le pays et qui est passé dans Delhi samedi 24 et dimanche 25 décembre, mobilisant une énorme foule de sympathisants. Dans une lettre adressée au leader du Congrès, le ministre de la santé avait menacé de stopper cette marche en cas de non-respect des directives anti-Covid. Après le désastre de la seconde vague, l’Inde, qui préside pour un an le G20, veut sans doute, également, montrer au reste du monde qu’elle contrôle la situation sanitaire.

    #Covid-19#migrant#migration#chine#inde#thailande#japon#coreeduSud#sante#PCR#mesuresanitaire#circulation#tourisme#quarantaine

  • A Pékin, plus de 1 400 cas de Covid-19 enregistrés, trois personnes âgées mortes pendant le week-end
    https://www.lemonde.fr/planete/article/2022/11/22/pekin-plus-de-1-400-cas-de-covid-19-enregistres-trois-personnes-agees-mortes

    A Pékin, plus de 1 400 cas de Covid-19 enregistrés, trois personnes âgées mortes pendant le week-end
    La hausse des cas a poussé les autorités à ordonner la fermeture d’écoles et de restaurants, tandis que nombre d’employés sont appelés à travailler de chez eux. Après une réduction significative des restrictions dues à la crise sanitaire en Chine, le 11 novembre, des écoles sont, de nouveau, revenues aux cours en ligne dans la capitale chinoise. Pékin, qui compte 22 millions d’habitants, avait enregistré 621 nouveaux cas de Covid-19 dimanche. Elle en a comptabilisé 1 438 mardi 22 novembre, un nombre jamais enregistré depuis le début de la pandémie. Trois Pékinois âgés et atteints de pathologies sont morts après une contamination au cours du week-end. Ce sont les premiers décès enregistrés liés au virus depuis le mois de mai.
    Si les autorités de la capitale semblent vouloir éviter pour l’instant un confinement strict, comme celui qui avait été appliqué à Shanghai au printemps, elles ont toutefois renforcé les mesures sanitaires lors des derniers jours. Des restaurants, salles de sport, parcs et sites touristiques ont été fermés, et des employés sont invités à travailler de chez eux.
    Près de 600 zones de la capitale, notamment des immeubles résidentiels, sont considérées à « haut risque », ce qui oblige leurs habitants à rester confinés chez eux ou à être acheminés dans des centres de quarantaine. Dans les rues, les files d’attente s’allongent devant les cabines de tests Covid-19, la plupart des lieux publics exigeant désormais un résultat négatif de moins de vingt-quatre heures pour y avoir accès.
    Des résidents font la queue pour effectuer des tests de Covid-19 dans une rue de Pékin, dimanche 20 novembre 2022, alors que de nouvelles mesures strictes sont imposées à Pékin. A l’échelle du pays, le nombre total de cas quotidiens, cas importés inclus, dépasse désormais les 28 000, la province du Guangdong (sud) et la ville de Chongqing (sud-ouest) étant les plus touchées, selon les autorités sanitaires. La Chine est la dernière grande économie mondiale à appliquer une stricte politique sanitaire, qui vise à tout faire pour empêcher contaminations et décès. Sa politique zéro Covid consiste à imposer des confinements dès l’apparition de cas, des quarantaines aux personnes testées positives, et des tests PCR quasi quotidiens à la population.Mais cette stratégie, efficace dans un premier temps pour enrayer la propagation du virus, semble s’essouffler face aux nouveaux variants et porte un rude coup à l’économie, isolant la Chine du reste du monde et provoquant une forte lassitude des Chinois. Plusieurs villes chinoises avaient, par ailleurs, arrêté les tests à grande échelle la semaine dernière, mais certaines d’entre elles les ont depuis remis en place, ce qui reflète la difficulté de contrôler le variant Omicron, plus contagieux.

    #Covid-19#migrant#migration#sante#chine#pandemie#zerocovid#confinement#politiquesanitaire#quarantaine#casimporte#omicron#mobilite#tourisme

  • Covid-19 en Chine : à Shenzhen, des dizaines de personnes manifestent contre le confinement
    https://www.lemonde.fr/international/article/2022/09/27/covid-19-en-chine-a-shenzhen-des-dizaines-de-personnes-manifestent-contre-le

    Covid-19 en Chine : à Shenzhen, des dizaines de personnes manifestent contre le confinement
    Les autorités de la mégalopole ont vivement réagi au signalement d’une dizaine de nouvelles contaminations, craignant une reprise épidémique.
    La discipline de fer imposée par la Chine contre le Covid-19 a connu une timide contestation, mardi 27 septembre. Des dizaines de personnes ont manifesté dans un quartier de Shenzhen, dans le sud du pays, contre un nouveau confinement annoncé après la découverte de quelques cas de Covid-19, selon des images diffusées sur les réseaux sociaux vérifiées par l’Agence France-Presse. Cette mégalopole de plus de 18 millions d’habitants a signalé mardi dix nouvelles contaminations, poussant les autorités, sous pression à quelques semaines de l’important congrès du Parti communiste chinois à Pékin, à réagir pour éviter une flambée des cas.
    Des vidéos circulant sur les sites Weibo et Instagram montrent des dizaines de personnes criant « Levez le confinement ! », sous le regard de rangées de policiers en tenue médicale bleue, dans le quartier de Shawei, proche du siège du gouvernement local. La station de métro de Shawei a été fermée jusqu’à nouvel ordre à partir de 22 heures lundi soir, « dans le cadre de la prévention et du contrôle de la pandémie », a annoncé l’opérateur du métro de la ville. Les habitants de quatorze « zones à haut risque » réparties dans trois districts ont été contraints de se confiner chez eux à partir de mardi, ont expliqué les autorités sanitaires, sans préciser le nombre de personnes affectées. Dans quinze autres quartiers considérés à risque modéré, les habitants ne sont autorisés à se déplacer qu’à l’intérieur de leurs résidences. Shenzhen, tentaculaire centre technologique voisin d’Hongkong, venait tout juste d’alléger ses restrictions sanitaires imposées depuis plusieurs semaines, après une fermeture des écoles et des lieux de divertissement au début de septembre. Les habitants ne peuvent pas utiliser les transports publics, entrer dans un restaurant ou accéder aux services publics, y compris les hôpitaux, que munis d’un test PCR négatif datant de moins de vingt-quatre heures. La Chine est la seule grande économie à maintenir une stratégie « zéro Covid », recourant à des confinements ciblés et limités dans le temps, à de longues quarantaines et à des tests de masse. Ces mesures pèsent sur l’économie et la population. En début d’année, un confinement de deux mois instauré à Shanghaï, l’une des villes les plus peuplées de la planète avec plus de 25 millions d’habitants, a été marqué par des pénuries alimentaires, des décès dus au manque d’accès aux soins et des manifestations éparses. Plus de 80 000 touristes ont par ailleurs été bloqués dans la station balnéaire de Sanya en août à cause d’une vague de Covid. De nombreuses personnes étaient descendues dans la rue, demandant à être reçues par les dirigeants locaux pour exposer leurs griefs.

    #Covid-19#migrant#migration#chine#sante#zerocovid#quarantaine#deplacementinterne#confinement#tourisme#economie#politiquesante

  • Covid-19 : levée de la quarantaine obligatoire pour les arrivées à Hongkong
    https://www.lemonde.fr/planete/article/2022/09/23/covid-19-levee-de-la-quarantaine-obligatoire-pour-les-arrivees-a-hongkong_61

    Covid-19 : levée de la quarantaine obligatoire pour les arrivées à Hongkong
    Les voyageurs vont toutefois devoir se soumettre à un test PCR à leur arrivée. La Chine est désormais la seule grande économie au monde à maintenir une longue période de quarantaine pour les arrivées internationales.
    Le Monde avec AFP
    Publié le 23 septembre 2022
    C’est la fin de plus de deux années et demi d’isolement international pour le centre financier. Hongkong va lever la quarantaine obligatoire à l’hôtel pour toute personne arrivant de l’étranger, a annoncé le chef de l’exécutif vendredi 23 septembre. « Le système des hôtels de quarantaine va être supprimé », a déclaré John Lee aux journalistes.Les voyageurs vont toutefois devoir se soumettre à un test PCR à leur arrivée, et ne seront pas autorisés à se rendre dans les bars et les restaurants pendant les trois premier jours. La décision, très attendue, va apporter un soulagement aux habitants et aux entreprises, qui réclamaient que la place financière asiatique suive la tendance mondiale en autorisant de nouveau les voyages sans contraintes.Hongkong a appliqué une version plus souple de la stratégie chinoise « zéro Covid », laquelle impose notamment de multiples confinements dès l’apparition de cas positifs et des tests PCR toutes les soixante-douze ou quarante-huit heures. Des mesures telles que la quarantaine obligatoire à l’hôtel pour les personnes arrivant de l’étranger – allant jusqu’à vingt et un jours –, ont été appliquées dans cette région administrative spéciale de Chine pendant toute la période de la pandémie. La Chine est désormais la seule grande économie au monde à maintenir une longue période de quarantaine pour les arrivées internationales.

    #Covid-19#migrant#migration#sante#hongkong#circulation#frontiere#quarantaine#zerocovid#test

  • Covid-19 : levée de la quarantaine obligatoire pour les arrivées à Hongkong
    https://www.lemonde.fr/planete/article/2022/09/23/covid-19-levee-de-la-quarantaine-obligatoire-pour-les-arrivees-a-hongkong_61

    Covid-19 : levée de la quarantaine obligatoire pour les arrivées à Hongkong
    Les voyageurs vont toutefois devoir se soumettre à un test PCR à leur arrivée. La Chine est désormais la seule grande économie au monde à maintenir une longue période de quarantaine pour les arrivées internationales.
    Le Monde avec AFP
    Publié le 23 septembre 2022
    C’est la fin de plus de deux années et demi d’isolement international pour le centre financier. Hongkong va lever la quarantaine obligatoire à l’hôtel pour toute personne arrivant de l’étranger, a annoncé le chef de l’exécutif vendredi 23 septembre. « Le système des hôtels de quarantaine va être supprimé », a déclaré John Lee aux journalistes.Les voyageurs vont toutefois devoir se soumettre à un test PCR à leur arrivée, et ne seront pas autorisés à se rendre dans les bars et les restaurants pendant les trois premier jours. La décision, très attendue, va apporter un soulagement aux habitants et aux entreprises, qui réclamaient que la place financière asiatique suive la tendance mondiale en autorisant de nouveau les voyages sans contraintes.Hongkong a appliqué une version plus souple de la stratégie chinoise « zéro Covid », laquelle impose notamment de multiples confinements dès l’apparition de cas positifs et des tests PCR toutes les soixante-douze ou quarante-huit heures. Des mesures telles que la quarantaine obligatoire à l’hôtel pour les personnes arrivant de l’étranger – allant jusqu’à vingt et un jours –, ont été appliquées dans cette région administrative spéciale de Chine pendant toute la période de la pandémie. La Chine est désormais la seule grande économie au monde à maintenir une longue période de quarantaine pour les arrivées internationales.

    #Covid-19#migrant#migration#sante#hongkong#circulation#frontiere#quarantaine#zerocovid#test

  • Hong Kong can only fully reopen borders if Covid-19 vaccination rate improves, finance chief says | South China Morning Post
    https://www.scmp.com/news/hong-kong/hong-kong-economy/article/3192122/hong-kong-can-only-fully-reopen-borders-if-citys

    Hong Kong can only fully reopen borders if Covid-19 vaccination rate improves, finance chief says. ‘It has been extremely challenging to strike a balance between curbing the pandemic and facilitating travel, while preserving the economy’, Paul Chan says Pandemic adviser to government predicts infections spread by more transmissible variants will peak in coming week
    Updated: 11:19pm, 11 Sep, 2022
    Why you can trust SCMP
    Hong Kong can fully reopen to the world only if its Covid-19 vaccination rate improves further, the city’s finance chief has said, crediting effective pandemic control as the “fundamental stabilising force” of the local economy.Financial Secretary Paul Chan Mo-po struck a cautious note on Sunday even as health officials reported the possible start of a downward trend in daily cases, and a pandemic adviser to the government predicted infections spread by more transmissible variants would peak in the coming week.“It has been extremely challenging to strike a balance between curbing the pandemic and facilitating travel, while preserving the economy,” Chan wrote on his official blog. “Only with concerted efforts to further expand the vaccination scheme will we have more leeway to resume international travel, stabilising the economy and restarting the impetus for growth to the greatest extent possible.”
    According to the government, 93 per cent of residents have taken a first vaccine shot, and 91 per cent have received a second, while 74 per cent have completed all three. But the rate for residents aged 80 or above remains just 67 per cent for two shots and a mere 51 per cent for three.
    Authorities have struggled to get those numbers up as infections have rebounded in recent weeks. Health officials on Sunday confirmed 9,033 new cases, of which 129 were imported, and 11 more deaths related to the virus. The city’s Covid-19 tally stood at 1,651,974, with 9,799 fatalities.
    Professor Lau Yu-lung, chair professor of paediatrics at the University of Hong Kong and who advises the government on the pandemic, forecast new infections would crest in the next three to seven days after plateauing at about 10,000 in the past week.The viral load in sewage had also shown signs of flattening, while the number of infected patients being treated in hospital between Thursday and Saturday had declined, he noted.
    “There might be a small rebound after the three-day holiday,” Lau said, adding that as long as residents adhered to social-distancing measures, the public had no cause for concern.
    If the vaccination rate among the elderly and those under five years of age both reached at least 80 per cent, the government might consider laying out a timeline for easing pandemic curbs, he suggested, predicting that could happen in November.The government last week announced the vaccine pass scheme restricting access to most public places would be expanded to require children as young as five be inoculated with at least one jab by September 30 and two shots by the end of November.
    Vaccine pass for kids from 5: what Hong Kong parents should know
    11 Sep 2022. As of Sunday, 2,711 Covid-19 patients were in hospital, including 54 in critical condition and 57 in a serious one. Hospital Authority Chief Manager Dr Larry Lee Lap-yip described the patient numbers as having “stabilised”.But the number of elderly sent to the makeshift treatment facility at AsiaWorld-Expo continued to rise, Lee noted, adding a plan to increase bed capacity from 240 to 280 after the holiday remained.
    “We dare not to let our guard down because based on our experience, changes, growth or declines in the pandemic can happen rapidly,” he said.
    Reacting to Chan’s blog entry, Travel Industry Council chairwoman Gianna Hsu Wong Mei-lun expressed hope that the government would provide a road map to further relax the “3+4” policy that requires arrivals to spend three days in hotel quarantine and four more monitoring their health at home.“Any quarantine measure is an obstacle to revitalise local tourism”, Hsu said, adding the current administration had always maintained that any easing of the rule would be based on scientific data on infection numbers but stopped short of stating what numbers would be acceptable or how a lower figure could be achieved.“When people travel, they need to tour around and enjoy the food. That’s how travelling should be. But if they have an amber code, even if the quarantine is cut to ‘0+7’ or even ‘0+3’, there is no way you could attract inbound travellers with such restrictions,” she said, referring to the vaccine pass QR code given to travellers upon arrival.
    Ray Chui Man-wai, chairman of the food and beverage industry group Institute of Dining Art, said the strategies the government had adopted to tackle the pandemic were “problematic”, noting the government had failed to set a target vaccination rate.“.
    Separately, authorities also made a change to the English-language version of information for people who tested positive posted on the website of the Centre for Health Protection. It now stated that anyone who tested positive using a rapid antigen test (RAT) “have to” report the results instead of only “can” report them.But Chuang clarified that reporting positive RAT cases was “not yet compulsory by law at the moment”.“[But] we would like the people to report so we don’t want them to feel like it’s optional,” she said.

    #Covid-19#migrant#migration#sante#honkong#pandemie#vaccination#frontiere#circulation#economie#quarantaine#test

  • « Ce que l’épidémie a changé, ce sont les gens », par Fang Fang (Le Monde diplomatique, août 2022)
    https://www.monde-diplomatique.fr/2022/08/FANG/64957

    Deux ans après le début de la pandémie de Covid-19, que devient Wuhan, qui fut la première ville du monde à être confinée ? Comment vivent ses quatorze millions d’habitants — dont l’écrivaine Fang Fang, qui avait alors tenu un journal de bord ? L’auteure s’interroge sur la fuite du temps et témoigne des bouleversements au quotidien. Hier célébrée en Chine, elle est devenue persona non grata dans son propre pays.

    • « Ce que l’épidémie a changé, ce sont les gens »

      Deux ans après le début de la pandémie de Covid-19, que devient Wuhan, qui fut la première ville du monde à être confinée ? Comment vivent ses quatorze millions d’habitants — dont l’écrivaine Fang Fang, qui avait alors tenu un journal de bord ? L’auteure s’interroge sur la fuite du temps et témoigne des bouleversements au quotidien. Hier célébrée en Chine, elle est devenue persona non grata dans son propre pays.

      Le 23 janvier 2020, les autorités annonçaient la mise en #quarantaine de #Wuhan en raison d’une « épidémie de pneumonie à coronavirus ».

      Résidant dans cette mégapole du centre de la #Chine, je m’y suis retrouvée enfermée, tout comme des millions d’autres personnes. Très vite, la peur et l’affolement se sont emparés de nous. L’ombre de la mort planait sur la ville. Des informations faisaient état d’hôpitaux au bord de la rupture. D’un seul coup, notre vie a basculé dans l’incertitude la plus totale. Étais-je contaminée ? Mes proches l’étaient-ils ? Et s’il s’avérait que nous l’étions, pourrions-nous être admis à l’hôpital ? Se pouvait-il que la ville soit livrée à elle-même (selon la rumeur, Wuhan était alors encerclée par des unités militaires de défense biochimique) ? Quand il a surgi, ce virus était inconnu. Féroce. Terrifiant. Dans l’esprit de tous, l’attraper, c’était être condamné à mourir, presque assurément. Piégés dans la ville, nous étions à sa merci, saisis d’effroi.

      C’est alors qu’une revue [de Shanghaï] m’a contactée pour me suggérer d’écrire un « journal de confinement ». Dès le troisième jour de la quarantaine, j’ai ainsi commencé à relater sur Internet la progression de l’épidémie et la vie des habitants de Wuhan. On était le 25 janvier, jour du Nouvel An chinois.

      J’ai posté ces textes sur Weibo (1)… De petits récits écrits au fil de la plume, des sortes de comptes rendus. Sans m’astreindre à aucun travail de construction ni à soigner le style. Je les voyais comme de la matière première, que je pourrais reprendre plus tard. Au départ, je n’avais pas prévu d’en écrire un chaque jour. Je n’avais pas imaginé que nous serions confinés si longtemps, et moins encore que cette épidémie allait se répandre dans le monde entier. Je considérais les choses très simplement, sans doute par déformation professionnelle : j’étais sur place, j’allais m’informer en interrogeant les gens autour de moi et rapporter le plus fidèlement possible le cours des événements.

      Sans l’avoir prémédité le moins du monde, j’ai finalement écrit soixante de ces récits, avant d’arrêter une fois l’épidémie maîtrisée [le 24 mars 2020]. Deux semaines plus tard, la quarantaine de Wuhan était officiellement levée. Elle avait duré soixante-seize jours. Un événement sans précédent dans l’histoire de la ville.

      Que le temps file. Deux ans ont passé en un clin d’œil. Au printemps, cette année, je me suis replongée dans mon « Journal de Wuhan (2) », ayant décidé d’en réviser de nouveau le texte. Page après page, tout m’est revenu à l’esprit : ces moments de tension, de lutte sans répit ; l’atmosphère pesante, la confusion, la désolation ; les cris, les appels à l’aide ; les noms et les visages ; l’amour et la colère ; le sang et les larmes. Comme je suis heureuse d’avoir témoigné de tout cela jour après jour ! Sans ces récits, sans tous les détails qu’ils comportent, beaucoup de choses auraient été définitivement oubliées. Et en voyant aujourd’hui les rues de Wuhan illuminées la nuit, ses habitants en train de lire le journal ou de surfer sur Internet à toute heure, on pourrait avoir l’impression que rien ne s’est passé. Pourtant, c’était il y a seulement deux ans.

      Selon un fameux adage de la Chine antique, « le Maître, se trouvant au bord d’une rivière, dit : “Tout passe comme cette eau ! Rien ne s’arrête ni le jour ni la nuit” (3) ». Il évoque avec mélancolie le temps qui s’écoule, auquel rien n’a jamais pu faire obstacle. Que l’on baigne ou qu’on se noie dans la joie ou la tristesse, dans les plaisirs ou la souffrance, que l’on ait le cœur léger ou affligé de douleur, que l’on soit accablé de misères ou comblé de bonheur, le temps nous ignore. Il nous surpasse. Comme l’eau, il polit les souvenirs jusqu’à les faire disparaître. Comme le vent, il efface jusqu’à ce qui est gravé dans la pierre.

      Alors à chaque fois qu’on me demande si Wuhan a changé, je réponds que tout y est plus ou moins comme avant. Oui, plus ou moins. Une ville n’est qu’un espace où vivent les gens, qui s’insère dans le temps à sa façon, y suivant son propre chemin. Catastrophe ou pas, ce qui est voué en elle à changer change, et le reste demeure inchangé. Alors oui, il se peut qu’un peu moins d’immeubles soient sortis de terre, que quelques commerces aient fait faillite, ou tout aussi bien qu’une rue ou l’autre ait été rénovée… Mais ces choses seraient arrivées de toute façon, même s’il n’y avait pas eu d’épidémie. Sauf ravages d’une guerre, les transformations qui affectent une ville sont peu visibles ; souvent on n’y prête même pas attention. Il n’y a alors pas grand-chose à en dire, comme d’une journée ordinaire.

      Ce que l’épidémie a changé, en revanche, ce sont les gens. Ceux qui vivaient là et qu’elle a tant fait souffrir.
      Tyrannie du QR code

      Je me souviens d’une femme dont le pseudonyme sur Internet était « Âme en pleurs ». Une mère. Pendant le confinement, sa fille unique, contaminée, est morte. Pour cette femme, c’est comme si le ciel s’était effondré. Sur son compte Weibo, elle n’arrêtait pas d’exhorter les responsables à répondre de leurs actes, leur criant que le décès de sa fille ne pouvait pas rester sans explications. Mais la censure, avec son arsenal d’interdictions et les suspensions de comptes des contrevenants, rend à peine audibles les voix qui s’élèvent comme la sienne. Et les lamentations de cette femme ne sont plus jamais parvenues à mes oreilles.

      Combien y a-t-il d’« âmes en pleurs », à Wuhan, qu’il s’agisse de mères ou d’enfants ? Sans parler de toutes ces familles dont plusieurs membres ont été emportés en l’espace de quelques jours. Je pense que la profonde douleur laissée par l’année 2020 dans le cœur des survivants de ces foyers brisés sera toujours là, que la ville change ou non.

      À Wuhan aujourd’hui, le virus ne sème plus la mort autour de lui comme au début, et pourtant les mesures de prévention restent au cœur de l’existence des habitants. Elles ont modifié notre mode de vie, nos habitudes et l’état d’esprit de chacun. Ainsi tout le monde doit avoir un portable, pouvoir présenter un QR code vert, porter un masque. On doit aller faire la queue pour passer un test de dépistage PCR, parfois deux, trois jours de suite. Si on ne le fait pas, de vert le QR code passe immédiatement au gris — ce qui vous bloque l’accès à tous les lieux publics. Bus, métro, écoles, centres commerciaux, banques, bureaux de poste, tous ces endroits qui font partie de la vie quotidienne sont inaccessibles sans un QR code vert. Sans ce sésame, on ne peut même pas prendre l’autoroute. Jamais autant qu’aujourd’hui la vie ne nous a conduits à nous sentir si désemparés.

      Mon destin a lui aussi changé à cause de cette épidémie. Le jour même où la quarantaine de Wuhan a été levée, le 8 avril 2020, la traduction de mon journal a été mise en prévente sur Internet aux États-Unis et en Allemagne. En Chine, la nouvelle a aussitôt mis le feu aux poudres. Je suis devenue la cible d’un flot d’insultes. On m’a brusquement accusée de tous les maux. Alors que ce « Journal » m’avait été commandé par une revue chinoise, on me soupçonnait soudain de l’avoir écrit à l’instigation des États-Unis. Sa publication à l’étranger, on ne peut plus ordinaire pour une écrivaine, fut cette fois-ci jugée « anormalement rapide ».

      Tout cela parce que j’y témoignais de la vie au quotidien et de l’état d’esprit de la population pendant la quarantaine, parce que j’y critiquais les autorités pour avoir dissimulé la vérité et tardé à agir dans les premiers jours de l’épidémie, parce que j’y faisais part de ma compassion pour ceux qui avaient succombé au virus, plus encore parce que j’y appelais sans cesse les responsables à répondre de leurs actes. Or traduire et publier cette réalité dans d’autres langues, c’était la rendre intelligible hors de nos frontières. Je devins celle qui avait « donné le couteau » aux forces antichinoises d’Occident, une « vendue », une « traître à la patrie ».

      J’ai été attaquée avec violence sur Internet pendant plus d’un an. C’étaient calomnies et injures, partout sur la Toile. Des gens ont vociféré qu’ils allaient venir en bande m’assassiner à Wuhan, d’autres ont lancé un appel aux cercles d’arts martiaux pour qu’ils envoient leurs membres me passer à tabac. Quelqu’un a collé des affichettes insultantes sur les murs de la ville. On a suggéré de me représenter sous forme d’une sculpture humiliante. On a même fait courir le bruit que je m’étais enfuie aux États-Unis et que, arrivée là-bas, j’aurais été expulsée par le gouvernement américain, ou qu’un mandat d’arrêt y aurait été lancé contre moi, me forçant à fuir de nouveau.

      Tout cela sans compter les innombrables vidéos, chansons et dessins visant à me démolir. Face à cette déferlante, je n’ai eu la possibilité ni de répliquer ni de contre-attaquer. J’ai été totalement censurée : la moindre interview, le moindre début d’explication étaient supprimés à peine parus. Dans les médias, mon nom est devenu tabou : aujourd’hui encore, on le remplace par des astérisques.

      Quant aux autorités, loin de formuler un jugement rationnel, fondé sur ce que j’avais écrit dans Wuhan, ville close, elles ont préféré se fier aux interprétations biaisées d’internautes malveillants reposant sur de simples extraits et lancer contre moi une répression aveugle. Les sanctions prises à mon égard n’ont pas de sens : il m’est interdit de publier quoi que ce soit en Chine et de participer à toute manifestation littéraire ou d’utilité publique. Non seulement les médias doivent taire mon nom, mais il est strictement interdit aux chercheurs d’entreprendre le moindre travail universitaire sur mes œuvres (4). Et, lorsqu’un média indépendant prend malgré tout l’initiative de me donner la parole, l’article est immédiatement censuré, quand le site n’est pas carrément bloqué. Cela va plus loin encore : je reçois, sans arrêt, des appels de personnes occupant des postes officiels haut placés qui me mettent en gardent, me rappelant qu’il m’est interdit d’accepter les interviews de médias étrangers. Je suis sur écoute, sous surveillance… Et pourtant, dès que je sors de chez moi, on m’appelle pour savoir où je suis, au prétexte qu’on « s’inquiète » pour moi.

      L’an dernier, en juin, quelques amis m’ont proposé d’aller faire un tour avec eux à Lizhuang [réputé pour sa vieille ville], dans le Sichuan. Nous nous y sommes rendus en voiture. À mi-trajet, ils ont reçu des appels urgents de leurs unités de travail respectives leur intimant de rentrer le soir même, puis la police les a convoqués à plusieurs reprises pour les interroger. De son côté, l’hôtel où j’avais prévu de loger à Lizhuang a été contraint de refuser de me recevoir. Ce n’était qu’un petit voyage entre amis…

      Vivre ainsi vous emplit d’un grand sentiment d’impuissance. Je nomme cette oppression des autorités envers moi « violence froide d’État ». Dès lors que le pouvoir et certaines forces malfaisantes au sein de la population sont parvenus à un consensus et qu’ils agissent de concert, qu’ils se sont unis et coopèrent, il ne me reste que le silence. Une triste réalité, mais d’une tristesse qui ne me concerne pas !

      Beaucoup de choses ne seront plus jamais comme avant. La liberté à laquelle nous aspirons, l’ouverture que nous désirons tant, la vie que nous voudrions s’éloignent de nous. Devant ce constat, je ne trouve aucune raison d’être optimiste, mais j’ai malgré tout le courage et la force de choisir de faire face, sereinement.

      Fang Fang
      Écrivaine. Derniers livres parus : Wuhan, ville close, Stock, Paris, 2020, et Funérailles molles, L’Asiathèque, Paris, 2019. Cet article est traduit du mandarin par Frédéric Dalléas.

      (1) NDLR. L’équivalent chinois du réseau social Facebook.

      (2) Publié en français sous le titre Wuhan, ville close, Stock, Paris, 2020. Lire Martine Bulard « Fang Fang, une accusatrice à la chinoise », Planète Asie, 6 novembre 2020.

      (3) Confucius. Entretiens, IX-16.

      (4) NDLR. Fang Fang a écrit plus de quatre-vingts romans et essais — tous publiés en Chine et certains distingués par des prix littéraires.

      #pandémie

  • Macau shuts all casinos in bid to contain worsening Covid outbreak | Macau | The Guardian
    https://www.theguardian.com/world/2022/jul/11/macau-shuts-all-casinos-in-bid-to-contain-worsening-covid-outbreak
    https://i.guim.co.uk/img/media/c9369f062f6b3f90b473e461e89b92180605d409/0_70_3500_2101/master/3500.jpg?width=1200&height=630&quality=85&auto=format&fit=crop&overlay-ali

    Macau shuts all casinos in bid to contain worsening Covid outbreak
    More than 30 closed for a week – with extension thought likely – and dozens of city zones locked down in gambling hub. Macau has shut all its casinos for the first time in more than two years as authorities struggle to contain the worst coronavirus outbreak yet in the world’s biggest gambling hub.The city’s 30-plus casinos, along with other non-essential businesses, will shut for one week from Monday and people have been ordered to stay at home. Police would monitor flows of people outside, the government said, and stringent punishments would be imposed for those who disobeyed.Hospitals, pharmacies, supermarkets and fresh food markets are some of the essential services that can remain open.More than 30 zones in the city that have been deemed high risk are now under lockdown, meaning no one is allowed to enter or exit for at least five days. While the government said it was not imposing a citywide lockdown, the stringent measures mean Macau is effectively closed.Macau adheres to China’s “zero-Covid” policy that aims to stamp out all outbreaks, running counter to a global trend of trying to coexist with the virus.Casinos were last shut in Macau in February 2020 for 15 days.The government had previously been hesitant to close casinos due to its mandate to protect jobs. The industry employs most of the population directly or indirectly and accounts for more than 80% of government revenues.Casinos owned by Sands China, Wynn Macau, SJM Holdings, Galaxy Entertainment, Melco Resorts and MGM Resorts have been effectively shut for the past few weeks, with no gamblers and minimal staffing as per government requirements for people to work from home.Analysts said it was likely that the suspension could be extended by another few weeks, with a recovery in gaming revenue unlikely until the end of the third or fourth quarter.“Even if the outbreak in Macau gets under control, it will likely be another few weeks before Macau-Zhuhai can remove quarantine requirements,” said Terry Ng, an analyst at Daiwa Capital Markets in Hong Kong.Frustration is mounting at the government’s handling of the outbreak. Some residents have got into fights at testing centres while others have had to queue for more than 20 hours to access healthcare facilities.Residents will be required to take part in mass Covid tests four times this week as the government attempts to cut transmission chains.Residents have already been tested six times since mid June and are expected to do rapid antigen tests daily.More than 90% of Macau’s 600,000 residents are fully vaccinated against Covid but this is the first time the city has had to grapple with the fast-spreading Omicron variant.Authorities have added two hotels in popular casino resorts to be used as Covid medical facilities as they try to increase capacity to handle the surge of infections.

    #Covid-19#migrant#migration#chine#sante#macau#confinement#zerocovid#omicron#depistage#vaccination#quarantaine#hongkong#mobilite#frontiere#casino#economie

  • Covid-19 patients under home quarantine to wear tracking wristbands from July 15, Hong Kong health minister says; city logs 2,863 infections | South China Morning Post
    https://www.scmp.com/news/hong-kong/health-environment/article/3184846/coronavirus-hong-kong-covid-19-app-update-will

    Covid-19 patients under home quarantine to wear tracking wristbands from July 15, Hong Kong health minister says; city logs 2,863 infections
    Health chief Professor Lo Chung-mau also says government is studying to turn part of seven-day hotel quarantine into home isolation. Lo earlier unveiled plans for online bookings for Covid tests for travellers heading to mainland China.All Covid-19 patients under home quarantine will be required to wear tracking wristbands starting from Friday, Hong Kong’s health minister has announced, while revealing the government is preparing for a worst-case scenario as infection numbers rebound.The new plans came as the city recorded 2,863 cases, including 252 imported ones. Seven additional deaths were reported. Hong Kong’s overall coronavirus tally stands at 1,273,663 infections, with 9,419 related fatalities.Secretary of Health Professor Lo Chung-mau also said the government was studying to turn part of the seven-day hotel quarantine for arrivals from overseas into home isolation, to be conducted in a closed-loop arrangement.Lo announced the measures hours after he unveiled plans to allow online bookings for Covid-19 tests for travellers heading to mainland China via the Shenzhen Bay Port and expand the screening quota, apologising for long queues after people earlier swamped the border crossing.To tackle a backlog of nucleic acid tests at the border checkpoint, Lo said a booking system would be able to process 400 people per hour, with a peak of 500. He said the maximum daily capacity for tests would be raised to 2,500 from 1,300 with the company conducting them more than doubling screening machines from 23 to 47.“On Sunday morning, within three hours, about 1,200 people were crossing at the same time, so this created long queues,” Lo said. Shenzhen Bay Port, one of just two land passenger crossings that remain open amid the pandemic, was packed with crowds over the weekend after the Guangdong provincial city boosted the number of quarantine hotel rooms by 700 to 2,000 a day and added more spots for those in need.Earlier in the day, Lo shed some light on planned updates to the “Leave Home Safe” app, saying the aim was to enforce quarantine orders for those at home, adding that currently there was no way to ensure infected residents could not visit high-risk locations such as restaurants, hospitals and care homes.
    Lo, who first revealed officials were considering adjusting the “Leave Home Safe” app to require real-name registration a day earlier, stressed authorities were primarily considering a red health code for those who were found to be positive in nucleic acid tests, while real-name registration would make it easier to quarantine those infected.He also said a yellow health code, for example, could be used for overseas arrivals who were quarantining at home, as potentially they could be infected with Covid-19.
    “These are people who shouldn’t enter high-risk locations but can go to work point to point,” he said. Macau closes the Grand Lisboa, the first casino shuttered in the Covid-19 pandemicThe mainland uses a three-colour system, which indicates a person’s Covid-19 status via QR codes.
    The mainland’s health code app is used to track and contain patients by providing central authorities with user data such as locations, times and personal interactions.The QR codes generated follow a traffic-light system, with the colours affecting where residents can go and how they are treated: a green code declares a resident has not been exposed to any potential cases or risky areas, while yellow and red codes mean they are of higher risk.In December last year, Hong Kong launched a health code system which is built into the “Leave Home Safe” app and compatible with the mainland’s for people who travel across the border.The new health secretary on Monday addressed concerns that the planned updates would allow people’s movements to be traced, saying their main purpose was to identify high-risk individuals and not “track” them down.Some technology experts noted the “Leave Home Safe” app already contained certain personal details such as vaccine records, which included the user’ name and Hong Kong identity card number.While Lo did not give any more details about the planned update, he said the government was now looking at how to define which cases fell under red, yellow or green codes.‘Faster, daily Covid PCR tests could replace Hong Kong hotel quarantine’
    9 Jul 2022 He also did not give a timetable for the change, but said authorities hoped to bring them in as soon as possible, with the government already looking at how to make the updates. University of Hong Kong microbiologist Dr Ho Pak-leung told the same programme the government’s goals of minimising infected people’s mobility could theoretically be achieved by suspending their vaccine pass, as it was needed to enter any high-risk venues and operators were required to scan it.
    He also said he believed contact tracing should not be the city’s main concern right now. That was because of the large number of infections and a relatively high percentage of cases of unknown origin in the community.

    #Covid-19#migrant#migration#hongkong#chine#zerocovid#depistage#passevaccinal#QRCode#hotel#quarantaine#casimporte#testPCR#vaccination#mobilite#frontiere

  • Hong Kong residents crossing border at Shenzhen Bay Port can soon book Covid-19 tests online as eager travellers throng checkpoint | South China Morning Post
    https://www.scmp.com/news/hong-kong/article/3184784/hong-kong-residents-crossing-border-shenzhen-bay-port-can-soon-book

    Hong Kong residents crossing border at Shenzhen Bay Port can soon book Covid-19 tests online as eager travellers throng checkpoint.New system is aimed at easing crowding at the crossing point as travellers head to mainland China. Traffic has intensified after the Shenzhen government increased quota of quarantine hotel rooms
    Hong Kong is set to allow travellers heading to mainland China through Shenzhen Bay Port to book Covid-19 tests online as residents continue to swamp the checkpoint and ignore the government’s advice to delay trips over the border.Shenzhen authorities also announced on Sunday a new measure to crack down on scalping of quarantine hotel rooms by allocating them through drawing lots following discussions with the Hong Kong government.Shenzhen Bay Port, one of just two land passenger crossings that remain open amid the pandemic, has been packed with crowds in the morning over the weekend after the Guangdong provincial city boosted the number of quarantine hotel rooms by 700 to 2,000 a day and added additional spots for those in need.
    As seen during a Post visit on Sunday, queues snaked outside the checkpoint as hundreds of travellers from Hong Kong waited to undergo the required nucleic acid test before crossing.Planning to visit his relatives on the mainland, Yuen said the Shenzhen government should have made more quarantine hotel rooms available.The 2,000 a day is definitely not enough,” he said. “Residents need to go to Shenzhen. But the issue of quarantine hotel rooms should be addressed first. I was lucky to lock in my booking early on.”Alan Wong, a 49-year-old construction company manager, was unable to book a quarantine hotel room in Shenzhen and his company paid a scalper 2,300 yuan (US$293) to secure a reservation one week in advance.
    Wong said that while it was fairer to use the quota system, the chances of failing to get a hotel room created too many uncertainties for people who needed to do business.“It’s just like waiting for the results of the Mark Six or a Home Ownership Scheme ballot. You’ll never know until the last minute,” Wong said.Secretary for Health Dr Lo Chung-mau visited the checkpoint in the afternoon. Earlier in the day, Lo explained in a TV interview that quarantine-free travel with the mainland remained unfeasible at the moment, as allowing it would require a significant change to the nation’s anti-pandemic policies. Lo added that Hong Kong residents needed to follow the mainland’s requirements when travelling there.
    ‘Faster, daily Covid PCR tests could replace Hong Kong hotel quarantine’
    9 Jul 2022
    A Hong Kong government spokesman said travellers would need to wait for about three hours to receive their Covid-19 test result at the control point and urged them to cross the boundary in the afternoon to avoid the morning rush.Under the coming booking arrangement, which is expected to be ready in a week, travellers must obtain a spot at a Shenzhen quarantine hotel and reserve a time for the Covid-19 test at the border crossing on the day of departure.Hongkongers hoping to travel across the border previously needed to book a room at a quarantine hotel through a government website on a first-come, first-served basis. But to combat the scalping, the Shenzhen government would allocate rooms to travellers by drawing lots, taking into consideration supply and demand, as well as the travel history of the applicant, authorities said. A traveller can only make one booking for the same date and results will be announced at 8pm daily.Society for Community Organisation deputy director Sze Lai-shan said: “The problem now is not much about online booking or queuing at the control point, but more about insufficient hotel rooms for quarantine on the Shenzhen side.
    “The online booking thing is a crowd management measure. It does not mean more people can go to the mainland unless the Shenzhen side makes more quarantine hotel rooms available to meet demand.”Legislator Edward Leung Hei, of the Beijing-friendly Democratic Alliance for the Betterment and Progress of Hong Kong, urged the government to increase shuttle bus services for the Hong Kong-Zhuhai-Macau Bridge to allow more visitors to enter the mainland using that access point.

    #Covid-19#migrant#migration#hongkong#chine#shenzen#frontiere#circulationtransfrontalière#quarantaine#hotel#sante

  • Covid-19 : des milliers d’habitants de Pékin placés de force en quarantaine
    https://www.lemonde.fr/international/article/2022/05/21/covid-19-des-milliers-d-habitants-de-pekin-places-de-force-en-quarantaine_61

    Covid-19 : des milliers d’habitants de Pékin placés de force en quarantaine
    La capitale est confrontée à sa plus forte flambée de contaminations depuis le début de la pandémie. Le variant Omicron a infecté plus de 1 300 personnes depuis la fin d’avril, entraînant la fermeture indéfinie des restaurants, des écoles et des sites touristiques. Sur les réseaux sociaux chinois, certains évoquent des scènes d’évacuation rappelant la guerre. Des milliers d’habitants de Pékin – 21 millions d’habitants – ont été envoyés de force en quarantaine dans la nuit de vendredi 20 à samedi 21 mai, après la découverte de 26 cas de Covid-19 dans leur résidence, selon des images et un avis officiel largement partagés sur les réseaux sociaux. Plus de 13 000 habitants du complexe résidentiel Nanxinyuan, dans le sud-est de la capitale, bien que testés négatifs au virus, ont été transportés dans la nuit vers des hôtels d’isolement et menacés de représailles s’ils résistaient.
    « Les experts ont décidé que tous les résidents de Nanxinyuan seront soumis à une quarantaine à partir de minuit le 21 mai pour sept jours », peut-on lire dans une annonce des autorités sanitaires du district de Chaoyang. « Veuillez coopérer, sinon vous subirez les conséquences légales », ont-elles ajouté. Des photos sur les sociaux montrent des centaines de personnes faisant la queue avec leurs bagages dans l’obscurité pour monter dans des autocars devant la résidence. « Certains d’entre nous ont été enfermés pendant vingt-huit jours depuis le 23 avril, et nous avons tous été testés négatifs depuis », s’est plaint un résident sur Weibo. « Beaucoup de mes voisins sont âgés ou ont de jeunes enfants. » Les habitants ont été priés d’emballer leurs vêtements et leurs biens essentiels, et informés que leurs logements allaient être désinfectés, selon des discussions sur Weibo.
    Pékin est confrontée à sa plus forte flambée de contaminations depuis le début de la pandémie. Le variant Omicron a infecté plus de 1 300 personnes depuis la fin d’avril, entraînant la fermeture indéfinie des restaurants, des écoles et des sites touristiques. La Chine mène une politique draconienne de « zéro Covid » : fermeture des frontières, tests massifs, confinements de villes entières et quarantaines forcées pour les cas contact. Le mois dernier, des milliers de résidents de Shanghaï avaient été envoyés dans des centres de quarantaine improvisés à des centaines de kilomètres de là, alors que la métropole de 25 millions d’habitants combattait une flambée épidémique. Sur Weibo, des internautes exprimaient samedi leur inquiétude de voir Pékin adopter une approche similaire à celle de Shanghaï, où les habitants subissent un confinement parfois chaotique, qui a privé de nombreuses personnes d’un accès adéquat à la nourriture et aux soins.

    #Covid-19#migrant#migration#chine#pekin#sante#zerocovid#isolement#quarantaine#cascontact#resident#frontiere#deplacementforce#tourisme

  • Covid-19 : nouveau tour de vis sécuritaire à Shanghaï, sous l’impulsion de Pékin
    https://www.lemonde.fr/international/article/2022/05/09/covid-19-nouveau-tour-de-vis-securitaire-a-shanghai-sous-l-impulsion-de-peki

    Covid-19 : nouveau tour de vis sécuritaire à Shanghaï, sous l’impulsion de Pékin
    A la suite d’une réunion des dirigeants chinois, Shanghaï a encore renforcé les restrictions imposées à ses 25 millions d’habitants depuis plus de six semaines.
    Par Simon Leplâtre(Shanghaï, correspondance)
    Gaël, un Français installé à Shanghaï depuis huit ans, a reçu l’ordre de faire ses valises samedi 7 mai au matin : dans sa résidence du centre ancien de la ville, tous les habitants devaient être envoyés à l’isolement. Ils étaient pourtant testés négatifs au Covid-19, mais les autorités veulent accélérer la sortie de l’épidémie en isolant toujours plus d’habitants dans les résidences touchées par des cas de Covid-19. Quand Gaël, conseillé par le consulat de France, a demandé un document officiel pour justifier ce transfert forcé vers des centres ou des hôtels aux conditions spartiates, la responsable de son comité de résidents lui a envoyé une vidéo en guise de menace. On y voit des policiers en combinaison blanche tentant de justifier l’expulsion de citoyens chinois avant de s’impatienter : « Arrêtez de demander pourquoi ! Il n’y a pas de pourquoi, c’est en vertu des réglementations du pays ! »
    Ces derniers jours à Shanghaï, le renforcement de la politique d’isolement s’est accompagné d’une pluie de nouvelles règles : interdiction de recevoir des livraisons pour une semaine, et sorties interdites, même pour des rendez-vous médicaux. Les résidences épargnées par le Covid-19 depuis des semaines, qui bénéficiaient d’une certaine liberté, se retrouvent, elles aussi, de nouveau soumises aux mesures les plus drastiques pour sept jours. Le nombre de cas baisse pourtant progressivement, alors que Shanghaï commence sa septième semaine de confinement, avec 3 717 cas lundi 9 mai, après une pointe à 27 600 cas mi-avril. Mais pas assez vite pour les autorités.
    Ce tour de vis supplémentaire a une cause claire : une réunion, jeudi 5 mai, du comité permanent du bureau politique du Parti communiste, qui rassemble les sept plus hauts dirigeants chinois. Le comité, largement dominé par le président Xi Jinping, a balayé le moindre doute quant à la stratégie adoptée pour les prochains mois : le zéro Covid sera maintenu, coûte que coûte. « La persévérance, c’est la victoire », proclame le communiqué publié à l’issue de la réunion, réchauffant un slogan révolutionnaire. Il appelle également à « combattre résolument toute parole et tout acte qui déforme, interroge ou remet en question [leur] politique de prévention de l’épidémie » : un avertissement clair aux responsables du parti qui discuteraient les ordres ou, du moins, traîneraient des pieds.
    Dans la foulée, le comité municipal de Shanghaï a tenu une longue session d’étude de l’« esprit de la réunion du comité permanent ». La direction de Shanghaï se trouve sur des charbons ardents puisque la ville fait face au plus grand foyer de Covid-19 qu’ait connu la Chine. Lors de précédents foyers importants à Wuhan, dans le nord-est, ou à Xi’an, des dirigeants locaux ont systématiquement été sanctionnés. Vendredi et samedi, de nombreux quartiers de Shanghaï ont reçu des instructions détaillant des règles encore plus strictes.
    Dans un quartier du district de Xuhui, la note d’information indique : « Afin d’appliquer pleinement l’esprit de la réunion du comité central du bureau politique, du comité municipal et du comité de district, afin de gagner la bataille de Shanghaï et de lever le confinement le plus tôt possible (…), toutes les résidences doivent respecter des “périodes de silence” du 7 au 15 mai. » Le texte préconise d’interdire toute sortie, sauf pour les tests PCR, de réduire les livraisons à l’essentiel, et même d’éviter de se rendre à l’hôpital sauf urgence absolue, parce qu’il s’agit d’un lieu de transmission du virus… Des dizaines de cas de décès faute de soins assez rapides ont pourtant été documentés depuis le début du confinement de Shanghaï.
    Mais le ton martial du comité permanent se heurte à des résistances locales de plus en plus évidentes : « On est obligés de vous envoyer ça. Le secrétaire va bientôt se faire limoger », est le message qui a accompagné l’envoi d’une note similaire dans un autre quartier du centre-ville. Un message qui fait référence au secrétaire général du parti de la municipalité de Shanghaï, Li Qiang, qui pourrait payer la gestion chaotique du confinement de la capitale économique chinoise. Sous pression, les dirigeants de la ville semblent tout mettre en œuvre pour convaincre Pékin de leur détermination. En resserrant un peu plus la vis aux habitants de la métropole : au cours du week-end, des barnums marqués « police » ont fait leur apparition à l’entrée de nombreuses résidences, et des agents sont venus renforcer la pression pour appliquer les règles à la lettre, en plus des gardiens habituels.
    Des milliers de résidents ont dû renoncer à se faire livrer des commandes, alors que les colis alimentaires distribués par les autorités sont insuffisants. « Ce fut un week-end incroyablement compliqué pour nous. Des centaines de commandes n’ont pas pu être livrées, ce qui a causé beaucoup de retards et de problèmes », expliquait lundi matin une responsable d’Epermarket, une épicerie en ligne appréciée des expatriés, précisant que beaucoup de produits frais ont dû être jetés en conséquence.Cette approche toujours plus répressive du contrôle épidémique suscite de plus en plus de résistance. Jeudi, des centaines d’ouvriers d’une usine Quanta, un fournisseur d’Apple, ont brisé un barrage d’hommes en blanc au sein du campus de l’entreprise, apparemment après la découverte de nouveaux cas. Samedi, plusieurs vidéos ont montré une confrontation violente entre des jeunes Chinois et des policiers tentant de bloquer la sortie de leur immeuble, dans le district de Minhang, au sud de Shanghaï. Sur d’autres vidéos, des citoyens tentent de résister à la police qui les emmène en quarantaine, la porte d’une famille est défoncée par la police… « C’est de la folie, le gouvernement change de règles tous les trois jours, cela entretient une anxiété permanente », témoigne une trentenaire shanghaïenne.

    #Covid-19#migrant#migration#chine#expatrie#zerocovid#politique#violence#quarantaine#

  • Covid-19 : nouveau tour de vis sécuritaire à Shanghaï, sous l’impulsion de Pékin
    https://www.lemonde.fr/international/article/2022/05/09/covid-19-nouveau-tour-de-vis-securitaire-a-shanghai-sous-l-impulsion-de-peki

    Covid-19 : nouveau tour de vis sécuritaire à Shanghaï, sous l’impulsion de Pékin
    A la suite d’une réunion des dirigeants chinois, Shanghaï a encore renforcé les restrictions imposées à ses 25 millions d’habitants depuis plus de six semaines.
    Par Simon Leplâtre(Shanghaï, correspondance)
    Gaël, un Français installé à Shanghaï depuis huit ans, a reçu l’ordre de faire ses valises samedi 7 mai au matin : dans sa résidence du centre ancien de la ville, tous les habitants devaient être envoyés à l’isolement. Ils étaient pourtant testés négatifs au Covid-19, mais les autorités veulent accélérer la sortie de l’épidémie en isolant toujours plus d’habitants dans les résidences touchées par des cas de Covid-19. Quand Gaël, conseillé par le consulat de France, a demandé un document officiel pour justifier ce transfert forcé vers des centres ou des hôtels aux conditions spartiates, la responsable de son comité de résidents lui a envoyé une vidéo en guise de menace. On y voit des policiers en combinaison blanche tentant de justifier l’expulsion de citoyens chinois avant de s’impatienter : « Arrêtez de demander pourquoi ! Il n’y a pas de pourquoi, c’est en vertu des réglementations du pays ! »
    Ces derniers jours à Shanghaï, le renforcement de la politique d’isolement s’est accompagné d’une pluie de nouvelles règles : interdiction de recevoir des livraisons pour une semaine, et sorties interdites, même pour des rendez-vous médicaux. Les résidences épargnées par le Covid-19 depuis des semaines, qui bénéficiaient d’une certaine liberté, se retrouvent, elles aussi, de nouveau soumises aux mesures les plus drastiques pour sept jours. Le nombre de cas baisse pourtant progressivement, alors que Shanghaï commence sa septième semaine de confinement, avec 3 717 cas lundi 9 mai, après une pointe à 27 600 cas mi-avril. Mais pas assez vite pour les autorités.
    Ce tour de vis supplémentaire a une cause claire : une réunion, jeudi 5 mai, du comité permanent du bureau politique du Parti communiste, qui rassemble les sept plus hauts dirigeants chinois. Le comité, largement dominé par le président Xi Jinping, a balayé le moindre doute quant à la stratégie adoptée pour les prochains mois : le zéro Covid sera maintenu, coûte que coûte. « La persévérance, c’est la victoire », proclame le communiqué publié à l’issue de la réunion, réchauffant un slogan révolutionnaire. Il appelle également à « combattre résolument toute parole et tout acte qui déforme, interroge ou remet en question [leur] politique de prévention de l’épidémie » : un avertissement clair aux responsables du parti qui discuteraient les ordres ou, du moins, traîneraient des pieds.
    Dans la foulée, le comité municipal de Shanghaï a tenu une longue session d’étude de l’« esprit de la réunion du comité permanent ». La direction de Shanghaï se trouve sur des charbons ardents puisque la ville fait face au plus grand foyer de Covid-19 qu’ait connu la Chine. Lors de précédents foyers importants à Wuhan, dans le nord-est, ou à Xi’an, des dirigeants locaux ont systématiquement été sanctionnés. Vendredi et samedi, de nombreux quartiers de Shanghaï ont reçu des instructions détaillant des règles encore plus strictes.
    Dans un quartier du district de Xuhui, la note d’information indique : « Afin d’appliquer pleinement l’esprit de la réunion du comité central du bureau politique, du comité municipal et du comité de district, afin de gagner la bataille de Shanghaï et de lever le confinement le plus tôt possible (…), toutes les résidences doivent respecter des “périodes de silence” du 7 au 15 mai. » Le texte préconise d’interdire toute sortie, sauf pour les tests PCR, de réduire les livraisons à l’essentiel, et même d’éviter de se rendre à l’hôpital sauf urgence absolue, parce qu’il s’agit d’un lieu de transmission du virus… Des dizaines de cas de décès faute de soins assez rapides ont pourtant été documentés depuis le début du confinement de Shanghaï.
    Mais le ton martial du comité permanent se heurte à des résistances locales de plus en plus évidentes : « On est obligés de vous envoyer ça. Le secrétaire va bientôt se faire limoger », est le message qui a accompagné l’envoi d’une note similaire dans un autre quartier du centre-ville. Un message qui fait référence au secrétaire général du parti de la municipalité de Shanghaï, Li Qiang, qui pourrait payer la gestion chaotique du confinement de la capitale économique chinoise. Sous pression, les dirigeants de la ville semblent tout mettre en œuvre pour convaincre Pékin de leur détermination. En resserrant un peu plus la vis aux habitants de la métropole : au cours du week-end, des barnums marqués « police » ont fait leur apparition à l’entrée de nombreuses résidences, et des agents sont venus renforcer la pression pour appliquer les règles à la lettre, en plus des gardiens habituels.
    Des milliers de résidents ont dû renoncer à se faire livrer des commandes, alors que les colis alimentaires distribués par les autorités sont insuffisants. « Ce fut un week-end incroyablement compliqué pour nous. Des centaines de commandes n’ont pas pu être livrées, ce qui a causé beaucoup de retards et de problèmes », expliquait lundi matin une responsable d’Epermarket, une épicerie en ligne appréciée des expatriés, précisant que beaucoup de produits frais ont dû être jetés en conséquence.Cette approche toujours plus répressive du contrôle épidémique suscite de plus en plus de résistance. Jeudi, des centaines d’ouvriers d’une usine Quanta, un fournisseur d’Apple, ont brisé un barrage d’hommes en blanc au sein du campus de l’entreprise, apparemment après la découverte de nouveaux cas. Samedi, plusieurs vidéos ont montré une confrontation violente entre des jeunes Chinois et des policiers tentant de bloquer la sortie de leur immeuble, dans le district de Minhang, au sud de Shanghaï. Sur d’autres vidéos, des citoyens tentent de résister à la police qui les emmène en quarantaine, la porte d’une famille est défoncée par la police… « C’est de la folie, le gouvernement change de règles tous les trois jours, cela entretient une anxiété permanente », témoigne une trentenaire shanghaïenne.

    #Covid-19#migrant#migration#chine#expatrie#zerocovid#politique#violence#quarantaine#

  • La Chine reporte les Jeux asiatiques en raison du regain de l’épidémie de Covid
    https://www.lemonde.fr/sport/article/2022/05/06/la-chine-reporte-les-jeux-asiatiques-en-raison-du-regain-des-cas-de-covid_61

    La Chine reporte les Jeux asiatiques en raison du regain de l’épidémie de Covid. Le Conseil olympique d’Asie a annoncé, vendredi, que les 19es Jeux asiatiques n’auront pas lieu comme prévu en septembre. Aucune nouvelle date n’a été fixée.
    Le regain de cas de Covid-19 en Chine, qui touche à des degrés divers plusieurs provinces, a conduit les autorités chinoises à reporter, à une date non précisée, les Jeux asiatiques, qui devaient se dérouler du 10 au 25 septembre. « Le Conseil olympique d’Asie [COA] a annoncé que les 19es Jeux asiatiques (…) sont reportés », a annoncé vendredi 6 mai la télévision publique chinoise CCTV sur le réseau social Weibo. « Les nouvelles dates seront annoncées à une date ultérieure », a précisé la télévision.Dans un communiqué, le COA a justifié la décision par « la situation sanitaire ». Les compétitions devaient se tenir à Hangzhou (est), à moins de 200 km au sud-ouest de Shanghai, ville la plus touchée par la récente flambée épidémique. Cette dernière a été transformée en une immense prison pour 26 millions de personnes depuis près de six semaines.
    Le Conseil olympique d’Asie a par ailleurs annoncé l’annulation pure et simple des Jeux asiatiques de la jeunesse. Reportés une première fois, ils devaient se dérouler en décembre dans la ville chinoise de Shantou (Sud).
    Pour les Jeux asiatiques, les organisateurs avaient prévu d’appliquer un plan de prévention du coronavirus fondé sur celui des derniers Jeux olympiques et paralympiques d’hiver, en février à Pékin, qui avait constitué un succès sur le plan sanitaire.Mais le récent regain épidémique n’avait pas encore commencé. Or, les autorités chinoises sont soucieuses d’éviter toute contamination au sein de la population et appliquent depuis 2020 une stratégie zéro Covid. Celle-ci consiste en plusieurs mesures : confinements dès l’apparition de quelques cas, séparation des personnes testées positives du reste de la population, quarantaine à l’arrivée sur le territoire ou encore traçage des déplacements.« Le temps est loin où l’on pourra relâcher les efforts pour combattre le virus », soulignait, vendredi, le China Daily, organe du Parti communiste. « La Chine est un pays très peuplé, et avec de nombreuses personnes âgées. Avec un développement économique déséquilibré et un manque de ressources médicales, relâcher les mesures de contrôle provoquerait une vaste épidémie, de nombreux cas de maladies graves et de nombreux décès. Le développement socio-économique, la santé et la sécurité de la population seraient gravement affectés », insistait par ailleurs le comité permanent du bureau politique – les sept hommes qui dirigent le pays –, dans un communiqué publié jeudi.

    #Covid-19#migrant#migration#chine#sante#pandemie#sport#jeuxasiatiques#frontire#zerocovid#shantou#jeuxolympiques#confinement#quarantaine#tracking

  • Covid-19 en Chine : à Shanghaï, les autorités durcissent encore leur politique d’enfermement maximal
    https://www.lemonde.fr/international/article/2022/04/27/covid-19-a-shanghai-les-autorites-durcissent-encore-leur-politique-d-enferme

    Covid-19 en Chine : à Shanghaï, les autorités durcissent encore leur politique d’enfermement maximal
    Par Simon Leplâtre (Shanghaï, correspondance)

    RécitAprès un mois de confinement drastique, les autorités de la mégalopole chinoise sont prêtes à tout pour faire baisser le nombre de nouveaux cas. L’application aléatoire de mesures extrêmes épuise les habitants, dont la seule sortie quotidienne autorisée est pour faire un test PCR. Mme Ren, 34 ans, ne s’attendait pas à recevoir la visite de la police le 22 avril : « Ils sont arrivés à minuit pour nous dire que, parce qu’il y avait beaucoup de cas dans notre résidence, nous serions tous envoyés à l’isolement, témoigne la jeune femme. Dimanche, nous avons tous dû enfiler des combinaisons intégrales et nous avons été mis dans un bus avec une quarantaine de voisins, vers 16 heures. On est arrivés à destination sept heures plus tard, sans la moindre pause. Pour faire nos besoins, on nous avait distribué des couches. Dans le bus, il y avait une femme enceinte de sept mois, une personne âgée de plus de 80 ans et un enfant de 5 ans », raconte-t-elle.Enfin arrivés à destination, ils apprennent qu’ils se trouvent à Bengbu, dans la province chinoise Anhui, à 500 kilomètres au nord-ouest de Shanghaï. Ils posent leurs valises dans un ancien hôtel transformé en centre de quarantaine deux ans plus tôt, au début de la pandémie de Covid-19. (...)
    Après un mois de confinement drastique, les autorités de Shanghaï sont prêtes à tout pour faire baisser le nombre de nouveaux cas de Covid-19. L’objectif est simple : que 100 % des cas contacts se trouvent à l’isolement, de sorte que le virus ne circule plus au sein de la communauté. Pour ce faire, les responsables n’hésitent pas à envoyer des quartiers entiers en quarantaine, parfois dans des provinces voisines. Shanghaï dispose de plus de 300 000 places d’isolement collectif. Mercredi, 12 309 nouveaux cas ont été recensés, après un pic à plus de 27 000 cas mi-avril. Mais la route pour revenir à un niveau acceptable est encore longue, car les autorités centrales le martèlent ces dernières semaines : la Chine n’est pas prête à vivre avec le virus, et seule la politique zéro Covid est correcte. Ces dernières semaines, des villes sont mises sous cloche pour quelques cas seulement.
    A Shanghaï, les autorités emploient le slogan d’« embarquer tous ceux qui doivent être embarqués » (« yingshou jinshou »), utilisé également dans le cadre de campagnes contre le terrorisme au Xinjiang. Plusieurs séries de mesures ont été annoncées depuis dix jours : renforcement des contrôles routiers, désinfection des résidences et installation de détecteurs sur les portes des personnes positives, en attendant de les envoyer en centres d’isolement. Samedi 23 avril, la pression est encore montée d’un cran, avec l’apparition de barrières métalliques autour de certaines résidences et bâtiments ayant enregistré des cas depuis moins de sept jours. Une directive du nouveau district de Pudong, dans l’est de la ville, précisait samedi que les barrières doivent utiliser un grillage assez large pour permettre d’effectuer les tests en passant les écouvillons au travers, pour éviter d’avoir à ouvrir les grilles, et que des agents de sécurité devraient monter la garder 24 h sur 24 autour de ces bâtiments.
    Dans la ville, la frustration grandit : « Je refuse de descendre faire les tests depuis qu’ils ont mis ces grillages en bas de chez moi », témoigne une habitante du district de Pudong. De plus en plus d’habitants tentent ainsi de désobéir, à la fois par crainte que les tests soient des vecteurs de transmission du virus, et par colère contre les restrictions sans fin dont ils sont victimes. Au point que les autorités diffusent des menaces par SMS : « Rappel amical : les personnes qui ne se soumettent pas aux tests verront leur code de santé changer au jaune », ont été avertis mardi les habitants du district de Huangpu. Les codes QR de santé sont verts quand tout va bien, jaunes pour les cas suspects, et rouges pour les cas confirmés. Perdre son code vert peut avoir des conséquences lourdes, notamment en cas de demande d’accès à des hôpitaux.Gabrielle Gaillard est une jeune Française installée dans le centre de Shanghaï depuis deux ans. Mardi, vers minuit, elle a reçu un message de son comité de résidents lui demandant son numéro de passeport, en prévision du déplacement de tous les habitants de sa ruelle dans un hôtel pour une période de cinq jours. « Après le départ des habitants négatifs, la ruelle sera entièrement désinfectée », indique le message. Gabrielle hésite, sa résidence de 80 habitants compte déjà une dizaine de cas : « Ce n’est pas une solution de transférer tout le monde, on risque de s’infecter entre nous ! Ce matin à 8 heures, ils ont commencé à emmener les voisins. Quand j’ai demandé plus d’information sur l’hôtel où ce serait situé, on m’a dit que ce ne serait sans doute même pas à Shanghaï
    Outre les mesures extrêmes, c’est le caractère aléatoire de leur application qui épuise les habitants, maintenus dans une incertitude permanente. Début avril, Gabrielle Gaillard a tout fait pour envoyer son chien chez un ami à Pékin, parce qu’une habitante de sa ruelle placée en centre d’isolement avait dû abandonner ses deux chats chez elle. Vingt jours plus tard, elle n’est toujours pas revenue à son domicile : « Les voisins ont cherché à porter assistance aux deux animaux, mais il y a un scellé sur sa porte, nous avons interdiction formelle de rentrer, et ses fenêtres ne sont pas accessibles. On ne sait pas dans quel état sont les chats », déplore-t-elle. Dans d’autres communautés, les comités de quartier sont plus compréhensifs et laissent les voisins intervenir. De même, certains patients positifs peuvent rester à l’isolement chez eux, alors que la plupart sont envoyés dans des centres d’isolement aux conditions spartiates.
    Cette courte sortie donne un aperçu du climat qui règne dans la ville. Si la plupart des habitants sont résignés, certains craquent : enfermé derrière une grille érigée deux jours plus tôt, un quadragénaire trapu, armé d’un tuyau en plastique, frappe tout ce qui passe à sa portée en hurlant : « Je n’ai plus un sou pour vivre ! Et tout ce que vous faites pour nous, c’est de nous envoyer faire des tests. » Sur le chemin du retour, on croise un homme, la cinquantaine, réfugié avec quelques couvertures sous le porche d’un restaurant pour s’abriter de la pluie. Il fait partie des milliers de gardiens placés en faction à l’entrée de chaque ensemble résidentiel de la ville. Mais son dortoir a connu plusieurs cas, alors lui et ses camarades dorment dehors en ce moment : « Mei banfa, dit-il en soupirant (On n’y peut rien). »

    #Covid-19#migrant#migration#chine#shangai#zerocovid#expatrie#isolement#quarantaine#test#dortoir#politique#confinement

  • Coronavirus: Shanghai’s Covid-19 cases resume setting daily records after a one-day pause, extending horizon of citywide lockdown | South China Morning Post
    https://www.scmp.com/business/china-business/article/3174088/coronavirus-shanghais-covid-19-cases-resume-setting-daily

    Shanghai’s Covid-19 cases resume setting daily records after a one-day pause, extending horizon of citywide lockdown.
    Shanghai reported 26,330 confirmed Covid-19 infections on Wednesday, setting a daily record for the 11th time in 12 days, underscoring how the disease has defied more than a week of lockdowns and quarantines to be deeply entrenched in the population of 25 million people.Symptomatic cases surged again after ebbing for two days, rising to 1,189 cases from 914 a day earlier, according to data released by the local health commission. The vast majority of infections remained asymptomatic, and no fatality has yet been linked directly to Covid-19 since March 1.
    The data released on Wednesday, which topped the previous record set on Monday at 26,087, have exacerbated concerns about extending the horizons of Shanghai’s lockdown, in place across all 16 districts in one of China’s largest population centres. Local authorities confined virtually every resident – except emergency and health workers – in China’s commercial hub either to their homes or workplaces since April 5.“New cases have not peaked yet, and it will still be some time before a dynamic zero-Covid goal can be achieved,” said Meng Tianying, a senior executive at Shanghai-based consultancy Domo Medical. “The central government and local authorities will have to re-examine the strategy used to contain the outbreak, after more than a week of citywide lockdown and mass testing exercises.”
    Wednesday’s reported caseload raised Shanghai’s tally since March 1 to 253,000, among which 9,500 showed symptoms. The city has conducted seven rounds of mass testing since April 3.China’s nationwide cases rose to 27,920, according to Wednesday’s data, including the tally in Shanghai and 31 in southern China’s Guangdong province. Jilin in northeastern China is the second epicentre of the current Covid-19 wave, with 1,085 cases.
    Shanghai authorities ordered a citywide lockdown on April 5, reversing an earlier plan for a two-phase quarantine for both sides of the Huangpu River – Pudong and Puxi – which was supposed to end that day. The lockdown confined all residents to their homes. Banks, factories, the local stock exchange, the airports and seaports that have kept operating to keep the very heart of China’s economy beating are functioning in “closed loops”, where workers are required to sleep on-site to ensure zero contact with outsiders. Since most workplaces are unable to accommodate every employee, factories and transport hubs have had to operate at reduced capacity. The effects are spilling over to the surrounding provinces of Jiangsu, Zhejiang and Anhui, crippling one of the world’s most vital supply chains. Nio, with a factory in the Anhui provincial capital of Hefei, said last week it has halted its assembly of electric cars, as its supply of components had been disrupted in Jiangsu, Shanghai and Jilin province in northeastern China.To quarantine infected patients, authorities have built makeshift hospitals, converting two convention centres in Pudong into quarantine facilities with 20,000 beds to augment the city’s health infrastructure.
    An office tower in Puxi owned by Shanghai’s largest developer Shanghai Greenland Group was turned into a temporary hospital with 3,650 beds on Wednesday. Gymnasiums, parks and stadiums have also been converted into so-called fangcang quarantine centres to accommodate carriers with mild symptoms. Vice-Premier Sun Chunlan has been in Shanghai since April 2 to oversee the anti-pandemic work, pushing the city to implement mass tests to spot new infections and quarantine them swiftly. On Monday, the State Council distributed a circular to local authorities, ordering them to keep airports, ports and highways open as they stepped up antivirus prevention measures to guard against the Omicron variant reaching their borders. The cabinet said the supply of food and daily essentials to virus-hit regions must be ensured and the transport links also needed to be maintained to support business activities.

    #Covid-19#migrant#migration#chine#shanghai#confinement#sante#zerocovid#quarantaine#isolement

  • Covid-19 : l’est de Shanghaï confiné au moins quatre jours
    https://www.lemonde.fr/planete/article/2022/03/28/covid-19-l-est-de-shanghai-confine-au-moins-quatre-jours_6119446_3244.html

    Covid-19 : l’est de Shanghaï confiné au moins quatre jours
    A partir du 1er avril, ce sera l’ouest de la métropole chinoise qui sera mis sous cloche pour faire face à la vague Omicron, qui s’accélère.
    Le Monde avec AFP
    Publié aujourd’hui à 10h18
    C’est un confinement en deux temps. La moitié de Shanghaï est mise sous cloche, à partir de lundi 28 mars, au moment où la capitale économique chinoise de 25 millions d’habitants affronte sa pire flambée de Covid-19 depuis deux ans. Les Shanghaïens habitant dans l’est de la ville sont confinés jusqu’au 1er avril à 5 heures du matin à leur domicile, avec interdiction d’en sortir. A cette date, ce sera au tour de la partie ouest.
    L’annonce de cette mesure, dimanche soir, a provoqué un afflux des habitants dans les supermarchés. Beaucoup d’entre eux sont lassés de l’impuissance des autorités à juguler la flambée épidémique malgré plusieurs semaines de restrictions. « On ne comprend vraiment pas les mesures anti-épidémie de la mairie. Il y a un manque de cohérence, déclare un homme de 59 ans, qui fait la queue pour acheter des produits alimentaires. Après déjà tout ce temps, la ville n’arrive toujours pas à contrôler le virus et les chiffres continuent de grimper. »Pour la mairie, ce confinement en deux phases vise à accélérer le dépistage de la population et à venir à bout des nouvelles infections « le plus vite possible ». Jusqu’alors, Shanghaï avait tenté d’éviter un confinement total, très préjudiciable à l’économie, cherchant plutôt à minimiser les perturbations avec une approche plus ciblée : des confinements de quarante-huit heures de bâtiments ou de complexes résidentiels.
    La métropole est devenue ces derniers jours l’épicentre d’une nouvelle vague de contaminations, liée au variant Omicron du SARS-CoV-2, qui a commencé à s’accélérer au début de mars et met à rude épreuve la stratégie chinoise « zéro Covid ». Le ministère de la santé a rapporté lundi 3 500 nouveaux cas positifs à Shanghaï.La partie confinée ce lundi est celle de Pudong, district qui compte notamment l’aéroport international de la ville et le célèbre quartier d’affaires avec ses immenses et emblématiques gratte-ciel. A partir de vendredi, ce sera Puxi, la moitié ouest de Shanghaï, qui sera sous cloche. Elle compte notamment la célèbre artère historique du Bund, en bordure du fleuve Huangpu, qui traverse la ville. La mairie n’a pas précisé dans l’immédiat quelles seraient les conséquences sur les aéroports de Shanghaï et son port maritime.La Chine a largement éradiqué l’épidémie depuis 2020 grâce à des quarantaines à l’arrivée sur le territoire, au traçage des déplacements par des applications mobiles et à des confinements de villes, parfois décrétés après seulement une poignée de cas. Mais Omicron met à mal le zéro Covid : le ministère de la santé a recensé ces deux dernières semaines des milliers de nouveaux cas journaliers. Un niveau très faible au niveau mondial, mais élevé pour la Chine, où le nombre de nouvelles contaminations quotidiennes dépasse rarement le chiffre de 100 depuis le printemps 2020.
    Ces dernières semaines, des millions d’habitants de régions touchées, dans l’ensemble du pays, ont été soumis à des confinements, comme la métropole technologique de Shenzhen (sud) ou la cité industrielle de Shenyang (nord-est).Mais si Shanghaï et ses confinements jusqu’alors ciblés peinent à venir à bout d’Omicron, d’autres voient le bout du tunnel. Shenzen, qui avait été totalement confinée au début de mars, reprend son activité car le nombre de nouveaux cas positifs est désormais très faible.
    Les autorités chinoises ont également observé avec nervosité la vague d’Omicron à Hongkong, qui a fait un grand nombre de victimes parmi les personnes âgées non vaccinées.

    #Covid-19#migrant#migration#chine#shangai#sante#zerocovid#confinement#quarantaine#frontiere#economie#contamination

  • Covid-19 : la Chine dit avoir enregistré ses deux premiers morts depuis plus d’un an
    https://www.lemonde.fr/planete/article/2022/03/19/covid-19-la-chine-dit-avoir-enregistre-ses-deux-premiers-morts-depuis-plus-d

    Covid-19 : la Chine dit avoir enregistré ses deux premiers morts depuis plus d’un an
    Le président Xi Jinping a assuré jeudi que le gouvernement « s’en tient » à la stratégie dite « zéro Covid », selon la télévision publique.
    La Chine, qui subit sa plus grande recrudescence de coronavirus depuis le début de la pandémie, a dit avoir enregistré ses deux premiers morts du Covid-19 depuis plus d’un an, samedi 19 mars. Ces deux décès, officialisés par la Commission nationale de la santé, sont survenus dans la province de Jilin au nord-est du pays. Dans le même temps, le pays a enregistré samedi 4 051 nouvelles infections.Le pays, où les premiers cas de coronavirus sont apparus à la fin de 2019, a ensuite gardé l’épidémie sous contrôle grâce à un contrôle strict des frontières, de longues quarantaines et des confinements ciblés.
    Mais le variant Omicron, hautement contagieux, est venu menacer cette stratégie, obligeant les autorités à confiner des villes comme le centre technologique Shenzhen et ses 17,5 millions d’habitants dans le sud de la Chine. La deuxième économie du monde, qui enregistrait moins de 100 cas par jour il y a encore trois semaines, annonce plus d’un millier de nouvelles infections quotidiennes depuis une semaine.Le président Xi Jinping a assuré jeudi que le gouvernement « s’en tient » à la stratégie dite « zéro Covid », selon la télévision publique. « Nous devons toujours mettre au premier plan les gens et leur vie, nous en tenir (…) à la politique du zéro Covid, et enrayer au plus vite la propagation de l’épidémie », a-t-il ordonné.
    Des dizaines de millions de personnes sont actuellement confinées chez elles à travers le pays, et les autorités se sont efforcées de libérer des lits d’hôpitaux, craignant que l’épidémie ne mette le système de santé sous grande tension. Pékin a fait de son faible taux de mortalité un argument politique, assurant que cela démontrait la puissance de son modèle de gouvernance. La province de Jilin, qui a rapporté des milliers de cas la semaine passée, a construit huit hôpitaux temporaires et deux centres de quarantaine pour gérer l’épidémie. Hongkong, région chinoise semi-autonome, subit aussi la vague de coronavirus la plus importante depuis le début de la pandémie, enregistrant plus de 200 décès chaque jour, soit plus de 5 000 depuis le début de l’année.

    #Covid-19#migrant#migration#chine#hongkong#sante#omicron#frontiere#circulation#zerocovid#quarantaine#gouvernance#confinement

  • En Chine, les migrations du Nouvel An sous le signe du Covid-19
    https://www.lemonde.fr/planete/article/2022/01/31/en-chine-les-migrations-du-nouvel-an-sous-le-signe-du-covid-19_6111707_3244.

    En Chine, les migrations du Nouvel An sous le signe du Covid-19
    Si les autorités n’ont pas voulu annuler les festivités une troisième année d’affilée, les obstacles aux retours sont nombreux alors que le pays maintient sa politique zéro Covid.
    M. Ceng, 50 ans, casquette et veste noires, teint hâlé, s’apprête à rentrer chez lui pour la première fois depuis le début de la pandémie. Un simple sac à dos pour tout bagage, il attend sa femme, abrité de la pluie fine à l’entrée d’une bouche de métro d’où s’écoule un flot continu de voyageurs se dirigeant vers le vaste bâtiment vitré de la gare de Shanghaï. A l’entrée, un haut-parleur leur rappelle de présenter leur « code QR de santé » aux employés enveloppés dans des combinaisons intégrales.
    Originaire de Huainan, dans l’Anhui, à trois heures de TGV au nord-ouest de Shanghaï, M. Ceng, gardien d’immeuble, n’a pas vu sa fille et ses parents depuis deux ans : « L’année dernière, mon employeur ne nous a pas laissés quitter Shanghaï, parce que l’épidémie était plus sérieuse », explique-t-il. A la veille du Nouvel An lunaire cette année, la Chine appelle à la prudence, mais lâche un peu la bride à sa population, malgré des foyers du variant Omicron, sous contrôle pour l’instant.
    Quitte à envoyer des messages parfois contradictoires : certaines villes offrent des centaines de yuans de subventions et de bons d’achat aux ouvriers migrants qui ne retourneraient pas chez eux, notamment au Guangdong et au Zhejiang, deux provinces manufacturières qui attirent chaque année des millions de migrants. Mais beaucoup ont ignoré les appels des autorités et sont rentrés parfois des semaines avant les vacances officielles, qui durent de la veille du Nouvel An, lundi 31 janvier, au 7 février, pour éviter d’éventuelles restrictions.
    D’autres localités imposent des quarantaines de deux semaines à ceux qui rentrent passer les fêtes en famille, pour un simple cas dans leur ville. Le gouvernement appelle à la mesure : « Certaines localités n’autorisent pas les personnes venant de zones à faible risque à rentrer, ou les forcent à passer par des hôtels de quarantaine payants. Cela provoque des réactions fortes de la part du public », a noté Mi Feng, le porte-parole de la Commission nationale de la santé, en conférence de presse, samedi 29 janvier. Il a appelé les autorités locales à « ne pas imposer de restrictions arbitraires, afin que les gens puissent passer une Fête du printemps joyeuse, en paix et en bonne santé ».Mais les autorités locales sont sous pression : en cas de foyer épidémique, ce sont elles qui seront tenues responsables, comme ces vingt-six fonctionnaires à Xi’an, punis fin décembre pour « manque de rigueur dans la prévention et le contrôle de la maladie ». Pour autant, le confinement strict de la ville pendant un mois a suscité un fort mécontentement et des critiques contre une politique sanitaire à l’emporte-pièce. En général, les villes les plus grandes et les plus développées font preuve de plus de mesure dans les restrictions tandis que les zones qui ont moins de moyens tentent de se protéger par des restrictions plus lourdes.
    Pékin est l’exception à cette règle : la capitale, qui accueille les Jeux olympiques d’hiver du 4 au 20 février, refuse les voyageurs de zones à risque moyen et impose plusieurs tests à l’arrivée. Dans ce contexte ambigu, le ministère des transports prévoit cette année 1,18 milliard de voyages pendant les quarante jours qui entourent la Fête du printemps, soit 35 % de plus que l’année dernière, mais beaucoup moins que les trois milliards de trajets effectués en 2019.A la sortie de la gare de Shanghaï, des employés en combinaison blanche se tiennent prêts à contrôler les tests et codes QR à l’arrivée. Ils sont désœuvrés : la plupart des voyageurs quittent les métropoles pour rejoindre leurs familles dans le reste du pays. Sans trop s’inquiéter du virus : « J’avais surtout peur au début, mais maintenant un peu moins. J’ai reçu ma troisième dose la semaine dernière, confie M. Ceng, qui se prépare à cuisiner pour toute la famille, parce que je suis le seul qui cuisine bien », sourit-il.
    La nourriture est évidemment au centre des festivités du Nouvel An, où la coutume veut qu’on rende visite aux différentes branches de la famille en enchaînant les banquets. Certains voyageurs tiennent à la main des boîtes de viande séchée, d’autres d’assortiments de noix. Mme Wang, 27 ans, rapporte des palmiers, spécialité pâtissière de Shanghaï héritée de l’époque coloniale. Elle n’est pas rentrée chez elle depuis trois ans. « Je sais qu’il y a un risque faible, mais je suis prête à le prendre pour voir ma famille. La Fête du printemps, c’est très important pour les Chinois », témoigne la jeune femme qui travaille dans le marketing.Elle aussi a reçu sa troisième dose de vaccin : devant la gare, deux grandes tentes sont prêtes à offrir les vaccins à ceux qui veulent. Dans les rues de Shanghaï, depuis un mois, une campagne de rappel a été lancée. Mais les deux principaux vaccins administrés en Chine, des sérums à virus inactivé développés par Sinovac et Sinopharm, sont peu efficaces face au variant Omicron, et la population chinoise, protégée par la politique zéro Covid, possède un faible niveau d’immunité naturelle.D’où la vigilance des autorités alors que les foyers Omicron se multiplient depuis début janvier. Pour l’instant, malgré une dizaine de foyers en activité, le nombre de cas officiellement déclaré reste faible, à moins d’une centaine par jour. Les mesures alliant tests massifs et confinements étendus semblent garder leur efficacité, au prix de lourds sacrifices : quelques millions de personnes, du Henan, dans le centre, au Heilongjiang, au nord-est, passeront le Nouvel An confinés.

    #Covid-19#migrant#migration#chine#sante#zerocovid#deplacementinterne#nouvelan#vaccination#immunité#confinement#quarantaine#test#omicron#travailleurmigrant

  • Coronavirus: domestic helper shortage continues to plague Hong Kong as number of such workers hits new low | South China Morning Post
    https://www.scmp.com/news/hong-kong/society/article/3165291/coronavirus-domestic-helper-shortage-continues-plague-hong

    Coronavirus: domestic helper shortage continues to plague Hong Kong as number of such workers hits new low
    Secretary for Labour and Welfare Law Chi-kwong says flight bans as a result of Omicron outbreak cancelled out efforts to make more quarantine facilities available. Number of domestic helpers in city has dropped to 339,451 by the end of December from about 400,000 in January 2020
    The number of domestic helpers in Hong Kong has fallen to 339,451 by the end of December, according to labour chief Law Chi-kwong. Photo: Nora Tam. Hong Kong families struggling amid a shortage of domestic helpers have yet to see the light at the end of the tunnel, after the number of such workers in the past two years hit a new low of about 339,000, the city’s labour chief has said.Writing on his official blog, Secretary for Labour and Welfare Law Chi-kwong said authorities had made progress in finding more quarantine facilities for incoming domestic helpers, before the Omicron coronavirus variant began to affect Hong Kong and Southeast Asia last month.
    “In mid-December, we made headway in increasing quarantine facilities for helpers … but such ‘dawning light’ soon vanished,” he said. “It was because the pandemic situation in the Philippines had rocketed … In early January, more than 40 per cent of 175 Filipino domestic helpers tested positive. It was very shocking.” Law said the number of domestic helpers had decreased in Hong Kong in the past two years, noting that there were about 400,000 of them in the city in January 2020. They mainly come from the Philippines or Indonesia. That figure dropped to 350,050 in November last year, and then to 339,451 by the end of December. It was the lowest figure since at least the end of 2016, when there were 351,513 helpers in Hong Kong. The Post has reached out to the government for pre-2016 statistics.
    From September to November last year, the figure decreased month-on-month by about 1,300 to 1,900. But from November to December, the number fell by more than 10,000.
    Law said he feared the figure indicated that many Filipino helpers could have been left stranded by the flight ban after returning home for the Christmas and New Year holidays, adding the government would closely monitor the situation in both the Philippines and Indonesia. “[In mid-January,] the average number of coronavirus infections in the Philippines peaked at about 35,000 per day. Now it has decreased by about a third, but we don’t know whether it … will reach a low level so that the flights can be resumed,” he said. The pandemic situation in Indonesia was also worsening, albeit at a slower pace than in the Philippines, he added. At the start of the pandemic, domestic helpers were allowed to be isolated for a fortnight in dozens of quarantine hotels for incoming travellers. Authorities later lengthened the quarantine period for all visitors to three weeks, and only designated a few hotels, as well as about 1,000 units in the government-run Penny’s Bay quarantine centre, for arriving helpers. Law said authorities had managed to find more quarantine hotels for incoming helpers in August last year, but the effect was cancelled out as the Penny’s Bay spaces were reserved for other purposes. “Even those domestic helpers who had yet to finish their quarantine had to be moved to the designated hotels,” he noted.
    The Labour Department said on Thursday that apart from the three designated quarantine hotels for incoming helpers, two more facilities – O’Hotel and iclub Ma Tau Wai Hotel – would be made available.
    The hotels will provide an additional 491 rooms, taking the total number of quarantine spaces for arriving helpers to 2,779. More quarantine hotel rooms needed for domestic workers: Hong Kong minister. Mike Cheung, president of the Hong Kong-based Overseas Employment Centre, said Law should consider allowing helpers to be quarantined in other hotels, not just the designated five. “This two-track policy was adopted due to uncertainty about anti-pandemic measures in the Philippines and Indonesia. Now that we can see the domestic helpers are not bringing the coronavirus to Hong Kong, employers should be allowed to book other quarantine hotels,” he argued. But Betty Yung Ma Shan-yee, chairwoman of the Hong Kong Employers of Overseas Domestic Helpers Association, said she was not so sure about relaxing the rules for helpers, especially when the government had recently shortened the quarantine period for all incoming travellers from three weeks to two.
    Latest ban as city braces for a fifth wave of infections leads to frantic scramble among travellers to cancel and rebook flights, hotel rooms Industry figures warn domestic helper shortage will worsen, and if long wait continues, market may move elsewhere. Hong Kong’s two-week flight ban has dashed the hopes of those planning family reunions as well as disrupted plans for incoming domestic helpers, with the Philippines, Britain and the United States among eight countries hit with tightened rules aimed at containing a Covid-19 surge. Chief Executive Carrie Lam Cheng Yuet-ngor announced on Wednesday the ban on passenger flights from Australia, Britain, Canada, France, India, Pakistan, the Philippines, and the United States for 14 days until January 21, starting from Saturday. Travellers who were recently in those countries or had transited through them will be barred from returning to the city for two weeks.Government pandemic advisers also warned earlier on Wednesday that a fifth wave of infections had started, calling on authorities to immediately tighten social-distancing rules to cut off up to 10 invisible transmission chains in the community.
    A popular Facebook group for travellers to Hong Kong was flooded with messages following Lam’s announcement, as people scrambled to clarify the rules and rebook tickets. Some residents were looking to do a “wash out”, which means staying for 21 days in a country that has not been banned, before returning to Hong Kong. Some complained they had already changed their flights and hotel bookings numerous times, as airlines have cancelled or suspended routes to Hong Kong in recent weeks. Many speculated that the flight suspension of the eight countries would be extended beyond the current two weeks, pointing to previous examples last year. A 33-year-old investment banker, who asked to remain anonymous, had travelled to Britain on December 18 to visit his parents who live there, rather than asking them to come back to their hometown and face quarantine for 21 days. His wife and baby daughter had already flown out in August. The family had planned to fly back together in January, typically a busy time of the year for his industry. His flight was cancelled and rebooked for January 15, before the suspension was announced. He said while his US firm in Hong Kong was understanding, the situation was not ideal as he was now considering spending 21 days in a third country to return. “I do think things will only get worse and not better in Hong Kong. So my inclination is that the flight ban will be extended, which makes it very difficult, then what do I do?” he lamented. The banker said he knew “a lot” of people from the finance sector who had moved back to their home countries permanently or earlier than they had originally planned, with others considering leaving the city. Hong Kong has stood firm on its zero-Covid stance, aligned with mainland China. “They can’t handle the uncertainty. A lot of them just need to see their family,” he said.

    #Covid-19#migrant#migration#hongkong#sante#travailleurmigrant#retour#quarantaine#vaccination

  • A Hongkong, la quarantaine passe de trois à deux semaines pour les voyageurs
    https://www.lemonde.fr/international/article/2022/01/27/a-hongkong-la-quarantaine-passe-de-trois-a-deux-semaines-pour-les-voyageurs_

    A Hongkong, la quarantaine passe de trois à deux semaines pour les voyageurs
    Hongkong a annoncé jeudi 27 janvier que la quarantaine obligatoire à l’hôtel pour les voyageurs en provenance de l’étranger, l’une des plus longues au monde, sera réduite de trois à deux semaines à partir du 5 février.« Tous les arrivants à Hongkong seront soumis à une quarantaine obligatoire de quatorze jours dans des hôtels désignés », a annoncé la dirigeante de Hongkong, Carrie Lam. Une décision « purement basée sur la science », au vu de la période d’incubation plus courte du nouveau variant Omicron, a-t-elle dit. A l’issue de la quarantaine, les voyageurs devront observer une période « d’autocontrôle » pendant sept jours, a-t-elle précisé.A l’instar de la Chine continentale, le territoire poursuit une stratégie zéro Covid qui a permis de contenir les contaminations à un très faible niveau mais a quasiment coupé ce centre international de la finance du reste du monde depuis deux ans.
    Depuis l’émergence du variant très contagieux Omicron sur son sol, Hongkong a renforcé ses restrictions de voyage, en fermant ses frontières aux arrivées de huit pays et en interdisant aux passagers de 153 pays de transiter via Hongkong. Ces mesures restent en vigueur. Les mesures sanitaires prises dans toute la ville – comme la fermeture des restaurants à 18 heures – seront prolongées de deux semaines, tandis que les écoles restent fermées à l’approche du Nouvel An lunaire. La longue période de quarantaine a été très décriée par les milieux d’affaires, les entreprises affirmant que cette politique empêchait l’arrivée de nouveaux talents à Hongkong.

    #Covid-19#migrant#migration#hongkong#chine#sante#quarantaine#zerocovid#circulation#frontiere

  • Martin Hirsch faisait moins le malin en Commission d’enquête parlementaire (CDS)
    https://www.crashdebug.fr/martin-hirsch-faisait-moins-le-malin-en-commission-d-enquete-parlementair

    À votre avis, ou s’arrête la "naiveté" et ou commence la corruption ?, quand un cabinet de conseil étranger vous offre du "pro bono" (du bénévolat) pour optimiser vos "process" etc...

    Alors jusqu’où vas l’influence de ces cabinets privés de ’conseils’ si altruistes ? à qui je le rappel on à demandé de gérér la vaccination etc..., et on se retrouve aujourd’hui avec une vaccination massive de 75%, et on à 500.000 ’cas positifs’ par jour de déclaré ?

    Les vaccins ne fonctionne pas, les tests PCR sont bidons.

    En quoi c’est une ’réussite’ ça ? (Et comme je l’ai dit : Qui serat responsable juridiquement devant les tribunaux ? l’État Français ou Mc Kinsey ?)

    Je voudrais pas dire, mais ils se sont fait arnaquer, enfin ils s’en (...)

    #En_vedette #Actualités_françaises

    • Covid-19 : les tests antigéniques erronés à cause du froid dans des barnums de dépistage parisiens Winny Claret, France Bleu
      https://www.francebleu.fr/infos/sante-sciences/covid-19-les-tests-antigeniques-errones-a-cause-du-froid-dans-des-barnums

      Les tests antigéniques sont sensibles au froid et peuvent générer de faux résultats positifs. Les pharmaciens tirent la sonnette d’alarme et pointent les tentes de dépistage qui sont installées au milieu de nulle part, loin des officines, des laboratoires ou des cabinets médicaux.

      Les autorités sanitaires le rappellent en plein hiver : les tests antigéniques, quand ils sont laissés à une température trop basse (en dessous de 2 degrés), peuvent générer une série de faux positifs. Une réaction chimique au moment où l’on verse le diluant sur la petite cassette qui nous indique si on est malades. En plein hiver, le risque existe. D’autant que de nombreux Français vont se faire tester dans des barnums de pharmacie installés dans la rue. Des tentes blanches qui ont fleuri dans les rues de Paris.

      Des barnums à plusieurs kilomètres de leur centre médical
      Comme sur la place du Trocadéro, dans le 16ème arrondissement. Capuche sur la tête, les pieds collés au petit chauffage d’appoint, Alan attend les patients sous l’une des deux grandes tentes blanches installées sur le trottoir, serré contre sa collègue. « On est fort frigorifiés ! Là-bas c’est ma tente mais comme on n’a qu’un chauffage je me suis mis avec elle. »

      Le testeur antigénique de 18 ans a commencé il y a une semaine, il a été formé deux heures par le centre médical qui l’embauche. « C’est bête ! On a juste à rentrer un coton-tige dans le nez et attendre le résultat. Après on l’envoie à l’infirmier qui l’envoie par mail au patient. » Pas de professionnel de santé sur place, la structure qui gère ses barnums se trouve à six kilomètres de là. Et les tests restent toute la journée dans le froid au risque de fausser les résultats et de générer de faux positifs ! 

      Les pharmaciens réclament plus de contrôles
      Pratique toute autre dans cette pharmacie du 15ème. Un cabanon juste devant l’officine, Diamanta étudiante en pharmacie fait sans cesse des allers retours, « On rentre tout de suite les ramener à l’intérieur pour que les résultats soient le plus fiables possible. »

      A part l’écouvillon, diluant et cassette de dépistage restent à l’intérieur. Pas question de compromettre les tests pour le pharmacien Laurent Halwani. « Quand on est responsables, on est responsables de A à Z. Il faut vraiment que l’on communique le résultat le plus juste ! » L’union des pharmaciens d’officines appelle d’ailleurs l’Etat à multiplier les contrôles des barnums sauvages. Son porte-parole, Gilles Bonnefond conseille aux patients de les éviter.

      « Quand vous voyez un barnum au milieu de nulle part, ce n’est pas la peine d’y aller », selon Gilles Bonnefond

      #business #tests #quarantaine #gaspillage #pillage #vaccination #vaccins #vaccin #Pfizer #EnMarche #crise_sanitaire #sante #santé #coronavirus #sars-cov-2 #variant #covid #pandémie #vaccins #santé_publique #France #néo-libéralisme #ordo-libéralisme #tests_PCR

  • Covid-19 : le Danemark va lever ses restrictions alors que le nombre de contaminations n’a jamais été aussi élevé
    https://www.lemonde.fr/planete/article/2022/01/26/covid-19-le-danemark-et-l-autriche-levent-leurs-restrictions_6111062_3244.ht

    Covid-19 : le Danemark va lever ses restrictions alors que le nombre de contaminations n’a jamais été aussi élevé
    Le gouvernement danois juge la couverture vaccinale du pays suffisante face à la moindre sévérité du variant Omicron.
    Le niveau de risque lié au variant Omicron reste très élevé, mais plusieurs pays européens entendent réduire les mesures sanitaires. Le Danemark a décidé de lever ses restrictions à partir du 1er février. L’Autriche, de son côté, va lever lundi le confinement des non-vaccinés. Le Danemark entend lever ses restrictions anti-Covid-19 au 1er février malgré un nombre important de nouveaux cas, jugeant sa couverture vaccinale suffisante face à la moindre sévérité d’Omicron, a annoncé le gouvernement dans une lettre rendue publique mercredi 26 janvier. Cela implique la levée de toutes les restrictions nationales actuellement en vigueur, comme le port du masque ou la fermeture anticipée des bars et restaurants.
    Le gouvernement veut seulement maintenir pendant quatre semaines supplémentaires certaines restrictions à l’entrée du territoire danois, à savoir des tests et/ou une quarantaine selon le pays de provenance des voyageurs.
    Avec plus de 46 000 nouveaux cas, mardi, le taux d’infection est extrêmement élevé dans le pays nordique, « mais notre évaluation actuelle est que l’épidémie atteindra prochainement son pic », a justifié le ministre sur Twitter.« Nous disons adieu aux restrictions et bienvenue à la vie telle que nous la connaissions avant le corona », a dit, lors d’une conférence de presse, la première ministre, Mette Frederiksen. « La forte adhésion au programme vaccinal s’est avérée être ce que nous pensions : une “superarme”, et elle nous a donné une défense solide contre l’infection qui subsiste », a-t-elle justifié. « C’est pourquoi le gouvernement a décidé que le coronavirus ne devait plus être considéré comme une maladie menaçante pour la société », a-t-elle ajouté.Près de 60 % des 5,8 millions de Danois ont reçu une dose de rappel, avec un mois d’avance sur le calendrier envisagé par les autorités sanitaires, qui considèrent que 80 % de la population est protégée contre les formes graves.

    #covid-19#migration#migrant#danemark#sante#omicron#circulation#frontiere#vaccination#test#quarantaine