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    Un altro inverno, e gli Alleati ancora non sono arrivati. Sui monti del nord dell’Italia le bande partigiane si vanno ingrossando dei giovani che rifiutano di arruolarsi nelle fila della #Repubblica_di_Salò e fuggono dalle deportazioni in Germania. Le azioni partigiane si fanno sempre più audaci, contro i repubblichini, contro i tedeschi. Più numerosi anche i rastrellamenti, più feroci le rappresaglie. Poi, finalmente, l’ordine dell’insurrezione. Tutti a valle, per unirsi ai nuclei cittadini, agli operai in rivolta. Per riscattarsi dal fascismo, per liberarsi dai tedeschi prim’ancora dell’arrivo degli Alleati. E intrecciata alla grande storia, quella minuta di Maria. Delle sue apprensioni per il marito partigiano e per il figlio alpino in Russia; della sua paura per i soldati della Wehrmacht che le piombano in casa; della sua gioia per la Liberazione e per il ritorno del figlio; della pietà per quel soldato tedesco ora vinto e prigioniero.

    https://www.orecchioacerbo.com/editore/index.php?option=com_oa&vista=catalogo&id=509

    #BD #bande_dessinée #WWII #partisans #deuxième_guerre_mondiale #libération #livre #seconde_guerre_mondiale #Italie #insurrection #fascisme #Maurizio_Quarello

    le bô cadeau de @_kg_ #merci

  • L’ordinario fascismo delle ragazzate

    Non c’è quotidiano o sito d’informazione che nei giorni scorsi non abbia ripreso la notizia del saluto fascista col quale un calciatore ha esultato sul campo di calcio di #Marzabotto, esibendo la t-shirt con la bandiera della #Repubblica_di_Salò indossata sotto la maglia della squadra. Al gesto fascista – presumiamo programmato, a meno che il giovane non sia solito indossare magliette con l’effige saloina e non sia affetto dalla sindrome di Stranamore – segue l’ormai usuale e collaudata ritualità: indignazione (dell’Anpi e dell’amministrazione comunale in primis, poi di vari esponenti politici), scuse goffe e poco credibili del protagonista (avrebbe inteso salutare il padre in tribuna), presa di distanza della squadra e della società (immaginiamo la vestizione tenuta nascosta dell’aspirante saloino nella nota segretezza dello spogliatoio), denuncia da parte della destra degli eccessi d’attenzione strumentale delle “maestranze antifasciste” (così le ha definite Forza Nuova), espiazione in forma di visita al sacrario delle vittime.
    Atti del genere non sono nuovi, tutt’altro. Anzi, dobbiamo riconoscere che dal 2005 – quando l’allora giocatore della #Lazio #Paolo_Di_Canio più volte sotto la curva dei tifosi compì questo stesso teatrale gesto (e non era la prima volta) – sono ricorrenti e sempre più frequenti. Intendiamoci: l’indignazione è sacrosanta. E doverosa – quanto, assai probabilmente e sulla base di precedenti simili, priva di esiti giudiziari concreti – è la denuncia per apologia di fascismo a norma della legge Scelba del 1952 da parte dei carabinieri. Condivisibili pure le parole – non troppe, in verità – di condanna ed esecrazione del gesto.

    https://www.rivistailmulino.it/news/newsitem/index/Item/News:NEWS_ITEM:4184
    #fascisme #extrême_droite #Italie #néo-fascisme #football

    cc @albertocampiphoto