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    CDB_77 @cdb_77 25/08/2023

    La valle che accoglie

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    Viaggio nella più antica chiesa protestante italiana, minoranza un tempo perseguitata, che oggi è in prima linea nell’accoglienza dei migranti e nelle battaglie per i diritti delle donne e delle coppie omosessuali.

    Un corteo composto esce da un edificio giallo e bianco in stile inglese: religiosi e delegati marciano in silenzio. Davanti al gruppo, alcuni indossano delle toghe nere, gli abiti lunghi dei pastori; al collo le facciole, dei fiocchi bianchi, nonostante le temperature proibitive che stanno colpendo le Alpi e le prealpi italiane alla fine di agosto. Il corteo attraversa il giardino, poi la strada, quindi svolta per entrare in un altro edificio che ricorda una chiesa anglicana: il tempio di Torre Pellice, dove si svolgerà il rito che aprirà il sinodo annuale della più antica chiesa protestante italiana, la chiesa valdese, che è anche la più progressista del paese.

    Non è possibile sapere di cosa esattamente discuterà il sinodo prima che cominci, perché perfino l’ordine del giorno è deciso dai 180 delegati che da tutta Italia sono arrivati a Torre Pellice, una cittadina a 55 chilometri da Torino. “Abbiamo una maniera di decidere le cose molto democratica”, spiega la pastora e teologa Daniela Di Carlo, che si definisce “femminista, antispecista, ecologista” e cita più volte la femminista statunitense Donna Haraway e il filosofo spagnolo Paul B. Preciado.

    Un ruolo centrale

    È arrivata nella val Pellice da Milano, la città di cui è la guida spirituale per le chiese protestanti e responsabile dei rapporti con le altre religioni. “Al sinodo dei valdesi non partecipa solo il clero: dei 180 delegati solo novanta sono pastori, gli altri novanta sono fedeli, che sono eletti localmente dalle diverse chiese. Questo significa che l’assemblea può ribaltare i pronostici e non si può mai davvero prevedere quello che succederà durante la riunione. Se non si è d’accordo su qualcosa, si va avanti a discutere a oltranza”, assicura la pastora, seduta nella stanza rossa della Casa valdese, la sede della chiesa valdese e della sala del sinodo, circondata dai quadri che rappresentano i benefattori della chiesa.

    I valdesi hanno consacrato la prima pastora nel 1967 in un paese in cui la chiesa cattolica, che è maggioritaria, non riconosce il sacerdozio femminile. Di Carlo studiava architettura all’università, ma poi ha deciso di dedicare la sua vita alla chiesa negli anni ottanta, dopo un’esperienza di volontariato durante il terremoto in Irpinia. “Mi interessavano più le persone delle case”, scherza. “Nel Vangelo Gesù ha affidato alle donne l’annuncio della sua resurrezione, voleva per le donne un ruolo centrale”, continua.

    “Quando Gesù incontra le sorelle di Lazzaro, Marta e Maria, è molto chiaro. Marta si lamenta perché la sorella Maria si è messa ad ascoltare le sue parole, invece di aiutarla nelle faccende domestiche, ma Gesù le risponde di lasciarla stare, perché Maria si è seduta ‘nella parte buona, che non le sarà tolta’”, continua Di Carlo, secondo cui la possibilità di diventare pastore per le donne era presente già agli albori della chiesa valdese, addirittura prima che questa aderisse alla riforma protestante nel cinquecento, per essere prima abolita, quindi ripristinata nella seconda metà del novecento. Come guida spirituale della sua comunità non si sente discriminata in quanto donna. “Tranne nei casi in cui partecipo alle cerimonie ecumeniche, specialmente nel rito ortodosso ci sono molti limiti che ancora escludono le donne dalla liturgia”, spiega.

    I valdesi sono stati i primi a benedire le unioni tra persone dello stesso sesso e nel sinodo di quest’anno potrebbero discutere della gestazione per altri (gpa), una pratica riproduttiva che divide anche le femministe e per cui il governo italiano guidato da Giorgia Meloni ha proposto addirittura l’istituzione del “reato universale”. “Abbiamo affidato a una commissione l’indagine sul tema e ne dovremmo discutere. Potrebbero esserci delle divisioni, come avvenne al tempo del riconoscimento delle unioni civili, ma si troverà un accordo”, assicura Di Carlo. Nel sinodo di quest’anno si discuterà anche della mancata presa di distanza dal fascismo nel sinodo del 1943, che si svolse dal 6 al 10 settembre durante i giorni dell’armistizio dell’8 settembre. Nel sinodo, ancora oggi, alcuni vorrebbero che si chiedesse perdono per non aver preso una decisione netta in quell’occasione.

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    “Noi siamo una chiesa che include: siamo impegnati contro l’omotransfobia, contro il razzismo, contro la violenza sulle donne”, continua. “Per noi Gesù è inclusione, è accoglienza. Crediamo in un Dio che è diventato uomo per amare e accogliere e la nostra missione è provare a essere come lui”, sottolinea. Proprio per questo motivo, racconta, le capita di incontrare nella chiesa di Milano persone che si convertono al protestantesimo, perché non si sentono accolte in altre chiese: “Arrivano da noi perché sono divorziati, oppure sono omosessuali e non si sentono accettati in altri contesti, ma sono religiosi e vogliono trovare un posto in cui possano esserlo insieme con gli altri”, conclude.

    L’Europa dei valdesi

    I valdesi prendono il loro nome da un mercante di tessuti del dodicesimo secolo chiamato Valdo, che viveva a Lione ed era diventato estremamente ricco con l’usura. “La sua storia è simile a quella di Francesco di Assisi”, assicura Davide Rosso, direttore della fondazione Centro culturale valdese, mentre fa strada, camminando su un sentiero nel villaggio di Angrogna, un paese di montagna a pochi chilometri da Torre Pellice, che nel cinquecento era diventato il centro più esteso nelle valli valdesi.

    Ad Angrogna è conservata una grotta, che è possibile visitare, in cui i valdesi delle origini si riunivano per celebrare il rito domenicale o si nascondevano quando erano perseguitati, la Gheisa d’la tana (la chiesta della tana). “Oggi è possibile visitare questi luoghi a piedi, perché sono stati riconosciuti come percorso turistico dal Consiglio europeo, che li considera costitutivi della storia europea”, spiega Rosso. Nel 2015 papa Francesco ha visitato per la prima volta un tempio valdese a Torino e ha chiesto perdono per le persecuzioni contro i valdesi, condotte dai cattolici nel corso dei secoli. In quell’occasione è stata Alessandra Trotta, moderatrice della Tavola valdese originaria di Palermo, a dare la benedizione finale a cui ha partecipato anche Bergoglio.

    All’inizio i valdesi, chiamati i “poveri di Lione”, furono tollerati dalle gerarchie ecclesiastiche romane: nel 1180 Valdo rinunciò a tutte le sue ricchezze, distribuì i beni ai poveri e cominciò a predicare e a mendicare. Quando gli chiedevano perché lo avesse fatto, rispondeva: “Se vi fosse dato di vedere e credere i tormenti futuri che ho visto e in cui credo, forse anche voi vi comportereste in modo simile”. Da subito ebbe dei seguaci che, come lui, abbandonavano le ricchezze e la vita mondana, per farsi poveri. Inizialmente erano appoggiati dal vescovo di Lione, ma poi furono scomunicati nel 1184 dal papa Lucio III, perché avevano la “presunzione” di predicare in pubblico pur non essendo consacrati e furono considerati eretici dalla chiesa di Roma.

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    Molti valdesi dovettero fuggire dalle persecuzioni e si rifugiarono nelle valli delle alpi Cozie, tra l’Italia e la Francia. Quel territorio diventò una base del movimento religioso, durante secoli di pericoli. Nel sinodo valdese del 1532 proprio ad Angrogna la chiesa aderì alla riforma protestante. “Questo diede ai valdesi un appoggio importante dal punto di vista internazionale e anche una maggiore solidità dal punto di vista teologico”, spiega Rosso, mentre mostra il monumento di Chanforan, un obelisco eretto nei campi di Angrogna, che ricorda il luogo in cui si svolse quel sinodo.

    “In quel momento si decise di tradurre la Bibbia in francese e la traduzione fu affidata a Olivetano, con un grande sforzo economico da parte dei valdesi”, racconta Rosso. Con l’adesione alla riforma, i valdesi vennero allo scoperto e cominciarono a costruire anche dei templi, ma questo favorì le persecuzioni nei loro confronti da parte dei Savoia, spesso per ragioni meramente economiche e politiche.

    “Il seicento è stato un secolo particolarmente difficile: nel 1655 il duca di Savoia condusse una campagna, che aveva come obiettivo lo sterminio dei valdesi”, spiega Davide Rosso, mentre cammina tra le stradine di montagna in una giornata caldissima di agosto. “Le loro case furono distrutte, le persone massacrate o imprigionate e i loro beni confiscati. Molti furono costretti a fuggire in Svizzera o in Francia”. Della questione si occuparono anche i britannici Oliver Cromwell, lord protettore del Commonwealth, e il ministro degli affari esteri, il poeta John Milton, che inviò una serie di lettere ai sovrani e ai governi europei per chiedere che si interessassero della causa valdese.

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    Cromwell scrisse addirittura al re di Francia, Luigi XIV, minacciando di interrompere le trattative di amicizia in corso con il Regno Unito, se il re francese non avesse fatto pressione sui Savoia per far ottenere ai valdesi la libertà di culto. Ma solo nel 1848 il re Carlo Alberto di Savoia concesse i diritti civili e politici al gruppo. “Tuttavia la libertà di culto vera e propria è arrivata solo nel 1984, con la firma delle intese con lo stato italiano, anche se era già prevista in teoria dall’articolo 8 della costituzione”, spiega Rosso. Fu la prima intesa di questo tipo firmata in Italia con una minoranza religiosa.

    Per lo storico valdese è importante comprendere i legami dei valdesi con le altre chiese protestanti e i loro rapporti internazionali che gli hanno permesso di sopravvivere pur essendo una minoranza perseguitata. Non è un caso, dice Rosso, che “Altiero Spinelli abbia pronunciato a Torre Pellice il suo primo discorso europeista, dopo la scrittura del manifesto di Ventotene”. Il teorico del federalismo europeo era sfollato a Torre Pellice, a casa di una famiglia valdese di Milano, e Rosso sostiene che in parte sia stato influenzato dall’atmosfera cosmopolita di queste valli.

    “Per decenni i valdesi non hanno potuto studiare, frequentare le scuole pubbliche, perché non avevano diritti civili, quindi era normale per loro trasferirsi in altri paesi europei per studiare. Parlavano almeno tre lingue. Per sopravvivere hanno dovuto emigrare, spostarsi. Ma questo li ha resi poliglotti e gli ha permesso di sviluppare uno spirito europeo. Poi l’idea della federazione è tipica del protestantesimo: le chiese protestanti sono sorelle”, continua Rosso, che accompagnerà il presidente della repubblica italiana Sergio Mattarella nel suo viaggio a Torre Pellice, il 31 agosto. In quell’occasione sarà commemorato il discorso di Spinelli sull’Europa. “È interessante guardare alle elezioni europee del prossimo anno e a quel che rimane del progetto europeo da queste valli”, conclude Rosso.

    Dall’Afghanistan alla val Pellice

    Parwana Kebrit apre la porta di un appartamento luminoso al primo piano di un palazzo che ha le porte di ferro battuto. C’è molto caldo, ma l’interno della casa di Kebrit è fresco e in ombra. La donna è arrivata nella val Pellice cinque mesi fa dal Pakistan, insieme al marito Jawan, con un corridoio umanitario. Originaria di un piccolo paese dell’Afghanistan si è rifugiata in Pakistan per la prima volta nel 2001, insieme alla sua famiglia di origine.

    “È lì che io e le mie sorelle siamo andate a scuola per la prima volta, in Afghanistan la maggior parte delle ragazze non poteva studiare. E al di là dei taliban, il 90 per cento degli afgani pensa che per le donne non sia giusto studiare”, racconta. Poi con la famiglia è tornata a Kabul, dove ha frequentato l’università ed è diventata un’attivista per i diritti delle donne. Ma con il ritorno dei taliban nella capitale afgana nell’agosto del 2021, Kebrit e il marito sono stati costretti a scappare di nuovo. “Per noi non era sicuro rimanere nel paese”, racconta.

    Dal Pakistan è arrivata in Piemonte, accolta dalla Diaconia valdese, che la sta aiutando a riprendere gli studi e a imparare l’italiano, oltre che a farsi riconoscere i titoli di studio del paese di origine. Ha una grande passione per il disegno e la pittura e mostra orgogliosa i suoi quadri, esposti uno vicino all’altro. Uno di questi, l’unico dipinto con i colori a olio, l’ha portato con sé nel viaggio dal Pakistan. Mostra delle donne afgane con i pugni alzati che marciano tenendo una bandiera e schiacciano degli uomini. “Sono le donne che combattono per i loro diritti”, spiega. In un disegno che ha realizzato in Italia, invece, si vedono sei gabbie con dentro degli uccelli, una delle gabbie è rossa ed è aperta, l’uccello è volato via. Nel quadro successivo l’uccello rosso vola dopo essersi liberato. Parwana Kebrit si sente così, finalmente libera. La sua intenzione ora è quella di continuare a studiare. Il suo inglese è fluente e i suoi occhi brillano di fiducia.

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    “Amo l’Italia, sono stati tutti gentili e disponibili con noi. Voglio rimanere qui”, assicura. Dal 2016 i valdesi sono promotori, insieme alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia e alla comunità di sant’Egidio dei cosiddetti corridoi umanitari, dei ponti aerei che hanno permesso di portare legalmente in Italia 4.244 rifugiati dall’Afghanistan, dal Libano e dalla Libia, in accordo con lo stato italiano. Nove persone arrivate in Italia con i corridoi umanitari sono al momento ospitati nella val Pellice, grazie alla Diaconia valdese. “Si tratta di due famiglie afgane”, spiega Alice Squillace, responsabile dell’accoglienza per la Diaconia. La famiglia di Kebrit e quella di Abdul Mutaleb Hamed, un medico afgano che lavorava con un’ong italiana, il Cospe. “Lavoriamo molto sulla loro inclusione e il rapporto con la comunità ospitante”, assicura. E negli anni non ci sono mai stati grandi problemi.

    “In questo momento in cui si torna a parlare di emergenza migranti in Italia (sono stati superati i centomila arrivi nel 2023, ndr), ci sembra che tutto sia strumentale. Guardare per esempio all’esperienza dei corridoi umanitari mostra che lavorare in maniera umana con piccoli gruppi di persone non produce mai situazioni difficili o ingestibili”, conclude. “Siamo stati rifugiati come valdesi in Svizzera e in Germania e sappiamo quali siano le sofferenze del viaggio e della cattiva accoglienza”, assicura Francesco Sciotto, pastore della chiesa valdese di Messina e presidente della Diaconia valdese, seduto ai tavolini del bar, allestito dalla chiesa valdese durante il sinodo, nel giardino del quartier generale di Torre Pellice. “Per questo i valdesi sono particolarmente impegnati nell’accoglienza e per questo vogliono evitare che altri subiscano le conseguenze di una cattiva accoglienza”.

    Oggi in Italia vivono circa ventimila valdesi e la maggioranza è concentrata nelle tre valli del Piemonte: la val Chisone, la valle Germanasca e la val Pellice. “Come tutte le chiese, anche i valdesi hanno una crisi di fedeli e di vocazioni. Sono sempre di meno i ragazzi e le ragazze che decidono di diventare pastori”, racconta Michel Charbonnier, pastore di Torre Pellice.

    “È una crisi che in larga parte dipende dalla secolarizzazione e che noi vediamo di più in queste valli che nelle chiese delle città in giro per l’Italia”. Secondo Charbonnier, in val Pellice molte persone di famiglia valdese hanno smesso di frequentare la chiesa, ma è un processo che va avanti da decenni.

    “Ne parleremo anche nel sinodo. Ma per certi versi per i valdesi questo è un problema meno urgente che per altre chiese: per noi infatti tutti possono predicare e siamo abituati a essere in pochi”. La chiesa è molto più impegnata nelle questioni di tipo sociale che nelle questioni meramente religiose. “Fermo restando la separazione netta tra lo stato e la chiesa in cui crediamo”, conclude Charbonnier. “Sappiamo che si può incidere, anche se siamo in pochi”.

    ▻https://www.internazionale.it/essenziale/notizie/annalisa-camilli/2023/08/24/valdesi-sinodo-torre-pellice

    #vaudois #église_vaudoise #Italie #protestantisme #sinodo #Val_Pellice #religion #accueil #réfugiés #histoire #Angrogna #réforme_protestante #Olivetano #persécution #extermination #Savoie #minorité_religieuse #minorités #corridor_humanitaire #diaconia_valdese #val_Chisone #valle_Germanasca

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    CDB_77 @cdb_77 15/06/2023
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    #Lyon-Turin : retour sur l’opposition française au projet de nouvelle ligne ferroviaire

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    En Savoie, des militants écologistes des Soulèvements de la Terre se sont introduits le 29 mai 2023 sur l’un des chantiers de la nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin. Une banderole « La montagne se soulève » a été déployée pour appeler au week-end de mobilisation franco-italienne contre ce projet, organisé les 17 et 18 juin 2023 en Maurienne.

    Imaginé dans les années 1980, le projet de nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin a connu depuis de nombreux atermoiements, notamment en ce qui concerne le tracé entre l’agglomération lyonnaise et Saint-Jean-de-Maurienne. Dix ans après la déclaration d’utilité publique (DUP) de 2013, les décisions concernant les 140 km de nouvelles voies d’accès français au tunnel transfrontalier de 57,5 km n’ont toujours pas été prises : ni programmation, ni financement, ni acquisition foncière.

    Les premiers travaux préparatoires du tunnel ont pourtant débuté dès 2002 et sa mise en service est prévue pour 2032. Ce dernier est pris en charge par un consortium d’entreprises franco-italiennes nommé Tunnel Euralpin Lyon Turin (TELT), un promoteur public appartenant à 50 % à l’État français et à 50 % aux chemins de fer italiens. D’une longueur totale de 271 km, le coût de cette nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin est désormais estimé à 26 milliards d’euros au lieu des 8,6 initialement prévus.
    Projet clivant et avenir incertain

    Pour ses promoteurs, elle est présentée comme une infrastructure de transport utile à la transition écologique. Selon eux, elle permettrait à terme de désengorger les vallées alpines du trafic des poids lourds en favorisant le report modal de la route vers le rail. À l’inverse, ce projet est exposé par ses opposants comme pharaonique, inutile et destructeur de l’environnement. Ils argumentent que la ligne ferroviaire existante entre Lyon et Turin et actuellement sous-utilisée permettrait, une fois rénovée, de réduire le transport de fret par camion.

    Ils défendent la nécessité de privilégier l’existant et ne pas attendre des années pour le report modal des marchandises vers le rail. Les défenseurs du nouveau projet jugent quant à eux la ligne existante comme obsolète et inadaptée. En toile de fond de ce débat, les prévisions de trafic autour des flux de marchandises transitant par la Savoie : sous-estimés pour les uns, sur-estimés pour les autres.

    Le 24 février dernier, le rapport du Comité d’orientation des infrastructures (COI) a rebattu les cartes. Il propose en effet de repousser la construction de nouvelles voies d’accès au tunnel transfrontalier à 2045 et donner la première place à la modernisation de la ligne existante.

    Le scénario choisi par la Première ministre prévoit alors le calendrier suivant : études pour de nouveaux accès au tunnel au quinquennat 2028-2032, début de réalisation à partir de 2038, et une livraison au plus tôt vers 2045… soit, en cas de respect du calendrier annoncé par TELT, 13 ans après la mise en service du tunnel. Se profile donc la perspective d’un nouveau tunnel sans nouvelles voies d’accès : un scénario qui ne satisfait ni les défenseurs ni les opposants au projet.

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    Le 12 juin, nouveau rebondissement. Le ministre des Transports annonce 3 milliards d’euros de crédits pour les voies d’accès du tunnel transfrontalier dès les projets de loi de finances 2023 et 2024. Le gouvernement valide également le financement de l’avant-projet détaillé qui doit fixer le tracé, soit environ 150 millions d’euros.
    L’affirmation d’une opposition française

    C’est dans ce contexte que va se dérouler la mobilisation des Soulèvements de la Terre, les 17 et 18 juin 2023. Elle a pour objectif de donner un écho national aux revendications portées par les opposants : l’arrêt immédiat du chantier du tunnel transfrontalier et l’abandon du projet de nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin.

    Outre les collectifs d’habitants, cette opposition coalise désormais des syndicats agricoles (Confédération paysanne) et ferroviaires (Sud Rail), des associations locales (Vivre et agir en Maurienne, Grésivaudan nord environnement) et écologistes (Attac, Extinction Rébellion, Les Amis de la Terre, Alternatiba, Cipra), des organisations politiques (La France Insoumise – LFI, Europe Ecologie Les Verts – EELV, Nouveau parti anticaptialiste – NPA) et le collectif No TAV Savoie.

    Cela n’a pas toujours été le cas : le projet est longtemps apparu consensuel en France, malgré une forte opposition en Italie depuis le début des années 1990 via le mouvement No TAV.

    2012 marque une étape importante dans l’opposition française alors disparate et peu médiatisée. Une enquête publique organisée cette année-là dans le cadre de la procédure de DUP permet une résurgence des oppositions, leurs affirmations et leur coalition au sein d’un nouvel agencement organisationnel. Ce dernier gagne rapidement en efficacité, occupe le champ médiatique et se connecte avec d’autres contestations en France en rejoignant le réseau des Grands projets inutiles et imposés (GP2I), dans le sillage de Notre-Dame-des-Landes.
    Basculement des ex-promoteurs du projet

    Cette publicisation nouvelle participe à une reproblématisation et politisation autour de la nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin. Des défenseurs du projet basculent alors dans le camp des opposants, provoquant un élargissement de la mobilisation.

    EELV, pendant 20 ans favorable au projet, est un exemple saillant de cette évolution. Alors qu’il le jugeait incontournable et sans alternative, quand bien même la contestation gagnait en intensité en Italie, la « Convention des écologistes sur les traversées alpines » en 2012 signe son changement de positionnement.

    Ce nouveau positionnement peut se résumer ainsi : la réduction du transport routier ne dépend pas de la création de nouvelles infrastructures ferroviaires mais de la transition vers un modèle de développement moins générateur de flux de marchandises, la rénovation et l’amélioration des infrastructures ferroviaires existantes étant prioritaires pour gérer les flux restants.

    Une position aujourd’hui défendue par les maires de Grenoble et de Lyon, mais aussi par des députés européens et nationaux EEV et LFI. Pour autant, la mobilisation française reste jusqu’à aujourd’hui éloignée des répertoires d’action employés dans la vallée de Suse.
    Effacement de la montagne

    Ce projet de nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin révèle aussi et avant tout une lecture ancienne du territoire européen à travers les enjeux de mobilité. Au même titre que les percements des tunnels ferroviaires, routiers puis autoroutiers depuis la fin du XIXe siècle à travers les Alpes, il contribue à une forme d’aplanissement de la montagne pour en rendre les passages plus aisés et ainsi permettre des flux massifs et rapides.

    Cette norme de circulation des humains et des marchandises est révélatrice d’une vision du monde particulière. L’historienne Anne-Marie Granet-Abisset la résume ainsi :

    « Elle correspond aux modèles édictés par les aménageurs (politiques et techniques) qui travaillent dans les capitales européennes, désirant imposer leur vision aux territoires qu’ils gèrent, en dépit des sommes considérables mobilisées pour ce faire. Toute opposition ne peut être entendue, présentée alors comme de la désinformation ou de la mauvaise foi . »

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    Ces enjeux informationnels et communicationnels demeurent omniprésents dans le débat public entre promoteurs et opposants au projet. Ils donnent lieu à de nombreuses passes d’armes, chacun s’accusant mutuellement de désinformation ; sans oublier les journalistes et leur travail d’enquête.
    Ressource en eau

    Depuis l’été 2022, c’est la question de la ressource en eau et des impacts du chantier du tunnel transfrontalier sur celle-ci qui cristallise les tensions. Elle sera d’ailleurs au cœur de la mobilisation des 17 et 18 juin 2023 en Maurienne, permettant ainsi une articulation avec les autres mobilisations impulsées ces derniers mois par les Soulèvements de la Terre. Une controverse sur le tarissement des sources qui existe depuis vingt ans en Maurienne.

    Plus largement, le débat sur l’utilité et la pertinence de la nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin révèle le paradoxe auquel sont soumises les hautes vallées alpines. Dans un contexte d’injonction à la transition écologique, ce paradoxe fait figure d’une contrainte double et opposée comme le résume l’historienne Anne-Marie Granet-Abisset :

    « Des territoires qui doivent être traversés aisément et rapidement en fonction des critères de l’économie des transports, un lobby puissant à l’échelle européenne ; des territoires qui puissent apparaître comme préservés, inscrits dans une autre conception du temps, celle de la lenteur des cols et des refuges, en même temps qu’ils doivent être facilement accessibles à partir des métropoles . »

    ▻https://theconversation.com/lyon-turin-retour-sur-lopposition-francaise-au-projet-de-nouvelle-l
    #no-tav #no_tav #val_de_Suse #Italie #France #Alpes #transports #transports_ferroviaires #résistance #Soulèvements_de_la_Terre #ligne_ferroviaire #mobilisation #Maurienne #Tunnel_Euralpin_Lyon_Turin (#TELT) #coût #infrastructure_de_transport #poids_lourds #Savoie #Comité_d’orientation_des_infrastructures (#COI) #chantier #Grands_projets_inutiles_et_imposés (#GP2I) #vallée_de_suse #mobilité #eau #transition_écologique

    CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 20/06/2023

      #Mikaël_Chambru :

      « On est vraiment dans une impossibilité de mise en discussion, de mise en débat. Cela rend compliqué la possibilité de vraiment discuter du fond »

      ▻https://www.radiofrance.fr/franceculture/podcasts/journal-de-22h/journal-de-22h-du-vendredi-16-juin-2023-7789036

      #report_modal #rénovation #aménagement_du_territoire

      CDB_77 @cdb_77
    • @olaf
      Olaf @olaf 21/06/2023

      Pas de hit [non plus] pour « Turin » sur le site des « initiatives citoyennes ».

      Pourtant, un truc genre « Stop au chantier [écocidaire] du tunnel du Lyon-Turin » ...

      le no-hit pour Turin : ►https://petitions.assemblee-nationale.fr/initiatives?filter[search_text]=Turin

      un.e volontaire ici pour lancer le compteur ?

      Olaf @olaf
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    @olaf
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    Biscuit de #Savoie de Mamie Huguette
    ▻https://www.cuisine-libre.org/biscuit-de-savoie-de-mamie-huguette

    Comme un boudoir géant mais moelleux. Sans gras, sans levure : la texture est oufe. Blanchir 5 jaunes d’œufs dans 200 g de sucre. Ajouter 100 g de farine, une cuillère à café de maïzena, le zeste d’un citron. Incorporer les blancs en neige. Cuire 40 min à 160°C dans le tiers haut du four. #Œufs, #Sucre_blanc, Savoie / #Végétarien, #Sans viande

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      CDB_77 @cdb_77 12/02/2023

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    Bescoin
    ▻https://www.cuisine-libre.org/bescoin

    Petit pain moelleux à l’anis et au #Safran de la mi-août en Savoie. Laissez infuser le safran et le curcuma dans le lait tiède une heure à l’avance. Délayez la levure et le miel dans le lait et laisser reposer jusqu’aux bulles. Mélangez la farine, le sel et le sucre. Versez dans un saladier ou dans le bol du robot, ajoutez le lait infusé, l’œuf battu et pétrissez jusqu’à obtenir une pâte lisse et molle qui se décolle des parois du récipient. Incorporer le beurre et l’anis. Pétrir à nouveau 10 minutes.… Safran, #Anis, #Brioches, Farine de blé, #Savoie / #Sans viande, #Four

    #Farine_de blé

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    Hypathie Blogueuse @hypathie 24/11/2020
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    @odilon
    8

    « J’adore mon travail. Et depuis 2019, je ne compte pas mes heures. Après le premier confinement, j’ai touché la prime Covid de 1000 euros attribuée par l’Etat. Et je suis maintenant en CDI. J’ai aussi signé un contrat d’intégration républicaine. Pourtant, le préfet dit que je n’ai pas fait la preuve de mon insertion dans la société française. Je ne comprends pas. J’ai un terrible sentiment d’injustice », confie Lydia qui réside à Montmélian (Savoie).
    En Savoie, une aide-soignante d’origine béninoise, veuve d’un français, menacée d’expulsion en pleine épidémie ►https://www.leparisien.fr/societe/en-savoie-une-aide-soignante-menacee-d-expulsion-en-pleine-epidemie-22-11

    Hypathie Blogueuse @hypathie
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 25/11/2020

      En Savoie, une aide-soignante menacée d’expulsion en pleine épidémie

      https://www.leparisien.fr/resizer/2J-XdohoFE0sqgVOoUBAwFum4Zg=/932x582/cloudfront-eu-central-1.images.arcpublishing.com/leparisien/AY62E3ZXZOFSZV3XCP2ETNLWAU.jpg

      #Lydia_Veyrat, 37 ans, était mariée à un Savoyard et le couple vivait au Bénin. En 2019, Roger, le mari de Lydia, meurt. La Béninoise se rend en Savoie pour régler la succession de son défunt mari. Des démarches qui vont prendre du temps. Alors Lydia cherche du travail. Au Bénin, elle était infirmière. Mais son diplôme n’est pas reconnu en France. Elle trouve un emploi d’ #aide-soignante dans un #Ehpad de #Pontcharra (Isère), accumule les contrats.

      Pourtant, le préfet de Savoie vient de signifier à Lydia « une obligation de quitter le territoire français » ( #OQTF ). Une décision incompréhensible pour la jeune aide-soignante.

      ►https://www.leparisien.fr/societe/en-savoie-une-aide-soignante-menacee-d-expulsion-en-pleine-epidemie-22-11

      #renvois #expulsions #France #Savoie

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 25/11/2020

      Savoie : la justice confirme l’expulsion d’une aide-soignante en pleine crise sanitaire

      Le tribunal administratif de Grenoble rejette la requête déposée par Lydia Veyrat. Employée d’un Ehpad, cette aide-soignante béninoise résidant à Montmélian en Savoie conteste son obligation de quitter le territoire en pleine crise sanitaire.

      ▻https://www.francebleu.fr/infos/faits-divers-justice/savoie-la-justice-confirme-l-expulsion-d-une-aide-soignante-en-pleine-cri

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 30/11/2020

      Lydia Veyrat, aide-soignante béninoise menacée d’expulsion, va obtenir un titre de séjour

      Lydia Veyrat, employée dans un Ehpad d’Isère, va pouvoir obtenir un titre de séjour, ont annoncé vendredi les ministres Marlène Schiappa et Olivier Véran dans un communiqué commun.

      C’est un soulagement immense pour Lydia Veyrat. Cette aide-soignante béninoise, employée en CDI dans un Ehpad d’Isère, va pouvoir obtenir un titre de séjour lui permettant de rester en France, ont annoncé vendredi 27 novembre Marlène Schiappa, ministre déléguée auprès du ministre de l’Intérieur, chargée de la citoyenneté, et Olivier Véran, ministre de la Santé.

      « Je suis libérée ! Je vais pouvoir rester avec mes résidents [de l’Ehpad] et mes collègues, donner le meilleur de moi-même. Je vais continuer à me battre aux cotés de mes collègues dans cette crise sanitaire », a-t-elle confié à InfoMigrants, quelques heures après l’annonce, encore sous le coup de l’émotion.

      « Que je travaille en France, c’était le rêve de mon mari et il va pouvoir se réaliser. »

      Mariée à un Français avec qui elle a vécu pendant 20 ans au Bénin, Lydia Veyrat est arrivée en France en mai 2019 après la mort de son époux. Le couple avait prévu de venir s’installer dans l’Hexagone pour des raisons médicales, Monsieur Veyrat étant très malade. Cet ingénieur en électricité n’a malheureusement pas eu le temps d’arriver en France et est mort dans son pays.

      De son côté, Lydia Veyrat – qui avait déjà quitté son emploi d’infirmière au Bénin pour s’installer en France – a décidé de venir seule en Savoie afin de régler la succession de son mari. Elle a rapidement trouvé un emploi d’aide-soignante et avait signé un CDI dans un Ehpad en octobre dernier.

      Pourtant, son renouvellement de titre de séjour a été refusé et la soignante a reçu une Obligation de quitter le territoire français (OQTF), au motif, notamment, qu’elle ne serait pas assez intégrée à la société française.

      Le recours déposé par son avocat Me Didier Besson devant le tribunal administratif de Grenoble avait été rejeté lundi.
      Découragement

      « Mme Veyrat commençait vraiment à se décourager. Moi, je lui disais de tenir bon car je voyais l’ampleur de la couverture médiatique de l’affaire », a-t-il déclaré à InfoMigrants.

      Selon lui, « c’est vraiment le fait que Mme Veyrat soit soignante qui a débloqué les choses ». « J’ai d’autres cas de personnes [dans la même situation] qui sont aberrants » mais qui ne reçoivent pas de réponse favorable, souligne le conseil.

      « Les services de la préfecture de Savoie prendront l’attache de Madame Guinnou veuve Veyrat aujourd’hui pour formaliser cette décision », affirme le communiqué commun de Marlène Schiappa et d’Olivier Veran,

      Didier Besson, lui, dit s’attendre à ce que la préfecture « traîne la patte comme d’habitude ». « Il manque toujours un papier, après ils nous renvoient sur leur site. Il faut parfois que j’accompagne des personnes à la préfecture pour qu’ils acceptent d’enregistrer leur dossier », déplore-t-il. « Mais là, ils ne vont pas voir le choix, ils vont devoir plier. »

      https://www.infomigrants.net/fr/post/28801/lydia-veyrat-aide-soignante-beninoise-menacee-d-expulsion-va-obtenir-u

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 30/11/2020

      voir aussi :

      Finalement, Lydia Veyrat, infirmière béninoise venue en France pour y suivre son mari français et décédé depuis, travaillant en France comme aide-soignante auprès de patients COVID, ne sera pas expulsée ! La Préfecture de Savoie, devant la bronca sur les réseaux sociaux sans doute, lui remet une carte de séjour.

      https://seenthis.net/messages/888552

      CDB_77 @cdb_77
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  • @squat_net
    Squat.net @squat_net 9/07/2019

    #Chambéry : retour sur le #rassemblement de solidarité avec les proches de Lakhdar
    ▻https://fr.squat.net/2019/07/09/chambery-retour-sur-le-rassemblement-de-solidarite-avec-les-proches-de-lak

    Communiqué de presse / DAL 38 / 8 juillet 2019 CHAMBÉRY : MÉPRIS ET VIOLENCE POUR LA FAMILLE, LES AMI.ES, LES VOISIN.E.S ET LES PERSONNES SOLIDAIRES DE LAKHDAR, MORT ALORS QU’IL SE FAISAIT EXPULSER Le rassemblement de solidarité et de colère a réuni environ 150 personnes devant le conseil municipal de la ville, actionnaire majoritaire de […]

    #Grenoble #Savoie

    Squat.net @squat_net
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  • @sandburg
    Sandburg @sandburg CC BY-SA 13/10/2018

    Et là, tu regardes une vidéo de Farcement Savoyard…
    ▻https://youtu.be/jf1Q2IRfPlw?t=337


    http://www.savoie-mont-blanc.com/var/smb/storage/images/media/images/gastronomie-et-terroir/gastronomie/farcement-2/17125-5-fre-FR/Farcement-2_format_785x530.jpg

    Sandburg @sandburg CC BY-SA
    • @rastapopoulos
      RastaPopoulos @rastapopoulos CC BY-NC 14/10/2018

      Cette tension, ce suspens.

      #cuisine #Savoie

      RastaPopoulos @rastapopoulos CC BY-NC
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  • @squat_net
    Squat.net @squat_net 10/05/2018

    Bellecombe-en-Bauges (73) : attaque incendiaire d’une carrière Vicat
    ▻https://fr.squat.net/2018/05/10/bellecombe-en-bauges-73-attaque-incendiaire-d-une-carriere-vicat

    La ville progresse, la forêt s’amenuise. Et nous au millieu on s’y sent souvent bien vulnérables, incapables d’enrayer quoi que ce soit. Le béton qui suinte par tous les pores de cette société nous prive de vie, de ressentis, de substances. Les forêts gérées éco-durablement ressemblent à des charniers. La boule au ventre, les poings […]

    #actions_directes #arbres #Bure #Hambach #Notre-Dame-des-Landes #Savoie

    Squat.net @squat_net
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  • @deylord
    deylord @deylord 28/11/2017

    « Mime Suiveur » à Cluses (74)

    Le jeudi 21 décembre 2017, de 15 à 19 heures, l’artiste Mime Philippe PILLAVOINE que vous pouvez apercevoir à la télévision dans les publicités GiFi, ou sur la chaîne YouTube de Golden Moustache dans les sketch si justement intitulé « Le Mime », sera à Cluses (74) pour présenter son animation de « Mime Suiveur »... ▻https://www.silencecommunity.com/events/event/view/46789/« mime-suiveur »-a-cluses-74

    #animation #événementiel #mime #le_bateau_ivre #mime_suiveur #event #artiste_mime #Philippe_PILLAVOINE #PILLAVOINE #France # Rhône-Alpes #Savoie

    • #Cluses
    deylord @deylord
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  • @ville_en
    Enseigner la géographie / Ville En Guerre @ville_en CC BY-NC-ND 19/07/2017

    Préparation à l’agrégation interne d’histoire et de géographie #AgregInterneHG : GÉOGRAPHIE DE LA FRANCE

    LA FRANCE DES RÉGIONS :
    Quelques outils pour préparer des exemples aux échelles régionales et locales.

    AVANT DE COMMENCER : Se mettre au point sur la réforme territoriale
    Arnaud BRENNETOT et Sophie DE RUFFRAY, 2015, « Une nouvelle carte des régions françaises », Géoconfluences, rubrique Éclairage, 30 septembre 2015, en ligne : ►http://geoconfluences.ens-lyon.fr/actualites/eclairage/regions-francaises

    La carte des régions
    ►http://geoconfluences.ens-lyon.fr/actualites/eclairage/cartes/regionsfrcarte1

    UN OUVRAGE RÉCENT :
    CARROUÉ, Laurent, 2017, La France des 13 régions, Armand Colin, Paris, 336 p.
    ►http://www.armand-colin.com/sites/default/files/styles/couv_livre/public/images/livres/couv/9782200615369-001-T.jpeg?itok=oqX1G5Y6
    => à consulter pour se préparer une banque d’exemples à diverses échelles.

    DES ÉTUDES DE CAS AVEC LES ATLAS AUTREMENT :

    LASLAZ, Lionel, Christophe GAUCHON et Olivier Pasquet, 2015, Atlas Savoie Mont-Blanc. au carrefour des Alpes, des territoires attractifs, Autrement, collection Atlas/Monde, Paris.

    https://www.autrement.com/sites/default/files/couvertures/atlas-savoie-mont-blanc_9782746740280.jpg

    ▻https://www.autrement.com/ouvrage/atlas-savoie-mont-blanc-lionel-laslaz-christophe-gauchon-olivier-pasquet
    => pour des sujets sur la montagne en France (évidemment), mais aussi l’industrie, le tourisme, le patrimoine, la population, etc.
    http://le-cartographe.net/images/stories/publications/sav_carte_01.png http://le-cartographe.net/images/stories/publications/sav_carte_02.png http://le-cartographe.net/images/stories/publications/sav_carte_03.png http://le-cartographe.net/images/stories/publications/sav_carte_04.png http://le-cartographe.net/images/stories/publications/sav_carte_05.png

    Source des cartes : ▻http://le-cartographe.net/publications/316-atlas-savoie-mont-blanc

    GOURLAY, Florence et Roman LE DÉLÉZIR, 2011, Atlas de la Bretagne. Les dynamiques du développement durable, Autrement, collection Atlas/Monde, Paris.

    https://www.autrement.com/sites/default/files/couvertures/atlas-de-la-bretagne_9782746716155.jpg

    ▻https://www.autrement.com/ouvrage/atlas-de-la-bretagne-florence-gourlay-ronan-le-delezir-anne-le-fur-alain-
    => pour des sujets sur les littoraux, le développement durable, les ressources, les espaces productifs, les villes, etc.

    Christian PIHET (dir.), 2013, Atlas des Pays de la Loire. Entre attractive et solidarité, Autrement, collection Atlas/Monde, Paris.

    https://www.autrement.com/sites/default/files/couvertures/atlas-des-pays-de-la-loire_9782746732773.jpg

    ▻https://www.autrement.com/ouvrage/atlas-des-pays-de-la-loire-christian-pihet-jean-renard-andree-dubois
    => comme les précédents, à consulter pour de nombreux thèmes. Beaucoup de cartes très utiles pour préparer des croquis intermédiaires.

    #La_France_des_Régions #Réforme_Territoriale #Arnaud_Brennetot #Sophie_de_Ruffray #Laurent_Carroué #Lionel_Laslaz #Christophe_Gauchon #Florence_Gourlay #Roman_Le_Délézir #Christian_Pihet #Bretagne #Savoie #Savoies #Haute-Savoie #Haute_Savoie #Pays_de_la_Loire #Atlas #Agrégation #Agrégation_Interne #Agreg #AgregInterne #Agreg_Interne #Histoire #Géographie #Histoire_Géographie #Histoire_et_Géographie #Géographie_de_la_France #Agrégation_Interne_d_Histoire_et_de_Géographie #AgregInterneHG #Agreg_Intern_HG #Agreg_Interne_Histoire_Géographie

    Enseigner la géographie / Ville En Guerre @ville_en CC BY-NC-ND
    • @bce_106_6
      bce_106_6 @bce_106_6 19/07/2017

      Régions ?
      Landers ?

      bce_106_6 @bce_106_6
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  • @cdb_77
    CDB_77 @cdb_77 24/09/2016
    1
    @cela
    1

    Accueillir les migrants : émission spéciale en direct de #Saint-Brévin-Les-Pins

    La commune de Saint-Brévin-Les-Pins doit accueillir 70 migrants issus de la jungle de Calais dans les prochaines semaines. Aujourd’hui, Guillaume Erner et la rédaction s’installent au cœur de cette localité pour saisir, en direct, les débats que suscite cet enjeu majeur au sein de la population.

    ▻http://www.franceculture.fr/emissions/linvite-des-matins/accueillir-les-migrants-emission-speciale-en-direct-de-saint-brevin-le


    #accueil #asile #migrations #réfugiés #France #solidarité

    • #Calais
    • #Thal
    • #Calais
    CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 24/09/2016

      Saint-Brévin-Les-Pins comme #Pessat-Villeneuve... et son maire Gérard que j’avais rencontré en juin et avec qui je suis encore en contact.
      Hier la mairie de Pessat a décidé d’accueillir un centre pour réfugiés provenant de Calais ! Bravo à lui d’avoir réussi à convaincre la majorité du conseil communal !
      Pour rappel, un petit texte que j’avais écrit sur l’expérience de Pessat :
      Pessat-Villeneuve | « Un acte humanitaire qui donne un sens à l’action politique »
      ►http://asile.ch/2016/06/23/33066

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 30/09/2016

      #Villeurbanne et son maire prêts à accueillir des migrants de Calais

      Voilà une position qui devrait rassurer le préfet de Région Michel Delpuech. Ce lundi matin, dans un communiqué, Jean-Paul Bret annonce être prêt à accueillir des migrants de Calais à Villeurbanne.

      https://www.lyonmag.com/medias/images/thumb/460x345_14464150254_22d268da03_o7.jpg

      ▻https://www.lyonmag.com/article/83152/villeurbanne-et-son-maire-prets-a-accueillir-des-migrants-de-calais

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 3/10/2016

      #Allex, 2 500 habitants, se déchire sur l’accueil de 50 migrants

      A Allex, les divisions sont désormais gravées sur le bitume de la D93. Au sol, des « Non aux réfugiés » accompagnés de la flamme tricolore du Front national concurrencent des dizaines de « Welcome ». Depuis la rentrée, les habitants de ce village de 2 500 habitants perché sur une colline, à une vingtaine de kilomètres de Valence (Drôme), se déchirent sur l’installation d’un centre d’accueil et d’orientation (CAO) pour migrants dans le château Pergaud, situé à 3 kilomètres du centre.

      http://s2.lemde.fr/image2x/2016/10/01/534x0/5006683_6_5400_la-ville-d-allex-2500-habitants-est-situee_99d07a112d1fcac707ff7689c84db6a1.png

      ▻http://www.lemonde.fr/societe/article/2016/10/01/allex-2-500-habitants-se-dechire-sur-l-accueil-de-50-migrants_5006686_3224.h

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 17/10/2016

      Migrants : 900 réfugiés attendus dans la région

      La seconde vague de réfugiés délogés de la « jungle » de Calais est attendue dans la région la semaine prochaine. L’hiver dernier, le village basque de Baigorri a accueilli 48 migrants avec une chaleur qui détonne. Reportage.

      ▻http://www.sudouest.fr/2016/10/14/quand-la-region-ouvre-s-es-portes-aux-migrants-2534093-766.php

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 25/10/2016

      Une trentaine de migrants de Calais applaudis à leur arrivée à #Croisilles

      Ils sont les premiers migrants de Calais accueillis dans le département.

      ▻http://france3-regions.francetvinfo.fr/nord-pas-de-calais/trentaine-migrants-calais-applaudis-leur-arrivee-croisi

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 25/10/2016

      INTERACTIF. Migrants de Calais : la carte détaillée des #centres_d'accueil en France

      Où vont les migrants de Calais ? Commencée ce lundi matin, l’évacuation de la Jungle se déroulait pour l’instant dans le calme. A 14h00, plus de mille personnes avaient embarqué dans 25 cars pour rejoindre l’un des #CAO (Centre d’accueil et d’orientation) répartis à travers la France. Le démantèlement doit se poursuivre jusqu’à la fin de semaine. Le camp accueille entre 6.400 et 8.100 habitants, venus en majorité d’Afghanistan, du Soudan et d’Erythrée.

      ▻http://www.leparisien.fr/societe/interactif-migrants-de-calais-la-carte-des-centres-d-accueil-en-france-24

      #cartographie #visualisation

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 25/10/2016

      7585 places pour les exilés dans les CAO : quelle #répartition ?

      Le démantèlement du bidonville de Calais a débuté ce matin à 08h. Les premières personnes migrantes sont déjà parties dans les bus pour rejoindre les centres d’accueil et d’orientation (CAO). La Cimade publie la carte de France de l’implantation des centres.

      http://www.lacimade.org/wp-content/uploads/2016/10/La_Cimade_CarteCAO_24102016.jpg

      ►http://www.lacimade.org/7585-places-pour-les-exiles-dans-les-cao-quelle-repartition

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 26/10/2016

      Calais migrants given mixed reception in French towns

      As between 6,000 and 8,000 migrants get resettled across France, they’ve been given a mixed reception by the locals.

      ▻https://www.thelocal.fr/20161025/mixed-reception-for-calais-migrants-across-france

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 26/10/2016

      v. aussi : ▻http://seen.li/ba6y

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 26/10/2016

      La Dépêche / Midi Libre : la carte régionale des centres d’accueil des migrants

      T rente sites ont été retenus dans la région #Occitanie pour accueillir les migrants de Calais.

      ▻http://www.midilibre.fr/2016/10/24/la-depeche-midi-libre-la-carte-regional-des-centres-d-accueil-des-migrants

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 28/10/2016

      Le petit village de Campôme regrette ses migrants

      Les 18 migrants accueillis dans le petit village de #Campôme (Pyrénées-Orientales) sont tous repartis. Un départ que beaucoup d’habitants regrettent : ils s’étaient habitués aux réfugiés.

      ▻https://www.francebleu.fr/infos/societe/le-petit-village-de-campome-66-regrette-ses-migrants-1464246785

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 29/10/2016

      7585 places pour les exilés dans les #CAO : quelle #répartition ?

      Le démantèlement du bidonville de #Calais a débuté le 24 octobre à 08h. Les premières personnes migrantes sont déjà parties dans les bus pour rejoindre les centres d’accueil et d’orientation (CAO). La Cimade publie la carte de France de l’implantation des centres.

      https://pbs.twimg.com/media/CvhuQ6eWcAAQc18.jpg

      ►http://www.lacimade.org/7585-places-pour-les-exiles-dans-les-cao-quelle-repartition
      #destruction

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 1/11/2016

      Pour les migrants accueillis en France voisine, Calais, c’était mieux

      Des réfugiés de l’ancien camp sont désormais hébergés dans l’Ain et en Haute-Savoie. A #Bellignat, l’accueil se met doucement en place tandis qu’en Haute-Savoie l’extrême droite descend dans la rue

      ▻https://www.letemps.ch/monde/2016/10/30/migrants-accueillis-france-voisine-calais-cetait-mieux

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 1/11/2016

      Calais migrants face opposition at new, small-town destinations

      Required by the French government to welcome 87 migrants evicted from the sprawling Calais “Jungle” this week, this rustic hilltop community of ancient stone houses and 1,800 people erupted in outrage. Before the migrants even arrived, protesters had scrawled graffiti on its scenic streets, and the mayor had already submitted his resignation in the name of liberty.

      ▻https://www.washingtonpost.com/world/europe/calais-migrants-face-opposition-at-new-small-town-destinations/2016/10/29/884cd800-9b83-11e6-b552-b1f85e484086_story.html?platform=hootsuite
      #SAINT-BAUZILLE-DE-PUTOIS

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 10/11/2016

      v. aussi #Annemasse :
      ▻https://seenthis.net/messages/541041

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 23/12/2016

      À #Campôme, les villageois regrettent le départ des réfugiés

      Beaucoup de gens sont effrayés par l’arrivée des réfugiés. Surtout depuis le démantèlement de la jungle de Calais. Ils s’attendent à voir débouler des hordes d’étrangers le couteau entre les dents et le pantalon sur les chevilles. Si vous ne savez plus trop bien comment les rassurer, peut-être pourriez-vous leur raconter l’histoire qui va suivre…

      http://positivr.fr/wp-content/uploads/2016/10/campome-regret-depart-refugies-3.jpg

      ▻http://positivr.fr/campome-regret-depart-refugies
      #solidarité #asile #migrations #réfugiés #Pyrénées #montagne #France

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 23/12/2016

      Ces villes qui ont décidé d’accueillir les réfugiés

      Face à des États défaillants, certaines municipalités, en France et en Europe, s’organisent pour venir en aide aux migrants. À l’occasion du sommet sur les réfugiés organisé samedi au Vatican, Mediapart est allé à la rencontre de maires solidaires.

      ▻https://www.mediapart.fr/journal/international/091216/ces-villes-qui-ont-decide-daccueillir-les-refugies

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 30/12/2016

      Dans le Loiret, l’arrivée sans encombre de migrants sur une terre FN

      Il y a un an, #Pierrefitte-ès-Bois, dans le Loiret, où la moitié des habitants ont voté FN aux dernières élections, a accueilli des migrants de Calais.

      ▻http://www.europe1.fr/societe/dans-un-petit-village-du-loiret-larrivee-des-migrants-a-fait-reculer-le-fn-2

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 14/02/2017

      Vidéo : #Ferrette, un village alsacien qui redonne espoir aux migrants

      ▻https://www.youtube.com/watch?v=YUHjgRv7wh8

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 14/02/2017

      Que devient #Bonnelles, première commune à accueillir des réfugiés en France ?

      9 septembre 2015. Ils sont 78 migrants originaires d’Irak ou de Syrie et qui découvrent Bonnelles, petit village de 2.000 habitants, dans le département des Yvelines. Les réfugiés sont arrivés en bus de Munich, en Allemagne. Ils sont les premiers à trouver refuge en France.

      ▻http://www.francetvinfo.fr/replay-radio/ils-ont-fait-l-actu/que-devient-bonnelles-premiere-commune-a-accueillir-des-refugies-en-fra

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 14/02/2017

      Migrants dans un charmant village

      #Pouilly-en-Auxois, en #Bourgogne, accueille depuis février une soixantaine de réfugiés de la Corne de l’Afrique. Les habitants se montrent hospitaliers, tandis que l’extrême droite dénonce un envahissement

      ▻https://www.letemps.ch/monde/2015/05/21/migrants-un-charmant-village

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 14/02/2017

      À #Fourneaux en #Savoie, 32 migrants venus de Calais prennent leurs marques depuis une semaine

      Fourneaux,commune de 680 habitants, à la frontière italienne, compte désormais une trentaine de résidents supplémentaires.Les réfugiés, essentiellement des Soudanais, sont arrivés de la jungle de Calais fin octobre. Une installation qui a suscité des gestes de solidarité de la population ;

      ▻https://www.francebleu.fr/infos/societe/fourneaux-une-semaine-apres-pourquoi-l-accueil-des-refugies-se-passe-bien

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 14/02/2017

      Cette commune de la Vienne a accepté d’accueillir des réfugiés « et tant pis si on n’est pas réélus »

      Depuis juin, des demandeurs d’asile soudanais et afghans habitent dans les anciens logements des gendarmes de #Naintré, près de Châtellerault. La cohabitation avec les habitants se passe bien.

      www.francetvinfo.fr/monde/europe/migrants/cette-commune-de-la-vienne-a-accepte-d-accueillir-des-refugies-et-tant-pis-si-on-n-est-pas-reelus_1857031.html

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 8/02/2018
      @isskein

      #Châlons-en-Champagne : un réseau pour accueillir les jeunes migrants

      L’union fait la force. Plutôt que de multiplier les initiatives isolées pour héberger des jeunes à la rue, Marie-Pierre Barrière rêve de monter un #réseau_d’accueil.

      http://unena.rosselcdn.net/sites/default/files/dpistyles_v2/ena_16_9_extra_big/2018/02/06/node_74320/8042846/public/2018/02/06/B9714673533Z.1_20180206194115_000%2BGIVAL2QD5.1-0.jpg?itok=zHsSl3jD#.jpg

      ▻http://www.lunion.fr/74320/article/2018-02-07/chalons-en-champagne-un-reseau-pour-accueillir-les-jeunes-migrants
      #communes_solidaires #municipalités_solidaires
      via @isskein

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 29/04/2018

      French village opens its doors and its heart to African refugees

      Fifty-six women, men and children evacuated to France via Niger find a warm welcome in a tiny rural community.

      http://www.unhcr.org/thumb1/5ad9bbba3.jpg

      ▻http://www.unhcr.org/news/stories/2018/4/5ad8b0824/french-village-opens-its-doors-its-heart-african-refugees.html
      #Thal-Marmoutier

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 8/06/2018

      Le #CART : Collectif d’#Accueil pour les Réfugiés en #Trièves

      En septembre une coordination de 20 personnes, essentiellement mensoises, s’est portée volontaire pour jeter les bases de l’organisation de l’accueil. Puis elle a recensé tous les concours possibles proposés par les 150 personnes qui avaient répondu présent lors des 2 réunions publiques de septembre et de novembre.

      Les premiers réfugiés sont arrivés à #Mens puis au fur et à mesure des habitants d’autres villages se sont regroupés et organisent localement l’entourage du ou des demandeurs d’asile accueillis.

      La coordination du réseau continue de se réunir plusieurs fois par mois pour évaluer le dispositif, pointer les problèmes généraux et surtout continuer de réfléchir à la suite de la démarche. Les hébergements « glissants » tels que nous les organisons auront leur limite et il nous faut trouver des solutions pérennes notamment pour ceux qui vont obtenir le statut de réfugiés et décider de rester dans le Trièves.

      Le CART n’est pas une association. C’est un réseau, fondé sur une démarche collective, où chacun amène ce qu’il peut. A cet effet, la coordination est ouverte à quiconque souhaite y apporter son aide. Si vous souhaitez être informés de ses dates de réunions, faites-vous connaître en nous écrivant.

      https://i.imgur.com/7O9IcC8.png

      ▻https://reseaudioisaccueil.wordpress.com/2016/03/20/le-cart-collectif-daccueil-pour-les-refugies-en-trieve
      #France #solidarité #asile #migrations #réfugiés #hébergement #campagne #logement

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 19/09/2018

      Migrants en #Auvergne : la solidarité au quotidien

      Quand des citoyens ordinaires tendent la main aux étrangers. Le collectif #CASA est né à #Billom, en 2015, au plus fort de la crise des migrants. En trois ans, il a aidé 6 familles à survivre. Venues du Kosovo, de Syrie ou du Daghestan. Tara Schlegel est partie à la rencontre de ces bénévoles.

      https://cdn.radiofrance.fr/s3/cruiser-production/2018/09/52f920c1-016e-461e-a023-613458778893/738_20180717_183211.jpg

      ▻https://www.franceculture.fr/emissions/grand-reportage/migrants-en-auvergne-la-solidarite-au-quotidien

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 24/06/2019

      Luzy, village refuge

      En pleine campagne bourguignonne, #Luzy, commune de 2 000 habitants, accueille depuis la fin de l’année 2018, 45 demandeurs d’asile d’origine guinéenne, afghane, soudanaise, ou iranienne, etc. Pour ces hommes, ces femmes et ces enfants ayant fui les persécutions chez eux, Luzy fait figure de halte sur les routes de l’exil. Pour l’instant, ils sont suspendus à la réponse que les autorités françaises vont donner à leurs demandes d’asile.
      Ces quinze dernières années, Luzy perdait des habitants. Mais, depuis trois ans, il en gagne et le village renaît, notamment grâce à l’arrivée de ces nouveaux Luzicois, venus du monde entier.
      Engagés à les recevoir le mieux possible, les habitants de Luzy se sont mobilisés pour donner du sens à l’accueil et au vivre ensemble, entre parties de foot, cours de français, tournois de pétanque et bals trad’.

      http://scd.rfi.fr/sites/filesrfi/aefimagesnew/imagecache/rfi_16x9_1024_578/sites/images.rfi.fr/files/aefimagesnew/aef_image/siloinsiproche-luzy-23062019_0.jpg

      ▻http://m.rfi.fr/emission/20190623-france-luzy-village-refuge-accueil-refugies-migrants-vivre-ensemble-d

      CDB_77 @cdb_77
    • @cdb_77
      CDB_77 @cdb_77 21/01/2020
      @odilon

      En #Lozère, le village de #Chambon-le-Château accueille des demandeurs d’asile

      Depuis 2003, ce petit village a fait de l’accueil des migrants sa spécialité. Les demandeurs d’asile ont permis de redynamiser cette commune rurale.

      À Chambon-le-Château, on a fait le choix de l’hospitalité. En 2003, un centre d’accueil de demandeurs d’asile (CADA) a ouvert. Depuis, le village de 292 habitants connaît une deuxième jeunesse.

      L’école a été sauvée de la fermeture par l’arrivée d’enfants étrangers venus de Syrie, de Tchétchénie, de Mongolie... Tous doivent apprendre le français avant d’intégrer les classes ordinaires. Dans un premier temps, certains parents ont inscrit leurs enfants dans d’autres écoles « un petit peu par peur », confie à France 3 l’enseignante Peggy Campel. Mais au fil du temps, l’expérience a séduit et désormais, les parents d’élèves saluent cette ouverture sur le monde.
      Les habitants globalement satisfaits

      Depuis 2003, 500 personnes sont passées par le CADA. En ce moment, elles sont 55. Le village connaît une vraie dynamique. Le maire Michel Nouvel a lancé un programme de rénovation pour reloger les étrangers. Sans cela, beaucoup de demeures seraient à l’abandon.

      Une famille mongol attend d’obtenir ou non le statut de réfugiés. En attendant, ils n’ont pas le droit de travailler et perçoivent une petite indemnité. C’est trop peu pour dépenser beaucoup dans les commerces et dans le village, certains grincent. « J’estime qu’il y avait assez de parasites, de gens qui vivent au crochet de la société en France sans qu’on en importe à outrance », déclare Jean Lahondes, un riverain. Mais globalement, les habitants sont plutôt satisfaits de la situation.

      ▻https://www.francetvinfo.fr/monde/europe/migrants/en-lozere-le-village-de-chambon-le-chateau-accueille-des-demandeurs-d-a

      –----

      voir aussi :
      – signalé en 2015 : ▻https://seenthis.net/messages/403039
      – et il y quelques jours par @odilon : ▻https://seenthis.net/messages/821181

      CDB_77 @cdb_77
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  • @af_sobocinski
    AF_Sobocinski @af_sobocinski CC BY-NC-ND 12/04/2016
    1
    @maieul
    1

    La #centrale_nucléaire du #Bugey menace la #Savoie
    ▻http://www.reporterre.net/La-centrale-nucleaire-du-Bugey-menace-la-Savoie

    Qu’en serait-il si un accident similaire [à Fukushima] se produisait au Bugey ? La Savoie entière perdrait son économie et son âme. Les eaux minérales d’Évian, de Thonon, d’Aix seraient impropres à la consommation, ou à défaut, délaissées par les consommateurs. Idem pour les reblochons : pastilles vertes pour « fermiers », rouges pour « laitiers », jaune et noir pour « irradiés » ? Idem pour les tommes, beauforts, abondances ou autres chevrotins… mais aussi nos vins, et autres produits du terroir qui marquent l’identité savoyarde. L’#économie touristique serait aussi anéantie. Qui viendrait encore en vacances se baigner dans un lac irradié, ou surfer une poudreuse d’isotopes radioactifs, ou rechercher le calme intérieur dans une montagne contaminée ? Le risque pour la Savoie est immense

    #nucléaire #agriculture #tourisme

    AF_Sobocinski @af_sobocinski CC BY-NC-ND
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  • @solitudemaisdishuits
    Solitude1802 @solitudemaisdishuits CC BY-NC 25/01/2016
    4
    @rezo
    @jef_klak
    @7h36
    4

    La liste est dans l’armoire
    ▻http://jefklak.org/?p=2807

    Leveurs de mal et institutions médicales dans le nord des Alpes Par Julia Zortea Dans le nord des Alpes, en Haute-Savoie et en Suisse romande, il n’est pas rare de faire appel aux talents d’un « leveur de mal » pour supprimer une douleur ou guérir une pathologie, jusque dans les services des (...) — Textes

    Solitude1802 @solitudemaisdishuits CC BY-NC
    • @jef_klak
      Jef Klak @jef_klak 25/01/2016

      Face à la présence de listes de coupeurs de feu, actualisées par les soignants, dans les services des urgences de plusieurs hôpitaux des cantons suisses de Genève, de Vaux ou du Valais, les étudiants s’interrogent donc. « Comment se fait-il que l’hôpital, où règne en maître l’Evidence-based medecine , ait laissé une place, quelle qu’elle soit, à des praticiens dont le mode d’action peut faire penser à un rituel magique, ancestral, et certainement difficile à admettre pour tout esprit cartésien ? », écrivent Sophie Martinelli, Victoria Pozo et Juliet Zingg en introduction de leur mémoire de licence. Ces trois infirmières ont réalisé des entretiens avec le personnel des urgences de l’hôpital universitaire de Genève en 2011, où une liste est accrochée « à l’intérieur d’une armoire », et où l’on est bien incapable d’expliquer « comment la liste est arrivée là ». Comme ailleurs, en Haute-Savoie ou en Suisse, cette feuille de papier ne mentionne que des coupeurs de feu appelés pour réduire les douleurs des brûlures. À l’issue de leur enquête, les trois jeunes femmes estiment que l’existence de ces pratiques soulève bien plus de questions sur le «  sens de la biomédecine et le rôle des soignants » que sur leur « simple efficacité thérapeutique ».

      #medecine #hôpital #leveurs_de_mal #coupeurs_de_feu #placebo #zététique #Suisse #Savoie #magie #sorciers #sorcières

      http://jefklak.org/wordpress/wp-content/uploads/2016/01/Tellurismes-10-encre-de-chine-sur-papier-36-x-48-cm-Yann-Bagot-2014.jpg

      Illustration : Yann Bagot

      ▻http://www.yannbagot.com

      Jef Klak @jef_klak
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  • @cdb_77
    CDB_77 @cdb_77 25/04/2015

    #Atlas #Savoie #Mont-Blanc

    Dans le contexte de la création de la collectivité territoriale Savoie Mont-Blanc, rapprochement de la Savoie et de la Haute-Savoie, les auteurs s’attachent à analyser les points communs et les spécificités de ces départements aujourd’hui.

    http://www.le-cartographe.net/jupgrade/images/stories/publications/sav_couverture.jpg

    ▻http://www.le-cartographe.net/jupgrade/publications/316-atlas-savoie-mont-blanc
    #cartographie #livre #montagne

    • #Mont
    • #Mont-Blanc
    CDB_77 @cdb_77
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  • @olivier_sc
    Olivier-SC @olivier_sc 21/08/2012

    Soleil en Haute Savoie, neige et glaciers de plus en plus en recul... Ces moments hors de Paris, dans la verdure, font du bien ! Bonne semaine à toutes et tous ! Vous pouvez toujours faire un signe là : ►http://blogoliviersc.org

    #neige #glaciers #Savoie #Paris

    Olivier-SC @olivier_sc
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