• Le barche dei migranti diventano un’orchestra. Alla Scala il primo concerto

    Dal legno delle imbarcazioni arrivate a Lampedusa violini, viole, violoncelli e contrabbassi. Il 12 febbraio suoneranno Bach e Vivaldi a Milano, in uno teatri più prestigiosi del mondo

    E alla fine approdano alla Scala di Milano. Sono violini, viole, violoncelli e contrabbassi costruiti con i legni delle barche dei migranti, arrivate a Lampedusa cariche di vite e di speranze, ma anche di morte e di lamenti. È l’Orchestra del Mare, quella che lunedì 12 febbraio suonerà per la prima volta, e lo farà nel teatro più famoso al mondo, con i suoi strumenti ancora verdi e azzurri e gialli come le assi dei gozzi che erano pochi mesi fa. Legni ben diversi dai pregiati abeti e aceri utilizzati nella liuteria, legni crepati, intrisi di gasolio e di salsedine, eppure casse armoniche in grado di suonare Bach e Vivaldi…

    Così come crepate sono le mani che hanno saputo trasformare le barche in orchestra, mani di uomini detenuti nel penitenziario milanese di Opera – i loro nomi sono Claudio, Nicolae, Andrea, Zurab –, diventati liutai sotto la guida di maestri esperti.

    Non poteva allora che chiamarsi Metamorfosi il progetto che ha dato vita a tutto questo, ideato dalla “Casa dello spirito e delle arti”, la fondazione creata nel 2012 per offrire all’umanità scartata un’opportunità di riscatto attraverso la forza inesauribile della bellezza e i talenti che ciascuno ha, anche in un carcere. «L’idea è nata come nella parabola della moltiplicazione dei pani e dei pesci – sorride Arnoldo Mosca Mondadori, presidente della Fondazione –: nel carcere di Opera da dieci anni funzionava la liuteria, dove il maestro liutaio Enrico Allorto e le persone detenute realizzavano i violini da donare ai ragazzini rom che al Conservatorio di musica non potevano permettersi uno strumento. Ma nel dicembre del 2021 portai nel laboratorio quattro legni delle barche di Lampedusa per fare un presepe e loro invece ne fecero un violino. Rimasi stupefatto, la loro idea si poteva moltiplicare, già mi immaginavo un’intera orchestra, poi – dissi loro – suonerà alla Scala».

    L’unico a credere subito a quella follia è stato Andrea, anni di carcere pesante in Tunisia e poi in Italia, nome d’arte Spaccabarche, perché lui e Claudio smontano i gozzi, Nicolae e Zurab li “rimontano” in violini e violoncelli. «Fu Andrea a darmi l’idea di rivolgermi all’allora ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e chiedere che quegli scafi, fino a quel momento sotto sequestro per essere polverizzati e poi bruciati, venissero invece dati a noi e da “rifiuti speciali” diventassero memoria viva – continua Mosca Mondadori –. I Tir ne hanno trasportate in carcere un centinaio, così com’erano…».

    «Con all’interno scarpe, biberon, vestiti, salvagenti, tutine da neonato – racconta Andrea “Spaccabarche” –, allora ti chiedi chi era quella gente, se si sono salvati, da quale disperazione dovevano scappare, e rifletti su te stesso: c’è qualcuno che sta molto peggio di me e questo ti dà quel po’ di umiltà che nella vita non fa mai male, anche perché è quella che ti consente di continuare a imparare, quindi di cambiare».

    Metamorfosi, appunto. «Si tratta soprattutto di legni di conifere, che usiamo per il fasciame degli strumenti», spiega Enrico Allorto, che con Carlo Chiesa è il maestro liutaio, «mentre per lo scheletro utilizziamo un altro legno più duro di cui non conosco il nome. Sono alberi africani oppure, chissà, di importazione, non sappiamo quelle barche da dove arrivassero. Ovviamente non hanno la resa dei veri legni di liuteria, ma cerco i pezzi più adatti: i più leggeri per simulare l’abete rosso e i più pesanti per imitare l’acero di cui è fatto il fondo. È chiaro che sono legni difficili, hanno addosso la vernice delle barche, le crepe, i buchi: mentre costruiamo gli strumenti ripariamo i danni, ma c’è una sofferenza in questi difetti e il fatto che riescano comunque a suonare scuote emotivamente. Da quei violini esce un Sos, “non lasciateci morire”, anche i musicisti suonando si commuovono».

    E a suonarli alla Scala saranno alcuni tra i più grandi al mondo: i violoncellisti Mario Brunello e Giovanni Sollima e il violinista francese Gills Apap “dialogheranno” con i tredici strumentisti dell’Accademia dell’Annunciata diretti da Riccardo Doni, mentre l’installazione scenografica sarà un dono di Mimmo Paladino, artista di fama internazionale. «Il suono di questi strumenti viene da lontano: lontano al di là del Mediterraneo, e lontano nel tempo, forse di secoli», commenta Mario Brunello, solista abituato ad esibirsi con le orchestre più prestigiose con il suo prezioso violoncello “Maggini” dei primi del ‘600. «Quel legno che ha attraversato il mare ora suona il Terzo Concerto Brandeburghese di Bach e L’Inverno di Vivaldi, poi una pagina di virtuosismo violinistico come il celebre Preludio di Kreisler o l’affascinante White Man Sleeps di Kevin Volans, compositore sudafricano. Chiude il programma Violoncellos Vibrez di Giovanni Sollima», violoncellista che nei teatri si esibisce con il suo “Francesco Ruggeri” del XVII secolo ed è il compositore italiano contemporaneo più eseguito nel mondo.

    In ouverture lo scrittore Paolo Rumiz, triestino che ha nel sangue la poetica della frontiera e del viaggio, leggerà “La memoria del legno”, testo crudo e tagliente in cui l’albero racconta in prima persona le sue metamorfosi, dalla crescita in Africa come patriarca venerabile abitato dalle anime dei trapassati, a quando viene abbattuto da una scure senz’anima e attraverso il deserto arriva al mare. Lì trova mani delicate che lo trasformano in barca per pescatori. Dimenticato sulla spiaggia, è poi violentato da mani di trafficanti e in mare aperto ode le voci del suo carico umano. All’approdo finale è marchiato a fuoco come corpo del reato e verrebbe bruciato se altre mani delicate non lo trasformassero invece in violini. «L’ho scritto in metrica rigorosamente dispari, endecasillabi e settenari – spiega Rumiz – perché il ritmo pari è quello usato per far marciare gli eserciti». “Voi non mi riconoscerete – comincia l’albero – perché quando sono arrivato puzzavo di vomito e salsedine, ma ora vi racconto la mia storia…”.

    Tutti gli artisti prestano gratuitamente i loro talenti per il progetto Metamorfosi: «L’articolo 27 porta il Vangelo nella Costituzione, dice che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato – ricorda Mosca Mondadori – e niente come un lavoro ricostruisce la dignità delle persone». Tra le carceri di Opera a Milano), Secondigliano a Napoli, Monza e Rebibbia a Roma «diamo lavoro a venti persone con contratti a tempo indeterminato. Le persone cambiano per davvero, ne ho viste passare tante e tutte ce l’hanno fatta grazie al lavoro, sia in carcere che dopo: la misericordia supera i tempi della giustizia». Sembrano sogni, ma sono realtà imprenditoriali che richiedono grande concretezza, «i conti a fine anno devono tornare e ogni mese abbiamo stipendi da pagare, ci sostengono Intesa Sanpaolo e Confcommercio insieme a generose Fondazioni (Cariplo, Peppino Vismara, Santo Versace, Alberto e Franca Riva, Comunità di Monza e Brianza): non sono idee astratte, sono persone, e tu le vedi rinascere».

    Ne sa qualcosa Nicolae, il liutaio che “rimonta” le barche in viole e contrabbassi: «In liuteria mi dimentico di essere in carcere e mi sento utile, se sono in grado di costruire, allora non sono così scarso da non poter fare niente, solo che non ho avuto fortuna né ho trovato i riferimenti giusti nella vita. Non cerco giustificazioni per ciò che ho fatto, dico solo che ho capito che il mondo non è soldi e bella vita, ci sono tante cose piccole che possiamo dare l’uno all’altro – dice accarezzando il pezzo colorato del futuro violino che sta lavorando –. Io do il mio contributo qui dentro, in silenzio, ma poi quando qualcuno suonerà questo violino io spero che muoverà qualcosa nel mondo», assicura commosso. «A rovinarci è la sete di potere, invece la terra è di tutti e alla fine di nessuno: siamo solo di passaggio».

    L’Orchestra del Mare non si ferma qui, presto si aggiungeranno un clavicembalo, percussioni, chitarre, il liuto arabo, vari strumenti del mondo mediterraneo, «tutto ciò che si può costruire con le barche», e magari dopo la Scala arriveranno altri grandi teatri. Dal carcere di Secondigliano escono già mandolini e chitarre, la prima è stata suonata da Sting in persona l’aprile scorso nel carcere napoletano. «Il mio tormento d’amore è sempre stato la necessità di comunicare il mistero dell’Eucarestia, cioè la presenza del Crocefisso e Risorto nell’Ostia – riprende Mosca Mondadori – e questi sono strumenti eucaristici, perché hanno dentro la morte ma anche la speranza, e il loro suono arriva a tutti i cuori, anche se non credenti». Arriverà certamente ai 1.850 spettatori che hanno già fatto il “tutto esaurito” per il 12 febbraio e ai detenuti delle quattro carceri, gli unici che potranno vedere lo spettacolo in streaming nei loro auditorium.

    Solo i detenuti liutai saranno alla Scala ad ascoltare i “loro” strumenti, come fossero figli loro, due addirittura saranno in palco reale assieme al sindaco Beppe Sala, al cardinale Josè Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero vaticano per la Cultura e l’Educazione, alla vicepresidente del Senato Maria Domenica Castellone, al capo del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) Giovanni Russo, al direttore del carcere di Opera Silvio Di Gregorio, tutti lì alla pari. Il perché lo ha spiegato papa Francesco, per il quale nel 2022 ha suonato il primo violino costruito con le barche, quello del presepe mancato: «Quando entro in carcere mi faccio sempre una domanda: perché loro e non io? Avrei potuto agire peggio di loro», che forse sono stati sfortunati, o deboli, o hanno avuto una famiglia difficile. Aiutare i carcerati, ha ricordato Francesco ai volontari della Casa dello Spirito e delle Arti, «è una delle cose che Gesù dice che ci farà entrare in Cielo, ero carcerato e siete venuti a trovarmi. Ma resta quella domanda: perché loro e non io?».

    È la stessa domanda che vale per chi partì su quelle barche diventate orchestra, fossi nato nella loro guerra, piegato dalla loro miseria, non sarei partito anch’io?, conclude Arnoldo Mosca Mondadori. «Se ci fosse mio figlio su quel gozzo, vorrei che fosse rimpatriato in Libia in un campo di concentramento o pregherei perché venisse accolto con umanità nel Paese in cui è arrivato? Questa è la domanda dirimente che, chiunque noi siamo, dobbiamo onestamente farci. Tutta Metamorfosi si riassume in questo unico interrogativo».

    https://www.avvenire.it/attualita/pagine/se-le-barche-diventano-un-orchestraalla-scala-lo-s
    #mémoire #embarcations #Méditerranée #migrations #réfugiés #naufrages #musique #instruments_de_musique #concert #Lampedusa #Orchestra_del_Mare #bois

    • #Metamorfosi

      Un progetto di progetti per trasformare il dolore in nuova speranza.

      «Metamorfosi» è un progetto della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti in collaborazione con il Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria e l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli.

      Il progetto è reso possibile grazie a Fondazione Cariplo, Intesa Sanpaolo, Fondazione Peppino Vismara, Fondazione della Comunità di Monza e Brianza Onlus.

      Il progetto “Metamorfosi” è stato insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 79° Festival del Cinema di Venezia durante il quale è stato proiettato il cortometraggio che racconta il progetto.

      Di fronte alla tragedia contemporanea che vede il Mar Mediterraneo come il più grande cimitero d’Europa e di fronte al dramma a cui stiamo assistendo quotidianamente di milioni di persone in fuga dalla guerra, la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti ha voluto pensare a un progetto culturale e di conoscenza a cui ha dato il nome di «Metamorfosi».

      “Metamorfosi” è innanzitutto un concetto che vuole richiamare l’attenzione verso ogni persona costretta a fuggire dal proprio Paese a causa di guerre, persecuzioni e fame.

      “Metamorfosi” perché la proposta di porre lo sguardo su questi temi avviene attraverso non solo una metafora, ma una vera e propria metamorfosi: quella del legno dei barconi, trasportati dal molo Favarolo di Lampedusa in alcune carceri italiane, che viene trasformato in strumenti musicali e oggetti di testimonianza di carattere sacro.

      «Metamorfosi» affinché le persone e soprattutto i giovani possano conoscere una realtà, quella dei migranti, che viene spesso rimossa, guardata con indifferenza o affrontata e raccontata in modo ideologico.

      “Metamorfosi” perché a trasformare il legno dei barconi provenienti da Lampedusa in oggetti di speranza sono le persone detenute che vengono coinvolte nel progetto.

      Come nasce l’idea

      L’idea del progetto “Metamorfosi” è nata nel dicembre 2021 quando, all’interno del Laboratorio di Liuteria e Falegnameria nella Casa di Reclusione Milano-Opera, progetto istituito dal 2012, la Fondazione ha chiesto al falegname di Lampedusa Francesco Tuccio, di portare dei legni per costruire dei presepi che, nel tempo della pandemia, potessero essere un segnale di speranza per tutti, credenti e non credenti.

      Presepi dunque realizzati, sotto la guida di Francesco Tuccio, dalle persone detenute con il legno di una tragedia contemporanea.

      Nell’ambito di questa iniziativa, con alcuni dei legni è stato costruito un violino, utilizzando una tecnica risalente al 1500, con la quale in Inghilterra venivano costruite le viole da gamba.

      Il violino realizzato produce un suono che ha stupito musicisti e esecutori per la sua limpidezza.

      Il musicista e compositore Nicola Piovani, quando per primo lo ha ascoltato, ha deciso di scrivere una composizione dal titolo “Canto del legno”, che è stata eseguita davanti al Santo Padre dal primo violino dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Carlo Parazzoli.

      Questo primo violino tratto dal legno dei barconi è stato chiamato “Violino del Mare”.

      La collaborazione con il Ministero dell’Interno e con l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli

      Da qui prende spunto la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti per chiedere all’ex Ministro degli Interni Luciana Lamorgese 60 imbarcazioni provenienti dal molo Favarolo di Lampedusa, affinché potessero essere creati, all’interno della Liuteria del carcere di Opera e di altre liuterie presenti in diverse carceri italiane, strumenti musicali: violini, viole e violoncelli per la nascita di una vera e propria “Orchestra del Mare”.

      Le imbarcazioni, grazie alla collaborazione con ADM, sono state trasportate da Lampedusa all’interno del carcere di Opera.

      Il progetto prevede di far suonare questi strumenti musicali ad orchestre italiane e straniere, portando con essi una cultura della conoscenza, dell’accoglienza e dell’integrazione, attraverso la bellezza e le armonie.

      Nello specifico, nel corso del 2022 sono stati costruiti, dalle persone detenute nelle diverse Case di Reclusione, un secondo violino, una viola e un violoncello; nel corso del 2023 saranno costruiti altri 6 violini e nel corso del 2024 saranno costruiti altri 8 strumenti ad arco.

      A coordinare la formazione e il lavoro delle persone detenute sono esperti liutai, come

      il liutaio Enrico Allorto che sta coordinando la Liuteria nel carcere di Opera.

      Strumenti musicali, Croci e Rosari

      Gli strumenti ricavati dai barconi trasportati nel 2022 da Lampedusa nelle diverse carceri, verranno dunque suonati dalle orchestre che aderiranno al progetto e viaggeranno, come segno di testimonianza, in Italia e all’estero. «L’Orchestra del Mare» è perciò un progetto di adesione e prenderà vita nel momento in cui gli strumenti ricavati dai barconi verranno di volta in volta suonati dalle orchestre che aderiranno al progetto. Un viaggio per testimoniare in Italia e all’estero, attraverso l’armonia, il dramma che vivono quotidianamente migliaia di persone migranti in tutto il mondo. Nel triennio 2022- 2024, insieme agli strumenti musicali che comporranno l’"Orchestra del Mare", nei Laboratori di Liuteria e Falegnameria all’interno delle carceri, verranno costruite migliaia di croci da donare alle scuole italiane. Inoltre, con lo stesso legno dei barconi, nel carcere di Monza e in quello di Rebibbia a Roma e con il coinvolgimento della Casa di Accoglienza Profughi Centro Astalli e l’Opera Cardinal Ferrari di Milano che accoglie persone senzatetto, saranno realizzati rosari che verranno donati al Santo Padre.

      La Rete delle Liuterie e Falegnamerie nelle carceri italiane

      Con l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli e il Dap, la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti nell’agosto 2022 ha firmato un Protocollo per la creazione di una Rete di Liuterie e Falegnamerie nelle carceri italiane al fine di dare al Paese un forte segnale di testimonianza che ponga al centro la cultura e la dignità della persona.

      Ad oggi, le Case di Reclusione coinvolte sono quelle di: Milano- Opera, Monza, Rebibbia e Secondigliano.

      In ogni laboratorio, attraverso la Cooperativa Casa dello Spirito e delle Arti, sono assunte dalle tre alle cinque persone detenute.

      L’obiettivo comune delle diverse Liuterie e Falegnamerie è, dunque, la creazione di strumenti musicali che andranno a comporre l’”Orchestra del Mare” e di oggetti dal forte significato simbolico e sacro come, appunto, croci e rosari.

      I liutai e i falegnami coinvolti nelle diverse carceri restano in comunicazione tra di loro per coordinare il lavoro delle persone detenute in coerenza con gli obiettivi del comune progetto “Metamorfosi”.

      Il percorso immersivo per gli studenti

      “Metamorfosi” è un progetto anche di conoscenza.

      Il percorso proposto alle scuole e alle Università si svolgerà, a partire dal 2023, nella Casa di Reclusione Milano-Opera, dove tre barconi sono stati posti all’interno del carcere formando quella che è stata chiamata la «Piazza del Silenzio». All’interno di questa piazza situata al centro del Carcere, i giovani potranno partecipare ad una visita guidata, con la testimonianza di persone migranti che hanno vissuto personalmente il viaggio sui barconi.
      Questa esperienza potrà essere replicata, a partire dal 2024, anche nelle altre quattro carceri in collaborazione con le scuole e le Università locali.

      I momenti del percorso

      Ciascuna uscita didattico - formativa è suddivisa in diversi momenti.

      Il primo momento è nella “Piazza del Silenzio”: un narratore introdurrà il tema partendo dall’immigrazione del passato, in particolare dal racconto dell’emigrazione italiana e di come la storia si ripeta con i suoi pregiudizi e i suoi luoghi comuni.

      Dopo questo momento introduttivo, è prevista la testimonianza diretta di una persona migrante.
      I ragazzi sono invitati poi a meditare, ognuno in silenzio su un testo diverso, sulle testimonianze scritte da persone migranti tratte dal libro “Bibbia e Corano a Lampedusa” (La Scuola editore).

      I musicisti della Piccola Orchestra dei Popoli (progetto della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti) accompagnano questo momento suonando gli strumenti realizzati nel Laboratorio, primo tra i quali il “Violino del Mare”.

      Nella seconda parte del percorso, i ragazzi vengono accompagnati nella Liuteria dove possono conoscere le persone detenute mentre lavorano nella costruzione degli strumenti musicali.

      Un ultimo momento del percorso è di carattere teorico e accademico sui temi cardine del progetto a cura del RiRes - Unità di ricerca sulla Resilienza del Dipartimento di psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

      Ai ragazzi infine, è richiesto di restituire le loro emozioni, impressioni e riflessioni attraverso uno scritto personale.

      La Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti curerà una pubblicazione che racconterà l’esperienza, i pensieri e le emozioni degli studenti in collaborazione con l’Associazione Francesco Realmonte e il RiRes.

      Protocollo d’intesa tra la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti e il Museo del Violino di Cremona

      È stato condiviso tra la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti e il Museo del Violino di Cremona, un protocollo di intesa nel quale uno dei violini prodotti nel carcere di Opera, è entrato nella collezione permanente del Museo del Violino e viene utilizzato presso l’Auditorium del Museo, soprattutto per momenti di natura didattica rivolti alle scuole. In queste occasioni, non solo “il Violino del Mare” viene suonato ma viene anche raccontata la sua storia attraverso il racconto delle guide e le immagini che ne testimoniano la storia.

      https://casaspiritoarti.it/it/progetti/metamorfosi

      #douleur #espoir

  • RIAS-Kutte kennt sich aus mit Kurt Pomplun
    http://www.rias1.de/sound4/rias_/kutte/kutte.html

    RIAS Berlin „Kutte kennt sich aus“ (1971-1977) mit Heimatforscher Kurt Pomplun
    „Rundschau am Mittag“ 31.12.1968 Joachim Cadenbach im Interview mit Kurt Pomplun (2:54): Im Juni ist ja die Temperaturen sehr erfreulich, auch wenn Napoleon behauptet hat, der deutsche Sommer ist ein grün angestrichner Winter.

    http://www.rias1.de/sound4/rias_/rundschau/rundschau/681231_rias_aktuell_rundschau_am_mittag_joachim_cadenbach_interview_kurt_pompl
    Auf der Seite können sie die Folgen 1 bis 127 hören.

    Kurt Pomplun – Wikipedia
    https://de.wikipedia.org/wiki/Kurt_Pomplun

    Kurt Pomplun (* 29. Juli 1910 in Schöneberg; † 5. August 1977 in Berlin) war ein deutscher Heimatforscher. Er publizierte Werke zur Geschichte Berlins und Brandenburgs, seiner Mundart und mündlich überlieferten Märchen und Sagen.
    ...
    Pomplun beantragte am 27. Dezember 1937 die Aufnahme in die NSDAP und wurde rückwirkend zum 1. Mai desselben Jahres aufgenommen (Mitgliedsnummer 5.585.940).[1] Bereits 1933 war er der SS beigetreten, in der er es mindestens bis zum Hauptscharführer brachte.
    ...
    Im Alter von 67 Jahren verstarb Kurt Pomplun am 5. August 1977 während einer Diskussion in der Schöneberger Buchhandlung Elwert und Meurer an Herzversagen.

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  • Romain Rolland était-il « poutiniste » ? Anne Morelli
    Source : https://www.investigaction.net/fr/romain-rolland-etait-il-poutiniste

    Il est très difficile de faire comprendre, en Belgique, aux étudiants d’aujourd’hui, l’enthousiasme qui a poussé, il y a cent ans, d’autres jeunes à participer – pour certains volontairement – à la Première Guerre mondiale. La rivalité entre les puissances européennes de l’époque leur semble incompréhensible.

    Rappelons qu’au début de la Première Guerre mondiale, la « Triple Entente » réunit la France, la Grande-Bretagne et la Russie tsariste dans le but d’isoler l’Allemagne. De l’autre côté, l’Allemagne, l’Autriche et l’Italie forment la « Triple Alliance ». Il est difficile de croire aujourd’hui que tous les « barbares » étaient réunis d’un même côté et les « démocrates » (alliés au tsar) de l’autre. Les jeunes actuels ont très généralement intériorisé la thèse de l’« inutile boucherie saignant une génération », et le nationalisme anti-boche du début du XXe siècle leur semble risible.

    Ils s’esclaffent franchement en apprenant que des rues de Bruxelles, dont le nom évoquait les « ennemis », ont été débaptisées après la défaite de l’Allemagne et de l’Autriche. De même, on n’a plus parlé, lorsque ces pays furent écrasés, de « café viennois », mais de « café liégeois » (pour saluer la résistance des forts de la ville à l’invasion allemande), et les « boules de Berlin » sont devenues pour un temps des « boules de l’Yser ». (1)

    Lorsqu’on en vient à leur parler de l’infime minorité qui – des deux côtés de la frontière – avait refusé de s’investir dans le conflit et avait prôné une solution négociée, on voit des jeunes auditeurs soulagés d’apprendre qu’au milieu de ce délire nationaliste, il y avait donc au moins quelques personnes sensées ne se laissant pas entraîner à la haine envers ceux qui ont une autre nationalité.

    La difficulté d’être pacifiste en temps de guerre
    Le principal ténor de l’humanisme internationaliste, Jean Jaurès, qui, quelques jours avant l’invasion allemande, galvanisait, au Cirque royal de Bruxelles, la foule venue l’acclamer et défilant au cri de « Guerre à la guerre », est assassiné le 31 juillet 1914.

    Sa voix est donc étouffée à la veille du conflit alors qu’elle était écoutée, et même vénérée, dans les divers partis socialistes des pays désormais belligérants.

    Reste alors la voix de Romain Rolland, homme de lettres, musicologue, internationaliste. Il cherche un moyen de communion entre tous les êtres humains. Il ne veut pas mettre à l’écart, comme le prônent les chauvinistes français, Beethoven et Richard Strauss (qui est d’ailleurs un de ses amis personnels) parce que nés dans le camp « ennemi ».

    Il critique les deux camps dans leur volonté belliciste et dénonce la démence dans laquelle sombre l’humanité.

    Ami de Stefan Zweig, il publie un appel pacifiste (Au-dessus de la mêlée) qui fait dire à Zweig que Rolland est la « conscience de l’Europe ».
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    Bien qu’il ait été couronné en 1915 par le Prix Nobel de littérature, Romain Rolland est vilipendé par tous les va-t-en-guerre et les médias dont ils se servent. Ses appels au désarmement et à la cessation des combats y sont évidemment ignorés.

    Prudemment exilé en Suisse, il est accusé d’être un traître à la patrie française, un agent de l’ennemi, un pion de Guillaume II, ce « Kaiser » allemand, qui sert d’épouvantail en France.

    Et aujourd’hui…
    La bêtise nationaliste est sans frontières et défie le temps.

    On a vu récemment l’Université « Bicocca » de Milan interdire à Paolo Nori de donner un cours consacré à l’écrivain russe Dostoïevski (1821-1881).

    Le concert d’un groupe folklorique suédois a été annulé à Uppsala parce que… il jouait de la balalaïka.

    Une cantate de Prokofiev (1891-1953) a été supprimée par l’Orchestre national de Slovaquie, comme la représentation de Boris Godounov de Moussorgski (1839-1881) par l’Opéra de Varsovie. Même la Scala de Milan a procédé à ces censures absurdes.

    Les musiciens et chefs d’orchestre détenteurs d’un passeport russe, quelles que soient par ailleurs leurs convictions politiques, sont « déprogrammés », écartés, montrés du doigt par des institutions culturelles européennes.

    L’Académie européenne du cinéma boycotte tous les films russes pour les « European Film Awards ».

    Cerise sur le gâteau dans l’excès de zèle et le ridicule, le MR bruxellois a suggéré qu’on débaptise la rue de Russie ( La Libre du 6 mai 2022), ignorant sans doute qu’en 1918 les fureurs nationalistes avaient déjà débaptisé à Bruxelles toutes les rues évoquant l’Allemagne et l’Autriche.

    « Pacifiste » est redevenu une injure comme lors de la Première Guerre mondiale et le mot équivaut aujourd’hui à être considéré comme un « agent de Poutine ».

    Romain Rolland, resté, malgré le conflit entre la France et l’Autriche alliée à l’Allemagne, l’ami de Stefan Zweig, n’aurait certainement pas davantage renié aujourd’hui son autre ami, l’écrivain russe Maxime Gorki, avec lequel il a échangé vingt ans de correspondance.

    Le dixième principe de propagande de guerre veut que celui qui n’adhère pas avec enthousiasme à la propagande de son pays soit vilipendé en tant qu’agent de l’ennemi.

    On taxerait donc en 2022, sans aucun doute, ce Prix Nobel de « poutiniste ».

    (1) Anne Morelli, Principes élémentaires de propagande de guerre, utilisables en cas de guerre froide, chaude ou tiède, nouvelle édition 2022 sous presse.

    #Romain_Rolland #pacifisme #guerre_mondiale #guerre #Jean_Jaurès #Stefan_Zweig #censure #va-t-en-guerre #médias Université de #Bicocca #Uppsala
    #Orchestre-national-de-Slovaquie #Opéra-de-Varsovie #Scala-de-Milan #european-film-awards #Moussorgski #Prokofiev

  • Ubisoft : Bigger Isn’t Always Better In Game Design - GameSpot
    https://www.gamespot.com/articles/ubisoft-bigger-isnt-always-better-in-game-design/1100-6502496

    “No part of a game should be driven by ’more is better.’ This is technology, and that does not dictate what games you build, but there are games that will definitely benefit from being bigger, more detailed, being able to scale and being greater than they are today,” he said. “I don’t think there’s a real connection between games being bigger and them being better or worse. It depends on the creators and how they want to spend their energy achieving their vision.”

    Ubisoft’s new Scalar technology is a cloud-based production tool for developers to build games faster, more efficiently, and at a scale previously impossible, according to Ubisoft. But what does this look like in practice? We still don’t know, and Ubisoft’s team in Stockholm isn’t ready to show the fruits of its labor on its new IP using the technology.

    Ubisoft Aiming To Make Games With « Limitless » Worlds Thanks To New Tech Scalar - GameSpot
    https://www.gamespot.com/articles/ubisoft-aiming-to-make-games-with-limitless-worlds-thanks-to-new-tech-scalar/1100-6501642

    As part of the 2022 Game Developers Conference, Ubisoft has announced a new game development technology that the Assassin’s Creed giant says will allow the company’s teams to create “limitless” worlds. Ubisoft Scalar is the new “cloud-native” technology, and it’s already being used by Ubisoft’s teams in Stockholm, Sweden and other offices around the globe.

    Si je comprends bien, Ubisoft développe la technologie Scalar qui permet de faire des jeux d’une taille encore jamais vue, tout en annonçant qu’il n’y a aucun intérêt à faire des jeux de grande taille ?

    #jeu_vidéo #jeux_vidéo #ubisoft #développement #technologie #scalar #ubisoft_scalar #ubisoft_massive #ubisoft_redlynx #ubisoft_production_technology #microservices #guillemette_picard

    • Ca fait longtemps que je ne suis plus bluffé par les jeux Ubisoft. Je trouve qu’ils font dans le fan-service. Coté game design (j’entends par la scenario, expérience de l’utilisateur), ils n’innovent pas, ne renversent pas la table, restent politiquement correct, fades.
      A l’exclusion de 1-2 cas particuliers.

    • En effet, il est difficile de dire qu’Ubisoft innove. À quelques exceptions près, qui tiennent de l’accident, l’entreprise se repose sur des genres et des licences identiques d’année en année, déclinées sous toutes les sortes.

      Mais c’est comme les FIFA, les gens ont peut-être besoin d’un Assassin’s Creed et d’un Far Cry tous les un à deux ans ? Et un Rayman de temps à autres ? D’une n-ième déclinaison de Rainbow Six ? L’entreprise semble se reposer sur des « valeurs sûres », plus ou moins connues, mais sans prise de risque.

  • Declaration of Faith-Based Organizations of the Scalabrini International Migration Network (SIMN) and RED CLAMOR
    #Covid-19#migrant#migration#scalabrini#Eglise#solidarite#venezuelien

    https://mailchi.mp/13a0e534d798/ml12oy3kzk-5055685?e=1e8fc94558

    The humanitarian crisis of the displacement of more than five million Venezuelans outside their country of origin has created innumerable challenges both in transit countries and those receivers within the Latin American region. COVID-19 has come to further widen the gaps of social and economic exclusion of millions of migrants, Venezuelans and their families who continue to be re-victimized by the pandemic. Despite health restrictions and the closing of international borders, Venezuelans continue to seek essential protection and support to survive the crisis and find security, with the option of returning to Venezuela.

  • Tackling #ethereum’s #blockchain Trilemma via Serenity, Ethereum 2.0
    https://hackernoon.com/tackling-ethereums-blockchain-trilemma-via-serenity-ethereum-2-0-1fb423a

    An overview of the impending transition towards Proof of Stake (Casper), #sharding, and Ethereum-flavored WebAssembly (eWasm)The following post is an academic-style piece written in April 2019. Depending on when you are reading this, much may have changed in the Ethereum roadmap.Introduction to Ethereum’s Scaling Issues & The Blockchain TrilemmaEthereum is a decentralized application platform that runs applications without any chance of fraud, censorship or third-party interference. Powering thousands of decentralized applications (dApps), Ethereum is hailed as one of the most defining digital currency projects of the era and is heavily utilized in both commercial and non-commercial settings. However, as the network continues to grow in terms of traffic, it has reached certain (...)

    #proof-of-stake-casper #scalability

  • What are Code Katas and Why Should we Care?
    https://hackernoon.com/what-are-code-katas-and-why-should-we-care-2e3f1b7e111c?source=rss----3a

    The REAL kata!While we, as software system developers, certainly know that our day to day work can bring a lot of satisfaction and improvement to our profession, there prove to be other ways that we can also try out to flex our coding “muscle”. “Kata” is a term borrowed from the world of martial arts. According to Wikipedia, a kata “is a detailed choreographed pattern of movements made to be practiced alone, but are also practiced within groups and in unison when training.” That sounds a bit different that what you might’ve expected. But if you think about it, our coding craft is not that much different. We practice a pattern of strokes, sometimes alone, but also in groups, you might know as teams, or pairs, that sometimes translate into pair programming sessions.The term “kata” in regard to (...)

    #software-development #tdd #code-kata #scala #scalatest

  • #grin Coin, the Private and Lightweight #mimblewimble Implementation
    https://hackernoon.com/grin-coin-the-private-and-lightweight-mimblewimble-implementation-a7c523

    A community focused project based on the Mimblewimble protocolGrin Coin is a privacy-focused, secure (PoW) and scalable cryptocurrency that supports electronic transactions without censorship and restrictions. Grin proposes a private and lightweight #blockchain, based on the Mimblewimble protocol.First, a little story about how Mimblewimble was introduced and what the software protocol is all about.MimblewimbleMimblewimble was born in 2016, when an anonymous individual, going by the pseudonym Tom Elvis Jedusor (a character from the Harry Potter books), signed into a #bitcoin IRS research channel, dropped a document and signed out. The document contained information about a new blockchain proposition titled: Mimblewimble (also a reference to a Harry Potter). An updated whitepaper of (...)

    #scalability

  • Understanding the scaling behaviour of #dynamodb OnDemand tables
    https://hackernoon.com/understanding-the-scaling-behaviour-of-dynamodb-ondemand-tables-80d80734

    Back when #aws announced DynamoDB AutoScaling in 2017, I took it for a spin and found a number of problems with how it works.At re:invent 2018, AWS also announced DynamoDB OnDemand. DynamoDB OnDemand tables have different scaling behaviour, which promises to be far superior to DynamoDB AutoScaling.Talking with a few of my friends at AWS, the consensus is that “AWS customers no longer need to worry about scaling DynamoDB”! So I ran a number of experiments to help me understand how OnDemand tables deal with sudden spikes in traffic.From 0 to 4000, no problem!Let’s assume that a newly created table can handle X amount of read/write throughput before it needs to scale. We can find out the value of X by:create a new tablegenerate a traffic that ramps up to Y writes/s throughput in one minute (using (...)

    #cloud-computing #scalability #cloud

  • #mapr-DB Spark Connector with Secondary Indexes
    https://hackernoon.com/mapr-db-spark-connector-with-secondary-indexes-df41909f28ea?source=rss--

    MapR Data Platform offers significant advantages over any other tool on the big data space. MapR-DB is one of the core components of the platform and it offers state of the art capabilities that blow away most of the NoSQL databases out there.An important add-on to MapR-DB is the ability to use, for writing and querying, Apache Spark through the Connector for Apache Spark. Using this connector comes very handy since it can read and write from spark to MapR-DB using the different Spark APIs such as RDDs, DataFrames, and Streams.Using the connector we can issue queries like the following one.https://medium.com/media/eaf9aff1c6b796823d99a0b32e11c030/hrefThe resulting type is a Dataframethat we can use as any other Dataframe from any other source, as we normally do in Spark.If we then filter (...)

    #programming #big-data #apache-spark #scala

  • #beam, the #privacy Focused #cryptocurrency Built on The Mimblewimble Protocol
    https://hackernoon.com/beam-the-privacy-focused-cryptocurrency-built-on-the-mimblewimble-protoc

    Mimblewimble was born in 2016, when an anonymous individual, going by the pseudonym Tom Elvis Jedusor (a character from the Harry Potter books), signed into a Bitcoin IRS research channel, dropped a document and signed out. The document contained information about a new #blockchain proposition titled: Mimblewimble (also a reference to a Harry Potter). An updated whitepaper of Mimblewimble was published by Andrew Spoelstra on the 6th of October 2016.The original Mimblewimble document contained a new approach to the blockchain-based ledger. It proposes a change in transaction construction from Bitcoin’s, making it much faster and scalable. Mimblewimble utilizes some of the originally intended tricks for Bitcoin to empower the privacy of transactions (Greg Maxwell’s CoinJoin and Confidential (...)

    #scalability

  • The #blockchain #scalability Problem & the Race for Visa-Like Transaction Speed
    https://hackernoon.com/the-blockchain-scalability-problem-the-race-for-visa-like-transaction-sp

    Yes, blockchain has a scalability problem. Here’s what it is, and here’s what people are doing to solve it.The battle for a scalable solution is the blockchain’s moon race. #bitcoin processes 4.6 transactions per second. Visa does around 1,700 transactions per second on average (based on a calculation derived from the official claim of over 150 million transactions per day). The potential for adoption is there but is bottlenecked currently by scalability.A study published by Tata Communications in 2018 showed that 44% of organizations in its survey are adopting blockchain, but also alludes to the universal problems that arise from deploying new technologies. From an architectural level, the unsolved problem of scalability is emerging as a bottleneck to blockchain adoption and practical (...)

    #cryptocurrency #lightning-network

  • #plasma Study Guide by an Intern at a #blockchain #scalability Research Lab
    https://hackernoon.com/plasma-study-guide-by-an-intern-at-a-blockchain-scalability-research-lab

    Scalability Issues at First GlanceBlockchain’s scalability and a whole bunch of solutions to the problem — one of the most fundamental aspects that you should focus on to learn in the space, yet doesn’t seem like very approachable for newbies to catch up all of them. That was what I have been seeing all the scaling solutions as.When I first got to know about blockchain technology (more specifically #ethereum blockchain), I was really fascinated by all the decentralized applications and their philosophy behind it, dreaming of the Web3.0 created by Ethereum. Even though I knew that scalability is one of the most important criteria to consider while running a project (for now, I’ll skip explaining it but you can see where the issue comes from and the significance of it referring to an article (...)

    #learn-plasma

  • Type safety and #spark Datasets in #scala
    https://hackernoon.com/type-safety-and-spark-datasets-in-scala-20fa582024fc?source=rss----3a814

    Working with Spark Datasets have been quite interesting and most of the time rewarding in our current project. It has a simple yet powerful API that abstracts out the need to code in complex transformations and computations. To be honest, we also have a fairly straightforward use case: few domain entities, fewer transformations based on simple joins.However, there are also few things that have been counterproductive to us but I am going to focus on one of them: lack of type safety in some operations, particularly, joins.dataSetA.join(dataSetB, "columnA")The above code will fail on runtime if either of dataSetA and dataSetB (or both) don’t have “columnA” column. This is a waste of resources at multiple levels: from precious CPU cycles to developer’s time. In the remainder of this (...)

    #dataset #generic-programming #shapeless

  • #scala Object Serialization for #mapr-DB
    https://hackernoon.com/scala-object-serialization-for-mapr-db-792817d3962d?source=rss----3a8144

    Previously, we have discussed some of the advantages and features accompanying MapR-DB. However, this time we are going to get our hand dirty while using this enterprise-grade database.When using MapR-DB, it is a common practice to serialize and deserialize our business objects (commonly known as POJO) from/to JSON all the time since MapR-DB data is stored using JSON format. These operations are very common and frequent so we will take a look at them from Scala’s point of view.MapR-DB Document APIThere are a series of steps to be followed to create new objects and to insert them into MapR-DB. Let’s look at the typical workflow.https://medium.com/media/e33ad01ea3ab9948ecff3c2b4e26e11b/hrefThis is the basic steps to insert into MapR-DB. This snippet can be extended for more complex use (...)

    #coding #programming #big-data

  • MapR-DB Atomic Document Updates
    https://hackernoon.com/mapr-db-atomic-document-updates-d54f535b589?source=rss----3a8144eabfe3--

    In a previous post, we have discussed some of the features of MapR-DB that make this distributed database especially interesting. In this post, we intend to continue that effort by presenting a specific use case.The ProblemThe problem to be solved can be described as follows.A serie of message are coming through a stream. Each value has an idand a count. For eachid, we must update the existing count in the data base by incrementing its value using the count coming in the stream.The following image shows an example of the problem.The problem in an image.There are various ways to solve this problem. One could be by reading the current state of a given idstored on the database, then update its count using the values on the stream to finally save the updated values back to the database.Let’s (...)

    #big-data #scala #coding #programming #spark

  • 10 Reasons to Learn #scala and Functional #programming
    https://hackernoon.com/10-reasons-to-learn-scala-and-functional-programming-2fce385e6ec7?source

    Why learn Scala?One of the questions my readers often ask me is, “Should Java developers learn Scala? Does Scala have a better future than Java? Why should Java developers learn Scala,” and so on?Well, there can be many reasons for learning Scala, like you are forced to learn it because it has been used in the new company you have just joined, or your solution architect decided to use it for the new project you are going to work, but that’s a different story.Here, we’ll talk about the reasons that encourages Java developers to learn Scala.Scala has emerged as one the most powerful Java alternatives in recent times. It’s been the JVM language of choice, leaving Groovy and Kotlin way behind, and is preferred as the language people want to write the most code in.Scala has many strong points, the (...)

    #functional-programming #learn-scala #software-development

  • Difference between #sidechains and State Channels
    https://hackernoon.com/difference-between-sidechains-and-state-channels-2f5dfbd10707?source=rss

    Difference Between SideChains and State ChannelsA complete comparison of the two scaling methods.State Channels and Sidechains are the two terms in #ethereum community that are often used interchangeably, thus causing mass confusion.But today we will get it clear.Go make a cup of coffee first, it’s going to be a long one.The purpose of this article is to clearly define:What are State channels ?What are Sidechains ?Then we will compare the two:What problems are they trying to solve ?Which is a better scaling solution among the two ?Without wasting much time, let’s get started.What are State Channels ?State channels are a very broad and simple way to think about blockchain interactions which could occur on the blockchain, but instead get conducted off of the blockchain, without significantly (...)

    #bitcoin #state-channels #scalability

  • #scalability, Security, and Mining Done Right with #zilliqa
    https://hackernoon.com/scalability-security-and-mining-done-right-with-zilliqa-a898af135757?sou

    Zilliqa at WDAS 2018Cryptocurrency has come a long way since Satoshi’s revolutionary Bitcoin whitepaper. The second generation of blockchains has extended the possibilities of the technology far beyond the trustless exchange of digital cash, allowing for the creation of tokens, smart contracts, and the execution of complex computations on distributed ledgers.Despite the excitement around blockchains, the technology in its current state is far from being perfect. The reality is that the sheer complexity of such networks means that a titanic amount of energy expenditure is required under the Proof-of-Work model to secure the transaction records. On top of this, arguments over how to go about scaling the amount of transactions per second have polarised the #blockchain space for years.At (...)

    #bitcoin-mining #ethereum

  • The kind of conversation that makes me love what I do.
    https://hackernoon.com/the-kind-of-conversation-that-makes-me-love-what-i-do-37181a167f9e?sourc

    We are #java shop, and we use #lightbend Lagom Framework. Based on this context, I asked today:Am I not still be able to create a new service in Scala?Roberto (@RobbieTweetsJr) gets back to me:You can do whatever you want. Whether it gets approved is out of my hands. :joy:…. Roberto is typing for long long time so I close Slack until I get notified….It has nothing to do with complicated or easy. No one’s going to argue that it’s not simpler to do it in #scala, but in a project this size, it’s not that simple. It’s easy for you because you’ve got the knowledge. But there are at least 40 other Java developers on this project, not all of which have Scala experience. This is not your traditional software development company.I said:Let’s teach them.Roberto, very polite says back:Now you’re asking a (...)

    #software-development #work

  • Scaling to 10 million concurrent connections: the #kernel is the problem, not the solution. Impressive breakdown of bottlenecks. Very unorthodox approach, trading flexibility for low latency : http://highscalability.com/blog/2013/5/13/the-secret-to-10-million-concurrent-connections-the-kernel-i.html - but doesn’t #Netmap address the packet I/O efficiency problem just as well ? http://info.iet.unipi.it/~luigi/netmap #Linux #scalability

  • Why Perforce is more #scalable than #Git - Steve Hanov’s Programming Blog
    http://stevehanov.ca/blog/index.php?id=50

    Git can’t handle large repositories
    Okay this is subjective because it depends on your definition of large. When I say large, I mean about 6 gigs or so. Because your company’s source tree is probably that large.
    [...]
    The typical git user considers the linux kernel to be a “large project”. If you’ve looked at Linus’s git rant on Google code, take a listen to see how he sidesteps the question of scalability.

    Don’t believe me? Fine. Go ahead and wait a minute after every git command while it scans your entire repo. It’s maddening because its long enough to be annoying
    [...]
    The solution

    You know what? I don’t think many people really use distributed source control. The centralized model is here to stay. Most git users (especially those using #Github) use the centralized model anyway.

    Ask yourself this: Is it really that important to duplicate the entire history on every single PC? Do you really need to peruse changelist 1 of KDE from an airplane? In most cases, NO. What you really want is the other stuff: easy branching, clean, and stash, and the ability to transfer changes to another client. The distributed stuff isn’t really asked for, or needed. It just makes it hard to learn.

    #développement #synchronisation #scalability #décentralisation #unhosted