• Racconti dall’Appennino: alcune impressione del corso di formazione esperienziale nell’appennino bolognese!

    Quattro finesettimana immersi nel cuore degli appennini emiliani a parlare di turismo responsabile e migrazione, tra incontri, visite, lezioni e riflessioni, con l’obiettivo di dimostrare che, attraverso il turismo sostenibile, l’integrazione socio-culturale e la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale possono sostenersi reciprocamente.

    È questa l’esperienza fatta tra luglio e settembre 2018 a Montefredente dai 18 partecipanti, sia italiani che migranti, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, al “Corso di formazione esperienziale su sviluppo turistico e ospitalità interculturale nell’Appennino bolognese”. Corso promosso dal festival IT.A.CÀ e Associazione Yoda, in collaborazione con ASP Città di Bologna e Open Group, con il patrocinio di Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese, Bologna Welcome, A.I.T.R. – Associazione Italiana Turismo Responsabile, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Città metropolitana di Bologna, Comune di San Benedetto Val di Sambro. Ricordiamo che il referente scientifico del corso è stato Pierluigi Musarò (professore dell’Università di Bologna e presidente Associazione Yoda) e tutor del corso Melissa Moralli.
    Un progetto nuovo, in cui lo sviluppo e l’inclusione sono temi interrelati e complementari, e nel quale, attorno al fulcro del turismo sostenibile, si è affrontato il grande tema della mobilità umana.

    In un mondo sempre più in movimento, in cui turismo e migrazione sono due facce di una stessa medaglia, il turismo così inteso presenta grandi potenzialità sotto diversi aspetti, tra loro profondamente interrelati.

    L’obiettivo è di unire ai benefici del turismo sostenibile (ambientali, economici e socio-culturali) un progetto fattivo ed efficace di integrazione tra migranti, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, e tessuto sociale delle comunità ospitanti, in particolare le comunità montane.

    Con un duplice beneficio sia per gli ospitati che per le comunità stesse, le quali trovano così un’ulteriore strada per combattere lo spopolamento e la graduale perdita del proprio patrimonio culturale e ambientale.

    Un patrimonio che è supporto di identità, memoria e storia, e a partire dal quale, guidati da una nuova idea di integrazione, ospitalità interculturale e valorizzazione sostenibile delle risorse, è possibile costruire, attraverso il turismo, nuove realtà che, da un lato, possano essere un’opportunità per promuovere processi di integrazione sociale e, dall’altro, siano uno strumento di sviluppo per i territori stessi.

    L’Appennino bolognese, infatti, da una parte è inserito nel fenomeno di progressivo spopolamento dei territori montani, ma dall’altra presenta grandi ricchezze naturali e culturali: paesaggi, antichi borghi e territori rurali che, se valorizzati, possono essere il punto di partenza per la costruzione di questa nuova forma di sviluppo e integrazione.

    È stato intorno a queste riflessioni, e in profondo contatto con le realtà direttamente coinvolte in queste dinamiche, che si è svolto il corso: gli iscritti hanno trascorso quattro finesettimana a Montefredente, frazione del Comune di San Benedetto Val di Sambro (BO), condividendo la struttura gestita dalla Cooperativa Open Group. Qui, persone provenienti da situazioni e contesti diversi tra loro hanno avuto modi di conoscersi, passare del tempo insieme, scambiare racconti ed esperienze. E sempre da qui, gli incontri si sono articolati tra lezioni teoriche e itinerari esperienziali, le prime volte ad analizzare con un approccio critico le tematiche legate al turismo, i secondi volti a conoscere direttamente le realtà presenti sul territorio.

    Realtà che ideano, organizzano e portano avanti percorsi ed iniziative animate da una concezione del patrimonio naturale e culturale come bene comune, dalla volontà di valorizzare luoghi esclusi dai circuiti turistici convenzionali, e di creare un turismo diverso, lento, responsabile e sostenibile, sotto il profilo sociale, ambientale ed economico.

    Tra queste realtà troviamo la Via degli Dei, itinerario di cinque giorni a piedi nei monti tra Bologna e Firenze, oppure la Via della lana e della seta, tra Bologna e Prato; il trekking nel bosco sui resti dell’antica via Flaminia, accompagnati dall’appassionata guida storica Marco Gollini; quello tra Madonna dei Fornelli e Zaccanesca, piccolo borgo ormai quasi spopolato, ma vitale e accogliente; il piccolo e ospitale borgo di Qualto, ricco di storie e scorci sconosciuti. Luoghi ricchi di storia e di relazioni che abbiamo scoperto grazie a realtà come la cooperativa Foiatonda, Appennino Slow e Officina15.

    Sono stati molti anche gli interventi di chi, coniugando imprenditorialità, innovazione e sostenibilità, ha sviluppato concretamente progetti virtuosi che agiscono come nuovi importanti attori del territorio!

    Come Kilowatt, startup che, adottando la forma della Cooperativa, si occupa di innovazione sociale, inclusione e welfare; oppure la Cooperativa Madreselva, costituita da guide ambientali ed escursionistiche che svolgono attività di accompagnamento guidato, educazione ambientale ed educazione scientifica,

    valorizzando il patrimonio naturale dei territori dell’Appennino; la società Gastameco che, in antichi edifici recuperati, ha creato ostelli basati su una concezione che coniuga la sostenibilità ambientale con un positivo impatto sociale, fatto di integrazione con il territorio nel quale sorgono e l’accessibilità a diverse categorie di ospiti.

    Un tema fondamentale affrontato nel corso è stato poi quello dell’accessibilità: a questo proposito, esistono nel territorio realtà come l’Istituto Cavazza, che si occupa di integrazione, formazione, riabilitazione e autonomia delle persone non vedenti, e che ora intende dedicarsi anche a progetti di turismo accessibile.

    È dunque attraverso la condivisione di tempo, esperienze, progetti e visioni, che è stato possibile iniziare ad immaginare concretamente nuove possibilità di sviluppo e integrazione, che poggino sulla complementarità tra un patrimonio che, mentre rischia di andare perduto, presenta intatta la sua vitalità, e la ricchezza dell’intreccio di culture, storie ed esperienze solo apparentemente lontane.

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    Ecco alcuni dei pensieri dei partecipanti al corso:

    “Sono molto contento del corso che ho fatto. Per me gli incontri sono stati molto utili per fare una nuova esperienza soprattutto nel settore turistico e per conoscere nuove persone. Sono stato soddisfatto dell’avere questa opportunità per lo scambio interculturale e per aver imparato tante nuove cose. Le persone che ho conosciuto durante l’incontro erano molto simpatiche e carine e per questo ho avuto una bella esperienza. Poi parlare con la gente è stato d’aiuto per migliorare il mio italiano“.

    Haroon Nawaz

    Avere l’opportunità di stare per 4 weekend a riflettere, imparare, incontrarsi, confrontarsi e progettare insieme ad altre persone con profili, percorsi, modi diversi dai tuoi è, soprattutto di questi tempi, una grande opportunità. Poterlo fare in Appennino – quanta bellezza e autenticità in una sola area – ragionando su nuovi modi di vedere, vivere e promuovere il turismo sostenibile è stata una meravigliosa opportunità. Ora per completare il quadro, sta a noi provare a tradurre le enormi potenzialità intraviste in realtà!

    Serena Miccolis

    Ci siamo immersi in una realtà fatta di associazioni che si impegnano in progetti nel settore del turismo sostenibile e che sono attive nel generare un impatto positivo sul territorio. Si è creata una rete di persone che condivide la stessa visione e la stessa voglia di impegnarsi per la valorizzazione dell’Appennino che ha grandi potenzialità ancora inespresse. Il punto di forza del corso è stato quello di mettere insieme un gruppo di persone affiatato, con energie e idee nuove e che ha voglia di mettersi in gioco per portare avanti un progetto concreto.

    Antonella Iero

    Il corso è stato veramente interessante e utile per capire il territorio e incontrare persone del luogo che ci hanno coinvolto, anche durante i trekking che abbiamo fatto. Mi è piaciuto avere nuovi momenti di dialogo, di confronto e di collaborazione con persone diverse!!

    Amin Sumah

    L’aspetto che ho preferito del corso è stato l’incontro con alcune delle realtà locali che operano nell’ambito del turismo sostenibile perché mi ha permesso di capire che l’Appennino non è stato completamente abbandonato. Al contrario può contare su diverse persone con tanta voglia di fare e che lavorano ogni giorno per valorizzarlo e garantirgli un futuro diverso da quello dello totale spopolamento.

    Andrea Moreschini

    La cosa più evidente, ai miei occhi, è stata la prospettiva di osservazione del territorio. A volo d’uccello, con grandi planate panoramiche – a tratti filosofiche – su aspetti ampi e teorici, e forti picchiate su specifici obiettivi. Sempre con un po’ di distacco, quanto basta per andare oltre i campanilismi e le barriere culturali, ma restando in contatto con una interessante selezione di veri abitanti, perfettamente immersi nel paesaggio e rappresentativi dello stesso.
    L’esperienzialità del corso, secondo me, è la cosa più riuscita. Attorno a “casa Fredente” si era creata una bolla densissima fatta di impegno, interessi, chiacchiere e relazioni, incredibilmente coinvolgente e piena di forza. Una specie di ecosistema in grado di sopravvivere solo con grandi input energetici, ma che è sopravvissuto e… non lo avrei mai pensato prima di iniziare, oggi mi manca!

    Erica Mazza

    Il corso mi è sembrato molto interessante. Penso che sia stata una forma differente di porre attenzione al turismo. Per me è stata una grande esperienza perché non mi era mai capitato di fare insieme queste diverse attività: fare dei trekking, avere informazioni da persone esperte del luogo e lezioni sul tema del turismo responsabile. Non solo il contenuto mi è sembrato buono, ma anche la predisposizione ad aiutarci nel capire.

    Vanessa Carolina Zamora Martinez

    L’esperienza a Montefredente é stata un’ottima occasione per approfondire i temi riguardanti l’inclusione e il turismo sostenibile, le connessioni tra questi mondi e pensare insieme futuri possibili progetti da costruire ed esplorare. Il corso è stata anche un’esperienza molto stimolante che mi ha permesso di conoscere altri giovani dinamici interessati ad impegnarsi nel turismo a misura d’uomo.

    Jonathan Mastellari


    https://www.festivalitaca.net/2018/12/racconti-dallappennino-alcune-impressione-del-corso-di-formazione-esp

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  • Il turismo dolce dà i numeri

    Cos’è il turismo dolce di cui andiamo parlando da tempo? Su questo numero tentiamo di darne una definizione, per poi presentare i primi dati 2017 dell’Osservatorio Trip Montagna, che fotografano una realtà dinamica con ricavi di imprenditori e professionisti che superano i 28,5 milioni di euro per un indotto di oltre 1000 lavoratori nel solo Piemonte. Mettendo a disposizione di tutti gli interessati dati e report completi dell’indagine scaricabili in pdf.

    https://issuu.com/dislivelli/docs/83_webmagazine_dicembre-gennaio17
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  • Accoglienza dei migranti e turismo sostenibile nelle Alpi

    The authors analyze the link between two distinct phenomena that are increasingly related in Italian Alpine localities: tourism development and foreign immigration. Special attention is paid to asylum seekers, who have gradually started to repopulate mountain localities, following the policy decision to distribute migrants across the whole national territory.

    After an introductory analysis, the article focuses on two good practices of welcome initiatives that, while experimenting innovative social inclusion strategies in the tourism domain, have managed to overcome the emergency rationale that inspires most reception policies. Thanks to their embeddedness in local communities, the selected organizations have restored mountain trails, revitalized mountain agriculture through innovative crops and committed to the promotion of a welcome culture through sensitization activities. Based on the good practices investigated, the authors’ hypothesis is that some of the “forced highlanders” could become “highlinders by choice”, contributing to the survival and the sustainability of the tourism system, put at risk by the population decline and ageing of local inhabitants.

    Adequate policies are however needed to fulfil this hypothesis on a wider scale and to pave the way for the transformation of welcome initiatives into development opportunities for receiving communities. Welcome policies should reject the logic of placing large numbers of recipients in abandoned barracks and residences and the selection and financing mechanisms of managing entities should be redefined so as to select managing organizations that are rooted at the local level and draw on the participation of different stakeholders of the receiving community in their governing bodies.

    https://riviste-clueb.online/index.php/anpub/article/view/99
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